Israele e Medio Oriente - Il Corano può risolvere l’impasse politica di Israele?Daniel Pipes
28 Aprile 2021
http://www.linformale.eu/il-corano-puo- ... i-israele/ Ecco una nuova idea per risolvere l’impasse politica sempre più difficile in cui si trova Israele.
Il nocciolo del problema risiede nel fatto che uno dei potenziali partner della coalizione di Benjamin Netanyahu, il Partito Sionista Religioso, guidato da Bezalel Smotrich, rifiuta di sostenerlo se Netanyahu si affidasse in qualche modo al Partito islamista Ra’am per arrivare a una maggioranza di 61 deputati alla Knesset, il Parlamento israeliano. Pertanto, senza il Partito Sionista Religioso e Ra’am nella sua coalizione, Netanyahu non può ottenere i 61 seggi. Da qui l’impasse.
Finora, il rifiuto di Smotrich del Ra’am è stato assoluto e incondizionato, basato sul fatto che Ra’am rifiuta l’esistenza stessa dello Stato ebraico di Israele. Citando la sua Carta del 2018, il partito definisce il sionismo un “progetto di occupazione razzista ”, rifiuta la fedeltà allo Stato ebraico e invoca il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi. Abbastanza ragionevolmente, Smotrich teme che legittimare Ra’am in qualsiasi modo porterà a una serie di conseguenze disastrose per Israele. Ed è risoluto su questo punto.
Bene. Ma non sarebbe più produttivo se Smotrich e il Partito Sionista Religioso stabilissero le condizioni in base alle quali accettano il sostegno di Ra’am. Cosa dovrebbe modificare Ra’am nella sua Carta? In che modo, il leader di Ra’am, Mansour Abbas, dovrebbe parlare in arabo di Israele ai suoi elettori? Presumendo implicitamente che un tale cambiamento sia fuori questione, il Partito Sionista Religioso finora non ha nemmeno lanciato l’idea, il che è abbastanza comprensibile, perché presumibilmente nessun islamista in nessuna parte del mondo, tanto meno tra i palestinesi, riconosce Israele.
Ma, di fatto, esistono le basi per un tale riconoscimento. Non nel tumulto della politica attuale, ma nel testo fondante della fede islamica, il Corano del settimo secolo. Che si creda o no, il Corano è un documento proto-sionista, con versetti che approvano la presenza ebraica in quella che chiama la Terra Santa ( al-ard al-muqaddasa ), il territorio che più o meno costituisce il moderno Stato di Israele.
Ad esempio, il Corano 5:20-21 cita Mosè che dice agli ebrei: “O popol mio, entrate nella Terra Santa che Allah vi ha destinata”. Allo stesso modo, il Corano 7:137 dichiara: “E abbiamo fatto, del popolo che era oppresso, l’erede degli Orienti e degli Occidenti [del fiume Giordano] della terra che abbiamo benedetta. Così, la bella promessa del tuo Signore si realizzò sui Figli di Israele”. Altri versetti coranici (2:40, 7:159-160, 17:100-104) confermano questo tema, come pure gli Hadith e gli studiosi coranici di spicco dell’era premoderna.
(E si noti che il Corano si riferisce agli ebrei chiamandoli “Figli di Israele”.)
Ricerche approfondite su tale questione sono state condotte da studiosi come Nissim Dana dell’Università di Ariel, autore del libro in ebraico pubblicato nel 2013, A chi appartiene questa terra? Riesame del Corano e delle fonti islamiche classiche sul popolo di Israele, sui suoi insegnamenti e sul suo legame con Gerusalemme. Da parte islamica, Muhammad Al-Hussaini ex ricercatore presso il Leo Baeck College, Khaleel Mohammed della San Diego State University e Mohammad Tawhidi dell’Islamic Association of South Australia sono stati tra i primi nel promuovere la causa. Nelle parole di Khaleel Mohammed, “il fatto che la terra inizialmente appartenesse agli ebrei è nella coscienza musulmana”. Un altro pensatore islamico, Abdul Hadi Palazzi, va dritto al punto e afferma che “Allah è un sionista”.
Il Partito Sionista Religioso potrebbe considerare l’idea di proporre a Ra’am che accetterà la sua partecipazione a un governo di coalizione, se Ra’am si allineasse con questi principi fondamentali della fede islamica. Per evitare ambiguità, il Partito Sionista Religioso dovrebbe elencare in modo dettagliato e con estrema precisione le sue condizioni.
Non mi illudo che Ra’am possa accettare questa offerta, ma vale la pena provare, e per due ragioni. In primo luogo, Mansour Abbas ha mostrato un pragmatismo e una flessibilità senza precedenti, prospettando la possibilità che Ra’am potrebbe accettare i termini del Partito Sionista Religioso, e portando così alla formazione di un governo e a un aumento incommensurabile e storico dell’importanza di Ra’am. In secondo luogo, anche se Ra’am rifiuta questa opportunità, una tale sfida lanciata pubblicamente da Smotrich ad Abbas introdurrebbe finalmente la visione proto-sionista in gran parte sconosciuta del Corano in un’ampia discussione generale in Israele, e non solo, e costituirebbe un passo proficuo sia per gli ebrei sia per i musulmani.
Pur avendo io affermato che Benjamin Netanyahu dovrebbe essere il prossimo presidente di Israele, e non il suo prossimo primo ministro, le implicazioni positive del riconoscimento dello Stato ebraico da parte dei musulmani israeliani hanno la priorità su tale questione politica.
In breve, da questo passo innovativo ci saranno solo esiti positivi per il progetto di vittoria di Israele.
Traduzione di Angelita La Spada
http://www.danielpipes.org/20357/can-th ... al-impasse "Sembra che il crepuscolo sia ormai imminente sul regno di Melek Bibi, durato per ben dodici anni. Salvo colpi di scena, per Israele si apparecchierà un governo di larghe intese o di unità nazionale che dir si voglia, guidato inizialmente da quello che non fu mai il delfino di Netanyahu, Naftali Bennett".Niram Ferretti
31 maggio 2021
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Sembra che il crepuscolo sia ormai imminente sul regno di Melek Bibi, durato per ben dodici anni. Salvo colpi di scena, per Israele si apparecchierà un governo di larghe intese o di unità nazionale che dir si voglia, guidato inizialmente da quello che non fu mai il delfino di Netanyahu, Naftali Bennett. Il rotante Bennett, che fino a poche ore fa appariva ancora tentato dalle sirene della vecchia volpe della politica israeliana, sembra adesso definitivamente pronto ad allearsi con Yair Lapid per un governo in cui si alterneranno alla guida dello stato Ebraico.
Dopo quatto elezioni inconcludenti e con lo spettro di una quinta elezione che giungerebbe allo stesso esito, e in rinnovo la presidenza del paese, si è deciso di procedere a dare a Israele un governo apparentemente stabile ma in realtà fragile dove entreranno tutti o quasi tutti, da Yisrael Beytenu alla colazione Blu e Bianca, da Nuova Speranza, il partito di un altro delfino che mai ci fu, Gideon Sa’ar, ai laburisti e perfino al residuale Meretz, ma anche, necessariamente, Ra’am, il partito islamico che pure Netanyahu corteggiava per averlo da puntello in una sua eventuale coalizione. Tutti dentro per mettere fuori Netanyahu, il quale, al momento, non si dà ancora per vinto e spera in smottamenti e pentimenti.
Il trambusto avviene sullo sfondo di veleni, rancori, anatemi, accuse di tradimento, ed è la conseguenza anche, e forse soprattutto, di non avere mai pensato neanche per un attimo, da parte di Netanyahu, di sganciare il Likud dalla sua presa, di preparare una successione, all’insegna del siamo tutti necessari ma nessuno è indispensabile, sopraffatta invece dalla convinzione e poi dall’esigenza di non potere essere sostituito, di incarnare lo Stato e le sue sorti ultime.
Netanyahu è un formidabile animale politico, possiede carisma e astuzia, è stato il migliore e più indefesso promotore di Israele in giro per il mondo che il paese abbia mai avuto, è riuscito a costruire a livello personale e professionale una rete di rapporti internazionali che nessuno dei suoi antagonisti, racchiusi nel proprio angusto perimetro parrocchiale, può nemmeno sognarsi lontanamente, ma non ha saputo coltivare politicamente nessun altro se non se stesso. Questa mancanza di generosità e di lungimiranza oggi produce un assai probabile fine regno all’insegna del rumore e della furia e di ultimi disperati e futili tentativi di restare in sella. Il futuro appare in dotazione di mediocri comprimari, figuranti, rodomonti, ma anche, se così fosse, il re esautorato non lascerà la scena facilmente, non è nel suo carattere.
