Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » mar mag 15, 2018 8:12 pm

Un soldato di Israele scrive:
Dedicato alla stampa francese, ma quella italiana non è da meno. Buona lettura.
Deborah Fait

“Sono appena tornato alla base per dormire un po’. Sono disgustato da quanto letto dai media francesi e da certi articoli.

Oggi io c’ero, ero lì alla barriera al confine con Gaza e ho visto tutto.

Ho visto i palestinesi manifestare “ pacificamente “. Li ho visti gettare pietre con le fionde. Ho visto bambini di dieci anni in mezzo al fumo causato da pneumatici bruciati.
Ho visto persone in mezzo al fumo ed al gas, che volevano essere ferite per potermi accusare. Ho visto un uomo che poteva essere mio nonno, forse 80 anni, spingere donne e bambini verso la barriera con le pietre, nella speranza che uno di loro venisse ucciso.

Ho visto migliaia di palestinesi, l’odio negli occhi, cercare di attraversare la barriera nella speranza di rapirmi.
Nella speranza di riuscire a compiere un attentato in una delle città dietro di me. Ho visto un palestinese cercare di spararmi con un kalashnikov, ho visto palestinesi trasportare esplosivi, ordigni molotov con oggetti infuocati per raggiungermi . Li ho visti avvicinarsi ai civili ed incendiare la terra.

Io prima di tutto ciò li avevo avvertiti. Ho mandato volantini ed avvertimenti in tutta Gaza per dire di non avvicinarsi , ho mandato registrazioni in arabo per chiedere di non farlo ma loro lo hanno fatto comunque. Peggio ancora, hanno mandato avanti donne e bambini.

E dopo tutto ciò, sono loro che manifestano “pacificamente” e sono io il " terrorista "

Vergogna alla stampa francese complice del terrorismo.
Un soldato Israeliano.



UNA BIMBA PALESTINESE AMMAZZATA DA HAMAS
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Una bambina palestinese uccisa ieri durante le rivolte organizzate da Hamas al confine fra Gaza e Israele contro le forze di sicurezza israeliane. Con queste immagini i filopalestinesi ci vanno a nozze e danno i consueti spunti alle condanne della comunità internazionale senza che nessuno si chieda come mai si portino dei bambini così piccoli a manifestazioni così pericolose.

Cerca di capire. Hamas considera il suo popolo, quello della Striscia di Gaza, carne da macello. Il suo obiettivo è massimizzare il numero delle vittime per ottenere condanne contro Israele e supporto finanziario dal mondo arabo e dall’Europa. Hamas è un’organizzazione assassina cui vanno tagliati i fondi perché in undici anni non ha costruito niente né tantomeno dato un futuro al suo popolo se non tunnel da tre milioni di dollari .

Ragiona con il tuo cervello, il buonismo non fa bene alla pace.
Israele non accetta più questa situazione disumana sia per gli israeliani che per i palestinesi. Oggi il ministro della sicurezza nazionale ha dichiarato che se Hamas continuerà su questa strada, si dovranno prendere seri provvedimenti. Sul tavolo la possibilità di riprendere gli omicidi mirati dei leader di Hamas. Israele non è contro i palestinesi ma contro chi li governa. Questi leader palestinesi non vogliono la pace con Israele. Questi leader palestinesi vogliono sono la morte del loro popolo. E se la comunità internazionale non farà qualcosa, Israele farà a modo suo.

Gino Quarelo
La colpa è completamente di questi irresponsabili e criminali genitori, a cui dovrebbe essere tolta la patria potesta di eventuali altri figli minori.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » mar mag 15, 2018 8:55 pm

Perché oggi non possiamo non dirci israeliani
Maurizio Borra
15 maggio 2018

http://www.italiaisraeletoday.it/perche ... israeliani

La Federazione delle Associazioni Italia-Israele rinnova il totale sostegno e l’amicizia allo Stato ebraico in occasione della ricorrenza dei 70 anni dalla sua fondazione.

Questa data è stata festeggiata dallo storico spostamento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, capitale unica e indivisibile di Israele.

Ma è stata anche funestata dagli sconsiderati attacchi terroristici da parte del regime islamista di Hamas a Gaza, che spinge la popolazione arabopalestinese, anche dietro la corresponsione di denaro, a penetrare dentro i confini dello stato ebraico per metterlo a ferro e fuoco, utilizzando migliaia di civili arabopalestinesi come scudi umani, da sacrificare senza alcuno scrupolo per enfatizzare al massimo i profitti mediatici degli scontri.

L’assalto al confine di Gaza

Non è la prima volta che i terroristi arabopalestinesi sfruttano la popolazione civile come carne da macello e arma di propaganda per demonizzare Israele grazie ai media asserviti, prezzolati o ostili per le più svariate ragioni politiche, ideologiche o razziali.

Sappiamo quanto potente sia la macchina della propaganda arabopalestinese e i fondi cospicui che la foraggiano.

Risorse che certamente sarebbero meglio spese se indirizzate alla cultura e all’educazione alla libertà e alla democrazia dei giovani arabopalestinesi che, al contrario, sono cresciuti alimentati dall’israelofobia e da un odio antiebraico che non ha nulla da invidiare a quello nazista.

Purtroppo questi scontri mietono vittime, ma la responsabilità di questi morti ricade solo su Hamas e sui regimi islamisti che stanno dietro a quel gruppo terroristico, che non vuole abbandonare l’obiettivo di cancellare lo stato ebraico nonostante il panorama geopolitico sia mutato radicalmente, con parte dei paesi arabi che, al di là delle dichiarazioni di prammatica, dimostrano chiaramente di non considerare più la cosiddetta ‘causa palestinese’, studiata ai suoi tempi a tavolino, strumentale ai loro obiettivi.

Israele si sta difendendo. Sta difendendo il suo territorio, le sue famiglie, i suoi bambini, ebrei, arabi, drusi e di tutte le etnie che risiedono in quel lembo di terra. Israele si sta difendendo come si è difeso in 70 anni di vita. Mentre avrebbe preferito la pace. E sta difendendo anche la nostra causa.

La causa della democrazia occidentale messa continuamente a rischio dai fondamentalismi, dalle tirannie, dalle teocrazie. Israele siamo tutti noi assediati da chi non tollera libertà e democrazia.

Per questo non possiamo non dirci israeliani. Oggi più che mai. E anche l’Europa tutta, se davvero considera ancora la propria civiltà come l’origine dei diritti fondanti per ogni individuo, non può che sostenere Israele, abbandonando qualsiasi posizione di ipocrita, autodistruttivo e pericoloso cerchiobottismo.

Israele, forse, rimane l’unica vera idea di Europa.

*Presidente della Federazione Associazioni Italia
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » mar mag 15, 2018 9:34 pm

Ecco i dementi antisemiti, antiamericani e antisraeliani


Gaza, fermiamo Trump e Netanyahu. Siamo di fronte a un terrorismo di Stato
Fabio Marcelli
Giurista internazionale

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... to/4355363

Le infami e irresponsabili dichiarazioni di Donald Trump – che qualche mese fa ha avallato il trasferimento della capitale israeliana a Gerusalemme – hanno dato il là a un nuovo massacro di spaventose dimensioni. Almeno 60 sono i palestinesi uccisi. L’ordine categorico delle autorità politiche e militari israeliane è quello di sparare per uccidere chiunque si avvicini alla linea di separazione fra Gaza e il territorio israeliano. Il giornale indipendente El riporta che, secondo un responsabile militare israeliano, tale ordine riguarda anche i bambini, la piccolezza dei cui corpi impedisce di prendere la mira per non colpire organi vitali. E infatti sono almeno sei i minori caduti solo in queste ultime ore sotto il piombo israeliano.

