7)
La nostra dignità umana e civile violata nel profondo della nostra identità biologica, umana e sociale e nella sintesi dei nostri nomi deturpati, mistificati e negati.
No all'aggressione del demenziale suprematismo LGBT!I nostri nomi e i nostri dirittiNoi siamo donne e uomini, maschi e femmine, madri e padri, nonne e nonni, genitori e figli, eterosessuali e su questa eterosessualità di donna e uomo, e su questa diversità naturale di maschio e femmina, è impostata da sempre la coppia che dà origine alla famiglia universale monogamica, la nostra cultura, le nostre istituzioni, la nostra storia e i nostri diritti e doveri.
Il matrimonio può sussistere solo tra un uomo e una donna e non tra omosessuali, umani e animali, umani e robot, umani e oggetti vari.
L'unione civile tra omosessuali e/o tansgender non è matrimonio ma caso mai un gaymonio o gendermonio ma non certo matrimonio che è il nome proprio dell'istituto sociale e dell'unione civile e religiosa di una donna e di un uomo, di un maschio e di una femmina.
Anche le unioni tra umani e animali e tra umani robot e oggetti vari non hanno nulla a che fare con l'istituto del matrimonio.
I bambini hanno diritto ad avere una madre e un padre, dei genitori normalmente costituiti da un uomo e da una donna, da una femmina e da un maschio.
Noi siamo la stragrande maggioranza della popolazione della terra e la vita dell'umanità si è sviluppata su queste basi biologiche, sociali, antropologiche, culturali e non su altro.
Che la nostra identità, i nostri istituti, i nostri nomi, i nostri diritti, i nostri valori, siano rispettati e salvaguardati.
L'dentità sessuale o di genere non dipende dalla volontà e dal capriccio individuale, essa è una determinazione naturale che dipende esclusivamente dalla volontà della specie che si esprime/estrinseca attraverso la determinazione genetica.viewtopic.php?f=141&t=2960 https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/914172452492859 La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento contro l'umanità, come lo è anche la pedofilia!
Una neo-lingua per il retto-pensieroLucio Leante
16 marzo 2022
https://www.opinione.it/editoriali/2021 ... te-regimi/La Festa del papà (19 marzo), come la Festa della mamma (9 maggio) sono due feste per diversi aspetti politicamente scorrette, perché le parole papà e mamma sarebbero “discriminatorie” per le coppie gay. È questo uno dei corollari della religione apparentemente anti-discriminatoria, ma in realtà anti-occidentale, che si chiama “politicamente corretto”, attualmente molto in voga presso molti intellettuali occidentali. I chierici di quella nuova religione anti-occidentale vorrebbero sostituirle con feste del “genitore 1” e del “genitore 2” come già viene fatto in molti paesi occidentali sui contratti matrimoniali e in Italia sulle carte di identità dei minori di 14 anni.
Le industrie – in specie quelle dei dolciumi come la Nestlé, e quelle del regalo – che per timore di boicottaggi sono sempre prone ai desiderata delle aggressive lobby politicamente corrette, stanno già studiando il calendario per scegliere le date in cui festeggiare “genitore 1” e “genitore 2”. Non sarebbe politicamente corretto chiamarli “papà” e “mamma”. Si mira a fare addirittura scomparire dalle lingue occidentali quelle due parole perché “discriminatorie”. Un vero orrore che ha anche un obbiettivo politico.
In realtà si vuole colpire la realtà che quelle due parole indicano: la famiglia naturale. Si parte dalle parole per mettere in discussione la famiglia. Senza la famiglia naturale l’Occidente sarebbe l’unica società al mondo ad essere privata dell’istituzione principale su cui sono fondate tutte le società e tutte le civiltà del mondo (dove nessuno si sogna di mettere in discussione la famiglia). Allo stesso tempo, si vuole sostenere la anti-scientifica teoria del gender che nega il carattere biologico della sessualità, della paternità e della maternità, che sarebbero invece una costruzione sociale e culturale e quindi oggetto di scelta soggettiva ed arbitraria. L’Occidente si priverebbe così del concetto eticamente orientativo di natura umana. Si priverebbe anche dei concetti di scienza e di oggettività, dato che su questi prevarrebbe il criterio pre-moderno e arbitrario della “correttezza politica”. Non è vero quel che è vero (il sesso biologico), ma quello che è politicamente corretto (il sesso scelto).
La Festa del papà e quella della mamma e le parole stesse sarebbero “discriminatorie” per le coppie lesbiche dove vi sono due mamme e per le coppie maschili dove una mamma vera non c’è. Sono scorrette, anche perché si festeggiano nel giorno e nel nome di Giuseppe e di Maria e si riallacciano così alla tradizione religiosa cristiana occidentale, che la nuova Vulgata vuole cancellare e sostituire. E soprattutto sono scorrette, perché celebrano la “sacra famiglia” naturale che i chierici anti-occidentali vogliono fare scomparire dalla faccia dell’Occidente. Il fenomeno non si limita ovviamente alle Feste della mamma e del papà.
L’Università di Manchester ha proibito al personale di utilizzare i termini “madre” e “padre” per evitare pregiudizi ai danni dei “genitori gay”. Essa suggerisce invece l’uso di termini neutri come “partner” o “tutore” e la sostituzione dei termini “persone” o “individui” (in luogo di uomini o donne) e di “partner” (in luogo di marito o moglie). La stessa Università ha redatto una “guida” creata da un “Comitato per l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione” di sapore vagamente sovietico. In Francia l’anno scorso in diverse scuole, invece della Festa della mamma, si è celebrata la “Festa dei genitori”.
