USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer apr 27, 2022 1:51 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer apr 27, 2022 1:51 pm

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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mar mag 03, 2022 7:45 pm

25)
Aggressione russa dell'Ucraina



Dov'è il nazismo e chi è il nazista in Ucraina e in Russia?
viewtopic.php?f=143&t=3003
Dove sta il nazismo e chi è il nazista nella questione Ucraina Russia?
Non è difficile e non ci vuole molto per capirlo.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 1493516620

Patriottismo, indipendentismo, nazionalismo e nazismo in Ucraina e in Russia
e la Russia nazi fascista e comunista, suprematista e imperialista del falso cristiano Putin il violento e criminale dittatore russo
viewtopic.php?f=143&t=3004
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9263248411

Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3266258465

Le demenzialità, le menzogne e le calunnie contro gli USA e la NATO
viewtopic.php?f=143&t=3005
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 1061722663

Il Donbass e la Crimea sono parte dell'Ucraina e non della Russia
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1613077124

Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non dei russi e della Russia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 143&t=3000
https://www.facebook.com/profile.php?id=100078666805876







Il figlio di Trump è proprio stupidello e ignorantello, speriamo che suo padre gli tiri le orecchie!
Non sa che nella scala della corruzione planetaria la Russia è più corrotta dell'Ucraina e che la corruzione è un portato del totalitarismo dell'URSS della Russia sovietica e del sistema oligarchico russo presente anche in Ucraina, ma che è in via di estinzione con il processo di liberazione e di derussificazione.


Donald Trump Jr.: «Ucraina uno dei Paesi più corrotti al mondo, usare quei 33 miliardi per i bisognosi americani»
Il figlio dell'ex presidente Usa commenta così il pacchetto di aiuti da 33 miliardi di dollari richiesto al Congresso da Joe Biden in favore di Kiev

Venerdì 29 Aprile 2022

https://www.ilmessaggero.it/mondo/donal ... 58914.html

Donald Trump Jr., figlio dell'ex presidente degli Stati Uniti, ha definito l'Ucraina «uno dei Paesi più corrotti al mondo». Il primogenito di Donald e Ivana Trump - commentando il pacchetto di aiuti da 33 miliardi di dollari richiesto al Congresso da Joe Biden in favore di Kiev - ha scritto su Twitter: «Che ne dici se li usiamo per aiutare gli americani bisognosi? O forse per proteggere i nostri confini? Forse far ripartire il nostro settore energetico? Istruzione? No, invece li daremo a uno dei Paesi più corrotti del mondo, dove sono sicuro che la maggior parte sarà saccheggiata da politici corrotti».

Biden: «Cruciale che richiesta fondi sia approvata velocemente»

Biden oggi ha twittato: «È cruciale che la mia richiesta di fondi sia approvata il più velocemente possibile». Il presidente Usa ha sottolineato: «Se non aiutiamo gli ucraini a difendere il loro Paese restiamo a guardare mentre i russi continuano a compiere atrocità ed aggressioni».


Zelensky: «Grato al popolo americano e a Biden»

«Sono grato al popolo americano e personalmente al presidente Biden», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Più di 20 miliardi potranno andare alla difesa. Sono previsti più di 8 miliardi di dollari per il sostegno economico. Altri 3 miliardi di dollari andranno agli aiuti umanitari», ha aggiunto Zelensky, spiegando che si tratta di «passo molto importante per gli Stati Uniti». «Insieme, possiamo certamente fermare l'aggressione russa e difendere la libertà in Europa», ha sottolineato.



Tutti i paesi ex URSS sono corrotti e Russia è la più corrotta.

Indice di percezione della corruzione
https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di ... corruzione

Nel 2021

Danimarca 1 posto
Svizzera 3
Germania 9
Australia 11
Giappone 19
Irlanda 20
USA 25
Lituania e Israele 35
Polonia 45
Italia 52
Armenia 60
Albania 104
Ucraina 117
Russia 129
Somalia e Sudan del Sud 179 posto



Lettere dalla Russia: la Russia nel 1839,
del marchese Astolphe de Custine
https://it.wikipedia.org/wiki/Astolphe_de_Custine

Ma la fama imperitura, per cui ancor oggi il marchese de Custine è celebre, riguarda il reportage del suo viaggio in Russia nel 1839, intitolato La Russie en 1839 (in italiano: Lettere dalla Russia: la Russia nel 1839). Il libro documenta non solo il viaggio fisico nell'Impero russo - nella capitale, alla corte imperiale, nelle campagne, tra gli apparati statali - riportato attraverso lettere che per ragioni prudenziali non vennero mai spedite, ma abbraccia anche acute riflessioni sulla società, l'economia e lo stile di vita del popolo durante il regno di Nicola I.

