L'Iran nazi maomettano (gli sciiti iraniani sono seguaci dell'idolatra, antisemita e anticristiano Maometto) è in guerra di aggressione con Israele, quindi di che stupirsi e scandalizzarsi se muore ucciso qualche responsabile iraniano che progetta e produce armi contro Israele. specialmente quelle nucleari, per annientare completamente gli ebrei e Israele che è il loro paese, la loro patria, la loro terra millenaria.
L'orologio di Theran
Iran, il countdown per la distruzione di Israele: “Mancano 8411 giorni”
GIORDANO STABILE, inviato a beirut
5 luglio 2020
https://www.lastampa.it/esteri/2017/07/ ... 1.34447244 Un orologio in piazza della Palestina, nel centro di Teheran, per segnare il tempo che manca alla “distruzione di Israele”. Esattamente 8411 giorni. È l’ultima provocazione dei manifestanti che hanno partecipato alla Giornata di Al-Quds, cioè Gerusalemme.
Un milione in piazza
Al canto di “morte a Israele” gli oltranzisti della rivoluzione khomeinista hanno ricordato la “profezia” dell’ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema della Repubblica islamica: “niente” rimarrà dello Stato ebraico “entro il 2040”. Alla manifestazione hanno partecipato anche il presidente Hassan Rohani, su posizioni più moderate, e il presidente del Parlamento Ali Larijani che ha attaccato Israele frontalmente, come “madre del terrorismo” e “peggior terrorista di tutti i tempi”.
Missili dei Pasdaran
I dimostranti hanno anche lanciato slogan contro l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, mentre la Guardia rivoluzionaria, i Pasdaran, hanno portato in piazza gli ultimi modelli di missili balistici, compresi quelli usati dieci giorni fa per colpire le postazioni dell’Isis in Siria, nella provincia di Deir ez-Zour. Secondo i media di regime, in piazza c’era un milione di persone.
Accuse incrociate di terrorismo
La giornata di Gerusalemme si tiene ogni anno ed è l’occasione in cui il regime esprime le sue posizioni più ostili nel confronti di Israele. Lo stesso presidente Rohani ha detto in una intervista all’agenzia Irna che “Israele aiuta i terroristi”. Le dichiarazioni si inseriscono nello scontro con il rivale sunnita dell’Iran, l’Arabia Sunnita, che ha accusato Teheran di essere “la punta di lancia del terrorismo globale”.
Fakhrizadeh, un messaggio con due destinatari
La Voce Repubblicana
Niram Ferretti
28 novembre 2020
https://www.vocerepubblicana.it/2020/11 ... stinatari/ L’uccisione, ieri di Mohsen Fakhrizadeh, il mastermind del nucleare iraniano a Absard, un villaggio a est di Teheran, da parte di un commando di cinque persone è un messaggio molto chiaro. Come da protocollo, Israele non si è assunto la responsabilità dell’uccisione ma è chiaro a tutti che quella che l’Iran definisce “l’entità sionista” è responsabile della sua morte.
“Moshen Fakhrizadeh, ricordatevi questo nome” aveva detto Benjamin Netanyahu durante la conferenza stampa tenutasi nel 2018 dopo il trafugamento israeliano di file segreti iraniani sul programma nucleare.
Il messaggio ha due destinatari. Il primo è, ovviamente, l’Iran, il secondo è Washington. Aleggia nell’aria con l’insediamento futuro dell’amministrazione Biden, il sentore di un nuovo appeasement con il regime di Teheran. L’ex vicepresidente di Obama e attualmente presidente eletto, non poteva non appoggiare l’accordo sul nucleare iraniano, il JCPOA siglato nel 2015. La scelta attuale da parte di Biden di Antony Blinken, come Segretario di Stato, a sua volta sostenitore dell’accordo, va nella stessa direzione.
L’uccisione di Fakhrizadeh, evidentemente avallata dall’amministrazione Trump, comunica a Biden che Israele metterà sempre in prima linea la propria sicurezza subordinandola al buon rapporto con gli Stati Uniti, e che la strada verso un eventuale rientro americano in un negoziato con l’Iran rischia, prima ancora di partire, di essere seriamente compromessa.
L’incontro a tre in Arabia Saudita tra Benjamin Netanyahu, Mohammed Bin Salman e Mike Pompeo, avvenuto qualche giorno prima dell’uccisione di Fakhrizadeh, al di là di sterili dietrologie, ci fa supporre che l’Iran potrebbe subire altri contraccolpi, prima che Biden venga ufficialmente proclamato presidente.
L’amministrazione Trump ha ancora due mesi davanti a sé. Se l’Iran deve essere ulteriormente messo alla prova, questo è l’arco di tempo di cui disporre.
Il servizio segreto israeliano, il Mossad, ha assassinato il leader della componente militare del programma nucleare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh.
L'Osservatore Repubblicano
28 novembre 2020
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 2202586865L'analisi dell'uccisione porta alle seguenti osservazioni:
1) Biden non sarà in grado di riportare l'America nell'accordo nucleare JCPOA senza complicazioni significative.
L'amministrazione Biden ha dato la priorità al ritorno dell'America all'accordo nucleare JCPOA del 2015. Quello che è successo venerdì mostra quanto sarà impegnativo.
Assassinando il simbolico e letterale padrino delle ambizioni nucleari iraniane, Israele sta inviando un segno al presidente degli Stati Uniti entrante. Fakhrizadeh era coinvolto nella ricerca sulle armi nucleari, qualcosa che gli israeliani sanno e che il team di Biden sa. Questo attacco funge da messaggio del primo ministro Benjamin Netanyahu al presidente eletto Joe Biden che intende intensificare la sua azione segreta su Teheran indipendentemente dalla politica di Washington.
L'amministrazione Biden non potrà ignorare questa pressione e perseguire la politica statunitense separatamente da essa. Dopo tutto, le fazioni più intransigenti dell'Iran percepiscono e politicizzano l'attività dell'intelligence israeliana come un'estensione simbiotica della politica estera statunitense. Considereranno gli Stati Uniti parzialmente responsabili di ciò che è accaduto. Inoltre, considerando la sanguinosa faida iraniana con gli Stati Uniti per l'assassinio di gennaio del Gen. Qassem Soleimani del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, questo attacco rende ancora più probabile che l'Iran si vendichi in qualche forma contro gli interessi degli Stati Uniti nel primo anno di presidenza di Biden. L'Iran teme come il presidente Trump possa reagire a qualsiasi attacco, ma crede che l'amministrazione Biden risponderebbe timidamente. Quest'ultima comprensione non è priva di una buona ragione, considerando che l'amministrazione Obama non ha fatto quasi nulla quando l'IRGC ha tentato di far saltare in aria un ristorante di Washington, DC, nel 2011.
2) C'era probabilmente un supporto dell'intelligence statunitense per questa operazione.Il
ritwittamento di rapporti e analisi di Trump sull'attacco indica che gli Stati Uniti hanno fornito un certo supporto per esso. Come minimo, indica che Trump è stato informato sulla responsabilità di Israele. Ma come avrebbero potuto gli Stati Uniti supportare l'imboscata?
La comunità dell'intelligence statunitense dispone di una tecnologia satellitare unica e di altri strumenti di monitoraggio persistenti che avrebbero potuto utilizzare per dare agli israeliani le informazioni sul convoglio di Fakhrizadeh mentre si spostava tra i punti di partenza e di arrivo previsti. Ciò sarebbe stato particolarmente utile agli israeliani nel luogo dell'attacco, che era a circa 90 minuti fuori Teheran. L'Agenzia per la sicurezza nazionale ha anche un mezzo unico per l'interruzione su larga scala delle comunicazioni delle forze di sicurezza iraniane.
3) La presenza segreta dell'intelligence israeliana sul suolo iraniano sta crescendo
È davvero straordinario che Israele sia riuscito a prendere di mira Fakhrizadeh con successo mentre viaggiava in un convoglio con una squadra di protezione dell'IRGC ben addestrata. Per avere successo qui, il Mossad israeliano probabilmente si è infiltrato in Iran con la sua unità d'azione speciale "Kidon". Indipendentemente da ciò, il Mossad avrebbe dovuto fare affidamento su una rete di case sicure, ufficiali operativi e agenti altamente fidati già all'interno dell'Iran. Sappiamo da precedenti attacchi del Mossad "shoot-and-scoot" che Israele ha una presenza di intelligence sul suolo iraniano. Ma questo agguato è qualcosa di completamente diverso. Considera solo l'ovvia complessità del monitoraggio di un convoglio, l'uso di esplosivi per fermarlo, sparando a Fakhrizadeh a morte e poi evacuare gli operatori senza che questi vengano catturati.
4) L'attacco alimenterà la paranoia dell'Iran e provocherà ritorsioni L'ayatollah Ali Khamenei e l'élite intransigente ai vertici dell'establishment della sicurezza vedranno questo attacco con la stessa, se non maggiore, importanza dell'operazione statunitense che ha ucciso Soleimani.
Non è che che questo assassinio si è interrotto lo sviluppo nucleare segreto dell'Iran. È che Israele lo ha fatto in modo molto pubblico. Questo lo rende una sfida alla credibilità del regime. Già paranoico, Khamenei vedrà l'accaduto come una prova che l'Iran non è temuto dai suoi nemici. L'IRGC, sempre più lacerato da lotte intestine tra fazioni, condividerà questa percezione. Evidentemente, il consigliere per la sicurezza nazionale di Khamenei ha già avvertito che l'Iran "atterrerà sugli assassini di questo innocente martire come un fulmine e farà rimpiangere ciò che hanno fatto". Per ragioni politiche interne, tanto quanto quelle di sicurezza estera, l'Iran si muoverà per ritorsioni contro un obiettivo israeliano e / o statunitense significativo. Il servizio di sicurezza d'Israele, lo Shin Bet rafforzerà sicuramente la sua già significativa protezione degli ambasciatori israeliani. Mi aspetto che gli israeliani richiedano anche ulteriore sicurezza dalla nazione ospitante per i suoi diplomatici.
5) Questo attacco non fa presagire un'azione militare statunitense o israeliana contro gli impianti nucleari
iraniani
Se l'Iran si sposta verso livelli di arricchimento dell'uranio che gli consentirebbero di costruire un'arma nucleare, Israele intraprenderà un'azione militare contro il suo programma nucleare e missilistico balistico. In quel momento, le preoccupazioni israeliane per le ritorsioni e l'indignazione globale svaniranno tra i timori di un secondo Olocausto.
Ma non siamo ancora arrivati a questo punto e le complicazioni di riuscire in una simile operazione militare lo portano a renderlo molto improbabile. A meno che, cioè, Israele non creda di aver esaurito le opzioni. A sua volta, il dispiegamento di questa settimana di un gruppo d'attacco di una portaerei della Marina statunitense nel Mar Arabico e nel Golfo Persico non dovrebbe essere visto come preparazione per un attacco. Gli Stati Uniti schiererebbero almeno due, e più probabilmente tre, portaerei in previsione di qualsiasi attacco israeliano.
Questa è stata un'operazione di intelligence israeliana molto rischiosa e altamente significativa. Alcune persone verranno promosse.
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Iran, “dietro all’omicidio dello scienziato c’è Israele”. Khamenei: “Ucciso da criminali spietati. Siano puniti”
28 novembre 2020
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/1 ... 1606563817 L’omicidio di Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, ucciso a colpi di pistola ad Absard, a nord-est della capitale Teheran, scuote gli equilibri del Medio Oriente e potrebbe complicare il lavoro di Biden per un rilancio dell’accordo internazionale sul nucleare iraniano, sottoscritto nel 2015 all’epoca dell’amministrazione Obama, da cui gli Usa di Donald Trump si sono ritirati nel 2018 ripristinando le sanzioni contro l’Iran, che a sua volta ha fatto marcia indietro rispetto ad alcuni impegni. Per l’omicidio finisce nel mirino Israele, fin dall’inizio considerato la mente e il braccio dietro alla morte dello scienziato a capo del programma nucleare iraniano.
Ipotesi avanzate dal governo di Teheran che trovano conferma nelle fonti del New York Times. Secondo quanto rivelato al giornale “da un funzionario americano e altri due dirigenti dell’intelligence”, dietro all’omicidio c’è Tel Aviv. Resta da chiarire “quanto gli Usa sapessero in anticipo dell’operazione. Ma i due paesi sono strettamente alleati e da molto tempo condividono informazioni di intelligence sull’Iran”. Intanto John Brennan, capo della Cia dal 2013 al 2017, bolla l’omicidio come “un atto criminale e altamente incosciente. Rischia di provocare una rappresaglia mortale e una nuova ondata di conflitto nella regione. I leader iraniani farebbero bene ad attendere il ritorno di una leadership responsabile degli Usa a livello globale e resistere la tentazione di rispondere ai presunti colpevoli”, ha scritto su Twitter.
La tensione è altissima: la guida suprema di Teheran, l’ayatollah Ali Khamenei, esprimendo la sua vicinanza alla famiglia dello scienziato e alla comunità scientifica, ha dichiarato che coloro che hanno ordinato l’assassinio dovrebbero essere “puniti”. “L’eccezionale scienziato nel campo della tecnologia nucleare e di difesa è stato assassinato da mercenari criminali spietati e i suoi sforzi nella tecnologia e nella scienza dovrebbero proseguire”.
