Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:31 am

5)
La Procuratrice democratica nera di New York


Letitia James, democratica, la Procuratrice dello Sato di New York eletta nel 2018, durante la sua campagna elettorale, contro l'allora presidente Trump, faceva queste dichiarazioni raccolte in un video:
Il video mostra la procuratrice di New York Letitia James con un sostenitore che dice: "Per favore, fagli causa per noi", e la James che risponde: "Oh, lo denunceremo sicuramente. Saremo una vera spina nel fianco".
"Dobbiamo concentrarci su Donald Trump", dice James in un'altra clip. "Dobbiamo seguire i suoi soldi".
Il video si conclude con un'altra clip di Letitia James durante la sua campagna elettorale che dice: "Questo presidente illegittimo… non vedo l'ora di andare nell'ufficio del procuratore generale ogni giorno, fargli causa e poi tornare a casa".


L'odio razzista suprematista nero e l'odio ideologico politico traspaiono chiaramente nelle parole della procuratrice nera di New York contro il Presidente Trump; questa è un pericolo pubblico civile e politico per la sua potenzialità criminale ed eversiva antidemocratica.

L'ufficio di Donald Trump ha condiviso questo video su Rumble dal titolo: "Abusare dell'ufficio del procuratore generale per attaccare il presidente Trump".
10 agosto 2022

https://www.facebook.com/watch?v=592487895753647

Chi sta indagando su Donald Trump nell'ambito dell'indagine civile sulla Trump Organization per scoprire se la sua società abbia impropriamente gonfiato il valore delle attività nei bilanci per ottenere prestiti e benefici fiscali?
Il video mostra la procuratrice di New York Letitia James con un sostenitore che dice: "Per favore, fagli causa per noi", e la James che risponde: "Oh, lo denunceremo sicuramente. Saremo una vera spina nel fianco".
"Dobbiamo concentrarci su Donald Trump", dice James in un'altra clip. "Dobbiamo seguire i suoi soldi".
Il video si conclude con un'altra clip di Letitia James durante la sua campagna elettorale che dice: "Questo presidente illegittimo… non vedo l'ora di andare nell'ufficio del procuratore generale ogni giorno, fargli causa e poi tornare a casa".


Letitia James, democratica, Attorney General di New York contro Andrew Mark Cuomo, governatore dello Stato di New York
https://www.ilgazzettino.it/pay/attuali ... 20061.html


Il rapporto su Cuomo dell’Attorney General di New York Letitia James: molestatore!
La ministra della giustizia dello Stato di New York ha presentato l'inchiesta che accusa il governatore di aver "palpeggiato" le sue assistenti. Cuomo si difende
Massimo Jaus Massimo Jaus
3 agosto 2021

https://lavocedinewyork.com/news/primo- ... lestatore/

“Un pomicione”, uno sgradito playboy, un capufficio-polipo che con i suoi tentacoli palpeggiava le assistenti, rivolgeva loro domande molto personali, commentava il loro aspetto fisico. Questo il profilo tracciato dall’Attorney General di New York Letitia James del governatore dello Stato, Andrew Cuomo, quando questa mattina ha presentato le conclusioni dell’indagine avviata nei mesi scorsi dopo le accuse di molestie sessuali avanzate da 11 donne che nel corso degli anni hanno lavorato con lui. Andrew Cuomo inoltre, secondo quanto affermato dall’Attorney General, ha usato la sua influente posizione per vendicarsi con una dipendente che aveva provato a denunciare la difficile situazione.

L’inchiesta ha mostrato che Cuomo si è reso responsabile di palpeggiamenti, baci e abbracci non richiesti, e di commenti inappropriati, ha detto Letitia James, aggiungendo che l’ufficio del governatore era diventato un posto di lavoro “tossico” che rendeva possibile “il verificarsi di molestie”.

“Sono stato frainteso, le mie intenzioni non erano sessuali. I miei sono stati gesti affettuosi senza secondi fini” ha detto Andrew Cuomo rispondendo alle accuse, tracciando il suo modo di lavoro vecchio stile, paternalistico, con battute di spirito e commenti old fashion in una società lavorativa che ora non c’è più. “Ho salutato una mia collaboratrice dicendo Ciao Bella non c’era nessuna intenzione di offenderla. I fatti sono molto differenti da come sono stati raccontati” ha proseguito Cuomo aggiungendo che non ha mai espresso commenti sessuali o toccato in maniera impropria nessuna delle sue assistenti. Ha aggiunto poi che il suo avvocato ha risposto ad ogni accusa contenuta nel rapporto presentato da Letitia James. “Il documento è disponibile sul mio sito, se siete interessati per favore leggete i fatti e decidete da soli. “Mio padre mi ha sempre detto che la politica è una cosa sporca. Io l’ho sempre saputo”.

Non è chiaro ora quale sarà il seguito della vicenda. A marzo Letitia James aveva avuto il permesso dall’Executive Chamber dello Stato di indagare sulle accuse. Ora sarà la legislatura statale che dovrà decidere se avviare un procedimento di impeachment per rimuovere Andrew Cuomo dalla carica. La legislatura Statale è composta dall’Assemblea formata da 150 legislatori di cui 106 sono democratici e 44 repubblicani e sul Senato composto da 63 senatori , 43 democratici e 20 repubblicani. Da capire come i parlamentari statali voteranno.

Secondo l’indagine dell’Attorney General Cuomo avrebbe “molestato sessualmente dipendenti statali ancora assunte ed ex dipendenti con contatti e palpeggi sgraditi e non consensuali, facendo numerosi commenti offensivi di natura suggestiva e sessuale che hanno creato un ambiente di lavoro ostile per le donne”, ha affermato Letitia James.


“Gli investigatori hanno indagato e corroborato in modo indipendente questi fatti, attraverso interviste e prove, compresi text message, email e note scritte. Queste prove saranno rese disponibili al pubblico insieme al rapporto”, ha detto l’Attorney General durante la conferenza stampa, aggiungendo che “Cuomo e alcuni suoi assistenti hanno pure lanciato azioni punitive su una ex dipendente che aveva denunciato l’ambiente di lavoro ostile che si era creato”.

L’anno scorso il politico è stato accusato da varie donne, che hanno dichiarato di essere state toccate in modo non appropriato e molestate sessualmente, quando lavoravano con lui o l’hanno incontrato in eventi pubblici. Una collaboratrice ha raccontato che Cuomo le avrebbe toccato il seno, un’altra che l’avrebbe baciata sulle labbra nel suo ufficio e “avrebbe fatto di tutto per toccarmi la parte bassa della schiena, le braccia e le gambe”. Anche la “sceriffa” della sua scorta lo accusa di essere stata palpeggiata dal governatore.
Il rapporto conclusivo degli investigatori è di 165 pagine ed è stato preparato da Joon Kim e Anne Clark, che per 5 mesi hanno svolto le indagini. Sono state intervistate 179 persone e esaminato più di 74.000 documenti, e-mail, testi e immagini. Tra le persone ascoltate anche il governatore che proprio ieri è stato interrogato per 11 ore.

Dall’inizio di febbraio di quest’anno dei donne avevano accusato Cuomo di molestie sessuali o comportamenti inappropriati: a febbraio il governatore aveva diffuso un comunicato in cui diceva che alcuni suoi commenti sul posto di lavoro «potevano essere stati indelicati o troppo personali». Il 3 marzo si era scusato pubblicamente, sostenendo che non era stata sua intenzione mettere a disagio le donne coinvolte. Pochi giorni dopo una sua assistente, Alyssa McGrath, aveva raccontato al New York Times delle sue difficoltà Si trattava dell’ottava donna che denunciava il governatore. Un’altra era stata l’ex assistente, Lindsay Boylan, che a inizio 2021 aveva denunciato di essere stata baciata senza il suo consenso da Cuomo, che in una occasione l’avrebbe anche invitata a giocare a strip poker. Pochi giorni dopo un’altra ex assistente, Charlotte Bennett, aveva raccontato alla WABC l’imbarazzante conversazione con il governatore.

Letitia James ha spiegato come tra le donne molestate ci siano un’attuale dipendente ed una ex dipendente statale. James ha accusato Cuomo anche di aver creato nei suoi uffici un ambiente di lavoro pervaso da un clima di paura e di intimidazione, oltre che ostile nei confronti di diversi membri dello staff. James ha quindi definito “eroiche” le donne, alcune giovani, che hanno avuto il coraggio di denunciare.

Poi è arrivata anche la “scomunica” del presidente Joe Biden, che durante una conferenza stampa dedicata al covid, ha risposto alla domanda di una giornalista che gli ricordava come nei mesi scorsi, il presidente aveva detto che se il rapporto dell’Attorney General di New York avesse confermato le accuse, Cuomo si sarebbe dovuto dimettere. “Confermo. Cuomo si deve dimettere”, ha detto Biden. Poi la stessa giornalista gli ha chiesto cosa ne pensasse del fatto che nel rapporto usato dagli avvocati di Cuomo in sua difesa, c’era una foto che ritraeva Biden mentre abbraccia un’assistente donna, insomma come se Cuomo stesse usando l’attuale presidente come “scudo” per la sua innocenza… “Non escludo che alcuni abbracci siano stati innocenti…” Ha replicato Biden riferendosi a Cuomo, ma concludendo: “Eppure ci sono stati altri episodi che l’Attorney General ha deciso di non considerarli affatto così…”



Letitia James, la sentinella di New York che ha in mano le indagini contro Donald Trump e Andrew Cuomo
Matteo Muzio
2 gennaio 2022

https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/01/ ... o-3503149/

Potente e ambiziosa, è la procuratrice che indaga sull'ex presidente degli Stati Uniti. Ma ha deciso, a sorpresa, di non candidarsi come governatrice. Ecco perché

La carica di procuratore generale di New York è molto visibile e molto mediatica, come sa bene l’attuale e ambiziosa tenutaria dell’incarico, Letitia James, che è anche alle prese con l’indagine sulla Trump Organization, la società che gestisce l’impero economico (e politico) dell’ex presidente. James, a sorpresa, ha rinunciato a candidarsi alla carica di governatrice. Memore del grande salto e della caduta politica dei suoi predecessori, Elliott Spitzer e Andrew Cuomo, ha deciso di continuare a guidare le indagini, per ora. Partire da questa carica, e arrivare alla presidenza, resta un’eccezione, come dimostra il caso di Martin Van Buren. Nato in una famiglia di origine olandese, nel villaggio di Kinderhook, Van Buren, parlando l’inglese come seconda lingua, fu ribattezzato dai contemporanei “l’astuta volpe”. Iniziando da questa carica locale, riuscì a costruire una macchina di potere, la cosiddetta “Albany Regency” (basata nella capitale dello stato di New York) che, di concerto con Tammany Hall di New York, la famigerata struttura politica clientelare dei dem cattolici e irlandesi, costituì la base del suo potere, per farsi eleggere come senatore, come segretario di stato del presidente Andrew Jackson, poi come suo vice e infine come ottavo presidente degli Stati Uniti dal 1837 al 1841. La stessa ambizione, si dice, che aveva Andrew Cuomo, il governatore che ancora occupa le cronache ma che lo scorso 23 agosto si è dimesso: anche lui è tra gli indagati eccellenti dell’ufficio di Letitia James.

La figura del procuratore generale differisce da quella di procuratore distrettuale – anche a questi ultimi non mancano ambizioni politiche. Ogni stato ha un procuratore generale che ricopre il ruolo di consulente legale del governatore, oltre a controllare l’applicazione delle leggi e lìistituzione delle indagini in alcuni casi. Quello di New York è uno dei più potenti e più pagati di tutto il paese. Da qualche anno, la posizione di procuratore generale rappresenta anche un trampolino di lancio per la carica di governatore dello stato, potenziale volano a sua volta per incarichi più alti.

Ed eccoci a Letitia James. Nasce nel 1958 a Brooklyn da papà Robert, emigrato dalla Virginia segregazionista e addetto alla manutenzione, e da Nellie, addetta alle pulizie in un’azienda poi passata al servizio clienti. Questa piccola ascesa ispirò molto Tish (ancora oggi James ama questo soprannome), che dopo gli studi in legge alla Howard University di Washington – e il perfezionamento in politiche pubbliche alla Columbia – trova il suo primo lavoro come legale di una piccola organizzazione solidaristica e no profit, la New York Legal Aid Society, che si occupa di raccogliere fondi per finanziare l’istruzione dei giovani provenienti da famiglie a basso reddito.

Arriva presto il primo contatto con la politica, come consulente del governatore Mario Cuomo nella task force per la diversity nel potere giudiziario. È però il suo successore, il repubblicano George Pataki, a nominare James nel 1999 come assistente del procuratore generale dello stato, Elliott Spitzer. Due anni più tardi, nelle elezioni cittadine di New York che vedono il trionfo di Michael Bloomberg post-11 settembre, sulla scia della forte leadership di un altro ex procuratore distrettuale, Rudy Giuliani, finito sulla copertina di Time come uomo dell’anno e sindaco d’America ideale, con un consenso superiore al 90 per cento, Letitia James fallisce il suo primo appuntamento con il voto popolare. Non stupisce che una democratica radicale come James avesse faticato: non riuscì a battere il democratico moderato James Davis per la carica di consigliere cittadino nel trentacinquesimo distretto. Davis sconfisse anche un altro avversario alle primarie, Othniel Askew: quest’ultimo, pur raccogliendo fondi, non riuscì a presentare in tempo utile la candidatura. Il 23 luglio 2003, nella City Hall, Askew sparò al consigliere Davis, ma fu ucciso dalle guardie di sicurezza. Un fatto tragico che portò all’ascesa di un’altra James, Letitia, eletta con il partito di sinistra radicale delle Working Families proprio nel 2003: per la prima volta dal 1977 New York contava una rappresentante nel consiglio cittadino eletta per un terzo partito. E poco importa che presto sarebbe tornata nel partito democratico (spesso i candidati locali a New York City corrono sostenuti da entrambi i ticket, mentre i repubblicani ricevono l’appoggio del Partito conservatore di New York).

In quella City Hall, James si fa conoscere come grande combattente contro l’Amministrazione Bloomberg, all'epoca ben lontano dall’essere uno dei principali finanziatori dem, ma emblema del tycoon conservatore liberista: nel 2003 decise di appaltare CityTime, un nuovo sistema di pagamento dei dipendenti newyorchesi, alla Saic una società di consulenza basata a Reston, in Virginia, senza gara e pagandoli 63 milioni. Non solo, cinque consulenti si appropriarono di 80 milioni di dollari, facendoli risultare come spese necessarie a realizzare l’appalto. Letitia James fu la prima in consiglio a citare come sospetti i crescenti costi di realizzazione del sistema di pagamento e ad anticipare l’inchiesta di un altro noto procuratore distrettuale, Preet Bharara, la cui figura ha ispirato il Chuck Rhoades della serie tv “Billions”, interpretato da Paul Giamatti. Nel 2013, invece, James capeggiò una battaglia legale contro la speculazione immobiliare del gruppo Acadia Realty Trust a Brooklyn, approvato senza valutarne l’impatto ambientale. Credenziali che la rendevano la candidata ideale per il posto di avvocato pubblico della città, succedendo a Bill De Blasio, che correva per la carica di sindaco proprio in quell’anno. Per entrambi fu un trionfo, per James addirittura senza un’opposizione, una delle ultime vittorie dem nell’epoca di Barack Obama, il presidente che aveva appena iniziato il secondo mandato.

La coalizione di James annoverava sindacati, organizzazioni per i diritti delle donne come Planned Parenthood, organizzazioni ambientaliste e i due periodici più importanti delle minoranze newyorchesi, il settimanale Amsterdam News, riferimento della comunità afroamericana, ed El Diario, il più antico quotidiano in lingua spagnola degli Stati Uniti. Nel 2018 uno scandalo colpisce il procuratore generale dello stato Eric Schneiderman, sull’onda del MeToo, accusato di maltrattare le sue partner con percosse e altri abusi fisici e verbali. Letitia James, anche stavolta, è al posto giusto. Non si ricandida per la carica di avvocato della città di New York, facendo il grande salto verso Albany. Da lì lancerà la sua sfida ai due uomini più potenti del suo stato: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il governatore Andrew Cuomo.

Nel primo caso, abbastanza facile capire perché, dato che Trump è una specie di “pentolaccia” dei democratici newyorchesi: basta colpirlo per ottenere vantaggi politici facili. A dare avvio all’indagine era stata la testimonianza dell’ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen, di fronte a tre commissioni della Camera dal 26 al 28 febbraio 2019: a catturare l’attenzione della procuratrice generale, soprattutto l’affermazione di Cohen secondo cui ogni anno, nei resoconti finanziari, la Trump Organization avrebbe gonfiato il valore dei propri asset per ottenere prestiti e finanziamenti a condizioni più favorevoli, dall’altro lato queste proprietà venivano minimizzate per ottenere sconti fiscali.

Dopo aver chiesto collaborazione in modo spontaneo, il 24 agosto 2020 arriva il mandato dall’ufficio di Letitia James di presentare alcuni documenti e il mandato di comparizione per Eric Trump, vicepresidente della Trump Organization che fino ad allora si era rifiutato di collaborare. Si legge anche che l’organizzazione avrebbe “cercato di bloccare e di trattenere i documenti e di istruire i testimoni, tra cui lo stesso Eric Trump, a non rispondere ai mandati di comparizione”.

Lo scorso luglio l’indagine su Trump si arricchisce di 15 imputazioni che coinvolgono la Trump Organization e il direttore finanziario Allen Weisselberg. Tra le altre, evasione fiscale, falso in atto pubblico ma anche associazione a delinquere e furto aggravato. Molte delle accuse sull’evasione fiscale sono state sostenute da alcuni documenti che meticolosamente avrebbero annotato le imposte aggirate con trucchi di varia natura. E arriviamo allo showdown finale, con la richiesta allo stesso Trump di comparire il prossimo 7 gennaio, ma l’ex presidente potrebbe rifiutarsi ed essere perciò incriminato e portato in tribunale per questo.

Sono proprio queste “le importanti indagini” cui la procuratrice generale avrebbe fatto riferimento quando il 9 dicembre ha annunciato di non volersi più ricandidare alla carica di governatrice contro la moderata Katie Hochul, subentrata al dimissionario Andrew Cuomo il 23 agosto. Anche in queste dimissioni, James ha avuto un ruolo significativo mostrando di non temere di affrontare Andrew Cuomo, il governatore che nella prima fase della pandemia era ritenuto “eroico” dall’87 per cento degli elettori dello stato di New York ma che veniva definito da altri, come il sindaco uscente di New York Bill De Blasio, “il tiranno di Albany”. Lo scorso agosto, Cuomo si è dimesso, dopo che è stato reso noto un documento di 168 pagine dove vengono elencati minuziosamente i suoi comportamenti nei confronti di undici donne, due delle quali rimaste anonime: molestie, pressioni di vario tipo e battutacce a sfondo sessuale. Nell’America del post MeToo, ce n’è abbastanza per distruggere una carriera politica, cosa che è puntualmente avvenuta, con tanto di richiesta di dimissioni arrivata direttamente dalla Casa Bianca nel pieno della crisi afghana dello scorso agosto.

Ma Letitia James ha fatto di più: ha pubblicato dei report che distruggono anche il mito di Andrew Cuomo, autorevole voce nella lotta alla pandemia contrapposto alla cialtroneria della Casa Bianca. James aveva cominciato a distaccarsi già nel marzo del 2020 dal destino del governatore che fino a poco prima era il suo alleato nella lotta contro il trumpismo e il suo braccio finanziario – i due hanno creato un ambiente tanto ostile a Trump da fargli lasciare New York City per sempre dopo l’addio alla Casa Bianca. Nel corso del 2020 James indaga sul trattamento dei pazienti nelle case di riposo, ricevendo entro al 16 novembre ben 953 segnalazioni di maltrattamenti e abbandono. Lo scorso 28 gennaio pubblicò un report che stabiliva come il dipartimento newyorchese della sanità avesse artificiosamente diminuito il numero dei morti in queste strutture sanitarie del 50 per cento: l’analisi stabiliva che in venti diversi centri residenziali per anziani questi problemi non fossero stati risolti ma che rappresentavano una “preoccupazione anche nel prossimo futuro”.