Così spiegava il sentimento di ammirazione che lo guidò alla partenza: «recatomi in Russia per cercarvi argomenti contro il governo rappresentativo, ne ritorno partigiano delle costituzioni». Rimase profondamente colpito dagli abusi della dispotica autocrazia russa e dalla sua inefficiente burocrazia. Scrisse:

«i russi sono uomini orientali, avvezzi a respirare l'incenso più greve e a dispensarlo. Sono sempre convinti di essere credibili allorché si lodano a vicenda. Gente convinta di essere nel giusto anche quando compiono le peggiori efferatezze»

L'opera suscitò immediato rumore e qualche reazione politica.. Il resoconto fu il suo unico, inaspettato, successo nella carriera letteraria che bramava: divenuto ben presto un bestseller internazionale, suscitò grandi consensi tra il pubblico liberale e bourgeois nell'Europa occidentale, meritando una traduzione in russo, che però venne subito vietata dalla censura governativa in Russia. Il testo di Custine è tuttora considerato, per la profondità e la preveggenza dell'analisi sulle pieghe e le piaghe del sistema dispotico zarista, il corrispettivo per la Russia del famoso saggio scritto da Alexis de Tocqueville, La democrazia in America, che Astolphe aveva già letto. De Custine fu riscoperto solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando le sue annotazioni sul tirannico potere zarista troveranno una correlazione diretta col regime comunista che lo sostituì, trasformandolo in un precursore della critica al bolscevismo.



Slovenia: Janša a Kiev, al fianco di Zelensky

Osservatorio Balcani e Caucaso
Stefano Lusa
17/03/2022

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slo ... sky-216800

Il primo ministro sloveno Janez Janša interviene lo scorso 2 maggio ad una manifestazione in Slovenia contro l'aggressione russa all'Ucraina (Foto)

Il primo ministro sloveno, lo scorso martedì, ha incontrato a Kiev il presidente ucraino Zelensky. In Slovenia l'aggressione russa ricorda il 1991: ma è in generale in tutta l'Europa orientale che gli echi della guerra risuonano - più che altrove - sinistri

Quel giovanotto in abbigliamento militare che resiste insieme alla sua gente e non scappa davanti ad un’invasione deve aver riportato Janez Janša alla sua giovinezza. Nel 1991 anche lui stava in mimetica asserragliato a Lubiana, mentre i carri armati dell’esercito jugoslavo sferragliavano per la Slovenia. Janša prima aveva messo in piedi un esercito e poi aveva difeso con le armi la proclamazione dell'indipendenza. I generali jugoslavi pensavano che il popolo li avrebbe accolti a braccia aperte e che gli unici ostacoli alla normalizzazione della repubblica separatista sarebbero state le colonne di traditori delle Patria socialista, guidate dallo stesso Janša e dagli altri leader politici sloveni, in fuga verso l'Austria e l'Italia. La difesa territoriale slovena, invece, alla fine, sconfisse l’Armata popolare jugoslava, che all’epoca era considerata uno dei migliori eserciti in Europa.

Non ha avuto dubbi Janša a schierarsi immediatamente dalla parte del presidente Volodymyr Zelensky e dell’Ucraina. Del resto, la sua esperienza personale gli dice che la volontà di resistere conta più delle forze in campo. Già durante prime ore dopo l’invasone russa, assieme al premier polacco Mateusz Morawiecki, ha invitato il Consiglio europeo a concedere all’Ucraina una prospettiva di adesione a pieno titolo nell’Unione europea. La sua tesi è semplice: se non si allarga l’Unione, se non si ampia lo spazio di libertà e democrazia, questo verrà occupato da altri. Proprio per questo le porte dovrebbero essere aperte per l’Ucraina, ma anche per la Moldavia, la Georgia e per i paesi dei Balcani Occidentali. Il premier sloveno è andato anche oltre ed ha auspicato che venga imposta la “no fly zone” sull’Ucraina.

Al momento dell’attacco russo il Primo ministro sloveno avrebbe dovuto essere proprio a Kiev. La visita all’ultimo momento è stata rimandata, ma Janša non ha rinunciato all'idea di mettere piede nella capitale assediata. Lo ha fatto martedì, assieme ai capi di governo di Polonia e Repubblica ceca. Con Morawiecki e Petr Fiala ha passato il confine di prima mattina e dopo un lungo viaggio in treno è arrivato in serata nella capitale. Lì hanno incontrato Zelensky ed i suoi uomini, che ha detto loro che stanno combattendo per il loro paese, ma anche per difendere l’Europa ed i suoi valori. Un messaggio simbolico importante, visto che Janša sa benissimo quello che avrebbe significato per lui e per gli sloveni, l’arrivo di capi di governo stranieri a Lubiana, mentre i militari jugoslavi stringevano la loro morsa sulla Slovenia.

Una visita che è frutto dell’iniziativa dei tre capi di governo. Si potrebbe dire che l’Est si sta prendendo la scena in questa crisi. Quello che dalle varie capitali della “Nuova Europa” si sta cercando di dire è che del presidente russo Vladimir Putin e di Mosca non ci si può fidare. In sintesi, il messaggio è che le sue mire non si placheranno con l’Ucraina e che se Kiev verrà lasciata al proprio destino poi toccherà ad altri. Anche se nessuno l’ha citato esplicitamente il riferimento sembra essere quello della Conferenza di Monaco e alle origini della Seconda guerra mondiale. È innegabile, comunque, che una serie di politici dell’Est Europa non sembrano aver paura di rischiare l’osso del collo per arrivare a Kiev. Lo ha fatto anche il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis che, sempre martedì, ha incontrato il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba.

