Beppe Grillo, gli ebrei e il MoVimento 5 StelleFerma Restando
https://www.giornalettismo.com/archives ... stelle/ampL'allarme sui media legati alla comunità ebraica
La Stampa apre oggi con un articolo di Paolo Mastrolilli in cui si racconta della preoccupazione di alcuni media americani legati alla comunità ebraica per l’antisemitismo di cui ci sarebbe traccia nel MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Spiega il quotidiano:
L’attenzione su questo problema era stata attirata dall’intervista con l’ex comico che il corrispondente a Roma del giornale Yedioth Ahronoth, Menachem Gantz, aveva pubblicato a giugno dell’anno scorso. Allora Grillo aveva confermato di temere che Israele potrebbe diventare la causa della Terza Guerra Mondiale, aveva accusato il Mossad di manovrare tutta l’informazione sul Medio Oriente che arriva in Europa, aveva detto che i discorsi di Bin Laden erano stati tradotti male e la sua fine lo insospettiva, e aveva difeso la politica iraniana. Ora che il Movimento 5 Stelle ha vinto le elezioni, alcuni media sono tornati ad esaminare le sue posizioni, per rileggerle in chiave delle responsabilità politiche che potrebbe avere. L’American Thinker, un sito conservatore, ha inquadrato il fenomeno a livello continentale, con un articolo intitolato “Dangerous Times: How Euro-socialism Set off a Fascist Bomb”. Il punto è dimostrare che gli errori del socialismo europeo stanno riaprendo le porte al fascismo, e il risultato di Grillo viene paragonato a quello ottenuto da Mussolini nel 1922.
Il pezzo dice che l’ex comico sta sfruttando la reale corruzione per lanciare un messaggio populista contro il mondo della finanza:
«Ora il Clown ha la sua fonte di soldi e ideologia, che porta diritto a Teheran. Lui odia gli ebrei: il suo sito li cita 2.500 volte, e cita l’Iran 2.500 volte. Il Clown ci dice che l’Islamic Development Bank non esige interessi: questa è pura propaganda islamo- fascista». L’America Thinker accusa Grillo di demagogia e aggiunge: «Gli ebrei governano il mondo attraverso l’usura (questa è una vecchia storia in Europa)». Toni simili si ritrovano anche su Tablet Magazine e sull’Algemeiner, che riprende un articolo di Giulio Meotti in cui si ricordano le uscite di Beppe contro «l’industria dell’Olocausto », la difesa degli attacchi di Mel Gibson agli ebrei, e le frasi pubblicate dai militanti sul blog e su Facebook, tipo «Israele è come la Germania nazista ». Il pezzo riporta le dichiarazioni di Davide Romano della sinagoga di Milano Bet Shlomo, secondo cui «Grillo ha un problema con gli ebrei».
M5s, Di Battista: "A Gaza è un genocidio. Richiamiamo l'ambasciatore da Israele"di Luca Sappino 24 luglio 2014
http://m.espresso.repubblica.it/palazzo ... a-1.174122 “Di politica interna non voglio parlare” dice all’Espresso, prima di rievocare i suoi viaggi e elencare i suoi rapporti internazionali, soprattutto nel sudamerica. Delle bombe che cadono su Gaza, però, parla: “Quello che sta portando avanti Israele è un genocidio
” dice senza mezze misure, riprendendo “le parole di tanti leader internazionali”, tra cui “Ortega e Morales
, con cui abbiamo molti rapporti di lavoro”.
E siccome “fanno bene a parlare di genocidio”, Alessandro Di Battista annuncia che i deputati 5 stelle della commissione esteri presenteranno una risoluzione per il richiamo dell’ambasciatore italiano in Israele, “un atto simbolico dovuto”.
Non teme le accuse, Di Battista: “Chi parla di antisemitismo dovrebbe capire che l’unica cosa a fare il gioco degli antisemiti sono le azioni del governo israeliano”. Di Battista sa che “Israele non è il suo governo”, così come “la Palestina non è Hamas”.
Via l’ambasciatore e parole più nette dal governo, che per ora “in politica estera è stato debolissimo”, “inesistente”, “peggio del governo Berlusconi”. “Renzi tace”, accusa Di Battista, che poi, sull’idea di nominare Mogherini in Europa, aggiunge: “Mi chiedo perché in tanti spingano per mandarla in un posto prestigioso sì, ma poco rilevante”. Forse per liberare un posto qui in Italia? “Diciamo che avrebbe avuto molto più senso, e questo noi abbiamo chiesto, ricoprire posti chiave su altre tematiche, magari economiche e con portafoglio”.
Di Battista, su Gaza il Movimento ha già lanciato le sue sette proposte. Si va dai blocchi commerciali e delle commesse militari con Israele, alla revisione degli accordi internazionali. Oggi lei ne aggiunge un altro.
“Non io, ma il Movimento 5 stelle. Presenteremo in commissione una risoluzione per chiedere che il governo richiami, come atto simbolico ma dovuto, l’ambasciatore da Israele”.
Difficile.
“Dovrebbero farlo, così come si dovrebbe ridiscutere il diritto di veto nel consiglio di sicurezza dell’Onu, e fanno bene a chiederlo i leader degli stati dell’America latina come Rafael Correa, Daniel Ortega e Evo Morales. Gli stessi che parlano giustamente di genocidio, rispetto all’azione di Israele a Gaza”.
Giustamentre secondo lei.
“No, giustamente secondo noi. E secondo la definizione che di genocidio danno le Nazioni Unite. Siamo davanti a un’invasione, a una segregazione che dura da molti anni, con il popolo palestinese chiuso come fosse in una prigione, senza terreni da coltivare, con l’embargo”.
L’accusa di essere contro lo stato d’Israele è dietro l’angolo.
“E’ un’accusa infondata, mi creda. E sciocca. Perché solo uno sciocco può confondere la critica anche dura al governo di Israele, alla sua politica estera con l’odio verso lo stato di Israele o con l’antisemitismo. Vuol dire ignorare il fatto che nella stessa politica israeliana c’è chi si oppone alle attuali strategie del governo. Quello che bisogna semmai dire è che sono le azioni del governo israeliano la benzina gettata sul fuoco degli antisemiti nel mondo. Perché il terrorismo non si distrugge certo con la violenza, anzi. La violenza genera odio e l’odio ingrassa il terrorismo”.
Si parla di difesa, rispetto a un lancio di missili da Gaza.
“Noi vorremo parlare con Hamas per chiedere che anche loro cessino il lancio di missili. Non devono dare il pretesto a Israele. Ma poi il Movimento 5 stelle sta con i più deboli e quindi, in questo caso, con i palestinesi”.
Nel Movimento non la pensano tutti come lei. Il consigliere torinese Vittorio Bertola scrive che le proposte “partorite da Di Battista e dai nostri parlamentari sembrano uscite da un gruppo di studenti del liceo durante una okkupazione”. Così, con due k.
“Ha una sua idea, sono contento, è normale. La posizione del gruppo parlamentare è però condivisa e ci siamo arrivati dopo averne discusso con molti esperti. Non è un’improvvisata studentesca”.
Senta, il ministro Mogherini ha dato disponibilità per riferire in commissione affari esteri, la prossima settimana. Voi volevate un passaggio in aula.
“Mi sembra il minimo. Converrete che è curioso che il medioriente esploda, con conflitti in Egitto, un califfato in Iraq, l’invasione a Gaza e il governo italiano non ne discuta con il parlamento. Anche la presidente Boldrini, che sui temi è molto attiva, l’ha invitata a riferire in aula. Ma il governo Renzi in politica estera è debolissimo. Sembrerà strano, ma anche il pessimo governo Berlusconi faceva meglio”.
E’ inutile che le chieda se l’idea della nomina europea per Mogherini la soddisfi.
“Guardi, penso che Mogherini abbia dimostrato anche troppo polso e autonomia e forse è per questo che la propongono per quell’incarico”.
Dice che vogliono liberare un posto in Italia?
“Mi chiedo solo perché in tanti spingano per mandarla in un posto prestigioso sì, ma poco rilevante”.
Ma voi avreste avuto una proposta alternativa, pronta, per quell’incarico?
“Se ne occupano i colleghi europarlamentari. Io dico solo che come Movimento avremmo preferito che l’Italia facesse una battaglia per un posto in una commissione più importante, con portafoglio, con competenze su tematiche economiche”
Ancora Bertola, il vostro consigliere a Torino, dice che invece, banalmente, “non siete pronti a ricoprire incarichi così importanti”.
“Stiamo crescendo, studiando. Anche a livello di relazioni internazionali, di rapporti. E studiando abbiamo già dimostrato di arrivare a intuire alcune cose. Le faccio l’esempio della mia collega Marta Grande che è stata uccisa dai media per aver denunciato in aula una foto di violenze in Ucraina che però non era una foto reale…”
Una gaffe niente male, converrà?
“D’accordo. Ma poi nessuno ha scritto che lei, nell’ultima audizione con la Mogherini in commissione aveva suggerito una no fly zone sull’Ucraina. Non so se il ministro non si sia fatta carico dell’istanza o se non si sia potuto far nulla per altre ragioni, ma era un intuizione che dimostra una certa capacità”.
Isis, il grillino Di Stefano: "Il terrorismo islamico non esiste"Giuseppe De Lorenzo - Lun, 29/06/2015
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... po-reale/1 Lo ha scritto sui social, sabato mattina, a qualche ora dalle notizie delle stragi islamiste di Lione, Sousse e nel Kuwait.
Manlio Di Stefano, deputato cinque stelle, ha preso posizione contro la stampa "main stream" che chiama terrorismo islamico quello che - secondo lui - non lo è. Il suo post si titola così: "Il terrorismo islamico non esiste".
Insomma, per Di Stefano l'11 settembre, Charlie Hebdo, l'Isis e la strage sulla spiaggia tunisina sono storie inventate, o che non c'entrano con il radicalismo islamico. "Spegnete la TV e la radio, chiudete i siti web della stampa detta “main stream” - suggerisce il deputato su Facebook - e prendetevi qualche minuto per svuotare la testa dalle immagini viste in questi ultimi anni e soprattutto dalle parole sentite. “Terrorismo islamico”, “Attentato di matrice musulmana”, “Guerra religiosa”, “Caccia ai cristiani”…fermiamoci un po’ a riflettere su queste frasi senza preconcetti". Preconcetti, pregiudizi. Ecco, così Di Stefano considera il racconto sulle bandiere nere dell'Isis e sulle violenze del terrorismo islamico.
Poi riporta il racconto di un suo follower, musulmano, che è certo che questi attacchi siano in realtà rivolti contro l'Islam stesso: "Ripeto - dice l'elettore grillino musulmano - non esiste terrorismo di matrice religiosa. Le prime vittime siamo noi, hanno voluto colpirci apposta durante il mese sacro". Il motivo per cui Di Stefano ha riportato queste parole è sempice, ed è in linea con la posizione del M5S sul tema: chiamare questi attentati con il loro nome, infatti, secondo il deputato è "islamofobia". "Con questo non voglio dire - dice il grillino - che non esista una guerra di religioni in corso. Sto dicendo però che dietro il nome di Stato Islamico c’è un’accozzaglia di mercenari che usano la religione per fare proselitismo. Esattamente come i generali degli eserciti occidentali che si battono il petto in chiesa ogni domenica e poi massacrano milioni di civili inermi come in Iraq o Afghanistan".
"Chi uccide - continua Di Stefano - non rispetta nessuna religione, non segue nessun libro sacro che sia esso Corano, Bibbia o Torah. Chi uccide è solo un criminale. Non prestiamo il fianco a chi vuole questa guerra tra poveri, non alimentiamo l’islamofobia vedendo nei musulmani i nostri nemici, anche loro, come noi, si dividono in persone per bene e criminali".
A quanto pare i grillini considerano l'Isis una favola. Niente di strano, considerando che Alessandro Di Battista, poco tempo fa, propose addirittura di "elevare ad interlocutori" i terroristi.