Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

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Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:02 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:03 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:03 pm

Buon Natale a tutta l'umanità!

Il Natale non è solo la più grande festa dei cristiani che ricorda il giorno in cui è nato l'ebreo Gesù Cristo che per i cristiani è il messia salvatore redentore dell'umanità intera;
è anche la festa della famiglia, dei figli e dei bambini, la festa della madre e del padre, del maschio e della femmina, della coppia naturale eterossuale che genera la continuità dell'umanità.
il Natale anche è la festa degli alberi e degli animali, del cielo, del sole e delle stelle;
è la festa della religiosità preistorica sciamanica, degli angeli e di Popà Noel che li incarna;
è la festa della gioia e della speranza,della vita che sempre risorge e si continua;
è il preannuncio del nuovo anno e della primavera.
Il Natale è la più grande festa europea, è la nostra festa, la festa dell'uomo di buona volontà.


Alberto Pento
Non occorre essere cristiani per amare il Natale e goderne la festività, io per esempio non professo più la fede cristiana essendo divenuto aidolo ma il Natale per me è la festa sociale e comunitaria più sentita, festosa, significativa e grande di tutto l'anno.
Chi non l'apprezza e non la rispetta può essere solo un nemico disumano e malvagio, sia esso un traditore europeo sinistrato o uno straniero infedele che odiano i cristiani, gli ebrei, i bianchi e la nostra Europa civile e democratica, sicuramente pre cristiana e non solo greco-romana, laica e liberale ma anche giudaico cristiana e non certo mussulmana poiché da quando esiste l'Islam l'Europa lo ha sempre combattuto come il male assoluto, il male nazi maomettano, non tanto per la diversità religiosa ma per l'inciviltà e la disumanità di questa incultura politico religiosa che non è mai stata parte beneficamente integrata della cultura e della civiltà europea.




Uno, mille, un milione di presepi
Marcello Veneziani
6 dicembre 2021

https://www.marcelloveneziani.com/artic ... i-presepi/

Alla vigilia dell’Immacolata, come da bambino, faremo a casa il presepe. Invito tutti a farlo a casa, e se è possibile anche a scuola e in altri spazi pubblici. Un presepe in ogni casa, per amore e per ricordo, per civiltà e per umanità, anche se non si è credenti o praticanti. Per mille ragioni nobili più una, solo una, polemica: per rispondere ai natalofobi. Non sanno cosa si perdono e cosa fanno perdere ai bambini.

Il presepe celebra la nascita di un bambino, di una famiglia, di una comunità. È la rappresentazione di un’antica alleanza tra grandi e piccini nel dolce incanto della natività. È il calore in pieno inverno, è il cielo stellato nel gelo di dicembre, è la luce nel buio della notte. Il presepe consacra la famiglia, composta da padre, madre e figlio; e celebra la casa, anche se è una nuda grotta. Il presepe rinnova una tradizione, è un esempio magico di edilizia sacra, tramite un lavoro collettivo di fondazione. A scuola bambini di ceto diverso e capacità diversa costruivano insieme una miniatura di universo e umanità, una città pacificata di anime e corpi, umili e gloriosi. E in quella famiglia vedevano la loro, anche se quella era una famiglia speciale, povera ma altolocata con una Madre ragazzina che partoriva quasi all’aperto, senza ostetrica. In quel paese che si chiamava città del pane (Betlemme) riconoscevano il loro paese; in quelle facce di pastori, venditori, pellegrini ritrovavano quelle dei loro conoscenti. Di ognuno di loro mia madre mi raccontava la storia, e loro prendevano vita; il cuore si apriva, con la fantasia, alla vita degli altri, ai travagli altrui e alla povertà; anche il più umile aveva la sua dignità, la sua storia, la sua attenzione. Il povero che offre doni è una lezione di umanità.

Il presepe è il modo concreto e favoloso per rappresentare l’alleanza tra il cielo e la terra, tra uomini e animali, tra popoli e sovrani, tra oriente e occidente. Nel presepe vedemmo per la prima volta insieme bianchi e neri, uno dei re magi era moro e non suscitava razzismo. Nel presepe imparavamo a riconoscere ed amare la natura, la bellezza dei monti riprodotti in carta da imballaggio travestita e maculata, dei fiumi e dei laghetti, anche se erano specchietti rubati alla vanità femminile; il muschio vero e la neve finta, poi le palme, il cielo stellato e il prodigio di una stella cometa posata sopra una grotta, spesso in modo precario. Ma faceva sognare quel navigatore celeste che aiutava a trovare la strada. Nel presepe acquistavano dignità gli animali più umili, a cominciare dall’asino e dal bue, primi caloriferi animati per un Divino Utente e i suoi santi congiunti. Veniva rivalutato il ciuccio, modello negativo proverbiale, a scuola e nella vita. Poi c’erano le papere, le pecore e le oche, ondeggiavano tra le dune serafici cammelli.

Il presepe apre i cuori all’aspettativa, allo stupore. È un esempio di fiducia nell’avvenire, una comunità fondata non sull’interesse ma sul comune amore per un Bambino che nasce e una fede che unisce. Chi offende una rappresentazione così dolce e innocua di vita, religione e comunità? Del presepe si possono sentire leggermente offesi solo gli eredi di Erode o quelli che al Bambino preferiscono l’abortino. Da cosa dovrebbero sentirsi offesi gli islamici o gli ebrei, se perfino la location del presepe è loro famigliare e non c’è nulla ma proprio nulla contro le loro religioni? E i bambini figli di atei o non credenti, in cosa dovrebbero sentirsi offesi, da un bambino che nasce, da un popolo raccolto intorno a lui in un tributo d’amore, dallo sfarfallio di angeli con la chitarra? Dell’angelo sospeso sulla grotta magari a loro colpirà il filo a cui sono appesi, ma perché dovrebbe irritarsi per lui? L’angelo è necessario, spiega un non credente come Massimo Cacciari in un libro che prendeva spunto da una lirica di Wallace Stevens. L’angelo, spiega il filosofo, educa, custodisce, testimonia il mistero, è l’opposto del daimon, ci conduce dal visibile all’invisibile, porta messaggi di salvezza o almeno di elevazione.

Il presepe, per i non credenti, può essere l’esempio di una società fondata sul dono, direbbero Marcel Mauss e la scuola antiutilitarista sorta in suo nome; è la generosità oltre l’utile e il profitto, lo scambio e lo sfruttamento: dedizione gratuita, cura per l’altro a partire dal più debole, il neonato.

Per chi crede, il presepe è il sacro ad altezza d’uomo, è santità a domicilio, spiritualità che si fa carne, popolo e paesaggio; una divinità che prende in braccio il mondo e lo accarezza. È anche aspra la religione, è anche tosta, esige sacrifici, è martirio e sopraffazione, a volte è l’alibi per esercitare violenza e dominio; ma nel presepe no, è l’esempio mite di comunità armoniosa, di beatitudine casereccia, perfino musicale, di gratuità nel darsi, di bellezza del cammino per ritrovarsi uniti davanti all’Uno, l’Inizio, l’Evento eccezionale.

Chi preferisce l’Albero ha una visione più laica del Natale e della vita, più nordica e iconoclasta, protestante e calvinista, denatalizzata e consumista anche se si traveste di ecologico; è tendenzialmente più individualista e più incline al regno delle merci in forma di regali. Il Presepe dona una visione più religiosa del Natale e della vita, più italo-mediterranea, più cattolica, personalista e comunitaria, più incline al regno degli affetti, dei figli e delle figure umane. L’Albero viene dal Nord, ricorda i lapponi e Babbo Natale, anzi Santa Claus, evoca la neve e le montagne; invece il presepe viene da Greccio, in Umbria, made in San Francesco, il più italiano dei santi e il più santo degli italiani disse Nonricordochi; evoca i Sud e l’Oriente, le dune e i datteri, l’umanità e la natività. Anche l’Albero è bello, ma sta bene al fianco del presepe.

Da bambino ero assistente alla regia del presepe, che era di mia madre; anche per lei faccio ancora il presepe, e mentre lo faccio, sento che mi sta dando una mano.



Buon Natale, anzi buona natalità
Marcello Veneziani
25 dicembre 2021

https://www.marcelloveneziani.com/artic ... -natalita/

Ma ora che è Natale, vogliamo parlare di natalità? L’Italia, confermano i dati Istat, vive un’emergenza di primo grado, ne va della sua sopravvivenza: è il Paese che fa meno figli al mondo e i decessi superano di gran lunga le nascite. Ogni due nati tre deceduti. Un mortorio, altro che natività. L’odio verso il Natale non riguarda solo Gesù bambino e la sua religione, presepe incluso; ma è allergia militante contro ogni natalità, come se fosse un affronto all’aborto, al profilattico, alla sterilità o solo alla volontà di non avere figli. La famiglia viene trattata come un residuo tossico di epoche pregresse, un avanzo putrefatto di società primitive e reazionarie, un ingombro arcaico di cui liberarsi.

Se invochi una campagna in favore della procreazione e della fertilità ti attaccano tutti, le élites, i media, gli intellettuali, i movimenti femministi e le loro piazze, come accadde quando fu indetto il Fertility Day. E già, meglio lo Sterility day. Infatti fu subito ritirato. Si interpreta la campagna per la natalità a rovescio, come un oltraggio e una discriminazione verso chi non può avere figli perché anziani, sterili o coppie omosessuali. Viene cancellato ogni riferimento alla procreazione, salvo la fecondazione artificiale o con l’utero in affitto, la banca del seme e le maternità surrogate.

Dissero e ancora dicono i leader politici per bocciare le manifestazioni pro natalità: pensare che con una campagna per la fertilità la gente si convinca a fare figli è una sciocchezza; è solo retorica, propaganda improduttiva. Se è vero, allora abolite le campagne contro il femminicidio: pensare che gli uxoricidi e i violenti si convincano a non uccidere grazie a una campagna è idiozia coi fiocchi (rossi). E così per le campagne contro il razzismo e l’omofobia; a che servono, se poi denunciate incrementi ed escrementi di odio ovunque?

Si possono inscenare campagne per le nozze gay e trans o in difesa dell’aborto e dell’eutanasia ma guai a esortare alle nascite e alla fertilità. Chi promuove il valore della procreazione offenderebbe chi non può avere figli, perché sterile o perché non ha i mezzi per mettere al mondo bambini e mantenerli. Ma è evidente che si vuol sensibilizzare alla procreazione non chi non può avere figli ma chi non li vuole per egoismo o per paura, per non aver fastidi o problemi, perché non vuol restringere la sua libertà o perché pensa solo al presente. Una campagna per la natalità non produce nessuna discriminazione e non ferisce nessuna “suscettibilità”. Altrimenti si dovrebbe pensare che chi inneggia ad altre unioni, altri gender e altre nascite, offende la famiglia secondo natura e civiltà. Siamo passati dalla libertà di vivere ciascuno a suo modo al divieto implicito di sostenere pubblicamente la maternità, la paternità, i figli secondo natura. Si rendono pubblici, se non plateali, gli orientamenti sessuali diversi, ma si privatizza la famiglia e si deplora chi difende la maternità e la natalità. Una società sana dovrebbe fare l’inverso: lasciare alla privata libertà le scelte sessuali o di vita e di morte, finché non violano i codici; e tutelare, promuovere, anche sotto il profilo sanitario, ciò che accresce le famiglie e il loro benessere. Perché la famiglia è un bene pubblico, è la prima struttura della società, il suo cardine.

Secondo l’ideologia dominante, invece, dobbiamo auspicare che la denatalità sia compensata dai flussi migratori e dalla fecondità degli extracomunitari che verranno a ripopolare quel paese che si chiamava Italia. Il sottinteso, e la nemesi, è che gli spazi vacanti della denatalità saranno occupati da loro; i centri d’accoglienza sono le nuove cliniche ostetriche. Sono noti gli imprenditori politici e sociali che traggono profitto da questo traffico di umanità. Così siamo diventati un paese di morti, senza aspettativa di futuro, un paese che rifiuta l’idea stessa della nascita e si consegna alla decadenza; i dementi dicono che invocare più figli “è fascismo”. C’è un’abissale differenza tra la battaglia demografica del duce che incitava a far figli perché “il numero è potenza” e chi invece avverte che l’Italia muore se non fa più figli.

Magari a Natale un papa che fosse davvero tale dovrebbe per una volta occuparsi degli europei non per farli sentire in colpa rispetto al mondo, ma per esortarli a procreare, a metter su famiglia. Una campagna a sostegno delle nascite dovrebbe farla il governo e affiancarla a un piano serio di tutela delle famiglie e di incoraggiamento delle nascite, tra agevolazioni, bonus, supporto medico, servizi e sostegni sociali. Anzi, le forze che si definiscono conservatrici, d’ispirazione cattolica, moderate e tradizionali, anziché giocare solo di rimessa, a frenare le leggi pro aborto o pro suicidio assistito, dovrebbero volgere in positivo la loro battaglia e proporre un serio piano per rigenerare l’Italia, favorire le nascite, aiutare le coppie ad avere figli. Sarebbe una campagna di civiltà, di fiducia nel futuro e di amore per la vita, a partire dalla vita sorgiva. Vorrei vedere chi si opporrebbe e con quali argomenti, dopo aver fatto campagne per legalizzare l’aborto, la droga e il suicidio assistito. Si dovrebbe ripartire dal Paese e sensibilizzarlo al tema, con immagini finalmente positive di neonati e non sempre e solo di malati, di morenti, di ricoverati. Magari una campagna con un nome vero e non con una minchiata americana tipo fertility day, buona per un reality o per una sit com genere family. Far nascere è un segno di vita, una risposta alla morte dell’Italia e ai suoi beccamorti.
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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:04 pm

La demenziale UE politicamente corretta, social democratica atea, antisemita, anticristiana e filo nazi maomettana contro il Natale.


Se l'Europa 'vieta' il Natale e i nomi cristiani per essere inclusivi
Antonio Sanfrancesco
29 novembre 2021

https://www.famigliacristiana.it/artico ... usivi.aspx

Le linee guida della Commissione europea per una “comunicazione inclusiva” puntano ad abolire le feste cristiane in nome del rispetto per le altre tradizioni religiose e persino la distinzione tra maschile e femminile

L’obiettivo è avere una “comunicazione inclusiva”. Il risultato però è grottesco. Da un documento interno della Commissione Europea intitolato #UnionOfEquality. European Commission Guidelines for Inclusive Communication e di cui ha parlato Il Giornale arrivano indicazioni precise sui criteri da adottare per i dipendenti della Commissione nella comunicazione sia esterna che interna. Per esempio, è bandita la parola Natale con tanto di esempio: meglio evitare «il periodo natalizio può essere stressante» e dire «il periodo delle vacanze può essere stressante». È raccomandato anche usare nomi generici anziché di «nomi cristiani». Altro esempio pratico: invece di dire «Maria e Giovanni sono una coppia internazionale», bisogna dire «Malika e Giulio sono una coppia internazionale».

Parole che possono essere equivocate come "colonialismo" vanno abolite: non si può dire, ad esempio, «colonizzazione di Marte» o «insediamento umano su Marte», meglio affermare «inviare umani su Marte».

Nella premessa il Commissario per l'uguaglianza Helena Dalli ricorda che «dobbiamo sempre offrire una comunicazione inclusiva, garantendo così che tutti siano apprezzati e riconosciuti in tutto il nostro materiale indipendentemente dal sesso, razza o origine etnica, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale». E quindi: vietato utilizzare nomi di genere come «operai o poliziotti» o usare il pronome maschile come pronome predefinito, vietato organizzare discussioni con un solo genere rappresentato (solo uomini o solo donne) e ancora, vietato utilizzare «Miss o Mrs» a meno che non sia il destinatario della comunicazione a esplicitarlo. E ancora: non si può iniziare una conferenza rivolgendosi al pubblico con la consueta espressione «Signori e signore» ma occorre utilizzare la formula neutra «cari colleghi».

Un capitolo ad hoc è dedicato «culture, stili di vita o credenze». La Commissione europea ci tiene a sottolineare di «evitare di considerare che chiunque sia cristiano» perciò «non tutti celebrano le vacanze natalizie (...) bisogna essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose». Ma fino a che punto deve spingersi questa, diciamo così, "sensibilità"? Omettendo di chiamare Natale il Natale?

L’impressione, più che di veicolare una comunicazione inclusiva, è che l’obiettivo sia quello di cancellare alcune feste cristiane e la differenza tra genere maschile e femminile come quando la Commissione scrive che bisogna evitare di usare espressioni come «il fuoco è la più grande invenzione dell'uomo» ma è giusto dire «il fuoco è la più grande invenzione dell'umanità».

«Non si tagliano le radici dalle quali si è nati», disse Giovanni Paolo II nell'Angelus del 20 giugno 2004, un anno prima di morire. Per il Papa polacco, la battaglia per un richiamo alle radici giudaico – cristiane nella Costituzione europea non era solo una formalità o il tentativo di issare una bandiera di appartenenza ma una pietra fondamentale per costruire l’edificio del Continente nel quale se si applicano i diritti umani, la libertà dei popoli, a cominciare da quella religiosa, il rispetto e il riconoscimento della dignità di ogni persona lo si deve anche al cristianesimo che nei secoli ha forgiato la politica, la storia, l’arte e la società dell’Europa.

Da un dibattito di alto profilo sulle radici cristiane dell’Europa siamo passati, in questi ultimi anni, ai diktat del politicamente corretto che svelano, con risultati a volte farseschi come in questo caso, la deriva verso il politicamente corretto che, non di rado, è l’anticamera del pensiero unico.



Commissario Ue che vuole cancellare il Natale è in contatto coi Fratelli Musulmani
Chi c’è dietro la cancellazione del Natale decisa dalla Ue:
30 novembre 2021

https://voxnews.info/2021/11/30/commiss ... musulmani/

Helena Dalli, politica maltese del Partito laburista, commissaria Ue all’Uguaglianza nella Commissione von der Leyen. In collegamento con i Fratelli Musulmani attraverso varia ong islamiche.

La settimana scorsa questi suoi contatti hanno portato due ministri francesi a protestare con la Commissione europea per un incontro tra il commissario per l’uguaglianza Helena Dalli e FEMYSO, una rete di associazioni giovanili musulmane che hanno definito “un’associazione islamista che sta attaccando la Francia”.

L’associazione ha incontrato Dalli per discutere “La situazione dei giovani musulmani in Europa e le sfide vissute a causa di stereotipi, discriminazione e odio aperto”, ha twittato Dalli .

Secondo il suo sito web, FEMYSO ha preso parte ai lavori preparatori per la campagna antidiscriminazione del Consiglio d’Europa incentrata sull’hijab, che è stata ritirata dopo le proteste del governo francese all’inizio di questo mese.

“Stiamo riferendo [la questione] alla Commissione… per combattere queste associazioni islamiste che stanno attaccando la Francia e si stanno infiltrando nelle nostre stesse istituzioni”, ha detto sull’Europa il giovane ministro per la cittadinanza Marlène Schiappa.

FEMYSO è stata creata nel 1996 e partecipa da diversi anni alle iniziative della Commissione Ue e del Consiglio d’Europa. Ha ricevuto tre sovvenzioni tra il 2010 e il 2016, secondo una risposta scritta della Commissione nel 2017. Secondo la Commissione, FEMYSO “non è membro del consorzio che attua la [campagna dell’hijab] e non ha ricevuto alcun finanziamento europeo in quanto tale”.

Un portavoce del gabinetto di Dalli ha affermato che Dalli ha incontrato FEMYSO il 18 novembre “su loro richiesta”. “Il commissario ha parlato dell’impegno della Commissione europea ad affrontare il razzismo come indicato nella strategia antirazzismo, compreso il suo impatto sui musulmani”, ha detto il portavoce.

Il segretario di Stato francese per l’Europa Clément Beaune ha affermato che l’incontro è stato “anormale”. Ha ritwittato un tweet in cui affermava che FEMYSO è un “fantoccio dei Fratelli Musulmani”.

Lorenzo Vidino, direttore del programma sull’estremismo alla George Washington University che ha lavorato sui Fratelli Musulmani in Europa , ha detto al quotidiano francese Marianne che FEMYSO è “figlia” della Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa, un gruppo legato al Fratelli Musulmani.

La Ue è un nemico da abbattere. Senza se e senza ma.




La Commissione europea ritira le linee guida sul linguaggio inclusivo con i riferimenti al Natale
Repubblica.it
30 novembre 2021

https://www.repubblica.it/esteri/2021/1 ... 328381671/

La commissaria europea all'Uguaglianza, Helena Dalli, ha ritirato le linee guida sulla comunicazione inclusiva che avevano innescato la polemica sull'uso della parola Natale. "La mia iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle sue funzioni aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei", spiega la commissaria.

"Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente questo scopo. Non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione. Le linee guida richiedono chiaramente più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento", ha spiegato Dalli.

La Commissione aveva diffuso a uso interno delle linee guida per evitare discriminazioni. "Ogni persona nell'Ue ha il diritto di essere trattata in maniera eguale", era la premessa del documento. L'obiettivo è limitare i riferimenti di "genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale". Tra i suggerimenti c'era per esempio quello di evitare nelle comunicazioni interne il riferimento al Natale. I funzionari di Bruxelles non dovrebbero, era il consiglio, "dare per scontato che tutti siano cristiani perché tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date". L'invito era quindi di mostrarsi "sensibili al fatto che le persone hanno diverse tradizioni religiose e calendari". Segue un esempio di come formulare una frase tipo: "Il periodo natalizio può essere stressante". Meglio, raccomandava la Commissione, scrivere "Il periodo di festività può essere stressante".



Helena Dalli (Zabbar, 29 settembre 1962) è una politica maltese del Partito laburista (Malta), commissaria europea all'Uguaglianza nella Commissione von der Leyen.
https://it.wikipedia.org/wiki/Helena_Dalli

A seguito delle elezioni europee del 2019, Dalli è stata nominata dal governo del primo ministro Joseph Muscat come candidata di Malta per la prossima Commissione europea .
Nel 2021 la commissione UE dopo aver presentato le linee guida sulla comunicazione (in cui si raccomandava di non usare la parola "Natale" - e quindi di sostituire l'espressione "Buon Natale" con "buone feste" - al fine di non offendere coloro che non sono cristiani e dimostrare che la Europa è inclusiva e non discrimina altre religioni) è stata costretta a ritirarle L'iniziativa aveva infatti causato un'ondata di polemiche e la reazione di tutti perché negava le origini Cristiane dell' Europa in nome dell'ideologia del politicamente corretto. La Dalli in quanto commissaria all'Uguaglianza ha tentato di giustificarsi sostenendo che il documento doveva essere meglio elaborato perché non ancora maturo.




L'autodistruzione della nostra identità: un disegno politico perseguito lucidamente, non una svista da burocrati
Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
2 Dic 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... burocrati/

Ormai siam tornati allo slogan “contrordine compagni”, con il quale Giovanni Guareschi si faceva beffe dell’obbedienza cieca alle direttive dall’alto comune nei militanti del vecchio Partito Comunista Italiano. Solo che questa volta non si parla del Pci e dei riti della sinistra vecchio stile. Ad essere coinvolta è, niente meno, la Commissione europea, massimo organo di governo della Ue.

La vicenda è molto nota e non mi dilungherò in dettagli. Importante è invece rilevare la precipitosa marcia indietro della Commissione di fronte alle critiche feroci che hanno accolto la divulgazione delle “Linee guida sulla comunicazione inclusiva” emanate da Bruxelles.

Così ci stiamo davvero arrivando, con grande gioia di vasti settori della sinistra italiana, europea e occidentale in genere. L’obiettivo da raggiungere – e in fase avanzata di conseguimento – è la perdita della nostra identità. O ancor meglio, e usando termini forse un po’ troppo filosofici, lo smarrimento della nostra anima.

I burocrati dell’Unione si stanno finalmente avviando verso un Natale senza presepi e altri odiosi simboli dell’eredità cristiana. E, in aggiunta, aule da cui il crocifisso è severamente bandito. Col che le feste si riducono a fiere puramente commerciali da cui vengono espulsi con rigore inesorabile tutti i riferimenti al nostro passato, alla nostra storia. Difficile ormai capire “chi” e “cosa” siamo.

Il trionfo del politically correct avanza a passo di carica, tra rullare di tamburi e squilli di tromba. Senza comprendere che tale marcia ci porterà verso il nulla totale, un vuoto che altri – più astuti di noi – non faticheranno a riempire con simboli e attitudini estranei all’Occidente.

Siamo diventati deboli, schizzinosi, attentissimi ai valori altrui e sprezzanti verso quelli che hanno forgiato da due millenni a questa parte il nostro modo di vedere il mondo, le griglie interpretative che sottendono la nostra cultura.

Ma siamo proprio sicuri che le suddette “Linee guida” siano opera soltanto di sciapi burocrati, e debbano quindi essere svalutate? Mi permetto di nutrire qualche dubbio al riguardo. Una certa copertura politica devono pur averla, e non mi stupirei se Ursula von der Leyen e Charles Michel, pur detestandosi a vicenda, avessero dato un contributo importante alla loro stesura.

È davvero sconfortante vedere come la marcia di cui sopra trovi legittimazione proprio nelle sedi simbolo del potere. Il palazzone sede dell’Unione europea a Bruxelles in primis, senza però scordare che pressoché tutti i vertici dell’Occidente, ancor più che disorientati, sembrano intenti a un’opera di autodistruzione senza fine.

Ed è una tendenza perseguita con lucidità degna di miglior causa. Non autoinganno, dunque, bensì un disegno limpido e coerente basato su luoghi comuni (diventati tali negli ultimi tempi), su complessi di colpa e su un desiderio infinito di espiazione. Complessi di colpa – sia detto per onestà – che altri non nutrono affatto, anche se la loro storia indurrebbe a pensare che non sono certo migliori di noi. Anzi: il contrario.

Senza posa il tentativo di gettare ponti anche quando si capisce che non daranno i frutti sperati. Il dialogo implica, ovviamente, che l’altra parte sia disposta non solo ad ascoltare, ma anche a fare concessioni rinunciando a qualcosa. E invece le concessioni sono sempre unilaterali. Non può essere altrimenti quando l’interlocutore – moderato o estremista che sia – è comunque convinto di avere ragione per il fatto di accedere a una Verità assoluta e incontrovertibile.

Ci si chiede a quali criteri di razionalità obbedisca il “consiglio” di evitare di dare ai neonati nomi cristiani quali Maria e Giovanni, poiché essi non sarebbero affatto “inclusivi” dal momento che sono legati a una certa civiltà e a una specifica cultura (le nostre). Chiediamoci pure cosa accadrebbe se “consigliassimo” ai genitori musulmani di non attribuire nomi come Mohamed e Aisha ai loro bimbi. Facile prevedere le reazioni scandalizzate, magari accompagnate da qualche attentato.

Nel mentre aumenta il numero degli Stati che, dopo aver adottato la sharia quale unica legge, proibiscono la pratica di ogni culto che non sia il loro, e pure qualsiasi riferimento al cristianesimo (pena la prigione o anche peggio). Si è detto tante volte che il dialogo vero deve per forza di cose basarsi sulla reciprocità. In altri termini, io ti consento di costruire un luogo di culto nel mio Paese se tu mi permetti di fare altrettanto nel tuo. Parole al vento, giacché restrizioni e persecuzioni sono addirittura aumentate e la Commissione europea non pare farci caso.

Né sembra lecito attendersi che coloro che approdano in Europa, mantenendo però i propri costumi e le loro leggi, siano disposti a rimpiazzare i termini “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2”. Come dar loro torto in questo caso? Si tratta di una enorme sciocchezza dalla quale – per ora – un voto del Parlamento italiano ci ha salvato. Ma non è finita, giacché è molto probabile che venga riproposta, così come verranno plausibilmente riproposte le “Linee guida” della Commissione Ue di cui si è scritto dianzi.

A me pare che l’ottimismo manifestato da una certa parte del mondo politico (ed ecclesiale) sia infondato. E che giorni ancor peggiori di quelli che abbiamo appena vissuto siano lì ad attenderci senza una sia pur minima capacità di reazione. Del resto, non si sta forse proponendo in Belgio di eliminare ogni riferimento ai sessi sulle carte d’identità poiché esso risulterebbe troppo “binario”? E nel Regno Unito qualcuno non ha forse proposto di estendere il diritto di voto ai bambini delle elementari dai 6 anni in su? Una provocazione, s’è detto, ma non mi stupirei che fosse messa in pratica nel prossimo futuro.

Alberto Pento
Non occorre essere cristiani per amare il Natale e goderne la festività, io per esempio non professo più la fede cristiana essendo divenuto aidolo ma il Natale per me è la festa sociale e comunitaria più sentita, festosa, significativa e grande di tutto l'anno.
Chi non l'apprezza e non la rispetta può essere solo un nemico disumano e malvagio, sia esso un traditore europeo sinistrato o uno straniero infedele che odiano i cristiani, gli ebrei, i bianchi e la nostra Europa civile e democratica, sicuramente pre cristiana e non solo greco-romana, laica e liberale ma anche giudaico cristiana e non certo mussulmana poiché da quando esiste l'Islam l'Europa lo ha sempre combattuto come il male assoluto, il male nazi maomettano, non tanto per la diversità religiosa ma per l'inciviltà e la disumanità di questa incultura politico religiosa che non è mai stata parte beneficamente integrata della cultura e della civiltà europea.



Alberto Pento
Non vi è mai stata e non vi potrà mai essere pace e fraternità con il nazismo maomettano, checché ne dica Bergoglio Francesco l'attuale papa romano cattolico, a discapito dei cristiani, degli occidentali, dei bianchi, di tutti noi e di ogni altro diversamente religioso, areligioso e pensante della terra.
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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:05 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:06 pm

Quelli che vietano il Natale, che tolgono il crocefisso, che non fanno il presepio, che negano le radici giudaico cristiane dell'Europa, che coprono le statue nude, che coprono i dipinti e cancellano o strappano le pagine in cui Maometto e l'Islam vengono raffigurati e descritti come il male, ... sono gli stessi che negano l'ebraicità del Monte del Tempio di Gerusalemme e che vorrebbero la fine di Israele, lo sterminio degli ebrei e la riduzione in dhimmitudine dei cristiani, la fine dell'occidente e la scomparsa dell'uomo bianco.





Onu, risoluzione nega ebraicità del Monte del Tempio di Gerusalemme
4 Dicembre 2021

https://www.progettodreyfus.com/risoluz ... el-tempio/

L’Onu ha approvato una risoluzione che riconosce esclusivamente il legame islamico con il Monte del Tempio, eliminando sia i legami ebraici che cristiani con il luogo.

Il testo, denominato “Risoluzione di Gerusalemme” è stato approvato con 129 voti contro 11 ed è frutto delle pressioni della Autorità Palestinese e di diversi paesi arabi.

Basterebbe buon senso per capire l’assurdità di una risoluzione, che falsa la storia e che ha destato serie preoccupazioni negli Stati Uniti i quali, oltre a opporsi al documento, hanno fatto sapere che “è moralmente, storicamente e politicamente sbagliato che i membri di questo organismo sostengano un linguaggio” non inclusivo, che nega l’ebraicità del Monte de Tempio.

Un rappresentante della Gran Bretagna ha affermato:

“La risoluzione adottata oggi fa riferimento ai luoghi santi di Gerusalemme in termini puramente islamici senza riconoscere la terminologia ebraica del Monte del Tempio. Il Regno Unito ha chiarito da molti anni che non concorda con questo approccio e sebbene accogliamo con favore la rimozione della maggior parte di questi riferimenti, siamo delusi dal fatto di non aver potuto trovare una soluzione al riferimento finale. Il Regno Unito ha quindi mutato il proprio voto da ‘sì’ ad ‘astenuto’. Se il riferimento sbilanciato fosse stato rimosso, il Regno Unito sarebbe stato pronto e disponibile a votare ‘sì’. Il che – ha concluso il rappresentante britannico – non deve essere frainteso come il riflesso di un cambiamento della politica del Regno Unito su Gerusalemme. È anzi un segnale importante del nostro impegno a riconoscere la storia di Gerusalemme per le tre religioni monoteiste”.

L’Unione Europea, invece, come spesso accade quando si parla della capitale d’Israele ha assunto una posizione intermedia, perché da una parte ha detto che quando si parla del Monte del Tempio non si escludere il carattere ebraico del luogo, dall’altra, invece, molti paesi aderenti hanno approvato la risoluzione.



Londra: il sindaco musulmano ridicolizza la celebrazione natalizia dei cristiani
5 dicembre 2021

https://www.islamnograzie.com/londra-il ... cristiani/

Il sindaco musulmano di Londra, Sadiq Khan, ha fatto mettere un albero di Natale sul balcone della sua residenza ufficiale a Londra. L’albero si trova all’angolo di una strada trafficata e in una parte elegante della città.

Questo ci viene riferito in modo sarcastico in un tono moralizzatore che è diventato un luogo comune da una patetica sinistra inglese e da ambientalisti impazziti alleati dei collaboratori dell’Islam come in Francia. “Il materiale utilizzato proviene da spazzini e organizzazioni di gestione dei rifiuti per illustrare la quantità di rifiuti prodotti durante le vacanze”.

Certamente, l’arte “contemporanea” ci ha abituato a trovare belli tali abomini. Nel frattempo, li vedi in alcuni parchi, in alcune piazze e rotatorie in Francia. Si tratta di un atto politico moralizzatore che utilizza l’idea dell’albero di Natale, una delle feste più sacre della religione cristiana, alla base della quale c’è il seguente messaggio: “Guardate la quantità della vostra spazzatura, voi cattivi consumatori occidentali”.

Non lo vedrai sui piazzali delle moschee di Londra! Né in Arabia Saudita né alla Mecca davanti alla pietra nera durante il pellegrinaggio musulmano. Il Natale è diventato una festa capitalista e consumistica, è vero. Abbiamo fatto molta strada dal ricordare la nascita di Gesù. Eppure, per molti cristiani in tutto il mondo, questa festa rimane una celebrazione religiosa. L’albero di Natale è solo un elemento di questa rappresentazione. Ai musulmani che vivono e hanno responsabilità in Europa non è vietato rispettare i costumi e le tradizioni dei paesi in cui hanno scelto di stabilirsi. Per una buona ragione, è difficile immaginare un sindaco cristiano in un paese musulmano che si prende gioco delle tradizioni del paese. Ancora una volta, si vedrà che Éric Zemmour ha ragione ad allarmarsi per la decadenza del mondo occidentale in generale e della Francia in particolare.

Ci sono i regali ai bambini e la leggenda di Babbo Natale, anche se presumibilmente è stato inventato da amanti dello shopping e Coca-Cola. C’è ancora San Nicola e Knecht Ruprecht nella Francia orientale, per i popoli del Nord e tra gli ortodossi. E soprattutto, la sublime magia che si può vedere negli occhi dei bambini di tutte le culture la mattina del 26 dicembre.

Che beatitudine … Tanti bei ricordi dei nostri Natali meno ricchi del nostro tempo e di quelli dei nostri figli.

Ma al sindaco musulmano di Londra non importa tanto quanto la sua prima djellaba. Abbattiamo i simboli degli infedeli uno per uno….

Chi non si è stupito alla vista degli alberi di Natale nelle piazze delle nostre città? Certo, non più a Bordeaux, non più con il Bordelais. Lei si è astenuto dal voto alle ultime elezioni locali e ora sta finalmente ottiene ciò che merita: qualche verde pazzo.

Alberto Pento
Questo demente sindaco nazi maomettano è così invasato e ignorante da non sapere che il Natale non è solo una festa religiosa cristiana, ma è una gran festa laica per gli europei e tutto l'occidente.

Buon Natale a tutta l'umanità!

Il Natale non è solo la più grande festa dei cristiani che ricorda il giorno in cui è nato l'ebreo Gesù Cristo che per i cristiani è il messia salvatore redentore dell'umanità intera;
è anche la festa della famiglia, dei figli e dei bambini, la festa della madre e del padre, del maschio e della femmina, della coppia naturale eterossuale che genera la continuità dell'umanità.
il Natale anche è la festa degli alberi e degli animali, del cielo, del sole e delle stelle;
è la festa della religiosità preistorica sciamanica, degli angeli e di Popà Noel che li incarna;
è la festa della gioia e della speranza,della vita che sempre risorge e si continua;
è il preannuncio del nuovo anno e della primavera.
Il Natale è la più grande festa europea, è la nostra festa, la festa dell'uomo di buona volontà.






Uno, mille, un milione di presepi
Marcello Veneziani
6 dicembre 2021

https://www.marcelloveneziani.com/artic ... i-presepi/

Alla vigilia dell’Immacolata, come da bambino, faremo a casa il presepe. Invito tutti a farlo a casa, e se è possibile anche a scuola e in altri spazi pubblici. Un presepe in ogni casa, per amore e per ricordo, per civiltà e per umanità, anche se non si è credenti o praticanti. Per mille ragioni nobili più una, solo una, polemica: per rispondere ai natalofobi. Non sanno cosa si perdono e cosa fanno perdere ai bambini.

Il presepe celebra la nascita di un bambino, di una famiglia, di una comunità. È la rappresentazione di un’antica alleanza tra grandi e piccini nel dolce incanto della natività. È il calore in pieno inverno, è il cielo stellato nel gelo di dicembre, è la luce nel buio della notte. Il presepe consacra la famiglia, composta da padre, madre e figlio; e celebra la casa, anche se è una nuda grotta. Il presepe rinnova una tradizione, è un esempio magico di edilizia sacra, tramite un lavoro collettivo di fondazione. A scuola bambini di ceto diverso e capacità diversa costruivano insieme una miniatura di universo e umanità, una città pacificata di anime e corpi, umili e gloriosi. E in quella famiglia vedevano la loro, anche se quella era una famiglia speciale, povera ma altolocata con una Madre ragazzina che partoriva quasi all’aperto, senza ostetrica. In quel paese che si chiamava città del pane (Betlemme) riconoscevano il loro paese; in quelle facce di pastori, venditori, pellegrini ritrovavano quelle dei loro conoscenti. Di ognuno di loro mia madre mi raccontava la storia, e loro prendevano vita; il cuore si apriva, con la fantasia, alla vita degli altri, ai travagli altrui e alla povertà; anche il più umile aveva la sua dignità, la sua storia, la sua attenzione. Il povero che offre doni è una lezione di umanità.

Il presepe è il modo concreto e favoloso per rappresentare l’alleanza tra il cielo e la terra, tra uomini e animali, tra popoli e sovrani, tra oriente e occidente. Nel presepe vedemmo per la prima volta insieme bianchi e neri, uno dei re magi era moro e non suscitava razzismo. Nel presepe imparavamo a riconoscere ed amare la natura, la bellezza dei monti riprodotti in carta da imballaggio travestita e maculata, dei fiumi e dei laghetti, anche se erano specchietti rubati alla vanità femminile; il muschio vero e la neve finta, poi le palme, il cielo stellato e il prodigio di una stella cometa posata sopra una grotta, spesso in modo precario. Ma faceva sognare quel navigatore celeste che aiutava a trovare la strada. Nel presepe acquistavano dignità gli animali più umili, a cominciare dall’asino e dal bue, primi caloriferi animati per un Divino Utente e i suoi santi congiunti. Veniva rivalutato il ciuccio, modello negativo proverbiale, a scuola e nella vita. Poi c’erano le papere, le pecore e le oche, ondeggiavano tra le dune serafici cammelli.

Il presepe apre i cuori all’aspettativa, allo stupore. È un esempio di fiducia nell’avvenire, una comunità fondata non sull’interesse ma sul comune amore per un Bambino che nasce e una fede che unisce. Chi offende una rappresentazione così dolce e innocua di vita, religione e comunità? Del presepe si possono sentire leggermente offesi solo gli eredi di Erode o quelli che al Bambino preferiscono l’abortino. Da cosa dovrebbero sentirsi offesi gli islamici o gli ebrei, se perfino la location del presepe è loro famigliare e non c’è nulla ma proprio nulla contro le loro religioni? E i bambini figli di atei o non credenti, in cosa dovrebbero sentirsi offesi, da un bambino che nasce, da un popolo raccolto intorno a lui in un tributo d’amore, dallo sfarfallio di angeli con la chitarra? Dell’angelo sospeso sulla grotta magari a loro colpirà il filo a cui sono appesi, ma perché dovrebbe irritarsi per lui? L’angelo è necessario, spiega un non credente come Massimo Cacciari in un libro che prendeva spunto da una lirica di Wallace Stevens. L’angelo, spiega il filosofo, educa, custodisce, testimonia il mistero, è l’opposto del daimon, ci conduce dal visibile all’invisibile, porta messaggi di salvezza o almeno di elevazione.

Il presepe, per i non credenti, può essere l’esempio di una società fondata sul dono, direbbero Marcel Mauss e la scuola antiutilitarista sorta in suo nome; è la generosità oltre l’utile e il profitto, lo scambio e lo sfruttamento: dedizione gratuita, cura per l’altro a partire dal più debole, il neonato.

Per chi crede, il presepe è il sacro ad altezza d’uomo, è santità a domicilio, spiritualità che si fa carne, popolo e paesaggio; una divinità che prende in braccio il mondo e lo accarezza. È anche aspra la religione, è anche tosta, esige sacrifici, è martirio e sopraffazione, a volte è l’alibi per esercitare violenza e dominio; ma nel presepe no, è l’esempio mite di comunità armoniosa, di beatitudine casereccia, perfino musicale, di gratuità nel darsi, di bellezza del cammino per ritrovarsi uniti davanti all’Uno, l’Inizio, l’Evento eccezionale.

Chi preferisce l’Albero ha una visione più laica del Natale e della vita, più nordica e iconoclasta, protestante e calvinista, denatalizzata e consumista anche se si traveste di ecologico; è tendenzialmente più individualista e più incline al regno delle merci in forma di regali. Il Presepe dona una visione più religiosa del Natale e della vita, più italo-mediterranea, più cattolica, personalista e comunitaria, più incline al regno degli affetti, dei figli e delle figure umane. L’Albero viene dal Nord, ricorda i lapponi e Babbo Natale, anzi Santa Claus, evoca la neve e le montagne; invece il presepe viene da Greccio, in Umbria, made in San Francesco, il più italiano dei santi e il più santo degli italiani disse Nonricordochi; evoca i Sud e l’Oriente, le dune e i datteri, l’umanità e la natività. Anche l’Albero è bello, ma sta bene al fianco del presepe.

Da bambino ero assistente alla regia del presepe, che era di mia madre; anche per lei faccio ancora il presepe, e mentre lo faccio, sento che mi sta dando una mano.


Natale, nel presepe del prete no global Gesù è in gommone. “Pietro e Abramo? Oggi sarebbero clandestini”
24 dicembre 2015
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/1 ... i/2330749/
Ha deciso di postare su Facebook la foto del presepe della sua parrocchia di Mercogliano, in provincia di Avellino. Niente bue e asinello, niente Maria e Giuseppe per don Vitaliano della Sala, sacerdote no global vicino a Francesco Caruso e ai disobbedienti di Luca Casarini. Quest’anno, scrive in un post sul suo sito, “Gesù nasce sul gommone“. Ne mette uno giallo davanti all’altare, al posto della mangiatoia, ed è simile a quelli usati dai migranti per attraversare il Mediterraneo e arrivare in Europa.

don vitaliano facebookDentro c’è il tradizionale Gesù Bambino che, a differenza di quello nella grotta, è sdraiato su un salvagente. Dietro una scritta: “Ora sono profugo, perché non mi accogli?”. E davanti al gonfiabile un’immagine che nel 2015 è stata il simbolo delle tragedie in mare: è la foto di Aylan Kurdi, bimbo di tre anni morto in un naufragio mentre fuggiva con la famiglia dalla Siria.
“Abramo, Mosè e Giosuè, i padri dell’ebraismo, e dunque padri anche del cristianesimo, furono degli “immigrati” nella Terra promessa – scrive il sacerdote, che al G8 di Genova si trovava a Piazza Alimonda, durante gli scontri che hanno portato alla morte di Carlo Giuliani -. E sappiamo bene che Pietro, duemila anni fa, giunse a Roma, riuscendo a fondarvi la Chiesa: oggi, forse, se pure gli fosse riuscito di raggiungere vivo la città eterna – e di non crepare asfissiato nella stiva di qualche nave – verrebbe espulso come clandestino”.
Poi don Vitaliano ricorda che “le migrazioni sono inarrestabili” e promette: “Accoglieremo tutte le sorelle e tutti i fratelli ‘clandestini‘ che vorranno farci dono della loro presenza, e attraverso loro accoglieremo Dio stesso che ci fa il dono della sua visita”. Quindi, aggiunge, “è giunta l’ora di rivendicare il nostro diritto ad essere antirazzisti, uscendo allo scoperto con la stella di Davide cucita sulla giacca pur senza essere ebrei, dichiarandoci idealmente siriani o afghani pur essendo nati in Italia e tutto questo semplicemente perché siamo esseri umani e cristiani“.


Pordenone, l’imam sul presepe a scuola: "Meglio l’albero, è per tutti"
Il leader della comunità islamica interviene sui simboli della Natività negli istituti. Il consigliere delegato Basso: «Nessuna indicazione, ma io ho scelto e lo allestirò» di Chiara Benotti
12 dicembre 2017
https://archive.md/rYd9B
PORDENONE. Dibattito aperto sul presepe nelle scuole di Pordenone, dalle sezioni d’infanzia alle superiori. Il tasso degli alunni provenienti da famiglie islamiche è al 15% e si confronta col via libera alla rappresentazione della Natività dato dal consigliere delegato all’istruzione Alessandro Basso.

L’imam Mohamed Hosny è di diverso avviso: «L’albero è un bellissimo simbolo del Natale nelle scuole ed è per tutti – ha detto –. Per quanto riguarda la croce o un simbolo di chiara identità religiosa come il presepe, meglio evitarli nelle scuole.
Penso sia meglio evitare di allestire i simboli di tutte le religioni a scuola: siano islamici, buddhisti, induisti e cristiani o protestanti – ha proseguito il leader dei 3 mila islamici nel Friuli Occidentale –. Questo, nel massimo rispetto per tutte le fedi e tutte le religioni».

Basso, però, va avanti con il “partito del presepe” nelle quattro scuole che dirige e incassa consensi nella stragrande maggioranza degli istituti. Voce fuori dal coro quella del docente Loris Tissiino, che dal Mattiussi ha dichiarato: «La scuola deve insegnare a mettere in dubbio le tradizioni – ha detto –, non a tramandarle a prescindere dalla loro fondatezza e ragionevolezza. Si può tollerare un presepe allestito in un angolino dei locali per i bidelli, ma nessuna indicazione dalla dirigenza».

Per Basso è una scelta di rispetto per l’identità e la tradizione culturale. «Non ho dato indicazioni alle scuole di Pordenone – ha voluto precisare –. Da dirigente ho semplicemente scelto di allestire il presepe come scuola come simbolo culturale, storico, religioso in Isis Marchesini, Ipsia Della Valentina, Ipsia Carniello a Sacile e Brugnera e nell’istituto comprensivo di Prata”.

«Presepe anche nel liceo Galvani – ha confermato la dirigente Laura Borin – e nell’istituto comprensivo a Caneva». Al liceo Grigoletti presepi in allestimento: «Tradizione confermata» ha detto la dirigente Ornella Varin. Al Leopardi-Majorana la dirigente
Tassan Viol ha una collezione di presepi. «Natale – ha messo in chiaro Tassan Viol – è una festa cristiana».

«Basso, però, non può parlare a nome dei cittadini – ha ribadito Tissino –. Tanti non sono cristiani».



Presepe blasfemo a Bologna, parroco sostituisce Gesù Bambino con un branco di clandestini
13 dicembre 2021
https://voxnews.info/2021/12/13/presepe ... andestini/
La lanterna verde appesa e accesa sopra il portone d’ingresso della chiesa e sul sagrato un presepe a grandezza naturale con la Sacra Famiglia sostituita dai clandestini.
Le figure della Natività, infatti, questa volta sono ‘statue’ a grandezza naturale che impersonano migranti. La stalla di Betlemme diventa così un accampamento di invasori, Giuseppe e Maria sono avvolti nelle coperte argentate che di solito si usano per sollazzare e scaldare i clandestini; non ci sono il bue e l’asinello, ma per scaldarsi c’è un fuocherello da campo con una pentola.

Solita marchetta agli invasori con un occhio rivolto alla marcia islamica che sta assaltando la Polonia e ai barconi che si abbattono sull’Italia.
Non ci sono i pastori adoranti, ma due immigrati in sciarpa, guanti e cappello. Non c’è la pecorella, evidentemente se la sono sbattuta lungo il cammino, ma il ‘manichino’ di un povero cane, “perché è più facile che sia questa la scena che si incontra tra i migranti bloccati ai confini”, raccontano gli allestitori del blasfemo presepe.
Ovvero, i parrocchiani di San Bartolomeo della Beverara di Bologna che, accanto alla raffigurazione tradizionale della nascita di Gesù allestita all’interno della chiesa, ha scelto di realizzare anche questa. “L’idea è venuta da loro”, dice il parroco, don Maurizio Mattarelli. E lui ha detto ‘sì’.
Prima è stata messa la lanterna verde adottata dai cittadini polacchi per indicare a chi riuscisse ad attraversare la frontiera con la Bielorussia che in quella casa troverà un accoglione ad attenderlo.
Vi consigliamo di presentarvi in queste case se siete uno dei ventimila italiani senzatetto.
Nelle chiese rimarranno quattro preti e qualche accoglione. Stanno distruggendo il Cristianesimo.
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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:06 pm

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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 6:06 pm

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Re: Buon Natale, Bon Nadal, Merry Christmas

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:41 pm

Contro la recita di Natale per non discriminare i novax.


La scuola materna annulla la recita di Natale per non discriminare i genitori No vax - Prima Belluno
Succede a Garbagnate, nel Milanese, e sono volati gli stracci tra genitori vaccinati e non.
05 Dicembre 2021

https://primabelluno.it/glocal-news/la- ... ri-no-vax/

La scuola materna annulla la recita di Natale dei bambini a causa del Covid. Normale, direte voi, per evitare affollamento o potenziali contagi all'interno del teatro. E invece no. Perché dietro la decisione della materna Cabella di Garbagnate c'è il desiderio di non discriminare i genitori No vax, che con l'entrata in vigore del Super Green pass non potrebbero accedere ai locali e dunque non avrebbero l'opportunità di vedere i propri figli all'opera. Una decisione che ha già scatenato più di una polemica.

Niente recita alla scuola materna per non penalizzare i genitori No vax

Come racconta Prima Milano Ovest, teatro dei fatti è la scuola dell'infanzia Cabella di Garbagnate, dove per il secondo anno di fila è stata annullata la recita di Natale dei piccoli. Dodici mesi fa la decisione arrivò per ovvie ragioni legate alla pandemia, e quest’anno si sperava di farla nell'auditorium con il Green Pass, ma l'entrata in vigore del certificato "rafforzato" ha scombinato i piani della scuola. I genitori non vaccinati, infatti, non avrebbero più potuto accedere con il solo tampone (il decreto prevede che all'interno di auditorium, cinema e teatri possano entrare solo coloro che hanno il certificato da guarigione o da vaccino).

La decisione della dirigente

La recita era fissata per mercoledì 22 dicembre 2021. Ma nei giorni arrivato un messaggio inviato via Whatsapp ha informato i genitori del cambio di rotta. La scuola infatti ha deciso di realizzare un filmato dello spettacolo fatto a porte chiuse e poi distribuire il video alle famiglie.

"Vogliamo rimanere sulla nostra linea educativa pro inclusione e all'idea di dover escludere alcuni bambini perché non avrebbero avuto nessuno in platea, ci si è stretto il cuore".

Le polemiche

L’inclusione sembra comprendere l’assecondare le ragioni di chi non vuole vaccinarsi. Infatti in una seconda missiva si legge "L’evoluzione della normativa sanitaria potrebbe discriminare alcune famiglie alle quali sarebbe impedito l’accesso al teatro e di conseguenza non tutti i bambini potrebbero partecipare alla rappresentazione". Morale: chiuse le porte e filmato a tutte le famiglie.

L’idea di non essere in teatro a scambiarsi sorrisi e commenti con gli altri genitori ha mandato su tutte le furie i genitori muniti di Green Pass. "Adesso per colpa di quei pochi che non hanno fatto il vaccino ci rimettono tutti. Non sono stati ascoltati quelli che hanno proposto di fare lo spettacolo secondo legge e cioè con la partecipazione di tutti i bambini e interdire l’accesso a teatro solo a chi non è munito di Green Pass", ha commentato qualcuno. Pare addirittura che siano intercorse telefonate tra vaccinati e non vaccinati con reciproche accuse e inviti a togliere il proprio bambino dalla scuola.

Elisabetta Piovani, direttrice del Cabella raggiunta al telefono, ha motivato così la scelta:

"Le nostre idee sono maturate in un’ottica di inclusione di tutti. E’ una decisione presa per tutelare la salute di tutti".

Il commento del parroco

Mercoledì il gruppo whatsapp della scuola, dopo l’interessamento di Settegiorni, è stato bloccato all’accesso dei genitori i quali si sono accorti che possono scriverci solo i rappresentanti di classe e la direzione dell’asilo. Poco prima, riferiscono, è stato inviato un messaggio nel quale la direzione della Cabella ha proposto di fare lo spettacolo nella Basilica di Garbagnate dove possono accedere tutti.

Il parroco Natale Castelli commenta così:

"In virtù della situazione che stiamo vivendo è stata fatta una scelta a nostro avviso giusta: quella di fare lo spettacolo in un luogo qualsiasi (non importa se Auditorium o altro) a porte chiuse videoregistrando e poi distribuendo il filmato a tutti. Del resto lo stanno facendo anche altri asili della zona e tutti i genitori hanno capito" .
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