Intanto proprio ad Est si sta sviluppando una vera e propria gara di solidarietà per l’accoglienza dei profughi. Nulla di simile si era visto durante la crisi siriana o quella afghana. Il ministro dell’Interno sloveno, Aleš Hojs, nel dire che la Slovenia è disposta a fare la sua parte e ad ospitare un gran numero di profughi, con disarmante sincerità ha spiegato che in questo caso arrivano da un contesto che dal punto di vista culturale, religioso e storico è qualcosa di assolutamente diverso da quello da cui arrivavano gli afghani.

In ogni modo, vista da Est l’azione russa in Ucraina fa paura, perché ricorda le mire egemoniche sovietiche su questa parte d’Europa. Per molti paesi, partendo da Talin e arrivando a Lubiana, l’Unione europea e la Nato non sono altro che una garanzia di sicurezza e stabilità, ma soprattutto la certezza che se attaccati non saranno lasciati soli come sta accadendo all’Ucraina. Gli inviti a Kiev di cedere a Mosca fette consistenti del proprio territorio per cercare di placare Putin risuonano da queste parti ancor più sinistri e fanno tremare i Balcani. Il principio su cui si è basata la dissoluzione della Jugoslavia è stato quello che si sarebbero applicati anche alle frontiere interne gli accordi di Helsinki sull’inviolabilità dei confini in Europa. Se il principio sarà derogato per le zone russofone dell’Ucraina, nuove “grandi speranze” potrebbero aprirsi anche per gli irredentisti del sud est europeo, che mai hanno rinunciato alla speranza di poter riunificare sotto la stessa bandiera le loro minoranze.



Tucker Carlson: Il trattamento della guerra Russia-Ucraina da parte dei media è sconsiderato
Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 7 aprile 2022 di “Tucker Carlson Tonight”.
3 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... nsiderato/

Settimane prima che l’esercito russo invadesse l’Ucraina, una storia agghiacciante ha cominciato ad apparire in un certo numero di media americani. Fonti senza nome dell’amministrazione Biden avevano avvertito che Vladimir Putin stesse preparando quello che avevano chiamato un attacco “false flag“. Lo scopo dell’attacco doveva essere un pretesto per una guerra con l’Ucraina.

Il suggerimento era che Vladimir Putin avrebbe messo in scena un omicidio di massa e poi avrebbe accusato gli ucraini di averlo commesso. Così il Pentagono avvertì gli americani di aspettarsi una “propaganda molto grafica“, tra cui filmati di “cadaveri ed attori che avrebbero ritratto in lutti con immagini di luoghi distrutti, così come attrezzature militari nelle mani dell’Ucraina o dell’Occidente”.

Era una storia piuttosto complessa, ma i media hanno accettato tutto al valore nominale e poi l’hanno ripetuta acriticamente. Uno dei pochissimi che ha osato porre delle domande sulla provenienza della storia è stato un reporter dell’Associated Press chiamato Matt Lee, e per aver fatto quella domanda, il portavoce del Dipartimento di Stato lo ha quasi accusato di lavorare per Vladimir Putin. Ecco cosa succede quando si fanno domande scomode. I media l’hanno capito subito ed infatti hanno smesso di farle.

Ma per settimane, l’amministrazione ha continuato a rilasciare più di quello che ha chiamato una intelligence declassificata sui piani della Russia. I funzionari hanno detto che Vladimir Putin stava per usare armi chimiche in Ucraina. Joe Biden stesso ha ripetuto questa storia ed è per questo, ci ha detto Joe Biden, che abbiamo bisogno di inviare altri 14 miliardi di dollari di tasse al governo ucraino. Tutti a Washington hanno accettato questo al valore nominale ed il governo degli Stati Uniti ha inviato i soldi. Ma Joe Biden non stava dicendo la verità e settimane dopo l’amministrazione lo ha ammesso.

Secondo la NBC News, più funzionari dell’amministrazione Biden hanno confermato che non c’è “nessuna prova che la Russia abbia portato armi chimiche vicino all’Ucraina“. Quindi, non era vero, ma non è stata l’unica bugia. La NBC ha descritto questa finzione sulle armi chimiche come solo uno di una “serie di esempi” di informazioni non verificate che l’amministrazione Biden ha dichiarato essere reali. Quindi, non ci stavano solo mentendo su ciò che stava accadendo in Ucraina, ci stavano mentendo su vasta scala, ma incredibilmente – e questo è il punto significativo – la NBC News non era affatto disturbata da tutto questo. In effetti, lo hanno persino applaudito.

La NBC News ha descritto le bugie dell’amministrazione Biden come una “strategia audace e finora di successo“. E poi la NBC News ha inviato uno dei tanti burattini delle agenzie di intelligence che ha assunto per far sapere al resto di noi, gli spettatori, che dovremmo essere grati che l’amministrazione Biden ci stia mentendo.