Daniel Emme RossiPurtroppo quello che sta accadendo in Israele è una macchia indelebile di un paese che ha fatto della democrazia il suo cavallo di battaglia , la coalizione è semplicemente un tutti contro bibi , come chiamereste un governo che non ha vinto le elezioni ? Come chiamereste un premier che prende il potere con 6 seggi ? Come chiamereste una coalizione che ha dentro i peggiori traditori del popolo d’Israele ...... io lo chiamo semplicemente colpo di stato. Le elezioni vengono sovvertite da chi le ha perse .
Sullo sfondo dei progressi nei negoziati per l'instaurazione del governo Bennet-Lapid sostenuto dai partiti arabi, un nuovo sondaggio solleva che Bennett agisce contro la maggioranza assoluta dei suoi elettori.
Amitay Ben Shlomo
1 giugno 2021
https://www.facebook.com/groups/5780011 ... 4505775219Secondo il sondaggio, il 61.4 % degli elettori di destra ha risposto che non voterebbero per il partito se sapessero che Bennett avrebbe formato un governo con Lapid e i partiti arabi. Solo il 34.3 % ha risposto che avrebbero votato Bennett però.
(lavorato a maglia)
Ora conta il numero di posti che Bennett avrebbe ricevuto se non fosse stato per la frode del secolo
0.343 * 7 = 2.4 posti!
La conclusione che abbiamo un premier falso al 100 % su un pieno che ha un sostegno effettivo di 2.4 poltrone dal popolo solo!! Meno della percentuale di blocco ad un livello che anche un partito non merita! Ed è il pericoloso primo ministro della sinistra e dei terroristi che hanno già iniziato a essere nominato dai ministri.
Davvero, non ci sono più parole per definire il fenomeno, se la destra soccombe alla follia e non esce per scuotere il paese, non potrà lamentarsi della situazione inconcepibile e dei disastri che verranno dopo, non
Sembra che fino a quando la destra non sentirà sulla sua carne qualche evacuazione violenta, o l'Iran nucleare, o attacchi terroristici che potrebbero tornare, o un enorme silenzio sulle reti di stile legale a Bidenberg, semplicemente non si sveglierà.
E si anche mettere la testa sotto la sabbia e dire che andrà bene non aver paura di oscurare la minaccia basata sulle promesse di Bennett è un'opzione. D ' altronde le sue parole hanno un significato.
Israele, il salto nel buio del governo anti-Netanyahu: troppe distanze tra i leader. ‘Bibi’ perde l’immunità: lo attendono 3 processiLorenzo Forlani
31 maggio 2021
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... i/6215638/Dopo 12 anni consecutivi, l’era Netanyahu sembra in procinto di tramontare: dopo una serie di tentennamenti e dubbi – specie nelle ultime settimane, durante l’operazione militare a Gaza – il leader di Yamina (“A destra”), Naftali Bennett, ha annunciato la formazione di un governo di unità nazionale con Yair Lapid, leader di Yesh Atid (“c’è un futuro”), formazione di centro. È però difficile capire dove sia diretta Israele con questa nuova prospettiva istituzionale, difficile capire su quale programma possa basarsi un governo di questo tipo. Che già genera forti malumori interni, come mostrato dalla delusione del parlamentare di Yamina, Amichai Chikli, che ha accusato Bennett di “aver violato le sue promesse, cioè la base della democrazia” (in riferimento alla promessa di non allearsi con Lapid, ndr). Sono le stesse che gli sta rivolgendo anche Netanyahu che accusa i suoi avversari di “tradimento” del loro elettorato e di essere guidati unicamente dalla sete di potere.
Governo di “unità nazionale” è, infatti, un termine riduttivo: essenzialmente tenuto insieme dalla crescente e generale ostilità verso il premier uscente, l’esecutivo che secondo lo stesso Lapid “verrà formato in un paio di giorni” raggruppa soggetti che si trovano sui lati opposti dello spettro politico. Si va dal “partito dei coloni” dello stesso Bennett – noto per le sue posizioni razziste e apertamente contrarie alla formazione di un qualunque Stato palestinese, da prevenire anche con l’allargamento degli insediamenti – a Tikva Hadasha (“nuova speranza”) di Gideon Sa’ar, forse il leader di destra più “moderato”, ultimo fuoriuscito dal Likud di Netanyahu, fino a Yisrael Beitenu di Avigdor Liebermann – capofila della destra xenofoba nazionalista e laica, ostile al sionismo religioso -, passando per i centristi di Yesh Atid e di Kahol Lavan (“blu e bianco”), guidato da Benny Gantz, per finire ai partiti di sinistra di Meretz e del Labour. Ci sarebbe anche l’appoggio esterno della Lista Araba Unita (Ra’am), a lungo considerata dai partiti di destra – che gli imputano la scarsa lealtà verso Israele, sotto forma della loro contrarietà all’ultimo bombardamento su Gaza – la ragione di Bennett per non entrare a far parte di questa esile maggioranza (61 seggi su 120, al momento).
“A nessuno verrà chiesto di rinunciare alle proprie idee, ma tutti dovranno posticipare la realizzazione di alcuni dei loro sogni. Ci concentreremo sul possibile, anziché discutere dell’impossibile”, ha detto Bennett nella serata di domenica. Il leader di destra, se l’incontro di Lapid col presidente Reuven Rivlin andrà a buon fine, assumerà l’incarico di primo ministro fino al 2023, per poi cedere il posto allo stesso Lapid per gli altri due anni, in una logica di rotazione precedentemente pattuita.
Secondo Ynet news, nel possibile esecutivo – c’è tempo fino al 2 giugno, poi la Knesset dovrà trovare un consenso su un nuovo primo ministro, col rischio della quinta elezione in due anni – proprio il partito di Gideon Sa’ar potrebbe svolgere formalmente il complesso ruolo di “equilibratore” tra anime che per molti versi risultano incompatibili: a Tikva Hadasha potrebbero infatti andare ben 4 ministeri – Giustizia, Istruzione, Politiche Abitative e Turismo o Comunicazioni -, molti se si considera che il partito esprime sei parlamentari.
Sui ministeri del Turismo e delle Comunicazioni esistono degli attriti con la stessa Yesh Atid. Disaccordo anche tra Kahol Lavan e Yisrael Beitenu sull’assegnazione del ministero dell’Agricoltura, così come tra questi ultimi e Ayelet Shaked – ex ministro della Giustizia, nonché fondatore di Yamina con Bennett – sul delicato ministero dello Sviluppo del Negev e della Galilea.
Se nella prospettiva dei due partiti di sinistra rimasti in Israele – Meretz e Labor – la partecipazione a questo governo suona come un suicidio politico davanti agli occhi del proprio elettorato, non sembra serena nemmeno la posizione degli altri leader coinvolti, soprattutto a destra: Bennet è stato a lungo vicino a Netanyahu – ha chiamato suo figlio come il fratello del premier, ucciso a Entebbe, e lo ha appoggiato tutte le volte che è andato al governo – ma negli ultimi anni ha rivendicato il suo superamento a destra, soprattutto rispetto alle politiche legate agli insediamenti in Cisgiordania. Benny Gantz ha provato anche a governare con lo stesso Netanyahu lo scorso anno, un tentativo rivelatosi poco fruttuoso e naufragato definitivamente di fronte al rifiuto di Netanyahu di approvare il bilancio per il primo biennio. Avigdor Liebermann ha invece sconfessato la sua posizione di incompatibilità con i partiti della destra religiosa come Tkuma.
Come ricorda il giornalista Barak Ravid, se questo esecutivo dovesse essere formato, si tratterebbe del più eterogeneo della storia di Israele, nonché, di riflesso, il più conflittuale: conflitti tra destra religiosa e destra liberista sulla politica economica, conflitti tra nazionalisti religiosi e laici sulle politiche sociali, sulla gestione del post-Covid e sui “confini” della sovranità israeliana, conflitti sulla gestione del dossier Gaza e sugli insediamenti. Poco dibattuta è poi la relazione tra Bennett e il nuovo presidente americano Joe Biden, che vanta rapporti personali di lungo corso con Netanyahu.
Se i suoi avversari sembrano mossi unicamente dal desiderio di porre fine al suo “regno” di dodici anni, lo stesso Netanyahu, dopo aver dilapidato le intese che aveva maturato in questi anni soprattutto alla sua “destra”, sollecitando in particolare i partiti ultraortodossi e altri che oggi gli si sono rivoltati contro, appare motivato ormai soprattutto dal desiderio, o meglio dalla necessità, di evitare i tre processi per corruzione e frode che pendono a suo carico dal 2016 e che secondo la legge israeliana si scontrano con l’immunità solo se il primo ministro è in carica.