Si tratta dell’ennesimo crimine di guerra e contro l’umanità a carico di Benjamin Netanyahu. Quest’ultimo si avvale del resto delle sostanziali complicità dell’Occidente e di parte dello stesso mondo arabo, con in testa l’Arabia Saudita, che nello Yemen si rende a sua volta colpevole da tempo di analoghi massacri. La dissociazione della stragrande maggioranza della comunità internazionale dalle evidenti provocazioni di Trump e Netanyahu, che ne ha determinato l’innegabile isolamento politico, non riesce a tradursi in una politica coerente.

Gaza, i soldati israeliani sparano contro i manifestanti palestinesi: almeno 7 morti, centinaia di feriti

Ci troviamo di fronte a un terrorismo di Stato da tempo ormai conclamato, alla continua commissione di crimini di guerra e contro l’umanità, alla negazione dei più elementari diritti dei palestinesi, alla violazione palese del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite.

Trump e Netanyahu continuano con le loro scelte scellerate ad innaffiare la pianta dell’odio e dell’ingiustizia. Lo fanno per meschini calcoli personali, sperando in tal modo di distogliere le rispettive opinioni pubbliche dai propri non lievi guai giudiziari. Ma, oltre a commettere e avallare i crimini, gettano in tal modo le basi per nuove guerre e scontri di inciviltà.

Se esiste un’opinione pubblica democratica è bene che si levi subito in tutti i Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e Israele, per chiedere la fine immediata dei massacri, dell’apartheid, della pulizia etnica perpetrati da Netanyahu e l’apertura altrettanto immediata di un giudizio davanti alla Corte penale internazionale per i responsabili politici e militari israeliani. Il governicchio Salvimaio, se mai verrà in essere, dimostri con i fatti di volere effettivamente la pace e di non essere l’ennesimo governo italiano servo di Washington.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » mer mag 16, 2018 1:31 pm

La verità, l’inferno e le coscienze illuminate
Niram Ferretti
2018/05/16

http://caratteriliberi.eu/2018/05/16/in ... illuminate

Gli appelli pieni di buone intenzioni e infiorettati di parole confortanti, nei quali l’equidistanza si presenta come perfetta misura, olimpico e saggio sguardo sulle cose, convincono sempre poco chi, zavorrato dalla concretezza insuperabile della realtà non riesce a elevarsi a tali altezze. E dunque non può fare eccezione la lettera appello firmata da un gruppo di intellettuali, tra cui spiccano David Grossman e Roberto Saviano, che Repubblica, salotto del pensiero giusto e corretto pubblica sulle sue pagine.

La lettera prende spunto da quanto è accaduto lunedì ai confini tra Israele e Gaza, e che è cominciato ai primi di aprile, la grande manifestazione contro Israele al di qua della barriera divisoria. Manifestazione propagandata come pacifica e spontanea, in realtà organizzata da Hamas e foraggiata dall’Iran, che doveva servire al gruppo integralista che controlla dal 2007 l’enclave costiera, come copertura per rompere la barriera e infiltrare i propri uomini armati all’interno dello Stato ebraico.

Solamente durante la giornata di lunedì, che coincideva con l’inaugurazione dell’ambasciata americana a Gerusalemme, Hamas ha tentato, in dodici punti diversi lungo la barriera, di raggiungere il proprio obbiettivo. In un caso ci sono riusciti. Otto uomini armati entrati in Israele, hanno aperto il fuoco contro l’unità speciale Maglan dell’IDF e sono stati tutti uccisi.

La risposta complessiva di Israele al tentativo da parte di cellule jihadiste di superare il confine è stata inflessibile. I morti palestinesi sarebbero 60, secondo la cifra inverificabile da fonti indipendenti, fornita dal Ministero della Sanità di Hamas. Il comando dell’IDF ha affermato che almeno 24 tra i morti sarebbero tutti identificabili come militanti di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese.

Ma tutto questo nella lettera è omesso. Al suo posto troviamo scritto:

“Noi sottoscritti, sostenitori del diritto di Israele ad esistere come stato entro confini legittimi, sicuri e riconosciuti, e ugualmente di quello dei palestinesi ad uno stato indipendente, guardiamo con estrema preoccupazione alle prime conseguenze, letali per le prospettive della pace, dello spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme da parte dell’amministrazione Trump”.

La menzogna trova sempre ostello là dove si è disposti ad ospitarla. Lo spostamento dell’ambasciata americana non centra nulla con una azione già in atto a Pasqua, quando ci furono i primi tentativi di sfondare la barriera e Israele rispose con il fuoco. Ma naturalmente, Trump e la sua decisione coraggiosa di mettere fine a una ipocrisia che durava da settanta anni, (Gerusalemme è di fatto dal 1948 la capitale politica di Israele), sono feticci perfetti per la demonizzazione da parte delle anime belle. Trump pazzoide che incendia il Medioriente, che dà fuoco alla polveriera, è un irresistibile cartoon. Molti ne sono appassionati, su Repubblica massimamente il redivivo duo De Rege, Zucconi-Rampini. La lettera prosegue:

“Non possiamo tacere di fronte all’uso sproporzionato della forza da parte di Israele. L’uso di armi da fuoco contro civili è ammissibile soltanto se detti civili partecipano direttamente ad azioni ostili, non se varcano o cercano di superare la frontiera con Israele. Vi sono mezzi non letali per contenere e disperdere proteste anche di massa.

Qui la menzogna fa corpo unico con una delle espressioni più in voga da parte dei cultori delle astrazioni luminose, dai kantiani sostenitori del fiat iustitia et pereat mundus. “Uso sproporzionato della forza” si è sentito ripetere costantemente in questi giorni e anche in passato, tutte le volte che Israele reagisce e si difende. Lo si usò massimamente nel 2014 durante l’ultimo conflitto tra Israele e Hamas e prima ancora nel 2009, in quello che lo aveva preceduto, quando l’ONU istituì una apposita commissione di inchiesta per appurare, i “crimini di guerra” commessi, ca va sans dire da Israele. Di quelli eventuali di Hamas non se ne faceva alcuna menzione. Fu lo stesso giudice Richard Goldstone che presiedette la commissione, dopo il rifiuto di farlo da parte dell’ex presidente dell’Irlanda Mary Robinson la quale aveva affermato che il mandato non era “guidato dai diritti umani e dalla legge internazionale sui diritti umani ma dalla politica”, a sconfessarlo in una lettera del 2011 apparsa sul New York Times in cui scriveva:

“Oggi sappiamo molto di più di ciò che accadde a Gaza nella Guerra del 2008-09 di quanto sapessimo quando presiedetti la missione per investigare i fatti, istituita dal Consiglio ONU per i Diritti Umani, diventata nota come Rapporto Goldstone. Se avessi saputo allora quello che so oggi, il Rapporto Goldstone sarebbe stato un documento diverso. Le accuse di premeditazione da parte di Israele erano fondate sulle morti e le ferite dei civili in situazioni nelle quali la nostra missione intesa a verificare i fatti non disponeva di nessuna prova sulla base della quale potere giungere a conclusioni diverse. Mentre le investigazioni pubblicate dall’esercito israeliano e accettate nel rapporto del comitato delle Nazioni Unite, hanno stabilito la validità di alcuni episodi da noi investigati relativamente a casi concernenti soldati singoli, esse indicano anche che i civili non vennero presi intenzionalmente di mira…Avevo sperato che la nostra inchiesta di tutti gli aspetti del conflitto di Gaza avrebbe inaugurato una nuova epoca di imparzialità al Consiglio ONU per i Diritti Umani, la cui storia di pregiudizio contro Israele non può essere messa in dubbio”.

Ma la forza è sempre “sproporzionata” quando chi la usa non ne è a sua volta vittima e soprattutto quando i civili sono usati come carne da macello, mischiati ai terroristi, in modo da lucrare sulla loro morte ed esporre Israele all’abituale esecrazione. Tecnica che Hamas utilizza da sempre con massimo profitto. Gliene va dato atto.

Così apprendiamo che per gli estensori della lettera, gli intellettuali con le mani alzate, i jihadisti di Hamas, come quelli uccisi dall’unità Maglan sarebbero, ci si immagina di sì, partecipanti “direttamente ad azioni ostili” anche se le armi non andrebbero usate contro chi varca “la frontiera con Israele”, magari munito di fiori e frutta. Il principio di non contraddizione è una opzione che i firmatari non considerano. C’è poi, sì, c’è, dopo la reprimenda nei confronti di Israele, anche una strigliatina per Hamas:

“Condanniamo la retorica fondamentalista di Hamas che non abbandona il rifiuto di Israele né desiste da una guerra di guerriglia che espone la gente di Gaza alla rappresaglia di Israele”.

Si trova come fanalino di coda ciò che dovrebbe essere posto all’inizio della lettera, poiché è esattamente il rigetto di Israele e la programmatica jihadista di Hamas, oggi sostenuta principalmente dall’Iran che alla pari di Hamas vorrebbe Israele annientato, la causa di ciò che è accaduto lunedì. La risposta armata di Israele è solo la conseguenza di tutto ciò. Ma i firmatari illuminati capovolgono l’ordine dei fatti, invertono gli antecedenti temporali, in modo che in primis sia Israele ad apparire colpevole e solo successivamente anche Hamas venga coinvolto.

La conclusione scalda i cuori affranti, quelli jihadisti in particolare:

“Chiediamo, soprattutto, che tacciano le armi e si cerchino ora e per il futuro, da parte di tutti, le vie politiche del dialogo, della conoscenza reciproca e della pace in tutta la regione”.

Quando la realtà affonda così miseramente nella melassa ci si può solo ripulire dalla sua vischiosità tendendo ben presente ciò che Thomas Hobbes scriveva nel Leviatan, “La verità è l’inferno visto troppo tardi”


NOTIZIE IMPORTANTI DA GAZA
Progetto Dreyfus

Una notizia importante perché farà cambiare idea a coloro che avevano condannato la portata della controffensiva israeliana contro il pericoloso tentativo di migliaia di palestinesi di penetrare in Israele. Salah Al-Bardawi, un esponente di Hamas, durante un’intervista ha confessato che 50 delle 62 vittime palestinesi, uccise dal fuoco israeliano, erano membri di Hamas, organizzazione votata alla morte pur di veder distrutta Israele. “Negli ultimi scontri, se 62 persone erano dei martiri, 50 di loro erano di Hamas” ha detto Al-Bardawil. L’esercito israeliano ha subito commentato dichiarando che queste parole oltre a dimostrare le responsabilità di Hamas sugli ultimi episodi di violenza al confine tra Gaza e Israele, confermano come quelle inscenate da Hamas erano ben lungi da essere delle manifestazioni pacifiche. E sul numero delle vittime, Israele sta svolgendo delle indagini in particolare sulla morte misteriosa di una bambina palestinese di otto mesi che a differenza di quanto è stato dichiarato sarebbe invece deceduta per cause naturali. Il dubbio è partito proprio da Gaza, da un medico palestinese che chiedendo di mantenere l’anonimato, ha diffuso l’informazione riservata che la piccola non sarebbe morta inalando il gas lacrimogeno lanciato dai soldati israeliani, ma a causa di una patologia pregressa.

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 3340285687
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 8:30 pm

I dementi e bugiardi antisraeliani e antisemiti del Fatto

Medio Oriente, il controllo della violenza di Hamas e le prossime mosse di Israele nella trappola di Gaza
Fabio Scuto
2018/05/16

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... za/4360653

Nessuno sa esattamente cos’è accaduto fra Hamas e Israele la notte fra lunedì e martedì scorso. È noto che in quelle ore Hamas ha inviato a Israele una serie di messaggi – attraverso l’intelligence egiziana e anche intermediari del Qatar – che indicavano il suo desiderio di contenere il livello di violenza, che il giorno prima aveva provocato 60 morti e 2.700 feriti nelle proteste lungo la Barriera. Israele ha risposto con passi propri. Il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha approvato una direttiva per chiedere all’Esercito israeliano di riaprire il passaggio di confine di Kerem Shalom tra Israele e Gaza per il passaggio delle merci, nonostante i pesanti danni provocati alla parte palestinese durante gli ultimi due week end di proteste. Nello stesso tempo l’Egitto ha approvato il trasferimento dei manifestanti gravemente feriti attraverso il valico di frontiera con Gaza a Rafah per ricevere assistenza medica negli ospedali egiziani. Sembrano passi coordinati, in uno sforzo congiunto, per calmare la situazione lungo i confini la Striscia.

La “svolta” di Hamas dimostra ciò che è apparso chiaro nel corso delle ultime sette settimane: la leadership dell’organizzazione guidata da Yahya Sinwar e Ismail Haniyeh ha il pieno controllo su ciò che accade a Gaza. Ha incoraggiato le masse a raggiungere la Barriera di confine e sta gestendo l’intensità della violenza nelle manifestazioni. È la leadership di Hamas che ha deciso di astenersi dal lanciare missili contro Israele, nonostante i numerosi morti, anche nelle precedenti settimane. Questa leadership ha dimostrato a Israele cosa è in grado di fare con la folla dei disperati di Gaza, quanta rabbia e violenza può lasciare dilagare. Con devastanti effetti, anche per Israele. Se l’asimmetria dello scontro mette da un lato un esercito moderno, sofisticato e ben armato come l’Idf e dall’altro masse di civili disarmate con aquiloni e pietre, la débâcle mediatica e diplomatica è certa. Come la dura reazione dell’Onu e della comunità internazionale.

Adesso è difficile accettare la spiegazione dell’intelligence fornita dall’esercito israeliano e dal servizio di sicurezza Shin Bet negli ultimi tre anni. Ogni volta che i missili venivano lanciati da Gaza, Hamas era in difficoltà nel reprimere i gruppi salafiti più piccoli. È chiaro adesso che Gaza è tranquilla quando questo è ciò che vuole Hamas, e quando ha un interesse nell’altra direzione la violenza aumenta. Il cambio di strategia di Hamas lunedì notte, sembra essere legato in particolare all’elevato numero di morti – quasi 60 vittime lunedì, dopo altre 50 nelle manifestazioni precedenti, oltre a migliaia di feriti. Questi numeri impongono un enorme onere al sistema sanitario di Gaza, sempre condannato a una cronica penuria dei materiali medici, dalla prima assistenza nel pronto soccorso alle protesi per gli amputati.