KEN DILANIAN: “Ora siamo nel bel mezzo della guerra e gli Stati Uniti stanno rilasciando informazioni e a volte non sono sempre basate sui rapporti più affidabili. Per esempio, gli Stati Uniti hanno reso pubblico che credevano ci fossero indicazioni che la Russia potesse essere pronta ad usare degli agenti chimici in Ucraina. Ora questo non si è verificato e i funzionari ci hanno detto che una delle ragioni per renderlo pubblico era in parte un deterrente. In un altro caso, si parlava di una Russia che andava in Cina a chiedere un aiuto militare. Non c’è alcuna indicazione che sia successo, ma era un modo per avvertire i cinesi di non farlo.”

Oh, è tutto molto intelligente. Quindi, l’amministrazione Biden ha usato la disinformazione per manipolare l’opinione pubblica americana, ma la NBC News vuole farvi sapere che va bene perché era per una buona causa. Era virtuoso. Quindi come dovremmo sentirci di fronte a tutto questo, un’organizzazione di notizie che celebra la menzogna al pubblico? Beh, ad un certo livello, è sconcertante. I giornalisti esistono per dire la verità. Questo è il loro lavoro. Ma apprendere tutto questo è come sentire un dottore che si vanta di uccidere la gente. Ti dà i brividi.

Se le organizzazioni di notizie promuovono avidamente le bugie su una guerra, allora il resto di noi a cosa può più credere? Come possiamo sapere che è vero? E onestamente, è difficile sapere cosa è vero. Possiamo essere sicuri che i soldati russi hanno commesso delle atrocità in Ucraina. Ci sono innumerevoli immagini di questo. Un certo numero di esse deve essere per forza reale. Ma possiamo anche essere certi che la guerra non è, nonostante quello che ci dicono, un racconto infantile del bene contro il male. Questa è l’Europa dell’Est, dopo tutto. Tutto è molto più complicato di quanto sembri alla televisione.

Secondo il New York Times, un video recente, per esempio, mostra soldati ucraini che uccidono truppe russe catturate. È successo. “Questi non sono nemmeno degli esseri umani”, dice un soldato ucraino alla telecamera. Il ministero della Difesa ucraino si è poi vantato di queste uccisioni, definendole un “lavoro preciso”. Così è successo. È terribile. Ora, il fatto che sia orribile giustifica l’invasione della Russia in Ucraina? Certo che No. L’invasione russa dell’Ucraina era sbagliata, e i risultati di quell’invasione sono stati una tragedia per tutti nel mondo. Ma allo stesso tempo, dal momento che i nostri leader hanno insistito nel mettere questo paese, gli Stati Uniti, nel mezzo di quella guerra lontana per ragioni che ancora non ci hanno spiegato, noi cittadini americani che presumibilmente gestiamo il nostro governo abbiamo il diritto di chiedere dove vanno i nostri soldi e cosa viene fatto in nostro nome, ma questa è l’ultima cosa che chiunque segue la Casa Bianca ha intenzione di fare. Invece, ecco cosa stanno facendo.

PETER ALEXANDER DELLA NBC: “Quindi, dati questi terribili video e immagini che stiamo vedendo delle atrocità che hanno avuto luogo a Bucha proprio ora, la politica degli Stati Uniti è ancora quella di non cambiare regime in Russia? E se è così, perché qualcuno come Vladimir Putin dovrebbe essere visto dagli Stati Uniti come qualcuno a cui permettere di rimanere al potere?”

JEN PSAKI: “Beh, penso che la nostra politica sia, no? … non stiamo chiedendo un cambio di regime, e questa non è stata la nostra politica e continua a non essere la nostra politica.”

PETER ALEXANDER: “Immagino che la domanda sia: “Allora perché No? Se è un criminale di guerra, perché gli si dovrebbe permettere di rimanere al potere?”

JEN PSAKI: “Beh, la nostra politica non è quella di chiedere un cambio di regime. Non stiamo chiedendo un cambio di regime.”

Così, questo era un reporter della NBC News, e nel caso non poteste sentirlo parlare sotto la mascherina dell’obbedienza, eccolo qui: “Perché dovrebbe essere permesso a Putin di rimanere al potere?” Questo è quello che ha detto. Ora, è difficile credere che qualcuno possa racchiudere tanta ignoranza in una sola domanda. Spacchettiamola per bene. Dov’è che immagina questo giornalista che Joe Biden abbia il potere di decidere quali leader mondiali debbano essere “autorizzati” a governare i loro paesi? È un potere costituzionale che possiede? Se No, da dove viene? E cosa immagina questo giornalista che Joe Biden possa fare esattamente?

Può non piacergli Vladimir Putin. Alla maggior parte delle persone non piace Vladimir Putin, ma Vladimir Putin ha la più grande riserva nucleare del mondo. Quindi, diciamo, per amor di discussione, che Vladimir Putin non abbia voglia di dimettersi oggi. E poi? Beh, il genio della NBC News non ha suggerito “cosa fare dopo”.

Alla CBS News, nel frattempo, sono molto più specifici su “cosa fare dopo”. Guardate questo “reporter” della CBS News chiedere che gli Stati Uniti entrino in guerra con la Russia immediatamente.

STEVEN PORTNOY DICBS NEWS RADIO: “Perché le immagini delle atrocità di Bucha non dovrebbero costringere una risposta cinetica, unificata, di coalizione, mondiale?”

JEN PSAKI: “Intende una guerra militare? Mi spieghi meglio cosa intende.”

STEVEN PORTNOY: “Certo, una risposta militare guidata dagli Stati Uniti e dai partner internazionali.”

JEN PSAKI: “Come dire, schierare truppe militari sul terreno dagli Stati Uniti e dalla NATO?”

STEVEN PORTNOY: “Beh, il presidente ha descritto cose scandalose. Le ha chiamate atrocità. Ha detto che forse dovremmo prepararci al peggio. Perché no?”

JEN PSAKI: “Penso che l’obiettivo del presidente e la sua responsabilità sia di prendere decisioni che siano nell’interesse degli Stati Uniti e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e del popolo americano – e questo non è di andare in guerra con la Russia.”

Avete mai notato che sono le stesse persone che sono così personalmente spaventate da un virus influenzale che indossano ancora le loro mascherine in pubblico – quelle stesse persone sono le stesse che incoraggiano i figli di altre persone ad andare a morire su un campo di battaglia. Quindi, la domanda era: perché queste immagini che stiamo vedendo in televisione non dovrebbero giustificare una guerra con la Russia? Questo è quello che ha chiesto il giornalista, e per una volta, la promotrice del presidente, come avete appena visto, sembrava a corto di parole.

“Intende una guerra militare?”, ha chiesto. “Certo”, dice il giornalista. Sicuro? E con questa, inizia anche il bombardamento ed un enorme numero di americani muore. È così semplice. Certo, cominciamo la terza guerra mondiale. Questo è demenziale. È così completamente sconsiderato e folle, così completamente nichilista che ti piacerebbe pensare che sia solo un ragazzino surriscaldato nella sala riunioni della Casa Bianca che non riesce a tenere le sue emozioni sotto controllo dopo aver visto troppi segmenti di notizie particolarmente sconvolgenti dall’Ucraina – e sono sconvolgenti, ma non è solo un reporter emotivamente incontinente nella sala riunioni. Sono tutti quanti così a Washington. All’improvviso, sono tutti così. Sono tutti pronti a spingere la civiltà occidentale giù per il dirupo dopo aver guardato troppi notiziari.

Ecco l’ennesimo pazzoide nel corpo della stampa che suggerisce che Putin sia in combutta con invisibili forze suprematiste bianche negli Stati Uniti. Quindi, abbiamo qui, signore e signori, una quinta colonna in mezzo a noi.

ANDREW FEINBERG: “Nel corso degli anni, i rapporti pubblici hanno mostrato che i suprematisti bianchi e altri estremisti interni hanno sviluppato un’affinità con la Russia. C’è qualche preoccupazione che, mentre l’economia russa continua a degradarsi, la Russia possa cercare di ispirare estremisti interni, terroristi interni, a commettere atti di violenza sul suolo americano come rappresaglia?”

Com’è che sono sempre persone del genere ad entrare nel mondo dell’informazione? Stupidi, impacciati, le ultime persone con cui vorresti cenare. È abbastanza per farti ripensare alle tue scelte di carriera nella mezza età – fidatevi. Ma quello che sta dicendo qui è che potrebbe essere che Putin controlli le sue forze segrete suprematiste bianche qui negli Stati Uniti e ci sarà una – cercando una parola – insurrezione al comando di Putin? È questo, in altre parole, un nesso tra il 6 gennaio e la guerra in Ucraina? Si sta auto-discreditando. È letteralmente una follia e questi sono giornalisti della Casa Bianca. E non sono solo i giornalisti che seguono la Casa Bianca.

Ecco un conduttore della MSNBC che vi dice che se non dichiariamo immediatamente guerra alla Russia e rischiamo l’annientamento nucleare, allora qualcosa chiamato democrazia finirà per sempre.

ALI VELSHI DELLA MSNBC: “Abbiamo superato il punto delle sanzioni, delle condanne con parole forti e del sequestro dei mega-yacht degli oligarchi. L’ordine mondiale globale e potenzialmente la sopravvivenza della democrazia sono in bilico. Se questo non è il tipo di momento per cui le Nazioni Unite, e la NATO, e l’ONU, e il G20, e il Consiglio d’Europa e il G7 sono stati fatti per, qual è il punto di queste alleanze, se non per fermare tutto questo? Il mondo non può stare a guardare mentre Vladimir Putin continua questo regno del terrore.”

La miscela di totale sicurezza di sé, totale ignoranza e presunzione è pericolosa. L’Ucraina non è nemmeno nella NATO, ragazzi – ma non importa. “Il mondo non può stare a guardare”, dice Ali Velshi. Questo solleva unma domanda ovvia: Allora, cosa dovrebbe fare il mondo oltre ad essere inorridito, che è la reazione naturale e giusta? Il giornalista Aaron Maté ha chiesto una verifica ad Ali Velshi. Chiede: “Come propone che l’Occidente e la NATO agiscano? Che cosa chiede?”. E la Velshi è stato almeno abbastanza onesto da dirlo: “Coinvolgimento militare diretto”.

Oh, come sarebbe? Quante persone alla MSNBC morirebbero? Beh, vediamo, Zero. Quante persone in America morirebbero? Potenzialmente molte migliaia, ma non è solo Ali Velshi che parla così. È su tutti i notiziari via cavo, su tutti i notiziari via cavo, e certamente su tutta la MSNBC.