La neo-lingua è poi un fenomeno che accompagna i movimenti “rivoluzionari”. Se si vogliono rivoluzionare le istituzioni, bisogna anche ribaltare la connotazione positivo/negativo che le parole recano con sé, introducendo così nuove valutazioni e nuovi concetti che sostituiscono quelli vecchi. Non a caso, quando nel 2005 il Governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero varò la sua “rivoluzione familiare”, decise anche di vietare i tradizionali riferimenti di genere nei documenti legali relativi alla famiglia. Sui certificati di matrimonio spagnoli, “per non discriminare i coniugi gay”, parole come “marito” e “moglie” furono sostituite da “sposo A” e “sposo B”. Di conseguenza, nei certificati di nascita, “padre” e “madre” vennero invece rimpiazzati da due neologismi: “genitore A” e “genitore B”. Non era una questione solo di parole né solo di discriminazione. Zapatero voleva dire che le famiglie naturali hanno un eguale valore rispetto a quelle gay e che il sesso biologico non faceva differenza: che il padre (o la madre) fosse biologicamente maschio o femmina, non doveva fare alcuna differenza. Dietro le parole si nascondeva un’ideologia: quella della no-difference sessuale. Fu l’inizio di una vera e propria rivoluzione non solo nel linguaggio, ma nei costumi e nel pensiero pubblico.
In Canada il termine “genitore naturale” è stato sostituito con la dizione “genitore legale”. Nel Massachusetts, nei certificati di nozze, “moglie” e “marito” hanno lasciato il posto a “parte A” e “parte B”. La Cardiff Metropolitan University, una delle maggiori del Regno Unito, ha stilato una lista di 34 parole contenenti il suffisso “man” (uomo) che docenti e studenti sono “invitati” a non usare più, sostituendole con altre non “sessiste”. Via “chairman”, a favore del neutro “chair”; “fireman”, pompiere, è sostituito da “firefighter”; casalinga, “housewife”, lascia il posto a “consumer”; umanità, “mankind”, viene rimpiazzata da “humanity”; anche “homosexual” viene meno a favore di “same sex”; assistente, “right hand man”, diventa invece “chief assistant”.
La neo-lingua è stata adottata nelle stesse ore dalla British Medical Association, che ha invitato i medici a non parlare più di “expectant mothers” (“mamme in attesa”), ma di un più generico “pregnant people” (“gente incinta”), per rispettare l’eventuale natività gay. In Belgio, l’Università di Lovanio ha creato un vero e proprio sillabo di “parole proibite” di natura sessista. Ultime notizie sulla neo-lingua politicamente corretta: la parola “normale” deve essere eliminata perché “discriminatoria”. Anche la parola “sbiancamento” corre rischi non solo nella pubblicità dei detersivi, perché sottintende che bianco sia migliore di nero. Per esempio la Unilever, la catena internazionale che detiene più di 400 prodotti per l’igiene, la casa e la bellezza, nell’ambito di un suo progetto denominato “Positive Beauty” per diffondere “l’uguaglianza di genere” sul benessere del corpo, ha eliminato la parola “normale” dai suoi prodotti. Anche qui le parole sono pregne di contenuti culturali e sono usate come armi ideologiche: la parola “normale” sarebbe “discriminatoria”, anche se fondata statisticamente. Il risultato è che non esisterebbe né fisiologia né patologia, con buona pace per la scienza medica e per le scienze umane, tra cui quelle psicologiche.
Anche il famoso marchio di cosmetici “L’Oréal” ha deciso di rimuovere le parole “bianco”, “sbiancamento” e “chiaro”, dalle confezioni dei prodotti, perché contaminate da pregiudizi razziali. Il Wall Street Journal , seguendo l’esempio dell’Associated Press (Ap) ha vietato ai propri giornalisti di usare l’espressione “immigrato illegale” per non “etichettare le persone”, anche se essi sono tecnicamente e realmente sia immigrati, sia illegali. Il presidente Joe Biden l’ha già vietata nei documenti alla Casa Bianca e i Democratici hanno presentato una legge per bandirla dai documenti federali. Anche qui, dietro la guerra delle parole, c’è la propensione dei liberal americani favorevoli all’immigrazione anche illegale per motivi ideologici.
In conclusione, quella guerra di parole con cui l’establishment politicamente corretto sta da tempo introducendo una neo-lingua di tipo orwelliano. Cos’è una neo-lingua? È una tecnica usata da tutti i regimi rivoluzionari, autoritari e totalitari. Si criminalizzano attribuendo una valutazione negativa – e poi si cancellano – alcune parole cruciali per il vecchio ordine che si vuole distruggere. Si creano parallelamente parole nuove cruciali per l’ordine nuovo, che si vuole instaurare e a cui si attribuisce un valore positivo, esaltandole e rendendole obbligatorie. Si invertono così i valori delle parole: quel che un tempo era bene e buono diventa male e cattivo; e viceversa.
Ma non si tratta solo di una guerra di parole. Dietro le parole aleggiano concetti e soprattutto valutazioni, valori e disvalori, cioè le ideologie. La neo-lingua orwelliana introdotta dal politicamente corretto nasconde una guerra culturale e ideologica mirante a creare un “retto-pensiero” eversivo e funzionale a distruggere il vecchio ordine e ad instaurarne uno nuovo. Attraverso la neo-lingua si introduce un pensiero unico obbligatorio, un codice etico politico ed un “retto-pensiero”, mirante alla distruzione della civiltà cristiana e liberale dell’Occidente. In particolare, oggi esso mira a distruggere dall’interno l’intera civiltà occidentale attraverso la distruzione della famiglia o l’abbassamento delle difese contro l’immigrazione illegale.
Twitter ha bloccato l’account di un deputato Repubblicano perché sostiene che chiamare un uomo “uomo” sia una odiosa “violenza” The Federalist
10 novembre 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -violenza/ Twitter ha bloccato l’account ufficiale del presidente del Republican Study Committee Jim Banks per un tweet che osservava come “Il titolo di primo ufficiale donna a quattro stelle è stato preso da un uomo” – un riferimento al funzionario federale transgender Rachel Levine.
La notifica del divieto da parte di Twitter a Jim Banks ha spiegato che chiamare un uomo “uomo” “viola le nostre regole contro le condotte d’odio“. La dichiarazione di Twitter ha anche affermato che le descrizioni accurate della biologia umana ora “promuovono la violenza“.
“È ridicolo per Twitter dire che riconoscere la realtà biologica sia in qualche modo come incitare alla violenza“, ha detto il portavoce di Banks, Mitchell Hailstone, aggiungendo che Banks sta contestando il divieto con Twitter. L’azienda non ha risposto ad una richiesta di commento via e-mail sulla questione.
Jim Banks è un ufficiale della Riserva della Marina degli Stati Uniti ed è stato schierato due volte in Afghanistan. Rachel Levine non ha invece alcuna esperienza militare, secondo la sua pagina su Wikipedia, che si riferisce a lui come una donna.
L’amministrazione Biden ha selezionato Levine come assistant secretary del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti dopo la disastrosa corsa per la rielezione alla carica di Segretario della Salute della Pennsylvania. Il mandato di Levine in Pennsylvania vanta importanti risultati come il trasferimento della propria madre da una casa di cura per anziani mentre allo stesso tempo stava promuovendo la politica pericolosa e mortale di costringere le case di cura dello stato ad accettare pazienti positivi al COVID-19.
Levine ha anche presieduto a uno dei peggiori lanci dei vaccini contro il COVID-19 del paese, e durante le sue udienze di conferma al Senato aveva affermato di sostenere la mutilazione dei genitali dei bambini nelle operazioni per il cambio di sesso.
Ma questo è tutt’altro che il primo incontro di Banks con la censura: I Democratici hanno rifiutato di far sedere Banks, assieme al rappresentante Jim Jordan dell’Ohio, nella commissione sui fatti del 6 gennaio che indaga su ciò che è accaduto durante la rivolta del Campidoglio – una delle migliaia di rivolte che gli Stati Uniti hanno affrontato a partire dal 2020. Invece, hanno scelto i rappresentanti Liz Cheney del Wyoming e Adam Kinzinger dell’Illinois – due membri notoriamente antagonisti al loro stesso Partito.
Ohio, docente si rifiuta di chiamare una studentessa trans al femminile Ora potrà far causa all’ateneoMonica Ricci Sargentini
28 marzo 2021
https://www.corriere.it/esteri/21_marzo ... a8f6.shtml Un professore di filosofia della Shawnee State University in Ohio Nicholas Meriwether ha ottenuto da una corte d’appello il via libera alla causa contro l’ateneo che la scorsa primavera l’aveva obbligato a chiamare al femminile una ragazza trans. Il professore, però, ha sostenuto che costringerlo ad usare pronomi non corrispondenti alla realtà biologica rappresentava una violazione del primo emendamento della Costituzione americana che sancisce il diritto alla libertà di espressione e di religione.
Meriwether, cristiano praticante, insegna alla Shawnee State dal 1996 ed è sempre stato stimato. I problemi sono sorti all’inizio del 2018 quando una studentessa trans ha chiesto al professore di chiamarla al femminile perché questa era la sua identità di genere. Lui le ha risposto che, da allora in poi, si sarebbe rivolto a lei usando solo il cognome perché la sua religione gli impediva di considerare reale il genere. Un’inchiesta ufficiale dell’università ha stabilito che il docente aveva creato «un ambiente ostile» alle persone transgender e gli ha ordinato, con un richiamo scritto, di cambiare atteggiamento altrimenti sarebbe incorso in una sospensione senza paga o nel licenziamento.
Il giudice Amul Thapar, a nome della Corte,in un pronunciamento di 32 pagine. ha spiegato che l’università ha «punito Meriwether per le sue opinioni su un tema controverso». E ha fatto notare che l’ateneo non ha fornito alcuna prova che il comportamento del docente avesse avuto ripercussioni sul suo insegnamento o avesse inficiato il rendimento della studentessa trans che, anzi, aveva ottenuto voti alti. «Se ai docenti manca la protezione della libertà di espressione - ha scritto Thapar, che è stato nominato dal presidente Trump —l’università potrebbe avere il potere allarmante di imporre una conformità ideologica. Un rettore potrebbe chiedere a un pacifista di dichiarare che la guerra è giusta o a un credente di negare l’esistenza di Dio. E questo non può accadere».
Ora l’azione legale dovrà essere ridiscussa a Cincinnati dove un giudice di primo grado l’aveva archiviata nel febbraio 2020. Per John Bursch, avvocato dell’Alliance Defending Freedom che rappresenta Meriwether, «nessuno dovrebbe essere costretto a contraddire le proprie convinzioni fondamentali solo per mantenere il proprio lavoro». Ma il pronunciamento della corte d’Appello in Ohio viene criticato dalle associazioni Lgbtqai+. «È come se qualcuno decidesse che gli afroamericani non meritano di essere chiamati signori — dice al Washington Post Andrew Koppelman, esperto di diritto costituzionale alla Northwestern University —, questo creerebbe un ambiente ostile. Perché non sarebbe lo stesso per i transgender?».
Le dispute legali sui diritti delle persone trans e la libertà di espressione stanno diventando un’abitudine negli Stati Uniti. Un caso simile è all’esame dei giudici della Virginia dove un insegnante di francese ha fatto causa al liceo in cui lavorava dopo essere stato licenziato per non aver voluto chiamare un ragazzo trans al maschile.
Casi del genere, finora, non sono accaduti in Italia dove non è in vigore il self-id, cioè la possibilità di scegliere con quale sesso identificarsi a seconda della propria identità di genere. Ma sono già alcuni licei e università che consentono agli studenti di cambiare nome. Cosa succederà quando un professore si rifiuterà di chiamarli con il pronome giusto?