Il 17 febbraio uno scoop dell’Albany Times-Union rivelò che era in corso un’indagine dell’Fbi sulla condotta della task force del governatore Cuomo: secondo le accuse avrebbe ridotto in modo totalmente fraudolente questi decessi dovuti al Covid19; secondo un altro articolo comparso sul portale The City, il Bureau avrebbe incluso anche un sospetto inserimento di un emendamento nel budget statale per il 2021 che avrebbe garantito un certo livello d’immunità alle organizzazioni che gestiscono le case di riposo e che questo suggerimento sarebbe arrivato direttamente da un’organizzazione lobbistica sulla scrivania del governatore. La parabola di Cuomo è stata come quella di Elliot Spitzer, passato dalla carica di procuratore generale a quella di governatore sull’onda dell’indignazione dell’opinione pubblica. Spitzer era lo “sceriffo di Wall Street” poi diventato “Luv Guv” dal nome di un’agenzia di escort con cui era molto coinvolto. Cuomo, invece, dopo la caduta di Spitzer arriva come “popolare procuratore generale”, scelto direttamente dal presidente Barack Obama. La fine la sapete

Letitia James ha scelto, almeno per ora, di non fare il grande salto, ma di finire il lavoro che ha iniziato contro Cuomo e Trump, due rappresentanti bipartisan di quella che viene definita “mascolinità tossica”, senza limiti e senza controlli: è pur sempre la prima donna e la prima persona di colore a fare la procuratrice generale, le aspettative sono altissime.



La credibilità di Michael Cohen l'ex avvocato di Trump, le cui dichiarazioni contro Trump sulle questioni fiscali della Trump Organization, sono la base dell'inchiesta fiscale di Letitia James su Trump


Michael Dean Cohen (Lawrence, 25 agosto 1966) è un avvocato statunitense che ha lavorato come legale personale per Donald Trump dal 2006 al maggio 2018.

https://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Cohen
Cohen era vicepresidente della Trump Organization e consigliere personale di Trump. In precedenza ha ricoperto il ruolo di co-presidente della Trump Entertainment ed è stato membro del consiglio di amministrazione della Eric Trump Foundation, un'organizzazione benefica per la salute dei bambini. Dal 2017 al 2018 Cohen è stato inoltre vicepresidente delle finanze del Comitato nazionale repubblicano.

Cohen ha lavorato per Trump fino al maggio 2018. L'indagine sul Russiagate lo ha portato a dichiararsi colpevole il 21 agosto 2018, con otto capi d'accusa tra cui finanziamento delle campagne elettorali illeciti, frode fiscale e frode bancaria. Cohen ha affermato di aver violato le leggi sui finanziamenti della campagna elettorale di Trump "per lo scopo principale di influenzare" le elezioni presidenziali del 2016.

Nel novembre 2018 Cohen fece una seconda dichiarazione di colpevolezza per aver mentito a una commissione del Senato sulla costruzione di un grattacielo ad opera di Trump a Mosca. Nel dicembre 2018 è stato condannato a tre anni da scontare nel carcere federale e a pagare una multa di 50 000 dollari.

Nel settembre 2020, Cohen ha pubblicato libro di memorie, intitolato "Disloyal". Nella prefazione Cohen ha caratterizzato Trump come "un imbroglione, un bugiardo, un bullo, un razzista, un predatore, un truffatore". Lo ha anche definito "ossessionato da Obama" e "fan di Putin", da lui definito "l'uomo più ricco del mondo" perché in grado di "trattare il Paese come un'azienda personale".



Cohen, le accuse dell'ex avvocato di Trump

Wired
Giulia Giacobini
28 febbraio 2019

https://www.wired.it/attualita/politica ... sso-trump/

Donald Trump sapeva che il suo comitato elettorale aveva contatti con alcuni funzionari russi e con Julian Assange ed era a conoscenza del fatto che due donne erano state pagate per non divulgare dettagli sulle relazioni che avevano avuto col presidente quando era già sposato con Melania. Perché, dunque ha sempre sostenuto il contrario?

Ad accusare The Donald questa volta è Michael Cohen, ex avvocato e faccendiere dello stesso Trump, che si è dichiarato colpevole di otto capi di accusa nell'inchiesta sul Russiagate. Cohen ha reso queste dichiarazioni sotto giuramento nel corso di un'attesa deposizione davanti alla Commissione della Camera per la Vigilanza e le riforme. La deposizione è iniziata nel pomeriggio e si è protratta per sette ore, durante le quali Cohen ha risposto alle domande dei deputati e suffragato le sue accuse con diversi documenti. Molti di questi ultimi non erano mai stati presentati prima e potrebbero mettere Trump nei guai (più difficile è, al momento, che lo portino all'impeachment).

Non è la prima volta che l'avvocato si presenta al Congresso. Cohen è già stato sentito in passato a proposito dei contatti tra il comitato elettorale di Trump e alcuni funzionari russi per la costruzione di un grattacielo a Mosca (Trump ha trattato per mesi, durante la campagna elettorale del 2016, per costruire nella capitale russa, ma ha sempre negato di averlo fatto); fino ad ora aveva mentito, dicendo di non sapere nulla. Ieri, sotto giuramento, ha sostenuto tutt'altro. "Ho mentito [allora], ma non sono un bugiardo. Ho fatto delle cose brutte, ma non sono una brutta persona", ha detto.

Il patrimonio di TrumpDurante la sua deposizione, Cohen ha dichiarato che nel marzo del 2013 Trump aveva un patrimonio pari a 8.6 miliardi di dollari. Secondo Cohen il presidente avrebbe gonfiato questa cifra, dichiarando quindi il falso, per ottenere un prestito dalla Deutsche Bank e per finire nella lista delle persone più ricche del mondo stilata da Forbes.

Silenzio compratoTrump ha avuto due relazioni extraconiugali quando era già sposato con Trump. Una con la pornostar Stormy Daniels e l'altra con la modella Karen McDougal. Le due donne hanno dichiarato di essere state pagate da uomini di Trump per non divulgare informazioni a riguardo. Trump ha sempre detto di essere all'oscuro di questi pagamenti: secondo Cohen, questa è una bugia e ieri al Congresso ha presentato, a riprova delle sue accuse, un assegno di 130mila dollari staccato proprio dal presidente. Assegno che sarebbe servito a rimborsare Cohen dei soldi versati a Stormy Daniels.

Assange e WikiLeaksCohen ha detto che Trump sapeva che Roger Stone, un suo collaboratore, aveva contatti con il fondatore di WikiLeaks Julian Assange. Il legale ha detto che Stone disse al presidente durante una conversazione telefonica, ascoltata in vivavoce, che nel giro di due giorni sarebbero state rivelate migliaia di email che avrebbero danneggiato la candidata democratica Hillary Clinton. A questa notizia, che Stone al tempo aveva giurato di aver appreso dallo stesso Assange, Trump rispose: "Non sarebbe magnifico?". Il presidente però aveva testimoniato per iscritto di essere all'oscuro di questi fatti. Anche WikiLeaks aveva negato contatti con l'amministrazione. "Assange non ha mai parlato al telefono con Roger Stone", si leggeva in una nota di quel periodo.

Tutti colpevoliCohen ha detto che Trump non è il solo a essere a conoscenza di determinati fatti. Sarebbero coinvolti anche i suoi figli maggiori, Ivanka e Donald Jr. Lo stesso avvocato avrebbe informato entrambi riguardo i progressi relativi alla costruzione della Trump Tower a Mosca.

Donald Jr. avrebbe inoltre detto al padre "l'incontro è stato fissato" a proposito di un meeting con Natalia Veselnitskaya, un'avvocatessa russa nota per aver rivelato indiscrezioni su Hillary Clinton con lo scopo di danneggiarla. A questa notizia, Trump avrebbe risposto a voce alta e di fronte a varie persone, tra cui lo stesso Cohen: "Donald Jr non organizzerebbe mai un incontro importante da solo, o comunque senza aver prima consultato il padre". Cohen ha anche accusato il secondogenito di Trump di avergli staccato diversi assegni.

La reazione di TrumpDurante la deposizione Trump si trovava ad Hanoi, in Vietnam, per incontrare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Come suo solito, ha risposto con un tweet in cui ha accusato di essere Cohen un criminale e ha tentato di screditarlo ricordando che è stato radiato dall'Ordine degli avvocati ed è già stato condannato per falsa testimonianza. Anche il figlio di Trump ha risposto alle accuse con un tweet. "Sembra la tipica rottura di due fidanzati... mi tengo la tua felpa".



Trump Tower a Mosca

Sono stati resi pubblici i dettagli sul progetto russo del presidente americano
Il grattacielo di Mosca incastra Donald Trump - Russia in Translation
Chiara Cassini
Fonte Kommersant, 23/1/2019 – di Kirill Beljaninov, Traduzione di Chiara Cassini
Sono nata a Pavia nel 1994. Da cinque anni studio russo e mi interesso alla cultura e alla politica russe. Sono laureata in Lingue straniere per le relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano. Ho vissuto per quattro mesi in Russia, in Siberia per l’esattezza, e, durante la mia permanenza, mi sono appassionata ancora di più a questo mondo contorto, variegato e affascinante. Tradurre mi è sempre piaciuto perché permette di creare ponti tra lingue e culture diverse.

https://russiaintranslation.com/2019/04 ... ald-trump/

Il sito d’informazione americano BuzzFeed ha pubblicato i documenti che smentiscono le dichiarazioni del figlio del presidente americano Donald Trump Jr. e dell’avvocato personale del capo della Casa Bianca Rudolf Giuliani, secondo cui i negoziati con la parte russa per la costruzione a Mosca della Trump Tower si sarebbero limitati solo alla compilazione di una «dichiarazione d’intenti». Secondo la pubblicazione, il futuro presidente avrebbe approvato personalmente il progetto e la collocazione dell’edificio. Inoltre, le trattative sulla costruzione del grattacielo sarebbero continuate quando la campagna elettorale del 2016 negli USA era già in corso.

All’inizio della settimana, i rappresentanti del “team di Trump” hanno dichiarato nuovamente che il progetto della costruzione della Trump Tower a Mosca era un’iniziativa individuale dell’ex avvocato personale del presidente americano, Michael Cohen. «Proprio lui ha cercato di concludere l’affare», ha sottolineato in diretta al canale Fox il figlio del presidente, vicepresidente della Trump Organization Donald Trump Jr., «non ha coinvolto nessuno (in questo affare) quindi non penso che qualcuno l’avesse preso sul serio.»

Lo scorso martedì, anche l’avvocato personale di Trump, l’ex sindaco di New York, Rudolf Giuliani, ha ripreso la versione secondo cui i negoziati si erano limitati ad una dichiarazione d’intenti. «L’unica cosa che è successa è che il team di Trump ha comunicato una dichiarazione d’intenti del possibile progetto a Mosca, che non è mai stato realizzato», ha sostenuto in un’intervista al giornale The New Yorker, «non è stato speso denaro e non sono stati preparati piani. Non ci sono progetti, niente sulla carta.»

L’avvocato personale di Trump ha anche chiarito che il progetto si trovava ad uno «stadio embrionale», quindi parlare di passi concreti da parte della Trump Organization non aveva senso.

Secondo i documenti, a cui BuzzFeed è riuscito ad accedere dopo quasi un anno di ricerche, la compagnia controllata da Donald Trump non solo aveva approvato il progetto di edificazione del grattacielo, ma aveva anche scelto il luogo per la costruzione, calcolando un utile di 300 milioni di dollari.

Come ricordano gli autori della pubblicazione, Donald Trump negli ultimi 30 anni ha intrapreso vari tentativi di avviare affari a Mosca, ma nessuno dei progetti da lui proposti è stato realizzato. Nel 2013, dopo che il futuro presidente degli USA aveva visitato la capitale russa, in seguito alla vendita dei diritti per il concorso “Miss Universo” all’uomo d’affari Aras Agalarov, aveva scritto sul suo account Twitter: «Il prossimo progetto sarà la Trump Tower di Mosca.»

Secondo i documenti pubblicati, dopo due anni il progetto di edificazione della più alta torre in Europa era pronto. Secondo il piano, preparato dal bureau di architetti newyorkese, l’edificio di vetro a cento piani, alto 462 metri, che avrebbe incoronato il logo di Trump, doveva essere costruito nel quartiere di Moscow City. Nel settembre 2015, il progetto era passato al partner russo della Trump Organization, il CEO della compagnia “IC Expert” Andreij Rozov.

«Il design dell’edificio che avete inviato è molto interessante, diventerà il trionfo architettonico e il trionfo del lusso,» aveva scritto Rozov in risposta, secondo i documenti riportati, «sono convinto che il più alto edificio d’Europa debba trovarsi a Mosca e sono pronto a costruirlo.»

La dichiarazione d’intenti firmata da Trump il 28 ottobre 2015 indica che nel grattacielo saranno collocati «circa 250 appartamenti di lusso di prima classe». L’edificio ospiterà inoltre un hotel di 15 piani con «non meno di 150 stanze», un centro fitness, una spa, uffici «di livello A», e un «parcheggio di lusso». Nella dichiarazione d’intenti si sottolinea soprattutto che sarà la figlia di Trump, Ivanka, ad occuparsi degli interni della spa e del centro fitness e che i locali prenderanno il nome “The Spa by Ivanka Trump”.

Il valore di mercato dell’unica penthouse del grattacielo è stato stimato in 50 milioni di dollari, ma secondo il piano di uno dei partecipanti al progetto venderlo non rientra nei piani. L’appartamento di lusso doveva diventare il regalo per il presidente Vladimir Putin. «Avevo in mente di regalare la penthouse da 50 milioni di dollari al presidente Putin e guadagnare 250 milioni dalla vendita degli appartamenti restanti», ha affermato l’uomo d’affari originario dell’URSS ed ex informatore dell’FBI Felix Sater durante l’intervista rilasciata a BuzzFeed a novembre dello scorso anno. «Tutti gli oligarchi si metterebbero in fila per vivere nella stessa casa di Putin.»

Gli autori della pubblicazione sostengono di aver ricevuto conferma da due collaboratori dei servizi speciali americani che l’avvocato Michael Cohen aveva discusso la possibilità di questo “regalo” per il presidente russo con uno degli aiutanti del portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. L’accordo sugli intenti descrive anche il piano aggiuntivo di ottenimento degli utili della parte americana dalla realizzazione del progetto.

Nel giorno della pubblicazione dello scandalo, il rappresentante dell’ufficio del procuratore speciale Robert Muller, responsabile delle indagini sulla possibilità del coinvolgimento russo, ha definito il messaggio di BuzzFeed «non proprio esatto». La direzione di BuzzFeed in risposta ha dichiarato di essere pronta a garantire per le informazioni pubblicate.

A novembre del 2018, Michael Cohen aveva ammesso che durante l’udienza al Congresso aveva mentito dicendo che le trattative con la controparte russa sui piani di costruzione del grattacielo erano finite già nel gennaio 2016, un anno prima dell’inaugurazione di Donald Trump. Stando alla dichiarazione ufficiale dell’avvocato, fatta in tribunale, queste consultazioni erano continuate come minimo fino al luglio 2016, quando il futuro presidente era già in testa nella gara repubblicana.

Il presidente americano, rispondendo alle domande dei giornalisti, allora aveva confessato inaspettatamente di aver preso effettivamente parte attiva nel «progetto moscovita». «La mia sconfitta alle elezioni era molto probabile», ha precisato Trump, «in quel caso, sarei dovuto tornare in affari e quindi perché mai avrei dovuto rinunciare ad una simile opportunità?»

Lo scorso weekend, l’avvocato personale del presidente, Rudolf Giuliani, ha comunicato in diretta sulla NBC che i negoziati sulla costruzione del grattacielo a Mosca sono continuati per tutto il 2016 «fino a ottobre, novembre». Lo stesso giorno il legale ha dichiarato al New York Times di aver parlato con Donald Trump del progetto russo e che il presidente aveva stabilito che le consultazioni continuassero «fino al giorno in cui avrebbe ottenuto la vittoria alle elezioni». La verità è che, più tardi, Rudolf Giuliani ha smentito le proprie parole, definendole «ipotetiche e non fondate sulle conversazioni con il presidente.»

Il tema della costruzione della Trump Tower a Mosca è uno degli elementi chiave delle indagini in corso negli Stati Uniti sul possibile coinvolgimento da parte russa nella campagna presidenziale del 2016. Alla fine della scorsa settimana, la stessa BuzzFeed ha affermato che il presidente americano aveva convinto personalmente Michael Cohen a mentire ai membri del Congresso sui dettagli della realizzazione di questo progetto.

Negli Stati Uniti, mentire sotto giuramento è reato. Per questo, i democratici alla Camera dei rappresentanti si sono affrettati per ricordare al capo della Casa Bianca che simili accuse avevano causato l’inizio della procedura di impeachment contro gli ex presidenti Richard Nixon e Bill Clinton.


Una lettera che non c'è.

Donald Trump firmò una lettera di intenti sulla costruzione di una Trump Tower a Mosca
Il Post
19 dicembre 2018

https://www.ilpost.it/2018/12/19/donald ... elo-mosca/

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante la campagna elettorale per le ultime presidenziali firmò una lettera di intenti sulla costruzione di una Trump Tower – un grattacielo simile a quelli presenti in molte città americane – a Mosca, in Russia, come dimostra un documento ottenuto da CNN. La firma sulla lettera, che risale al 28 ottobre 2015, era stata negata da Rudy Giuliani, stretto consigliere di Trump.
La progettata costruzione del grattacielo di Trump a Mosca è uno degli ultimi filoni della grande indagine sulla Russia, e si basa principalmente su alcune testimonianze rese da Michael Cohen, ex avvocato di Trump. In pratica, l’accusa contro Trump è di aver condotto trattative sul progetto con funzionari russi vicini al governo – pianificando anche un incontro col presidente Vladimir Putin – dopo l’inizio della campagna elettorale, di fatto intrattenendo un dialogo con la Russia che intrecciava gli interessi degli Stati Uniti ai suoi interessi personali.


Il caso Russiagate è stato archiviato e si è dimostrato una bufala per demonizzare Trump.
https://it.wikipedia.org/wiki/Russiagate
Il 24 marzo 2019 è stato reso noto il contenuto del rapporto finale di Robert Mueller, dal quale non emergono prove che il presidente e la sua campagna elettorale abbiano volutamente coinvolto la Russia nelle elezioni del 2016. «Il rapporto non conclude che il presidente abbia commesso un crimine, ma neanche lo scagiona», ha affermato Mueller.
(Che demenzialità questa frase:
«Il rapporto non conclude che il presidente abbia commesso un crimine, ma neanche lo scagiona», ha affermato Mueller.
In altre parole "un non colpevole non sarebbe innocente ma un colpevole della cui colpevolezza non sono state trovate prove". Come dire che il bene non è un bene ma un male di cui ancora non si conosce la malignità.)


???
Trump Organization rinviata a giudizio per frode fiscale
Weisselberg è accusato di aver evaso circa 2 milioni di dollari di tasse in oltre un decennio, ...
Gli avvocati avevano chiesto l'archiviazione del caso, a processo anche l'ex Chief Financial Officer della società
13 agosto 2022

https://www.adnkronos.com/trump-organiz ... x5M2ldH2hd

Nel giorno in cui si è appreso che Donald Trump è indagato per spionaggio per i documenti top secret trasferiti a Mar a Lago, da New York arriva la notizia che un giudice ha deciso che può andare a processo il caso intentato dalla procura distrettuale di Manhattan contro la Trump Organization e il suo ex Chief Financial Officer Allen Weisselberg.
Nel caso della procura federale, che è autonomo rispetto a quello civile, sempre per frode fiscale, della procuratrice Letitia James di fronte alla quale Trump nei giorni scorsi ha invocato il quinto emendamento per non rispondere all'interrogatorio, Weisselberg è accusato di aver evaso circa 2 milioni di dollari di tasse in oltre un decennio, ricevendo compensi in modo indiretto nell'ambito di un sistema teso ad arricchire i dirigenti della società senza dover rendere noti i guadagni.
Gli avvocati di Weisselberg e della Trump Organization avevano chiesto l'archiviazione del caso ma il giudice Juan Merchan non ha accolto solo un capo di imputazione e li ha rinviati a giudizio per gli altri. Ed ha fissato per il 24 ottobre prossimo l'avvio del procedimento con la selezione della giuria.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:32 am

Cospirazione dei democratici contro Trump a partire dal 2016, altro che il Watergate
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5836702912

COSPIRAZIONE CONTRO TRUMP / Fox News – L’ex DNI John Ratcliffe ha detto a John Durham che l’intelligence supporta “molteplici” accuse sollevate dalla sua inchiesta: ECCO TUTTE LE PROVE
14 febbraio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -le-fonti/

Hillary Clinton avrebbe approvato “un piano per distrarre il pubblico dal suo scandalo delle e-mail”, hanno riferito le fonti a Fox News.