Ecco un maggiore dell’esercito in congedo, John Spencer, che chiede alle truppe americane di iniziare a sparare ai russi immediatamente.

JOHN SPENCER: “So quello che dico. Ho servito per 25 anni. Ho servito per proteggere gli innocenti. Siamo i leader del mondo libero. Quindi sì, e mia moglie serve ancora nell’esercito. Non parlo per lei, ma sono pronto a impegnarmi in questo momento, diversamente da come ero prima di questo giorno, a mettere persone in contatto diretto con la Russia per fermare la Russia. Chiamatelo mantenimento della pace. Chiamatelo come volete. Dobbiamo fare di più che fornire armi e con noi intendo gli Stati Uniti. Sì, lo faremo come una coalizione con molte altre persone, ma noi siamo l’esempio. Quindi mettere gli scarponi sul terreno, inviare armi direttamente alla Russia.”

Le idee sbagliate qui sono davvero profonde. Quindi, ecco un tizio che dopo 25 anni ci dice, con la faccia seria, che ha servito nell’esercito degli Stati Uniti per “proteggere gli innocenti”, ma… No, non l’ha fatto, in realtà. Hai servito nell’esercito degli Stati Uniti per proteggere gli Stati Uniti. Questo è il suo lavoro, punto, e chiunque le abbia detto il contrario le stava mentendo. Ma ci sta anche dicendo che sua moglie è attualmente in servizio, ma lui vuole la guerra lo stesso. Quindi, ecco un tizio che non vede l’ora di mandare sua moglie in battaglia contro la Russia armata di armi nucleari. Speriamo che sua moglie non veda mai quel nastro di partenza. E speriamo che non vada mai più in televisione.

È una cosa seria. La guerra è l’affare più serio, ovviamente, che qualsiasi governo debba condurre e che non vorrebbe condurre, quindi si potrebbe pensare che in un momento come questo, bisognerebbe avere qualche pensatore lucido, qualche testa più calma, mentre cerchiamo di tracciare un percorso in avanti attraverso tempi molto complicati, ma apparentemente, non ce la facciamo. Invece, abbiamo conduttori di notizie idioti che invocano un cambio di regime. “Uccidete Putin“. Ok, e poi?

E poi, a Washington, abbiamo dei buffoni emotivamente squilibrati come Adam Kinzinger che elabora i suoi problemi personali in pubblico urlando di “guerra con la Russia”. Adam Kinzinger lo dice da settimane. Hillary Vaughn di Fox News è andata al Campidoglio, ha rintracciato Kinzinger ed ha cercato di scoprire esattamente di che cosa sta parlando. “Dovremmo abbattere gli aerei russi sì o no?” ha chiesto, e siamo felici che l’abbia fatto, perché ecco cosa ha risposto Kinzinger:

ADAM KINZINGER: “Allora, io ho effettivamente chiesto una no-fly zone. Questo è stato chiaro. Questo era un mese fa, quindi lo avete già. Secondo …”

HILLARY VAUGHN DI FOX NEWS: “Lei si sente a suo agio ad avere gli Stati Uniti che abbattono gli aerei russi in volo sopra l’Ucraina?”

ADAM KINZINGER: “Oh sì. Voglio dire, seriamente, se ci fosse una no-fly zone implementata, si emette un editto – è per scopi umanitari.”

Queste persone sono bambini. Non si preoccupano delle conseguenze di ciò che dicono. “Oh sì, abbattete gli aerei russi”. Non come se questo potesse degenerare in un Armageddon in circa otto minuti o altro. Queste persone sono pazze. Sono totalmente sconsiderati. Stanno giocando con il nostro futuro. Dovrebbero vergognarsi, ma non si vergognano affatto. Infatti, stanno raddoppiando la loro aggressività e la loro certezza morale e nel processo, stanno influenzando profondamente la politica del governo degli Stati Uniti e quindi, ancora una volta, il futuro di questo paese. I più sconsiderati tra noi sono completamente al comando.

In risposta al loro incessante pungolo, Joe Biden ha ancora una volta suggerito che gli Stati Uniti potrebbero presto trovarsi in una guerra calda contro la Russia, armata di armi nucleari.

JOE BIDEN: “Ecco il punto. Questa guerra potrebbe continuare per molto tempo, ma gli Stati Uniti continueranno a stare dalla parte dell’Ucraina, del popolo ucraino e della lotta per la libertà. E voglio solo che sappiate che, e a proposito, se dovessi andare in guerra, verrei con voi. Ve lo dico. Dico sul serio.”

Questa guerra potrebbe durare a lungo. Beh, non mi sorprende. Stanno ottenendo molto a Washington. Il popolo ucraino non sta ottenendo assolutamente nulla, se non l’esilio e la morte e la distruzione del suo paese. Ma a Washington, molti ne stanno beneficiando. Come ha detto Joe Biden, “Se devo andare in guerra, verrò con voi”. Beh, in realtà, No, non ci andrà, signor presidente, perché compirà 80 anni questo autunno. Non condurrà le truppe in battaglia assieme alla delegazione della stampa della Casa Bianca. Farà solo in modo che altri ci vadano.