Netanyahu sembra aver “perso il controllo della propria creatura razzista”, scriveva un mese fa su Haaretz Anshel Pfeffer, in riferimento alla vivacità e al rinnovato protagonismo dei partiti estremisti destinati a partecipare al prossimo esecutivo. Per Israele si apre una stagione ignota, non solo in relazione all’indirizzo di un governo così eterogeneo ma soprattutto per quel che riguarda il ricollocamento dell’elettorato del Likud, che con il tramonto di Netanyahu – negli ultimi anni su posizioni sempre più oltranziste rispetto a dieci anni prima – potrebbe spostarsi ancora più a destra, polarizzando il quadro sia interno che legato alla questione palestinese. Mai così marginale per l’arena politica israeliana.
Voglio spiegare di nuovo, perché ci sono alcuni che sono ancora confusi, qual è il punto peggiore e più imperdonabile del governo di sinistra che Bennett e Shaked e Saar Valkin si stanno preparando a realizzare ora con i nemici a sostegno dei terroristi del male.1 giugno 2021
https://www.facebook.com/groups/5780011 ... 9205724749Fanno molte cose brutte. Davvero un "reato trascinamento". Spaccano a sinistra, rubano le elezioni e gli elettori e infrangono tutte le promesse, mentono, rompono il campo nazionale, politica corrotta, prendono in giro la democrazia e spaccano quel poco di fiducia pubblica che ancora è rimasto esso, e sempre di più.
Ma tutti questi sono piccoli soldi rispetto al riciclaggio di nemici che sostengono il terrorismo e diventano il partner su cui si appoggia il governo.
Questo è l'evento strategico e tragico della notizia di questo nuovo governo e dobbiamo suonare tutti i campanelli d'allarme possibili.
Sbiancare/pulire/sdoganare i partiti arabi e farli diventare un legittimo partner del governo è un passo irreversibile, da cui non sarà possibile tornare e che cambierà la mappa politica in Israele, cambierà il carattere del paese e potrebbe gettare un'ombra pesante sulla sua identità ebraica. Mille volte peggio di dieci sistemi elettorali in più.
I partiti arabi cresceranno drasticamente e da qui in poi saranno una bilancia che determinerà come sarà il governo nello stato israele e quale sarà la sua politica. Questo ci accompagnerà per i prossimi decenni. È probabile che gli arabi di solito si uniscano alla sinistra e gli passino il potere per molti anni, e anche se a volte vanno con la destra (per lo più da considerazioni interne e per l'inimicizia interna tra loro e la tensione tra il male e il comune) , la destra dipenderà da loro e il carattere del paese cambierà dalla fine alla fine. Il bordo. Sarà molto difficile creare un governo di destra con una vera politica di destra.
Anche dopo che si è deciso di concedere agli arabi il voto a destra della Knesset, era chiaro che la Knesset - sì, al governo - no. Era chiaro che la politica e il processo decisionale pratico a livello di gestione statale non possono essere fatti da chi pagaia nella la direzione opposta rispetto a quanto siamo in corso.
Noi, ebrei di destra e di sinistra, vogliamo promuovere lo stato di Israele come stato ebraico. Rafforzalo, sviluppalo, costruiscilo. Possiamo essere molto sgradevoli sul modo di farlo e discuterne in modo concreto, ma l'obiettivo di tutti noi è condiviso. Né i Druze sono infedeli in questa causa e possono quindi essere un partner legittimo.
Ma l'obiettivo dei partiti arabi è completamente opposto. Privano l'esistenza dell'israele come stato ebraico, e come tale vogliono nuocere, indebolirlo e anche eliminarlo. A questo punto di provenienza non c'è differenza tra la lista comune e la RAM e anche Mansour Abbas. Fino a questo momento non è in grado di togliersi di bocca le parole stato ebraico. La differenza tra loro è nelle tattiche. In arrivo. Questa è una polemica storica tattica tra le diverse correnti islamiche ma non cambia l'essenza. Tutti abbiamo ricevuto un ricordo di questo nei disturbi del nemico arabo in Israele nelle ultime settimane. È sorprendente che anche ora ci siano altri ciechi che si rifiutano di vederlo.