ESCLUSIVO/SCOOP DI FOX NEWS: L’ex direttore dell’intelligence nazionale John Ratcliffe ha incontrato il procuratore speciale John Durham in più di un’occasione e gli ha detto che c’erano prove dell’intelligence per sostenere le incriminazioni di “più persone” nella sua indagine sulle origini dell’inchiesta sulla collusione tra Trump e la Russia (Russiagate), fonti hanno riferito a Fox News.

Fox News ha riferito per la prima volta sull’ultimo deposito dell’inchiesta di John Durham, che ha sostenuto come gli avvocati della campagna presidenziale di Hillary Clinton nel 2016 avessero pagato per “infiltrarsi” nei server appartenenti alla Trump Tower e poi alla Casa Bianca, al fine di stabilire una “inferenza” e “narrazione” da portare davanti alle agenzie governative federali che collegassero Donald Trump alla Russia.

INCHIESTA DI DURHAM: LA CAMPAGNA DI CLINTON PAGAVA PER “INFILTRARSI” NELLA TRUMP TOWER E NEI SERVER DELLA CASA BIANCA PER COLLEGARE TRUMP ALLA RUSSIA (FOX NEWS)

Fox News aveva riferito per la prima volta nell’ottobre 2020 che John Ratcliffe avesse fornito quasi 1.000 pagine di materiale al Dipartimento di Giustizia per sostenere l’indagine di John Durham.


“Ci sono abbastanza prove”

Fonti hanno riferito a Fox News questa settimana che durante i suoi incontri con Durham, John Ratcliffe – che ha servito come membro del Congresso e come ex-procuratore degli Stati Uniti per il distretto orientale del Texas – avesse detto che credeva che ci fossero “abbastanza prove” in quei materiali che aveva fornito per incriminare “più persone“.

Le fonti hanno indicato un pezzo chiave dell’intelligence declassificata, che Fox News ha riportato per la prima volta nell’ottobre del 2020, rivelando come i funzionari della Comunità dell’Intelligence all’interno della CIA avessero inoltrato una richiesta di ulteriori indagini a Hillary Clinton poiché avrebbe approvato “un piano riguardante il candidato presidenziale degli Stati Uniti Donald Trump e gli hacker russi che ostacolano le elezioni degli Stati Uniti come mezzo per distrarre il pubblico dal suo uso di un server di posta elettronica privato“.

JOHN RATCLIFFE HA FORNITO QUASI 1.000 DOCUMENTI AL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA AMERICANO PER SOSTENERE L’INDAGINE DI JOHN DURHAM (FOX NEWS)

Le fonti hanno riferito a Fox News che il memo della CIA, noto anche come CIOL (Counterintelligence Operational Lead), era stato correttamente trasmesso all’FBI, e all’attenzione dell’allora direttore dell’FBI James Comey e dell’allora vice direttore del controspionaggio Peter Strzok.

Fox News ha ottenuto per la prima volta il memo declassificato della CIA nell’ottobre 2020.

“Le seguenti informazioni sono fornite per l’uso esclusivo del vostro ufficio per l’azione investigativa sui precedenti o per ulteriori indagini più approfondite, come appropriato”, dichiarava il memo della CIA del 2016 inviato a Comey e Strzok.

“Questo memorandum contiene informazioni sensibili che potrebbero essere rivelatrici di fonti. Dovrebbe essere gestito con particolare attenzione alla parcellizzazione ed alla necessità di sapere. Per evitare la possibile compromissione della fonte, qualsiasi azione investigativa intrapresa in risposta alle informazioni sottostanti dovrebbe essere coordinata in anticipo con il Chief Counterintelligence Mission Center, Legal“, si leggeva nel memo. “Non può essere utilizzato in qualsiasi procedimento legale – comprese le applicazioni FISA – senza previa approvazione…“

“Per richiesta verbale dell’FBI, la CIA fornisce i seguenti esempi di informazioni che la cellula operativa CROSSFIRE HURRICANE ha raccolto fino ad oggi“, continua il memorandum. “”Uno scambio [REDATTO] che discute l’approvazione da parte della candidata presidenziale degli Stati Uniti Hillary Clinton di un piano riguardante il candidato presidenziale degli Stati Uniti Donald Trump e gli hacker russi che ostacolano le elezioni americane come mezzo per distrarre il pubblico dal suo uso di un server di posta elettronica privato.”

Il memo è stato pesantemente censurato.

Leggi anche: Byron York – La vergogna dell’operazione Crossfire Hurricane
Le preoccupazioni sollevate

Una fonte a conoscenza della questione ha riferito a Fox News che John Ratcliffe, privatamente, ha sollevato preoccupazioni secondo cui il CIOL fosse diretto a Comey e Strzok dell’FBI.

IL DNI DECLASSIFICA LE NOTE DI JOHN BRENNAN, ECCO IL MEMO DELLA CIA SU HILLARY CLINTON CHE ‘FOMENTA’ LO SCANDALO TRA TRUMP E LA RUSSIA (FOX NEWS)

Fox News, a questo punto, non ha ottenuto prove che suggeriscano che l’FBI abbia aperto un’indagine sul piano ideato da Hillary Clinton per il rinvio emesso dalla CIA.

Nel frattempo, John Ratcliffe ha anche declassificato alcuni documenti che rivelano come l’ex direttore della CIA, John Brennan, avesse informato l’allora presidente Barack Obama sulla presunta “proposta di Hillary Clinton da parte di uno dei suoi consiglieri sulla politica estera per diffamare Donald Trump, fomentando uno scandalo che sostiene l’interferenza dei servizi di sicurezza russi” sulle elezioni.

“Stiamo ottenendo ulteriori informazioni sulle attività russe da [REDATTO]”, si legge nelle note declassificate dell’allora direttore della CIA, John Brennan, che sono state ottenute per la prima volta da Fox News nell’ottobre 2020. “CITE [riassumendo] presunta approvazione da parte di Hillary Clinton di una proposta di uno dei suoi consiglieri di politica estera per diffamare Donald Trump fomentando uno scandalo che sostiene l’interferenza del servizio di sicurezza russo.”

Le Tre incriminazioni

A questo punto, John Durham ha incriminato tre persone come parte della sua indagine: Igor Danchenko il 4 novembre 2021, Kevin Clinesmith nell’agosto 2020 e Michael Sussmann nel settembre 2021.

John Ratcliffe ha detto a Fox News “Sunday Morning Futures“, l’8 novembre 2021, che si aspettava “molte incriminazioni” dall’indagine del procuratore speciale Durham.

Igor Danchenko è stato accusato di aver dichiarato il falso ed è accusato di aver mentito all’FBI sulla fonte delle informazioni che aveva fornito a Christopher Steele per il Dossier “anti-Trump” (il falso Dossier Steele). Anche Kevin Clinesmith è stato accusato di aver dichiarato il falso. Clinesmith era stato segnalato per un potenziale processo dall’ufficio dell’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, che ha condotto la propria revisione dell’indagine sul Russiagate.

In particolare, l’ispettore generale ha accusato Kevin Clinesmith, anche se non indicandolo per nome, di aver alterato una e-mail su Carter Page per dire che era “non una fonte” per un’altra agenzia governativa. Carter Page ha detto di essere una fonte per la CIA. Il DOJ ha fatto affidamento su questa affermazione quando ha presentato una terza ed ultima richiesta di rinnovo nel 2017 per intercettare l’aiutante della campagna di Trump Carter Page sotto il Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA).

I TWEET DI HILLARY CLINTON DEL 2016 HANNO SPINTO L’AFFERMAZIONE, ORA SMENTITA, DELL’USO DA PARTE DI TRUMP DI UN “SERVER SEGRETO” LEGATO ALLA RUSSIA (FOX NEWS)

John Durham ha anche accusato l’ex avvocato della campagna di Hillary Clinton, Michael Sussmann, per aver dichiarato il falso davanti ad un agente federale. Sussmann si è dichiarato non colpevole.

L’accusa contro Sussmann riporta che egli abbia detto all’allora consigliere generale dell’FBI James Baker nel settembre del 2016, meno di due mesi prima delle elezioni presidenziali del 2016, che non stesse lavorando “per alcun cliente” quando ha richiesto ed ottenuto un incontro in cui ha presentato “dati presunti e ‘white paper‘ che presumibilmente hanno dimostrato un canale di comunicazione segreto” tra la Trump Organization ed Alfa Bank, che ha legami con il Cremlino.

Fox News, questo fine settimana, ha riferito per la prima volta del deposito di Durham l’11 febbraio. In una sezione intitolata “Factual Background“, Durham rivela come Michael Sussmann “aveva assemblato e trasmesso le accuse all’FBI per conto di almeno due clienti specifici, tra cui un dirigente tecnologico (Tech Executive 1) di una società internet con sede negli Stati Uniti (Internet Company 1) e la campagna di Hillary Clinton“.

L’inchiesta di Durham ha scoperto che i “registri di fatturazione di Sussmann riflettono” come egli “ha ripetutamente fatturato alla campagna di Clinton per il suo lavoro sulle accuse della Russian Bank-1“.

L’inchiesta ha rivelato anche come Michael Sussmann e Tech Executive 1 si siano incontrati ed abbiano comunicato con un altro partner legale, che stava servendo come consigliere generale della campagna della Clinton. Fonti hanno riferito a Fox News che l’avvocato in questione sia Marc Elias, che lavorava presso lo studio legale Perkins Coie.

LEGGI ANCHE: MARC ELIAS – L’OSCURO MAESTRO DELLE CAMPAGNE ELETTORALI DEI DEMOCRATICI

Lo studio legale di Marc Elias, Perkins Coie, è lo studio attraverso il quale il Comitato Nazionale Democratico e la campagna della Clinton hanno finanziato il dossier “anti-Trump“. Il dossier non verificato è stato redatto dall’ex agente dell’intelligence britannica Christopher Steele e commissionato dalla società di ricerca dell’opposizione Fusion GPS.
“Grandi quantità di dati Internet”

Nel frattempo, l’ultimo deposito dell’inchiesta di Durham afferma come nel luglio 2016, Tech Executive 1 abbia lavorato con Michael Sussmann, una società investigativa statunitense controllata dallo studio legale c.d. “Law Firm 1” per conto della campagna di Hillary Clinton, numerosi ricercatori informatici e dipendenti di più società internet per “assemblare dati e white paper pretestuosi“.

“In relazione a questi sforzi, Tech Executive-1 ha sfruttato il suo accesso a dati Internet non pubblici e/o proprietari”, si legge nel documento. “Tech Executive-1 ha anche arruolato l’assistenza dei ricercatori di un’università con sede negli Stati Uniti che stavano ricevendo e analizzando grandi quantità di dati Internet in relazione a un contratto di ricerca in sospeso del governo federale sulla cybersicurezza“.

“Tech Executive-1 ha incaricato questi ricercatori di estrarre i dati di Internet per stabilire “un’inferenza” e “una narrazione” che legasse l’allora candidato Donald Trump alla Russia“, afferma John Durham. “Nel fare ciò, Tech Executive-1 ha indicato che stesse cercando di compiacere alcuni ‘VIP’, riferendosi ad individui dello Studio Legale “Law Firm 1 e la campagna di Hillary Clinton“.

John Durham scrive anche che durante il processo di Michael Sussmann, il governo stabilirà che tra i dati Internet che il Tech Executive-1 ed i suoi associati hanno sfruttato ci sarà il traffico Internet del Domain Name System (DNS) relativo ad “(I) un particolare fornitore di assistenza sanitaria, (II) Trump Tower, (III) il palazzo di appartamenti Central Park West di Donald Trump, e (IV) l’ufficio esecutivo del presidente degli Stati Uniti (EOP)”.

John Durham afferma anche che la società internet per cui lavorava il Tech Executive-1 “era arrivata ad accedere e a mantenere server dedicati” per l’Ufficio Esecutivo del Presidente (EOP) come “parte di un accordo riservato in cui forniva servizi di risoluzione del DNS all’EOP.”

“Tech Executive-1 e i suoi associati hanno sfruttato questo accordo estraendo il traffico DNS delll’Ufficio Esecutivo del Presidente (EOP) ed altri dati allo scopo di raccogliere informazioni sprezzanti su Donald Trump”, afferma Durham.

L’inchiesta rivela anche come Michael Sussmann avesse fornito “una serie aggiornata di accuse” tra cui i dati bancari russi, ed ulteriori accuse relative a Donald Trump “ad una seconda agenzia del governo degli Stati Uniti” nel 2017.

John Durham dice anche che le accuse “si basavano, in parte, sul presunto traffico DNS” che Tech Executive-1 e altri “avevano assemblato relativo alla Trump Tower, l’edificio in cui si trova l’appartamento di Donald Trump a New York City, l’EOP, ed il fornitore di assistenza sanitaria di cui sopra.”

Riguardo all’incontro di Michael Sussmann con la seconda agenzia governativa degli Stati Uniti di cui sopra, John Durham dice che Sussmann aveva “fornito dati che ha affermato che riflettessero ricerche DNS sospette da parte di queste entità di indirizzi di protocollo internet (IP) affiliati con un provider di telefonia mobile russo”, ed ha affermato che le ricerche avevano “dimostrato che Trump e/o i suoi associati stessero usando telefoni wireless russi, presumibilmente rari, nelle vicinanze della Casa Bianca e di altre località”

“L’ufficio del procuratore speciale non ha identificato alcun supporto per queste accuse”, ha scritto John Durham, aggiungendo che le “ricerche erano tutt’altro che rare negli Stati Uniti”.

“Per esempio, i dati più completi che il Tech Executive-1 e i suoi associati hanno raccolto – ma non hanno fornito alla seconda agenzia – riportavano che tra il 2014 e il 2017 circa, c’erano un totale di più di 3 milioni di ricerche di indirizzi IP russi “Phone-Prover 1″ che hanno avuto origine con indirizzi IP con sede negli Stati Uniti”, ha scritto Durham. “Meno di 1.000 di queste ricerche hanno avuto origine con indirizzi IP affiliati alla Trump Tower”.

John Durham ha anche aggiunto che i dati raccolti da “Tech Executive-1” hanno anche svelato come le ricerche erano iniziate già nel 2014, durante l’amministrazione di Barack Obama ed anni prima che Donald Trump entrasse in carica, ed al riguardo ha detto, essere “un altro fatto che le accuse avevano omesso”.

JOHN DURHAM PRENDE DI MIRA LO STUDIO LEGALE DELLA CAMPAGNA DI HILLARY CLINTON IN UNA NUOVA SERIE DI MANDATI DI COMPARIZIONE (FOX NEWS)

“Nel suo incontro con i dipendenti dell’”Agenzia-2″, l’imputato ha anche fatto una dichiarazione falsa sostanzialmente simile a quella fatta al consigliere generale dell’FBI”, ha scritto John Durham. “In particolare, l’imputato ha affermato che non stesse rappresentando nessun particolare cliente nel trasmettere le accuse di cui sopra”.

“In verità e di fatto, l’imputato stava rappresentando Tech Executive-1 – un fatto che l’imputato ha successivamente riconosciuto sotto giuramento nella testimonianza di dicembre 2017 davanti al Congresso, senza indicare il cliente per nome“, ha scritto Durham.


La reazione di Donald Trump

L’ex presidente Donald Trump ha reagito sabato sera, dicendo che l’inchiesta di John Durham “fornisce prove indiscutibili che la mia campagna e la mia presidenza siano state spiate da agenti pagati dalla campagna di Hillary Clinton nel tentativo di sviluppare una connessione completamente inventata con la Russia”.

“Questo è uno scandalo molto più grande per portata e grandezza del Watergate e coloro che erano coinvolti e sapevano di questa operazione di spionaggio dovrebbero essere soggetti ad un’azione penale”, ha detto Trump. “In un periodo storico più deciso nel nostro paese, questo crimine sarebbe stato punibile con la morte“.

Donald Trump ha aggiunto: “Inoltre, i risarcimenti dovrebbero essere pagati a coloro che nel nostro paese sono stati danneggiati da tutto questo.”

L’ex investigatore capo della contro-inchiesta sul Russiagate per la commissione di Intelligence della Camera sotto l’allora Rappresentante Devin Nunes, Repubblicano della California, Kash Patel, ha detto che il deposito “dimostra definitivamente che la campagna di Hillary Clinton ha direttamente finanziato e ordinato ai suoi avvocati di Perkins Coie di orchestrare un’impresa criminale per fabbricare una connessione tra il presidente Trump e la Russia.”

“Per Durham, questo accordo è stato messo in moto nel luglio del 2016, il che significa che la campagna di Hillary Clinton e i suoi avvocati hanno organizzato la più intricata e coordinata cospirazione contro Trump quando era ancora candidato e poi Presidente degli Stati Uniti, mentre contemporaneamente perpetuavano la bufala del falso Dossier Steele“, ha detto Kash Patel a Fox News, ricordando che gli avvocati della Clinton abbiano lavorato per “infiltrarsi” nella Trump Tower e nei server della Casa Bianca.

I tweet smentiti di Hillary Clinton

Nel frattempo, i tweets di Hillary Clinton riportati alla luce e risalenti ai giorni precedenti le elezioni presidenziali del 2016 mostrano come la candidata avesse spinto informazioni ormai smentite secondo cui Donald Trump stesse usando un “server segreto” che lo collegava alla Russia.

Hillary Clinton, il 31 ottobre 2016, aveva twittato: “Gli scienziati informatici hanno apparentemente scoperto un server segreto che collega l’organizzazione Trump ad una banca con sede in Russia”, ed aveva condiviso una dichiarazione del consigliere politico senior della sua campagna, Jake Sullivan, che ora serve come consigliere per la sicurezza nazionale di Joe Biden alla Casa Bianca.

“Questo potrebbe essere il collegamento più diretto finora tra Donald Trump e Mosca“, aveva detto Jake Sullivan nella dichiarazione dell’ottobre 2016. “Gli scienziati informatici hanno scoperto un server segreto che collega l’Organizzazione Trump ad una banca con sede in Russia”.

Jake Sullivan aveva anche detto che la “linea telefonica segreta potrebbe essere la chiave per svelare il mistero dei legami di Trump con la Russia”.

“Questa linea di comunicazione può aiutare a spiegare la bizzarra adorazione di Donald Trump verso Vladimir Putin e l’approvazione di così tante posizioni pro-Cremlino durante tutta la sua campagna”, aveva proseguito. “Solleva domande ancora più preoccupanti alla luce della direzione della Russia negli sforzi di hacking che sono chiaramente destinati a danneggiare la campagna di Hillary Clinton”.

Jake Sullivan aveva aggiunto che “si può solo supporre che le autorità federali ora esploreranno questa connessione diretta tra Trump e la Russia, come parte della loro inchiesta già esistente sull’ingerenza della Russia nelle nostre elezioni”.

Un secondo tweet della Clinton di quello stesso giorno affermava che fosse “tempo per Trump di rispondere a domande serie sui suoi legami con la Russia”.

La Clinton aveva twittato un’immagine che affermava come Trump avesse “un server segreto” per “comunicare privatamente con una banca russa legata a Putin chiamata Alfa Bank“.



Cosa ha stabilito alla fine il rapporto sul Russiagate
Russiagate Trump rapporto mueller
MANDEL NGAN, Nicholas Kamm, Saul LOEB / AFP
25 marzo 2019

https://www.agi.it/estero/russiagate_tr ... 019-03-25/

Alla fine di una domenica convulsa, scossa dall'annuncio improvviso che il ministro della Giustizia, William Barr, avrebbe consegnato al Congresso nel giro di un'ora la relazione sull'inchiesta Russiagate, il commento a caldo di Rudolph Giuliani, consigliere di Donald Trump, sintetizzava lo stato d'animo dei repubblicani alla vigilia: "Pensavo peggio".

Nelle quattro pagine inviate al Congresso, il ministro della Giustizia Usa, William Barr e il suo vice, Rod Rosenstein, hanno scritto che il procuratore speciale, Robert Mueller, non ha trovato prove di cospirazione di Donald Trump e del suo staff con la Russia per interferire sulle presidenziali del 2016. Non sono state inoltre riscontrate prove sufficienti per incriminare il presidente per ostruzione della giustizia, ma l'inchiesta "neanche lo esonera".

La lettera che riassume le principali conclusioni di due anni di indagini, sulla quale Mueller non è stato consultato, conferma che il procuratore non chiederà nuove incriminazioni, ma il punto chiave ruota attorno al reato di "ostruzione alla giustizia". "Non ci sono prove che vadano al di là di ogni ragionevole dubbio", scrive Barr, ma "neanche lo esonerano".

Su questa formula che non incrimina ma neanche assolve il presidente si innesterà lo scontro politico delle prossime settimane, anche perché é emerso un altro elemento di dubbio: la decisione di non procedere all'incriminazione di Trump per ostruzione alla giustizia non è stata presa dal procuratore Mueller, ma decisa da Barr e da Rosenstein.

Non a caso, il primo tweet di Trump, che in meno di un'ora aveva superato le centomila interazioni, aveva puntato su due aggettivi: "completa" e "totale" assoluzione. Poco dopo, lasciando West Palm Beach, in Florida, per tornare a Washington, Trump ha ribadito con forza i due aggettivi. "E' stato appena annunciato che non c'è stata collusione con la Russia, né ostruzione né altro. E' una completa e totale assoluzione, è un vergogna che il nostro Paese abbia dovuto passare attraverso questa vicenda. A essere onesti, è una vergogna che il vostro presidente abbia dovuto affrontarla".

"Questo è stato - ha aggiunto - un tentativo illegale di eliminarmi che è fallito e ora spero che qualcuno vada a dare un'occhiata dall'altra parte". Cosa intendesse per "altra parte" non è chiaro. Di sicuro il caso Russiagate non si esaurirà con la lettera di Barr. L'assoluzione c'è, ma non "completa e totale", come avrebbe voluto il presidente.

Inoltre il voluminoso rapporto Mueller, pieno di nomi e fatti ricostruiti in ventidue mesi di inchiesta, non è ancora diventato pubblico. Sul piede di guerra i democratici, secondo i quali Mueller non scagiona Trump, che continuano a chiedere di rendere pubblico l'intero rapporto e accusano il ministro della Giustizia di non essere neutrale.


Trump Organization rinviata a giudizio per frode fiscale
Weisselberg è accusato di aver evaso circa 2 milioni di dollari di tasse in oltre un decennio, ... (200mila euro all'anno, per una società che ha un giro d'affari di miliardi di euro)
Gli avvocati avevano chiesto l'archiviazione del caso, a processo anche l'ex Chief Financial Officer della società
13 agosto 2022

https://www.adnkronos.com/trump-organiz ... x5M2ldH2hd

Nel giorno in cui si è appreso che Donald Trump è indagato per spionaggio per i documenti top secret trasferiti a Mar a Lago, da New York arriva la notizia che un giudice ha deciso che può andare a processo il caso intentato dalla procura distrettuale di Manhattan contro la Trump Organization e il suo ex Chief Financial Officer Allen Weisselberg.
Nel caso della procura federale, che è autonomo rispetto a quello civile, sempre per frode fiscale, della procuratrice Letitia James di fronte alla quale Trump nei giorni scorsi ha invocato il quinto emendamento per non rispondere all'interrogatorio, Weisselberg è accusato di aver evaso circa 2 milioni di dollari di tasse in oltre un decennio, ricevendo compensi in modo indiretto nell'ambito di un sistema teso ad arricchire i dirigenti della società senza dover rendere noti i guadagni.
Gli avvocati di Weisselberg e della Trump Organization avevano chiesto l'archiviazione del caso ma il giudice Juan Merchan non ha accolto solo un capo di imputazione e li ha rinviati a giudizio per gli altri. Ed ha fissato per il 24 ottobre prossimo l'avvio del procedimento con la selezione della giuria.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:32 am

???
Usa: ex direttore finanziario di Trump ammette frodi fiscali

Repubblica.it
18 agosto 2022

https://www.repubblica.it/esteri/2022/0 ... 362087289/

Allen Weisselberg, per decenni uno degli uomini di fiducia di Donald Trump, ha raggiunto un accordo con la procura distrettuale di New York che può far tremare l'ex presidente: lo storico ex direttore finanziario della Trump Organization ha riconosciuto il suo ruolo in una serie di frodi fiscali. L'ammissione di colpa gli permetterà di non scontare una pena che poteva arrivare fino a quindici anni di carcere, e di passare dietro le sbarre probabilmente solo un centinaio di giorni. A Weisselberg, scrive il New York Times, non verrà chiesto di collaborare con i procuratori che indagano sulle frodi fiscali della società di Trump, ma dovrà ammettere la colpevolezza in tutti e quindici reati di cui è stato accusato.
Inoltre, e questo è l'aspetto più importante, se chiamato in aula, l'ex direttore finanziario dovrà deporre come testimone al processo per la Trump Organization e spiegare quale era il suo ruolo nello schema messo in piedi per evadere le tasse. La testimonianza potrebbe diventare il passaggio chiave dell'accusa al processo contro Trump, previsto a ottobre.



Allen Weisselberg si è costituito: il tallone di Achille di Trump? Le tasse non pagate
Massimo Jaus
1 luglio 2021

https://lavocedinewyork.com/news/2021/0 ... on-pagate/

Allen Weisselberg, il Chief Financial Officer della Trump Organization si è costituito questa mattina alle 6:20. Accompagnato dal suo avvocato, Mary Mulligan, è entrato nel palazzo della Procura distrettuale di Manhattan da una entrata di servizio per sottrarsi alle telecamere dei network televisivi che da ieri sera si erano piazzate davanti l’ingresso del palazzo.

“Si dichiarerà non colpevole” ha detto il legale mentre lei e il suo cliente erano in attesa davanti l’ascensore. L’incriminazione ufficiale avverrà nel primo pomeriggio. In questa occasione ci sarà anche l’avvocato Ron Fischetti, il legale della Trump Organization, la holding dell’ex presidente che gestisce circa 500 differenti imprese e aziende tra hotel, club di golf, complessi immobiliari, e anche una casa produttrice di vino a Charlottesville in Virginia.

Ieri sera il Grand Jury ha determinato che sono state presentate sufficienti prove e testimonianze per rinviare a giudizio Weisselberg e la Trump Organization. Solo quando il magistrato nel corso dell’udienza notificherà ufficialmente a Weisselberg e agli avvocati della Trump Organization le motivazioni della loro incriminazione si conosceranno nel dettaglio i capi di imputazione. Il Washington Post afferma che i reati per i quali sono stati incriminati sono per il mancato pagamento delle tasse per i benefit percepiti dai manager della società e non riportati nelle loro dichiarazioni dei redditi. Alcuni di loro infatti hanno ottenuto considerevoli vantaggi economici con il pagamento delle rette delle scuole private per figli e nipoti, l’uso delle auto (Weisselberg e la moglie hanno due Mercedes prese in leasing dalla Trump Organization) e l’uso di appartamenti il cui affitto veniva assorbito dalla compagnia. Ma anche vacanze, feste, iscrizioni ai club di golf, tutto pagato dalla società e non dichiarato sia da parte dell’azienda che da parte dei beneficiati. Reati minori che comportano multe e non prigione per chi li ha ottenuti e per chi li ha concessi, ma pene ben più severe per il responsabile amministrativo che ha creato il raggiro e per la società, la Trump Organization appunto, che lo ha effettuato.

Non molto spesso a New York le società, considerate persone giuridiche, ricevono una incriminazione. E se lo sono è per crimini molto più gravi: lo è stato la BP per i morti nell’esplosione della piattaforma Deep Water Horizon in cui persdero la vita 11 dipendenti e per i gravissimi danni ecologici causati dalla fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico. Lo è stata la VolksWagen per aver sistematicamente manipolato i gas di scarico delle autovetture. Lo è stata la Bank of America per aver concesso i mutui, poi rivenduti ad altre istituzioni, sapendo che non sarebbero stati ripagati, creando la crisi finanziaria del 2011.

La strategia usata dal District Attorney di Manhattan Cyrus Vance è quella di mettere sotto pressione Allen Weisselberg, che per ora non conosce quali siano le prove o le testimonianze in mano agli inquirenti e che se dovesse mentire corre il rischio di aggravare ulteriormente la sua posizione. Una tattica per costringerlo a patteggiare una mite sentenza in cambio della sua testimonianza contro chi gli imbrogli li ha ordinati. E non si tratta solo di benefici non dichiarati. Ci sono milioni di dollari di tasse non pagate e di potenziali truffe agli istituti di credito che hanno concesso enormi prestiti alla Trump Organization.

Nell’indagine parallela condotta dall’Attorney General dello Stato di New York Letitia James concertata con quella della Procura Distrettuale ci sono proprietà immobiliari, terreni e palazzi, dati come garanzie collaterali per i prestiti bancari che hanno una certa valutazione. Ma questi stessi beni immobiliari nella valutazione presentata nella denuncia di redditi hanno un prezzo stimato inferiore a quello fornito alle banche. Una truffa bella e buona o contro l’ufficio delle tasse o agli istituti di credito. E qui la posta è molto più alta perché dalle multe si passa alla prigione. Il procuratore di Manhattan Cyrus Vance, un democratico che non si è ripresentato alle ultime elezioni, nel 2018 ha avviato un’indagine inizialmente incentrata sui pagamenti effettuati, prima delle presidenziali del 2016, a due “fiamme” di Donald Trump. L’inchiesta è stata successivamente estesa alle accuse di evasione fiscale, frode ai danni di assicurazione e frode bancaria.

La Trump Organization, in una nota, ha bollato come “politiche e non giustizia” le accuse contro Weisselberg, “è usato come pedina dal procuratore distrettuale di Manhattan nel tentativo di danneggiare l’ex presidente”, si legge in una nota. “Questa non è giustizia, questa è politica”, conclude il comunicato.

Mentre a Manhattan la vicenda giudiziaria della società dell’ex presidente monopolizzava l’attenzione pubblica, a Washington la Speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi ha costituito la commissione d’inchiesta per l’assalto al Congresso del 6 gennaio. Il leader della minoranza repubblicana alla Camera Kevin McCarthy ha ordinato ai congressman del Gop di non far parte della Commissione. Ciò nonostante Nancy Pelosi ha nominato la congresswoman repubblicana Liz Cheney che ha accettato. La popolare congresswoman del Wyoming deteneva la terza carica più importante della dirigenza del partito, ma si è esposta alle ire dell’ex presidente quando ha accusato i suoi compagni di partito di non avere il coraggio di respingere le bugie elettorali di Donald Trump sulle elezioni vinte da Biden con i brogli, ed è stata degradata. Con lei altri congressman repubblicani come Adam Kinzinger.


L'ex direttore finanziario della Trump Organization Allen Weisselberg si dichiara colpevole di violazioni tributarie
L'Osservatore Repubblicano
18 agosto 2022

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... xPmiL8vFxl

Il direttore finanziario Allen Weisselberg, oramai in pensione, era stato accusato nell'ambito dell'indagine dell'ex procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance sulla Trump Organization, iniziata nel 2019. Alvin Bragg è ora in carica come procuratore distrettuale.
L'ex direttore finanziario della Trump Organization Allen Weisselberg si è dichiarato colpevole di violazioni tributarie che si estendono per oltre un decennio, accettando di scontare 100 giorni dietro le sbarre (convertibili in arresti domiciliari per via dell'età di 75 anni) e di testimoniare sulle pratiche commerciali della Trump Organization.
L'inaudito crimine commesso da Allen Weisselberg (prima che i media mainstream pompino all'inverosimile la cosa)? Aver evaso le tasse per non aver dichiarato i benefit aziendali al fisco, in particolare un'auto aziendale ed un appartamento aziendale a New York, che non sono stati conteggiati nel suo reddito.
Le grandi società americane spesso concedono ai loro dipendenti benefici come vetture e case in affitto. Tutto ciò però ha un valore, ed i beneficiari debbono indicarlo nella loro personale dichiarazione dei redditi.
"In una delle decisioni più difficili della sua vita, il signor Weisselberg ha deciso di dichiararsi colpevole oggi per porre fine a questo caso e agli incubi legali e personali che ha causato per anni a lui e alla sua famiglia", ha dichiarato l'avvocato di Weisselberg.
"Grazie all'incredibile lavoro e alla dedizione del team che sta portando avanti questo caso, Weisselberg passerà del tempo dietro le sbarre", ha dichiarato il procuratore Alvin Bragg, ora titolare di una indagine sulla Trump Organization che in quattro anni ha scoperto solo che alcuni dirigenti, incluso Weisselberg, avevano omesso di indicare i benefit aziendali ricevuti al fisco.
Una fonte che è a conoscenza dell'indagine ha dichiarato a Fox News che una delle società legate alla Trump Organization andrà a processo in autunno e che non accetterà il patteggiamento.




Trump e tre dei figli accusati di frode dalla procuratrice di New York: «Paghi danni da 250 milioni di dollari»

Mercoledì 21 Settembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/mondo/trump ... 42284.html

«Nessuno è al di sopra la legge. Nessuno». La procuratrice di New York, Letitia James, lo ha ripetuto due volte in pochi minuti annunciando la causa contro Donald Trump e i suoi figli per aver «sistematicamente» gonfiato gli asset dell'azienda di famiglia e guadagnato così miliardi di dollari illegalmente. L'enesima accusa pesantissima contro il tycoon che l'ha subito bollata come un «persecuzione politica» da parte dei democratici e una «caccia alle streghe» di una attorney general «razzista». Nella causa di 220 pagine la procuratrice di New York accusa l'ex presidente e tre dei suoi figli - Donald Trump Jr, Eric Trump e Ivanka - di aver mentito a banche ed assicurazioni per oltre dieci anni gonfiando in modo fraudolento il valore della loro compagnia. James ha affermato inoltre di essere convinta che il tycoon abbia violato diverse legge penali dello Stato e «probabilmente» anche quelle federali. Proprio per questo riferirà quanto scoperto nell'indagine alle autorità federali di Manhattan.


«Paghi danni da 250 milioni di dollari»

La procuratrice non può presentare accuse penali ma con l'azione legale punta a vietare in modo permanente a Trump di ricoprire incarichi da direttore nelle società di New York e ad ottenere che paghi danni per 250 milioni di dollari. «Nessuno è al di sopra delle legge», ha dichiarato James, accusando il tycoon «di aver falsamente gonfiato la sua ricchezza di miliardi di dollari per arricchirsi ingiustamente e ingannare il sistema». Con quest'ultima causa salgono a sei le inchieste nelle quali si trova coinvolto l'ex presidente, dalle frodi elettorali in Georgia all'assalto a Capitol Hill fino alla più clamorosa, l'indagine dell'Fbi sui documenti top secret portati dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago. Dalla residenza in Florida, dove pare Trump abbia riprodotto lo Studio Ovale con tanto di foto della regina Elisabetta e del leader nordcoreano Kim Jong-un alle pareti, il tycoon ha subito risposto con gli argomenti classici della sua retorica anti-sistema.

«È l'ennesima caccia alle streghe da parte di un procuratrice generale razzista, Letitia James, che ha fallito nella sua corsa alla carica di governatore, ottenendo quasi zero sostegno dagli elettori», ha attaccato l'ex presidente sul suo social media Truth accusando l'attorney general di calcolo politico. «È una truffatrice», ha incalzato il tyccon accusando James di perdere tempo «con una campagna "Acchiappa Trump" invece di occuparsi del fatto che New York «è un disastro mondiale per criminalità e omicidi». La sua portavoce Liz Harrington, sempre sulla stessa piattaforma, ha accusato i democratici di «persecuzione politica» contro il tycoon. «Questa è la storia di due sistemi giudiziari: uno grazie al quale i criminali sono liberi e un altro con il quale i democratici perseguitano solo i loro oppositori politici!».

https://www.facebook.com/Messaggero.it/ ... 7401378935

Alberto Pento
Forza Trump!
Si tratta proprio di persecuzione ed eversione politica con abuso della funzione giudiziaria, questa andrebbe arrestata, processata e imprigionata:
"La procuratrice non può presentare accuse penali ma con l'azione legale punta a vietare in modo permanente a Trump di ricoprire incarichi da direttore nelle società di New York e ad ottenere che paghi danni per 250 milioni di dollari."



Donald Trump critica la raffica di cause dei Democratici mentre NY lo cita in giudizio: "Cosa ne sa Letitia James?"

21 settembre 2022

https://www.facebook.com/watch/?ref=sav ... 3425090804

In un'ampia intervista rilasciata a Fox News, l'ex presidente Donald Trump ha risposto dettagliatamente alla causa civile intentata dalla procuratrice generale democratica dello Stato di New York Letitia James in merito ad una presunta errata valutazione delle sue proprietà e presunte infrazioni fiscali.
Letitia James, che è in corsa per la rielezione contro l'avvocato repubblicano Michael Henry, ha intentato una causa contro Donald Trump, Donald Trump Jr., Eric Trump, Ivanka Trump e una manciata di associati alla Trump Organization, sostenendo che ci sono stati "numerosi atti di frode e di falsa dichiarazione" riguardo ai rendiconti finanziari.
"Ha fatto una campagna elettorale su questo tema quattro anni fa", ha detto Donald Trump a Sean Hannity. "È stata una campagna feroce e lei parlava solo di Trump; 'lo incrimineremo, lo prenderemo'. Non sapeva nulla di me. Non l'ho mai sentita nominare".
Nell'intervista rilasciata a Fox News, Donald Trump ha dichiarato che la sua azienda è attenta a dichiarare la propria posizione fiscale, elogiando il valore e l'importanza del suo portafoglio di proprietà, che comprende hotel, un'azienda vinicola e golf club.
"Abbiamo discusso per anni e ho pensato che, poiché i nostri valori sono molto alti, l'azienda è grande. Ho costruito una grande azienda per portare avanti posti come questo", ha detto.
Donald Trump ha aggiunto di aver inizialmente creduto che lo Stato di New York volesse patteggiare con lui, ma ha detto che nessuno dovrebbe pagare qualcosa - "anche se si tratta di una piccola somma - se non si è colpevoli".




Byron York: New York fa causa a Trump – Certo che è politicamente motivata
Byron York’s Daily Memo – New York fa causa a Trump: Certo che è un’indagine politicamente motivata
11 ottobre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -motivata/

Il procuratore generale di New York Letitia James ha intentato una causa da 250 milioni di dollari contro l’ex presidente Donald Trump. La James sostiene che Trump abbia commesso una frode fiscale sopravvalutando le sue proprietà per ottenere dei prestiti e sottovalutandole quando era ora di pagare meno tasse. La James ha anche citato in giudizio tre dei figli di Trump, Donald Jr., Ivanka ed Eric, sostenendo che facevano “parte dello schema“.

Si tratta di una causa civile e quindi non accusa i Trump di aver commesso dei reati. La James ha dichiarato che sottoporrà il caso al Dipartimento della Giustizia e all’IRS (l’agenzia delle entrate americana, n.d.r.), apparentemente nella speranza che accusino i Trump di reati che la James non è riuscita ad accertare.

È difficile valutare i meriti della causa. Certo, Donald Trump, che ha l’abitudine di vantarsi nei suoi rendiconti finanziari come nella vita di tutti i giorni, ha valutato le sue proprietà un po’ ovunque. D’altra parte, se Trump ha frodato i finanziatori, è stato per prestiti che sono stati ripagati e sui quali i finanziatori hanno guadagnato. E per quanto riguarda il fisco, è giusto dire che Trump è stato sottoposto a molti controlli nel corso degli anni e non è stato mai accusato di nulla. È difficile dire se le scoperte della James giustifichino l’impegno profuso dal suo ufficio.

Ma c’è una cosa che si può dire in modo definitivo sulla causa: È politicamente motivata. Non potrebbe essere altrimenti. Letitia James si è candidata giurando di “far fuori Trump”, che secondo lei è un presidente “illegittimo”. In effetti, le primarie democratiche per la carica di procuratore generale dello Stato di New York sono state una guerra di slogan in cui ogni candidato si è impegnato a essere il più aggressivo nel colpire Trump. La James ha vinto questa sfida.

Il 13 settembre del 2018, la sera in cui ha prevalso alle primarie democratiche, Letitia James ha chiarito di avere una priorità su tutte. “Questa campagna non è mai stata incentrata su di me o su nessuno dei candidati che si sono presentati”, ha detto nel suo discorso della vittoria. “Si trattava di persone, ma soprattutto di quell’uomo alla Casa Bianca che non può stare un giorno senza minacciare i nostri diritti fondamentali, non può stare un giorno senza minacciare i diritti degli immigrati, non può stare un giorno senza dividerci”.

Poco prima delle elezioni, Letitia James ha realizzato un video in cui si impegna a perseguitare Donald Trump. “Dovrebbe essere accusato di aver ostacolato la giustizia”, ha detto la James. “Credo che il presidente degli Stati Uniti possa essere incriminato per dei reati. E ci uniremmo alle forze dell’ordine e ad altri procuratori generali in tutta la nazione per rimuovere questo presidente dall’incarico“. Inoltre, la James ha detto che Trump è colpevole di “riciclaggio di denaro”, “collusione con dei poteri stranieri” ed altro ancora. “È importante che tutti capiscano che i giorni di Donald Trump stanno per finire“, ha detto la James, a meno di metà del suo mandato. Letitia James ha ripetutamente affermato di possedere il “coraggio“ di opporsi a Trump ed ha esortato i newyorkesi a votare “per sfidarlo”.

L’intera campagna elettorale è stata così. Il 6 agosto del 2018, più di un mese prima delle primarie, The Atlantic ha pubblicato un articolo intitolato “La battaglia per essere il Javert di Trump a New York“. Il pezzo osservava che la competizione democratica era diventata una guerra di offerte in cui ogni candidato si impegnava a fare di tutto per catturare Donald Trump. Il nome “Javert“, ovviamente, si riferisce all’ispettore di polizia che perseguiva senza sosta l’eroe de Les Miserables. Negli anni di Bill Clinton, i Democratici chiamavano “Javert” il defunto Kenneth Starr, il consulente indipendente per la Whitewater. All’epoca, lo intendevano come una cosa negativa. Nel 2018, però, essere il “Javert” di Trump era diventata una cosa buona nei circoli dei Democratici. La resistenza era così diffusa che The Atlantic ha dovuto aggiungere “New York” al titolo perché molti altri in altri luoghi del Paese, a Washington ed altrove, stavano lottando per essere il “Javert” di Trump.

Così, Letitia James ha ottenuto il ruolo per la parte. E si è subito messa al lavoro per mantenere la promessa fatta in campagna elettorale di dare la caccia a Donald Trump. Dopo tutto, cos’altro deve fare il procuratore generale di uno Stato con quasi 20 milioni di abitanti? Perseguire i crimini? Fornire pareri legali su casi che coinvolgono le agenzie statali? Difendere lo Stato nelle controversie? Tutto questo impallidisce rispetto al perseguire un ex presidente che una volta viveva a New York.

Con la causa, Letitia James sta cercando di fare di più che dimostrare che Trump ha sopravvalutato o sottovalutato le sue proprietà. Vuole distruggere l’intera azienda e la famiglia Trump. “La signora James sta cercando di ottenere un prezzo elevato dall’ex presidente e dalla sua società”, riporta il New York Times. “La sua causa chiede ad un giudice di nominare un controllore indipendente per supervisionare le pratiche finanziarie della società e di estromettere i Trump dalla guida dell’azienda di famiglia. La signora James vuole anche impedire alla famiglia di acquistare immobili a New York per cinque anni. Se il giudice sarà d’accordo, il signor Trump e i suoi figli non potranno più ricoprire il ruolo di funzionari o amministratori in nessuna società con sede a New York“.

In altre parole, Letitia James sta cercando di rovinare Donald Trump – e anche la sua famiglia. Non è quello che aveva promesso durante la campagna elettorale? È difficile immaginare un atto più politicamente motivato.

L’ex procuratore generale William Barr, che di recente è stato molto critico nei confronti del suo ex capo, ha immediatamente dichiarato che la causa della James è un “attacco politico”. Barr ha notato in particolare che Letitia James, che ovviamente avrebbe l’autorità di accusare Donald Trump qualora avesse effettivamente commesso dei crimini, ha invece optato per una causa civile. “Per me, questo dice che non ha le prove per mettere in piedi un caso penale“, ha detto Barr a Fox News. “Quindi sta fissando un limite più basso e sta intentando una causa civile. Non credo che si andrà oltre”.

“I prestiti sono stati restituiti“, ha aggiunto Billy Barr. “Sono stati investimenti di successo e le banche sono state ripagate. Quindi, aver speso tre anni per questa inchiesta mi sembra che serva soltanto a cercare di mantenere la promessa fatta in campagna elettorale di far cadere Trump”.

Alberto Pento
Questa procuratrice nera è una criminale perché piena di odio e di violenza razzista contro il bianco Trump!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:32 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:32 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:33 am

6)
Non sanno più cosa inventarsi per dare contro a Trump e alla vittoriosa campagna elettorale di mezza legislatura dei repubblicani sostenuti da Trump.



Non è stato specificato se i documenti riguardano l’arsenale nucleare americano o di un altro Paese
L’Fbi nella residenza di Trump cercava documenti su armi nucleari
Il Sole 24 Ore
12 agosto 2022

https://www.ilsole24ore.com/art/l-fbi-r ... 1660287498

Nella perquisizione condotta presso la residenza dell’ex presidente americano Donald Trump in Florida L’Fbi cercava documenti segreti sulle armi nucleari. Lo scrive the Washington Post citando persone informate sull’indagine, ma senza specificare se i documenti riguardassero l’arsenale nucleare americano o di un altro Paese. Questo confermerebbe la decisione del ministro della Giustizia americano Garland di fare un annuncio pubblico sulla perquisizione a Mar-a-Lago.
Quando era alla Casa Bianca Trump era particolarmente attento all’arsenale nucleare statunitense e si vantava di essere al corrente di informazioni segrete. Nell’estate del 2017 Trump disse ai leader militari statunitensi di volere un arsenale paragonabile al picco della guerra fredda, tanto che l’allora segretario di Stato, Rex Tillerson, lo descrisse come un “fottuto idiota’’. Trump aveva minacciato pubblicamente di cancellare sia la Corea del Nord sia l’Afghanistan. Tra i documenti nucleari a cui Trump avrebbe regolarmente avuto accesso ci sarebbe stata la versione riservata del Nuclear Posture Review sulle capacità e le politiche degli Stati Uniti.
L’indiscrezione arriva mentre l’ex presidente Usa e i suoi legali non hanno ancora chiarito come intendono procedere sulla mozione presentata dal Dipartimento di Giustizia per chiedere che il mandato di perquisizione effettuato venga reso pubblico. Trump ha tempo fino alle 21 di oggi per decidere se opporsi o meno alla diffusione del documento. Per il tycoon e i suoi legali si tratta di una scelta complessa: l’ex presidente ha in mano il mandato da lunedì quando è stato effettuato il blitz, ma non l’ha reso pubblico limitandosi a criticare duramente l’Fbi.
Se le indiscrezioni del Washington Post sui documenti legati al nucleare si rivelassero vere, la situazione di Trump si complicherebbe. Le carte infatti sarebbero in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale americana, ma anche di creare problemi con altri paesi.
Joe Biden segue gli sviluppi da lontano. Il presidente è con la first lady in vacanza per qualche giorno sull’isola di Kiawah, South Carolina. Una pausa per ricaricarsi in vista delle elezioni di metà mandato di novembre dopo le quali, secondo indiscrezioni, dovrebbe annunciare la sua candidatura al 2024 e lanciare la campagna elettorale.


Donald Trump accusa l'Fbi di aver falsificato le prove, ma la teoria del complotto fa acqua

di Emma Bonotti
12 agosto 2022

https://www.milanofinanza.it/news/donal ... 1232272040

Documenti nucleari o ricordi del suo passato da presidente degli Stati Uniti? Presto la verità sugli atti ricercati dall'Fbi nella villa Mar-A-Lago di Donald Trump potrebbe venire a galla. Dopo l'irruzione degli investigatori federali l'8 agosto, l'ex inquilino della Casa Bianca si era lanciato in aspre critiche contro gli agenti, accusandoli di aver "fabbricato prove" a suo discapito. In tutta risposta, il procuratore generale, Merrick Garland, ha presentato una mozione per togliere i sigilli al mandato di perquisizione e fare chiarezza sulla faccenda. Ora Trump, che ha in mano i documenti dal giorno dell'irruzione, ha tempo fino alle 21:00 (ora italiana) di venerdì 12 agosto per decidere se opporsi o lasciare che il mondo scopra cosa cercasse l'Fbi.

Trump su Truth: pubblicate il mandato immediatamente

"Ho personalmente approvato la decisione di chiedere il rilascio del mandato di perquisizione", ha affermato Garland, nelle sue prime osservazioni pubbliche dal giorno dell'irruzione, sottolineando che "una decisione del genere non si prende tanto alla leggera". Il capo del Dipartimento di giustizia statunitense ha dichiarato di aver presentato la richiesta al giudice del sud della Florida, Bruce Reinhart, alla luce del "sostanziale interesse pubblico" sulla questione. L'ex presidente ha subito risposto sua piattaforma di social media, Truth, affermando che non si sarebbe opposto alla pubblicazione degli atti del tribunale, incoraggiando anzi il loro "rilascio immediato". Una mossa forse obbligata, dato che bloccare la richiesta del Dipartimento potrebbe lasciar intendere che Trump ha davvero qualcosa da nascondere. Ma cosa credeva di trovare l'Fbi a Mar-A-Lago? Per il New York Times fra le carte c'erano informazioni sui più segreti programmi americani, i cosiddetti special access programs. Secondo il Washington Post, invece, gli agenti federali cercavano documenti inerenti ad armi nucleari. Una motivazione sufficiente a spiegare la segretezza dell'operazione e l'urgenza dell'intervento.

Diversa è la versione di Donald Trump, secondo cui il Bureau potrebbe aver lasciato qualche prova sul posto, supportati dai "Democratici che disperatamente non vogliono che io mi candidi alla presidenza nel 2024". Gli stessi repubblicani hanno subito interpretato l'incursione come una persecuzione nei confronti dell'ex leader. "Sono preoccupata che possano aver messo qualcosa", ha commentato martedì 9 agosto l'avvocato personale di Trump, Alina Habba, durante un'apparizione su Fox News. "A questo punto, chi lo sa? Non mi fido del governo", ha continuato. La risposta dell'Fbi non si è fatta aspettare e in un comunicato il direttore Christopher A. Wray ha dichiarato che "gli attacchi infondati all'integrità dell'agenzia erodono il rispetto per lo stato di diritto e sono un grave disservizio per gli uomini e le donne che si sacrificano così tanto per proteggere gli altri. La violenza e le minacce contro le forze dell'ordine, compresa l'Fbi, sono pericolose e dovrebbero preoccupare profondamente tutti gli americani".

La teoria del complotto fa acqua

Tuttavia, secondo gli esperti di diritto questa teoria complottistica fa acqua. Come ha sottolineato l'ex procuratore federale, Barbara McQuade, in tribunale i pubblici ministeri sono tenuti a dimostrare come hanno ottenuto ogni prova facendo testimoniare gli agenti dell'Fbi. "Mantengono una catena di custodia mettendo gli oggetti in contenitori contrassegnati che firmano con le loro iniziali e la data". Una difficoltà tecnica non facilmente superabile, a cui si aggiunge il fatto che, come ha dichiarato l'ex procuratore federale, Jennifer Rodgers, "non è stata rilasciata alcuna prova su ciò che è stato trovato durante la perquisizione".

A Mar-A-Lago l'Fbi ormai è di casa

Non è la prima volta che gli agenti federali visitano la villa al mare di Trump. Come ha riportato Bloomberg, in una perquisizione volontaria effettuata all'inizio dell'anno, gli investigatori del Dipartimento di Giustizia avevano individuato subito le scatole esatte che stavano cercando. Ma all'epoca, gli agenti se ne andarono senza il materiale, non prima di aver consigliato agli uomini di Trump di dare un secondo giro di chiave alla porta dove erano custodite.




È dal 2015 che gli danno contro e che lo perseguitano con ogni mezzo lecito e illecito, oramai sono più di 7 anni.

Il miliardario Donald Trump si candida alle presidenziali del 2016
16 giugno 2015

https://www.internazionale.it/notizie/2 ... i-del-2016

“Signori e signore, mi candido ufficialmente alla presidenza degli Stati Uniti”, il magnate dell’edilizia e investitore Donald Trump ha annunciato martedì 16 giugno che parteciperà alle primarie repubblicane, in vista delle elezioni presidenziali del novembre 2016. Lo ha fatto davanti ai suoi sostenitori nella Trump Tower di New York. L’imprenditore miliardario dovrebbe anche diffondere un documento per indicare il valore delle sue proprietà e attività finanziarie che, secondo i suoi calcoli, ammonterebbero a circa nove miliardi di dollari.

I politici “parlano e non agiscono. Non posso più stare a guardare. Il nostro paese ha bisogno di un vero, grande leader”. Trump diventa così il dodicesimo candidato repubblicano. Solo ieri Trump aveva criticato la discesa in campo di Jeb Bush, figlio dell’ex presidente George H. W. Bush e fratello dell’ex presidente George W. Bush. “Come diavolo potete votare per quest’uomo?”, aveva detto.

Il miliardario, 69 anni, è a capo di un vero impero commerciale. La sua multinazionale Trump Organization costruisce e gestisce hotel, grattacieli, resort, villaggi vacanze e campi da golf in diverse parti del mondo. La società detiene anche partecipazioni azionarie in svariate attività finanziarie ed economiche, oltre a possedere alcune zone residenziali ad alto valore immobiliare nella città di New York.

“Il nostro paese è in grande difficoltà. Non abbiamo più riportato vittorie”, ha detto sul grattacielo della Fifth avenue. “Quando è stata l’ultima volta che, diciamo, abbiamo battuto la Cina in un trattato commerciale?”. “Loro ci uccidono, ma io li anniento tutte le volte che voglio”.

Donald Trump si vuole presentare al pubblico come un imprenditore di successo e una persona estranea al mondo della politica, pronta a scontrarsi con l’establishment del partito e le potenze rivali degli Stati Uniti, in primis la Cina, per questo dovrebbe pubblicare un documento di due pagine per dimostrare la sua disponibilità di mezzi finanziari. Secondo il Washington Post, si tratta di una stima dei suoi debiti, ma soprattutto delle sue risorse: tra proprietà immobiliari e denaro contante. La cifra trapelata finora sarebbe di nove miliardi di dollari: più del doppio rispetto a quanto calcolato da Forbes, che fissa la sua ricchezza a 4,1 miliardi. Il dato, se confermato, farebbe di lui il più ricco dei candidati repubblicani.

Già in passato Donald Trump aveva preso in considerazione la possibilità di candidarsi, ma non aveva mai fatto sul serio. Alla fine si è deciso. A febbraio ha cominciato a selezionare e ad assumere il suo staff elettorale; e a marzo ha ritardato la produzione del suo reality show The Apprentice, per concentrare gli sforzi sulla campagna elettorale.

“Sarò il miglior presidente che dio abbia mai creato”, ha dichiarato durante il comizio, dopo aver attaccato alcuni suoi colleghi repubblicani e l’amministrazione democratica del presidente Barack Obama. Finora, però, non sembra avere molte chance di vittoria. In un sondaggio online realizzato da Ipsos/Reuters, Trump è in dodicesima posizione tra i tredici repubblicani che hanno già dichiarato la loro candidatura o potrebbero presto farlo. Secondo altri sondaggi, invece, più del 50 per cento dei cittadini statunitensi afferma che non voterà per lui.


Sono proprio i repubblicani collusi con i democratici a danno del popolo americano e i traditori i peggiori nemici di Trump.
Questo è un traditore come la Liz Cheney si è accordato con i democratici per cercare di far fuori Trump.
Sono la casta interna ai repubblicani, quelli che vogliono il dominio sui repubblicani e che sono disposti a tradire non solo Trump ma anche gli elettori repubblicani.

Da eroe a nemico di Trump. L’allarme di Wray, capo Fbi: "Minacce di morte dai fan".
Massimo Basile
12 agosto 2022

https://www.repubblica.it/esteri/2022/0 ... 361314859/

NEW YORK - Nell'estate del 2017 aveva "credenziali impeccabili". In quella del 2022 la scorta rafforzata, perché l'uomo che cinque anni fa lo aveva nominato alla guida dell'Fbi ora lo ha indicato all'America trumpiana come il grande rinnegato. La parabola di Christopher Wray, 55 anni, laurea a Yale, ex avvocato di New York, repubblicano di ferro, è andata di pari passo con quella del suo mentore, Donald Trump, che lo chiamò alla guida dell'agenzia federale di investigazioni convinto che lo avrebbe seguito in modo fedele, come quei generali ubbidienti di Hitler di cui Trump avrebbe confidato di sentire la mancanza.


Le demenziali falsità del Corriere contro Trump

Perché Trump è ancora così forte
Massimo Gaggi
11 agosto 2022

https://www.corriere.it/editoriali/22_a ... 90a2.shtml

I motivi per cui l’ex presidente, che molti considerano un pericolo per la democrazia, può contare su un consenso così vasto

Pur evitando di formularli in pubblico, Rupert Murdoch, editore ultranovantenne e ultraconservatore, dà spesso giudizi sprezzanti su Donald Trump. Ma la sua Fox News, la corazzata dell’informazione di destra, continua ugualmente a sostenere l’ex presidente in vista delle elezioni del 2024, anche se ha cominciato a dare spazio pure a possibili candidati alternativi. Il figlio James, erede designato del gruppo Murdoch e per anni suo amministratore delegato di fatto, se n’è andato da tempo senza nascondere la sua indignazione per come la Fox ha spalleggiato Trump anche nelle sue mosse apertamente antidemocratiche.

Il fratello Lachlan, che lo ha sostituito al vertice del gruppo, non ha fatto mistero delle sue simpatie per la destra più radicale in discorsi pubblici e difendendo i conduttori della Fox anche quando hanno sostenuto che l’assalto al Congresso era una manovra della sinistra contro Trump o hanno sposato la teoria cospirativa della «grande sostituzione»: una congiura contro i bianchi d’America destinati a diventare minoranza oppressa. Da qualche mese, però, anche Lachlan sostiene in privato che Trump è un male per l’America. Ma poi aggiunge (racconto della Cnn) che la Fox non smetterà di sostenerlo perché altrimenti perderebbe gran parte della sua audience: nonostante tutti i danni che ha procurato all’America, la violazione delle regole democratiche e gli atti illegali ormai dimostrati al di là di ogni ragionevole dubbio, Trump rimane popolarissimo nella destra americana. Perché?

Com’è possibile che un personaggio che prima si è inimicato l’intero establishment conservatore, poi ha rotto con quasi tutti i personaggi chiamati a collaborare con lui alla Casa Bianca (licenziati o andati via sbattendo la porta, pubblicando, poi, memorie roventi) e che sembra aver perso il sostegno di molti suoi finanziatori, tentati di appoggiare politici più giovani e affidabili, sia ancora un candidato pressoché imbattibile nel fronte conservatore?

Prima della sconfitta del novembre 2020 erano stati pubblicati decine di saggi sulla diabolica abilità comunicativa e anche sull’intuito politico di The Donald. Tutto dimenticato nei mesi del suo silenzioso ritiro a Mar-a-Lago dopo l’assalto al Congresso e il tentativo, fallito, di sovvertire l’esito del voto presidenziale. Mentre i giornali si riempivano di analisi sulla fine della sua carriera politica, Trump giocava a golf e lavorava alla costruzione del «secondo atto» della sua battaglia per la Casa Bianca, spinto da un’ossessione: non solo la voglia di rivincita, ma anche la determinazione a non riconoscere la sconfitta del 2020.

La sua intenzione, una volta tornato presidente, è quella di pretendere poteri più vasti da un Parlamento sempre più trumpiano: per gestire la cosa pubblica in modo personalistico senza troppi dibattiti e garanzie democratiche che allungano i tempi e costringono a cercare soluzioni di compromesso. E anche con la speranza di sovvertire un ordine giudiziario che, benché composto soprattutto da magistrati conservatori, fin qui ha confermato la correttezza dell’elezione di Joe Biden.

La forza di Trump si basa soprattutto su tre fattori. In primo luogo la sua capacità di mantenere compatto nel tempo lo zoccolo duro — minoritario ma molto determinato — dei suoi supporter (il popolo dei forgotten men, i bianchi allergici alla società multietnica e altro ancora) che vede in lui ben più di un leader politico: l’uomo capace di rassicurarli, di incarnare il loro desiderio di vendetta sociale, di lenire le loro frustrazioni. Poco male se nei 4 anni della presidenza Trump per loro le cose non sono migliorate: i forgotten men non si fanno grandi illusioni, non credono nelle virtù dell’economia. Si accontentano di espressioni consolatorie, di parole d’ordine, di proclami libertari, di ribellioni alle regole imposte da governi «socialisti».

Il secondo fattore è la capacità di Trump di mettersi in sintonia col suo popolo, di intrattenerlo facendo spettacolo più che parlando di politica, di costruire parole d’ordine suggestive, di sfruttare mediaticamente a suo favore anche le informazioni negative diffuse su di lui. In questo modo nel 2016 ha sbaragliato la concorrenza degli altri candidati repubblicani e poi è riuscito a prevalere su Hillary Clinton. Nello stesso modo i quattro filoni di indagini in corso su Trump — l’assalto al Congresso di un anno e mezzo fa col tentativo di bloccare la ratifica dell’elezione di Biden, i documenti presidenziali trafugati, le presunte irregolarità finanziarie e fiscali delle sue aziende e il tentativo di alterare il risultato elettorale della Georgia — consentono ora a The Donald di presentarsi agli elettori come un leader che può essere abbattuto solo per via giudiziaria perché inarrestabile sul piano politico.

Salvo che fermarlo in tribunale non sarà affatto facile: l’incriminazione di un ex presidente sarebbe un atto senza precedenti nella storia americana. Se, anche, si arriverà a tanto, Trump darà battaglia (e farà spettacolo) fino alla Corte Suprema. Dove c’è una maggioranza ultraconservatrice da lui stesso plasmata coi tre giudici che ha nominato durante il suo mandato presidenziale.

Il terzo fattore, che è anche il più delicato, ha a che vedere con la devastante capacità di Trump di sfruttare i processi di radicalizzazione politica in corso già da lungo tempo negli Usa, per modificare la sensibilità democratica di gran parte del fronte conservatore fino al punto di rendere minoritaria la destra che crede ancora nella Costituzione e nei meccanismi di una democrazia che può funzionare solo se chi perde riconosce la sconfitta e non tenta di delegittimare il vincitore.

Sono in tanti ormai, non solo nella destra moderata ma anche in quella più integralista, a capire che Trump rappresenta una minaccia per la democrazia Usa: vorrebbero sostituirlo con un conservatore altrettanto radicale, ma più rispettoso della Costituzione. Impresa proibitiva, visto che, alla luce dei risultati delle primarie, il prossimo Congresso sarà ancor più favorevole a Trump mentre l’esercito dei fan dell’ex presidente, inebriato da un autoritarismo che trova addirittura rassicurante, prepara una campagna elettorale assai bellicosa.



Che demenzialità!

Mandato Fbi, Trump indagato per spionaggio - Nord America
Agenzia ANSA
È stato desecretato il mandato di perquisizione dell'Fbi della residenza di Donald Trump in Florida. Lo riporta la Cnn.
La lettura del mandato di perquisizione delle Fbi della residenza di Donald Trump in Florida conferma le indiscrezioni di stampa che l'ex presidente è indagato per spionaggio.
12 agosto 2022

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 879d9.html

"Numero uno, era tutto declassificato. Numero due, non avevano bisogno di 'sequestrare' nulla. Avrebbero potuto ottenerlo quando volevano senza fare politica e irrompere a Mar-a-Lago". Lo scrive sul suo account social Truth Donald Trump a proposito dei documenti portati via dagli agenti dell'Fbi durante la perquisizione in Florida. "Erano in un luogo sicuro, con un lucchetto in più messo dopo che me lo avevano chiesto loro", ha aggiunto.

Documenti sulle armi nucleari e altre informazioni sensibili sulla sicurezza degli Stati Uniti e non solo. Se fossero vere le rivelazioni del Washington Post sull'obiettivo del blitz dell'Fbi a Mar-a-Lago, Donald Trump si troverebbe in guai più seri di quanto si potesse immaginare solo qualche giorno fa. Una notizia bomba, al di là del gioco di parole, che potrebbe trovare conferma nelle prossime ore con la pubblicazione del mandato di perquisizione, chiesta dal ministro della Giustizia Merrick Garland e alla quale, almeno a parole, il tycoon non si oppone. Le carte segrete che i federali stavano cercando nella residenza di Trump in Florida è materiale altamente sensibile e causa di "profonda preoccupazione" da parte dei funzionari del governo. Le fonti non hanno fornito al Washington Post ulteriori dettagli sul tipo di documenti che gli agenti stavano cercando, per esempio se si tratti di informazioni relative solo alle armi nucleari degli Stati Uniti o di altri Paesi. Né se effettivamente l'Fbi abbia trovato ciò che cercava nel resort. Certo è che le rivelazioni sono inquietanti dal punto di vista di Washington perché si tratta di carte che non solo possono mettere a rischio la sicurezza nazionale americana, ma anche creare problemi con altri Paesi. Secondo il New York Times, fra i documenti oggetto della perquisizione c'erano anche informazioni sui più segreti programmi americani, i cosiddetti 'special access programs'. Trump, al solito, ha reagito con strafottenza alle rivelazioni del Washington Post bollandole come una "bufala". "La questione delle armi nucleari è una bufala, proprio come la Russia, la Russia era una bufala, due impeachment erano una bufala, l'indagine Mueller era una bufala e molto altro ancora", ha attaccato l'ex presidente accusando "le stesse persone squallide" di essere coinvolte in una cospirazione contro di lui. "Perché l'Fbi non ha consentito ai miei avvocati di essere presenti alla perquisizione a Mar-a-Lago? Li ha fatti aspettare fuori al caldo, non li ha lasciati nemmeno avvicinarsi. 'Assolutamente no', hanno risposto! Forse per lasciare prove?", ha insinuato il tycoon ribadendo l'accusa ai federali di volerlo incastrare. E poi è tornato ad attaccare Barack Obama sostenendo che il suo predecessore abbia portato via dalla Casa Bianca "30 milioni di pagine di documenti" classificati. "Il presidente Barack Hussein Obama ha preso 33 milioni di pagine di documenti, molti dei quali riservati. Quanti di loro riguardavano il nucleare? La risposta è: Un sacco!". Nelle prossime ore è attesa la pubblicazione della sentenza che potrebbe chiarire finalmente quale fosse l'oggetto della perquisizione dell'Fbi. Trump l'ha sollecitata, "pubblicatela subito", mentre i suoi avvocati sono più prudenti. Potrebbe trattarsi di un gioco delle parti tra il tycoon e i legali, che comunque hanno tempo solo fino alle 21 per dare una risposta. La sentenza infatti può essere resa nota solo con il consenso di entrambe le parti in causa. Se fosse così intenzionato a divulgarla, fanno notare alcuni analisti, Trump potrebbe farlo lui stesso, una volta avuto il via libera dal dipartimento di Giustizia. Ma la decisione è più complicata.



Trump sotto indagine per violazione della legge contro lo spionaggio
13 agosto 2022

https://www.rainews.it/articoli/2022/08 ... 3f08a.html

Dopo un succedersi di indiscrezioni da parte dei principali media americani la desecretazione del mandato di perquisizione dell'Fbi della residenza dell'ex presidente in Florida svela una verità inquietante. E parla delle carte 'top secret' che i federali hanno portato via dalla residenza del tycoon, tra cui anche materiale sul presidente francese Emmanuel Macron.

Violazione dell'Espionage Act, distruzione o occultamento di documenti classificati, ostruzione di indagine. Queste sono le tre pesanti accuse per le quali Trump è indagato dall'Fbi e che hanno motivato il blitz dei federali nel resort di Mar-a-Lago. Il mandato, lungo oltre tre pagine, non specifica di quali documenti 'top secret' si sia appropriato illegalmente l'ex presidente alla fine del suo mandato alla Casa Bianca. Ma, secondo molti osservatori, si tratterebbe di quelle carte sulle armi nucleari di cui aveva dato anticipazione il Washington Post. Documenti contrassegnati con le sigle 'TS/SCI', che indicano uno dei livelli più alti di segretezza del governo americano.

In tutto i federali hanno portato via dalla residenza sulla spiaggia 11 faldoni, 20 scatole di oggetti, raccoglitori di foto e anche la grazie concessa da Trump al suo sodale Roger Stone. Tra i documenti c'è anche del materiale su Emmanuel Macron semplicemente contrassegnato con la scritta 'presidente francese'.


Desecretato il mandato di perquisizione con la lista del materiale sequestrato

Dopo la mozione presentata dal dipartimento di Giustizia e il via libera dei legali di Donald Trump, il giudice del tribunale federale della Florida ha desecretato il mandato con il quale gli agenti dell'Fbi hanno perquisito la residenza dell'ex presidente. L'atto contiene le motivazioni dell'indagine e la lista del materiale sequestrato. Il mandato di perquisizione, firmato il 5 agosto dal giudice federale Bruce Reinhart, conferma le anticipazioni di vari media Usa. In precedenza, il Dipartimento di Giustizia aveva dichiarato alla corte di ritenere che la divulgazione dei documenti investigativi riservati fosse nell'interesse pubblico.

Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato di essere favorevole al rilascio di quattro documenti: Il mandato di perquisizione stesso, due allegati che descrivono almeno in parte cosa è stato perquisito e perché, e una ricevuta consegnata al team legale di Trump che documenta ciò che è stato sequestrato dalla proprietà.


Su “Truth” la risposta di Trump: giudici fanno politica

"Numero uno, era tutto declassificato. Numero due, non avevano bisogno di 'sequestrare' nulla. Avrebbero potuto ottenerlo quando volevano senza fare politica e irrompere a Mar-a-Lago". Lo scrive sul suo account social Truth Donald Trump a proposito dei documenti portati via dagli agenti dell'Fbi durante la perquisizione in Florida. "Erano in un luogo sicuro, con un lucchetto in più messo dopo che me lo avevano chiesto loro", ha aggiunto.

Cosa può succedere a questo punto al tycoon non è chiaro. I reati di spionaggio e di appropriazione di documenti 'top secret' che potenzialmente possono mettere a rischio la sicurezza degli Stati Uniti e di altri Paesi sono gravi. Ma è ancora tutto da dimostrare se siano stati commessi dall'ex presidente e a quale livello di gravità. Secondo alcuni osservatori Trump potrebbe rischiare decine di anni in carcere, secondo altri invece potrebbe cavarsela con una sanzione finanziaria.

Alberto Pento
Trump non ha commesso alcun reato, alcuna infrazione e non rischia alcunché, checché ne dicano questi antitrumpiani di Rainews.
Tutti i Presidenti a fine mandato si sono portati a casa un mucchio di documenti, scatoloni di copie di documenti e nessuno è mai stato perseguito per questo, solo Trump e ciò è chiaramente indicativo della malevolenza politica nei suoi riguardi e dell'uso politicamente eversivo della persecuzione giudiziaria per demonizzarlo da parte dell'amministrazione democratica in carica e delle dirigenze degli apparati politicamente schierati con questa.



I filo democratici e antitrumpiani del Corriere che hanno sempre demonizzato Trump e i repubblicani che lo sostenevano e ancora sostengono, con la diffamazione e con le calunnie

Trump, minacciati di morte gli agenti dell’Fbi che hanno perquisito la villa di Mar-a-Lago
Viviana Mazza
13 agosto 2022

https://www.corriere.it/esteri/22_agost ... c80f.shtml

NEW YORK - Un numero «senza precedenti» di minacce contro il personale e le proprietà dell’Fbi ha fatto seguito alla perquisizione alla tenuta di Mar-a-Lago di Donald Trump. Minacce precise, anche contro i due agenti che hanno firmato l’inventario dei documenti requisiti, ha detto alla Cnn una fonte delle forze dell’ordine. Venerdì sera sono circolati online i loro nomi, quando il sito di estrema destra Breitbart News, che in passato fu diretto dallo stratega di Trump Steve Bannon, ha diffuso una copia del mandato di perquisizione.

Breitbart, come altri media, ha avuto il mandato prima che fosse desecretato, ma è l’unico ad averlo pubblicato senza coprire i nomi. Qualche ora più tardi il sito ha diffuso un’altra versione, in cui non erano più leggibili, ma i nomi dei due agenti avevano già fatto in tempo a finire sul social trumpiano «Truth» dove alcuni utenti li hanno definiti «traditori». C’è chi accusa lo stesso ex presidente, che ne possedeva una copia, di aver fatto trapelare il mandato senza censure (a differenza di quello divulgato poco dopo dal giudice), benché non sia possibile provarlo. Il social «Truth» comunque ha inviato un «push alert» per promuovere l’articolo di Breitbart.

Una di queste minacce contro l’Fbi si è già trasformata in violenza giovedì scorso, con il tentativo di irruzione in un ufficio dell’agenzia in Ohio, finito con l’uccisione dell’aggressore armato di fucile d’assalto. Ricky Shiffer, 42 anni, era un sostenitore di Trump, con legami con il gruppo dei Proud Boys che partecipò all’assalto al Congresso del 6 gennaio. Aveva espresso su «Truth» la sua rabbia; dopo la perquisizione di Mar-a-Lago voleva vendetta. «La violenza non è (sempre) terrorismo», ha scritto Shiffer, incitando ad uccidere gli agenti dell’Fbi. «Il male ha già vinto, dobbiamo combattere una guerra civile per riprenderci il Paese». Anche il giudice Bruce Reinhart che ha firmato il mandato è un obiettivo, insieme alla sua famiglia. In uno dei messaggi si legge: «Ti vedo la corda intorno al collo».

Intanto il New York Times ha rivelato che un legale di Trump firmò a giugno una dichiarazione scritta assicurando che non c’erano più documenti classificati a Mar-a-Lago: gli agenti li hanno invece trovati l’8 agosto (Trump insiste di averli desecretati prima di lasciare la Casa Bianca, ma non ci sono prove che sia così). Questo spiega perché l’ex presidente sia indagato anche per ostruzione della giustizia.

Nell’anno e mezzo passato dall’assalto al Congresso le minacce di violenza politica sono diventate una costante della vita americana. L’uso di un linguaggio de-umanizzante e apocalittico da parte di politici e media di destra contribuisce a normalizzare la violenza. Alcuni studi mostrano che anche una percentuale di progressisti pensa che la violenza contro il governo possa essere giustificata. Il direttore dell’Fbi Christopher Wray ha inviato una nota interna per tentare di rassicurare gli agenti: «La vostra protezione è la mia preoccupazione principale in questo momento».



Le primarie tra le minacce per la figlia dell’ex vicepresidente repubblicano
Liz Cheney si oppone a Trump e si inabissa (nell’indifferenza)
Giuseppe Sarcina
14 agosto 2022

https://www.corriere.it/esteri/22_agost ... 6598.shtml

CHEYENNE (WYOMING) — I trumpiani si sono dati appuntamento ieri a mezzogiorno davanti alla sede dell’Fbi di Cheyenne, la capitale del Wyoming. Domani si voterà per le primarie repubblicane. Sarà il momento decisivo per Liz Cheney, l’anti-Trump, l’anti papa del mondo conservatore. Ma i fedelissimi dell’ex presidente sembrano pensare ad altro, alle manovre del «sistema» per impedire a «The Donald» di vincere nel 2024 . Forse perché il risultato del Wyoming appare scontato: Cheney ha poche speranze di restare deputata a Washington. Nel 2016 e poi nel 2018 vinse il turno preliminare con percentuali schiaccianti, tra il 65 e il 70%. Ora i sondaggi le accreditano un consenso pari appena al 28%, quasi trenta punti in meno rispetto alla sua rivale, Harriet Hageman, appoggiata da Trump e da circa 100 parlamentari del Congresso.

Sappiamo che il consenso di Cheney è in caduta libera da ormai un anno e mezzo. Con altri nove compagni di partito ha votato a favore dell’impeachment contro Trump e poi ha accettato la proposta di Nancy Pelosi: vicepresidente della Commissione di inchiesta sull’assalto a Capitol Hill.

Ora il Wyoming, 600 mila abitanti, lo Stato dei Cheney, potrebbe voltarle le spalle. Suo padre, ex vicepresidente di George W. Bush, vi arrivò con i genitori. Cominciò qui la scalata politica, mantenendo, dal 1979 al 1989, il seggio da deputato che ora è della figlia. Cheney, 56 anni, è cresciuta a Casper. Come il padre è partita da qui. Ha studiato, si è sposata, ha avuto cinque figli, si è costruita una fama di conservatrice inflessibile, intransigente, arrivando a litigare con la sorella Marie, omosessuale dichiarata (poi la crisi familiare è rientrata). Per almeno dieci anni Cheney ha dominato il territorio. Adesso è costretta a nascondersi. Nessun comizio, nessun evento pubblico. Solo interviste televisive e qualche incontro in circoli ristretti. Nelle ultime settimane ha ricevuto troppe minacce. Serie e credibili.

Così la campagna più attesa, osservata con attenzione dalla politica nazionale, sta scivolando via in un clima surreale. A Cheyenne non c’è agitazione. Dopo un lungo giro per le strade di questa cittadina di 65 mila abitanti, abbiamo contato pochi cartelli piantati nei giardinetti davanti alle casette e alle ville, e divisi tra Cheney e Hageman. Tutti gli altri per i candidati locali alla carica di segretario di Stato o di sceriffo. Anche gli attivisti sembrano mimetizzarsi. Sabato scorso, i sostenitori di Liz avevano organizzato il tour «Defend principles: knock doors for Cheney». Il programma era ambizioso: «bussare alle porte» delle abitazioni fino a domenica pomeriggio. Ma sabato mattina si sono presentati in pochi davanti al Municipio di Cheyenne, il punto di ritrovo. E alla fine la maratona si è risolta in un semplice e breve volantinaggio.

In teoria questa competizione non avrebbe ragione di essere. I programmi delle due concorrenti sono identici. Entrambe seguono alla lettera le indicazioni che il partito repubblicano ha messo in vetrina, nella sua sede, in centro, non lontano dall’unica attrazione di Cheyenne: l’antica stazione ferroviaria della Union Pacific. Per titoli: «Proteggere gli innocenti» (cioè no all’aborto); «no a nuove tasse»; «ridurre la spesa pubblica»; «no alla legalizzazione della marijuana»; «correttezza nei diritti civili». Del resto Harriet Hageman, 58 anni, avvocata, è stata una delle collaboratrici di Liz nel 2014, quando la figlia di Dick tentò, invano, la scalata allo scranno da senatore. Ora Harriet si è convertita al trumpismo puro. I commentatori dei media americani pensano che Cheney userà la sconfitta come piattaforma per proporsi come alternativa a Trump sul piano nazionale. Forse si presenterà come indipendente nelle elezioni di midterm. Forse correrà per le primarie repubblicane nel 2024. Sì, ma con quali «centurie», con quali voti?

Intanto sarà interessante verificare quanti democratici del Wyoming voteranno per lei. Magari in tanti, come sospettano i repubblicani, in questa tornata di primarie. Ma sul lungo periodo gli stessi elettori di Cheney sono scettici. La signora Johanna Vailpondo, 60 anni, si gode il fresco serale nel giardinetto di casa. È una fan di Liz, ma si chiede: «Perché mai i progressisti pro aborto dovrebbero appoggiare una come lei che è al cento per cento “pro life”»?



Quest'uomo era americano ma bianco, repubblicano e pro Trump e poteva non essere ucciso, e nessuno si indigna come invece si indignano quando muoiono dei criminali neri.


"L'uomo ucciso dall'Fbi spinto dalla perquisizione a Trump"
Mondo
Agenzia ANSA
13 agosto 2022

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... f717e.html

Ricky Shiffer, l'uomo che ha tentato di fare irruzione nella sede dell'Fbi a Cincinnati, Ohio, armato di un fucile AR-15 prima di essere ucciso dalla polizia, aveva postato su diversi social media, tra cui quello di Donald Trump Truth, messaggi di odio contro l'Agenzia dopo la perquisizione a Mar-a-Lago.
In uno di questi Shiffer invocava la "guerra" contro l'Fbi e "l'uccisione degli agenti". Gli account e i post sono stati eliminati.
Secondo fonti informate sulle indagini è sospettato di "essere un terrorista interno".
L'uomo che ha cercato di irrompere nella sede dell'Fbi a Cincinnati, in Ohio, è stato ucciso. Dopo ore di inseguimento e trattative affinché si consegnasse in pace alle autorità, Ricky Shiffer è stato freddato dalle forze dell'ordine. (ANSA)



Open è un giornale antitrumpiano che fa disinformazione, il suo direttore è il sinistro Mentana

Donald Trump, la minaccia dopo il blitz dell'Fbi: «Stanno per succedere cose terribili, il popolo è arrabbiato»

15 agosto 2022

https://www.open.online/2022/08/15/dona ... rrabbiato/

Donald Trump non riesce ancora a digerire il blitz dei federali nella sua residenza di Mar-a-Lago. E continua ad aizzare i suoi sostenitori. «La gente è così arrabbiata per quello che sta succedendo», ha dichiarato in un’intervista esclusiva rilasciata Fox News Digital. L’ex presidente si è dichiarato disponibile a fare «tutto ciò che serve» per «abbassare la temperatura nel Paese». Perché, ha minacciato, se questo non dovesse avvenire, «succederanno cose terribili».

Nell’escalation di minacce di ritorsione contro personale e strutture dell’agenzia federale, spunta ora anche quella di «piazzare una cosiddetta bomba sporca (radioattiva, ndr) di fronte ai quartieri generali dell’Fbi» e di «lanciare appelli per una guerra civile e una ribellione armata». A riportarlo è il Guardian, citando un membro dell’Fbi e del dipartimento per la sicurezza interna.

Secondo il Taycoon, il popolo americano «non sopporterà un’altra truffa». L’ex presidente avrebbe provato a contattare il Dipartimento di Giustizia per offrire la sua collaborazione, ma, senza aver ricevuto risposta. «Non c’è mai stato un momento come questo in cui le forze dell’ordine sono state usate per entrare nella casa di un ex presidente degli Stati Uniti», ha commentato. Nei quindici scatoloni di documenti sequestrati lunedì a Mar-a-Lago da una trentina di agenti Fbi ci sarebbero informazioni top secret, manoscritti, dossier legati a segreti nucleari e un report sulla Francia.

Dopo l’esecuzione da parte dell’FBI del mandato di perquisizione a casa di Trump, il Dipartimento per la sicurezza interna e il Federal Bureau of Investigation hanno inviato un bollettino alle forze dell’ordine avvertendo di crescenti minacce. Ieri, 14 agosto, una decina di supporter del Tycoon si sono piazzati davanti al quartier generale dell’Fbi, armati. L’11 agosto, invece, il «patriota» Ricky Shiffer aveva provato a irrompere con un fucile nell’ufficio di Cincinnati dell’Fbi, perdendo la vita nel tentativo. Negli ultimi giorni, osserva il bollettino dell’Fbi, sui social sono aumentati gli «appelli generali» alla «guerra civile» e alla «ribellione armata».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:34 am

Usa, Trump attacca l’Fbi: hanno rubato i miei passaporti
La Stampa
15 agosto 2022

https://www.lastampa.it/esteri/2022/08/ ... i-6471455/

NEW YORK. Donald Trump ha accusato gli agenti dell'Fbi di avergli «rubato» i passaporti durante le perquisizioni di una settimana fa nel suo resort in Florida. «Wow - ha commentato sulla sua piattaforma social, Truth - nel raid dell'Fbi a mar-a-Lago hanno rubato i miei tre passaporti, uno scaduto, insieme a qualcos'altro. Questa è un'aggressione a un avversario politico a livelli che non si erano mai visti nel nostro Paese. Terzo mondo». I passaporti a cui fa riferimento Trump sono probabilmente quello americano e quello rosso, diplomatico, dato a membri di governo. Non è chiaro il motivo dell'eventuale sequestro che, in genere, viene fatto per evitare che la persona sottoposta a perquisizioni possa lasciare il Paese.

Poco prima, Trump aveva detto di aver invitato i suoi collaboratori «a fare tutto ciò che è possibile» con il dipartimento di Giustizia perché la «temperatura deve essere abbassata». L'invito, ha detto il tycoon a Fox News, è stato fatto dopo il picco di minacce contro l'Fbi per le perquisizioni eseguite dall'agenzia federale nel resort in Florida dell'ex presidente degli Stati Uniti. «Ho detto di fare tutto ciò che è possibile per aiutare - ha detto - perché la temperatura deve essere abbassata in questo Paese. Altrimenti, possono succedere cose terribili». Ma poi nello stesso intervento Trump è tornato ad attaccare l'Fbi riguardo il sequestro di «documenti classificati» e ha difeso gli attacchi lanciati dai suoi sostenitori, dicendo che «non accetteranno un'altra truffa». Il tycoon ha ricordato l'indagine dell'Fbi sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, definendola «caccia alle streghe». «La gente é molto arrabbiata - ha aggiunto - per ciò che sta succedendo».



Il team legale di Donald Trump pubblica l'e-mail che prova l'errato sequestro dei suoi passaporti da parte dell'FBI dopo che i media ed il Dipartimento di Giustizia avevano tentato di ingannare l'opinione pubblica
(Breitbart News)
L'Osservatore Repubblicano
16 agosto 2022

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... LThvyj7pgl

Il team legale di Donald Trump ha demolito lo spin mediatico del Dipartimento di Giustizia (DOJ) che ha negato di essere in possesso dei passaporti dell'ex presidente dopo l'irruzione dell'FBI a Mar-a-Lago della scorsa settimana.
Lunedì l'ex presidente Donald Trump aveva denunciato sul suo social media Truth che l'FBI gli avesse sottratto i passaporti durante il raid che ha scosso il mondo politico americano la scorsa settimana. "Nel raid dell'FBI a Mar-a-Lago, hanno rubato i miei tre passaporti (uno scaduto), insieme a tutto il resto", ha dichiarato. "Questa è un'aggressione ad un avversario politico ad un livello mai visto prima nel nostro Paese. Terzo Mondo!".
Come ha osservato Breitbart News, i passaporti "non sono stati elencati separatamente nell'inventario dei 28 oggetti che gli agenti federali hanno sequestrato".
"Il mandato, che il procuratore generale Merrick Garland dice di aver approvato e che è stato firmato dal giudice Bruce Reinhart, non indicava che potevano prendere il passaporto di Donald Trump", si legge nel rapporto. "Di solito, il governo ha bisogno di un'ordinanza specifica del tribunale per sequestrare il passaporto di qualcuno, anche solo temporaneamente".
Taylor Budowich, direttore delle comunicazioni dell'ex presidente, ha condiviso un'e-mail di Jay Bratt, il massimo funzionario del controspionaggio nella divisione di sicurezza nazionale del Dipartimento di Giustizia, che conferma che i tre passaporti sono stati effettivamente sequestrati nel raid e che saranno presto restituiti all'ex presidente.
"Abbiamo appreso che gli agenti hanno sequestrato tre passaporti appartenenti al presidente Trump, due scaduti e uno che è il suo passaporto diplomatico attivo. Li stiamo restituendo e saranno pronti per essere ritirati", si legge nell'e-mail inviata agli avvocati di Trump.


Il comprovato sequestro dei passaporti di Donald Trump durante il raid dell'FBI a Mar-a-Lago ha violato i suoi diritti civili
(Breitbart News)
L'Osservatore Repubblicano
16 agosto 2022

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... oDQHPnG7el

L'affermazione del Presidente Donald Trump secondo cui i suoi passaporti sarebbero stati sequestrati durante l'irruzione dell'FBI a Mar-a-Lago della scorsa settimana potrebbe avere importanti implicazioni legali per qualsiasi indagine contro di lui: potrebbe infatti significare la violazione dei suoi diritti sanciti dal Quarto Emendamento della Costituzione americana durante la perquisizione.
L'inusuale - forse accidentale - sottrazione dei passaporti di Donald Trump potrebbe significare che il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non potrà utilizzare almeno parte del materiale sequestrato nel raid in un eventuale processo contro l'ex presidente. Il Dipartimento ha già rischiato di violare i diritti del Sesto Emendamento sequestrando materiali che potrebbero includere comunicazioni protette dal privilegio tra avvocati e clienti, che dovrebbero rimanere quindi fuori dalla portata del naso di chi sta svolgendo dalle indagini.
Il Quarto Emendamento recita:
"Il diritto dei cittadini a godere della sicurezza per quanto riguarda la loro persona, la loro casa, le loro carte e le loro cose, contro perquisizioni e sequestri ingiustificati, non potrà essere violato; e nessun mandato giudiziario potrà essere emesso, se non in base a fondate supposizioni, appoggiate da un giuramento o da una dichiarazione sull'onore e con descrizione specifica del luogo da perquisire, e delle persone da arrestare o delle cose da sequestrare."
In genere, il passaporto di un individuo non è soggetto a sequestro a meno che non ci sia motivo di credere che sia a rischio di fuga. Nella maggior parte dei casi, un ordine che autorizza il sequestro di un passaporto deve essere approvato da un tribunale.
Il mandato di perquisizione in base al quale gli agenti dell'FBI hanno condotto l'incursione, con l'approvazione del procuratore generale Merrick Garland, non elencava i passaporti di Donald Trump come oggetto della perquisizione, né li elenca nel registro degli oggetti sequestrati.


Il comprovato sequestro dei passaporti di Donald Trump durante il raid dell'FBI a Mar-a-Lago ha violato i suoi diritti civili

(Breitbart News)
L'Osservatore Repubblicano
16 agosto 2022

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... oDQHPnG7el

L'affermazione del Presidente Donald Trump secondo cui i suoi passaporti sarebbero stati sequestrati durante l'irruzione dell'FBI a Mar-a-Lago della scorsa settimana potrebbe avere importanti implicazioni legali per qualsiasi indagine contro di lui: potrebbe infatti significare la violazione dei suoi diritti sanciti dal Quarto Emendamento della Costituzione americana durante la perquisizione.
L'inusuale - forse accidentale - sottrazione dei passaporti di Donald Trump potrebbe significare che il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non potrà utilizzare almeno parte del materiale sequestrato nel raid in un eventuale processo contro l'ex presidente. Il Dipartimento ha già rischiato di violare i diritti del Sesto Emendamento sequestrando materiali che potrebbero includere comunicazioni protette dal privilegio tra avvocati e clienti, che dovrebbero rimanere quindi fuori dalla portata del naso di chi sta svolgendo dalle indagini.
Il Quarto Emendamento recita:
"Il diritto dei cittadini a godere della sicurezza per quanto riguarda la loro persona, la loro casa, le loro carte e le loro cose, contro perquisizioni e sequestri ingiustificati, non potrà essere violato; e nessun mandato giudiziario potrà essere emesso, se non in base a fondate supposizioni, appoggiate da un giuramento o da una dichiarazione sull'onore e con descrizione specifica del luogo da perquisire, e delle persone da arrestare o delle cose da sequestrare."
In genere, il passaporto di un individuo non è soggetto a sequestro a meno che non ci sia motivo di credere che sia a rischio di fuga. Nella maggior parte dei casi, un ordine che autorizza il sequestro di un passaporto deve essere approvato da un tribunale.
Il mandato di perquisizione in base al quale gli agenti dell'FBI hanno condotto l'incursione, con l'approvazione del procuratore generale Merrick Garland, non elencava i passaporti di Donald Trump come oggetto della perquisizione, né li elenca nel registro degli oggetti sequestrati.



La disinformazione di Mentana

Donald Trump è sospettato dall’Fbi di aver «sottratto volontariamente documenti sulla sicurezza nazionale»
19 Agosto 2022

https://www.open.online/2022/08/19/dona ... nazionale/

Alcuni dei documenti trovati a Mar-a-Lago sarebbero stati sottratti per «ostruire un’indagine federale»
La notizia è stata riportata dalla Cnn. Secondo le informazioni che stanno uscendo nelle ultime ore sembra che a motivare la perquisizione della villa di Donald Trump a Mar-a-Lago in Florida ci sia il sospetto che l’ex presidente avesse «volontariamente sottratto carte relative alla sicurezza nazionale Usa». Alcuni di questi documenti sarebbero stati nascosti per «ostruire un’indagine federale». Queste informazioni arrivano dai primi documenti resi pubblici sulle motivazioni che hanno portato i federali a perquisire Mar-a-Lago. Il giudice Bruce Reinhart ha però stabilito che non tutta la documentazione sulla perquisizione da parte degli agenti dovrà essere resa pubblica.




Il giudice ha deciso di togliere il segreto all’affidavit che ha portato al mandato di perquisizione dell’FBI della casa di Donald Trump a Mar-a-Lago

Il giudice ha respinto formalmente l’argomentazione del Dipartimento della Giustizia di mantenere segreta la dichiarazione giurata scritta che ha portato al mandato di perquisizione dell’FBI della casa di Donald Trump a Mar-a-Lago e definisce il raid “senza precedenti”
Il giudice ha deciso “visto l’intenso interesse pubblico e storico” alla vicenda
Fox News
22 agosto 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -fox-news/

Il Magistrate Judge Bruce Reinhart ha ammesso che l’irruzione dell’FBI nella casa di Mar-a-Lago dell’ex presidente Donald Trump è stata “senza precedenti” ed ha respinto formalmente l’argomentazione del Dipartimento di Giustizia di mantenere sigillato l’affidavit che ha portato alla perquisizione, citando l'”intenso interesse pubblico e storico”.

Il giudice, in un documento depositato lunedì mattina, ha dichiarato di aver respinto “l’argomentazione del Governo secondo cui l’attuale documentazione giustifica il mantenimento dell’intero Affidavit sotto sigillo“.

“Il Governo sostiene che, anche richiedendo di censurare parti dell’Affidavit, questo potrebbe rivelare le identità degli agenti o le fonti ed i metodi investigativi, e che ciò imponga un onere eccessivo alle sue risorse e crei un precedente che potrebbe essere dirompente ed oneroso anche nei casi futuri“, ha scritto il giudice. “Non è necessario che io mi chieda se, in qualche altro caso, queste preoccupazioni potrebbero giustificare il rifiuto dell’accesso al pubblico; potrebbero benissimo farlo”.

E ha aggiunto: “In particolare, dato l’intenso interesse pubblico e storico di una perquisizione senza precedenti della residenza di un ex Presidente, il Governo non ha ancora dimostrato che queste preoccupazioni amministrative siano sufficienti a giustificare la riservatezza“.

Il giudice ha detto di aver concesso al Dipartimento della Giustizia “l’opportunità di proporre le censure più appropriate qualora avessi rifiutato di mettere sotto segreto l’intero Affidavit”, stessa cosa che aveva concesso la scorsa settimana, dando al governo come scadenza giovedì 25 agosto.

“Di conseguenza, si ORDINA che entro la scadenza, il Governo depositi sotto sigillo un documento che predisponga le possibili censure e fornisca qualsiasi prova od argomentazione legale aggiuntiva che il Governo ritenga rilevante per la mozione di non divulgazione“, si legge nell’ordinanza.

Il giudice, nel corso di un’udienza molto attesa presso la divisione di West Palm Beach, in Florida, giovedì scorso, aveva dichiarato che l’intero affidavit non avesse dovuto essere più tenuto sotto segreto, nonostante l’argomentazione del Dipartimento della Giustizia secondo cui il rilascio avrebbe messo a rischio le fasi future dell’indagine e che avrebbe fornito una “tabella di marcia” delle indagini.

Durante l’udienza, il giudice aveva ordinato ai procuratori di presentare una versione dell’affidavit con le opportune censure da proporre, entro il 25 agosto a mezzogiorno.

Il giudice esaminerà quindi queste censure una volta che saranno proposte e deciderà come procedere, se accettare le raccomandazioni dei procuratori o se invece eseguire delle proprie censure.

Il giudice ha anche ricordato che il governo o i media, le due parti in causa, possono appellarsi alla sua decisione qualora uno o entrambi si oppongano alle censure proposte, che rimarrebbero sotto segreto.

Il procuratore del governo Jay Bratt ha sostenuto che la divulgazione dell’affidavit avrebbe “fornito una tabella di marcia” di un’indagine in corso ed ancora nelle sue fasi iniziali.

Il procuratore ha anche detto che il Paese si trova in uno stato di “instabilità” ed ha avvertito che la divulgazione dei nomi dei testimoni o degli agenti dell’FBI avrebbe “dissuaso” altri testimoni, che potrebbero ancora farsi avanti.

“Non è un precedente che vogliamo creare”, ha detto. “Il governo è molto preoccupato per la sicurezza dei testimoni in questo caso”.

Le organizzazioni dei media che sostengono che l’affidavit debba essere reso pubblico, il governo e il giudice sono tutti d’accordo sul fatto che questo sia un caso unico e senza precedenti.

Charles Tobin, che ha difeso il Washington Post ed altre organizzazioni dei media, ha detto che l’irruzione a Mar-a-Lago è stata una delle azioni di polizia più significative nella storia della nazione, affermando che “l’interesse pubblico non potrebbe essere maggiore”.

Donald Trump, pur non essendo parte in causa nell’udienza, ha chiesto questa settimana che l’affidavit venga reso pubblico e pubblicato in forma integrale.

“Nell’interesse della TRASPARENZA, chiedo che venga immediatamente reso pubblico l’affidavit completamente privo di omissioni e censure relativo a questa orribile e scioccante irruzione”, ha scritto Donald Trump all’inizio della settimana.

La portavoce di Donald Trump, Taylor Budowich, in una dichiarazione rilasciata dopo la sentenza del giudice Reinhart, ha affermato: “Il Presidente Trump ha espresso chiaramente la sua opinione che al popolo americano debba essere permesso di prendere visione dell’affidavit non censurato relativo all’incursione e all’irruzione nella sua casa a Mar-a-Lago“.

“Oggi il giudice ha respinto il cinico tentativo del Dipartimento della Giustizia di nascondere l’intero affidavit agli americani”, ha continuato la Budowich. “Non dovrebbero essere necessarie omissioni e l’intero affidavit dovrebbe essere rilasciato, data la propensione dei Democratici ad usare le omissioni per nascondere la corruzione del governo, proprio come hanno fatto con la bufala del Russiagate“.

Nel frattempo, i documenti che il giudice ha reso pubblici giovedì includono il “criminal cover sheet“, e la richiesta di mandato.

Il governo, nella richiesta, aveva dichiarato che la “base per la perquisizione” fosse costituita da “prove di un crimine” e di “contrabbando, tracce di crimine o altri oggetti posseduti illegalmente“.

La richiesta diceva che la perquisizione fosse legata alla “ritenzione intenzionale di informazioni sulla difesa nazionale“, all'”occultamento o rimozione di documenti governativi” e all'”ostruzione di indagini federali“.

Il giudice ha quindi firmato la richiesta di mandato il 5 agosto 2022.

All’inizio di questo mese, il Magistrate Judge Bruce Reinhart ha reso pubblico il mandato di perquisizione dell’FBI ed il verbale della perquisizione. Reinhart ha firmato il mandato il 5 agosto, dando all’FBI l’autorità di condurre la perquisizione.

Secondo il verbale, esaminato prima della sua pubblicazione da Fox News, gli agenti dell’FBI hanno prelevato circa 20 scatoloni di oggetti dai locali di Mar-a-Lago, tra cui una serie di documenti contrassegnati come “Vari documenti classificati/TS/SCI“, che si riferisce ad informazioni “Top Secret”.

I documenti coperti da questo livello di classificazione governativa potrebbero potenzialmente includere informazioni di intelligence ed informazioni che, se divulgate, potrebbero mettere a repentaglio le relazioni tra gli Stati Uniti ed altre nazioni, nonché la vita degli agenti dell’intelligence all’estero. Tuttavia, la classificazione comprende anche informazioni di sicurezza nazionale relative alle operazioni quotidiane che svolge il presidente degli Stati Uniti.

Il verbale mostra anche che gli agenti dell’FBI hanno raccolto quattro serie di documenti “Top Secret”, tre serie di documenti “segreti” e tre serie di documenti “riservati”.

Il verbale non rivela alcun dettaglio sul contenuto di nessuno di questi documenti.

L’elenco comprende anche una “scatola di documenti rilegata in pelle”, raccoglitori di foto, appunti scritti a mano, documenti vari, documenti top secret vari, documenti riservati vari e altri documenti.

Il governo ha condotto la perquisizione in risposta a quella che ritiene essere una violazione delle leggi federali: 18 USC 793 – “raccolta, trasmissione o perdita di informazioni sulla difesa”; 18 USC 2071 – “occultamento, rimozione o mutilazione”; e 18 USC 1519 – “distruzione, alterazione o falsificazione di documenti in indagini federali”.

L’accusa di “raccolta, trasmissione o perdita di informazioni sulla difesa” rientra nella legge contro lo spionaggio.

L’ex presidente ed il suo team contestano la segretezza dei documenti, ed affermano di ritenere che le informazioni ed i documenti siano stati declassificati.

Fonti che hanno familiarità con l’indagine hanno riferito a Fox News che l’FBI ha anche sequestrato scatole contenenti documenti coperti dal segreto professionale e potenzialmente anche dal privilegio dell’esecutivo durante l’irruzione.

Le fonti hanno anche riferito a Fox News che, per via del privilegio avvocato-cliente, il Team di Trump ha chiesto al Dipartimento di Giustizia la sua posizione in merito all’eventualità di nominare un perito terzo ed indipendente e per esaminare tali documenti, ma le fonti hanno riferito a Fox News che il Dipartimento di Giustizia avrebbe comunicato al Team di Trump che si sarebbe opposto a tale richiesta.

Il Magistrate judge nei tribunali federali degli Stati Uniti, è un giudice nominato per assistere i giudici dei tribunali distrettuali degli Stati Uniti nello svolgimento delle loro funzioni. Generalmente supervisiona le prime comparizioni degli imputati nei processi penali, fissa la cauzione e svolge altri compiti amministrativi. La posizione di magistrate judge esiste anche in alcuni tribunali di livello statale.

L’Affidavit è una dichiarazione giurata scritta, e consiste in dichiarazione scritta, resa volontariamente da una persona in merito a fatti di cui è a conoscenza personale per osservazione o esperienza diretta, confermata da giuramento o affermazione solenne, rilasciata davanti a un’autorità giudiziaria o amministrativa appositamente incaricata di riceverli e di autenticarli. La sua particolarità è che ha efficacia probatoria nel corso del procedimento giudiziario; vale cioè come testimonianza giurata. L’affidavit è un tipo di dichiarazione o dimostrazione verificata, il che significa che è fatta sotto giuramento a pena di falsa testimonianza, e questo serve come prova della sua veridicità ed è richiesto nei procedimenti giudiziari.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:34 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:34 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab ago 13, 2022 8:35 am

7)
Capita nella New York dei democratici politicamente corretti, regno del suprematismo nero e islamico
L'America "civile" dei democratici.




Salman Rushdie accoltellato a Chautauqua, New York, a un evento pubblico: è vivo
Marco Bruna, Viviana Mazza (da New York) e Alice Scaglioni
12 agosto 2022

https://www.corriere.it/esteri/22_agost ... ef4d.shtml

Lo scrittore e saggista indiano, naturalizzato britannico, è stato accoltellato, prima di un suo intervento sul palco. Dopo l’aggressione è stato sottoposto a intervento chirurgico

Salman Rushdie è stato accoltellato più volte a Chautauqua, nello stato di New York, prima che parlasse a un evento pubblico. L'aggressione è avvenuta intorno alle 11 ora locale (le 17 in Italia).

Presente all'evento anche un giornalista dell'Associated Press, che racconta di aver visto un uomo con una maschera nera salire sul palco della Chautauqua Institution e iniziare a colpire Rushdie, mentre veniva presentato. L'autore è stato ferito più volte — anche sul lato destro del collo — quindi caduto a terra, secondo quanto raccontano i presenti, mentre l'uomo che lo ha aggredito è stato fermato. La persona che doveva dialogare con Rushdie sul palco è stata anch'essa colpita, riportando un lieve trauma cranico secondo quanto si legge in un comunicato della polizia dello Stato di New York.

Le persone presenti hanno subito urlato «C'è battito, c'è battito», per attirare l'attenzione del personale medico. Come riporta il New York Times , l'endocrinologa Rita Landman — che era seduta tra il pubblico — si è alzata per aiutare e ha raccontato che non gli è stato praticato il massaggio cardiaco nonostante ci fosse una pozza di sangue sotto di lui. Una foto mostra un agente della sicurezza con le mani sul petto di Rushdie mentre un altro gli tiene le gambe sollevate in aria.

L'autore è stato trasportato con un elicottero in un ospedale locale, mentre sui social circolano foto che lo ritraggono su una barella aiutato dai soccorritori.

«È stata una cosa assolutamente orribile cui assistere», ha detto Carl Levan, uno dei testimoni che si trovava tra il pubblico. Levan, che si trovava a 14-15 file di distanza dal palco, ha raccontato che l'aggressore ha «colpito ripetutamente» con un'arma da taglio lo scrittore e ha detto che i presenti sono ancora «profondamente scossi» per quello che hanno visto.

La governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, ha detto che Rushdie è vivo e viene curato in ospedale, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. «Siamo vicini a te Salman e ai tuoi cari dopo questo terribile evento», ha detto, ringraziando poi gli agenti. «Rushdie è vivo perché un poliziotto lo ha salvato», ha aggiunto. «È stato un agente di polizia che si è alzato in piedi e gli ha salvato la vita, ha protetto lui e il moderatore della conferenza».

Lo scrittore e saggista indiano, naturalizzato britannico e residente a New York, è noto per essere stato minacciato di morte dall'Iran negli anni Ottanta a causa dei suoi scritti.

Il suo libro «I versi satanici» è stato bandito in Iran dal 1988, poiché molti musulmani lo considerano blasfemo. Il romanzo è una storia fantastica ma chiaramente allusiva alla figura di Maometto.

Un anno dopo l'uscita del libro, il defunto leader iraniano, l'ayatollah Ruhollah Khomeini, ha emesso una fatwa chiedendo la sua morte, reiterata nel febbraio 2008. Rushdie ha vissuto circa 10 anni sotto scorta.

L'Iran ha anche offerto una ricompensa di oltre 3 milioni di dollari per chiunque uccida Rushdie. Lo scrittore non aveva dato peso alle minacce perché riteneva che non ci fosse nessuno interessato alla ricompensa.


Rushdie, 75 anni, ha in uscita un nuovo libro il 9 febbraio 2023. Il titolo è «Victory city» (Penguin). Il suo romanzo più recente è «Quichotte» (Mondadori), uscito nel 2020. Il titolo del romanzo si rifà a quello dell'opera lirica in cinque atti «Don Quichotte» del compositore Jules Massenet, che lo presentò a Parigi nel 1910. Nel 1981 ha vinto il Booker Prize per «I figli della mezzanotte».

Poco dopo la notizia dell'aggressione a Rushdie, il collega Stephen King ha twittato : «Spero che Salman Rushdie stia bene».

L’aggressione a Salman Rushdie apre anche i siti delle principali testate iraniane. L’agenzia Irna titola: «Attacco a Salman Rushdie, autore del libro blasfemo I versi satanici». Il pezzo continua così: «Salman Rushdie, l’autore del libro I versi satanici, che insultava il Profeta dell’Islam, è stato aggredito venerdì mentre stava per tenere un discorso a New York». Piu sintetico il dispaccio dell’agenzia semiufficiale Isna, che ricorda Rushdie sempre come autore «blasfemo». Anche il sito della Press tv, che trasmette in inglese e francese, riporta la notizia tra le breaking news definendolo «autore blasfemo».





Davide Giri è stato accoltellato in un parco di Manhattan, arrestato il membro di una gang. Veniva da Alba, la sua famiglia è conosciuta anche per il suo impegno nel volontariato e in parrocchia

La tragedia. Dottorando italiano ucciso a New York: aveva 30 anni
venerdì 3 dicembre 2021

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... a-new-york

Davide Giri era un dottorando italiano della Columbia University. È stato ucciso ad Harlem durante un'aggressione in strada, giovedì intorno alle 23. Pochi minuti dopo e non lontano dal luogo dell'omicidio è stato accoltellato anche un turista italiano, Robert Malastina, arrivato a New York da pochi giorni, ma non sarebbe in pericolo di vita. Il presunto autore dell'aggressione è un membro di una gang con una lunga fedina penale: Vincent Pinkney.

Giri, 30 anni, iscritto alla School of Engineering and Applied Science, è stato accoltellato allo stomaco mentre faceva jogging a Morningside Park, riporta il New York Post. È riuscito a uscire dal parco ed è crollato vicino all'angolo tra la 123esima Street West e Amsterdam Avenue, dove è stato trovato dai poliziotti. È stato dichiarato morto al Mount Sinai-Saint Lukès Hospital poco dopo. Malastina, che ha 27 anni, è stato invece trovato con ferite da coltello alla schiena tra la strada 110 West e Cathedral Parkway circa quindici minuti dopo. È ricoverato in condizioni giudicate stabili. Pinkney è stato arrestato a Central Park, dove poco prima aveva minacciata una persona. Due isolati a nord di dove è stato ucciso Giri, nel dicembre 2019 fu accoltellata a morte durante una rapina una studentessa diciottenne: Tessa Majors.

Giri aveva studiato ingegneria al Politecnico di Torino, dove si era laureato con il massimo dei voti e gli onori, poi si era specializzato in elettronica alla Tongji University di Shangai e aveva conseguito un master in ingegneria elettronica al Politecnico e uno alla University of Illinois, Chicago. Dal 2016, Giri, che aveva lavorato per Fiat Chrysler, stava frequentando la Columbia University di New York, dove svolgeva - si legge dal suo profilo Linkedin e da quello sulla Columbia - anche il ruolo di assistente, per approfondire gli studi di filosofia e design applicati alle scienze.

Il dottorando italiano viveva nel campus dell'università newyorkese, nella stanza 467 al Computer Science Building, al numero 500 West della 120th Street, poco distante da dove è stato accoltellato.

"Questa notizia è allo stesso tempo inspiegabilmente triste e profondamente sconvolgente, ed è avvenuta a pochi passi dal campus. L'università è in contatto con la polizia di New York per apprendere maggiori dettagli sull'aggressione. Naturalmente, vi
terremo aggiornati", ha dichiarato il presidente della Columbia, Lee Bollinger, in un comunicato rivolto agli studenti. "Questi - ha aggiunto Bollinger - sono momenti in cui essere comunità è davvero importante. Per questo vi incoraggio a incontrarvi, a vedervi l'uno con l'altro, gli altri hanno bisogno di voi, come voi degli altri. Contate sul sostegno dell'Università".

Il sospettato, Pinkney, è stato arrestato ma non è stato ancora incriminato. Ha 25 anni, è afroamericano e farebbe parte della gang dei Bloods. È stato arrestato 11 volte da quando aveva 16 anni per rapine e aggressioni e fino al 2022 sarebbe stato in libertà vigilata dopo aver scontato tre dei quattro anni cui era stato condannato nel 2015 per aggressione. Sarebbe stato riconosciuto da un testimone dell'aggressione a Malastina vicino alla pizzeria 'Giovanni's", tra la strada 110 e Cathedral Parkway. Grazie alle sue indicazioni, la polizia lo ha individuato a Central Park mentre, con un coltello, stava cercando di aggredire una terza persona. L'uomo, felpa con cappuccio rosso, giubbotto di jeans, è attualmente in custodia. Sarebbe membro di una gang criminale protagonista di omicidi e coinvolta da anni in una guerra tra bande che insanguina New York. Le aggressioni ai due italiani non sarebbero, però, correlate. La vittima e il turista non si conoscevano. Potrebbero essere state entrambe scelte a caso, per essere rapinate.

Sconvolto dalla morte tragica di Davide si è detto il sindaco di Alba, Carlo Bo. "Davide era un ragazzo brillante, con tutta la vita di fronte, ed è inaccettabile quanto accaduto. "Davide era molto conosciuto ad Alba - ricorda il primo cittadino - la sua famiglia è da sempre impegnata nel mondo del volontariato e della parrocchia, prima in Santa Margherita e ormai da diversi anni nel quartiere Mussotto. Il papà Renato è insegnante al liceo classico Govone, mentre la mamma Giuseppina è referente del doposcuola al Mussotto. Davide lascia anche i fratelli Michele e Caterina".




L'università Usa ricorda Davide Giri Italiano ucciso a New York, ancora da chiarire la dinamica.
5 dicembre 2021

https://www.rainews.it/archivio-rainews ... cc47e.html

Veglia alla Columbia University Centinaia tra studenti e dipendenti della Columbia University hanno partecipato alla veglia, con fiori e candele, per ricordare Davide Giri, il dottorando accoltellato a New York da un membro di una gang mentre tornava a casa dopo un allenamento di calcio Tweet 05 dicembre 2021 La veglia per ricordare Davide Giri (Getty Images) Candele e fiori, lacrime e silenzio, notte di cordoglio alla Columbia University per ricordare Davide Giri, il ricercatore piemontese accoltellato a morte mentre tornava a casa da una partita di calcio nell'Upper West Side di Manhattan. "Era un ragazzo sereno, tranquillo intelligente, diligente e dotato", lo ricorda don Franco, il parroco che ha sposato i genitori e lo ha battezzato trent'anni fa. "Davide era molto più di quello che i giornali hanno scritto - ricordano i genitori Renato e Giuseppina, che oggi hanno ricevuto la visita del vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti -. Faceva volontariato e onorava veramente il quarto comandamento, onora il padre e la madre, e aveva un grande senso della famiglia". Affranti, il New York Post definisce "devastata" anche la fidanzata Ana, con cui tra pochi mesi, alla fine del dottorato, sarebbe andato a vivere. "Avevamo una lunga storia e sognavamo la nostra vita insieme, all'inizio del prossimo anno", dice al giornale statunitense la giovane, che descrive Davide come "una persona gentile e amorevole". Tutto svanito sotto i colpi all'addome all'angolo tra la 123esima Street West e Amsterdam Avenue. Autore del gesto il 25enne Vincent Pinkney, in libertà vigilata dopo un lungo elenco di reati. Membro di una gang del Queens, l'uomo è stato arrestato a Central Park dopo avere ferito alla schiena e a un fianco un altro italiano, lo studente perugino di 27 anni Roberto Malaspina, ricoverato all'ospedale Mount Sinai Morningside e ora uscito dalla terapia intensiva. "Ero fuori da un locale con un amico. Siamo usciti, erano le undici. Tornavamo verso casa. Questo sconosciuto mi ha sorpreso e colpito alle spalle. Cinque, sei colpi. Io mi sono difeso con i piedi, a calci", è il raccontata da Roberto Malaspina nella 'Grande Mela' per una borsa di studio della Columbia University. È stato aggredito la stessa notte in cui, non lontano, è stato ucciso Giri, 30enne ingegnere di Alba. Il rettore della Columbia Lee Bollinger ha definito "triste e scioccante" la morte di Davide Giri, tra i tanti ragazzi presenti c'è chi ricorda la morte di Tessa Majors, allieva del Barnard College, uccisa a coltellate due anni fa durante una rapina nello stesso parco. Un episodio simile, secondo le prime indiscrezioni, considerando che avanza l'ipotesi della rapina finita in tragedia.



La morte di Davide Giri non è stata casuale, New York ora è più violenta e pericolosa
New York Stories byAndrea Visconti
6 dicembre 2021

https://lavocedinewyork.com/new-york/20 ... ericolosa/

Passati alcuni giorni dalla morte di Davide Giri non c’é più nessuno che non sappia nei dettagli la brutta fine fatta da questo torinese trentenne che studiava alla Columbia University di New York. Alle 11 di sera, dopo un allenamento di calcio non lontano dal campus della prestigosa universitá, Giri era stato attaccato da uno sconosciuto che gli aveva sferrato una pugnalata all’addome. Morto. Sul colpo. Fine di una giovane vita ma anche fine di un sogno americano inseguito ogni anno da migliaia di giovani stranieri; ragazzi e ragazze che in tutto il mondo sognano di venire ammessi nelle più esclusive università Usa, una garanzia di un brillante futuro professionale.

Molto, tutto è stato detto su Davide Giri, sul dottorato che stava perseguendo in scienza dei computer e sulla sua vita a New York. Ma quello su cui ancora vale la pena di riflettere è il contesto in cui è avvenuto questo crimine insensato.

Il venticinquenne Vincent Pinkney ha attaccato Davide Giri giovedi 2 dicembre nel cuore di Morningside Park, un piccolo parco adiacente a Columbia University. Verrebbe da pensare che quello specifico parchetto sia un luogo pericoloso che un italiano poco esperto di New York non sapeva di dover evitare. Non era lí infatti dove la giovanissima Tessa Major ci aveva lasciato la vita un paio d’anni fa? Anche lei studentessa alla Columbia — o per essere precisi al Barnard College che è la sezione femminile della Columbia — era stata uccisa nel buio di Morningside Park. Ad aggredirla era stato un gruppo di ragazzi che l’avevano assalita a caso, senza particolare movente.

Ma c’è un motivo ulteriore per evitare Morningside Park. Pochi minuti dopo avere accoltellato Giri, il giovane assassino aveva cercato di colpire un’altra persona. Il caso vuole che fosse un altro italiano, Roberto Malaspina, che fortunatamente è stato ferito in modo superficiale. Malaspina era arrivato a New York da ventiquattr’ore. Era qui anche per studiare alla Columbia, viene quindi da pensare che anche lui non sapesse che quel piccolo polmone di verde dietro all’università è infrequentabile. Non è così. Non c’è nulla che renda questo parco particolarmente pericoloso. La zona intorno alla Columbia è tanto sicura quanto qualsiasi altra parte della città. La verità è che New York da quando è iniziato il contagio da Covid è diventata meno sicura. I fatti parlano chiaro.

Qualche ora prima che Davide Giri facesse una brutta fine un uomo armato aveva minacciato di spararsi in bocca di fronte all’ingresso principale delle Nazioni Unite. Davanti al palazzo dell’Onu era discesa un’armata di poliziotti nel timore che l’arma potesse colpire passanti o automobilisti. L’Onu è ben distante dalla Columbia University e da Morningside Park.

Lo stesso giorno uno squilibrato aveva rubato uno school-bus e lo aveva guidato all’impazzita per le vie di Queens, danneggiando dozzine di auto parcheggiate lungo la strada. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma il rischio che ci andasse di mezzo gente di passaggio era stato grande.

Un paio di giorni fa una donna stava tornando a casa in metropolitana. Arrivata alla sua fermata in Queens era stata assalita da uno sconosciuto che aveva tentato di stuprarla sui gradini verso l’uscita. I poliziotti del YPD hanno arrestato Tyrone Brown, di trentotto anni, dopo avere esaminato video di sicurezza in metropolitana.

Il giorno prima sempre in metropolitana c’era stato un attacco contro una donna asiatica. Raymond Bennett era stato arrestato dopo avere colpito duramente la donna cinquantaquattrenne con uno strumento tanto insolito quanto pericoloso — una bicicletta del bike-sharing newyorkese. Gliela stava tirando in testa con grande violenza, conscio che quelle biciclette di color azzurro intenso sono molto più pesanti che non le normali bici da corsa.

Andiamo avanti. E che cosa dire dei due uomini che in metropolitana si sono presi a botte con tale violenza che uno dei due è finito al Bellevue Hospital e l’altro è stato arrestato? Il fatto è avvenuto nella centralissima stazione della 49sima Strada vicino a Times Square. Erano le 3 e 20 del pomeriggio e decine di persone hanno osservato imponenti e allibite il sanguinoso scontro.

Torniamo indietro di qualche settimana e vicino alla centralissima Columbus Circle uno sconosciuto ha brandito un’ascia minacciando un uomo di cinquantun’anni. La vittima stava passeggiando con la moglie lungo Broadway e la Sessantunesima Strada quando è stato accostato da un individuo con il volto coperto da una maschera dai tratti terrorizzanti. Un cammuffamento che ricorda il volto di The Jocker, non una mascherina azzurra anti-virus.

Andiamo avanti: un uomo stava camminando in pieno giorno lungo Central Park West, l’elegante viale che costeggia il parco. D’un tratto è stato colpito da un violento cazzotto da parte di uno sconosciuto con cui non c’era stato alcuno scambio. Era metà mattina e c’era gente in giro. Gli istanti dell’attacco erano stati catturati da una videocamera di sicurezza.

Tengo a sottolineare che tutti i casi che ho appena citato sono avvenuti i luoghi centrali e molto frequentati. Ma il mio elenco potrebbe essere assai più lungo se mi fossi soffermato anche su omicidi, attacchi o atti di pura follia avvenuti in zone dove la criminalità è più comune, come per esempio nel Bronx o in certe parti di Brooklyn. Lì c’è una violenza endemica di cui parlare separatamente.

La morte di Davide Giri e l’attacco contro Roberto Malaspina naturalmente ci colpiscono perché sono nostri connazionali. Ma questa è la New York con cui dobbiamo fare i conti adesso. Una New York più pericolosa, violenta e imprevedibile. È un po’ come essere tornati alla fine degli anni ’70, inizio anni ’80 quando si girava per strada guardandosi intorno con sospetto. Allora si diceva che i newyorkesi avessero gli occhi anche sul retro della testa per vedere pure dietro le spalle. Le ragioni per questo passo indietro? Sono tante e nelle prossime settimane varrà la pena di esplorarle. Per il momento incominciamo a prendere atto che la riapertura delle frontiere Usa al turismo internazionale presenta nuove sfide, specificamente a New York. Non solo Covid e le sue varianti Delta o Omicron, ma anche un tessuto urbano stravolto dalla pandemia col risultato che si registrano in continuazione atti insensati da parte di gente che sembra avere perso la testa. A volte con risultati tragici come nel caso di Davide.




New York, "Le patatine sono fredde" e così un nero spara ad un dipendente di Mc Donald's
4 agosto 2022

https://www.rainews.it/articoli/2022/08 ... da401.html

Tutto è iniziato perché una donna di 40 anni lamentava con il dipendente che le patatine fritte che aveva ordinato erano fredde. La cliente, infastidita dalla risposta del lavoratore, Ha cominciato a urlare agli impiegati del fast food di sentirsi presa in giro. Poi ha preso il telefono e ha chiamato il figlio che è piombato nel locale, ha aggredito il cameriere e gli ha detto di uscire. A quel punto ha tirato fuori una pistola e gli ha sparato al collo. Secondo alcuni testimoni lo sparatore avrebbe detto: "ho fatto ciò che dovevo fare".
La vittima era sconosciuta alla polizia, a differenza dell'aggressore che era stato arrestato più volte per reati diversi. Il 20enne che ha sparato è stato arrestato dalla polizia per tentato omicidio. Fermata anche la sua ragazza di 18 anni. La vittima, di 23 anni, è ricoverato in ospedale e lotta tra la vita e la morte.
A New York quest'anno sono già 988 le persone uccise in sparatorie, secondo i dati del New York Police Department.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Diritti umani, discriminazioni e razzismi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron