Ixraełe e i migranti refuxanti, çentri de detension e muri

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Messaggioda Berto » ven feb 23, 2018 12:45 pm

Migranti deportati: arrestati i primi sette eritrei che rifiutano di lasciare Israele

http://www.asianews.it/notizie-it/Migra ... 43158.html

Due di loro sono sopravvissuti a torture nel Sinai. I profughi del centro detentivo Holot lanciano uno sciopero della fame: "Stanno buttando via le nostre vite". Israele vuole espellere 15-20mila profughi, le prigioni hanno posto solo per 1.000.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Sette profughi eritrei sono stati arrestati ieri per aver rifiutato di lasciare Israele. Sono i primi a cui viene applicata la politica lanciata il primo gennaio scorso dal governo israeliano, che ha messo in guardia le decine di migliaia di richiedenti asilo: dovranno lasciare il Paese entro aprile o finiranno in prigione. Per protesta contro gli arresti, i profughi detenuti nel campo di Holot hanno lanciato uno sciopero della fame.

I sette eritrei, convocati per i colloqui pre-espulsione, sono stati portati subito dopo alla prigione di Saharonim. In precedenza, essi erano detenuti ad Holot, una struttura detentiva istituita quattro anni fa nel deserto del Negev per trattenere i richiedenti asilo. Due di loro hanno subito torture nel Sinai, ma a nessuno di loro è stato riconosciuto l’asilo politico. Essi rimarranno in prigione a tempo indeterminato, a meno che non cambino idea e decidano di accettare l’espulsione.

I profughi di Holot hanno lanciato uno sciopero della fame in risposta agli arresti. “Nessuno sta mangiando. Ci dicono che è un peccato buttare via il cibo’. Noi diciamo che si stanno buttando via anche delle vite”. Dei 900 richiedenti asilo trattenuti ad Holot, 100 hanno ricevuto la notifica di espulsione.

Al presente ci sono circa 40mila eritrei e sudanesi in Israele, e circa 15-20mila rischiano l’espulsione. Il governo afferma di volerne espellere 7.200 all’anno. Da parte sua il servizio detentivo del Paese avvisa che non ha posto per trattenere le migliaia di richiedenti che rifiuteranno l’espulsione, ma di avere spazio al massimo per 1.000 profughi.



Commenti dei cristiani fanatici, irresponsabili e senza rispetto per Israele e per gli ebrei


16/01/2018 11:17:00 ISRAELE
Leader cattolici in Israele: no al benessere a spese dei migranti da espellere
Necessario trovare “soluzioni più umane”. Non si può rimanere indifferenti alle sofferenze di chi scappa da dittature e guerre. Dio ci chiede di trattare “il forestiero dimorante” fra di noi “come colui che è nato” fra di noi.

12/01/2018 14:43:00 ISRAELE
Tel Aviv, per i migranti abusati e torturati serve ‘umanità’
Le testimonianze di suor Azezet e p. Rafic, vicini ai profughi a rischio di espulsione. Molti di loro hanno subito torture e violenze sessuali nel Sinai. Dare speranza. Il fenomeno dei rifugiati crea disguidi e razzismo; bisogna guardare alla persona.

10/01/2018 13:09:00 ISRAELE
Israele offre ricompense ai civili che cacciano i migranti
Offerti posti di lavoro e bonus economici. Molti di loro avranno il compito di indagare sui profughi e sui loro datori di lavoro. L’Unhcr chiede un passo indietro.

04/01/2018 10:10:00 ISRAELE
I richiedenti asilo devono lasciare Israele o affrontare il carcere. Attivista: un tempo eravamo noi i rifugiati
In Israele ci sono 40mila profughi eritrei e sudanesi. Finora, sono stati riconosciuti solo 10 status di rifugiato. Vanno in Rwanda e in Uganda, anche lì senza riconoscimento. Il viaggio continua e molti muoiono o sono torturati nel tentativo di arrivare in Europa. “È una vita davvero difficile qui. Israele sta facendo di tutto per farli sentire indesiderati”.

16/06/2017 09:40:00 ISRAELE
P. Neuhaus: i migranti cristiani di Terra Santa, portatori di “vitalità, vivacità e devozione”
In Terra Santa ci sono 150mila migranti cristiani, 60mila dei quali cattolici. Arrivano da tutto il mondo, con speranze e motivi diversi: chi in cerca di lavoro, chi in fuga da guerra e dittatura. La Chiesa di Gerusalemme “madre in cui tutti possono sentirsi a casa” dà loro sostegno. Grati della bellezza della diversità. I richiedenti asilo i più vulnerabili, parte “proficua” della Chiesa e della società.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » lun apr 02, 2018 9:35 pm

Israele ferma l’espulsione dei migranti africani
francesca paci
2018/04/02

http://www.lastampa.it/2018/04/02/ester ... agina.html

Israele ha annullato la espulsione verso il Ruanda e l’Uganda di migliaia di migranti eritrei e sudanesi, che doveva iniziare nei prossimi giorni. La decisione era stata bloccata dalla Corte Suprema e nel frattempo è stata raggiunta con l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati una «intesa senza precedenti» in base alla quale 16.250 migranti saranno invece estradati gradualmente verso Paesi occidentali. Il rischio di espulsione riguardava oltre 40 mila migranti, la maggior parte di origine eritrea o sudanese.

