Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » sab dic 16, 2017 7:35 am

Chi caccia gli ebrei dai musei
Vittorio Sgarbi - Ven, 15/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 74302.html

È inutile. Ferrara non ce la fa. Con il presidente Mattarella all'inaugurazione del Museo Ebraico, che io ho voluto quando ero al governo e che poi adottò Franceschini, un non meglio identificato «servizio d'ordine» ha impedito l'accesso ad alcuni ebrei, come il rabbino capo Luciano Meir Caro, che aveva appena celebrato la cerimonia di accensione della menorah, lo storico presidente del museo Riccardo Calimani, Paola Bassani (figlia dell'autore de Il giardino dei Finzi Contini) ,oltre al consigliere Zappaterra e all'assessore alla Cultura Maisto, ritenuti evidentemente corpi estranei! Ora, il cerimoniale di un museo che denuncia la discriminazione degli ebrei non si può permettere di escludere il rabbino della comunità perché il prefetto o il sindaco non ne segnalano il nome a agenti, poliziotti e scorte.

Il servizio d'ordine può filtrare l'accesso degli ospiti, ma non respingerli. Nessun cerimoniale prevede che chi ha titolo a esserci sia allontanato, sollevandolo di peso. Qualcuno si può compiacere, di questi tempi, che le autorità siano umiliate, ma chi governa un processo deve agire con juicio per non esporre il capo dello Stato a sembrare involontariamente maleducato, come se fosse superiore agli altri. Tutti gli uomini sono uguali, e chi rappresenta una comunità deve essere rispettato. Lo insegna proprio un'altra autorità: il presidente del Senato, Pietro Grasso: «Liberi e uguali». Non è stato così a Ferrara.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » mar feb 20, 2018 9:09 am

"Antisionismo" a Roma: "Non fare entrare i tuoi figli ebrei, vi meritate i forni"
Riccardo Ghezzi
19 febbraio 2018
http://www.linformale.eu/antisionismo-r ... tate-forni

Roma: il titolare del negozio di abbigliamento Coin in viale Regina Margherita, Leonardo Rabolini (29 anni), è a processo in quanto accusato di aver detto a Emma Veneziano, proprietaria di un’attività commerciale adiacente: «Non fare entrare i tuoi figli ebrei nel mio negozio». Dovrà rispondere del reato d’ingiuria aggravata dall’odio razziale e persino di lesioni per aver sferrato, sempre secondo l’accusa, un calcio alla gamba della donna.
Era il 31 luglio 2014 ed Emma Veneziano stava semplicemente abbassando la saracinesca del suo negozio, in vista della chiusura. Rabolini l’avrebbe vista e le avrebbe intimato: «Non fare entrare i tuoi figli ebrei nel mio negozio», senza alcun motivo.
All’ovvia richiesta di spiegazioni, il titolare del Coin avrebbe rincarato: «Ebrei, meritate di stare nei forni crematori».
La signora Veneziano, che al processo sarà assistita dall’avvocato Cesare Gai, non ha potuto far altro che girare la chiave del lucchetto ed andarsene, sentendosi ancora dire «Siete la causa della morte di tanti palestinesi uccisi». La donna non ha replicato, ma Rabolini a quel punto le avrebbe sferrato un calcio alla gamba, venendo poi bloccato da due passanti.

Una vicenda di antisemitismo, o meglio un paradigma di quanto il cosiddetto antisionismo sia spesso sovrapponibile all’antisemitismo.
È invece stata smentita categoricamente dall’avvocato difensore Massimo Bevere la ricostruzione del Corriere secondo cui il legale avrebbe asserito che per meglio comprendere l’origine degli insulti si dovrebbe risalire al periodo in cui sono stati pronunciati: estate 2014, in piena “Operazione Margine di Protezione”. Lo studio legale ha replicato così: “Con riferimento all’articolo apparso in data 19.02.2018 nella pagina dedicata alla Cronaca di Roma del Corriere della Sera, dal titolo “Fuori dal mio negozio i tuoi figli ebrei, vi meritate i forni”, con la presente si intende categoricamente smentire il contenuto delle affermazioni falsamente attribuite all’Avvocato Massimo Bevere, difensore di Leonardo Rabolini. L’avv. Bevere non ha rilasciato alcuna dichiarazione sul caso e mai avrebbe potuto riportare frasi di quella portata e di quel tenore, che peraltro esulano dalla vicenda per cui è processo.
La ricostruzione è dunque inverosimile, nonché lesiva del decoro professionale dell’avvocato Bevere che intima all’estensore dell’articolo di provvedere ad immediata rettifica”.
Sempre secondo il Corriere, l’imputato davanti al Tribunale ha sostenuto di non aver mai pronunciato quelle frasi. Tra i testimoni della difesa, anche Maurizio Tagliacozzo, membro della Comunità ebraica di Roma, il quale sostiene di aver fatto un viaggio in Israele insieme all’imputato e che quest’ultimo non avrebbe mai manifestato atteggiamenti di intolleranza nei confronti degli ebrei.
La giustizia farà il suo corso, l’unico auspicio è che qualora le frasi e l’aggressione fossero vere la Corte non ritenga un’attenuante il periodo in cui è avvenuto l’episodio, incolpando di fatto Israele per la diffusione dell’antisemitismo in Italia. La smentita categorica e sentita dell’avvocato difensore in tal senso lascia ben sperare perlomeno sulla strategia difensiva, che non si avvarrà di quell’argomentazione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » dom feb 25, 2018 8:52 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » dom feb 25, 2018 8:53 pm

PERSEVERARE AUTEM DIABOLICUM
Niram Ferretti
Barbara Pontecorvo, Emanuel Segre Amar, Giulio Meotti

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 4575318063

Dopo la pasionaria pro-palestinese Amira Haas, dopo il docente BDS di Johannesburg Salim Valley, ora è il turno di Ilan Pappè. Si tratta sempre dello stesso Dipartimento dell'Università di Torino, Culture, Politiche e Società, dove un manipolo di docenti filopalestinesi organizza con la benedizione del Rettore, convegni in cui Israele viene sistematicamente dipinto come un paese criminale, una distopia mediorientale.