Quando Abbas afferma di essere interessato ′′ solo a conquiste civili ′′ per l'israele arabo è come diciamo che siamo interessati solo alle questioni civili nell'insediamento in Giudea e Samaria. D ' altronde quello che chiediamo è solo la serie di piani, acqua, elettricità, strade, ecc. Non c'è nessuno al mondo che non capisca le conseguenze nazionali del ′′ regolamento civile ′′ del giovane insediamento. E allo stesso modo non c'è nessuno che non capisca le conseguenze nazionali del ′′ regolamento civile ′′ e dello sbiancamento dei beduini nel Negev, della costruzione illegale degli arabi al nord (abolendo la legge Kamenitz), e altro ancora. Abbas tra l'altro lo dice con la bocca piena di lingua araba. In ebraico conta sul fatto che siamo tutti idioti e questo è ancora prima del loro sostegno al terrorismo e hanno definito le rivolte arabe nelle ultime settimane come una legittima protesta.
Bennett e Shaked e Saar ed Elkin lo sanno bene. Non per niente hanno attaccato Netanyahu per i suoi legami con Abbas prima delle elezioni e hanno ripetutamente promesso di non formare un governo con lui. Ora stanno vendendo lo stato di israele con lo stufato di lenticchie per guadagni politici.
Non so se avete capito quanto sia drammatico. L'intero carattere dello stato ebraico sta per cambiare, Dio non voglia, verso lo stato di tutti i suoi cittadini. Guarda cosa fa la dipendenza dei governi in Europa dagli elettori musulmani per le loro posizioni contro israele in quasi tutte le aree. Questo è quello che succederà anche ai nostri governi da qui e dopo. Pensate a cosa farà alla politica sull'immigrazione e alla maggioranza ebraica del paese. Cosa farà alla legge sulla progettazione e costruzione e alla mappa dell'insediamento e del sionismo. Cosa farà questo all'identità ebraica? Cosa farà il trasferimento di potere alla sinistra al mondo della Torah, alla famiglia ebrea, e ancora e ancora. D'ora in poi i partiti arabi saranno un partner legittimo e anche tale che saràdifficile assemblare un governo senza di lui. Sarà molto difficile, fino all'impossibile, riavvolgere questa ruota.
Ora guarda, non ho difficoltà su persone esiliate come Gafni ed Eichler. Purtroppo non vivono ancora i concetti di nazionalismo e sovranità dello stato israele come noi. Per loro sono ancora in esilio e se Fritz si chiama Ivan o Abbas non importa. È doloroso e triste e ingrato nei confronti del Signore dei mondi, ma sappiamo che questa debolezza e benedetta da Dio stanno crescendo nel pubblico ortodosso comprendono questo errore e queste posizioni di Gafni ed Eichler non le rappresentano da tempo.
Ma i membri della Knesset di Yamina e Nuova Speranza lo capiscono benissimo. Non festeggiano. Si stanno davvero arrendendo, e non li perdonerà.
Naftali, Ayelet, Matan, Nir, Avir ed Eidit, Gideon, Yifat, Zeev, Yoaz Sharan e mio figlio. Ognuno a suo nome e foto. C ' è il Signore dei Mondi e c'è la storia. E ti giudicheranno.
Sarete ricordati per un'intervista mondiale nella pagina nera della storia del popolo ebraico e dello stato di Israele come coloro che hanno venduto l'anima e i valori e hanno sacrificato il futuro dello stato ebraico sull'altare del vostro odio e dei vostri interessi politici personali ..
E sì, Netanyahu ha anche un grande responsabile donatore. I risultati della sua condotta dimostrano l'articolo di Hazel "Pensieri duri da offesa". I suoi pensieri offensivi hanno sbiancato l'offesa dura di Bennett, Shaked e Saar Elkin e dei loro amici.
E ancora, lui ha parlato e loro si. E per questo non dimenticheremo e non perdoneremo.
E una parola per coloro le cui dure parole descrivo le azioni di Bennett Shaked e i loro partner si stanno agitando nelle orecchie. Hai ragione. È dura e non ci siamo abituati. Credetemi non mi piace nemmeno. Mi sono divertito molto di più a lavorare insieme ed essere amici. Ma non sono parole dure, sono azioni dure. Le parole le descrivono solo. Ecco come si sta in ebraico. Non conosco un modo per descrivere i fatti duri con parole bellissime.
E vorrei che fossero sobri nel momento della verità. Prenderanno il cervello, capiranno, e avranno il coraggio di fermarsi un attimo prima del baratro.