Nazionalismi europei antisemiti, antisionisti antisraeliani
Inviato: sab gen 27, 2018 11:17 am
Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei
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"Il Giorno della Memoria, di cui domani si celebrerà la ricorrenza è ormai da tempo un rito in cui, con somma e paludata ipocrisia si ricorda la sgomentevole realtà della Shoah, e si dimentica quella inquietante del presente. La retorica sui fatti che dovrebbero servire da perenne ammonimento stride di fronte alla realtà di oggi, in cui l’antisemitismo non osa più come una volta nascondere il proprio volto. Con il trascorrere del tempo e l’allontanamento progressivo nel passato del genocidio degli ebrei, si allentano i freni che consentono di sdoganare pulsioni e intolleranze di cui ci si vergogna sempre meno. Mentre si commemorano i morti uccisi industrialmente dal nazismo, l’occidente riscopre il proprio antisemitismo".
Come piangere gli ebrei di ieri e odiare quelli di oggi
26/01/2018
http://www.linformale.eu/piangere-ebrei ... diare-oggi
Il Giorno della Memoria, di cui domani si celebrerà la ricorrenza è ormai da tempo un rito in cui, con somma e paludata ipocrisia si ricorda la sgomentevole realtà della Shoah, e si dimentica quella inquietante del presente. La retorica sui fatti che dovrebbero servire da perenne ammonimento stride di fronte alla realtà di oggi, in cui l’antisemitismo non osa più come una volta nascondere il proprio volto. Con il trascorrere del tempo e l’allontanamento progressivo nel passato del genocidio degli ebrei, si allentano i freni che consentono di sdoganare pulsioni e intolleranze di cui ci si vergogna sempre meno. Mentre si commemorano i morti uccisi industrialmente dal nazismo, l’occidente riscopre il proprio antisemitismo.
Nel suo opus magnum, A lethal Obsession, Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad, Robert S, Wistrich, uno dei più grandi studiosi del fenomeno scriveva:
“Dal 2005, c’è stata una rilevante crescita in incidenti antisemiti in giro per il mondo, specialmente in Australia, in Sud Africa, Canada, Argentina e in Gran Bretagna…La specificità etnica dei perpetratori è particolarmente interessante. In Gran Bretagna tra coloro che vennero identificati è stato stimato che nel 2007 il 53 per cento dei partecipanti ad azioni antisemite erano bianchi, il 27 per cento asiatici e arabi e il 13 per cento neri…Il trend è continuato nel 2008 con un totale di 541 incidenti di natura antisemita, una diminuzione del 4 per cento rispetto all’anno precedente. Nel gennaio del 2009, a seguito dell’offensiva militare di Israele a Gaza, tuttavia, ci furono in Gran Bretagna non meno di 250 incidenti a sfondo antisemita in quattro settimane. Fu il maggior numero mai registrato in un unico mese. Similmente, in Francia, Danimarca e Olanda, il numero di attacchi contro gli ebrei e di incendi dolosi ai danni di congregazioni ebraiche stavano aumentando”.
In un intervento a Bruxelles dell’anno scorso, il rabbino Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei, ricordò come il 22 per cento degli ebrei intervistati in nove paesi europei avesse ammesso di evitare avvenimenti ebraici per motivi di sicurezza personale, mentre il 40 per cento degli intervistati, 1,200 ebrei francesi, aveva dichiarato di non indossare più in pubblico la kippah nel timore di attacchi antisemiti.
Israele è oggi più che mai una delle ragioni e dei pretesti di questo rigurgito. La progressiva demonizzazione dello Stato ebraico serve per giustificare il riaffiorare di una patologia mai scomparsa con la giustificazione che non si tratterebbe di odio nei confronti degli ebrei, ma di azioni motivate dall’avversione nei confronti di Israele. Così, recentemente, l’Alta Corte di Dusseldorf a seguito dell’incendio della Bergisch Synagogue di Wuppertal da parte di due giovani arabi, avvenuto nel luglio del 2014 durante l’ultimo conflitto tra arabi e israeliani a Gaza, ha stabilito che il fatto nulla ha a che vedere con l’antisemitismo.
Con una logica che non sarebbe dispiaciuta a Lewis Carroll, i giudici tedeschi hanno stabilito che una sinagoga, luogo di culto ebraico per eccellenza, non ha a che fare con gli ebrei in quanto ebrei ma con gli ebrei in quanto israeliani, e dunque una sinagoga che viene bruciata viene bruciata perché rappresenta Israele e non gli ebrei.
Si possono dunque attaccare ebrei e luoghi associati all’ebraismo ogni volta che Israele interviene in un conflitto. Non si tratterebbe infatti di antisemitismo ma di una motivata reazione alla politica israeliana. Diventa difficile, se non impossibile, un mero esercizio da salotto, quello di separare nettamente l’odio per Israele da quello per gli ebrei, districare l’antisemitismo mai venuto meno anche dopo le lacrime istituzionalizzate per la Shoah, dall’antisionismo virulento che porta nelle piazze migliaia di persone solo quando è Israele a fare una guerra (con l’eccezione degli Stati Uniti, ca va sans dire). Lo abbiamo visto durante l’ultimo conflitto a Gaza nel luglio-agosto del 2014, il quale, nelle piazze europee ha dato vita al “Più grande sfogo di antisemitismo dalla fine del nazismo”, come ha scritto Joshua Muravchik in Making David into Goliath, How the World Turned Against Israel. Assai difficile dargli torto, basta ricordare, come fa lo studioso americano nel suo libro, le piazze gremite e incitanti all’odio antiisraeliano o gli osceni slogan di incitamento all’uccisione degli ebrei, paralleli a quelli favorevoli ad Hamas. Qui da noi, a Milano, il 9 dicembre, durante una manifestazione propalestinese sono stati scanditi in arabo slogan incitanti allo sterminio degli ebrei utilizzati da gruppi jihadisti.
La schizofrenia occidentale è quella che, da una parte monumentalizza la Shoah presentando dovuti omaggi alle vittime del genocidio nazista e manifestando il proprio cordoglio, e dall’altra recepisce in buona parte la narrativa demonizzante su Israele di vecchia fattura arabo-sovietica, contribuendo a puntellarla con iniziative di boicottaggio e di condanna, come quelle dell’ONU, istituzione ormai da tempo diventata una caricatura di se stessa.
Se non si difende il diritto di esistere di Israele e non ci si impegna per gli ebrei di oggi serve assai poco accendere candele, e commemorare l’immane catastrofe del passato, anzi, serve solo a uno scopo, candeggiarsi un pochino la coscienza e trasferire in uno spazio astratto, incorniciato di retorica, ciò che è accaduto, come se oggi quei germi infetti, quel virus virulento che è l’antisemitismo fosse stato debellato.
Domani dunque assisteremo alla solita parata di cordogli, ricordi e frasi di circostanza, facendo ben attenzione a dolersi per la morte degli ebrei gassati ma al contempo utilizzando lo schermo dell’antisionismo per giustificare anche chi incendia una sinagoga. Dopotutto, se lo hanno stabilito dei giudici tedeschi che non si tratta di antisemitismo bisognerà credergli sulla parola.
Loris Eccheli
La verità è che ai sinistri non importa nulla degli ebrei. Brandiscono la giornata della memoria come arma impropria, con la solita insopportabile spocchia...
Dragor Alphandar
Certo, gli ebrei vanno odiati. Non sono gli assassini di Dio? Con quale diritto si sono ribellati contro la maledizione cristiana che li voleva raminghi per l'eternita' e hanno fondato uno dei paesi piu' prosperi e felici della terra? Con quale diritto si ribellano contro chi vorrebbe genocidarli un'altra volta? Vanno contro la volonta' della chiesa e per salvare il suo prestigio la chiesa deve avere sempre ragione.
Giuseppina Schirra
Sono cattolica e condivido il tuo pensiero.la chiesa ha creato l'antisemitismo
Niram Ferretti
Francamente, caro Dragor tu sei ossessionato dalla Chiesa. Il problema oggi non è l'accusa di deicidio, definitivamente rubricata 52 anni fa dalla Chiesa con l'enciclica Nostra Aetate, e ancora sostenuta unicamente da sette cattoliche preconciliari, ma l'antisemitismo coranico a cui si è sovrapposto quello nazista a sua volta fondato sul complottismo dei Protocolli dei Savi di Sion. Non mi risulta che Israele sia da cento anni sotto attacco da parte di legioni di crociati, ma lo sia da parte degli arabi. Le tue invettive volterriane contro la Chiesa sono del tutto anacronistiche. Io non sono certo un apologeta della Chiesa, ma continuare ad ogni piè sospinto ad attaccarla anche quando non ci sono motivi storicamente validi per farlo, come in questo caso, lo trovo grottesco. Non siamo più nel 1718 ma nel 2018.
Margaret Schlegel
Forse perché lei non sa che ancora adesso gli insegnanti di religione dicono ai bambini che gli ebrei hanno ucciso Gesù
Dragor Alphandar
Niram, non sto dicendo che oggi la Chiesa continui a perseguitare gli ebrei come una volta. So bene che oggi gli ebrei e Israele sono attaccati soprattutto dai muzz (con una certa connivenza da parte della Chiesa). Ma il mio post si riferiva alla demonizzazione degli ebrei in Occidente. All'origine dell'antisemitismo. Chi li ha demonizzati , gettando le basi di tutte le future persecuzioni e genocidi? C'e' qualcun altro, oltre alla chiesa? Ha un senso celebrare il Giorno della Memoria denunciando le conseguenze e non la causa?
Niram Ferretti
Dragor, perdonami, ma il Giorno della Memoria commemora gli ebrei uccisi durante la Shoah dai nazisti non gli ebrei uccisi durante le crociate. Che l'antisemitismo eliminazionista nazista di stampo razziale abbia trovato terreno fertile su quello antigiudaico cristiano non ci piove, ma esso ha avuto, come tu ben sai, una sua irriducibile specificità. I nazisti non uccidevano gli ebrei perchè li consideravano deicidi, ma perchè erano ebrei. C'è una differenza abissale. Ciò nulla toglie al fatto che un antisemitismo si sia innestato sull'altro.
Gino quarelo
Il conflitto cristiani ebrei e l'antigiudaismo (poi antisemitismo e oggi antisionismo e antisraelismo) nasce all'interno dell'ebraismo, come conflitto tra ebrei cristiani ed ebrei non cristiani già al tempo di Cristo Gesù, e ovviamente quando il cristianismo è uscito dall'ambito ebraico estendendosi ai gentili e ai non ebrei ed è divenuto la religione dominante degli imperi romani d'occidente e d'oriente la parte cristiana allargatesi ai non ebrei è divenuta enorme ed il suo peso sproporzionato, cosicché gli ebrei non cristiani sono rimasti schiacciati e molti sono morti.
Il cristianismo è nato come evoluzione eretica dell'ebraismo con il quale sarà sempre in competizione anche feroce. Cristo lìebreo è stato ucciso dai romani ma l'ebreo cristiano Stefano è stato ucciso dagli ebrei non cristiani.
Io ho risolto il problema dell'antisemitismo liberandomi dell'ideologia religiosa cristiana divenendo aidolo; così sto molto meglio e posso apprezzare gli ebrei.
La manipolazione della Shoah è a danno degli ebrei di Israele, di Israele e dei nativi europei politicamente e culturalmente nazionalisti anche se non antisemiti. L'Europa deve liberarsi del cristianismo così si li libererà dell'antisemitismo e dei sensi di colpa, e come conseguenza si libererà del socialismo-comunismo-fascismo-nazismo e del maomettismo. L'Europa deve ritrovare la sua spiritualità naturale e universale e le sue radici precristiane con cui ricomporsi armoniosamente in accordo con il mondo intero nel rispetto dei valori/doveri/diritti umani universali, superando il paganesimo politeista e monoteista.
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"Il Giorno della Memoria, di cui domani si celebrerà la ricorrenza è ormai da tempo un rito in cui, con somma e paludata ipocrisia si ricorda la sgomentevole realtà della Shoah, e si dimentica quella inquietante del presente. La retorica sui fatti che dovrebbero servire da perenne ammonimento stride di fronte alla realtà di oggi, in cui l’antisemitismo non osa più come una volta nascondere il proprio volto. Con il trascorrere del tempo e l’allontanamento progressivo nel passato del genocidio degli ebrei, si allentano i freni che consentono di sdoganare pulsioni e intolleranze di cui ci si vergogna sempre meno. Mentre si commemorano i morti uccisi industrialmente dal nazismo, l’occidente riscopre il proprio antisemitismo".
Come piangere gli ebrei di ieri e odiare quelli di oggi
26/01/2018
http://www.linformale.eu/piangere-ebrei ... diare-oggi
Il Giorno della Memoria, di cui domani si celebrerà la ricorrenza è ormai da tempo un rito in cui, con somma e paludata ipocrisia si ricorda la sgomentevole realtà della Shoah, e si dimentica quella inquietante del presente. La retorica sui fatti che dovrebbero servire da perenne ammonimento stride di fronte alla realtà di oggi, in cui l’antisemitismo non osa più come una volta nascondere il proprio volto. Con il trascorrere del tempo e l’allontanamento progressivo nel passato del genocidio degli ebrei, si allentano i freni che consentono di sdoganare pulsioni e intolleranze di cui ci si vergogna sempre meno. Mentre si commemorano i morti uccisi industrialmente dal nazismo, l’occidente riscopre il proprio antisemitismo.
Nel suo opus magnum, A lethal Obsession, Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad, Robert S, Wistrich, uno dei più grandi studiosi del fenomeno scriveva:
“Dal 2005, c’è stata una rilevante crescita in incidenti antisemiti in giro per il mondo, specialmente in Australia, in Sud Africa, Canada, Argentina e in Gran Bretagna…La specificità etnica dei perpetratori è particolarmente interessante. In Gran Bretagna tra coloro che vennero identificati è stato stimato che nel 2007 il 53 per cento dei partecipanti ad azioni antisemite erano bianchi, il 27 per cento asiatici e arabi e il 13 per cento neri…Il trend è continuato nel 2008 con un totale di 541 incidenti di natura antisemita, una diminuzione del 4 per cento rispetto all’anno precedente. Nel gennaio del 2009, a seguito dell’offensiva militare di Israele a Gaza, tuttavia, ci furono in Gran Bretagna non meno di 250 incidenti a sfondo antisemita in quattro settimane. Fu il maggior numero mai registrato in un unico mese. Similmente, in Francia, Danimarca e Olanda, il numero di attacchi contro gli ebrei e di incendi dolosi ai danni di congregazioni ebraiche stavano aumentando”.
In un intervento a Bruxelles dell’anno scorso, il rabbino Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei, ricordò come il 22 per cento degli ebrei intervistati in nove paesi europei avesse ammesso di evitare avvenimenti ebraici per motivi di sicurezza personale, mentre il 40 per cento degli intervistati, 1,200 ebrei francesi, aveva dichiarato di non indossare più in pubblico la kippah nel timore di attacchi antisemiti.
Israele è oggi più che mai una delle ragioni e dei pretesti di questo rigurgito. La progressiva demonizzazione dello Stato ebraico serve per giustificare il riaffiorare di una patologia mai scomparsa con la giustificazione che non si tratterebbe di odio nei confronti degli ebrei, ma di azioni motivate dall’avversione nei confronti di Israele. Così, recentemente, l’Alta Corte di Dusseldorf a seguito dell’incendio della Bergisch Synagogue di Wuppertal da parte di due giovani arabi, avvenuto nel luglio del 2014 durante l’ultimo conflitto tra arabi e israeliani a Gaza, ha stabilito che il fatto nulla ha a che vedere con l’antisemitismo.
Con una logica che non sarebbe dispiaciuta a Lewis Carroll, i giudici tedeschi hanno stabilito che una sinagoga, luogo di culto ebraico per eccellenza, non ha a che fare con gli ebrei in quanto ebrei ma con gli ebrei in quanto israeliani, e dunque una sinagoga che viene bruciata viene bruciata perché rappresenta Israele e non gli ebrei.
Si possono dunque attaccare ebrei e luoghi associati all’ebraismo ogni volta che Israele interviene in un conflitto. Non si tratterebbe infatti di antisemitismo ma di una motivata reazione alla politica israeliana. Diventa difficile, se non impossibile, un mero esercizio da salotto, quello di separare nettamente l’odio per Israele da quello per gli ebrei, districare l’antisemitismo mai venuto meno anche dopo le lacrime istituzionalizzate per la Shoah, dall’antisionismo virulento che porta nelle piazze migliaia di persone solo quando è Israele a fare una guerra (con l’eccezione degli Stati Uniti, ca va sans dire). Lo abbiamo visto durante l’ultimo conflitto a Gaza nel luglio-agosto del 2014, il quale, nelle piazze europee ha dato vita al “Più grande sfogo di antisemitismo dalla fine del nazismo”, come ha scritto Joshua Muravchik in Making David into Goliath, How the World Turned Against Israel. Assai difficile dargli torto, basta ricordare, come fa lo studioso americano nel suo libro, le piazze gremite e incitanti all’odio antiisraeliano o gli osceni slogan di incitamento all’uccisione degli ebrei, paralleli a quelli favorevoli ad Hamas. Qui da noi, a Milano, il 9 dicembre, durante una manifestazione propalestinese sono stati scanditi in arabo slogan incitanti allo sterminio degli ebrei utilizzati da gruppi jihadisti.
La schizofrenia occidentale è quella che, da una parte monumentalizza la Shoah presentando dovuti omaggi alle vittime del genocidio nazista e manifestando il proprio cordoglio, e dall’altra recepisce in buona parte la narrativa demonizzante su Israele di vecchia fattura arabo-sovietica, contribuendo a puntellarla con iniziative di boicottaggio e di condanna, come quelle dell’ONU, istituzione ormai da tempo diventata una caricatura di se stessa.
Se non si difende il diritto di esistere di Israele e non ci si impegna per gli ebrei di oggi serve assai poco accendere candele, e commemorare l’immane catastrofe del passato, anzi, serve solo a uno scopo, candeggiarsi un pochino la coscienza e trasferire in uno spazio astratto, incorniciato di retorica, ciò che è accaduto, come se oggi quei germi infetti, quel virus virulento che è l’antisemitismo fosse stato debellato.
Domani dunque assisteremo alla solita parata di cordogli, ricordi e frasi di circostanza, facendo ben attenzione a dolersi per la morte degli ebrei gassati ma al contempo utilizzando lo schermo dell’antisionismo per giustificare anche chi incendia una sinagoga. Dopotutto, se lo hanno stabilito dei giudici tedeschi che non si tratta di antisemitismo bisognerà credergli sulla parola.
Loris Eccheli
La verità è che ai sinistri non importa nulla degli ebrei. Brandiscono la giornata della memoria come arma impropria, con la solita insopportabile spocchia...
Dragor Alphandar
Certo, gli ebrei vanno odiati. Non sono gli assassini di Dio? Con quale diritto si sono ribellati contro la maledizione cristiana che li voleva raminghi per l'eternita' e hanno fondato uno dei paesi piu' prosperi e felici della terra? Con quale diritto si ribellano contro chi vorrebbe genocidarli un'altra volta? Vanno contro la volonta' della chiesa e per salvare il suo prestigio la chiesa deve avere sempre ragione.
Giuseppina Schirra
Sono cattolica e condivido il tuo pensiero.la chiesa ha creato l'antisemitismo
Niram Ferretti
Francamente, caro Dragor tu sei ossessionato dalla Chiesa. Il problema oggi non è l'accusa di deicidio, definitivamente rubricata 52 anni fa dalla Chiesa con l'enciclica Nostra Aetate, e ancora sostenuta unicamente da sette cattoliche preconciliari, ma l'antisemitismo coranico a cui si è sovrapposto quello nazista a sua volta fondato sul complottismo dei Protocolli dei Savi di Sion. Non mi risulta che Israele sia da cento anni sotto attacco da parte di legioni di crociati, ma lo sia da parte degli arabi. Le tue invettive volterriane contro la Chiesa sono del tutto anacronistiche. Io non sono certo un apologeta della Chiesa, ma continuare ad ogni piè sospinto ad attaccarla anche quando non ci sono motivi storicamente validi per farlo, come in questo caso, lo trovo grottesco. Non siamo più nel 1718 ma nel 2018.
Margaret Schlegel
Forse perché lei non sa che ancora adesso gli insegnanti di religione dicono ai bambini che gli ebrei hanno ucciso Gesù
Dragor Alphandar
Niram, non sto dicendo che oggi la Chiesa continui a perseguitare gli ebrei come una volta. So bene che oggi gli ebrei e Israele sono attaccati soprattutto dai muzz (con una certa connivenza da parte della Chiesa). Ma il mio post si riferiva alla demonizzazione degli ebrei in Occidente. All'origine dell'antisemitismo. Chi li ha demonizzati , gettando le basi di tutte le future persecuzioni e genocidi? C'e' qualcun altro, oltre alla chiesa? Ha un senso celebrare il Giorno della Memoria denunciando le conseguenze e non la causa?
Niram Ferretti
Dragor, perdonami, ma il Giorno della Memoria commemora gli ebrei uccisi durante la Shoah dai nazisti non gli ebrei uccisi durante le crociate. Che l'antisemitismo eliminazionista nazista di stampo razziale abbia trovato terreno fertile su quello antigiudaico cristiano non ci piove, ma esso ha avuto, come tu ben sai, una sua irriducibile specificità. I nazisti non uccidevano gli ebrei perchè li consideravano deicidi, ma perchè erano ebrei. C'è una differenza abissale. Ciò nulla toglie al fatto che un antisemitismo si sia innestato sull'altro.
Gino quarelo
Il conflitto cristiani ebrei e l'antigiudaismo (poi antisemitismo e oggi antisionismo e antisraelismo) nasce all'interno dell'ebraismo, come conflitto tra ebrei cristiani ed ebrei non cristiani già al tempo di Cristo Gesù, e ovviamente quando il cristianismo è uscito dall'ambito ebraico estendendosi ai gentili e ai non ebrei ed è divenuto la religione dominante degli imperi romani d'occidente e d'oriente la parte cristiana allargatesi ai non ebrei è divenuta enorme ed il suo peso sproporzionato, cosicché gli ebrei non cristiani sono rimasti schiacciati e molti sono morti.
Il cristianismo è nato come evoluzione eretica dell'ebraismo con il quale sarà sempre in competizione anche feroce. Cristo lìebreo è stato ucciso dai romani ma l'ebreo cristiano Stefano è stato ucciso dagli ebrei non cristiani.
Io ho risolto il problema dell'antisemitismo liberandomi dell'ideologia religiosa cristiana divenendo aidolo; così sto molto meglio e posso apprezzare gli ebrei.
La manipolazione della Shoah è a danno degli ebrei di Israele, di Israele e dei nativi europei politicamente e culturalmente nazionalisti anche se non antisemiti. L'Europa deve liberarsi del cristianismo così si li libererà dell'antisemitismo e dei sensi di colpa, e come conseguenza si libererà del socialismo-comunismo-fascismo-nazismo e del maomettismo. L'Europa deve ritrovare la sua spiritualità naturale e universale e le sue radici precristiane con cui ricomporsi armoniosamente in accordo con il mondo intero nel rispetto dei valori/doveri/diritti umani universali, superando il paganesimo politeista e monoteista.