Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » gio giu 03, 2021 7:17 am

ISRAELE: IL LABURISTA ISAAC HERZOG E' IL NUOVO PRESIDENTE ISRAELIANO
2 giugno 2021

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Isaac 'Bougie' Herzog è il nuovo presidente di Israele. Politico di lungo corso, appartenente a una delle famiglie più blasonate del fronte laburista, succede a Reuven Ruvi Rivlin - ראובן רובי ריבלין. Entrerà in carica per 7 anni a partire dal prossimo 9 luglio.
Isaac Herzog, undicesimo presidente israeliano, ha ottenuto 87 voti dei 120 della Knesset. Sarà anche il primo presidente israeliano figlio di un ex presidente: suo padre, Chaim Herzog, ha ricoperto la carica per dieci anni, dal 1983 al 1993. Attualmente capo dell'Agenzia ebraica che sostiene l'ebraicità di Israele, Herzog ha guidato il partito laburista tra il 2013 e il 2017.
Per arrivare alla massima carica istituzionale, Herzog ha sconfitto Miriam Peretz, insegnante e attivista civile affacciatasi alla vita politica dopo la perdita del marito e di due dei suoi sei figli in combattimento, nel sud del Libano e a Gaza. Peretz aveva vinto nel 2018 il prestigioso 'Israel Prize'.


SUPER PARTES
Niram Ferretti
2 giugno 2021

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Ce lo ricordiamo Isaac Herzog, sfidante perdente di Netanyahu, noto con il suo soprammome, Bougie, incolore contendente che nel 2016, dopo avere incontrato Abu Mazen gli propose il consueto pacco regalo della sinistra
La cessione della Cisgiordania, un territorio finalmente judenfrei, come già lo era ai bei tempi in cui era sotto il dominio giordano, il ritorno alle linee del 1967, e Gerusalemme Est trasformata in capitale dello stato palestinese.
Ma poi Bibi vinse e Bougie, l'allora favorito di Obama, restò al palo. Ora è l'11 presidente di Israele. Super partes? Risum teneatis.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » gio giu 03, 2021 7:18 am

ISRAELE: FORMATO IL NUOVO GOVERNO
3 giugno 2021
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Il leader centrista Yair Lapid, leader di Yesh Atid, ha informato il presidente Reuven Rivlin di essere "riuscito a formare un nuovo governo". A mezz'ora dalla scadenza del suo mandato, Lapid ha avvisato in extremis il presidente: è nata la prima coalizione di governo dopo oltre 12 anni senza il premier Benyamin Netanyahu.
Lapid ha assicurato: "Il nuovo governo farà tutto il possibile per unire tutte le componenti della società israeliana. Il nostro impegno è di metterci al servizio di tutti i cittadini di Israele, inclusi quanti non sostengono questo governo". Ed ha informato Rivlin che intende sottoporre il nuovo governo all' approvazione della Knesset il più presto possibile. "Ci aspetteremo che la Knesset sia convocata il prima possibile affinché il governo venga ratificato come richiesto dalla legge", ha scritto Rivlin in un tweet.
Lapid è riuscito a formare una coalizione di governo che comprende otto partiti, con uno arabo-israeliano per la prima volta. Lapid ha saldato l'alleanza con il principale partner di governo Naftali Bennett, leader di Yamina, che sarà premier per i primi due anni per poi passare la palla alo stesso Lapid, alla guida nella seconda parte della legislatura.
Hanno firmato il documento, che ha consentito a Lapid di dare l'annuncio a Rivlin: i partiti di centro - C'è futuro (Yesh Atid) e Blu Bianco (di Benny Gantz), di destra Yamina, Nuova speranza (di Gideon Saar), Israele Casa Nostra (di Avigdor Lieberman), e di sinistra i Laburisti e Meretz e Raam, partito arabo israeliano che partecipa ufficialmente per la prima volta alla formazione di un esecutivo dello Stato ebraico.
Ora la palla passa al presidente della Knesset Yariv Levin che dovrà indicare la data in cui l'Aula dovrà votare la fiducia al nuovo governo. Servono almeno 61 seggi su 120.

Nella foto: Mansour Abbas - leader del partito arabo Ra'am, il terzo a destra - si siede al tavolo con i leader di due altri partiti israeliani (Bennett e Lapid), per discutere su come formare insieme un Governo


Darwish Ahmad
Che dio benedica questo governo che ha unito partiti di destra ,di centro e di sinistra ma sopratutto per la prima volta nella storia di israele un partito arabo e qui israele ha dato esempio a tutto il mondo nel rispettare la minoranza nonostatnte che c sia una piccola parte di suoi cittadini arabi che sono in chiaro contro gli interessi di questo stato...
Come cittadino arabo israeliano mostro tanto di rispetto a questo passo

Gian Carlo Bianchi
Dunque una coalizione di 8 partiti per fare un governo: partiti che vanno da sinistra a destra, passando per il centro.
Insomma un governo di unità nazionale, tipo quello che abbiano in Italia con il governo Draghi.
Ma mentre Draghi non rappresenta alcun partito, essendo un tecnico preso a prestito dalla politica,
i 2 premier israeliani che si alterneranno al governo d'Israele appartengono a partiti di pensiero opposto, l'uno con idee di destra, l'altro quelle di sinistra.
Come riusciranno a 'sintonizzarsi' e parlare con una sola voce ?
Sa di un salto nel buio, sa di una scommessa che è anche una speranza per coloro che vedono in questa alchimia 'impossibile' l'ultima spiaggia, per uscire dall'impasse di ingovernabilità, lungo un decennio.
Faccio gli auguri
al grande popolo di Israele e che Dio illumini i loro governanti.


Franco Anticoli
Gian Carlo Bianchi , Netanyahu era riuscito a dividere la società israeliana in tutti i sensi, politico, economico e sociale.
Tolto lui, tutto sarà più semplice e soprattutto più efficace.
In bocca al lupo.


Forse a qualcuno possono essere sfuggite queste parole scritte da Fiamma Nirenstein:
La verità è che Netanyahu, il cui processo sta complicandosi a suo favore dato che sta uscendo allo scoperto la malizia con cui alcune prove a favore sono state celate dal PM, sarà un macigno sulle spalle dei partitini al governo lontani fra di loro e senza un leader in comune.
2 giugno 2021
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 2639586489



I SOSTITUTI
Niram Ferretti
3 giugno 2021

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Eccoli, nessuno li ha votati come nuovi leader di Israele, ma si sono accordati per defenestrare Netanyahu (attenti, non dire gatto fino a quando non lo hai nel sacco).
Comprimari, da anni in attesa di prendere il posto del più longevo statista israeliano, sono sempre rimasti a bocca asciutta, ma adesso, finalmente, si apprestano a commettere il regicidio.
Sono agli antipodi programmaticamente, è cosa nota, tuttavia diventare Primo Ministro a rotazione è troppo allettante, dà l'idea di essere arrivati in cima al mondo.
A questo si è giunti, e va detto che Netanyahu, dalla cui competenza politica sono lontani sideralmente, ha preparato il loro arrivo. Sarebbe bastato scostarsi un po' di lato nel passato, designando un erede nel Likud, ma a Bibi questa generosità o lungimiranza è mancata. Inutile fingere che non sia così.




ODIUM NETANYAHU
L'unico collante che tiene unita l'armata Brancalone che sulla carta, solo sulla carta, si appresta a governare Israele, con una risicata maggioranza, è l'odium Netanyahu.
Niram Ferretti
3 giugno 2021

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Le diversità ideologiche e programmatiche sono sostanzialmente incolmabili e anche se la Knesset dovesse ratificare questo obbrobrio, un simile equipaggio non potrà che avviarsi a un veloce naufragio.


Daniel Emme Rossi
Credo che questo colpo di stato ha di fatto rafforzato bibi , nessuno si sognerà più di votare traditori di ex destra che oggi stanno eliminando la democrazia da paese , dobbiamo sperare che questo governo non promulghi leggi anti bibi e che cada prima possibile , le prossime elezioni vedranno un governo stabile di destra presieduto da bibi che negli anni ha dimostrato tutto il suo valore

Federico Raminelli
Non è assolutamente detto, visione faziosa ed unilaterale. Intanto tutti i leader, dopo lunghissimi periodi di tempo, tendono ad essere logori...vale per Bibi come per Merkel come per gli autocrati dei mondi post-sovietici. Ho molti amici in Israele che hanno votata per Israel Beitenu, pur non essendo russi, e posso certificare che si tratta di persone di cui tutto si potrebbe dire, tranne che siano di sinistra. Come Berlusconi, Bibi divorava i suoi delfini, fino a quando i suoi delfini hanno divorato lui. Inoltre la moglie è francamente assai poco difendibile. Credo che, a prescindere, con Bibi si sarebbe solo potuti rimanere fermi su un traballante Statu Quo...non è detto, ma col nuovo Governo, appoggiato da una parte degli arabi israeliani qualcosa potrebbe muoversi. Trovo pure ingenerose le critiche sul giovane Herzog...è un socialista, mica il Diavolo in persona, e nei suoi antenati figurano illustri sionisti. Caro Ferretti, purtroppo o per fortuna il mondo non è solo composto d'integralisti di destra...e se anche parteciperanno al Governo Labour e Meretz, questo non vuol dire che Israel cadrà sotto la mezzaluna turca. Anche qui nell'esecutivo ci sono piddini e liberi e uguali, ma non mi sembra che siamo in un Soviet. Fra l'altro "Yamina" significa "Destra", Bennett mica ha creato "Smola" (Sinistra).


Niram Ferretti
Caro Federico Raminelli, gli integralisti di destra come di sinistra vengono definiti spesso in questo modo da chi ha comodità a farlo. Era un "integralista" di destra Begin? Lo era Jabotinsky? Lo era Sharon? E' sotto gli occhi di tutti che questa accozzaglia di partiti è unita unicamente in odio nei confronti di Netanyahu, a meno che lei non riesca a spiegarmi cosa unisce Yamina a Ra'am, o Nuova Speranza a Meretz. Se riesce gliene sono sinceramente grato. Quanto al fatto che Netanyahu abbia divorato, come Crono i sui figli, i suoi potenziali delfini, sono il primo a dirlo e l'ho scritto più volte, ma questo nulla toglie a quanto da me scritto sopra. Herzog non è il diavolo, no, non lo era neanche Ehud Barak, o Olmert. Gente pronta a cedere prima ad Arafat e poi ad Abu Mazen buona parte della Giudea e Samaria, o Cisgiordania, o West Bank (faccia lei) e Gerusalemme Est. Io, non so lei, sono tra coloro i quali preferiscono che ciò non accada.

Antonio Gabriele Fucilone
Federico Raminelli a guardare bene, l'unica differenza che c'è tra Israele e l'Italia è il fatto che almeno in Israele si voti. I governi fatti contro qualcuno, come nel caso di Israele o per non fare votare per paura della destra, come avviene qui in Italia, non portano a nulla di buono. Per governare, serve un'omogeneità nell' orientamento politico.

Federico Raminelli
Qualche sacrificio andrà fatto...si potrà tenere Ariel e Rosh Adumin, e certo Jerushalaim non potrò divenire una Berlino del presente secolo. Dopo di che, il resto della Giudea e Samaria dovrà necessariamente lasciato alla componente araba. Altrimenti si dovrebbe creare un unico stato, nel quale la componente ebraica non potrebbe essere egemonica. Io le contesto una visione manichea d'Israele (e temo non solo di quello stato), dove l'unica salvezza consista nell'appoggiare un leaderismo assoluto ed acritico (vedi Trump, vedi il Cavaliere). Molte persone di Centro Destra nel mondo collaborano con la Sinistra, che non è sempre e solo castrista, o venezuelana, o filo islamica. Poi, se proprio dovessimo spaccare il capello in quattro, non è che "Piombo Fuso", guidata politicamente da Bibi e militarmente da Ganz, abbia avuto tutto quel successo, visto che sette anni dopo Hamas in Haza è più forte di prima. A prescindere, l'Occidente è prevalentemente guidato da forze di Centro-Sinistra...poi, vedremo se Marine vincerà in Ferancia (ne dubito), o se AFD prenderà il posto della CDU in Germania. La realtà è sempre plurale ed ha molte facce. Fossi israeliano, probabilmente pure io avrei votato per Liberman...



LA COMPETENZA ARABA
Niram Ferretti
3 giugno 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Prendo spunto da quello che un interlocutore di opinioni diverse dalle mie, ha scritto qui recentemente. Il signore in questione, in modo garbato, ha specificato che Israele deve fare pure "qualche sacrificio" e che un domani sarebbe auspicabile che la Giudea e la Samaria venissero cedute alla "competenza" araba.
Non si tratta di opinioni stravaganti. Sono quelle condivise e ripetute da anni dalla sinistra israeliana.
Fu Ehud Barak, uno dei potenziali liquidatori dello Stato di Israele, ad aprire le danze sotto l’allora egida di Bill Clinton.
Nel 2000, si accordò per concedere a Yasser Araft tra il 94 e il 96% della Giudea e Samaria più il 100% di Gaza con una compensazione di territori israeliani ulteriori ammontanti tra l’1 e il 3% per il 4 e il 6% dei territori della Giudea e Samaria che Israele si sarebbe trattenuto. Naturalmente, Gerusalemme sarebbe stata divisa in due. Fortunatamente per Israele Arafat disse di no e diede via alla Seconda Intifada.
Fu poi il turno di Ehud Olmert che, nel 2008, incremento l'offerta di Barak ad Abu Mazen. Fortunatamente anche in quel caso, Abu Mazen non prese l'offerta in considerazione.
Nel 2016, l'attuale neo-presidente di Israele, Isaac Herzog, in un incontro segreto con Abu Mazen, gli promise le stesse cose.
A monte di tutto c'è il precedente catastrofico degli Accordi di Oslo del 1993-1995 che installarono Yasser Arafat nel cuore di Israele e costarono al paese la Seconda Intifada. Furono concertati da due altri statisti di sinistra, Shimon Peres e Isaac Rabin.
Israele deve sempre fare "qualche sacrificio". Sempre. Si chiama "terra in cambio di pace" ed è costato solo morti e vicoli ciechi. Il motivo è molto semplice. La terra gli arabi-palestinesi la vogliono, sicuramente, ma non la pace, perchè la terra la vogliono tutta. Se così non fosse, il loro Stato lo avrebbero già dal 1947.
Hamas in questo è assai onesto. Lo dichiara apertamente nel suo Statuto, tutta la Palestina, dichiara, è terra islamica. Abu Mazen finge di volere accordarsi ma la pensa allo stesso modo, se così non fosse si sarebbe preoccupato di non fare studiare i bambini arabi-palestinesi su libri di geografia dove nella mappa della Palestina, Israele risulta assente.
Quanto alla "competenza" araba, è ben nota a chi conosce un poco il Medio Oriente. La troviamo espressa dall'OLP, da Hamas, dall'Autorità Palestinese, e statualmente da Egitto, Siria, Giordania, Iraq, fulgidi esempi di liberalismo e convivenza pacifica e armoniosa.
Una Giudea e Samaria data in appalto a questa competenza sarebbe per tutti un fulgido esempio da imitare.
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » lun giu 07, 2021 6:55 pm

Non è crollato solo il caso del 4000 in tribunale, la democrazia è crollata anche lì, che immagine spaventosa si sta rivelando.

https://www.facebook.com/groups/5780011 ... 3902323946

Anni di propaganda e false fughe criminali al fine di screditare il nome di Benjamin Netanyahu agli occhi del pubblico che è stato fuorviato per credere che non ci sia fumo senza incendio.
Gli investigatori della polizia in conflitto di affari che investono decine di milioni di sicli nella tortura sono indagati fino a sanguinare e sanità mentale.
Un consigliere legale aggrappato alla gola da un procuratore di Stato Megalomane che inventa precedenti legali smascherati sul retro di un primo ministro in carica.
E alla fine cosa abbiamo ottenuto? Il testimone principale nel caso della bandiera è un uomo di sinistra estremista che ha venduto bugie all'ufficio del procuratore assetato di sangue, e un procuratore che ha presentato denunce complete di interruzione delle indagini, falsi affidavit e testimonianze contenute da Benjamin Netanyahu.
Assassinio legale con cause cucite contro un primo ministro in carica, utilizzando un sistema giudiziario che ha inventato un reato inesistente per denunciare un avversario politico che non può essere vinto alle urne.
Una sperimentazione in vetrina che viene scoperta come una malattia autoimmune che elimina lo stato di israele dall'interno.





Una dozzina di domande per Naftali Bennet dopo la sua intervista ad Amit Segal:
Moshik Kovarsky
4 giugno 2021

https://www.facebook.com/groups/5780011 ... 9538878049

1. Se pensavi che un governo di unità fosse esattamente ciò di cui la 'tua nazione' ha bisogno, perché hai combattuto così duramente e trasformato ogni pietra in un governo di destra pieno (secondo te)? Perché non siete andati a fare il governo 'unità'?
2. Come dopo aver mentito spudoratamente ai tuoi elettori e aver violato così tanti impegni hai il coraggio di dire che Mansur Abbas ti accompagna perché sei un ′′ uomo di verità ′′ e ′′ dici la verità
3. Tu affermi in un'intervista che ' Netanyahu per due anni ha abbracciato Mansour Abbas'. Fino a sei mesi fa Abbas era persino membro della lista comune. In base a cosa si fa un credito così smontato?
4. Voi sostenete che la maggior parte dei vostri elettori sono ′′ confusi non ′′ arrabbiati Avete letto i commenti sul vostro feed? Non c'è confusione lì. C ' è rabbia, sentimento di tradimento, disprezzo e una grande delusione. Non è confusione Naftali, forse sei tu che ti sei confuso?
5. E di questo, hai detto che ti distingui tra le critiche dei tuoi elettori e la ′′ macchina del Likud e Smotrich ′′ che i bombardamenti giacciono giorno e notte. Anche prima dell'elezione sostenevi che il Likud mentiva su di te, solo che si è scoperto che tutto era vero. Allora chi sta mentendo, Naftali?
6. Hai detto a tuo figlio che ′′ Papà farà una mossa che lo renderà la persona più odiata d'Israele Pensate che questo sia un buon punto di apertura per un primo ministro?
7. Hai detto: ′′ Devi calmarti. Servono solo ministri che si alzano nel bestiame, il ministro dei trasporti asfalterà le strade... ′′ Questo include strade della Bio che Marv Michaeli asfalterà?
8. Hai detto che Lieberman ′′ ti ha dato la sua parola che non ci sarebbe stato alcun danno agli ortodossi Credi davvero alla parola di Lieberman? Pensi che sia meno bugiardo di te? (Anzi, probabilmente sì. È difficile essere bugiardi più di te)
9. Hai detto (e cito testualmente): ' ' Nel migliore dei casi, il governo farà grandi cose per lo stato di Israele. Nel caso meno buono, non ce la faremo. Nessun disastro è accaduto qui. ′′ Capisci che se non ci riesci c'è la possibilità che accada un disastro ′′ Consulta Barak e Olmart. Te lo diranno.
10. Hai detto che in tutti i tuoi anni al governo non hai visto la necessità di ′′ bussare in tavola né su né giù. Mi sembra che da anni ci vendiate una narrazione che avete ′′ bussato in tavola ′′ in tema di tunnel, sulla questione dei terroristi liberatori, su allora quando avete mentito, allora o ora?
11. Hai detto che se a seguito di un'operazione a Gaza cade la coalizione e poi, ' ' Se ne avremo bisogno, andremo alle elezioni, tutto va bene '. Non ti romperà il core promesso?
12. Hai detto che sei tornato dal tuo ritorno dal cambiamento di governo quando hai visto che ′′ gli affari stavano crollando che era ′′ Meron disastro Ma il tuo ritorno dal cambiamento governo era già dopo questi eventi, e il tuo ritorno dal ritorno era quando l'azienda era effettivamente stabilizzata. Quindi la domanda è, insomma, il sig. Hustler è un bugiardo, sei reale o sei una parodia?




L'ACCOMODAMENTO
Niram Ferretti
7 giugno 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

A questo punto, dopo la decisione di sospendere la marcia che si sarebbe dovuta tenere nella Città vecchia di Gerusalemme, decisione che segue l'annullamento della marcia del Jerusalem Day, che avrebbe dovuto tenersi il 10 maggio, come si tiene ogni anno, e la comprensibile soddisfazione di Hamas, non si vede perché non fare entrare direttamente Hamas nel nuovo governo israeliano. Così potrà dettare la sua agenda stando comodamente in Parlamento.
Questa decisione segue quella di sospendere il verdetto della Suprema Corte in merito al contenzioso di Sheikh Jarrah, dopo che le sentenze precedenti hanno stabilito che le famiglie arabe-palestinesi residenti nel quartiere devono lasciare le abitazioni in cui risiedono.
Di questo passo, non ci sarebbe da sorprendersi se, per accontentare Hamas, l'accesso agli ebrei venisse del tutto interdetto al Monte del Tempio, Spianata delle Moschee.
Israele ha deciso l'accomodamento, una strategia che anche qui in Italia venne messe in atto, quando la Mafia riusciva a fare accordi sottobanco con pezzi deviati dello Stato. Non produsse, come è noto, grandi risultati, ma solo devastazione e morte. I terroristi, come i mafiosi, vanno messi in condizione di non nuocere, non gli si offrono regali e concessioni.
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » lun giu 14, 2021 8:14 pm

Gli arabi di Ra'am al governo in Israele, che si conferma unica democrazia della regione
Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
14 giugno 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... a-regione/

Mai come in questo caso Israele dimostra di essere, unico caso in Medio Oriente, uno Stato veramente democratico. E lo è a tal punto che, tra la meraviglia di tanti osservatori internazionali, si sta formando a Gerusalemme un governo con la partecipazione attiva di un partito dichiaratamente islamico (ovviamente moderato).

La vicenda ha luogo dopo l’ennesima pioggia di razzi lanciati da Hamas dalla striscia di Gaza sul territorio israeliano. Come sempre una parte significativa dei media occidentali ha fornito un’interpretazione totalmente distorta degli avvenimenti. In sostanza abbiamo letto, anche su quotidiani prestigiosi, che la reazione israeliana è stata eccessiva e fuori luogo. Come se Hamas avesse il diritto di colpire quando e come vuole lo Stato ebraico. Quest’ultimo, invece, non avrebbe pari diritto di reagire militarmente colpendo le basi di lancio dei razzi, e cercando di eliminare i capi della sciagurata operazione.

Al fondo troviamo la solita cattiva coscienza di una parte dell’Occidente, in particolare quella schierata in vari modi a sinistra. Già, perché la cancellazione di Israele e il proposito di “ributtare gli ebrei a mare” non sono obiettivi tipici dei soli movimenti islamisti.

Idee simili sono condivise, pur utilizzando espressioni moderate, anche da parte della sinistra occidentale. Basti pensare a certe prese di posizione dell’ex leader laburista britannico Jeremy Corbyn, che anche per questo ha condotto il Labour a una disastrosa sconfitta nelle ultime elezioni politiche svoltesi nel Regno Unito.

In realtà i leader israeliani vogliono ad ogni costo impedire la distruzione del loro Stato, ma sono al contempo disposti a dialogare con i palestinesi e l’intero mondo arabo in cambio di garanzie concrete.

Ecco dunque la partecipazione del partito moderato palestinese Ra’am, guidato da Mansour Abbas (nella foto), al nuovo governo israeliano. Conta poco, a questo punto, notare che l’operazione è stata condotta con il proposito esplicito di eliminare dalla scena politica Benjamin Netanyahu.

È stato proprio quest’ultimo, infatti, ad inaugurare la politica del dialogo con gli islamici moderati di Mansour Abbas. Conta, invece, osservare che alla Knesset i palestinesi sono sempre stati rappresentati. Godono dei diritti politici e possono eleggere al Parlamento i rappresentanti di loro gradimento.

Provate invece a immaginare uno Stato arabo dove sia possibile per gli ebrei – se ancora esistono in loco – godere di pieni diritti ed eleggere deputati in Parlamento. Forse prima o poi ci si arriverà ma, per ora, è pura fantapolitica.

Occorre dunque smettere di considerare Israele come mero bastione del cosiddetto “imperialismo occidentale” in Medio Oriente, e vederlo piuttosto come l’unico esempio di democrazia compiuta presente nell’area.

È ancora presto per capire se l’esempio di Ra’am sarà seguito da altre formazioni politiche palestinesi. Anche perché, come dimostra l’esempio degli “Accordi di Abramo”, ogni volta che nel mondo arabo qualcuno cerca di impostare i rapporti con lo Stato ebraico su basi razionali, gli estremisti – tanto sunniti quanto sciiti – si scatenano subito per bloccare ogni prospettiva di dialogo.

Nel frattempo Israele continua a cercare la normalizzazione, pur senza rinunciare all’uso della forza militare quando è necessario. E occorre pur dire che la presenza di uno Stato democratico in quest’area è un vero e proprio miracolo, e in quanto tale non cessa mai di stupire.



Israele, finita l’era di Netanyahu. Naftali Bennett è il nuovo premier (interrotto più volte durante il suo discorso)
13 giugno 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... o/6229248/

Alla fine è successo. Dopo 12 anni il premier israeliano non è più Benjamin Netanyahu. Naftali Bennett da stasera è il 13esimo capo di governo. Una vittoria arrivata sul filo del rasoio ma per ora sufficiente: per il governo del cambiamento hanno infatti votato 60 deputati degli 8 partiti della nuova coalizione di centro, destra, sinistra e gli arabi di Raam, un esordio al potere. Contro 59, ovvero tutti i deputati della vecchia maggioranza che ha sostenuto Netanyahu. Uno solo, un deputato di Raam, è uscito dall’Aula al momento del voto e quindi si è astenuto. All’annuncio ufficiale da parte del nuovo presidente della Knesset, Miki Levy, nell’Aula è scoppiato un applauso e urla di felicità si sono levate da parte dei sostenitori del nuovo governo. Che l’aria fosse favorevole – nonostante le incertezze degli ultimi giorni – si è capito dalla nomina di Levy, un deputato di Lapid, che ha superato il candidato della destra, imponendosi come nuovo leader. Il governo – che si basa sulla rotazione tra Bennett e Lapid nella carica di primo ministro – ha già giurato.

Un’opposizione scatenata ha interrotto Bennett per tutto il suo discorso e Netanyahu lo ha persino deriso annunciandogli che “abbatterà al più presto” questo esecutivo “pericoloso”. Il nuovo premier ha mostrato nervi saldi mantenendosi calmo per oltre mezz’ora in mezzo a urla e schiamazzi. Ed ha perfettamente ritratto la situazione quando ha intimato all’opposizione di “fermare il caos”, promettendo che sarà lui a mettere “fine ad un terribile periodo di odio tra il popolo d’Israele“.

Un’atmosfera così incandescente che Yair Lapid, il leader centrista che secondo i patti raccoglierà il testimone di Bennett a fine agosto 2023, ha rinunciato a parlare: sarebbe stato, ha detto, del tutto inutile. A nulla peraltro è valso l’omaggio che lo stesso Bennett ha fatto in apertura di intervento al suo ex alleato e mentore politico Netanyahu, ringraziandolo per i servizi resi al Paese.

Anche l’Iran, il nemico numero uno, è stato oggetto di polemica, nonostante Bennett sia stato chiaro. Israele “non permetterà a Teheran di ottenere armi nucleari. Far rivivere l’accordo nucleare con l’Iran – ha detto – è un errore che renderà legittimo uno dei regimi più violenti del mondo. Israele mantiene tutta la sua completa libertà di azione”. “Sono impensierito da quello che ha appena detto Bennett – lo ha rintuzzato Netanyahu -. Di norma fa il contrario di quello che dice. Come con Lapid, con il quale aveva detto che non sarebbe mai andato”. Poi l’affondo quando ha messo in dubbio la capacità del nuovo esecutivo di resistere alle pressioni dell’amministrazione Usa di Biden: “In Iran oggi festeggiano. Comprendono che in Israele adesso ci sarà un governo debole ed ossequioso” verso gli Usa. “Nel momento in cui gli Stati Uniti torneranno all’accordo sul nucleare iraniano – ha proseguito – il futuro governo israeliano non autorizzerà nuove attività segrete in Iran. Non è degno di restare in carica nemmeno un giorno”. Ma la vittoria di Bennett sembra veramente aver dato inizio ad una nuova era: in piazza a Tel Aviv migliaia di persone hanno festeggiato per tutta la serata, mentre ieri duemila manifestanti si erano radunati davanti alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme cantando Bibi Ciaa sulle note di Bella Ciao.


ISRAELE: IL PEGGIOR GOVERNO NEL MOMENTO PEGGIORE
Franco Londei
14 giugno 2021

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 6897287342

Una premessa: sosterrò (e sosterremo) il nuovo Governo di Israele così come ho sempre sostenuto quelli che lo hanno preceduto da ben prima dell’avvento di Netanyahu.
Tuttavia, come ho già espresso in passato, non ho alcuna fiducia in un Governo che sembra nato esclusivamente con l’obiettivo di far fuori Netanyahu e non con quello di difendere il Paese.
Non ho fiducia in un Governo che racchiude estrema destra, estrema sinistra e componente araba e che ha ottenuto la fiducia alla Knesset per un solo misero voto.
Cosa succederà quando immancabilmente sorgeranno attriti con l’Autorità Palestinese o, peggio, quando Hamas attaccherà di nuovo il sud di Israele? Cosa farà Mansour Abbas quando Israele reagirà (se reagirà?).
Cosa succederà quando verranno proposti nuovi insediamenti e Abbas non potrà che opporsi?
Otto partiti che vanno dall’estrema destra all’estrema sinistra passando per un partito arabo che hanno già litigato su tutto, ancor prima della formazione del nuovo Governo.
Avere un Governo come questo quando l’Iran è alle porte, la minoranza araba durante l’ultimo conflitto con Hamas ha fatto capire chiaramente da che parte sta (con i terroristi), l’Autorità Palestinese soffia sul fuoco e non solo in Israele ma anche in Giordania, alleato chiave dello Stato Ebraico, non mi sembra proprio appropriato.
«Ho sentito quello che ha detto Bennett a proposito di rimanere fermo contro l’Iran, e sono preoccupato, perché Bennett fa l’opposto di quello che promette» ha detto Netanyahu nel suo discorso di commiato. E non ha tutti i torti. Bennet ha fatto tutto e il contrario di tutto, ha detto tutto e il contrario di tutto.
E poi Netanyahu, con riferimento ai recenti riavvicinamenti tra Stati Uniti e Iran ha detto una cosa che deve far riflettere moltissimo: «il primo ministro di Israele deve essere in grado di dire no al presidente degli Stati Uniti su questioni che minacciano la nostra esistenza. Sarà in grado Bennet di farlo?». A giudicare dalla reazione americana per la caduta di Netanyahu si direbbe di no.
Per la cronaca Bennet ha subito replicato a Netanyahu: «Israele non è parte dell’accordo sul nucleare iraniano e manterrà la piena libertà di azione», ha affermato il nuovo Premier israeliano.
Biden è stato tra i primi a congratularsi con Bennet per la nomina a Primo Ministro di Israele. Con Netanyahu si comportò malissimo quando aspettò diverse settimane per chiamarlo dopo il suo avvento alla Casa Bianca, un vero insulto diplomatico.
Hamas ha fatto sapere attraverso il suo portavoce di essere pronto a “lavorare” con il nuovo Governo israeliano.
In Iran raccontano con gioia la caduta di “Re Bibi”, sperano che questo Governo sarà diverso e attribuiscono alla “vittoria della resistenza” il declino di Netanyahu.
Come ho detto prima e altre volte, noi sosterremo qualsiasi governo israeliano a prescindere da chi ci sarà a guidarlo, ma la presenza del partito arabo Ra’am che con soli tre deputati diventa essenziale per questo Governo, ci lascia francamente molto perplessi.
Non si poteva avere governo peggiore in un momento come questo. Speriamo che Israele non paghi troppo cara la voglia di potere di Bennet.




Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו

′′ 12 anni meno 2009. giorni in carica Benjamin Netanyahu come primo ministro - 4,372 giorni di fila, dal 31 marzo 8

https://www.facebook.com/Netanyahu/post ... 7635367076

Secondo i dati SBK e il sito Internet Data ′′ dati in testa ", Durante il suo regno, ci sono stati un basso numero di morti israeliani negli attacchi terroristici sin dalla prima Intifada: 12.8 morti per tutto l'anno del termine di Netanyahu, ucciso ogni 28 giorni.
Per confronto, ai tempi di Olmert, quasi 2 volte più israeliani sono morti in media per un anno, sotto il dominio di Rabin e Barak, più di 3 volte uccisi rispetto a Netanyahu, a Peres un israeliano ucciso ogni 4 giorni e tutti i presidi di Ariel Sharon come primo ministro sono stati uccisi. 202 israeliani in attacchi terroristici e combattimenti - un divario superiore a 500, 500 % rispetto ai 12 anni di Netanyahu.
Dalla scogliera Eitan fino al 2019, il tasso di residenti nella regione del Negev occidentale (busta Gaza) è stato risparmiato del 2 quasi 2 volte rispetto alla popolazione totale in quegli anni. Sderot è nella lista delle 10 città che hanno goduto della crescita più alta nell'ultimo decennio - con oltre il 10 % in crescita in nuovi appartamenti.
Lo scorso novembre è stato approvato un bilancio di 1.1 miliardi di sicli per continuare lo sviluppo della busta. La costruzione non si ferma ai confini della linea verde, e secondo i dati ′′ Peace Now ′′ il 2020 è stato un ′′ anno record nella promozione della costruzione in insediamenti ′′ con 12,159 unità abitative promosse nell'anno passato, aggiunte a 12,159 mila appartamenti che hanno già iniziato a costruire da quando Netanyahu è salito al potere nel 12,159-Quindi secondo la scuola.
Finanziariamente, i dati LMS insegnano che nel decennio precedente, interamente sotto il dominio di Netanyahu, il Pil realistico saltava pro capite in Israele di quasi un quinto (19.6 %) contro una media del 15 % nei Paesi OCSE. In valori assoluti, da quando Netanyahu è stato eletto fino al 2018, l'economia di Israele è cresciuta tre volte più velocemente dell'OCSE.
A Corona, Israele ha subito un infortunio pro capite del 4.2 % - inferiore a Germania, Canada, Austria, Francia, Italia, Regno Unito (10.4 %) e Spagna (11.4 %). Israele è anche uno dei Tre Paesi dell'OCSE dove le esportazioni sono continuate a salire - nonostante il Coronavirus. Il rapporto IVC e APM & Co rivela che, nonostante il coronavirus, il primo numero di investimenti di VC nelle aziende high-tech israeliane è trapelato nell'ultimo anno fino a720 - record di sette anni.
Sul piano sanitario, il tasso di morti per milione in Israele da Corona è drammaticamente basso nei Paesi occidentali: secondo la banca dati Il nostro mondo in Dati, mentre in Israele purtroppo sono morte 702 persone per milione di cittadini - nel Regno Unito si tratta di circa più di 2, 800, negli Stati Uniti più di 2 volte. E nell'Unione Europea si contano 1,325 morti per milione.
israele Si prevede che aumenterà il divario rispetto al mondo occidentale, sanitario ed economico, grazie all'operazione vaccinale: Israele conduce il mondo con un genio con 111 dosi di vaccino per ogni 100 residenti-2.5 volte il Regno Unito , 3 volte gli Stati Uniti, più di 8 volte il mondo. Dall'Europa e un gap superiore al2, 000 % rispetto alla media globale. I vaccini stanno segnalando e nelle ultime due settimane, nonostante l'apertura dell'azienda agricola, il tasso di nuovi casi di coronavirus nel paese sta calando del % - mentre nei Paesi dell'unione l'inizio sta saltando di più di @ DIGITS 7 %.
Netanyahu ha commesso molti errori negli ultimi anni, per alcuni di questi oggi paga l'usuraio (al vertice del processo con le accuse smascherate che affronta) - ma i numeri come si sa non mentono, e con una visione totale stanno lavorando totalmente in suo favore, e in nostro favore ״.
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » mer giu 16, 2021 6:23 am

Naftali Bennett è il nuovo primo ministro dello Stato di Israele
14 Giugno 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8174765883
https://www.progettodreyfus.com/israele ... er-bennet/


Naftali Bennett è il nuovo primo ministro d’Israele. Il più volte ministro succede a Benjamin Netanyahu, che ha guidato il paese per 12 anni.

Il nuovo governo è sostenuto da otto dei tredici partiti presenti alla Knesset (parlamento), per un totale di 61 voti (su 120): Yesh Atid (17 seggi), Blu-Bianco (8), Yisrael Beytenu (7), Laburisti (7), Yamina (6 dei suoi 7 parlamentari), Nuova Speranza (6), Meretz (6) e Ra’am (4). Nell’accordo è stato decisione che il 27 agosto 2023 Bennett lascerà l’incarico per far posto a Yair Lapid.

La nomina Bennett arriva al termine di due anni molti complicati per la politica israeliana, che più volte è ricorsa al voto per cercare di dare una guida al paese.

Bennett ci ha tenuto a ringraziare il suo predecessore Netanyahu “per i molti anni, pieni di successi, spesi al servizio dello stato d’Israele”, e anche sua moglie Sara dicendo che entrambi hanno “sacrificato molto per il paese”.

Il nuovo premier israeliano ha sottolineato:

“Questo è un momento speciale momento in cui il testimone della guida del paese passa, come in una gara a staffetta, da una generazione alla successiva. Lo stato d’Israele non è un paese qualunque. È il sogno di generazioni di ebrei, da Marrakech a Budapest, da Baghdad a San Francisco, un sogno che meritavamo di vedere realizzato ogni giorno davanti ai nostri occhi. Ogni generazione ha le sue sfide da affrontare e da ogni generazione nascono i leader che possono superarle. Il popolo ebraico è un popolo di forti opinioni, come sa chiunque abbia mai visto due studenti discutere sul Talmud o un dibattito su un prodotto nei corridoi di una start-up israeliana. E come vediamo anche adesso, il parlamento dello stato ebraico è un parlamento di forti opinioni. Ma ci sono momenti nella storia ebraica in cui i disaccordi tra noi vanno fuori controllo e minacciano tutto ciò che abbiamo costruito con il nostro sudore e sangue”.

Questo è il Il nuovo governo d’Israele:

Naftali Bennett (Yamina) – primo ministro
Yair Lapid (Yesh Atid) – primo ministro vicario, ministro degli esteri
Gideon Sa’ar (Nuova Speranza) – Giustizia
Avigdor Lieberman (Yisrael Beitenu) – Finanze
Merav Michaeli (Laburisti) – Trasporti e sicurezza stradale
Nitzan Horowitz (Meretz) – Sanità
Benjamin Gantz (Blu-Bianco) – Difesa
Ayelet Shaked (Yamina) – Interni
Orna Barbivai (Yesh Atid) – Economia
Tamar Zandberg (Meretz) – Protezione ambientale
Ze’ev Elkin (Nuova Speranza) – Edilizia abitativa, Gerusalemme, rapporti con la Knesset
Yoaz Hendel (Nuova Speranza) – Comunicazioni
Yifat Shasha-Biton (Nuova Speranza) – Educazione
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » gio giu 17, 2021 6:23 am

A proposito di un intervento di Piero Fassino
15 giugno 2021

http://www.linformale.eu/a-proposito-di ... o-fassino/


Da Emanuel Segre Amar, Presidente del Gruppo Sionistico Piemontese, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Gent. Direttore,

Piero Fassino ha, evidentemente, piena facoltà di esprimere le proprie opinioni come qualsiasi altro cittadino italiano, anche se, come Presidente della Commissione Esteri della Camera, incarico ufficiale che pertanto coinvolge le istituzioni della Repubblica Italiana, dovrebbe usare più consone cautele. Dovrebbe…

Nessuno può obiettargli alcunché se egli si sente politicamente distante dal ex premier israeliano Benjamin Netanyahu, ma non può non considerare che Netanyahu è stato premier per 12 anni consecutivi e per volontà espressa democraticamente. Gli può dispiacere, ma se in un recente articolo egli equipara Hamas a Netanyahu specificando che entrambi hanno “puntato sull’estremismo radicale dell’altro per giustificare le proprie azioni e la propria permanenza al potere”, qualcosa veramente non funziona. Perché, mettere sullo stesso piano un gruppo terrorista che in 11 giorni lancia più di 4000 razzi su Israele, e un uomo politico che non ha potuto fare altro in virtù del ruolo che ricopre se non rispondere all’aggressione subita, evidenzia, se ce ne fosse ancora bisogno, la profonda malafede di chi propone associazioni simili.

Dove sarebbe mai “l’estremismo radicale” di chi, per ben 12 anni ha permesso a Hamas di continuare a prosperare a Gaza consentendo il regolare ingresso mensile di fondi provenienti dal Qatar? Semmai, se proprio di Netanyahu si vuole dire qualcosa di negativo relativamente a questa specifica gestione, si dovrà affermare che la sua filosofia è stata quella andreottiana del tirare a campare. Fassino, però, ha di Netanyahu una immagine diversa, caricaturale, poiché la politica del leader del Likud secondo lui, avrebbe “incattivito” la società israeliana con la sua “protervia, spregiudicatezza e intolleranza”. I casi non sono specificati, bastano le parole, anche se, andrebbe detto, la protervia e la spregiudicatezza, in politica non sono da disdegnare. Servono, eccome se servono, quanto all’intollerenza, diremmo, senza particolare simpatia per Netanyahu, che ne ha avuta troppo poca confronti di chi, come Hamas, se ne avesse il potere, annienterebbe Israele.

Ben diverso è il modo di Fassino quando si rivolge al “presidente” abusivo dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen (che ama civettuosamente definire “il mio amico”), infatti, nel suo articolo ci dice che le scelte del nuovo governo “potranno restituire spazio ad Abu Mazen e all’Autorità nazionale palestinese”, in altre parole alla cleptocrazia che governa una parte della Cisgiordania da quasi trent’anni. Per Fassino: basta “rimettere in moto un percorso di dialogo con i palestinesi (chi lo ha interrotto questo dialogo?) mettendo fine agli insediamenti di colonie in Cisgiordania (nonostante essi siano ammessi dagli Accordi di Oslo e nonostante la propaganda, non violino in alcun modo il diritto internazionale), e l’espulsione di palestinesi da Gerusalemme Est (sul fatto che, nel caso di Sheik Jarrah, ci sia un annoso contenzioso fa privati, e i tribunali si siano espressi con sentenze sfavorevoli ad inquilini morosi ed abusivi a Fassino non interessa), al progetto di annessione della Valle del Giordano con cui Netanyahu ha sabotato il processo di pace” (e qui, purtroppo, dimostra di fare anche confusione con i tempi ben distinti del progetto di annessione e del blocco del processo di pace).

La malcelata avversione nei confronti di Netanyahu si dimostra ulteriormente quando Fassino scrive a proposito degli Accordi di Abramo, come se fossero piovuti dal cielo e non voluti da Netanyahu, considerandoli alla pari del “principio cardine degli accordi Rabin-Arafat”, nonostante il fatto che, il successore di Arafat, abbia rigettato gli Accordi di Abramo, e gli accordi Rabin-Arafat, ovvero Oslo, abbiano provocato in Israele una lunga scia di sangue.

Come non sentirsi poi elogiativi nei confronti di Joe Biden che “ha ripreso i rapporti con Abu Mazen” e promesso “finanziamenti per la ricostruzione di Gaza”? Il Presidente della Commissione Esteri dovrebbe sapere che perfino il Segretario di Stato, Anthony Blinken si è posto il problema (forse senza soluzione, almeno per gli USA) di come aiutare la ricostruzione di Gaza senza che i soldi dei contribuenti americani finiscano in gran parte nelle mani di Hamas.

Ma il meglio è a seguire, quando Fassino scrive che Biden ha “scelto di rientrare nell’accordo sul nucleare iraniano, anche con l’obiettivo di indurre Teheran a rimuovere la sua aggressività verso Israele”. Ancora una volta c’è da chiedersi se egli sia al corrente che per il Segretario di Stato, Teheran è orami a poche settimane dalla bomba nucleare, e se sa che gli “altri attori, le Nazioni Unite, la UE” non si sono mai mostrati disponibili a interessarsi alla questione specifica Teheran-Israele.

Le parole conclusive dell’articolo, rivendicano per l’autore, un ruolo tra coloro i quali “credono nella pacifica convivenza tra i due popoli”. Sarebbe bello sì, malgrado il fatto che tra arabi ed ebrei la convivenza, nei secoli, sia sempre stata segnata da una profonda sperequazione sociale, e che in Palestina, sia stato, fin dal principio, il rigetto musulmano nei confronti di uno Stato ebraico il motivo per il quale Israele abbia dovuto armarsi fino ai denti per potere sopravvivere.
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » gio giu 17, 2021 6:23 am

La narrativa perdente di chi difende Israele
Davide Cavaliere
16 giugno 2021

https://www.corriereisraelitico.it/la-n ... e-israele/

Tutti i conflitti tra Israele e i suoi nemici, siano essi Stati arabi o gruppi terroristici, scatenano ondate di odio antisemita e antisionista. Sono poche le voci sui quotidiani, nei dibattiti televisivi e sui social media schierate con Israele. Fatto ancor più drammatico, molti e sinceri sostenitori dello Stato ebraico impiegano argomenti futili e inefficienti contro le menzogne dei filopalestinesi.

La canonica campagna in difesa di Israele si risolve in un racconto composto da innovazioni tecnologiche, belle soldatesse in bikini, arabi con cittadinanza israeliana che servono nell’esercito, gay pride, diffusione della dieta vegana tra le truppe e medici ebrei che curano bambini arabi. Il tutto accompagnato dalla più scontata delle affermazioni: “Israele unica democrazia del medioriente”. Una tale narrazione non può che fallire.

Intanto, richiamarsi alla democrazia è infruttuoso. I nemici di Israele, siano essi di estrema destra, estrema sinistra o islamisti, odiano Israele proprio in quanto democrazia. Dir loro che lo Stato ebraico è liberale e laico significa dargli un buon motivo per continuare a disprezzarlo. Islamisti e neofascisti vedono la democrazia come elemento di decadenza morale, mentre la sinistra radicale la intende come maschera dello sfruttamento capitalista.

Una narrazione filoisraeliana incentrata sulla libertà, il pluralismo e i diritti umani non può rompere il muro della menzogna perché si appella ai fatti e alla ragione. Al contrario, i terroristi di Hamas e i loro alleati propongono all’opinione pubblica una storia avvincente, che fa leva su passioni rivoluzionarie: Gaza è sotto assedio da parte di Israele, ultima potenza coloniale ancora in vita. Milioni di persone affamate e disperate combattono in ogni modo possibile tra le macerie delle loro case. Sono un mucchio di bugie, ma non importa, sono appassionanti.

Il problema non è che i terroristi islamici e i loro apologeti mentano, il nemico mente sempre, ma che Israele e i suoi sostenitori non sappiano più raccontare delle storie avvincenti. Hanno sostituito le peripezie dell’avventura sionista con un resoconto sulla prosperità economica e l’avanzamento dei diritti civili. Il ritratto di Israele come società festosa e tollerante, ricca e aperta, è poco più entusiasmante di un opuscolo turistico.

Tutta l’epopea sionista è ricca di eventi avvincenti. Israele è uno Stato venuto alla luce contro tutte le probabilità. I suoi fondatori lo hanno edificato sfidando l’impero ottomano, quello britannico, il nazismo e le masse arabe. Scavando nel passato si rinvengono vicende di eroi e profughi in fuga, resistenze disperate e idee brillanti.

Le uniche storie capaci di fare presa su un vasto pubblico sono quelle di lotta. Quando le società che hanno combattuto iniziano a esporre la ricchezza e la tranquillità che hanno ottenuto, dimostrano di avere paura di perderle. Non sempre tale timore rende più risoluti.

Le campagne di immagine pro-Israele che presentano una nazione di spiagge assolate e locali notturni sono destinate a far presa su pochi individui. È quanto mai necessario raccontare la storia, vera, di milioni di persone che hanno combattuto e combattono per la propria vita contro nemici implacabili. I toni non dovranno essere né concilianti né sfumati, ma netti. Occorre anche parlare della prosperità economica di Israele, ma per opporla, in modo deciso, all’arretratezza araba. Lo Stato ebraico deve prima raccontare la storia di Daniel Gold e del sistema antimissilistico Iron Dome e, solo successivamente, la movida di Tel Aviv.

Se Israele e i suoi fautori non riescono a narrare la lotta in cui si trovano perché cruda e politicamente scorretta o perché hanno troppa paura di affrontarla, allora non solo non l’affronteranno, ma insinueranno nei loro nemici il sospetto di non essere in grado di vincerla.
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Re: Israele una buona democrazia e una grande civiltà

Messaggioda Berto » dom giu 20, 2021 10:26 am

Il miracolo economico di Israele: dal socialismo al capitalismo
Jun 18, 2021
https://www.youtube.com/watch?v=G2UmjgKY9ok
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