A seguito di Torino Pappè sarà accolto a braccia aperte a Salerno, dove presenzierà a un altro evento chiamato "Palestina, Decolonizzazione e Libertà Accademica".

Il convegno organizzato per il 1 e il 2 di marzo a Torino è intitolato a Edward Said, l'artefice maggiore della vulgata secondo cui lo sguardo dell'antropologia occidentale nei confronti dell'Oriente sarebbe intrinsecamente razzista e imperialista. Ha fatto più danni lui nell'ambito dei cosiddetti studi culturali di quanti ne abbia fatti Herbert Marcuse quando insegnava negli Stati Uniti.

"Orientalismo" il suo libro più famoso, un centone di falsità, deformazioni, grossolanità, scritto in uno pseudo-gergo intellettualistico finto erudito, è diventato negli anni la Torah di tutti coloro per i quali l'Occidente ha prodotto solo tenebra e rovine mentre il cosiddetto Terzo Mondo risplendeva edenicamente di innocenza e felicità prima che venisse violentato dall'uomo bianco.

Illan Pappè, suo degno allievo, è uno degli "storici" più screditati che si trovano oggi in circolazione. I suoi libri, vere e proprie creazioni letterarie, riducono la storia a poltiglia ideologica. Di Said e Pappe ho scritto nel mio "Il Sabba intorno a Israele".

Questo è ciò che Illan Pappè dichiarò di sè a proposito di un suo libro di fiction spacciato per storia, "A History of Modern Palestine":

"Il mio pregiudizio [pro-palestinese] è evidente malgrado il desiderio dei miei colleghi che io aderisca ai fatti e alla 'verità' quando ricostruisco realtà passate. Considero tutte queste ricostruzioni vane e presuntuose. Questo libro è scritto da uno che ammette la propria compassione per i colonizzati e non per il colonizzatore, che simpatizza con l'occupato e non l'occupante, che sta dala parte dei lavoratori e non dei capi. Prova empatia per la donna afflitta e ha poca ammirazione per gli uomini che comandano".

Propagatore della teoria della "pulizia etnica" che sarebbe avvenuta in Palestina da parte degli ebrei ai danni dei palestinesi, egli non solo distorce clamorosamente la realtà come hanno mostrato con il rigore che gli è tipico veri storici della levatura di Benny Morris e Efraim Karsh, ma contribuisce alla grancassa dei denigratori militanti di Israele. È il motivo per cui l'Università di Torino lo ha invitato.


ALLUNIVERSITA' DI TORINO SEMINARIO CONTRO ISRAELE. MONACO HA INVECE DETTO DI NO. COME LA METTIAMO RETTORE AJANI?
Giulio Meotti, Il Foglio

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Cosa sta succedendo all'Università di Torino? Da mesi, questo ateneo prestigioso fa notizia per una serie di iniziative contro Israele. Il primo marzo sarà l'apice di queste campagne volte a demonizzare e delegittimare lo stato ebraico con una due giorni dedicata a Edward Said nell'Aula magna del campus Einaudi. Ospite d'eccezione sarà il professore inglese Ilan Pappe che ha aderito al boicottaggio di Israele, autore di libri come "La pulizia etnica in Palestina" e che ha auspicato di trascinare Gerusalemme di fronte al tribunale dell'Aia. Al suo fianco, Ruba Salih della Scuola di studi africani e orientali di Londra. È la stessa attivista palestinese e antisraeliana che l'Università di Cambridge lo scorso novembre ha rimosso come moderatrice da un dibattito sul medio oriente, chiedendo che fosse "aperto e legittimo", e spiegando che Salih non sarebbe stata in grado di farlo a causa del suo background.
Lo stesso storico antisionista Ilan Pappé avrebbe dovuto parlare a Monaco. Ma una lettera dell'Associazione israelo-tedesca, in cui si sosteneva che la conferenza di Pappé si sarebbe trasformata in "uno spettacolo propagandistico anti-israeliano", ha spinto il comune di Monaco a riconsiderare l'evento e annullare l'iniziativa.
Nei giorni scorsi una lettera aperta indirizzata al rettore di Torino, Gianmaria Ajani, da parte di cento intellettuali, giornalisti e politici denunciava che "all'Università di Torino si dibatte e si mostrano documenti falsi contro lo stato di Israele, diffondendo analisi e informazioni menzognere su sionismo, nazismo e su presunte forme di apartheid da parte degli israeliani. Il tutto nell'indifferenza generale".

Le studentesse e gli studenti che avranno la possibilità di partecipare al seminario contro Israele otterranno il riconoscimento di tre crediti formativi. Il seminario si inserisce in un ciclo di eventi da marzo a maggio "sulle violazioni dei diritti fondamentali in Israele". Finito il processo a Israele, aspettiamo con ansia un convegno nell'Aula magna di Torino sui suicidi degli accademici iraniani in carcere. Il New York Times ieri dedicava loro un articolo, paragonando l'Iran degli ayatollah alle "Memorie dalla casa dei morti" di Fëdor Dostoevskij.
L'ultimo caso pochi giorni fa: Kavous Seyed Errami, accademico e ambientalista, una delle maggiori figure intellettuali in Iran con cittadinanza canadese, si sarebbe tolto la vita nelle galere di Evin. Il regime ha costretto la famiglia, che non crede al suicidio, a seppellirlo in fretta e senza autopsia. Sempre a Evin, la Lubianka iraniana, si sarebbe tolto la vita il blogger Omidreza Mirsayafi. Siamak Pourzand, giornalista e intellettuale, si è invece buttato dalla finestra dopo anni di persecuzioni.
Poi i professori e il rettore di Torino, in nome della nobile tradizione democratica e antifascista che quella città ha sempre preteso di incarnare, potrebbero ospitare un seminario sulla condanna all'ergastolo in Turchia di accademici e scrittori, come i fratelli Altan. In questo modo l'università di Torino potrebbe davvero fornire il suo contributo al tema "democrazia e diritti umani" in medio oriente, anziché trasformare le proprie aule in grotteschi tribunali contro l'unica democrazia della regione e l'unico stato al mondo sotto odioso boicottaggio: Israele.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » lun mar 05, 2018 11:21 pm

Beppe Grillo, gli ebrei e il MoVimento 5 Stelle
Ferma Restando

https://www.giornalettismo.com/archives ... stelle/amp

L'allarme sui media legati alla comunità ebraica

La Stampa apre oggi con un articolo di Paolo Mastrolilli in cui si racconta della preoccupazione di alcuni media americani legati alla comunità ebraica per l’antisemitismo di cui ci sarebbe traccia nel MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Spiega il quotidiano:

L’attenzione su questo problema era stata attirata dall’intervista con l’ex comico che il corrispondente a Roma del giornale Yedioth Ahronoth, Menachem Gantz, aveva pubblicato a giugno dell’anno scorso. Allora Grillo aveva confermato di temere che Israele potrebbe diventare la causa della Terza Guerra Mondiale, aveva accusato il Mossad di manovrare tutta l’informazione sul Medio Oriente che arriva in Europa, aveva detto che i discorsi di Bin Laden erano stati tradotti male e la sua fine lo insospettiva, e aveva difeso la politica iraniana. Ora che il Movimento 5 Stelle ha vinto le elezioni, alcuni media sono tornati ad esaminare le sue posizioni, per rileggerle in chiave delle responsabilità politiche che potrebbe avere. L’American Thinker, un sito conservatore, ha inquadrato il fenomeno a livello continentale, con un articolo intitolato “Dangerous Times: How Euro-socialism Set off a Fascist Bomb”. Il punto è dimostrare che gli errori del socialismo europeo stanno riaprendo le porte al fascismo, e il risultato di Grillo viene paragonato a quello ottenuto da Mussolini nel 1922.

Il pezzo dice che l’ex comico sta sfruttando la reale corruzione per lanciare un messaggio populista contro il mondo della finanza:

«Ora il Clown ha la sua fonte di soldi e ideologia, che porta diritto a Teheran. Lui odia gli ebrei: il suo sito li cita 2.500 volte, e cita l’Iran 2.500 volte. Il Clown ci dice che l’Islamic Development Bank non esige interessi: questa è pura propaganda islamo- fascista». L’America Thinker accusa Grillo di demagogia e aggiunge: «Gli ebrei governano il mondo attraverso l’usura (questa è una vecchia storia in Europa)». Toni simili si ritrovano anche su Tablet Magazine e sull’Algemeiner, che riprende un articolo di Giulio Meotti in cui si ricordano le uscite di Beppe contro «l’industria dell’Olocausto », la difesa degli attacchi di Mel Gibson agli ebrei, e le frasi pubblicate dai militanti sul blog e su Facebook, tipo «Israele è come la Germania nazista ». Il pezzo riporta le dichiarazioni di Davide Romano della sinagoga di Milano Bet Shlomo, secondo cui «Grillo ha un problema con gli ebrei».




M5s, Di Battista: "A Gaza è un genocidio. Richiamiamo l'ambasciatore da Israele"
di Luca Sappino 24 luglio 2014

http://m.espresso.repubblica.it/palazzo ... a-1.174122

“Di politica interna non voglio parlare” dice all’Espresso, prima di rievocare i suoi viaggi e elencare i suoi rapporti internazionali, soprattutto nel sudamerica. Delle bombe che cadono su Gaza, però, parla: “Quello che sta portando avanti Israele è un genocidio

” dice senza mezze misure, riprendendo “le parole di tanti leader internazionali”, tra cui “Ortega e Morales

, con cui abbiamo molti rapporti di lavoro”.

E siccome “fanno bene a parlare di genocidio”, Alessandro Di Battista annuncia che i deputati 5 stelle della commissione esteri presenteranno una risoluzione per il richiamo dell’ambasciatore italiano in Israele, “un atto simbolico dovuto”.

Non teme le accuse, Di Battista: “Chi parla di antisemitismo dovrebbe capire che l’unica cosa a fare il gioco degli antisemiti sono le azioni del governo israeliano”. Di Battista sa che “Israele non è il suo governo”, così come “la Palestina non è Hamas”.

Via l’ambasciatore e parole più nette dal governo, che per ora “in politica estera è stato debolissimo”, “inesistente”, “peggio del governo Berlusconi”. “Renzi tace”, accusa Di Battista, che poi, sull’idea di nominare Mogherini in Europa, aggiunge: “Mi chiedo perché in tanti spingano per mandarla in un posto prestigioso sì, ma poco rilevante”. Forse per liberare un posto qui in Italia? “Diciamo che avrebbe avuto molto più senso, e questo noi abbiamo chiesto, ricoprire posti chiave su altre tematiche, magari economiche e con portafoglio”.