Intanto il presidente iraniano Hassan Rohani ribadisce la tenacia del Paese nel proseguire il suo programma nucleare e in un messaggio sottolinea che “i nemici dovrebbero essere consapevoli che tali atti terroristici non solo non riusciranno a ostacolare gli sforzi degli scienziati iraniani, ma li renderanno più determinati a continuare la via di Fakhrizadeh“. “Indubbiamente – ha detto Rohani – questo incidente terroristico e disperato è il risultato dell’incapacità dei nemici di fronte ai progressi scientifici, agli onori e alle capacità degli iraniani, e di fronte alle loro sconfitte nella regione e in altre arene politiche. Rivela anche la profondità della loro malignità e odio“. Annuncia vendetta Hezbollah, movimento sciita libanese tradizionalmente sostenuto dall’Iran, che “condanna con forza l’attacco terroristico” e aggiunge che la Repubblica Islamica “darà la caccia ai criminali e – riporta il sito al-Ahed – taglierà le mani di chi colpisce i suoi scienziati e funzionari, senza guardare a chi appartengano”. Naim Qassem, numero due del Partito di Dio, parlando ad al-Manar, la tv degli Hezbollah, ha condannato “questa aggressione odiosa” e aggiunto: “L’uccisione di Fakhrizadeh da parte di mercenari degli Stati Uniti e di Israele fa parte della guerra contro l’Iran, la Palestina e la nostra regione libera”.
Da Soleimani alla pandemia: il 2020 ‘annus horribilis’ per l’Iran – L’anno si è aperto il 3 gennaio con la morte del generale Qasem Soleimani, potente capo delle brigate al Quds delle Guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso mentre era in visita in Iraq con un bombardamento mirato ordinato dal presidente americano Donald Trump. Soleimani era considerato l’architetto delle azioni terroristiche iraniane all’estero, anche tramite gruppi sciiti alleati come gli hezbollah libanesi. Per vendicarne la morte, gli iraniani hanno lanciato missili contro basi americane in Iraq. L’8 gennaio, la contraerea iraniana, temendo reazioni americane, ha abbattuto per errore un aereo civile ucraino appena decollato dall’aeroporto di Teheran, provocando la morte delle 176 persone a bordo. Molti erano iraniani con cittadinanza canadese che stavano tornando in Canada via Kiev. Oggi è stato ucciso in un attentato vicino Teheran lo scienziato Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, considerato in occidente come il capo del programma nucleare bellico iraniano.
La verità sul fisico ucciso a Teheran
Michael Sfaradi
28 novembre 2020
https://www.nicolaporro.it/la-verita-su ... a-teheran/Si chiamava dottor Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, era un fisico di grandi capacità ed esperienza e, oltre ad essere a capo dei progetti del governo iraniano per i missili a lunga gittata, faceva parte, e forse ne era a capo, del ristretto gruppo di esperti che da anni sta sviluppando il programma nucleare iraniano. Nello specifico la parte militare del programma nucleare iraniano.
Nel mirino del Mossad
Non per caso il Premier israeliano Benjamin Netanyahu fece proprio il suo nome nella conferenza stampa del 30 aprile 2018,durante la quale annunciò che il Mossad, il servizio segreto israeliano, si era impossessato di 500 chilogrammi di documentazione, cartacea e non, sottratta da un archivio nel quale era conservata la storia del programma nucleare targato Teheran che risale, addirittura, ai tempi dello Scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi.
Documentazione che provava la malafede dell’Iran e che il programma nucleare era proseguito anche dopo la firma degli accordi di Ginevra. Il dottore, soprattutto dopo essere stato nominato da Netanyahu, sapeva di essere entrato nella lista degli obbiettivi del Mossad, lista che viene in maniera macabra chiamata ‘dei morti che camminano’.
A confermare che lo scienziato era diventato un obiettivo a rischio, c’era la presenza di una nutrita scorta fornita probabilmente dal Vevak, il controspionaggio di Teheran, che lo seguiva in ogni suo spostamento.
L’attentato mortale
Nonostante le precauzioni che erano state prese per garantirne la sicurezza, Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi è caduto oggi, insieme alla sua nutrita scorta, in un attentato che si è consumato nei pressi di Absard (Damavand), a nord-est della capitale Teheran.
La Fars, agenzia vicina ai pasdaran, i Guardiani della rivoluzione islamica, è stata la prima a dare la notizia dell’avvenuto attacco e, in un suo lancio, ha dichiarato: “Alcuni colleghi dell’esperto scienziato del programma nucleare e missilistico e almeno tre dei terroristi sono rimasti uccisi o feriti nel corso dell’attacco di questo pomeriggio. Non risultano al momento altre vittime”.
La dinamica dell’operazione non è molto chiara e, come al solito, i testimoni presenti sul luogo dell’agguato hanno rilasciato dichiarazioni che non aiutano a fare luce sui tre minuti di fuoco sotto i quali sono caduti sia lo scienziato che la sua scorta.
L’unica cosa certa è che tutto è cominciato con un’esplosione,probabilmente indirizzata verso l’automobile su cui viaggiava Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, esplosione poi seguita da una serie di spari provenienti da armi automatiche e semiautomatiche.
Secondo i media iraniani lo scienziato, reputato il più esperto tra i tecnici nucleari del ministro della Difesa di Teheran, era già scampato a diversi agguati da parte dei servizi segreti occidentali,israeliani, americani e, probabilmente, britannici. Nonostante ciò era rimasto al suo posto alla guida del Centro di ricerca di fisica della Repubblica islamica.
Scenari
L’attentato di oggi potrebbe aprire una nuova stagione simile a quella che tra il 2010 e il 2012 vide l’eliminazione di quattro scienziati nucleari iraniani: Masoud Alimohammadi, Majid Shahriari, Darioush Rezaeinejad e Mostafa Ahmadi Roshan, e il ferimento di Fereydoon Abbasi, anche lui legato al programma nucleare iraniano che ha come scopo, inutile illudersi del contrario, la creazione di bombe atomiche che, per stessa ammissione dei vertici iraniani, sono destinate sia alla distruzione di Israele che a minacciare il mondo sunnita, in un contesto che porterebbe a conseguenze apocalittiche.
Le tecniche usate per l’eliminazione di questi personaggi sono state le più disparate, Darioush Rezaeinejad fu ucciso a colpi di arma da fuoco, mentre Masoud Alimohammadi dall’esplosione di una motocicletta. Majid Shahriari e Mostafa Ahmadi Roshan, invece, saltarono in aria a causa di mine magnetiche che furono applicate alle loro automobili.
In tutti questi casi il governo iraniano accusò Israele di complicità nelle uccisioni. L’operazione di oggi però, al contrario di quelle del passato, è stata eseguita da un gruppo di fuoco, in pieno giorno e su una strada a scorrimento veloce nella periferia della capitale. Per chi segue le vicende legate alla guerra silenziosa che da anni caratterizza il programma nucleare iraniano è chiaro il messaggio,neanche troppo nascosto, che c’è dietro l’operazione odierna… e cioè che il programma nucleare può essere colpito in ogni modo e situazione. Con virus informatici, con singole bombe, con motociclisti che colpiscono e spariscono o, se serve e quando serve, con vere e proprie azioni da commando.
