ONG ISRAELIANE PER I PALESTINESI ... ??
[da pagine Fb, Repubblica]
https://www.facebook.com/zio.Ferdinando ... 2377743232
...Sono le stesse organizzazioni umanitarie israeliane a segnalare il grave fenomeno espansivo perpetrato dal governo di Netanyahu in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. L’Ong per i diritti umani B’Tselem riferisce infatti di un “aumento della frequenza e della gravità degli attacchi da parte dei coloni” contro i palestinesi nella Valle del Giordano, i quali “minacciano i pastori, li cacciano, li aggrediscono fisicamente, guidano a tutta velocità in mezzo alle greggi per spaventare le pecore, le travolgono o le rubano”, e aggiungono che “i soldati sono di solito presenti durante questi attacchi e a volte vi prendono anche parte”.
B’Tselem sostiene inoltre che questi attacchi “non sono incidenti isolati, ma fanno parte della politica che Israele applica nella Valle del Giordano”.
"L'obiettivo è farli andar via 'per scelta' ". Lo scopo - sottolineano ancora gli attivisti dell'organizzazione israeliana - è quello di “impadronirsi di più terra possibile, spingendo i palestinesi ad andarsene. Uno scopo che viene raggiunto con varie misure, incluso quello di rendere la vita in quei luoghi così insostenibile e sconfortante da indurre i palestinesi a non avere altra scelta se non quella di lasciare le proprie case, apparentemente ‘per scelta’ ”. Ma le comunità palestinesi sottoposte a vessazioni di ogni sorta nella Valle del Giordano sono solo alcune di quelle prese di mira dalla politica israeliana. Situazioni simili se ne possono trovare anche nei quartieri palestinesi di Gerusalemme Est occupata, come Sheikh Jarrah e Silwan.
Gino Quarelo
Intanto il nome di queste terre "controverse" è Giudea e Samaria più che Cisgiordania e sono terre storiche ebraiche, oggi sono il settimo distretto di Israele.
Si ricorda che gli arabi maomettani sono invasori violenti della Giudea (o Palestina) nel VII secolo d.C. quando era dominio bizantino e che hanno ridotto gli ebrei e i cristiani della Palestina a dhimmi: angariandoli, vessandoli, discriminandoli, derubandoli, uccidendoli.
Il maomettismo o nazismo maomettano fin da Maometto ha discriminato e perseguitato ogni diversamente religioso, specialmente gli ebrei e i cristiani; Maometto ha pesonalmente ucciso centinaia di ebrei della tribù dei Banu Qurayza
https://it.wikipedia.org/wiki/Banu_Qurayza
Oggi gli ebrei in Giudea e Samaria (detta anche Cisgiordania) non fanno altro che difendersi e tra le varie possibilità vi è anche quella di cacciare gli arabo-palestinesi che non rispettano e che odiano e disprezzano a morte gli ebrei, principalmente per nazismo politico-religioso maomettano.
La propaganda e le bugie dell’occupazione israeliana
20 gennaio 2019
Niram Ferretti
http://www.italiaisraeletoday.it/la-pro ... israeliana
Va detto subito, a scanso di equivoci, l’offensiva che da cinquanta anni si combatte contro Israele è un’offensiva sostanzialmente lessicale, cioè propagandistica, in cui la realtà dei fatti è stata sostituita, come in tutti gli apparati propagandistici, dalla fiction. Goebbels che se ne intendeva assai bene di protocolli propagandistici lo chiariva programmaticamente, “La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
Quando i propal affermano che “Secondo il diritto internazionale” Israele occuperebbe illegalmente i territori della Giudea Samaria, Cisgiordania, o West Bank, mentono. Il diritto internazionale, diversamente dal diritto interno, non è emanato da nessuna autorità centrale e sicuramente questa autorità non è rivestita dall’ONU.
“Occupazione” è un termine che manda in fibrillazione tutti gli avversatori e demonizzatori di Israele perché suggerisce che l’esercito israeliano che si trova in Cisgiordania occuperebbe territori che apparterrebbero ai palestinesi espropriati.
La vulgata degli ebrei ladri di terra è irresistibile, sollucchera, riporta alla memoria altre accuse del passato, criminalizzazioni passate alla storia: avvelenatori di pozzi, profanatori di ostie, sacrificatori di bambini, deicidi. Il repertorio nero antisemita ruota da secoli intorno a poche ma ben rodate idee.
I territori della Cisgiordania o Giudea e Samaria, questo il loro nome storico, non hanno alcun detentore sovrano essendo passati dopo la fine dell’impero Ottomano agli inglesi per il periodo del Mandato sulla Palestina.
Di seguito, nel 1922, il Mandato stabilì inequivocabilmente che gli ebrei avrebbero potuto dimorare in tutti i territori a occidente del fiume Giordano. Il testo del Mandato fu fatto proprio dalla allora Società delle Nazioni, l’ONU odierno, e non è mai stato abrogato nelle sue disposizioni generali.
Ma gli inglesi, come è sempre stata loro abitudine, variarono gli accordi a seconda di come tirava il vento. Ridussero progressivamente il territorio che avrebbe dovuto essere inizialmente degli ebrei regalando alla tribù hashemita la Trangiordania.
Con il primo Libro Bianco del 1922 l’esclusione della Transgiordania per un futuro insediamento ebraico venne sancita formalmente. A seguito della rivolta araba del 1936 la Gran Bretagna costituì una apposita commissione, la Commissione Peel, per fornire un resoconto delle cause della rivolta e fornire suggerimenti.
L’esito della Commissione Peel relativamente alla questione territoriale della Palestina Mandataria fu quello, nel 1937, di proporre di assegnare agli ebrei meno del 20% del territorio mentre l’80% sarebbe stato assegnato agli arabi. A questa proposta, la più vantaggiosa che avrebbero mai ricevuto, gli arabi dissero di no.
Applicando come sempre il principio del dividi et impera, la Gran Bretagna si era riorientata in senso filoarabo già nel 1930, come testimonia il secondo Libro Bianco del 1930 che si proponeva di frenare la costituzione del focolare ebraico in Palestina.
Il terzo Libro Bianco del 1939 (dopo che quello del 1930 era stato annullato in virtù delle forti proteste delle organizzazioni sioniste), di fatto metteva una pietra sopra la proposta avanzata dalla Commissione Peel, abbozzando l’ipotesi di un futuro stato palestinese a sovranità araba che si sarebbe costituito nell’arco di dieci anni.
Nel 1947, l’Assemblea Generale dell’ONU approvava la Risoluzione 181 la quale, trasgredendo la lettera del Mandato Britannico per la Palestina del 1922, stabiliva che un futuro Stato arabo (attenzione, non “palestinese”, i palestinesi avrebbero fatto la loro comparsa ufficiale sul teatro della storia nel 1964) avrebbe compreso anche la Giudea e la Samaria.
L’Agenzia ebraica accettò a malincuore questa privazione poiché era riuscita a salvare in extremis il deserto del Negev che il Dipartimento di Stato americano voleva concedere agli arabi. Chi fu totalmente contrario in campo sionista fu Menachem Begin, il quale riteneva che essa espropriasse gli ebrei di un territorio che gli spettava.
Tuttavia, la Risoluzione 181 non è mai entrata in vigore, poiché gli arabi la rigettarono e preferirono dichiarare guerra a Israele allo scopo di annientarlo. La Giordania invase i territori, cacciò da essi gli ebrei presenti e nel 1951 se li annesse abusivamente fino al 1967 quando, a seguito della Guerra dei Sei Giorni, Israele li catturò. Va aggiunto che secondo il regolamento dell’ONU, le risoluzioni emanate dall’Assemblea Generale non sono legalmente vincolanti. Lo possono essere solo quelle emanate dal Consiglio di Sicurezza in base al Capitolo 7.
Da allora esiste sui territori una presenza militare israeliana, nello specifico, dopo gli Accordi di Oslo del 1993-95, nella cosiddetta Area C. L’Area A è sotto piena tutela palestinese mentre l’Area B è a tutela mista. Solo l’Area C è di pieno controllo israeliano.
Si può dunque parlare di “presenza militare”, di “vigilanza”, di “tutela territoriale”, ma certo non di “occupazione” nel senso distorto che è stato promosso negli ultimi cinquantun anni, ovvero di presenza abusiva su un territorio conculcato ai suoi legittimi possessori, come è stato il caso, per esempio dell’occupazione nazista su buona parte dell’Europa durante la Seconda guerra mondiale (ma molti altri casi si possono citare).
Sono le parole, false o vere, che plasmano la realtà. Il linguaggio della menzogna ha unicamente lo scopo di deformarla.
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui
viewtopic.php?f=205&t=2825
Calunnie e falsità nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
viewtopic.php?f=196&t=2824
“Uccidi gli ebrei per Allah!”: ancora convinti che la definizione di pacifinti sia ingiusta?
Emanuel Baroz 2 giugno 2010
http://www.focusonisrael.org/2010/06/02 ... fisti-gaza
“Uccidi gli ebrei per Allah!”: ancora convinti che la definizione di pacifinti sia ingiusta?
Riportiamo qui di seguito un video andato in onda su Al-Jazeera il 29 maggio 2010, in cui i partecipanti alla Freedom Flotilla, la nave dei cosidetti “pacifisti” che voleva forzare il blocco navale a largo della Striscia di Gaza per “motivi umanitari”, invocano l’uccisione degli ebrei:
Uccidi ebrei per Allah
Partecipanti della flottiglia cantano inni di guerra islamici invocanti l’uccisione di ebrei
Reporter: “Nonostante le minacce israeliane e qualche inaspettato ritardo, l’arrivo delle navi al punto di incontro prima di navigare verso la spiaggia di Gaza ha infiammato le emozioni e l’entusiasmo dei partecipanti”
Scene dalle navi della flottiglia di giovani musulmani che gridano canti di battaglia invocanti l’uccisione e la sconfitta di ebrei in battaglia:
[Ricordate] “Khaibar, Khaibar, o ebrei! L’esercito di Maometto tornerà!”
[Khaibar è il nome dell’ultimo villagio ebraico sconfitto dall’esercito di Maometto, e significa la fine della presenza ebraica in Arabia nel 628.]
Reporter: “Cantando inni che ricordano l’intifada palestinese, i partecipanti esprimono il loro desiderio di raggiungere Gaza.”
Una partecipante: “Adesso siamo di fronte a uno di due possibili lieti fini (happy endings): o il martirio o il raggiungimento di Gaza.” [Frase che esprime la formula islamica prima della battaglia: “O vittoria o martirio”.]
Islam, palestinesi, ebraismo, ebrei, Israełe
viewtopic.php?f=188&t=1924
SAMARIA E GIUDEA, TERRE D' ISRAELE
11 agosto 1988
https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... raele.html
GERUSALEMME Chiunque voglia costituire un governo palestinese in esilio si scontrerà con il pugno di ferro di Israele, che schiaccerà ogni tentativo di creare uno stato indipendente in Cisgiordania. La risposta ufficiale degli israeliani alla rinuncia di re Hussein di Giordania di qualsiasi forma di gestione dei territori occupati, è venuta dal primo ministro Shamir, che ha concluso con queste parole il dibattito in Parlamento convocato in seduta speciale. Poi, in una riunione del Gabinetto ristretto, ha aggiunto di essere personalmente favorevole all' estensione della legge e del diritto israeliani alla Samaria, alla Giudea e alla striscia di Gaza, che fanno parte della terra di Israele, che è tutta nostra. Il premier ha specificato che ha voluto evitare di parlare di annessione perché questa parola ha un suono sgradevole. E in ogni caso non si può annettere quello che è già nostro. Radio Gerusalemme dal canto suo ha ammesso che la riunione di Gabinetto è stata tempestosa proprio per le proposte di annessione dei ministri della destra. La tesi dell' annessione è stata sostenuta apertamente dall' altro falco del Likud, Ariel Sharon, che tuttavia, secondo un' intervista rilasciata a L' evenement du jeudi francese, si accontenterebbe di annettere solo un terzo dei territori occupati. Sharon dice che con la decisione giordana di rompere i legami con la Cisgiordania si è determinata una situazione completamente nuova. A questo punto Israele dovrebbe elaborare un piano destinato ad imporre la propria legge nei territori occupati, vitali per la nostra difesa. Le prime reazioni ufficiali al taglio netto di re Hussein non potevano essere più dure e categoriche. Shamir, che ha parlato in Parlamento per venti minuti, ha liquidato qualsiasi apertura all' Olp, definito un' organizzazione di assassini, mentre ha considerato addirittura delirante l' idea di uno stato indipendente nei territori occupati. Deve essere chiaro come il sole a mezzogiorno che Israele non ci sta a questo gioco, ha affermato. E altrettanta insofferenza il leader del Likud l' ha espressa nei confronti degli appelli umanitari che da tutto il mondo si levano in favore dell' autodeterminazione del popolo palestinese: Questi appelli sono ipocriti e senza alcun significato, ha aggiunto. Le opposizioni, che avevano chiesto il dibattito per verificare la possibilità di aprire un dialogo con gli elementi palestinesi più moderati, hanno a loro volta espresso una posizione molto critica nei confronti di Shamir e dello stesso Peres. L' ex premier israeliano, leader del partito laburista e attualmente ministro degli Esteri, secondo il deputato Yossi Sarid non avrebbe capito che è un errore puntare tutto su re Hussein. Le parole più infuocate sono state ovviamente per Shamir, colpevole secondo Gadi Yatziv di bombardare, deportare, e angariare l' intero popolo palestinese. Ma, ha ammonito Yatziv, dovete sapere che non si ottiene nulla deportando la gente che combatte per la libertà. Shamir non ha mancato di rivogersi anche ai palestinesi, chiedendo la fine dell' intifada. Per questa strada otterrete solo guai, ha detto il leader conservatore. Ma le proposte di Shamir sono sempre le stesse: gli accordi di Camp David, firmati nel ' 78 tra Egitto e Israele, che i palestinesi e gli altri paesi arabi si rifiutano di riconoscere. Intanto il ministro delle Finanze Nissim ha tracciato un primo bilancio economico dell' intifada. La rivolta alla fine dell' anno causerà una diminuzione dell' 1,5 per cento della produzione nazionale, provocando il ristagno. Un portavoce del governo ha confermato che nelle ultime settimane 400 palestinesi che lavorano per le forze di occupazione sono stati licenziati, o hanno abbandonato spontaneamente il servizio, ma per ristrettezze di bilancio l' esercito intende tagliare altri 350 posti tra i palestinesi.