Si è anche generato un piccolo “caso” a proposito dell’Italia come possibile destinazione dei migranti. Il premier Benjamin Netanyahu ha comunicato infatti che il processo durerà “cinque anni” e che fra i Paesi disposti a ospitare i migranti ci sarebbe stata anche l’Italia, oltre a Canada e altri. La Farnesina ha però smentito quasi subito: «Non c’è alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione». Alla smentita ha fatto seguito la precisazione dell’ufficio di Netanyahu: «L’Italia era solo un esempio di un paese occidentale: il primo ministro non intendeva in modo specifico l’Italia».

Israele considera gli africani giunti negli anni scorsi migranti economici e non ritiene di aver l’obbligo di concedere il diritto di asilo. La decisione di espellerli in massa aveva però suscitato forti proteste sia interne che a livello internazionale. L’opposizione ha condannato l’espulsione con “immorale”, una macchia sull’immagine di Israele come terra di accoglienza per gli immigrati ebrei fin dalla sua nascita. A Tel Aviv si sono tenute manifestazioni a favore dei migranti mentre centinaia di medici, accademici, sopravvissuti all’Olocausto, scrittori e rabbini hanno firmato appelli per fermare la deportazione.

I migranti africani hanno cominciato ad arrivare in Israele a partire dal 2005, dall’Egitto, quando il governo del Cairo ha represso duramente una loro protesta ed eritrei e sudanesi hanno visto nello Stato ebraico un rifugio sicuro e opportunità di lavoro. Oltre quarantamila hanno attraversato la frontiera lungo il Sinai, difficile da controllare, finché nel 2012 la costruzione di un muro lungo il confine ha ridotto gli ingressi a poche decine all’anno.




Rifugianti, asilanti, migranti, clandestini, diritti umani, obblighi e realismo
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Messaggioda Berto » lun apr 02, 2018 9:36 pm

Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
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Messaggioda Berto » mar apr 03, 2018 1:47 pm

Migranti, Israele annulla l'accordo con l'Onu per il ricollocamento di 16mila persone. "Ma determinati a mandarli via"
3 aprile 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ne/4267042

Dopo la sospensione dell’intesa con l’Unhcr, il premier Benyamin Netanyahu ha annunciato “la decisione di annullare” tout court l’accordo sul ricollocamento in Paesi occidentali di migliaia di migranti africani che vivono in Israele. “Ho ascoltato con attenzione i molti commenti, ho riesaminato i vantaggi e le mancanze e ho deciso di annullare l’accordo”, ha spiegato, dopo essersi incontrato con il ministro degli interni Arie Deri. “Malgrado le limitazioni giuridiche e le crescenti difficoltà internazionali continueremo ad agire con determinazione per ricorrere a tutte le possibilità che abbiamo a disposizione per far uscire gli infiltrati dal Paese”, si è però impegnato incontrando gli abitanti dei rioni sud di Tel Aviv dove è forte la presenza di migranti africani. Israele “continuerà a cercare altre soluzioni”.

All’origine della decisione di Netanyahu, scrive la stampa, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri – che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti – nonchè forti critiche all’intesa mosse da esponenti del Likud, il suo partito, e dal partito nazionalista Focolare ebraico.
Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti – fra questi Italia e Germania – hanno smentito di aver dato alcun assenso all’intesa fra Israele e l’Alto commissariato dell’Onu.

A citare il nostro Paese tra quelli individuati per la ricollocazione che riguarda complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi (di cui 6.000 nel primo anno) era stato lo stesso Netanyahu. Secondo il presidente Israele era arrivata ad un accordo con l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati e che si trattava di “farli uscire”, destinandoli “verso i Paesi più progrediti come il Canada o la Germania o l’Italia“.