La morte di Moshen Fahtizade e la fine della rivoluzione iraniana
28 novembre 2020
http://www.geopoliticalcenter.com/attua ... -iraniana/ La morte di Moshen Fahtizade non determinerà certo la fine del programma atomico militare iraniano, meglio noto come Programma Amad, ma sta segnando la fine della rivoluzione iraniana. Il regime teocratico degli ayatollah sembra infatti aver perso la forza che gli aveva conferito la Guida Suprema Khomeini ed aver smarrito lo slancio che i giovani Pasdaran avevano messo in campo per resistere durante la guerra contro l’Irak di Saddam Hussein. Oggi la rivoluzione è sopita, anzi è morta, e come un cadavere non è capace di reagire alle uccisioni di elementi chiave della struttura principale del regime. Prima l’uccisione per mano americana di K. Soleimani, ora l’esecuzione del padre dei progetti atomici iraniani incentrati sulla raffinazione dell’uranio e sulla missilistica offensiva M. Fahtizade.
Una rivoluzione viva e ancora presente avrebbe reagito immediatamente all’uccisione del Generale Soleimani, accolta al contrario da una parte del regime quasi come una liberazione. Al contrario Teheran non ha messo in pratica nessuna vera rappresaglia militare ad un atto ostile così grave come l’assassino di Soleimani. Non può essere certo considerato una rappresaglia il lancio di una decina di vettori balistici, dopo adeguata informativa, contro una base aerea americana che ha visto nessuna vittima tra le truppe americane e danni materiali nei fatti marginali. Dopo questa sceneggiata nulla più è accaduto e il grande generale riposa non vendicato nel cimitero degli eroi e nel paradiso dei martiri. Il medesimo paradiso ha accolto ieri uno dei padri del programma atomico di Teheran, un programma che in teoria non esiste, ma che oggi il moderato presidente Rohani ha affermato che proseguirà più velocemente di prima (quindi il progetto Amad esiste e si sviluppa di giorno in giorno).
Così gli Stati Uniti prima e qualcun altro dopo hanno potuto impunemente uccidere due persone ai vertici delle rispettive organizzazioni al servizio della rivoluzione.
Immaginate cosa sarebbe accaduto se qualcuno avesse ucciso il ministro della difesa russo, oppure se qualcun altro avesse assassinato il capo del programma atomico della Corea del Nord. I paesi consci della propria forza non esitano a rispondere a tali atti ostili, ancora di più se messi in atto sul loro territorio patrio. Invece l’Iran tace, resta immobile, promette una vendetta che diventa sempre meno utile ogni ora che passa. Un nuovo fisico nucleare presto prenderà le redini del progetto Amad e farà di tutto per produrre la prima bomba atomica degli ayatollah, ma questo non terrà in piedi una rivoluzione già defunta.
L’opposizione interna, i nemici esterni e gli alleati sparsi nel Medio Oriente hanno ben notato che ormai nulla può il regime per difendere i suoi uomini chiave e che tutte le minacce di ritorsione non si sono mai concretizzate in una azione decisiva. Ed anche questa volta l’Iran attende “il tempo giusto” per la rappresaglia, una formula che indica la debolezza intrinseca del regime ed allo stesso tempo la volontà di garantirsi la sopravvivenza mediante la creazione di un arsenale atomico.
Emerge forte la convinzione che la prossima amministrazione americana sarà un amico di Teheran e vorrà dare agli ayatollah la possibilità di essere la potenza dominante nel Medio Oriente. Quello che gli iraniani non sanno o che fingono di non sapere è che questa possibilità sarà vincolata strettamente ed indissolubilmente all’abbandono completo della partnership con la Russia, vero ed unico nemico strategico già ampiamente individuato dalla nuova e nascente amministrazione Biden come l’obiettivo diplomatico economico, e perché no militare, delle forze americane.
La ormai defunta rivoluzione iraniana spera quindi nell’aiuto del Grande Satana (come amava definire gli Usa la guida suprema Khomeini) per mantenere il potere ed espandere l’influenza degli sciiti nel mondo.
È quindi altamente probabile che nei prossimi giorni l’Iran possa subire un nuovo attacco, convenzionale o meno, contro personaggi o strutture chiave del regime. Ogni iraniano, ogni amico e ogni nemico nell’Iran ovunque nel mondo saprà che, attacco dopo attacco, azione dopo azione, il regime degli ayatollah non è più autosufficiente e dovrà sperare nell’aiuto di una potenza straniera per garantire la stabilità del potere teocratico che ora imprigiona la libertà dei persiani.
MARXISMO: LA RADICE DEL MALE -
Ale Tzu
28 novembre 2020
https://www.facebook.com/alessio.tramat ... 7537164688 I difensori dell'Iran di Khamenei sono gli stessi difensori della Gaza di Hamas, della West Bank di Abu Mzen, di Hezbollah. Sono gli stessi socialisti-marxisti che difendono e adorano tutti i dittatori comunisti, isl@mici e isl@mo-comunisti.
Non gliene frega niente dei popoli oppressi dai loro stessi leader abusivi, corrotti, mafiosi, sanguinari e senza scrupoli.
A loro interessa difendere questi paesi solo in funzione anti-occidentale, anti-capitalista, anti-americana e anti-israeliana.
Se non fosse così saprebbero che la maggior parte dei palestinesi, degli iraniani e dei venezuelani non ne possono più di essere governati da dittatori mafiosi e criminali che li opprimono, li impoveriscono e, i dissidenti, li incarcerano, li torturano e li ammazzano.
Foteca**o a loro. Son gli stessi pseudo-progressisti social-marxisti globalisti del no-border, dell'immigrazione incontrollata, dello spostamento delle popolazioni, delle élite mondialiste, della finanza internazionale, del Bildenberg, di Davos, del World Economic Forum ... del Great Reset!
Sono i Talebani Occidentali!
KARL MARX IL SATANISTA E DIO DEGLI STOLTI (Marx stesso, tramite i suoi scritti, senza vergogna, ce lo conferma).
Karl Marx non era ateo, credeva in D-o ma lo detestava per la sua supremazia, era un adoratore della magia nera e un satanista convinto oltre che essere razzista, antisemita e schiavista dichiarato.
Biografia e analisi della brillante ma contorta e malata mente di Marx, adoratore del satanismo e della magia nera, razzista, antisemita e filo schiavista, attraverso i suoi scritti, corrispondenze, poemi e il suo dramma (satanico) "Oulanem".
- Riporto solo la parte Su Marx antisemita, razzista e schiavista attraverso le sue stesse parole (nel link il lungo e interessante articolo integrale che, visti i tempi, vale la pena di leggere e che sonda le più folli teorie di Marx che i globalisti sposano).
Tratto da "Il vero volto di Karl Marx" di Richard Wurmbrand.
Benché fosse ebreo, quanto a stirpe (i nonni lo erano ma lui rinnegata le sue origini e odiava gli ebrei), Marx scrisse un libro anti-ebraico intitolato "La questione ebraica". Nel 1856, scrisse sulla New York Tribune un articolo intitolato «Il prestito russo» nel quale leggiamo:
«Sappiamo che dietro ogni tiranno c'è un ebreo, come c'è un gesuita dietro ogni papa. Come l'esercito dei gesuiti uccide ogni libero pensiero dal quale il desiderio degli oppressi potrebbe avere possibilità di successo, così l'utilità delle guerre promosse dai capitalisti cesserebbe, se non fosse per gli ebrei che rubano i tesori dell'umanità [...]. Il fatto che gli ebrei siano diventati tanto forti da mettere in pericolo la vita del mondo, ci induce a svelare la loro organizzazione, i loro scopi, affinché il loro lezzo possa risvegliare i lavoratori del mondo a combatterli e ad eliminare un simile cancro». [...]