Ci possono anche essere altre considerazioni. Ieri Israele ha minacciato – attraverso il ministro della Sicurezza Gilad Erdan e anche attraverso l’intelligence egiziana – che se ci sarà un’escalation delle violenze al confine, potrebbero riprendere le “eliminazioni mirate” delle figure di alto livello di Hamas. È il momento per l’organizzazione islamica di una pausa tattica dopo i recenti sviluppi, almeno fino alle prossime manifestazioni già annunciate per venerdì. L’intelligence israeliana ritiene che Hamas non voglia lo scontro. L’ipotesi ragionevole è che i capi dell’organizzazione volessero ripristinare la narrativa della resistenza popolare palestinese contro Israele in occasione della Nakba e, attraverso le uccisioni al confine, spingere lo Stato ebraico ad accettare concessioni sull’economia di Gaza e la libertà di movimento, due condizioni che potrebbero fermare il deterioramento condizioni di vita dentro la Striscia. Hamas sta attraversando un momento difficile nella gestione della Striscia per il suo isolamento diplomatico, i tagli all’assistenza finanziaria da parte dell’Anp di Abu Mazen e degli stati del Golfo.

Dall’altro lato della Barriera di sicurezza, anche se la violenza dovesse scemare, Israele non ha una vera politica per affrontare i problemi della Striscia, oltre che rifiutare fermamente le richieste di Hamas. Non ha programmi che possano aiutare a estrarre Gaza dalla trappola in cui si trova. I professionisti della Difesa, incluso il servizio di sicurezza Shin Bet, condividono la valutazione della terribile situazione dell’economia e delle infrastrutture di Gaza. Ma ci sono serie limitazioni al margine di manovra del primo ministro Benjamin Netanyahu. Ciascuno dei partiti nella coalizione del suo governo si sta dando da fare per assicurarsi che nessun altro lo scavalchi a destra. Nessuno oggi in Israele vuole passare per una “colomba”. È un’immagine perdente. Anche di fronte alla sua impressionante serie di recenti successi, nemmeno Netanyahu può permettersi di essere considerato troppo morbido con Hamas. In pratica, la trappola resta chiusa. Gli effetti dei tragici fatti di questa settimana si vedranno nei sermoni del venerdì nelle moschee e nelle manifestazioni in Paesi come la Giordania e la Turchia. Il resto dipenderà dalla capacità di Hamas nel continuare a spingere la gente di Gaza verso la Barriera di confine, al prezzo delle loro vita.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islam

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 8:31 pm

Il demente Mentana contro Isrraele e gli ebrei che si difendano
https://www.facebook.com/israelenews/vi ... 8218667952

A seguito delle penose affermazioni di Enrico Mentana riguardo ai recenti fatti di Gaza, pubblico la lettera che Rav. Roberto della Rocca ha ritenuto di indirizzargli.
Niram Ferretti
17 maggio 2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Caro Enrico Mentana

le tue esternazioni di ieri in merito ai tragici eventi di Gaza hanno lasciato in gran parte di noi della Comunità ebraica un' inquietante costernazione . Non è questa la sede per entrare nel merito della tua lettura di questa tragedia sulle cui responsabilità anche tu sembri voler attribuire unicamente allo Stato di Israele, in modo tendenzioso e scorretto. Mi limito solo a confutare la tua grave affermazione per la quale Israele sarebbe una sorta di risarcimento dell'Europa per aver ucciso tanti ebrei nella Shoà. È una tesi pericolosa divenuta una delle maggiori e perniciose argomentazioni antisemite. Lo Stato di Israele non nasce grazie alla Shoa . Semmai malgrado essa . La catastrofe dell'ebraismo europeo non ne è la premessa, quindi Israele non ne rappresenta neanche la conseguenza.

Non potrà mai esserci alcun risarcimento per una catastrofe come la Shoa . E anche storicamente il movimento di ritorno del popolo ebraico a Israele è precedente alla Shoa . Insisto su questo punto perchè è quello che oggi sta alimentando quel perverso cortocircuito psicologico, usato come lavatrice dei tanti sensi di colpa della nostra "civilissima" Europa , per la quale la stella di David - anche da te così impropriamente evocata - da simbolo dei perseguitati si è trasformata come simbolo dei presunti persecutori. Mi trovo purtroppo costretto a comunicarti, la non opportunità di una tua presenza come relatore al prossimo Festival di cultura ebraica del 2 di dicembre p.v. al quale ti avevo invitato, perchè ciò costituirebbe un elemento divisivo e di grande imbarazzo per la nostra Comunità.

Siccome in un nostro recente incontro mi hai definito un Maestro mi permetto di ricordarti una massima rabbinica che dice : "una persona è giudicata non tanto per ciò che ha fatto , quanto per ciò che non ha fatto e avrebbe potuto fare ..". E tu , caro Enrico,i n ragione della tua intelligenza e della posizione che occupi puoi fare tanto per il popolo di Israele in questo difficile momento. Come che sia resto a disposizione per un confronto vis a vis, in un incontro che sia in grado di tacitare riserve e zone d'ombra

Un cordiale shalom
Roberto della Rocca



Lettera a Enrico Mentana
Di Deborah Fait
17 maggio 2018

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0.facebook

Signor Mentana,
Non posso incominciare questa lettera con un – gentile o egregio o addirittura caro Mentana - perchè sarei ipocrita e andrei contro me stessa e il mio senso della giustizia. Ho ascoltato i suoi 100 secondi a RDS e sono rimasta allibita non tanto per le indegne stupidaggini che ha detto sugli scontri tra Israele Hamas. "Strage, lei dice, perchè non può essere chiamata diversamente...la responsabilità è tutta degli uomini armati colla stella di Davide, non un colpo di arma da fuoco è stato sparato contro l'esercito di Israele". Ecco, Mentana, questa è una menzogna inqualificabile, i palestinesi, andati in massa al confine, pagati da Hamas, sono armati di kalashnikov, bombe a mano, bombe molotov, coltelli pronti allo sgozzamento e tonnellate di pietre che, all'occorrenza, ammazzano. Lei può immaginare, nonostante la sua limitata comprensione per i diritti di Israele in quanto stato sovrano, cosa sarebbe accaduto se 40.000 indemoniati armati fossero entrati nel territorio israeliano? Se le immagina le famiglia sgozzate perchè è a questo che i palestinesi sono educati fin dalla più tenera età: come sgozzare i cani e le scimmie ebree. Lei si rende conto che qualsiasi stato sovrano avrebbe sparato di fronte a un'invasione nemica ai propri confini? Questo è il Diritto internazionale! Israele, che vorrebbe vivere in santa pace, che vorrebbe avere i propri figli a casa come tutti i figli del mondo, è costretta a sparare da un secolo, non solo da 70 anni a questa parte. Se, dopo la prima guerra mossa dagli arabi, solo 6 ore dopo la proclamazione del moderno stato di Israele, Israele non avesse sparato non esisterebbe più.