“Sono stata licenziata per aver detto che gli uomini non possono diventare donne”Giulio Meotti
23 aprile 2021
https://meotti.substack.com/p/sono-stat ... aver-detto Maya Forstater non si sarebbe mai aspettata di diventare famosa, figuriamoci famigerata. Lavorava come ricercatrice presso un importante think tank senza scopo di lucro, il Center for Global Development, con sede a Londra. Aveva l’abitudine di usare i social e non sapeva che sarebbe stata al centro di una tempesta mediatica, con uno delle scrittrici più famosi al mondo, J.K. Rowling, al suo fianco.
Le opinioni che hanno reso Forstater un mostro sui social erano sulla differenza tra sesso e genere. “Le ragazze crescono per essere donne, i ragazzi crescono per essere uomini”, racconta Forstater al Telegraph. Pertanto le donne transgender, dice, non possono affermare di essere donne e non hanno il diritto di condividere gli spazi delle donne come i bagni pubblici e gli spogliatoi. Un giorno Forstater ha espresso critiche e preoccupazione per le modifiche suggerite al riconoscimento del genere. “Espandere radicalmente la definizione legale di ‘donne’ in modo che possa includere sia maschi sia femmine lo rende un concetto privo di significato ...”. Poco dopo ha ricevuto un'e-mail dalla società che la informava che non avrebbero rinnovato il suo contratto, “con effetto immediato”. Forstater ha citato in giudizio la società per averla discriminata, ma il giudice James Tayler ha dichiarato che la sua “visione assolutista” non era “degna di rispetto in una società democratica”.
La sua controversia legale è stata vista come un banco di prova decisivo se una visione critica del gender sarebbe stata protetta ai sensi della legge. Se Forstater avesse vinto la causa, avrebbe legalmente impedito ad altri datori di lavoro di licenziare il personale per aver espresso l'opinione che i trans vanno rispettati come persone, ma che ci sono solo due sessi biologici. La prossima settimana - 27 e 28 aprile - Forstater tornerà in tribunale per il ricorso contro il licenziamento, determinata a far sì che la sua buona fede venga riconosciuta dalla legge. “E’ un attacco al mio diritto alla libertà di parola”.
J.K. Rowling le ha inviato un tweet inaspettato e di sostegno. “Vestiti come preferisci. Chiamati come preferisci. Dormi con chi vuoi. Ma costringere le donne a lasciare il lavoro per aver affermato che il sesso è reale? #IStandWithMaya”, ha scritto. Ed è diventato un caso internazionale. “I troll su Twitter sono cattivi, ma la reazione più sconvolgente è da persone che pensavi ti rispettassero e che ti voltano le spalle e dicono ‘non possiamo essere associati a te’”, dice oggi Forstater. E’ molto critica su come le società europee stanno impostando il discorso sul gender. “Stanno erodendo il modo in cui siamo in grado di parlare delle donne. Questa recente decisione che suggerisce che sia bigotto usare la parola ‘madre’, piuttosto che ‘genitore che dà alla luce’, è spaventosa. Ridefiniscono improvvisamente l'intera biologia”.
Il punto è proprio la capacità di riscrivere la realtà. Se saranno in grado di farci credere che XX e XY sono soltanto quattro lettere, potranno farci credere tutto.
"Maschi e femmine hanno cromosomi diversi". E il prof viene sospesoGerry Freda
1 Luglio 2021 - 09:42
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ma ... 1625128014 Il docente non avrebbe fatto altro che spiegare la differenza tra cromosomi XY e XX, che determinano la diversità genetica tra maschi e femmine
È polemica in Spagna per la vicenda di un docente di biologia e geologia presso un istituto d'educazione superiore, con il docente che è stato sospeso dal servizio per avere spiegato ai suoi studenti che uomini e donne, sul piano cromosomico, sono "diversi". La notizia in questione è stata diffusa dagli organi di informazione iberici martedì e, in base alle ricostruzioni, il fatto si sarebbe consumato nel comune di Alcalá de Henares, nella Comunità autonoma di Madrid. Il docente finito nella bufera era in servizio presso l'Istituto pubblico di formazione secondaria IES Complutense.
A costare una sospensione di sei mesi al professore sarebbe stato il semplice fatto che egli avrebbe esposto in classe il tema della differenza genetica tra maschi e femmine, attenendosi strettamente ai dati scientifici per cui gli uomini nascono con cromosomi XY e le donne con cromosomi XX, ossia con un identikit natuale immodificabile. Per tale spiegazione assolutamente ineccepibile, il docente, sostengono i suoi avvocati, sarebbe stato sottoposto dai vertici dell'Istituto a un vero e proprio "interrogatorio" sulle sue convinzioni politiche e religiose, in quanto sia il direttore della scuola sia l'ispettore che avrebbe interrogato l'insegnante "rispondono all’ideologia del collettivo LGTBI". Contro la sospensione, il professore, affermano i media spagnoli, sarebbe pronto a fare ricorso, mentre diverse associazioni cristiane hanno lanciato una raccolta firme per sollecitare il ministro dell’Istruzione della Comunità di Madrid, Enrique Ossorio, a licenziare la direttrice dell’Ies Complutense, Ilenia Megías Chico, e l’ispettore scolastico che avrebbe condotto l'interrogatorio contro il docente. Quest'ultimo sta venendo presentato dalle medesime associazioni confessionali come un individuo che è stato “intimidito e discriminato” per avere soltanto detto “verità scientifiche”.
La notizia della sospensione del professore, evidenziano gli stessi media, è stata confermata dai vertici della Pubblica istruzione nella Comunità autonoma, con un fascicolo che sarebbe stato subito aperto sulla vicenda dal servizio ispettivo educativo. Tuttavia, i dirigenti dell'IES Complutense hanno reagito alle contestazioni diffondendo un comunicato in cui forniscono alcune precisazioni sul caso. Nel documento citato, i vertici scolastici sostengono infatti che l'insegnante in questione non sarebbe stato sospeso per il semplice fatto di avere detto che, sul piano bologico, esistono solo due sessi, ma per alcune controverse "pratiche didattiche" dello stesso. La nota dell'istituto accusa quindi la stampa locale di avere subito dato credito alla versione del professore senza minimamente contattare l'ente educativo per chiarimenti e maggiori dettagli sull'episodio.