Forse che Hitler diceva di peggio?
Marx odiava gli ebrei, ma anche i tedeschi. Egli parlava dello «stupido popolo tedesco [...], la disgustosa ristrettezza mentale nazionale dei tedeschi», e diceva che «tedeschi, cinesi ed ebrei debbono essere paragonati a venditori ambulanti e piccoli commercianti». I russi, li chiamava «mangiacavoli». I popoli slavi«rifiuti etnici». Nel suo riepilogo annuale del 1848, Marx scrive della «plebaglia slava», in cui sono compresi russi, cèchi e croati. Queste «razze retrograde» non potevano attendersi nulla dal destino, all'infuori «dell'immediato compito di perire nella tempesta rivoluzionaria del mondo. La futura guerra mondiale farà scomparire dalla faccia della Terra non solo le classi reazionarie e le dinastie, ma interi popoli reazionari. E questo sarà il progresso. Il loro stesso nome scomparirà». Engels scriveva seguendo lo stesso filone: «La prossima guerra mondiale sarà causa della scomparsa di molti popoli reazionari. Anche questo è progresso».
Marx identificava la gente nera con l'espressione «idioti» e nella corrispondenza privata faceva uso del termine nigger («neg*o»). Chiamava il suo rivale, Ferdinand Lassalle (1825-1864), «the jewish nigger», come chi dicesse «quel negr*ccio giudaico», e precisava chiaramente che non lo intendeva come epiteto di disprezzo per una sola persona. «Mi appare ora assolutamente chiaro che, come dimostrano tanto la forma della sua testa che la struttura dei suoi capelli, discende dai neg*i che presero parte alla fuga di Mosè dall'Egitto (a meno che sua madre o sua nonna dal lato paterno non abbiano avuto un'ibridazione con un neg*o) [...]. L'indiscrezione con la quale si fà avanti è anche tipicamente negr*sca».
Marx difendeva anche lo schiavismo nord-americano. Per questo litigò col suo amico Proudhon. Quest'ultimo aveva preconizzato l'emancipazione degli schiavi negli Stati Uniti. Marx aveva risposto: «Senza lo schiavismo, l'America del Nord, il Paese dove è maggiore il progresso, si trasformerebbe in un Paese patriarcale. Cancella l'America del Nord dalla carta del mondo, e avrai l'anarchia: il completo decadimento del commercio e della civiltà moderni. Abolisci la schiavitù ed avrai cancellato l'America dalla carta delle nazioni». [...]
Che dire, le élite globaliste hanno scelto di perseguire le folli le teorie proprio di un bel bel personaggio ...
http://www.centrosangiorgio.com/occulti ... l_marx.htmIl demenziale sinistro Mentana anti israeliano
Per questo giornalista l’omicidio del capo della ricerca nucleare iraniana va condannato e aggiunge che lo stesso si farebbe se fosse stato ucciso il responsabile della ricerca nucleare israeliana (“sarebbe stato condannato a parte inversa in modo durissimo”).
Emanuel Segre Amar
29 novembre 2020
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 9651863456E no, signor Mentana, i due stati non possono essere paragonati perché nessun politico israeliano, e nessun responsabile militare israeliano ha mai minacciato di annientare l’Iran, meglio noto un tempo come Persia. Anzi, Netanyahu ha ripetutamente detto che il popolo persiano è sempre stato nostro amico.
“Nessuno può ergersi a gendarme”, ha aggiunto, e allora taci, invece di essere gendarme, giudice e boia al tempo stesso.
Mentana ama andare a mangiare negli ottimi ristoranti del Ghetto di Roma, dove viene accolto da tutti con larghi sorrisi; l’accoglienza di tutti è un dovere per noi ebrei, ma c’è modo e modo, e vi assicuro che, la prossima volta che lo vedo, saprò come rivolgermi a lui, con parole corrette ma molto chiare. Vi invito a fare lo stesso, senza però fare scenate, minacce o quant’altro; non porgetegli l’occasione di diventare nostra vittima; sappiamo benissimo come spiegargli, con parole tranquille, che tipo di giornalista è.
Bruno Sion
Un sinistro: un idolatra. A idolatrare i falsi dei si finisce nel lato oscuro: menzogne, ribellione, dannosità fatta con il sorriso, astrazione dalla realtà, narcisismo patologico, egoismo.
Gente convinta nella pseudoreligione atea messianica del socialismo e del superuomo socialista, convinta di essere il Bene della Storia, ma che in realtà appartiene alla stessa fonte del fascismo e del nazismo.
Il mio amico Lucio Malan mi ha appena inviato questo suo comunicato stampa dal quale apprendo, udite udite, che il governo dei terroristi iraniani deve in ogni modo potenziare la corsa alla bomba atomica.
Ma Khamenei non aveva fatto credere che la bomba atomica fosse in contrasto con la loro religione (di pace)?
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 2945182460 COMUNICATO STAMPA
IRAN, MALAN (FI): TEHERAN CORRE VERSO L’ATOMICA, DI MAIO TACE
Il senatore Lucio Malan, vice presidente vicario dei Senatori di Forza Italia, ha dichiarato:
“Oggi viene resa nota anche dai grandi mezzi di informazione la notizia dell’approvazione da parte del parlamento iraniano di una legge che impone al governo di potenziare in ogni modo la corsa alla bomba atomica e di impedire i sopralluoghi agli ispettori dell’AIEA, l’agenzia internazionale per impedire l’uso militare dell’agenzia atomica. Si tratta di un passo gravissimo, anche considerato il fatto che da anni il regime di Teheran promette di distruggere lo stato d’Israele. Da anni chiedo al Governo, e in particolare al ministro degli esteri Luigi Di Maio, di dire una parola chiara sulle relazioni con l’Iran e sulla posizione che intende tenere sulla questione della bomba atomica, ma – in aperta violazione del regolamento del Senato – ho ottenuto una sola risposta del tutto evasiva, sul rinnovo dell’embargo sulla fornitura di armi. Fin da giugno 2019, nessuna risposta invece sulla violazione dei diritti umani, sulla corsa alla bomba atomica, sulla promessa di distruggere Israele, sul sostegno al terrorismo internazionale. Infine, il 12 novembre ho chiesto come si intende reagire alla legge approvata sulla bomba atomica, ma il muro di gomma continua.”