Una dichiarazione che, nel giorno di Pasquetta, ha scatenato un vorticoso giro di telefonate tra Roma e Israele. E viceversa. Mentre già si rincorrevano le prime dure reazioni della politica, con le prese di posizione di Maurizio Gasparri di Forza Italia e di Roberto Calderoli della Lega, è arrivata la precisazione-smentita della Farnesina: “Non c’è alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere”. Stessa smentita è arrivata, secondo i media israeliani, con la Germania: fonti dell’ambasciata tedesca in Israele hanno negato che sia stato chiesto di accogliere sul proprio suolo migranti. Reazioni che hanno spinto l’ufficio di Netanyahu a chiarire e precisare: quello sull’ Italia “era solo un esempio di un paese occidentale. Il primo ministro non intendeva in modo specifico l’Italia”.

Fatta l’intesa di massima con l’Unhcr per ricollocare in paesi terzi i migranti sudanesi e eritrei, scongiurando il contestato rinvio in Africa, mancavano dunque gli accordi con i futuri Stati che li accoglieranno. Come ha spiegato la portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, Carlotta Sami. “Solamente previo accordo con il governo italiano – ha detto Sami – potrebbero arrivare in Italia alcuni rifugiati provenienti da Israele solo a titolo di ricongiungimento familiare con parenti che già vivono qui, si tratta in sostanza di pochissimi e specifici casi”. Dopo alcune ore, però, Netanyahu ha prima sospeso e poi annullato l’accordo.

Saranno le prossime settimane a chiarire dunque quale sia il destino del primo scaglione di circa 6000 persone sul totale di 16.250 che partiranno da Israele in 5 anni. L’altra metà su 37-38mila migranti africani, secondo l’intesa poi stoppata, dovrebbero restare in Israele come residenti permanenti. Come ha spiegato il ministro degli interni Arie Deri in conferenza stampa, otterranno visti di lavoro e saranno destinati verso località dove potranno rendersi utili. Sul piano del governo Netanyahu riguardo i migranti illegali africani c’è stato un lungo braccio di ferro politico. Il progetto prevedeva l’espulsione, incoraggiata con una cifra di 3500 dollari a testa, in un paese terzo africano indicato da molti media come il Rwuanda. Per chi non avesse accettato c’era la detenzione fino, successivamente, all’allontanamento coatto.

Un piano contro cui si sono scagliati i partiti del centrosinistra e le ong dei diritti umani con manifestazioni nel paese. Ma soprattutto la Corte Suprema israeliana che di fatto ha bloccato il piano del governo dandogli tempo fino al prossimo 9 aprile per giustificare le sue intenzioni. In mancanza, è presumibile che sarebbe scattata la bocciatura definitiva.



Ecco perché Netanyahu ha sospeso l'accordo sui migranti siglato con l'Onu
di Enrico Cicchetti
2018/04/03

https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/04/ ... Q.facebook

Israele ha annunciato ieri di aver raggiunto con l'Alto commissariato Onu per i rifugiati un accordo per il ricollocamento in diversi stati occidentali di circa la metà dei 35mila migranti africani che vivono illegalmente nel paese. L'accordo consentirebbe l'uscita da Israele di 16.250 persone verso paesi sviluppati come il Canada, la Germania e l'Italia, ha spiegato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. "È un buon accordo", ha detto Netanyahu ai giornalisti all'inizio della giornata. "Ci consente di risolvere questo problema in un modo efficace, protegge gli interessi dello stato di Israele e fornisce una soluzione ai residenti".

Poche ore dopo, però, Netanyahu ha fatto un passo indietro e annunciato di aver "sospeso l'accordo" in seguito alle proteste scoppiate nell'opinione pubblica e nella sua stessa maggioranza e alle perplessità avanzate dai paesi occidentali che, a detta del premier, si erano resi disponibili ad accogliere gli immigrati da Israele. "Ho deciso di sospendere l'attuazione di questo accordo e di ripensarne i termini", ha scritto Netanyahu in un messaggio postato nella notte sulla sua pagina Facebook.

Diversi ministri hanno denunciato l'intesa e attivisti di destra, che fanno parte della sua base politica, hanno detto che il piano era troppo generoso per i richiedenti asilo ai quali sarebbe stato permesso di rimanere in Israele. Il ministro dell'Educazione, Naftali Bennett, ha avvertito con un tweet che il piano "trasformerà Israele in un paradiso per gli infiltrati". Ma ciò che ha fatto parlare alcuni media di "caso diplomatico" è il fatto che il ministero degli Esteri italiano e dell'Interno tedesco hanno dichiarato di non essere a conoscenza di un simile accordo.

"L'Italia era solo un esempio di un paese occidentale: il primo ministro non intendeva in modo specifico l'Italia", ha spiegato una fonte vicina al primo ministro israeliano dopo la presa di posizione di Roma. Fonti del Viminale hanno spiegato all'Huffpost il dettaglio dell'operazione: "Tel Aviv ha raggiunto un accordo con l'Alto commissariato Onu. Sarà quest'ultimo a lanciare una call a tutti i paesi che vi vorranno aderire per quello che tecnicamente viene chiamato resettlement, una redistribuzione. Ma nessuno è obbligato a farsene carico". E a quanto risulta, l'Italia, che è già in prima linea per quanto riguarda le politiche di accoglienza, non lo farà.

Al contrario, funzionari canadesi hanno dichiarato di essere in contatto con Israele: Mathieu Genest, un portavoce del ministro per l'Immigrazione, ha spiegato che il suo governo sta esaminando oltre 1.800 richieste di reinsediamento nel paese nordamericano da parte di eritrei. L'Unhcr ha fatto sapere di aver firmato un quadro di intesa comune "per promuovere soluzioni per migliaia di eritrei e sudanesi che vivono in Israele".

Il tema degli immigrati africani irregolari sul territorio israeliano – una comunità concentrata soprattutto nei quartieri nel sud di Tel Aviv – divide la politica e l'opinione pubblica del paese da un decennio. L'Onu stima che oltre 60.000 persone siano entrate illegalmente in Israele attraverso il confine egiziano tra il 2005 e il 2012. Gran parte dei migranti che Israele minaccia di espellere provengono da Eritrea e Sudan, paesi che registrano numerose violazione dei diritti umani. Ma le autorità israeliane non li considerano rifugiati, piuttosto migranti economici. Dal 2015, Israele ha concesso asilo a solo quattro eritrei su 6.723 - un tasso di accettazione dello 0,06 per cento. Gli africani hanno iniziato ad arrivare nel 2005, dopo che il vicino Egitto ha violentemente represso una dimostrazione di rifugiati. Decine di migliaia di persone hanno allora attraversato il confine prima che Israele lo chiudesse con una barriera tra il 2012 e il 2013.

Intanto, per l'enorme presenza di migranti, i quartieri poveri nel sud di Tel Aviv sono diventati noti come "Little Africa" e i residenti ebrei della classe lavoratrice hanno iniziato a lamentarsi in maniera sempre più veemente per la criminalità crescente e a chiedere al governo di fare qualcosa. D'altro canto, i migranti hanno trovato sostegno in una fetta di opinione pubblica israeliana che considera che il paese abbia una responsabilità speciale nell'aiutare chi è nel bisogno. Nel corso degli anni, Israele ha cercato di persuadere i migranti a partire offrendo loro denaro e un biglietto di sola andata per l'Africa, verso paesi come il Ruanda e l'Uganda. Circa 22.000 migranti sono stati inviati in queste nazioni che però, in un secondo momento, hanno deciso di non accettare più i rifugiati. Falliti questi tentativi, il primo aprile scorso Tel Aviv ha annunciato il piano di ricollocamento. Secondo la dichiarazione resa pubblica lunedì dall'ufficio di Netanyahu prima della sospensione, "il piano è diviso in tre fasi che si svilupperanno in cinque anni". Israele si è impegnata a garantire uno statuto ufficiale ai 18.000 migranti che dovrebbero rimanere e che saranno ridistribuiti in tutto il paese. Il governo dovrebbe aiutarli ad acquisire la necessaria formazione in modo che possano trovare lavoro, anche grazie a un ufficio creato appositamente, guidato dal politico Avigdor Yitzhaki che sarà anche responsabile della riqualificazione del sud di Tel Aviv.
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Messaggioda Berto » gio apr 05, 2018 8:44 pm

Niente accordi, Israele libera i migranti
da Maria Elena Spagnolo
05/04/2018

http://it.euronews.com/2018/04/05/nient ... i-migranti

Prima detenuti, poi rilasciati senza una meta. Israele ha liberato alcuni migranti di origine africana dopo il fallimento di vari accordi per deportarli all'estero.

L’ultimo episodio il 2 marzo, quando Netanyahu aveva annunciato il ricollocamento di migliaia di migranti in paesi occidentali in collaborazione con l'UNHCR , per poi fare marcia indietro dopo le critiche. Alcuni di loro hanno protestato a Gerusalemme.

"Siamo grati al popolo di Israele, perchè viviamo con loro da oltre un decennio, siamo molto grati per questo. Il governo, invece, ci sta torturando. Adesso è anche una guerra psicologica. Ci usano per i loro fini politici, noi rifugiati chiediamo per favore di smettere di torturarci, la nostra psiche, siamo esseri umani", spiega un rifugiato.

In Israele vivono circa 37mila migranti, la maggior parte provenienti da Eritrea e Sudan.



Alberto Pento
Questi vanno espulsi, sono senza rispetto e pericolosi; a questa gente Israele non deve nulla, ma solo liberarsi.
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