Di Battista, su Gaza il Movimento ha già lanciato le sue sette proposte. Si va dai blocchi commerciali e delle commesse militari con Israele, alla revisione degli accordi internazionali. Oggi lei ne aggiunge un altro.

“Non io, ma il Movimento 5 stelle. Presenteremo in commissione una risoluzione per chiedere che il governo richiami, come atto simbolico ma dovuto, l’ambasciatore da Israele”.

Difficile.

“Dovrebbero farlo, così come si dovrebbe ridiscutere il diritto di veto nel consiglio di sicurezza dell’Onu, e fanno bene a chiederlo i leader degli stati dell’America latina come Rafael Correa, Daniel Ortega e Evo Morales. Gli stessi che parlano giustamente di genocidio, rispetto all’azione di Israele a Gaza”.

Giustamentre secondo lei.

“No, giustamente secondo noi. E secondo la definizione che di genocidio danno le Nazioni Unite. Siamo davanti a un’invasione, a una segregazione che dura da molti anni, con il popolo palestinese chiuso come fosse in una prigione, senza terreni da coltivare, con l’embargo”.

L’accusa di essere contro lo stato d’Israele è dietro l’angolo.

“E’ un’accusa infondata, mi creda. E sciocca. Perché solo uno sciocco può confondere la critica anche dura al governo di Israele, alla sua politica estera con l’odio verso lo stato di Israele o con l’antisemitismo. Vuol dire ignorare il fatto che nella stessa politica israeliana c’è chi si oppone alle attuali strategie del governo. Quello che bisogna semmai dire è che sono le azioni del governo israeliano la benzina gettata sul fuoco degli antisemiti nel mondo. Perché il terrorismo non si distrugge certo con la violenza, anzi. La violenza genera odio e l’odio ingrassa il terrorismo”.

Si parla di difesa, rispetto a un lancio di missili da Gaza.

“Noi vorremo parlare con Hamas per chiedere che anche loro cessino il lancio di missili. Non devono dare il pretesto a Israele. Ma poi il Movimento 5 stelle sta con i più deboli e quindi, in questo caso, con i palestinesi”.

Nel Movimento non la pensano tutti come lei. Il consigliere torinese Vittorio Bertola scrive che le proposte “partorite da Di Battista e dai nostri parlamentari sembrano uscite da un gruppo di studenti del liceo durante una okkupazione”. Così, con due k.

“Ha una sua idea, sono contento, è normale. La posizione del gruppo parlamentare è però condivisa e ci siamo arrivati dopo averne discusso con molti esperti. Non è un’improvvisata studentesca”.

Senta, il ministro Mogherini ha dato disponibilità per riferire in commissione affari esteri, la prossima settimana. Voi volevate un passaggio in aula.

“Mi sembra il minimo. Converrete che è curioso che il medioriente esploda, con conflitti in Egitto, un califfato in Iraq, l’invasione a Gaza e il governo italiano non ne discuta con il parlamento. Anche la presidente Boldrini, che sui temi è molto attiva, l’ha invitata a riferire in aula. Ma il governo Renzi in politica estera è debolissimo. Sembrerà strano, ma anche il pessimo governo Berlusconi faceva meglio”.

E’ inutile che le chieda se l’idea della nomina europea per Mogherini la soddisfi.

“Guardi, penso che Mogherini abbia dimostrato anche troppo polso e autonomia e forse è per questo che la propongono per quell’incarico”.

Dice che vogliono liberare un posto in Italia?

“Mi chiedo solo perché in tanti spingano per mandarla in un posto prestigioso sì, ma poco rilevante”.

Ma voi avreste avuto una proposta alternativa, pronta, per quell’incarico?

“Se ne occupano i colleghi europarlamentari. Io dico solo che come Movimento avremmo preferito che l’Italia facesse una battaglia per un posto in una commissione più importante, con portafoglio, con competenze su tematiche economiche”

Ancora Bertola, il vostro consigliere a Torino, dice che invece, banalmente, “non siete pronti a ricoprire incarichi così importanti”.

“Stiamo crescendo, studiando. Anche a livello di relazioni internazionali, di rapporti. E studiando abbiamo già dimostrato di arrivare a intuire alcune cose. Le faccio l’esempio della mia collega Marta Grande che è stata uccisa dai media per aver denunciato in aula una foto di violenze in Ucraina che però non era una foto reale…”

Una gaffe niente male, converrà?

“D’accordo. Ma poi nessuno ha scritto che lei, nell’ultima audizione con la Mogherini in commissione aveva suggerito una no fly zone sull’Ucraina. Non so se il ministro non si sia fatta carico dell’istanza o se non si sia potuto far nulla per altre ragioni, ma era un intuizione che dimostra una certa capacità”.



Isis, il grillino Di Stefano: "Il terrorismo islamico non esiste"
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 29/06/2015

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... po-reale/1

Lo ha scritto sui social, sabato mattina, a qualche ora dalle notizie delle stragi islamiste di Lione, Sousse e nel Kuwait.

Manlio Di Stefano, deputato cinque stelle, ha preso posizione contro la stampa "main stream" che chiama terrorismo islamico quello che - secondo lui - non lo è. Il suo post si titola così: "Il terrorismo islamico non esiste".

Insomma, per Di Stefano l'11 settembre, Charlie Hebdo, l'Isis e la strage sulla spiaggia tunisina sono storie inventate, o che non c'entrano con il radicalismo islamico. "Spegnete la TV e la radio, chiudete i siti web della stampa detta “main stream” - suggerisce il deputato su Facebook - e prendetevi qualche minuto per svuotare la testa dalle immagini viste in questi ultimi anni e soprattutto dalle parole sentite. “Terrorismo islamico”, “Attentato di matrice musulmana”, “Guerra religiosa”, “Caccia ai cristiani”…fermiamoci un po’ a riflettere su queste frasi senza preconcetti". Preconcetti, pregiudizi. Ecco, così Di Stefano considera il racconto sulle bandiere nere dell'Isis e sulle violenze del terrorismo islamico.