Roma, 29 novembre 2020
Senatore Lucio Malan
Vice Presidente Vicario
Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente
Palazzo Madama P.za Madama, 1 00186 Roma
Fermare la minaccia iraniana è possibile
29 novembre 2020
https://www.shalom.it/blog/editoriali-b ... e-b1037311 E‘ passata meno di una settimana da quando l’Iran, rompendo un lungo silenzio sulle sue perdite in Siria, ha minacciato Israele di fare sfracelli se i suoi “consiglieri militari” e i mercenari che essi guidano saranno ancora attaccati. Il 22 novembre il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh ha dichiarato in una conferenza stampa che "il regime sionista è ben consapevole che l'era del mordi e fuggi è finita e quindi sono molto cauti" (
https://www.timesofisrael.com/iran-warn ... -in-syria/). Peccato che nel frattempo ci siano state altre due nottate di attacchi israeliani sulla Siria, con molti militari iraniani e di Hezbollah neutralizzati, in rappresaglia al tentativo, fallito per fortuna, di attentati contro i soldati israeliani sul Golan per mezzo di mine piantate da terroristi filoiraniani sul loro percorso di guardia (
http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/292051). Ed è anche successo che uno dei capi del progetto di armamento nucleare iraniano sia stato “misteriosamente” eliminato a Teheran. Non si tratta semplicemente di episodi tattici della difesa di Israele dalla guerra che continuano a organizzare gli ayatollah. E’ probabile che una presidenza Biden porti di nuovo, come ai tempi di Obama, a un consenso americano alle ambizioni imperialiste dell’Iran che lascerebbe i paesi arabi sotto una grave minaccia. Israele sta mostrando loro (e all’Iran e a Biden) che il campo per gli ayatollah non è libero, che è possibile resistere e fermare le aggressioni iraniane. Il senso storico degli “Accordi di Abramo” è questo: i paesi arabi sunniti, riconoscendo Israele e con il suo aiuto, possono difendersi dall’imperialismo persiano (e da quello turco che si sta consolidando). Da nemico giurato, Israele diventa l’alleato più importante dell’autonomia degli arabi, il loro esempio: uno sviluppo storico di cui bisogna essere grati a Trump.
Il vaccino dei nazi maomettani iraniani
Covid. Vaccino prodotto in Iran avrà il nome
30 novembre 2020
https://www.shalom.it/blog/mondo/covid- ... h-b1037841Il capo dell'unità del governo per la lotta al coronavirus, Alireza Zali, ha annunciato che il vaccino contro il coronavirus prodotto in Iran, "che è stato realizzato grazie agli sforzi dell'esperto e ricercatore nucleare Mohsen Fakhrizadeh - assassinato venerdì - e dei suoi colleghi ha raggiunto la fase di test sugli esseri umani". Il vaccino - ha aggiunto - prenderà il nome di "Martire Fakhrizadeh" in memoria dello scienziato. Intanto sono 389 i nuovi decessi legati al coronavirus in Iran, portando il bilancio totale a 47.875. Nelle ultime 24 ore, 12.950 persone sono risultate positive al virus, portando il numero dei contagi a 948.749. Lo ha annunciato la portavoce del ministero della Salute Sima Lari, aggiungendo: "Circa 5.859 degli infetti sono in terapia intensiva e altri 658.292 sono guariti. 6.081.952 test sono stati effettuati finora nel Paese".
UN FAKHRIZADEH DI MENO
Niram Ferretti
30 novembre 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063L'uccisione di Mohsen Fakhrizadeh lamentata oltre che dall'Iran da Enrico Mentana, ha assestato un duro colpo al regime. Non si può sottostimare l'importanza di Fakhrizadeh per la pianificazione del nucleare iraniano. Nel paese era considerato l'equivalente di Oppenheimer. Senza le sue competenze e conoscenze l'Iran avrà notevoli difficoltà a confezionare ordigni nucleari.
Come ha sottolineato Amos Yadlin, a capo dell'Istituto per gli studi sulla Sicurezza, "Non ci sono dubbi che fosse la fonte principale e più autorevole del programma atomico".
L'uccisione di Fakhrizadeh fa parte della serie di omicidi mirati, tutti attribuiti a Israele che, tra il 2010 e il 2012 hanno tolto di mezzo almeno altri quattro scienziati iraniani al servizio del regime.
A individui come Enrico Mentana non sta bene che Israele elimini gli scienziati che lavorano allo sviluppo di un programma nucleare che metterebbe nelle mani di un regime visceralmente antisionista e fanatico le bombe per potere attaccare lo Stato ebraico.
Probabilmente negli anni '40 si sarebbe lamentato se gli alleati avessero ucciso Erich Schumann o Kurt Diebner. Infondo perchè uccidere degli scienziati nazisti che lavoravano al programma della ricerca atomica del Terzo Reich?
Ma a parte i Mentana di questo mondo, utili idioti che in nome del "così non si fa, no, no, no!" si consegnerebbero armi e bagagli ai loro sgozzatori, l'uccisione di Fakhrizadeh è stata una azione tattica esemplare, la quale mostra al mondo che Israele, quando l'occasione è propizia, sa intervenire per togliere di mezzo chi vorrebbe toglierlo di mezzo.
Raid e omicidi mirati, la guerra segreta di Israele
15 novembre 2020
https://www.shalom.it/blog/mondo/raid-e ... e-b1021281 La linea politica di Israele è sempre stata quella di non confermare, né smentire i raid militari e gli omicidi mirati condotti dalle forze armate e dal Mossad per fermare i programmi nucleari dei suoi nemici e non solo. E così sarà - probabilmente - anche per l'uccisione lo scorso agosto a Teheran, per mano di due agenti israeliani, del numero due di Al Qaeda, Abu Muhammad al-Masri. L'omicidio è stato già smentito dall'Iran. Di seguito le principali operazioni segrete attribuite a Israele negli ultimi 40 anni.
OPERAZIONE BABILONIA Il 7 giugno 1981, i cacciabombardieri israeliani percorsero 1.600 chilometri per bombardare il reattore nucleare iracheno a Osirak, a ovest di Baghdad. Morirono dieci soldati iracheni e uno scienziato francese. L'attacco suscitò una diffusa condanna internazionale, anche da parte degli Usa e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Nel 2007 la televisione israeliana ha trasmesso per la prima volta le immagini riprese dall'aviazione israeliana durante il raid. L'allora primo ministro, Menachem Begin, ha dichiarato che Osirak era sul punto di diventare operativo, il che avrebbe permesso all'Iraq di Saddam Hussein di produrre bombe atomiche.
LE UCCISIONI DEI FISICI IRANIANI Nel gennaio 2010, Massoud Ali Mohammadi, un professore di fisica delle particelle all'Universita' di Teheran, e' stato ucciso dall'esplosione di una motocicletta fuori dalla sua casa nella capitale. Il professore aveva anche lavorato per i Guardiani della rivoluzione, i pasdaran. I leader politici e i media ufficiali in Iran hanno subito accusato i servizi segreti israeliani e statunitensi, ritenuti anche responsabili del rapimento dello scienziato nucleare Shahram Amiri, scomparso nel maggio 2009. Nel novembre 2010, due scienziati con ruoli chiave nel programma nucleare iraniano sono stati presi di mira a Teheran da due attacchi dinamitardi di cui l'Iran ha incolpato Israele e Stati Uniti. Uno degli scienziati, Majid Shahriari, è stato ucciso. Un anno dopo, il 12 novembre, un'esplosione in un deposito di munizioni dei pasdaran nella periferia di Teheran ha ucciso almeno 36 persone tra cui il generale Hassan Moghadam, responsabile di programmi di armamento per l'Unita' d'e'lite, in un'operazione che si ritiene sia stata condotta dal Mossad insieme alla Cia.
In Siria, Israele ha cercato di evitare il coinvolgimento diretto nella guerra civile scoppiata nel 2011, ma riconosce di aver compiuto decine di attacchi aerei per fermare l'avanzata del gruppo sciita libanese Hezbollah.
BLITZ DI UN COMMANDO A DUBAI Nel gennaio 2010 un leader di Hamas, Mahmoud al-Mabhouh, viene assassinato in un hotel di Dubai. La sofisticata operazione è stata attribuita da un commando di 18 agenti del Mossad tra cui due donne, in gran parte con falsi passaporti di Paesi occidentali, che riuscirono a far perdere le loro tracce.
ATTACCO INFORMATICO Sempre nel 2010 un potente virus informatico chiamato Stuxnet ha attaccato gli impianti nucleari iraniani nel tentativo di fermare il programma atomico del Paese. Stuxnet ha influenzato il funzionamento dei siti nucleari iraniani, infettando migliaia di computer e bloccando le centrifughe utilizzate per l'arricchimento dell'uranio. Anche in questo caso, Teheran ha accusato Israele e gli Stati Uniti.
OPERAZIONE FRUTTETO All'alba del 6 settembre 2007 un raid delle forze aeree israeliane distrusse un reattore a grafite raffreddato a gas di Kibar, tra Raqqa e Deir Ezzor, che secondo gli 007 israeliani e la Cia era in grado di produrre il plutonio necessario per una bomba atomica. I caccia - quattro F-15 e quattro F-16 - entrarono nella notte nello spazio aereo siriano all'altezza di Tartus e si diressero in profondità nel deserto per colpire il sito con 17 tonnellate di bombe. Poi risalirono fino alla Turchia e con un lungo giro ritornarono alla base. L'ordine fu dato dall'allora premier israeliano, Ehud Olmert, dopo che gli Usa non avevano accettato di partecipare all'attacco. L'operazione è stata ufficialmente confermata dagli israeliani solo undici anni dopo, nel marzo 2018. (AGI)
IRAN, UN'ALTRA MORTE ECCELLENTE NEL GIORNO DEL FUNERALE DELLO SCIENZIATO NUCLEARE
1 dicembre 2020
https://www.facebook.com/antonello.busa ... 3589720038Un comandante dei Guardiani della Rivoluzione dell'Iran (Pasdaran), Muslim Shahdan, è stato ucciso ieri in un attacco di un drone. L'alto ufficiale è stato colpito mentre attraversava il valico frontaliero tra Iraq e Siria nei pressi della cittadina di Qaim.
Lo ha riferito l'emittente al-Arabiya, citando fonti irachene, secondo le quali il drone ha preso di mira l'auto sulla quale viaggiava il comandante iraniano.
Se la notizia venisse confermata si tratterebbe del secondo attentato a una figura di spicco iraniana nell'arco di pochi giorni in un momento di forte tensioni dopo l'assassinio dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh venerdì scorso. Per Teheran il mandante, a cui promette vendetta, è Israele per conto degli Stati Uniti.
Altro che "civile", le pericolose relazioni di Fakhrizadeh con Siria e Hezbollah che l'Ue non vuol vedere
Dorian Gray
2 dicembre 2020
http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... ol-vedere/Al grido di “non si uccide uno scienziato”, l’Unione europea ha condannato con forza l’uccisione di Mohsen Fakhrizadeh, padre del programma nucleare segreto iraniano, avvenuta il 27 novembre scorso. Peccato che, come noto a tutti, Fakhrizadeh non fosse un normale scienziato, ma un uomo dei Pasdaran, che lavorava attivamente per produrre la bomba atomica con cui minacciare l’esistenza di Israele e i vicini rivali arabi, e per aumentare sempre di più la gittata dei missili balistici del regime islamista.
Ora, ad avvalorare il profilo militare e terroristico di Fakhrizadeh, arrivano due siti di informazione arabi, i quali riportano quanto scritto dall’agenzia di stampa iraniana Mehr News – vicina ai Pasdaran – domenica scorsa. Un articolo, guarda caso, poi rimosso dal sito d’informazione iraniano. Secondo Mehr News – citata da al’Masdar News e dal quotidiano libanese Annahr – Mohsen Fakhrizadeh aveva stretti rapporti con la Siria, con Hamas e con Hezbollah. Rapporti pericolosi, molto pericolosi: l’intelligence israeliana infatti aveva prove che la Siria e Hezbollah, grazie a Fakhrizadeh, inviavano informazioni sulla fabbricazione di missili, droni e bombe a grappolo alla Jihad Islamica palestinese e Hamas.
I due media arabi scrivono anche che in un report pubblicato dalla Fondazione Neeman due anni fa, veniva già denunciato che proprio sotto la supervisione di Fakhrizadeh erano state trasferite in Siria, Yemen, Libano e territori palestinesi, delle pericolose conoscenze tecniche relative a nuovi armamenti che avrebbero potuto mettere in pericolo la vita di centinaia di civili innocenti.
Solo l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, degno erede della Mogherini, poteva prendere una posizione così netta di condanna dell’uccisione di Fakhrizadeh, senza nemmeno darsi il tempo di riflettere su chi fosse questo scienziato, sul suo ruolo maligno per la sicurezza internazionale, e senza nemmeno considerare l’ipotesi che possa trattarsi addirittura di una azione interna al regime iraniano, figlia della costante guerra tra le diverse fazioni…
Smentite le voci su Khamenei, ma la lotta alla successione è aperta: ecco chi sono i contendenti
Dorian Gray
8 dicembre 2020
https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... ntendenti/ Dall’Iran giungono voci, per l’ennesima volta, sulla salute precaria della Guida Suprema Ali Khamenei. Nelle scorse ore, avrebbe addirittura trasferito i suoi poteri al figlio Mojataba. Secondo alcuni, Khamenei sarebbe addirittura morto – ma non sarebbe la prima volta che la sua morte viene annunciata e poi smentita – e si attenderebbe il passaggio di potere per l’annuncio ufficiale. Solo voci, riportate anche da media autorevoli, ma tali restano fino a conferma ufficiale.
Questi rumors ci permettono però di dedicare due parole a Khamenei padre e Khamenei figlio. Per quanto riguarda il primo, prima che qualcuno provi a riscriverne la biografia, va ricordato che si tratta di un leader arrivato al potere in modo illegittimo, e di una leadership caratterizzata dalla repressione. Va ricordato infatti che Khamenei, dopo aver ricoperto dal 1981 al 1989 la carica di primo ministro, è stato nominato Rahbar (Guida Suprema iraniana) nel giugno del 1989, pur non avendone i requisiti religiosi. Egli infatti non era ancora un ayatollah e l’Assemblea degli Esperti lo nominò successore di Khomeini solo su forti pressioni di Ali Akbar Rafsanjani, divenuto poi presidente dell’Iran, che disse di aver personalmente sentito Khomeini chiedere che fosse Khamenei a prendere il suo posto. Ovviamente, dietro la sua nomina, non c’era nulla di religioso (anche se per essere nominato Rahbar, Khamenei venne elevato in un baleno al grado di ayatollah). Era un mero scambio di potere tra uomini forti del regime, che mise definitivamente da parte il Grande Ayatollah Hossein Ali Montazeri, i cui requisiti religiosi erano perfetti, ma caduto in disgrazia per essersi permesso di criticare Khomeini.