"Le donne che criticano la teoria gender sono punite sul lavoro"Denuncia in Inghilterra di attiviste: "Un quarto dei lavoratori rischiano la sanzione. Disciplinate le donne che hanno difeso J.K. Rowling". I discriminati di domani se sarà approvata la legge Zan
Giulio Meotti
9 maggio 2021
https://meotti.substack.com/p/le-donne- ... -la-teoriaSecondo 40 attiviste per la libertà di parola che hanno scritto al Times, dozzine di donne in Inghilterra hanno subito azioni disciplinari sul lavoro per aver messo in discussione la teoria gender. Le attiviste affermano che i datori di lavoro di un quarto dei lavoratori britannici si sono iscritti al programma “Diversity Champions” gestito dall'ente benefico LGBT Stonewall. Significa che se le persone mettono in dubbio ciò che gli attivisti chiamano "legge di Stonewall" - secondo cui "le donne trans sono donne” e “gli uomini trans sono uomini ” - rischiano la sanzione.
La lettera sul Times è stata coordinata da Maya Forstater, una consulente fiscale che ha perso il lavoro dopo aver twittato: "Gli uomini non possono diventare donne". Forstater, che sta facendo appello a Londra contro il licenziamento, ha detto che dozzine di donne l'hanno contattata - "insegnanti, agenti di polizia, lavoratori sindacali". Una donna è stata disciplinata dopo aver difeso la Rowling nei dibattiti con i colleghi. L’autrice di Harry Potter aveva scritto: “Vestiti come vuoi. Fatti chiamare come vuoi. Vai a letto con qualunque adulto consenziente ti desideri. Vivi la tua vita al meglio, in pace e sicurezza.Ma si può davvero licenziare una donna per aver detto che il sesso esiste?”. Due giorni fa una scuola in Inghilterra ha cancellato il nome di Rowling dai propri edifici…
Anche negli Stati Uniti è già prassi consolidata. James Damore, senior software engineer di Google, aveva diffuso nelle chat interne dell’azienda un manifesto contro la “cassa di risonanza ideologica” della Silicon Valley. Secondo l’autore dentro Google ci sono idee “troppo sacre per venire messe in discussione”. Nella valle del silicio, questo oggi è “discorso dell’odio”. E Damore è stato licenziato.
Quanto sta accadendo alle donne inglesi è quello che avverrà a chi avrà il coraggio della verità nonostante il Ddl Zan. Per questo anche Marina Terragni, giornalista e femminista critica della legge in discussione nel Parlamento, ha scritto: “Mai mi sarei aspettata che le donne di questo Paese dovessero combattere il Pd. Ma è così. Si deve prenderne atto. Un ferita insanabile”. Pensiamo a quello che potrebbe accadere agli uomini che mettessero in discussione la doxa gender…
"No al corso gender a scuola" Mamma viene subito insultataCostanza Tosi
23/11/2020
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1606137064 La madre di una bambina di appena 8 anni si è opposta al laboratorio sul gender fluid proposto dalla scuola e dopo gli insulti è stata costretta a cambiare istututo ai suoi figli
Offesa, insultata etichettata come “estremista”, “omofoba retrograda” solo per aver chiesto informazioni su un corso sul gender che la sua bambina di appena 8 anni avrebbe dovuto svolgere a scuola.
Questo, quello che è successo a Chiara Pelagotti, madre di due figli di 8 e 10 anni.
Era l’11 novembre quando, durante una riunione di classe alla scuola elementare Marconi, di via Mayer a Firenze, tra i progetti illustrati per gli alunni della terza, ecco saltare fuori un discutibile laboratorio sul “gender fluid”. Il titolo del corso “A scuola per fare la differenza”, lo si ritrova all’interno dei progetti proposti sul portale del Comune di Firenze nell’area di educazione alla cittadinanza. E al Marconi, voleva essere inserito nel programma dei ragazzi durante l’orario scolastico.
“Il titolo è molto bello - ci dice Chiara al telefono - peccato che quello che viene etichettato come un programma di sensibilizzazione sul tema del bullismo omofobico, in realtà prevede ben altro”.
Tra i temi da affrontare durante, ad esempio, “Individuare gli stereotipi di genere presenti in fiabe, racconti, personaggi dei cartoni animati, giocattoli, mass media e nella realtà della vita quotidiana, in base quindi a come e quanto sono diffusi nel contesto culturale di appartenenza”. Insomma, un vero e proprio corso sul gender, per giunta, proposto, non da uno specialista super partes ma da “IREOS Onlus – Centro Servizi Autogestito Comunità Queer”.
“Ho cercato di capire di cosa si trattasse e ho chiesto alla scuola il programma, che non mi è mai stato fornito. Non sono omofoba e ho sempre fatto partecipare mia figlia a qualsiasi evento contro il bullismo, ma credo che per affrontare temi come la fluidità di genere sia ancora troppo presto. Magari sbaglio, ma lasciatemi il diritto di decidere sull’educazione dei miei figli”, ci spiega amareggiata per quello che è successo la madre che ha osato andare contro il corso sulla sessualità. Sì, perché dopo le sue domande lei e sulla sua famiglia hanno ricevuto, sui social, offese di ogni tipo.
“Quando è uscita la notizia, persino le istituzioni si sono espresse a sostegno della scuola”, ci dice mamma Chiara. Una polemica montata travisando il punto di vista della madre che mai avrebbe voluto attaccare le maestre che per anni hanno seguito i suoi figli: “Sono state fantastiche e non ce l’ho con loro, ma credevo fosse ancora possibile avere un punto di vista diverso dalla massa sull’educazione dei propri figli senza dover essere etichettata e attaccata con tale cattiveria.”
Di fatto il corso avrebbe preso il posto di ore di lezione e seppur facoltativo, oltre a sostituire normali lezioni avrebbe avuto l’effetto contrario da quello desiderato, dal momento che decidere di non far partecipare i propri figli al progetto avrebbe implicato non mandarli a scuola per quelle ore e far diventare l’iniziativa un corso per pochi. Dopo gli attacchi, Chiara e suo marito hanno deciso di cambiare scuola ai loro due figli, con dispiacere sì, ma con la convinzione che sia inaccettabile “vedere la propria figura umana e genitoriale prima sostituita dalla didattica del pensiero che non ammette civile dissenso, e poi umiliata nel nome di una furiosa spinta emotiva che mi accusa di omofobia”.
Texas, padre si oppone a cambio di sesso del bimbo. E il giudice minaccia di portarglielo viaCristina Gauri
Dallas, (Texas), 28 ott 2019
https://www.ilprimatonazionale.it/ester ... so-135075/Un giudice del tribunale di Dallas (Texas) ha stabilito che un bambino può decidere autonomamente di cambiare sesso se presenta i sintomi della disforia di genere, ovvero il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso o nel genere assegnatogli alla nascita. Il padre, in questo caso, non solo non può fare niente per opporsi e anzi, secondo il giudice, se egli non accetterà la transizione sessuale del proprio bambino, gli sarà tolto l’affidamento della prole con l’obbligo di non interferire nell’iter di cambio sesso. E’ successo al texano Jeffrey Younger e suo figlio James, di 7 anni.
La vera diatriba, chiaramente, non è tra padre e figlio, ma tra ex coniugi. E’ stata infatti la ex consorte di Younger, Anne Georgulas, a intentare la causa, sostenendo che il piccolo James, dal compimento del terzo anno di età, avrebbe iniziato a identificarsi come una bambina di nome Luna e manifestare la volontà di vestirsi da femmina. E dal momento che il figlio manifestava tali comportamenti, perché non procedere con il cambio irreversibile di sesso a partire dalla somministrazione di ormoni e bloccanti della pubertà? Una decisione, questa, che ha incontrato l’opposizione strenua dell’ex marito. E come dargli torto? Ma il giudice ha stabilito che se l’uomo vorrà continuare a vedere suo figlio non solo dovrà accettare di vederlo fronteggiare questo percorso, ma dovrà persino chiamarlo con il suo nome da bambina e trattarlo come tale.
La sentenza ha provocato una bufera di polemiche in America, anche tra i rappresentanti della comunità Lgbt. L’attivista Brad Palumbo, ad esempio, ha puntato il dito contro l’irragionevolezza della sentenza spiegando che “un bambino di soli 7 anni non può essere transgender. Non esiste la certezza necessaria per giustificare step verso cambiamenti fisici che possono alterare la vita di una persona come la terapia ormonale o il blocco della pubertà”. Oltretutto, data la giovanissima età di James, ci sono altissime probabilità che una volta cresciuto possa cambiare idea sulla propria transizione – magari proprio quando il percorso verso il cambio di sesso è arrivato ad un punto di irreversibilità.
“Numerosi studi dimostrano come una maggioranza sostanziale di bambini con problemi di confusione di genere – una maggioranza che va dal 65 al 94% – alla fine ha smesso di identificarsi come transgender”.
"Scrivere padre e madre sulla carta di identità". Ma la Appendino si ribellaFrancesca Bernasconi - Gio, 04/04/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... iHx8lKoDn4 Il Comune di Torino protesta contro il provvedimento che abolisce "genitore 1" e "genitore 2" sulla carta di identità
Chiara Appendino si ribella al provvedimento voluto dal governo, che abolisce la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" sulla carta di identità, a favore dei più tradizionali "madre" e "padre".
La sindaca del Comune di Torino, da sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle famiglie arcobaleno, pensa che"questo sia un passo indietro rispetto ai tanti in avanti che sono stati fatti in questi anni. Stiamo cercando di capire quali siano i margini a disposizione per intervenire".
Affianco all'Appendino si schera anche Marco Giusta, assessore comunale ai Diritti e alle Famiglie, che definisce il provvedimento una norma "fuori dalla realtà". La protesta si scatena a pochi giorni dall'esposizione, fuori dal Comune, si uno striscione, in risposta al Congresso della famiglia di Verona: "Torino ama tutte le famiglie, siete benvenute".
Ma Torino non è l'unica città a protestare contro il provvedimento: anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris ha criticato l'abolizione delle diciture generiche, sostenendo che "ci sono i genitori, il padre, la madre, famiglie molto diverse da quelle monolitiche di Verona. Noi abbiamo una concezione molto più libertaria e fondata sui diritti e sulle libertà civili. Non ci piace questa propaganda sui diritti che questo governo cerca di mettere in campo ogni giorno".
In tutta Italia, inoltre, l'associazione dei genitori omosessuali, Famiglie Arcobaleno, sta facendo sentire la propria voce e annuncia il ricorso al Tar, come riporta Repubblica: "Il decreto è palesemente illegittimo e discriminatorio, perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro".
Chiama "maschio" un maschio: 55.000$ di multaGiuliano Guzzo
http://www.lanuovabq.it/it/chiama-masch ... 0.facebook Bill Whatcott, canadese di 52 anni e cristiano, è stato condannato a pagare una multa di 55.000 dollari per aver chiamato «maschio» un avvocato e attivista transessuale di nome Ronan Oger, che si sente donna. La sentenza di condanna lascia senza parole: vi si legge che «la ‘verità’ delle dichiarazioni» di Whatcott «non è una difesa»…
Nell’epoca dei diritti e delle rivendicazioni Lgbt, la verità biologica non conta più. Anzi, affermarla può essere pericoloso e, soprattutto, costare caro. Ne sa qualcosa Bill Whatcott, un signore canadese di 52 anni che è stato appena condannato, come riferisce Life Site News, a pagare una multa salatissima, pari a 55.000 dollari, per aver osato chiamare «maschio» un uomo, Ronan Oger, “divenuto” donna con il nome di Morgane. Per capire come si sia arrivati a questa liberticida e surreale condanna, tocca fare un passo indietro ripercorrendo i fatti dal principio.
Tutto ha avuto inizio nel 2017 quando Ronan “Morgane” Oger, avvocato che nel novembre dell’anno prima era divenuto il primo transessuale nominato esponente di punta del Ndp, acronimo che sta per New Democratic Party, ha iniziato la sua campagna elettorale. Correva come aspirante membro dell’Assemblea legislativa nel distretto elettorale della British Columbia di Vancouver-False Creek. Le elezioni erano fissate per il 9 maggio. Ed è poche settimane prima del voto, nell’aprile 2017, che è entrato in scena Bill Whatcott.
L’uomo, un attivista cristiano, ha infatti intravisto nella candidatura di Oger un tentativo di pubblicizzare a livello sociale il transessualismo. Così ha pensato bene di predisporre e stampare quasi 1.500 copie di un volantino con il quale ha letteralmente tappezzato il quartiere di Yaletown, inclusa la cassetta postale dell’attivista Lgbt. In quel volantino, caricato anche in Rete, dove ha totalizzato 10.000 visualizzazioni, Whatcott da una parte rivelava il nome di battesimo del candidato Ndp - del quale riportava anche una vecchia foto in cui risultava chiaramente trattarsi di un maschio - e, dall’altra, lo apostrofava come un «travestito» che sta «abbracciando la propaganda transgender nel tentativo di vivere una bugia». Non solo. In quei volantini si manifestava preoccupazione per «la promozione e la crescita dell’omosessualità e del travestitismo» per come tutto ciò «oscuri l’immutabile verità sul nostro genere dato da Dio».
Com’era prevedibile, Oger - che alle urne, nel suo distretto, è stato superato da Sam Sullivan per poco più di 400 voti - ha trascinato in tribunale l’autore del volantino che ha ritenuto oltraggioso per sé e tutti quelli nella sua condizione. Ne è seguito un processo presso il British human rights tribunal della British Columbia, il tribunale provinciale per i diritti umani. Nel corso delle udienze, Charles Lugosi, l’avvocato di Whatcott, ha tentato d’impostare la difesa del suo assistito basandosi essenzialmente su un dato di fatto: l’appartenenza al sesso biologico maschile della parte lesa. Un elemento inoppugnabile che però, come si diceva all’inizio, non ha risparmiato all’uomo una condanna al pagamento di 55.000 dollari canadesi, 35.000 dei quali da liquidare come risarcimento a Oger e i restanti per la propria condotta.
Ora, a parte che Whatcott non possiede una somma di denaro simile, le 104 pagine della sua sentenza di condanna lasciano oggettivamente senza parole. Vi si legge infatti che «la ‘verità’ delle dichiarazioni nel volantino» dell’imputato «non è una difesa». Come dire: in effetti sì, è vero che Oger [nella foto] è biologicamente un uomo, ma ricordarlo risulta comunque offensivo. A essere condannata dal collegio presieduto dalla giudice Devyn Cousineau è dunque stata anzitutto la verità biologica, divenuta ufficialmente impronunciabile, pena l’esborso di un bel po’ dollari canadesi. Senza naturalmente dimenticare la libertà di espressione, che da una sentenza simile è fatta del tutto a pezzi.
Non a caso John Carpay, presidente del Justice Center for Constitutional Freedom, un’organizzazione di difesa legale specializzata in diritto costituzionale canadese, si è dichiarato sbigottito dal verdetto. «La Corte suprema del Canada», ha ricordato Carpay, «ha a lungo dichiarato che la libertà di espressione è la linfa vitale della democrazia», mentre questa decisione «mina i principi fondamentali di una società libera e mette a repentaglio la salute della democrazia canadese».
Dopo la sua sentenza di condanna, pubblicata mercoledì 27 marzo, e in attesa di vedere se e quali ulteriori sviluppi avrà quest’incredibile vicenda, Bill Whatcott non sembra più di tanto preoccupato e continua a dichiararsi fiducioso in Gesù Cristo. Staremo a vedere. Di certo, il fatto che un tribunale abbia dichiarato l’irrilevanza della biologia nell’identità sessuale, arrivando addirittura a punire chi la ricordi, non rassicura. Proprio per niente.
"Attivisti trans minacciano di uccidermi"J.K. Rowling, l'autrice di Harry Potter, smaschera lo tsunami d'odio per la sua difesa dei due sessi biologici. "Spero che tu possa trovare una bella bomba nella posta"
Giulio Meotti
20 luglio 2021
https://meotti.substack.com/p/attivisti ... -uccidermi Il caso è esploso quando la scrittrice più venduta al mondo, J.K. Rowling, ha dato il proprio sostegno a Maya Forstater, licenziata dal suo luogo di lavoro a Londra per essersi opposta ad alcune proposte di legge del Regno Unito (qui la mia intervista a Forstater per la newsletter), secondo le quali ogni essere umano poteva indentificarsi con il genere di propria scelta, scavalcando quello biologico. "Si può licenziare una donna solo per aver detto che il sesso biologico è reale?", aveva scritto Rowling. Poi di nuovo su Twitter: "Se il sesso non è reale, non c’è attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta delle donne a livello globale è cancellata. Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso rimuove la capacità di molti di discutere in modo significativo delle proprie vite. Non è odio dire la verità".
Adesso, per far capire il livello di odio che riceve, Rowling ha condiviso sul suo account messaggi come questo da un profilo che si descrive come “una lesbica genderfluid e cybermarxista”: "Spero che tu possa trovare una bomba nella tua cassetta della posta". “Ora che centinaia di attivisti trans hanno minacciato di picchiarmi, stuprarmi, uccidermi o farmi esplodere ho capito che questo movimento non mette in pericolo le donne", ha scritto, con un tocco di malcelata ironia.
Le offese non si contano, da “strega femminazi” a “troia”. Poi inviti a bruciarne i libri: “Qualcuno ha bisogno di legna da ardere quest’inverno? Il nuovo libro di J. K. è perfetto”. E poi le librerie che la boicottano. Rabble Books a Maylands, in Australia, ha annunciato di non vendere più Rowling. “Mi aspettavo le minacce di violenza, che mi venisse detto che stavo letteralmente uccidendo le persone trans con il mio odio, che i miei libri venissero bruciati, anche se un uomo particolarmente violento mi ha detto che li aveva messi nel compost”, ha scritto Rowling. I social sono pieni di video di persone che bruciano i suoi libri.
Rowling è ricca e famosa da superare anche questa. Chi le porta solidarietà invece no. Racconta Newsweek che una infermiera è adesso sotto inchiesta per aver scritto “I love J.K. Rowling”. Un’autrice di bestseller per bambini, Gillian Philip, è stata licenziata dopo che ha espresso sostegno per Rowling, come la editor Sasha White. Attiviste per la libertà di parola hanno scritto al Times che dozzine di donne in Inghilterra hanno subito azioni disciplinari sul lavoro per aver difeso Rowling.
Intanto, #RIPJKRowling fa tendenza sui social. Non è un necrologio. È un augurio di morte. Sempre tutto il nome dell’“amore” e della “tolleranza”.
Rowling sotto attacco: attivisti trans diffondono l'indirizzo di casaRoberto Vivaldelli
24 Novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/at ... 1637750977"Ho ricevuto così tante minacce di morte che potrei tappezzarci la casa". Lo sfogo della scrittrice su Twitter dopo che alcuni attivisti transgender hanno pubblicato l'indirizzo della sua abitazione sui social
Aver messo in discussione l'ideologia transgender, ribandendo il legame tra l'essere donna e avere una vagina, sta costando caro alla scrittrice J.R Rowling. Esclusa dalla reunion del cast di Harry Potter pochi giorni fa per le accuse di "transfobia" che le sono piovute addosso negli ultimi anni, ora la polizia politica del pensiero unico politicamente corretto ha deciso di mettere a repentaglio la sua sicurezza e quella della sua famiglia pubblicando sul web il suo indirizzo di casa. Come ha denunciato la stessa Rowling in una serie di tweet, "venerdì scorso, l'indirizzo della mia famiglia è stato pubblicato su Twitter da tre attivisti che si sono fotografati davanti a casa nostra, assicurandosi che il nostro indirizzo fosse visibile". Nella fattispecie, si tratterebbe di attivisti transgender che hanno preso di mira la scrittrice per le sue posizioni contro la follia gender.
Pubblicato l'indirizzo di casa
Ringraziando tutte le persone che hanno segnalato l'immagine e la polizia scozzese per il supporto, J.R Rowling ha aggiunto: "Imploro coloro che hanno ritwittato l'immagine con l'indirizzo ancora visibile, anche se lo hanno fatto condannando le azioni di queste persone, di eliminarla". E cita altre donne che, come lei, sono state "cancellate" dal totalitarismo woke per aver semplicemente espresso un pensiero controcorrente: Allison Bailey, Raquel Sanchez, Marion Miller, Rosie Duffield, Joanna Cherry, Julie Bindel, Rosa Freedman. L'ideatrice di Harry Potter menziona anche Kathleen Stock, femminista e lesbica che ha dovuto dimettersi dal suolo ruolo di docente di Filosofia dell'Università del Sussex a seguito degli insulti e delle minacce ricevute dagli attivisti transgender. Anche in quel caso, Stock aveva ribadito un concetto che la psicopolizia vuole mettere al bando: il sesso biologico rimane predominante e le persone transgender non dovrebbero frequentare gli spazi riservati alle donne come spogliatoi e bagni.
La scrittrice racconta che "chi mi ha contattato per raccontare le proprie esperienze analoghe, è stato oggetto di campagne di intimidazione che vanno dall'essere perseguitati sui social media", fino "alle minacce dirette di violenza, compreso lo stupro. Nessuna di queste donne è protetta come lo sono io. Loro e le loro famiglie sono state messe in uno stato di paura e angoscia per il solo motivo che si rifiutano di accettare acriticamente che il concetto socio-politico di identità di genere dovrebbe sostituire quello di sesso".
"Ho ricevuto tante minacce di morte"
La scrittrice inglese a quel punto fa i nomi e cita - sempre su Twitter - gli account dei tre attivisti transgender che hanno diffuso l'indirizzo della sua abitazione, menzionando la pratica - purtroppo sempre più diffusa - del doxxing, che consiste proprio nel rende pubblici sul web e sui social media informazioni personali e private o altri dati sensibili riguardanti una persona con un chiaro intento malevolo. "Pensavano che fare doxxing mi avrebbe intimidito a non parlare dei diritti delle donne basati sul sesso. Avrebbero dovuto riflettere sul fatto che ho ricevuto così tante minacce di morte che potrei tappezzarci la casa, e non ho smesso di parlare. Forse, il modo migliore per dimostrare che il vostro movimento non è una minaccia per le donne è smettere di perseguitarci, molestarci e minacciarci".
Se c'è una cosa che non manca a J.R Rowling è il coraggio di chi esprime le proprie idee, nonostante le sempre più gravi e preoccupanti minacce che provengono dall'attivismo transgender e da un'ideologica militante e totalitaria - come quella del politicamente corretto e della woke supremacy - che non ammette confronti né dibattito. Come nei peggiori totalitarismi, trattasi di dogmi da osservare in maniera ossequiosa. In silenzio. Ma c'è chi, come l'ideatrice di Harry Potter, ha deciso di non piegarsi.