Poi riporta il racconto di un suo follower, musulmano, che è certo che questi attacchi siano in realtà rivolti contro l'Islam stesso: "Ripeto - dice l'elettore grillino musulmano - non esiste terrorismo di matrice religiosa. Le prime vittime siamo noi, hanno voluto colpirci apposta durante il mese sacro". Il motivo per cui Di Stefano ha riportato queste parole è sempice, ed è in linea con la posizione del M5S sul tema: chiamare questi attentati con il loro nome, infatti, secondo il deputato è "islamofobia". "Con questo non voglio dire - dice il grillino - che non esista una guerra di religioni in corso. Sto dicendo però che dietro il nome di Stato Islamico c’è un’accozzaglia di mercenari che usano la religione per fare proselitismo. Esattamente come i generali degli eserciti occidentali che si battono il petto in chiesa ogni domenica e poi massacrano milioni di civili inermi come in Iraq o Afghanistan".

"Chi uccide - continua Di Stefano - non rispetta nessuna religione, non segue nessun libro sacro che sia esso Corano, Bibbia o Torah. Chi uccide è solo un criminale. Non prestiamo il fianco a chi vuole questa guerra tra poveri, non alimentiamo l’islamofobia vedendo nei musulmani i nostri nemici, anche loro, come noi, si dividono in persone per bene e criminali".

A quanto pare i grillini considerano l'Isis una favola. Niente di strano, considerando che Alessandro Di Battista, poco tempo fa, propose addirittura di "elevare ad interlocutori" i terroristi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » dom mar 18, 2018 3:37 pm

Una continua dimostrazione di ostilità contro Israele
Emanuel Segre Amar
18/03/2018

http://www.progettodreyfus.com/universi ... na-israele

Il cammino della Università di Torino sembra procedere spedito nella direzione indicata da tempo da professori virulentemente antisionisti oggi in pensione, come Angelo d’Orsi, che sembrano aver “ben seminato”. Da oltre un anno, personalmente colpito nel vedere che alcuni dipartimenti di questa Università organizzavano seminari ferocemente anti israeliani, nei quali tuttavia il Magnifico Rettore riscontrava il crisma della “scientificità”, ho cercato di aprire una finestra che guardasse ad Israele in modo corretto. In fondo, mi chiedevo, se ai convegni organizzati da dipartimenti universitari come quello denominato “Culture, Politiche, Società”, si aggiungevano i tanti organizzati da Progetto Palestina, da collettivi vari o da rappresentanti del BDS, perché il Gruppo Sionistico Piemontese non poteva far arrivare nelle aule universitarie dei giovani israeliani che raccontassero le loro esperienze dirette?

Partendo dunque da questa prospettiva, iniziai una trattativa col vicerettore Prof. Scamuzzi, responsabile per l’organizzazione di queste iniziative, al fine di individuare una conferenza che fosse di gradimento del rettorato. Gli illustrai le vicende di un giovane arabo israeliano, Yahya Mahammed, che da feroce nemico degli ebrei, dopo averne conosciuti personalmente, è stato capace di riflettere con la sua testa ed è diventato sionista.

Sembrava che avessi fatto bingo, con questa proposta, ma ho dovuto ricredermi in fretta.

Avrei voluto parlarne anche con la direzione del dipartimento “Culture, Politiche, Società”, ma mi venne risposto che “il clima non è buono”, a dimostrazione che un confronto diretto con un sionista non era accettato da coloro che organizzavano convegni il cui scopo è quello di criminalizzare Israele. E tuttavia, essendomi stato assicurato, il 6 marzo 2017, che “c’era disponibilità riguardo alla mia proposta”, ho iniziato il percorso che avrebbe dovuto portare una voce amica di Israele nelle aule universitarie torinesi.

Risolti tutti i problemi organizzativi, ottenuto il placet del giovane arabo israeliano, restava solo da individuare una data che andasse bene all’Università, e che fosse antecedente alla metà di febbraio 2018, perché poi Yahya Mahammed non avrebbe più potuto uscire da Israele a causa del servizio militare. Il giorno di Natale 2017 mi veniva assicurato che ci saremmo sentiti “a inizio gennaio”, ma il 18 gennaio sembrava che tutto il lavoro fatto fosse stato dimenticato, visto che mi si chiedeva nuovamente “quali date sono praticabili per la sua venuta?” Insomma, non è stato possibile ascoltare a Torino il giovane arabo sionista.

Tuttavia, venuta meno questa opportunità, se ne presentava subito una seconda del tutto simile: un giovane beduino, un druso ed una cristiano maronita sarebbero venuti in Italia per un tour che li avrebbe portati anche a Milano, Bologna e Roma. Voleva l’Università di Torino perdere una simile occasione? Certo che no. E, questa volta, il vicerettore non aveva nemmeno l’incombenza di scegliere lui la data dal momento che il programma del tour ci imponeva il 19 marzo. E non vi erano nemmeno da affrontare spese di sorta, perché era tutto spesato a monte (i soldi, in realtà, non mancano al dipartimento del vicerettore quando deve invitare i sudafricani esperti di “apartheid in Israele” o giornalisti ebrei israeliani di Haaretz notoriamente filopalestinesi o i tanti altri “esperti” giunti da mezzo mondo), quindi ero fiducioso che gli studenti universitari torinesi avrebbero finalmente ascoltato testimonianze dirette su un tema di grande interesse: “Israele vista dalle minoranze”.

Purtroppo, ancora una volta il vicerettore (chissà se d’accordo col Magnifico Rettore?) ha trovato il modo di bloccare tutto. L’aula veniva messa a disposizione per due ore, dalle 10 alle 12, nel giorno concordato, 19 marzo, ma avrebbero parlato inizialmente sei docenti su: “Profili generali della condizione delle minoranze religiose”, per poi lasciare il posto agli interventi dei tre giovani israeliani su: “Voci di minoranze in Israele”; a seguire doveva, nelle due ore, restare il tempo per le domande degli uditori. Non è stato possibile, nelle trattative che sono seguite, nemmeno cambiare l’ordine degli interventi. Unica alternativa offerta, che i tre israeliani rispondessero ai quesiti dei docenti, quasi dovessero sostenere un esame (si era o no in un’aula universitaria?).

Alla fine il Gruppo Sionistico Piemontese ha trovato una sede alternativa, il Circolo della Stampa di Torino, nella quale i tre giovani potranno parlare ai torinesi, ma dal cilindro del vice rettore Prof. Scamuzzi è ancora uscita una sorpresa: nello stesso giorno, 19 marzo, nella stessa aula universitaria che avrebbe dovuto accogliere i tre israeliani, (la C2, per coloro che fossero interessati ad andare ad ascoltare), si terrà un convegno parallelo a quello organizzato dal Gruppo Sionistico Piemontese, avente un titolo molto simile a quello della loro conferenza: “Studi e testimonianze sulla multiculturalità. Le minoranze in Israele”. Gli oratori saranno gli stessi docenti che avrebbero dovuto interrogare i tre giovani, salvo una docente “ebrea” che inspiegabilmente non appare più nel programma, seguiti da altri due oratori invitati in fretta e furia dal Dipartimento Culture, Politiche, Società.

Credo di poter affermare che nessuno dei sette oratori, che saranno coordinati dal vicerettore, sia un esperto sulle “minoranze in Israele”; al più conoscono, ma non certo per esperienza diretta, quella araba, che loro si ostinano a chiamare “palestinese”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » mar ago 21, 2018 6:00 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » mar ago 21, 2018 6:01 pm

In Svezia antisemitismo sempre più diffuso

La Svezia sta superando la Francia in fatto di antisemitismo. Fra associazioni teoricamente anti-razzista, ma di fatto antisemite, iniziative dei comuni e del governo e atti di puro vandalismo, la vita degli ebrei di Svezia è resa sempre più difficile dall’onda crescente di islamizzazione.

di Lorenza Formicola

http://www.focusonisrael.org/2018/08/15 ... iu-diffuso

La Svezia è in procinto, se non lo ha già fatto, di superare la Francia in fatto di antisemitismo. Quando a dicembre 2017 il presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele, a Malmö è scoppiata la guerriglia. Una cappella del cimitero ebraico è stata attaccata con bombe molotov, a Göteborg lo stesso trattamento è stato riservato alla sinagoga della città. Sempre a Malmö, da un po’, i luoghi ebraici sono circondati dai medesimi pali e blocchi di cemento, ormai stilema delle capitali europee per l’antiterrorismo. Ad oggi, si può dire tranquillamente che gli ebrei di Malmö sono sotto assedio ed è loro consigliato di non indossare simboli troppo visibili in pubblico: il rischio di essere aggrediti è troppo alto. Ma i media si occupano solo degli episodi più eclatanti. Molte organizzazioni che diffondono esplicito antisemitismo non ricevono alcuna attenzione né dai media svedesi né dai cosiddetti movimenti “antirazzisti”.

Un caso su tutti potrebbe essere il gruppo Youth Against Settlements (YAS), che ha la sua base a Hebron (Cisgiordania) e va in visita nelle scuole superiori svedesi in un’enorme campagna contro gli ebrei. Zleikha Al Muhtaseb e Anas Amro, i due uomini cooptati per la tournée in Svezia, su Facebook non lasciano dubbi su chi siano e quali siano le loro intenzioni. Celebrando, infatti, martirio e intifada, rientrano perfettamente nello spirito della YAS che ha sostenuto, recentemente, le rivolte organizzate da Hamas – l’organizzazione terroristica antisemita – al confine tra Israele e Gaza. Quelli della YAS sono stati invitati direttamente dal ministro degli Esteri svedese, Margot Wallström, a tenere lezioni per le istituzioni pubbliche del Paese, al punto da diventare un’organizzazione legittimata proprio dal governo svedese. In un corollario, dunque, che vuole che l’antisemitismo sia abbracciato direttamente dallo Stato. Ma la YAS è in buona compagnia.

Un’altra organizzazione dalle chiare tendenze antisemite, supportata da istituzioni pubbliche in Svezia, è il Gruppo 194. Nome che riporta alla Risoluzione 194 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, adottata l’11 dicembre 1948, durante la guerra arabo-israeliana del 1948-1949. La risoluzione è usata dai palestinesi per provare a dimostrare il riconoscimento internazionale di un “diritto al ritorno” a quel che oggi è il cuore di Israele, e per cancellare Israele, come mostrano apertamente le cartine palestinesi. Il gruppo 194, è un’organizzazione politica pro-palestinese, dagli stretti legami con il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (DFLP), un gruppo terroristico. Ed è suonato un po’ strano, allora, quando il Consiglio dei lavoratori e dei servizi sociali della Municipalità di Malmö, in data 27 ottobre 2017, ha concesso 132.000 corone (circa $ 15.000) al Gruppo 194 e ad altre due organizzazioni, in modo da poter pattugliare il sobborgo di Rosengård durante la notte, presumibilmente per rendere l’area sicura. Oggi, è un fatto che le organizzazioni pro-palestinesi sono finanziate dal comune di Malmö. Il gruppo 194 sostiene l’estremismo violento e sulla loro pagina Facebook – poi abbandonata prima di essere chiusa direttamente dal social network – si possono vedere le foto di minori che impugnano i Kalashnikov. Ma sono diverse le immagini antisemite, come il fumetto raffigurante un ebreo che beve sangue e mangia un bambino con la kefiah al collo. Il gruppo 194 è stato anche premiato dal comune di Malmö in occasione di un galà organizzato, e ha ricevuto contributi da vari altri comuni svedesi per diversi anni.

Ma perché il comune di Malmö supporta un’organizzazione di questo tipo con il denaro dei contribuenti?
Diversi fattori ed episodi hanno finito con il rafforzarsi a vicenda e creare un vuoto in cui l’eco dell’antisemitismo arabo e musulmano s’è fatta talmente assordante da coprire il contraddittorio ed essere ormai accettata dalle autorità svedesi. A contribuire a questo clima è stata sicuramente l’immigrazione su larga scala da paesi in cui l’antisemitismo è la regola; il forte impegno a favore della Palestina tra i politici svedesi che ha portato nel Paese ad un dibattito surreale; la logica politica capace di rinunciare a tutto a patto di guadagnare i voti degli immigrati; il multiculturalismo svedese che non è più capace di operare una distinzione tra cultura e razzismo; e il terrore di apparire critici dell’immigrazione. Un processo che è andato talmente avanti da essere stato capace di interiorizzare l’antisemitismo, al punto che le organizzazioni che demonizzano Israele e diffondono l’antisemitismo sono considerate del tutto normali. Oldoz Javidi, candidata parlamentare per il partito femminista, Feminist Initiative, ad esempio, ha affermato che tutti gli ebrei israeliani dovrebbero trasferirsi negli Stati Uniti in modo che “i palestinesi possano vivere in pace e ricostruire il paese che un tempo era loro”.
Prepotente allo stesso modo è l’antisemitismo delle moschee svedesi. Nell’aprile 2017, una moschea nella città svedese di Borås ha invitato a parlare un condannato in Germania per aver chiesto l’omicidio di ebrei. E nel luglio 2017, un imam in una moschea nella città svedese di Helsingborg ha, invece, dichiarato che gli ebrei erano i discendenti delle scimmie e dei maiali. Due esempi su tutti. E quando, poi, il governo, dopo diversi scandali legati all’estremismo nelle comunità religiose musulmane, ha voluto indagare sui criteri per il sostegno finanziario dello stato, Ulf Bjereld – professore dell’università di Göteborg con alle spalle una lunga storia di difesa del mondo islamico in diversi contesti – è stato nominato a capo dell’indagine. Ma Bjereld è anche presidente dei socialdemocratici della fede e della solidarietà in Svezia, un’organizzazione che è stata criticata più volte per aver giustificato e legittimato l’antisemitismo del Partito socialdemocratico, il partito di governo svedese.
Nel dicembre 2017, Nima Gholam Ali Pour ha presentato una mozione al consiglio comunale di Malmö per mappare e analizzare l’antisemitismo nella città. Una misura bocciata, ma che avrebbe dato ai politici un quadro chiaro del perché l’antisemitismo è aumentato da quelle parti, e indotto a pensare come adottare misure correttive. Ma si tratta di un proposta che probabilmente non verrà mai presa in considerazione perché una simile indagine sull’antisemitismo a Malmö costringerebbe le autorità a rendersi conto che l’antisemitismo arabo e musulmano è un problema enorme. (Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13 Agosto 2018)
da FOCUSONISRAEL.ORG
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » mar ago 21, 2018 6:07 pm

LA BARONESSA ANTISEMITA CHE GIUSTIFICA LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI
Grazie a Giulio Meotti

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 0763739610

Questa è una baronessa della Camera dei Lord, si chiama Jenny Tonge e viene dai Liberali. La signora, che andrebbe chiamata “Jihad Tonge” anziché Jenny, ha appena scritto quanto segue:

“Vorremmo tutti un rifugio sicuro dove scappare quando il gioco si fa duro, ma restiamo e chiediamo perché si sta facendo duro. Perché il popolo ebraico è stato perseguitato più e più volte nel corso della storia. Perché? Non ho mai una risposta. Se ne discutessimo saremmo accusati di antisemitismo”.

Già, chissà perché uno dovrebbe essere accusato di antisemitismo a domandarsi se, sotto sotto, non ci sia una ragione se gli ebrei sono finiti a milioni nelle camere a gas e nei forni crematori, o se Israele abbia diritto di esistere. Mi domando invece io: quand'è che l'Inghilterra, il paese faro della democrazia, del common sense, della cultura anglosassone, della decenza politica e di Churchill, è diventato questo manicomio di ex sessantottini che flirtano con i terroristi e analfabeti con la barba?


Corbyn l’antisemita
Se il leader del Labour dialoga con i terroristi palestinesi responsabili della morte di cento israeliani
Sul Foglio di oggi Giulio Meotti mette la parola fine su Corbyn: è davvero un antisemita indegno di occupare posti di responsabilità, o l’Inghilterra è anch’essa un territorio perduto della civiltà. Grazie caro Giulio

di Giulio Meotti
21 Agosto 2018

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... __tn__=K-R

Roma. Molti ebrei inglesi, ha rivelato la Cnn la scorsa settimana, stanno pensando di andarsene, specie in caso si realizzasse il worst-case scenario: una eventuale vittoria di Jeremy Corbyn, il leader del Labour. Finora si era temuto che Corbyn fosse soltanto un vecchio arnese marxista incapace di scandire il diritto di Israele a esistere, reticente di fronte alla slavina giudeofoba presente nella sua nuova costituency di origine immigrata, infine un maestro di distinguo fra l’antisemitismo e l’antisionismo. Nell’ultima settimana, grazie a una serie di sensazionali inchieste giornalistiche, sembra che Corbyn abbia gettato la maschera. “Corbyn è un antisemita e deve scomparire dalla scena politica”, ha detto Shaul Ladany, il sopravvissuto alla Shoah che scampò al massacro alle Olimpiadi di Monaco ’72, quando undici atleti israeliani furono torturati e massacrati dai fedayn palestinesi. Era appena emerso che a Tunisi nel 2012 Corbyn aveva preso parte a una cerimonia sulla tomba di uno dei terroristi palestinesi di Monaco, Atef Bseiso. In quell’occasione (esclusiva del Times) Corbyn è stato anche fotografato con Maher al Taher, leader in esilio del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Un mese dopo l’incontro con Corbyn, Taher rivendicò la strage alla sinagoga di Har Nof a Gerusalemme, in cui quattro rabbini furono trucidati durante le preghiere del mattino. Tra le vittime c’era anche Avraham Shmuel Goldberg, un rabbino inglese, un concittadino del leader laburista.

Ieri il Daily Telegraph ha messo un altro carico da novanta sul leader laburista inglese. Jeremy Corbyn ha partecipato a una conferenza con alcuni leader militari di Hamas condannati per aver orchestrato una serie di spaventosi attacchi terroristici durante la Seconda Intifada. Si tratta di una conferenza alla quale ha partecipato un certo numero di alti funzionari di Hamas, tra cui Khaled Meshaal, l’ex leader numero uno di Hamas, che è in una lista nera di terroristi del Regno Unito, e Husam Badran e Abdul Aziz Umar, condannati all’ergastolo in Israele per aver contribuito alla preparazione di numerosi attentati poi scambiati con il caporale Gilad Shalit.

“La nakba (giorno della catastrofe, come gli arabi chiamano la nascita di Israele, ndr) che ci ha reso rifugiati è avvenuta tramite la forza e il ritorno sarà realizzabile soltanto attraverso la resistenza militare e armata e nient’altro”, dice Badran alla conferenza in Qatar cui prese parte anche Corbyn. Tre giorni dopo la conferenza, Jeremy Corbyn ne scrive sulla sua rubrica che tiene per il Morning Star, dove spiega di aver ascoltato i discorsi tenuti dai palestinesi rilasciati “in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit”, aggiungendo che “il loro contributo era affascinante ed elettrizzante”.

Quando Corbyn rifiutò di andare a Yad Vashem
Badran è responsabile per gli attentati alla discoteca Dolphinarium di Tel Aviv, a due ristoranti a Gerusalemme e Haifa, a una stazione ferroviaria, a due autobus e al Park Hotel a Netanya (il peggior attentato terroristico nella storia israeliana). Attacchi che in totale hanno provocato la morte di oltre cento civili israeliani. Se il leader del potenziale primo partito del Regno Unito non trova nulla di strano nell’omaggiare la tomba degli assassini di Monaco, nel farsi fotografare con chi ha ordinato la strage dei rabbini in una sinagoga di Gerusalemme e nel tenere conferenze con chi ha diretto micidiali attentati suicidi durante l’Intifada e assemblato cinture esplosive, significa che qualcosa non va soltanto in Corbyn, ma nell’Inghilterra che lo ha incoronato a capo del Labour.

Nel settembre del 2016, Jeremy Corbyn rigettò una richiesta del Labour israeliano di Yitzhak Herzog di andare a Gerusalemme a deporre una corona di fiori al memoriale della Shoah, lo Yad Vashem. Corbyn li aveva usati tutti sulle tombe dei terroristi di Monaco.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael

Messaggioda Berto » sab set 08, 2018 6:53 am

"Uno spettacolo per ricordare Edward Said"
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - Roma di oggi, 07/09/2018, a pag.12 la breve

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=71954

Secondo la redazione romana del Corriere, la famiglia di Edward Said sarebbe stata "espropriata da Israele". Si tratta di una menzogna, perché la ricchissima famiglia Said lasciò spontaneamente Gerusalemme per spostarsi in Egitto e poi negli Stati Uniti, dove per Said si aprirono le porte del mondo accademico. Dagli Stati Uniti, Said non ha smesso per decenni di diffondere odio contro Israele - un paese governato da ebrei, cosa per lui insopportabile- e di divulgare la propria ideologia terzomondista sotto il nome di "orientalismo".

Ecco la breve:

Jussur, in arabo ponti, è il nome del gruppo artistico che renderà omaggio allo scrittore palestinese Edward Said (Gerusalemme 1935 — New York 2003), stasera alle 21 alla Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni 1). Orientalismi sonori è il titolo dello spettacolo fatto di suoni, immagini, letture, danze con Jussur Project e le foto di Fatima Abbadi, ispirate al testo di Said Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente. Le musiche di Helmi M'hadhbi verranno eseguite da strumenti musicali di oriente e occidente che accompagneranno le movenze di Dalal Suleiman e la sua lettura dei testi di e su Said. La famiglia di Said, nel 1948, venne espropriata da Israele delle sue proprietà. Il giovane Edward studiò in Egitto, Palestina, Stati Uniti. Nel 1999, con il direttore d'orchestra israeliano Daniel Baremboim fondò l'Orchestra West-Eastern Divan.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Ebraismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron