Quelli che vietano il Natale, che tolgono il crocefisso, che non fanno il presepio, che negano le radici giudaico cristiane dell'Europa, che coprono le statue nude, che coprono i dipinti e cancellano o strappano le pagine in cui Maometto e l'Islam vengono raffigurati e descritti come il male, ... sono gli stessi che negano l'ebraicità del Monte del Tempio di Gerusalemme e che vorrebbero la fine di Israele, lo sterminio degli ebrei e la riduzione in dhimmitudine dei cristiani, la fine dell'occidente e la scomparsa dell'uomo bianco. Onu, risoluzione nega ebraicità del Monte del Tempio di Gerusalemme4 Dicembre 2021
https://www.progettodreyfus.com/risoluz ... el-tempio/ L’Onu ha approvato una risoluzione che riconosce esclusivamente il legame islamico con il Monte del Tempio, eliminando sia i legami ebraici che cristiani con il luogo.
Il testo, denominato “Risoluzione di Gerusalemme” è stato approvato con 129 voti contro 11 ed è frutto delle pressioni della Autorità Palestinese e di diversi paesi arabi.
Basterebbe buon senso per capire l’assurdità di una risoluzione, che falsa la storia e che ha destato serie preoccupazioni negli Stati Uniti i quali, oltre a opporsi al documento, hanno fatto sapere che “è moralmente, storicamente e politicamente sbagliato che i membri di questo organismo sostengano un linguaggio” non inclusivo, che nega l’ebraicità del Monte de Tempio.
Un rappresentante della Gran Bretagna ha affermato:
“La risoluzione adottata oggi fa riferimento ai luoghi santi di Gerusalemme in termini puramente islamici senza riconoscere la terminologia ebraica del Monte del Tempio. Il Regno Unito ha chiarito da molti anni che non concorda con questo approccio e sebbene accogliamo con favore la rimozione della maggior parte di questi riferimenti, siamo delusi dal fatto di non aver potuto trovare una soluzione al riferimento finale. Il Regno Unito ha quindi mutato il proprio voto da ‘sì’ ad ‘astenuto’. Se il riferimento sbilanciato fosse stato rimosso, il Regno Unito sarebbe stato pronto e disponibile a votare ‘sì’. Il che – ha concluso il rappresentante britannico – non deve essere frainteso come il riflesso di un cambiamento della politica del Regno Unito su Gerusalemme. È anzi un segnale importante del nostro impegno a riconoscere la storia di Gerusalemme per le tre religioni monoteiste”.
L’Unione Europea, invece, come spesso accade quando si parla della capitale d’Israele ha assunto una posizione intermedia, perché da una parte ha detto che quando si parla del Monte del Tempio non si escludere il carattere ebraico del luogo, dall’altra, invece, molti paesi aderenti hanno approvato la risoluzione.
Londra: il sindaco musulmano ridicolizza la celebrazione natalizia dei cristiani
5 dicembre 2021
https://www.islamnograzie.com/londra-il ... cristiani/Il sindaco musulmano di Londra, Sadiq Khan, ha fatto mettere un albero di Natale sul balcone della sua residenza ufficiale a Londra. L’albero si trova all’angolo di una strada trafficata e in una parte elegante della città.
Questo ci viene riferito in modo sarcastico in un tono moralizzatore che è diventato un luogo comune da una patetica sinistra inglese e da ambientalisti impazziti alleati dei collaboratori dell’Islam come in Francia. “Il materiale utilizzato proviene da spazzini e organizzazioni di gestione dei rifiuti per illustrare la quantità di rifiuti prodotti durante le vacanze”.
Certamente, l’arte “contemporanea” ci ha abituato a trovare belli tali abomini. Nel frattempo, li vedi in alcuni parchi, in alcune piazze e rotatorie in Francia. Si tratta di un atto politico moralizzatore che utilizza l’idea dell’albero di Natale, una delle feste più sacre della religione cristiana, alla base della quale c’è il seguente messaggio: “Guardate la quantità della vostra spazzatura, voi cattivi consumatori occidentali”.
Non lo vedrai sui piazzali delle moschee di Londra! Né in Arabia Saudita né alla Mecca davanti alla pietra nera durante il pellegrinaggio musulmano. Il Natale è diventato una festa capitalista e consumistica, è vero. Abbiamo fatto molta strada dal ricordare la nascita di Gesù. Eppure, per molti cristiani in tutto il mondo, questa festa rimane una celebrazione religiosa. L’albero di Natale è solo un elemento di questa rappresentazione. Ai musulmani che vivono e hanno responsabilità in Europa non è vietato rispettare i costumi e le tradizioni dei paesi in cui hanno scelto di stabilirsi. Per una buona ragione, è difficile immaginare un sindaco cristiano in un paese musulmano che si prende gioco delle tradizioni del paese. Ancora una volta, si vedrà che Éric Zemmour ha ragione ad allarmarsi per la decadenza del mondo occidentale in generale e della Francia in particolare.
Ci sono i regali ai bambini e la leggenda di Babbo Natale, anche se presumibilmente è stato inventato da amanti dello shopping e Coca-Cola. C’è ancora San Nicola e Knecht Ruprecht nella Francia orientale, per i popoli del Nord e tra gli ortodossi. E soprattutto, la sublime magia che si può vedere negli occhi dei bambini di tutte le culture la mattina del 26 dicembre.
Che beatitudine … Tanti bei ricordi dei nostri Natali meno ricchi del nostro tempo e di quelli dei nostri figli.
Ma al sindaco musulmano di Londra non importa tanto quanto la sua prima djellaba. Abbattiamo i simboli degli infedeli uno per uno….
Chi non si è stupito alla vista degli alberi di Natale nelle piazze delle nostre città? Certo, non più a Bordeaux, non più con il Bordelais. Lei si è astenuto dal voto alle ultime elezioni locali e ora sta finalmente ottiene ciò che merita: qualche verde pazzo.
Alberto PentoQuesto demente sindaco nazi maomettano è così invasato e ignorante da non sapere che il Natale non è solo una festa religiosa cristiana, ma è una gran festa laica per gli europei e tutto l'occidente.
Buon Natale a tutta l'umanità!
Il Natale non è solo la più grande festa dei cristiani che ricorda il giorno in cui è nato l'ebreo Gesù Cristo che per i cristiani è il messia salvatore redentore dell'umanità intera;
è anche la festa della famiglia, dei figli e dei bambini, la festa della madre e del padre, del maschio e della femmina, della coppia naturale eterossuale che genera la continuità dell'umanità.
il Natale anche è la festa degli alberi e degli animali, del cielo, del sole e delle stelle;
è la festa della religiosità preistorica sciamanica, degli angeli e di Popà Noel che li incarna;
è la festa della gioia e della speranza,della vita che sempre risorge e si continua;
è il preannuncio del nuovo anno e della primavera.
Il Natale è la più grande festa europea, è la nostra festa, la festa dell'uomo di buona volontà.
Uno, mille, un milione di presepi Marcello Veneziani
6 dicembre 2021
https://www.marcelloveneziani.com/artic ... i-presepi/Alla vigilia dell’Immacolata, come da bambino, faremo a casa il presepe. Invito tutti a farlo a casa, e se è possibile anche a scuola e in altri spazi pubblici. Un presepe in ogni casa, per amore e per ricordo, per civiltà e per umanità, anche se non si è credenti o praticanti. Per mille ragioni nobili più una, solo una, polemica: per rispondere ai natalofobi. Non sanno cosa si perdono e cosa fanno perdere ai bambini.
Il presepe celebra la nascita di un bambino, di una famiglia, di una comunità. È la rappresentazione di un’antica alleanza tra grandi e piccini nel dolce incanto della natività. È il calore in pieno inverno, è il cielo stellato nel gelo di dicembre, è la luce nel buio della notte. Il presepe consacra la famiglia, composta da padre, madre e figlio; e celebra la casa, anche se è una nuda grotta. Il presepe rinnova una tradizione, è un esempio magico di edilizia sacra, tramite un lavoro collettivo di fondazione. A scuola bambini di ceto diverso e capacità diversa costruivano insieme una miniatura di universo e umanità, una città pacificata di anime e corpi, umili e gloriosi. E in quella famiglia vedevano la loro, anche se quella era una famiglia speciale, povera ma altolocata con una Madre ragazzina che partoriva quasi all’aperto, senza ostetrica. In quel paese che si chiamava città del pane (Betlemme) riconoscevano il loro paese; in quelle facce di pastori, venditori, pellegrini ritrovavano quelle dei loro conoscenti. Di ognuno di loro mia madre mi raccontava la storia, e loro prendevano vita; il cuore si apriva, con la fantasia, alla vita degli altri, ai travagli altrui e alla povertà; anche il più umile aveva la sua dignità, la sua storia, la sua attenzione. Il povero che offre doni è una lezione di umanità.
Il presepe è il modo concreto e favoloso per rappresentare l’alleanza tra il cielo e la terra, tra uomini e animali, tra popoli e sovrani, tra oriente e occidente. Nel presepe vedemmo per la prima volta insieme bianchi e neri, uno dei re magi era moro e non suscitava razzismo. Nel presepe imparavamo a riconoscere ed amare la natura, la bellezza dei monti riprodotti in carta da imballaggio travestita e maculata, dei fiumi e dei laghetti, anche se erano specchietti rubati alla vanità femminile; il muschio vero e la neve finta, poi le palme, il cielo stellato e il prodigio di una stella cometa posata sopra una grotta, spesso in modo precario. Ma faceva sognare quel navigatore celeste che aiutava a trovare la strada. Nel presepe acquistavano dignità gli animali più umili, a cominciare dall’asino e dal bue, primi caloriferi animati per un Divino Utente e i suoi santi congiunti. Veniva rivalutato il ciuccio, modello negativo proverbiale, a scuola e nella vita. Poi c’erano le papere, le pecore e le oche, ondeggiavano tra le dune serafici cammelli.
Il presepe apre i cuori all’aspettativa, allo stupore. È un esempio di fiducia nell’avvenire, una comunità fondata non sull’interesse ma sul comune amore per un Bambino che nasce e una fede che unisce. Chi offende una rappresentazione così dolce e innocua di vita, religione e comunità? Del presepe si possono sentire leggermente offesi solo gli eredi di Erode o quelli che al Bambino preferiscono l’abortino. Da cosa dovrebbero sentirsi offesi gli islamici o gli ebrei, se perfino la location del presepe è loro famigliare e non c’è nulla ma proprio nulla contro le loro religioni? E i bambini figli di atei o non credenti, in cosa dovrebbero sentirsi offesi, da un bambino che nasce, da un popolo raccolto intorno a lui in un tributo d’amore, dallo sfarfallio di angeli con la chitarra? Dell’angelo sospeso sulla grotta magari a loro colpirà il filo a cui sono appesi, ma perché dovrebbe irritarsi per lui? L’angelo è necessario, spiega un non credente come Massimo Cacciari in un libro che prendeva spunto da una lirica di Wallace Stevens. L’angelo, spiega il filosofo, educa, custodisce, testimonia il mistero, è l’opposto del daimon, ci conduce dal visibile all’invisibile, porta messaggi di salvezza o almeno di elevazione.
Il presepe, per i non credenti, può essere l’esempio di una società fondata sul dono, direbbero Marcel Mauss e la scuola antiutilitarista sorta in suo nome; è la generosità oltre l’utile e il profitto, lo scambio e lo sfruttamento: dedizione gratuita, cura per l’altro a partire dal più debole, il neonato.
Per chi crede, il presepe è il sacro ad altezza d’uomo, è santità a domicilio, spiritualità che si fa carne, popolo e paesaggio; una divinità che prende in braccio il mondo e lo accarezza. È anche aspra la religione, è anche tosta, esige sacrifici, è martirio e sopraffazione, a volte è l’alibi per esercitare violenza e dominio; ma nel presepe no, è l’esempio mite di comunità armoniosa, di beatitudine casereccia, perfino musicale, di gratuità nel darsi, di bellezza del cammino per ritrovarsi uniti davanti all’Uno, l’Inizio, l’Evento eccezionale.
Chi preferisce l’Albero ha una visione più laica del Natale e della vita, più nordica e iconoclasta, protestante e calvinista, denatalizzata e consumista anche se si traveste di ecologico; è tendenzialmente più individualista e più incline al regno delle merci in forma di regali. Il Presepe dona una visione più religiosa del Natale e della vita, più italo-mediterranea, più cattolica, personalista e comunitaria, più incline al regno degli affetti, dei figli e delle figure umane. L’Albero viene dal Nord, ricorda i lapponi e Babbo Natale, anzi Santa Claus, evoca la neve e le montagne; invece il presepe viene da Greccio, in Umbria, made in San Francesco, il più italiano dei santi e il più santo degli italiani disse Nonricordochi; evoca i Sud e l’Oriente, le dune e i datteri, l’umanità e la natività. Anche l’Albero è bello, ma sta bene al fianco del presepe.
Da bambino ero assistente alla regia del presepe, che era di mia madre; anche per lei faccio ancora il presepe, e mentre lo faccio, sento che mi sta dando una mano.
Natale, nel presepe del prete no global Gesù è in gommone. “Pietro e Abramo? Oggi sarebbero clandestini”24 dicembre 2015
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/1 ... i/2330749/Ha deciso di postare su Facebook la foto del presepe della sua parrocchia di Mercogliano, in provincia di Avellino. Niente bue e asinello, niente Maria e Giuseppe per don Vitaliano della Sala, sacerdote no global vicino a Francesco Caruso e ai disobbedienti di Luca Casarini. Quest’anno, scrive in un post sul suo sito, “Gesù nasce sul gommone“. Ne mette uno giallo davanti all’altare, al posto della mangiatoia, ed è simile a quelli usati dai migranti per attraversare il Mediterraneo e arrivare in Europa.
don vitaliano facebookDentro c’è il tradizionale Gesù Bambino che, a differenza di quello nella grotta, è sdraiato su un salvagente. Dietro una scritta: “Ora sono profugo, perché non mi accogli?”. E davanti al gonfiabile un’immagine che nel 2015 è stata il simbolo delle tragedie in mare: è la foto di Aylan Kurdi, bimbo di tre anni morto in un naufragio mentre fuggiva con la famiglia dalla Siria.
“Abramo, Mosè e Giosuè, i padri dell’ebraismo, e dunque padri anche del cristianesimo, furono degli “immigrati” nella Terra promessa – scrive il sacerdote, che al G8 di Genova si trovava a Piazza Alimonda, durante gli scontri che hanno portato alla morte di Carlo Giuliani -. E sappiamo bene che Pietro, duemila anni fa, giunse a Roma, riuscendo a fondarvi la Chiesa: oggi, forse, se pure gli fosse riuscito di raggiungere vivo la città eterna – e di non crepare asfissiato nella stiva di qualche nave – verrebbe espulso come clandestino”.
Poi don Vitaliano ricorda che “le migrazioni sono inarrestabili” e promette: “Accoglieremo tutte le sorelle e tutti i fratelli ‘clandestini‘ che vorranno farci dono della loro presenza, e attraverso loro accoglieremo Dio stesso che ci fa il dono della sua visita”. Quindi, aggiunge, “è giunta l’ora di rivendicare il nostro diritto ad essere antirazzisti, uscendo allo scoperto con la stella di Davide cucita sulla giacca pur senza essere ebrei, dichiarandoci idealmente siriani o afghani pur essendo nati in Italia e tutto questo semplicemente perché siamo esseri umani e cristiani“.
Pordenone, l’imam sul presepe a scuola: "Meglio l’albero, è per tutti"Il leader della comunità islamica interviene sui simboli della Natività negli istituti. Il consigliere delegato Basso: «Nessuna indicazione, ma io ho scelto e lo allestirò» di Chiara Benotti
12 dicembre 2017
https://archive.md/rYd9BPORDENONE. Dibattito aperto sul presepe nelle scuole di Pordenone, dalle sezioni d’infanzia alle superiori. Il tasso degli alunni provenienti da famiglie islamiche è al 15% e si confronta col via libera alla rappresentazione della Natività dato dal consigliere delegato all’istruzione Alessandro Basso.
L’imam Mohamed Hosny è di diverso avviso: «L’albero è un bellissimo simbolo del Natale nelle scuole ed è per tutti – ha detto –. Per quanto riguarda la croce o un simbolo di chiara identità religiosa come il presepe, meglio evitarli nelle scuole.
Penso sia meglio evitare di allestire i simboli di tutte le religioni a scuola: siano islamici, buddhisti, induisti e cristiani o protestanti – ha proseguito il leader dei 3 mila islamici nel Friuli Occidentale –. Questo, nel massimo rispetto per tutte le fedi e tutte le religioni».
Basso, però, va avanti con il “partito del presepe” nelle quattro scuole che dirige e incassa consensi nella stragrande maggioranza degli istituti. Voce fuori dal coro quella del docente Loris Tissiino, che dal Mattiussi ha dichiarato: «La scuola deve insegnare a mettere in dubbio le tradizioni – ha detto –, non a tramandarle a prescindere dalla loro fondatezza e ragionevolezza. Si può tollerare un presepe allestito in un angolino dei locali per i bidelli, ma nessuna indicazione dalla dirigenza».
Per Basso è una scelta di rispetto per l’identità e la tradizione culturale. «Non ho dato indicazioni alle scuole di Pordenone – ha voluto precisare –. Da dirigente ho semplicemente scelto di allestire il presepe come scuola come simbolo culturale, storico, religioso in Isis Marchesini, Ipsia Della Valentina, Ipsia Carniello a Sacile e Brugnera e nell’istituto comprensivo di Prata”.
«Presepe anche nel liceo Galvani – ha confermato la dirigente Laura Borin – e nell’istituto comprensivo a Caneva». Al liceo Grigoletti presepi in allestimento: «Tradizione confermata» ha detto la dirigente Ornella Varin. Al Leopardi-Majorana la dirigente
Tassan Viol ha una collezione di presepi. «Natale – ha messo in chiaro Tassan Viol – è una festa cristiana».
«Basso, però, non può parlare a nome dei cittadini – ha ribadito Tissino –. Tanti non sono cristiani».
Presepe blasfemo a Bologna, parroco sostituisce Gesù Bambino con un branco di clandestini13 dicembre 2021
https://voxnews.info/2021/12/13/presepe ... andestini/La lanterna verde appesa e accesa sopra il portone d’ingresso della chiesa e sul sagrato un presepe a grandezza naturale con la Sacra Famiglia sostituita dai clandestini.
Le figure della Natività, infatti, questa volta sono ‘statue’ a grandezza naturale che impersonano migranti. La stalla di Betlemme diventa così un accampamento di invasori, Giuseppe e Maria sono avvolti nelle coperte argentate che di solito si usano per sollazzare e scaldare i clandestini; non ci sono il bue e l’asinello, ma per scaldarsi c’è un fuocherello da campo con una pentola.
Solita marchetta agli invasori con un occhio rivolto alla marcia islamica che sta assaltando la Polonia e ai barconi che si abbattono sull’Italia.
Non ci sono i pastori adoranti, ma due immigrati in sciarpa, guanti e cappello. Non c’è la pecorella, evidentemente se la sono sbattuta lungo il cammino, ma il ‘manichino’ di un povero cane, “perché è più facile che sia questa la scena che si incontra tra i migranti bloccati ai confini”, raccontano gli allestitori del blasfemo presepe.
Ovvero, i parrocchiani di San Bartolomeo della Beverara di Bologna che, accanto alla raffigurazione tradizionale della nascita di Gesù allestita all’interno della chiesa, ha scelto di realizzare anche questa. “L’idea è venuta da loro”, dice il parroco, don Maurizio Mattarelli. E lui ha detto ‘sì’.
Prima è stata messa la lanterna verde adottata dai cittadini polacchi per indicare a chi riuscisse ad attraversare la frontiera con la Bielorussia che in quella casa troverà un accoglione ad attenderlo.
Vi consigliamo di presentarvi in queste case se siete uno dei ventimila italiani senzatetto.
Nelle chiese rimarranno quattro preti e qualche accoglione. Stanno distruggendo il Cristianesimo.