All'epoca le armi erano poche ma la disperazione e la speranza erano enormi. In tutte le guerre successive e durante gli anni del terrorismo, Israele è stata costretta a sparare per poter vivere! Gli arabi-palestinesi non hanno mai fatto rivolte per protestare contro qualcosa che a loro non andava a genio ma per arrivare alla distruzione dello stato sionista. Lo hanno sempre detto apertamente, non è un segreto, sta scritto sullo statuto di Fatah/OLP e di Hamas. Israele, Mentana, spara perchè deve, deve difendere la propria popolazione fatta di ebrei, arabi, drusi, beduini, circassi, cristiani , ebrei, musulmani, Israele difende tutti! Spara quando è costretto a farlo perchè in Israele tutti possano vivere! Non lo capisce questo vero, Mentana? Ma la cosa che più mi ha scandalizzato di questi suoi 100 secondi alla radio è stato sentirle dire che "Israele è nato sulla colpa dell'Europa che aveva sterminato gran parte degli ebrei". Ma come è possibile che un giornalista del suo livello arrivi a dire una simile coglionata, Mentana! Israele nato a causa della Shoah? Allora lei sposa le teorie antisemite e negazioniste di Abu Mazen e dei peggiori satrapi arabi o musulmani: Mi chiedo come sia possibile che un giornalista della sua fama e della sua preparazione politica si faccia raggirare da una propaganda infame che vuole negare il miracolo della rinascita di Israele. A questo punto devo assolutamente darle una piccola lezione di storia, cosa di cui lei sembra digiuno. Il sionismo nacque nel 1898, Theodor Herzl scrisse "Lo stato ebraico" nel 1896, quindi qualche anno prima delle guerre mondiali in Europa. La Dichiarazione Balfour fu del 1917 e la Conferenza di Sanremo del 1922, entrambe hanno gettato le basi di uno stato per il popolo ebraico in Erez Israel.

Quando gli inglesi sono scappati e si sciolse il Mandato britannico, Israele era pronto, aveva già tutte le strutture di uno stato. Lei Mentana è precipitato con entrambe la gambe nella melma della propaganda del fascismo arabo che vuole far credere che Israele esista perchè l'Europa si sente in colpa per ...qualcosa .... negano la Shoah ma, incoerenti e ipocriti come sempre, dicono che Israele è nata a causa della stessa. Israele non è nato come riparazione o premio di consolazione delle colpe europee, Mentana, e che un giornalista par suo lo dica pubblicamente è imperdonabile e vergognoso. Israele è nato dal coraggio immenso degli ebrei che, pochi e ammaccati dopo le sofferenze subite sia in Europa che nel Mandato britannico, hanno combattuto contro 5 eserciti arabi pronti a sterminarli. Israele è nata dall'ideale sionista e dal coraggio del suo popolo che continuerà a difendersi dalle aggressioni arabe e dall'odio implacabile dell'occidente. Molti anni fa le telefonai per protestare per alcune cose non corrette dette da lei sulle attività di Hezbollah in Libano e lei, letteralmente, mi urlò nelle orecchie "Lei non sa che io sono ebreo". Bene Mentana, che lei sia o no ebreo, non me ne importa, quello che mi dispiace è che, mentendo sulle aggressioni a Gaza e sulla nascita di Israele, lei ha perso definitivamente ogni credibilità. Si vergogni.




Se Beppe Grillo non fosse l'ispiratore del nuovo governo 5Stelle-Lega potremmo liquidare tutto questo come uno sbotto di comicità. Ma Grillo non è più soltanto un giullare e lo scritto di Roger Waters che ha pubblicato sul suo blog, su cui si "informano" molti italiani, è uno schifo.
Giulio Meotti
17/05/2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 9055359293

“Non posso esprimere adeguatamente i miei sentimenti in questo giorno della Nakba.
I miei sentimenti di profonda tristezza per tutti coloro che furono costretti a lasciare le loro case, minacciati di morte, 70 anni fa.
I miei sentimenti di compassione per tutte le madri, i padri, le sorelle, i fratelli, le zie, gli zii, i nonni morti durante tutti questi anni.
I miei sentimenti di assoluto disprezzo per il Presidente Trump e per Ivanka, Kushner, Adelson e il resto di quella odiosa e mortifera cricca.
I miei sentimenti di amore per i miei fratelli e le mie sorelle in Palestina e per i rifugiati palestinesi in ogni altro luogo.
I miei sentimenti di amore per le mie sorelle e i miei fratelli ebrei, specialmente di Jewish Voice for Peace. Vi riconosco, potrei piangere oggi per la vostra grande e continua umanità.
I miei sentimenti di ammirazione sconfinata per per tutte le persone di Gaza e della Cisgiordania per la loro eroica resistenza non violenta alla brutale occupazione israeliana.
I miei sentimenti di gratitudine per il Sud Africa, la Turchia e la Repubblica di Irlanda per avere ritirato in questo giorno i propri ambasciatori da Tel Aviv in protesta per il massacro di innocenti in corso.
I miei sentimenti di imponderabile pietà per Israele.
Israele, come potrai dimenticare?”

C'è da essere un tantino preoccupati quando questa paccottiglia diventa virale, populista. Specie a immaginare i figliocci di Grillo al comando della nostra politica estera.




Minuti e millenni
17/05/2018 - 3 סיון 5778
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

http://moked.it/blog/2018/05/17/minuti-e-millenni

disAnche l’ebreo più lontano dall’osservanza non dovrebbe ignorare che nella preghiera principale che si recita tre volte al giorno Gerusalemme è citata tre volte e Sion due. Poi ci sono altre preghiere, altri riti e una serie di digiuni a non farci dimenticare Gerusalemme e cosa significa per noi. È per questo che quando un ebreo si presenta in quanto tale in pubblici appelli nella stampa, quale che sia il suo orientamento politico, non dovrebbe valutare i fatti di Gerusalemme solo secondo gli ultimi cinque minuti della politica ma alla luce di qualche millennio della nostra storia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 8:31 pm

L’irrefrenabile perversione di accusare Israele
17 maggio 2018
Gerardo Verolino

http://www.italiaisraeletoday.it/lirref ... re-israele

C’è un irrefrenabile desiderio che pervade le nostre opulente società occidentali. Trovare ogni pretesto utile per accusare Israele. Cosa c’è di più identitario e condiviso per le masse radical-chic avrebbe detto Tom Wolfe che non criminalizzare lo Stato ebraico? Cosa c’è di più eccitante per i giovani figli di papà dei centri sociali che esibiscono sempre la keifah attorno al collo che gridare: “Boia!” Allo Stato d’Israele? Quale azione è più gratificante per un universitario di sinistra che voglia farsi accettare dal branco che dare del criminale di guerra a Netanyahu?

Prendiamo l’ultimo episodio. La “marcia del ritorno” che i palestinesi compiono ogni anno per ricordare la “Nakba” cioè quella che loro considerano come la catastrofe ossia il ricordo dell’esodo, a loro dire, verso altre terre per permettere la nascita dello Stato d’Israele e di cui, quest’anno, ricorre il suo settantesimo anniversario.

Ebbene, la manifestazione che è stata un mezzo flop e che ha visto, proprio il 15 Maggio, poche persone, rispetto alle folle tumultuose dei giorni precedenti che spingevano lungo i confini d’Israele, aderire, stanche, spossate, indifferenti, forse disilluse dalle politiche di Hamas e per questosorde ai suoi appelli, il suo scopo propagandistico lo ha raggiunto lo stesso.

I capi di Hamas infatti possono contare su quel lugubre bottino di vittime da presentare in conto alle opinioni pub bliche mondiali, alle istituzioni comunitarie e alla stampa compiacente che non aspettano altro che trovare ogni scusa buona per incolpare, sempre e comunque, Israele di “eccedere nell’uso sproporzionato della forza” (come se centomila persone minacciose che premono ai confini sia cosa fac ile da gestire) o di comportarsi come i nazisti si comportarono con loro e quindi chi la fa l’aspetti (dimenticando che una sessantina di morti, molti dei quali pericolosi terroristi, rispetto alle moltitudini di un centinaio di migliaio di persone che vogliono attraversare il confine è un numero, per quanto doloroso, assai modesto: l’avessero fatto al confine iraniano, turco o egiziano i morti sarebbero stati a decine di migliaia).

Ma che importanza ha spiegare come stanno le cose? Mica conta racco ntare laverità. Basta accusare Israele perché ha torto a priori. Gli odiatori non aspettano altro che pescare dal mucchio dei morti palestinesi, non per criticare Hamas di averli usati come carne da macello, ma per mettere Israele sul banco degli imputati e intestarle tutto il male del Mondo.

Ma avete visto come schiumano odio rabbioso quando possono additare Israele perché ammazza quella “povera gente” , molti dei quali terroristi, che usa le fionde: vuoi mettere le fionde coi fucili? Avete visto come godono ebbri di gioia a definirla nazista?

E come vomitano collera purulenta rammaricandosi solo del fatto che Hitler non ha potuto portare a termine la “soluzione finale” liberandoci così da questo cancro devastante? E come eruttano sanguinoso livore per quel popolo di usurai che l’Olocausto se lo meritava e se l’è cercato come dice Abu Mazen mentre le ” docce” in Polonia facevano solo il loro dovere.

Che poi i peggiori sono quelli che iononsonoantisemita ma antisionista.

E poi scopri che hanno una foto, così per giocare, di un campo di concentramento nell’immagine del profilo: ma non si dica che odio gli ebrei eh..

E che dire di quegli ebrei che vivono in Italia,vezzeggiati dai media e dai salotti “di regime”, che sono pronti a criticare sempre il proprio Paese e che vengono tirati per la giacchetta da questo o quel nemico d’Israele che strabuzza gli occhi a trovare un ebreo che parla male del suo popolo.

Ed eccoli pronti, in prima fila, a firmare tutti gli appelli in cui si dica che “Israele fa schifo”. L’ultimo in ordine di tempo quello promosso dal settimanale “L’Espresso” dove tanti intellettuali, in maggioranza ebrei: Roberto Della Seta, David Calef, Bruno Contini, Anna Foa, Lisa Ginzburg, Wlodek Goldkorn ,Giorgio Gomel, Helena Janeczeck, Simon Levis Sullam, Laur Mincer, Michele Sarfatti, Roberto Saviank, Alessandro Treves, Susanna Terracina e l’immancabile Gad Lerner, hanno sottoscritto una petizione perché “non possiamo tacere di fronte all’uso sproporzionato della forza da parte di Israele”.

“L’Espresso” è quel giornale che, due anni prima, attiva un’altra sottoscrizione nella quale 160 accademici italiani chiedono di boicottare le università israeliane per condannare “l’espropriazione e la discriminazione sistematica operata da Israele contro la popolazione palestinese che vive nei territori occupati”. Ed anche in quella circostanza troviamo un ebreo che si schiera contro il suo popolo, Giorgio Forti, un professore dell’Università di Milano, e membro niente di meno che di ECO (Ebrei contro l’Occupazione).

Ma un caso eclatante riguarda quel docente in Israele, Ofer Cassif, che si permette di definire il suo Paese, durante una lezione all’università di Gerusalemme, simile alla Germania nazista.

Un emulo di Ilan Pappé, lo storico ebreo che sostiene che il suo Paese ha operato una pulizia etnica in Palestina.

“Se Israele è il nemico, è perché il nemico è l’Occidente-scrive Niram Ferretti ne “Il sabba intorno ad Israele” (Lindau)-parteggiare esplicitamente o implicitamente (come fanno tanti intellettuali anche ebrei) per un’organizzazione jihadista, significa abdicare ai valori fondanti della democrazia e del liberalismo”. Ferretti ricorda, nel suo denso e caustico libro, che, seppure il pregiudizio anti-semita sia di vecchia data, quello anti-israeliano assume contorni marcati nel ’67, quando la frustrazione dei paesi arabi che aggredirono Israele rispetto alla superiorità strategica e militare d’Israele “prendeva le sembianze dell’autodeterminazione palestinese” e generava le “tre basi mitiche di riduzione: razzismo, nazismo, apartheid” perché “la menzogna è nemica della complessità”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 8:32 pm

L’Ajc sugli scontri a Gaza
L'Opinione delle Libertà

http://www.opinione.it/esteri/2018/05/1 ... harris-ajc

David Harris, direttore esecutivo dell’American Jewish Committee (Ajc), ha rilasciato il seguente comunicato sulla situazione a Gaza.

“In questi difficili momenti al confine con Gaza, siamo al fianco di Israele. È necessario essere assolutamente chiari. Quest’ultimo ciclo di violenze è stato scatenato da Hamas, una organizzazione terroristica - definita tale sia dagli Usa che dalla Ue - la cui costituzione e retorica riguardo i loro obiettivi auspica nientemeno che il genocidio di Israele e del popolo ebraico. I critici di Israele vorrebbero farci credere che si tratterebbe di una “pacifica protesta dei residenti di Gaza”, a cui l’esercito israeliano risponderebbe con la forza. Si tratta di un travisamento totale dei fatti, forse causato dal rancore, dalla scarsa conoscenza dei fatti o da un goffo tentativo di imparzialità. Non sono pacifiche proteste. Il loro scopo è di sfondare il confine con Israele riconosciuto dal diritto internazionale, entrare nel territorio israeliano e, come è stato più volte ripetuto dai portavoce di Hamas, massacrare ebrei – proprio così, massacrare ebrei – spesso in nome di comandamenti religiosi. Cos’altro può fare Israele se le armi non letali non hanno fermato dimostranti che cercano di entrare nel Paese per devastarlo? Ci dicano le altre nazioni cosa farebbero davanti a una situazione simile, invece di fare la predica ad Israele da casa loro, come alcuni stanno facendo. Tragicamente, quando c’è una crisi del genere ne vanno di mezzo persone innocenti. Ma l’ethos di Israele è sempre quello di tenere basso per quanto umanamente possibile il numero di vittime, mentre allo stesso tempo deve affrontare folle di persone tra cui numerosi terroristi e provocatori. A suo credito, gli Usa sono rimasti fermamente al fianco di Israele in queste settimane di crescente violenza a Gaza, difendendo il diritto assoluto di Israele di proteggere i suoi cittadini. Siamo grati a Washington per la sua lucidità morale, mentre altri, troppi, brancolano nella nebbia. Per quanto riguarda Hamas, sta ripetendo la stessa cinica strategia che abbiamo già visto tante volte: strumentalizzare donne e bambini, cercare la vittima, per poi ritrarre Israele nella peggiore luce possibile. Incredibilmente, nella comunità internazionale c’è chi ha abboccato in pieno all’amo, scegliendo per qualche motivo di ignorare il carattere e lo scopo di Hamas. Non dimentichiamo che quando nel 2005 Israele terminò il ritiro completo e assoluto dalla Striscia, Gaza ebbe, per la prima volta nella sua Storia, la possibilità di governare se stessa. Le precedenti potenze occupanti, tra le quali troviamo l’Egitto, l’avevano dominata con il pugno di ferro. Ma invece di tracciare un percorso di sviluppo politico, sociale ed economico, il popolo di Gaza espulse l’Autorità Palestinese che si trovava al governo, mettendo Hamas al suo posto. Per Hamas, a sua volta, la distruzione di Israele è sempre stata molto più importante della costruzione di Gaza, eccetto quando c’è da costruire tunnel per i terroristi e fabbriche di armi con cui sparare agli israeliani. In conclusione, dal 2007 si sono gettate al vento innumerevoli opportunità, una enorme quantità di fondi internazionali sono stati deviati, è stato fatto il lavaggio del cervello ad una intera generazione di bambini, e generalmente, la situazione a Gaza è andata di male in peggio. Eppure c’è ancore chi si rifiuta di ritenere Hamas responsabile, perché nella loro testa bisogna sempre e solo parlare di Israele. Per costoro, complici di Hamas, Israele non ha nessun diritto legittimo di difendersi, né le viene mai dato alcun credito per il flusso giornaliero di aiuti umanitari che fa entrare a Gaza, anche in tempo di guerra. Ricordiamo - di nuovo - che Gaza si è dichiarata nemico dello Stato Ebraico. Per i suoi complici, i palestinesi di Gaza non hanno mai colpe, sono sempre le vittime, non sono mai responsabili. E a proposito, per i suoi complici Gaza ha sempre solo un confine, quello con Israele. In realtà ne ha due, visto che confina anche con l’Egitto, altra nazione araba. Dato che siamo un’organizzazione impegnata da tempo nella ricerca di una pace duratura tra Israele e i palestinesi, possiamo solo sperare che un giorno saliranno persone più sagge al governo a Gaza. Se Gaza avrà mai un futuro migliore, dovrà ripensare profondamente le sue strategie, iniziando dalla ricerca di una coesistenza con Israele, invece di alimentare scontro e conflitto permanenti”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 8:34 pm

MEDIO ORIENTE: SCHIAFFO DELLA LEGA ARABA AI PALESTINESI
Sarah G. Frankl
20/05/2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 6787489710

La Lega Araba, riunita ieri al Cairo per discutere degli scontri tra Israele e Hamas dei giorni scorsi, non ha nessuna intenzione di compromettere le relazioni con gli Stati Uniti e le nascenti relazioni con Israele a causa delle richieste palestinesi.

Pur condannando duramente la “reazione sproporzionata” di Israele nei confronti dei miliziani di Hamas, pur chiedendo una indagine indipendente “credibile” su quelli che il Segretario generale della Lega Araba, Ahmed Abul Gheit, ha definito i “crimini israeliani”, non ha accettato la richiesta del Ministro degli esteri palestinese, Riyad al-Maliki, di richiamare i proprio ambasciatori a Washington come segno di protesta per il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme.

La richiesta palestinese era arrivata all’apertura della sessione speciale della Lega Araba presieduta in questa occasione dall’Arabia Saudita e organizzata, con molta calma, per dare una risposta del mondo arabo agli scontri lungo il confine tra Israele e Gaza ma soprattutto per dare una risposta al trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme.

Alla fine ne è uscito un “documento standard” nel quale si condanna la risposta di Israele all’attacco di Hamas ai propri confini, si condanna il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, si ribadisce che Gerusalemme Est deve essere araba, ma non si va oltre. Insomma, solita e scontata manfrina ma senza affondare troppo.

Letteralmente derisa la richiesta palestinese di richiamare gli ambasciatori arabi da Washington. Nessun Paese arabo vuole compromettere le relazioni con gli Stati Uniti e le nascenti relazioni con Israele a causa dei palestinesi.

Secondo fonti arabe sia il documento finale che il rifiuto arabo alla richiesta palestinese avrebbe fatto letteralmente infuriare il Ministro degli esteri di Ramallah che lo ha classificato come “uno schiaffo alla causa palestinese”.

Nel mirino della collera palestinese è finito il Ministro degli esteri saudita, Adel al-Jubeir, ritenuto l’artefice del blando documento finale e del netto rifiuto di richiamare gli ambasciatori arabi da Washington. In realtà nessuno dei Paesi Arabi ha interesse a rompere le relazioni con gli Stati Uniti né a interrompere il lungo percorso di avvicinamento a Israele.

Il vero nemico degli arabi è l’Iran non Israele, su questo tutti i Paesi arabi sono concordi. I palestinesi ormai sono solo un ostacolo, ancora più evidente nel momento in cui Hamas è passato chiaramente sotto tutela di Teheran.



La “nakba” mediatica antisionista che ha sconvolto l’Europa
18 maggio 2018
Niram Ferretti

http://www.italiaisraeletoday.it/la-nak ... hia-europa

Non c’è assolutamente nulla di cui sorprendersi relativamente allo scatenamento anti-israeliano a cui abbiamo assistito in questi giorni sui media europei riguardo ai fatti che sono accaduti al confine tra Israele e Gaza. Si era già cominciato in aprile, quando Israele aveva iniziato a sparare contro i jihadisti di Hamas che cercavano di sabotare la barriera che separa l’enclave costiera e lo Stato ebraico per introdursi al suo interno.Dei 60 morti ufficiali, cifra fornita dal Ministero della Sanità di Hamas, 52 erano affiliati di Hamas, come dichiarato esplicitamente da uno de portavoce dell’organizzazione terroristica che governa la Striscia con pugno di ferro dal 2007.

Tuttavia, per gran parte della stampa e della televisione si trattava di “pacifici manifestanti”, di “inermi”, mentre, ovviamente, i soldati israeliani erano e sono dei carnefici che sparano sulla folla uccidendo chi capita loro a tiro.

Perché non c’è niente di cui sorprendersi? Semplice. Perché da cinquanta anni a questa parte, dopo la clamorosa vittoria di Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, l’Europa ha cominciato progressivamente e inesorabilmente a sposare la propaganda antisionista confezionata dall’Unione Sovietica e dai suoi clienti arabi. Il palestinismo è stato inoculato piano piano all’interno dell’opinione pubblica, ma è soprattutto diventato il dogma laico delle elites governative, con, come mosca cocchiera, la Francia vocativamente e risolutamente filo araba.

Nessuno ha saputo evidenziare in modo più lucido e inflessibile di Bat Ye’or questa capitolazione europea:“Il terrorismo palestinese e l’embargo sul petrolio costrinsero l’Europa a sottomettersi alle condizioni arabe. Nel 1973 il sostegno nei confronti dell’OLP divenne un elemento strutturale indispensabile della politica mediterranea euro-araba. L’antisemitismo, la diffamazione, l’incitamento all’odio e la delegittimazione di Israele divennero una fonte di profitti per l’Europa e andarono a costituire una base inamovibile che condizionò i suoi scambi economici, industriali, commerciali e culturali con il mondo arabo.

La decisione europea di sostenere l’OLP in modo da costruire una strategia di unione con il mondo arabo-musulmano del Mediterraneo-Eurabia-ha determinato il condizionamento da parte delle università, dei media e della cultura del pubblico europeo in nome di una politica che ha giustificato moralmente l’eradicazione dello Stato ebraico. Il mondo arabo reclama dall’Europa la creazione della Palestina con Gerusalemme come sua capitale. La resistenza di Israele dal suo suicidio richiesto dall’Unione Europea, esacerba le tensioni.

L’Europa paga miliardi ai palestinesi, all’UNRWA e alle ONG che diffondono l’odio per Israele su scala globale, dunque ha contribuito grandemente all’antisemitismo. I motivi di questa campagna sono solo il petrolio, i profitti economici e un virulento antisemitismo di matrice europea travestito da politica umanitaria”.

Questo è lo scenario nel quale ci troviamo a vivere oggi. Va aggiunto che la sinistra è stata, in Europa, il megafono maggiore della vulgata antisionista e anti-israeliana, in virtù della trasformazione del jihadismo musulmano in “resistenza” e dei palestinesi in “vittime” e “oppressi”.

A questo punto il ritratto in nero di Israele era compiuto. Dunque, ogni volta che Israele agisce per difendersi da aggressioni, dalla violenza, da chi cerca di violarne i confini per portarvi morte e distruzione, scatta subito come una tagliola, la condanna unanime, si attua il dispositivo criminalizzante.

Eppure, in tutto questo quadro fosco c’è una buona novella. Israele è in sella, prospero e solido come non mai. In questi ultimi decenni la sua economia ha fatto grandi passi avanti, gli investitori e gli investimenti nei suoi settori principali, tecnologia, start ups, innovazioni mediche, informatiche, di sicurezza, sono aumentati. Così come è in incremento il turismo, il settore edile. Sul piano delle alleanze politiche ha saputo costruire nuove convergenze, dall’Asia, all’Africa, al Sud America, e mai come in questo momento il suo legame con gli Stati Uniti, il suo principale alleato storico, è stato più solido.

L’odio fomentato dalla propaganda non ha impedito e non impedisce a Israele di rinvigorirsi e continuare, come fa ogni giorno, a proiettarsi nel futuro, soprattutto demograficamente, con una media di 3,11 figli per famiglia a confronto di una Europa stanca, velleitaria, senza una identità precisa, dove si fanno sempre meno figli. Un’Europa abitata da fantasmi, da odi vecchi, di cui il più antico e terribile è l’antisemitismo che oggi, con sempre più frequenza, mostra il proprio ripugnante volto butterato.



UN PALESTINESE SPIEGA COME HAMAS HA ORGANIZZATO LE MANIFESTAZIONI DI QUESTI GIORNI
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 6580195363

Un agitatore palestinese fermato dalle forze di sicurezza israeliane, spiega come Hamas costringe i civili a partecipare alle manifestazioni di violenza al confine tra Gaza e Israele. “Hamas ci manda dei messaggi su Facebook dicendoci di andare e in moschea ci danno dei volantini per esortarci ad andare al confine. Hamas controlla la Striscia di Gaza e non c’è niente che passi sotto il suo naso. Hamas decide chi deve partecipare alle rivolte e chi no. Hamas crede che per non avere della gente che si ribella contro di loro, preferisce mandarli al confine per fare quello che vogliono. Hamas prepara gli autobus che portano le persone al confine prelevandoli da Shujayya o dalle moschee. Hamas dice alle donne di mettersi davanti sapendo che l’esercito israeliano non spara mai alle donne indifese. Lo dicono anche ai bambini. La gente è stufa, non ne può più e io sono uno di loro.”
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo islamico

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 8:35 pm

???

Ufficio diritti umani Onu - ”Israele deve finire l’occupazione di Gaza”
18 maggio 2018

http://www.italiaisraeletoday.it/il-com ... ne-di-gaza

Zeid Raad Al Hussein, responsabile dell’ufficio per i diritti umani dell’Onu

L‘uso della forza da parte di Israele contro le recenti proteste palestinesi è stato “totalmente sproporzionato”: lo ha detto oggi il responsabile dell’ufficio per i diritti umani dell’Onu, Zeid Raad Al Hussein, secondo quanto riporta la Bbc online. Parlando a Ginevra, Zaid ha detto che i palestinesi a Gaza erano di fatto “ingabbiati in una baraccopoli tossica” e che l’occupazione di Gaza da parte di Israele deve finire.



Erdogan vuole portare l’esercito turco a Gaza. «Libereremo Gerusalemme»
Era scontato che Erdogan avrebbe approfittato dei fatti di Gaza per ribadire la sua leadership nella Fratellanza Musulmana e nel mondo islamico. E adesso punta a portare i militari turchi nella Striscia di Gaza
Sadira Efseryan maggio 19, 2018

https://www.rightsreporter.org/erdogan- ... erusalemme


Il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiesto (ancora una volta) alle nazioni musulmane di unirsi contro Israele per «riprendersi Gerusalemme». Ha rispolverato l’idea della costruzione di un “esercito islamico” che con la scusa di difendere i palestinesi dovrebbe «estrarre il pugnale piantato nel cuore dell’Islam», cioè Israele.

La chiamata all’unità del mondo islamico contro Israele è arrivata ieri, prima attraverso la riunione speciale della Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) che ha emesso un documento finale nel quale si condannano i “crimini israeliani”, poi durante una manifestazione organizzata per mostrare la solidarietà turca ai palestinesi durante la quale tra lo sventolio di bandiere turche e palestinesi la folla ha chiesto a gran voce a Erdogan «di condurre il popolo musulmano alla riconquista di Gerusalemme».
Il piano di Erdogan: militari turchi nella Striscia di Gaza
Erdogan parla alla folla radunata per dare solidarietà ad Hamas (foto AFP)

Ma il vero obiettivo del dittatore turco è portare il proprio esercito nella Striscia di Gaza. «Le Nazioni Unite non sono riuscite a prendere misure efficaci contro i criminali israeliani» ha detto Erdogan alla folla sempre più esaltata. «Quindi tocca al mondo musulmano farsi carico della difesa dei fratelli palestinesi. La Turchia è pronta» ha poi aggiunto.

Durante la sessione mattutina del vertice della OIC era stato il Ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ad avanzare l’ipotesi di un “contingente militare musulmano” nella Striscia di Gaza per «proteggere la popolazione palestinese dalla aggressione israeliana». E naturalmente sarebbe la Turchia a guidare questo “contingente”.
L’intelligence israeliana aveva lanciato “l’allarme Turchia”

Da diversi mesi l’intelligence israeliana aveva lanciato “l’allarme Turchia” segnalando come Erdogan avesse ordinato di sostenere Hamas in ogni modo possibile.

Il piano di Hamas volto a scatenare gli scontri e conseguentemente a produrre “martiri” utili alla causa islamica, sarebbe stato studiato proprio ad Ankara con i servizi segreti turchi e non con l’Iran come qualcuno afferma.

Gli obiettivi erano quelli di ridare visibilità alla causa palestinese, ormai abbandonata dai paesi arabi, di sostenere concretamente Hamas, membro della Fratellanza Musulmana, e infine di provocare uno scontro diplomatico con Israele che dovrebbe portare ad implementare “importanti azioni provocatorie” sul tipo di quella della Mavi Marmara, il tutto finalizzato a mettere sotto tutela turca la Striscia di Gaza. «Dalla Turchia ci aspettiamo provocazioni sempre più eclatanti» ci ha detto una fonte della intelligence israeliana «ma siamo pronti ad ogni tipo di scenario» ha poi concluso la fonte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Ebraismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 15 ospiti

cron