La leadership di Khamenei si è caratterizzata, come suddetto, per la repressione. Khamenei è stato colui che, con il contributo proprio di Rafsanjani e quello successivo di Ahmadinejad, ha appaltato buona parte dell’economia iraniana ai Guardiani della Rivoluzione, i noti Pasdaran. La mano dei Pasdaran, soprattutto per mezzo della holding Khatam al-Anbiya, è oggi ovunque, a cominciare dal settore delle costruzioni e finendo a quello della farmaceutica. In cambio, i Pasdaran hanno assicurato a Khamenei il potere, pur in mancanza di titoli religiosi. Lo hanno fatto attraverso la repressione violenta di ogni forma di protesta, a cominciare da quella degli studenti dell’Università di Teheran nel 1999, finendo a quelle contro la corruzione e l’aumento del prezzo della benzina nel 2019, passando per la violenta repressione dell’Onda Verde tra il 2009 e il 2011, con i leader di quel movimento, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, ancora oggi agli arresti domiciliari senza alcun processo.
In politica interna, quindi, Khamenei ha promosso – sempre sotto il controllo dei Pasdaran – l’avvio del programma nucleare clandestino e di quello missilistico, che oggi minaccia addirittura il sud dell’Europa. Senza dimenticare il potere concesso all’unità speciale dei Pasdaran nota come Forza Quds, per anni comandata da Qassem Soleimani, il cui compito è quello di esportare la rivoluzione khomeinista nel mondo, ovviamente attraverso il terrorismo e il finanziamento dei peggiori gruppi jihadisti sia sunniti che sciiti. D’altronde, proprio Khamenei è considerato il principale traduttore in farsi di Sayyd Qutb, ideologo per eccellenza della Fratellanza musulmana.
In politica estera, ciò che ha caratterizzato l’era Khamenei è il suo odio contro Israele – condiviso dal suo predecessore Khomeini – che ha portato la Guida Suprema iraniana non solo a definire Israele un cancro, ma anche a stabilire una data entro cui lo Stato ebraico sarebbe sparito. Con tanto di orologio, piazzato a Teheran, che calcola i giorni e le ore che mancano alla cancellazione di Israele. Ovviamente, il tutto condito con un profondo antisemitismo e negazionismo, che ha portato Khamenei a negare l’Olocausto e a promuovere conferenze in cui i peggiori negazionisti presenti al mondo si sono riuniti per esprimere il loro odio verso gli ebrei. Il vero unico successo di Khamenei in politica estera è stato l’accordo nucleare con gli europei prima (nel 2003, con Rouhani negoziatore) e con gli americani poi (nel 2015, con Obama presidente Usa, il famoso Jcpoa). Per gli iraniani un vero e proprio successo considerato che, proprio mentre il regime rischiava di implodere per il peso della crisi economica e delle sanzioni, grazie all’appeasement occidentale, i clerici e i Pasdaran non solo riuscirono a restare al potere, ma anche a espandere il programma nucleare, quello missilistico e le milizie paramilitari al loro servizio.
Chi è Mojataba Khamenei?
Questo, in grandissima sintesi, il non eccellente curriculum di Khamenei. Cosa sappiamo, invece, del figlio Mojataba? Sappiamo prima di tutto che è nato nel 1969 presso Mashad (come suo padre), nell’Azerbaijan iraniano. Secondogenito, ha studiato teologia a Qom, allievo tra gli altri dell’ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, che è stato anche a capo della magistratura iraniana e in quanto tale si è fatto notare per le sue violazioni dei diritti umani. Mojataba condivide con suo padre il fatto di essere un clerico di medio livello, di preferire la politica alla teologia e di avere una passione per la repressione: nel 1999, ad esempio, Mojataba era a capo della milizia Basij quando fu preso d’assalto il dormitorio dell’Università di Teheran per reprimere la protesta dei coraggiosi studenti.
Nel 2005, Mehdi Karroubi – prima Speaker del Parlamento, poi divenuto leader dell’Onda Verde e ancora oggi agli arresti domiciliari, scrisse una lettera a Khamenei denunciando che proprio suo figlio Mojataba si era attivato dietro le quinte per falsare il risultato delle elezioni presidenziali del 2005, per portare al potere Mahmoud Ahmadinejad. Così come, nel 2009, proprio Mojataba ha giocato un ruolo centrale nell’organizzazione dei brogli che hanno portato alla rielezione di Ahmadinejad e alla conseguente repressione del movimento di protesta noto come Onda Verde.
Di Mojataba si sanno poche altre cose, ma assai interessanti. La prima è che è sposato alla figlia di Gholam Ali-Haddad-Adel, ex Speaker del Parlamento iraniano, noto per le sue posizioni ultraconservatrici. La coppia ha almeno tre figli (questo al 2017). La seconda cosa, ancora più importante, è che Mojataba gestisce l’enorme impero finanziario che Khamenei ha all’estero. Una holding nota come Setad, di cui si sa pochissimo, ma che secondo una inchiesta della Reuters gestisce un patrimonio dal valore di 95 mliardi di dollari.
I competitors
Basterà tutto questo a Mojataba Khamenei per farsi nominare nuova Guida Suprema? Sebbene l’Assemblea degli Esperti sia oggi un organo facilmente corruttibile e molto legato a Khamenei, non è detto che il figlio della Guida Suprema possa farcela. Ci sono altri candidati di livello, tra cui l’attuale capo della magistratura iraniana, Ebrahim Raisi, l’ex capo del Consiglio per i Diritti Umani Sadiq Larijani (ultimamente finito non a caso sotto accusa per corruzione, l’attuale presidente Hassan Rouhani (inviso però ai Pasdaran) e Hassan Khomeini, nipote di Rohuollah Khomeini, che gestisce il Mausoleo dedicato al fondatore della Repubblica Islamica.
I competitors quindi non mancano, anche se probabilmente Mojataba proverà ad usare le informazioni personali che ha in mano sui vari avversari per costringere l’Assemblea degli Esperti a nominarlo in un baleno ayatollah ed elevarlo poi al gradino più alto del potere. Oppure, potrebbe provare a portare su quel gradino qualche suo fedelissimo, per continuare a muovere i fili da dietro.
Ieri, sono arrivate da Teheran le prime smentite: Khamenei sta bene e lavora regolarmente. Se così fosse anche questa volta, avremo comunque colto l’occasione per ribadire chi è veramente Khamenei, capire qualcosa in più su suo figlio, principale candidato alla successione, su chi muove i fili del potere politico, militare e finanziario nella Repubblica Islamica.