Alberto Pento

Con i dittatori criminali e perciò bugiardi al massimo grado ci si deve sempre aspettare di tutto e il peggio, perciò è sempre meglio mettere le mani avanti e nel caso dell'Ucraina le mani bisognava metterle ancora più avanti e prima, molto prima. per evitare che questo macellaio invadesse l'Ucraina.
L'invasione dell'Ucraina è un crimine contro l'umanità e aggravato da crimini di guerra e non ha alcuna importanza che non siano state usate armi chimiche e biologiche, le migliaia di morti e di feriti causati dall'invasione e dalle armi russe è più che sufficiente a definire Putin un criminale.
Le minacce nucleari di Putin sono assai peggiori di quelle sul possibile uso di armi biologiche e chimiche.
Tucker Carlson nel caso dell'Ucraina si è bruciato tutta la simpatica che avevo per lui.
L'Ucraina è Europa e per noi europei è importante anche il suo bene.




Tucker Carlson: I nostri leader ritengono che proteggere l’Ucraina sia più importante che proteggere voi
Tucker Carlson rivela quanti soldi vengono spesi dagli Stati Uniti per l’Ucraina

Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 11 maggio 2022 di “Tucker Carlson Tonight”.
14 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ggere-voi/

Non c’è niente di peggio al mondo che scoprire che le proprie paure più profonde sono giustificate. Questo è lo scenario da incubo: scoprire che c’è davvero uno zombie nell’armadio. Diciamo che siete bambini e vi siete convinti che i vostri genitori non vi amano davvero. Loro sostengono di amarti. Lo dicono sempre, di solito senza alzare lo sguardo dal loro iPhone, ma si capisce che non lo pensano davvero. Non sembrano sinceri.

E poi, una mattina di Natale, arriva la conferma. Scoprite che si sono dimenticati di comprarvi dei regali, qualsiasi tipo di regalo. Erano impegnati e gli sarà passato di mente. Invece, hanno speso tutto il loro tempo e tutti i loro soldi per comprare dei regali ad un bambino che vive in fondo alla strada. Tutte le cose che avete chiesto, le hanno date ad un altro bambino di nove anni che non avete mai conosciuto. Come vi sentireste?

Beh, vi sentireste distrutti, ma ora avete avuto la conferma. Ora sapete con certezza che i vostri genitori non vi vogliono bene. Non sono nemmeno molto interessati a voi. È così che molti Americani si sono sentiti guardando la Camera dei Rappresentanti approvare un altro massiccio pacchetto di aiuti per l’Ucraina. Nulla contro l’Ucraina, ma probabilmente quei soldi ci farebbero comodo proprio adesso. Dopo 100 anni di generazione di ricchezza praticamente ininterrotta, l’economia americana sembra vacillare in modi che fanno paura a chiunque presti attenzione.

Anche chi non è attento può percepire che c’è qualcosa di veramente sbagliato. Molte persone non lavorano. Quelli che lavorano si stanno impoverendo rapidamente, grazie all’inflazione. All’improvviso tutto è incredibilmente più costoso. Lo avete notato? In questo momento c’è letteralmente una carenza di latte artificiale. Pensavate che sarebbe mai successo in America?

Eppure sta accadendo, così come l’epidemia di droga più letale della nostra storia.

Circa 107.000 americani, la maggior parte dei quali giovani che avrebbero dovuto avere una vita lunga e produttiva, sono invece morti. Sono morti per overdose nell’ultimo anno. È la cosa più triste che sia accaduta al nostro Paese da molto tempo a questa parte, eppure il Congresso, che pretende di governare il Paese, non si preoccupa nemmeno di riconoscerlo, tanto meno di fare qualcosa al riguardo.

Invece, i vostri rappresentanti a Washington hanno appena votato per inviare altri 40 miliardi di dollari agli oligarchi ucraini che hanno pagato il figlio di Joe Biden. Ecco cosa è successo, ed è solo l’ultimo assegno che il Congresso ha staccato loro. Si può aggiungere ai circa 14 miliardi di dollari già spesi per l’Ucraina. Questo porta il totale a più di 54 miliardi di dollari.

A quanto ammonta? In prospettiva, è più di quanto abbiamo speso in media all’anno per la guerra in Afghanistan, una guerra che era iniziata con un attacco diretto agli Stati Uniti. 54 miliardi di dollari – è più o meno quanto la Russia, l’intera nazione, spende per le sue forze armate nel corso di un anno intero. È una cifra ridicola, eppure il Congresso l’ha approvata con piacere. Anzi, ha stanziato 7 miliardi di dollari in più di quanto richiesto da Joe Biden. Ecco quanto erano entusiasti nel farlo.

Dove andranno a finire questi soldi? Oh, questa è la parte migliore.

Il Congresso ha deciso di risolvere tutti i problemi urgenti che devono essere risolti, ma di risolverli in Ucraina, non qui. Fin dal primo giorno, l’obiettivo principale di tutti questi finanziamenti è stato quello di rendere sicuri i confini dell’Ucraina perché, si sa, non si può avere un Paese senza confini. Devono esserne sicuri. Nancy Pelosi ne è fermamente convinta, così come i suoi amici Repubblicani. La sicurezza dei confini ucraini è l’obiettivo principale.

Poi c’è il problema dell’“insicurezza alimentare“. Non qui, in Ucraina. Il cibo sta diventando costoso in Ucraina, quindi spenderemo 760 milioni di dollari per risolvere il problema solo in questo assegno e non solo in Ucraina. Il Congresso, che si sentiva un po’ sportivo, ha anche aggiunto 150 milioni di dollari per un programma chiamato “Programma globale per l’agricoltura e la sicurezza alimentare“, perché mentre nutriamo l’Ucraina, perché non nutrire anche il resto del mondo? Abbiamo più cibo di quanto ne possiamo usare. Ed ovviamente questo includerà anche il latte artificiale, perché i bambini di altri Paesi hanno bisogno di mangiare.

Poi c’è un’altra grossa fetta di denaro per “combattere il traffico di esseri umani“. Non per combattere il traffico di esseri umani in Texas, dove è ormai onnipresente grazie al confine aperto con il Messico, ma per combattere il traffico di esseri umani in Ucraina, perché è triste ciò che sta accadendo lì. Ma non qui, non è triste. Lo stiamo ignorando. Ci sono ancora più soldi per assicurarsi che gli ucraini abbiano un rifugio d’emergenza, perché a quanto pare stasera più di un milione di americani non è mica un senzatetto. Ci sono 900 milioni di dollari per assicurarsi che gli ucraini abbiano accesso ai “programmi sociali che spettano di diritto“, i nostri programmi sociali che ci spettano di diritto. Ne avranno bisogno quando arriveranno qui, come molti altri.

In altre parole, non potete permettervi di fare il pieno alla vostra macchina, ma ora potete pagare le spese di vita di chiunque si presenti nel vostro Paese sostenendo di provenire dall’Ucraina, e lo farete. E poi, dato che pagare gli amici è sempre il vero scopo di questi esercizi a Washington, ci sono altri miliardi di dollari per gli ex datori di lavoro di Lloyd Austin nel settore delle armi. Tra questi, 72 milioni di dollari per qualcosa che il disegno di legge descrive come “ricerca, sviluppo, test e valutazione in Ucraina“. Hmm.

Ora, non dite bio laboratori perché non sono dei laboratori, ma onestamente, questo è strano. L’Ucraina è una zona di guerra e quindi probabilmente non è un luogo ideale per la ricerca scientifica in questo momento, ma non importa. Stiamo finanziando una sorta di esperimenti scientifici in Ucraina. Non ho altre domande da fare. E il disegno di legge continua così, e così via.

Come ha sottolineato il deputato Thomas Massie, il Congresso ha speso più denaro per l’Ucraina in sei mesi di quanto il governo americano abbia speso per tutte le strade e tutti i ponti degli Stati Uniti in tutto l’anno scorso. I 40 miliardi di dollari che stiamo inviando all’Ucraina per rendere sicuri i loro confini, tra l’altro, sono più del doppio (più del doppio!) di quanto Joe Biden ha chiesto per finanziare la sicurezza delle dogane e delle frontiere negli Stati Uniti. Un unico disegno di legge, più del doppio di quanto stiamo spendendo quest’anno per i nostri confini e poi, nel bel mezzo di una storica emergenza della droga, il disegno di legge spende più di dieci volte l’intero budget della DEA (più di dieci volte!). Nel caso in cui vi stiate chiedendo cosa pensino i vostri leader di voi, non sono affatto dei fan, e ora ne abbiamo la certezza.

Dovete sapere che ogni singolo Democratico della Camera dei Rappresentanti ha votato a favore di questa legge. Tra questi c’è anche Barbara Lee di Berkeley. Se vi ricordate il suo nome, forse è perché nel 2001 Barbara Lee di Berkeley fu l’unico membro del Congresso ad opporsi alla guerra contro i Talebani. Ma la guerra in Ucraina è una guerra che Barbara Lee può sostenere. Perché? Perché non c’è alcuna possibilità che questa guerra possa essere d’aiuto agli Stati Uniti. Ecco il suo ragionamento.

REP. BARBARA LEE: “Questa guerra non riguarda solo l’Ucraina. Questa guerra riguarda il resto del mondo e Putin che cerca di instaurare governi autocratici in tutto il mondo, e sappiamo che ciò avviene attraverso campagne di disinformazione, attraverso ogni tipo di disinformazione.”

Quindi non si tratta solo di Ucraina. Si tratta di qualcosa di più grande dell’Ucraina. Grazie, Barbara Lee, per essere stata così intelligente da dircelo, da dirlo ad alta voce. Questa è una guerra alla disinformazione, che ad un certo punto, in qualche modo, sarà sicuramente una guerra contro di voi. Non c’è dubbio, perché lei è una fonte di disinformazione, cioè non è d’accordo. Ma sappiamo per certo che le guerre contro cose che non si possono identificare, contro persone che non esistono, contro dei concetti, una cosa che sappiamo di queste guerre, come della guerra al terrorismo, è che durano per sempre.

Quindi è un po’ strano vedere Tim Ryan dell’Ohio votare a favore. Tim Ryan avrebbe dovuto essere il Democratico dei lavoratori, uno che si preoccupa delle questioni di base. Tim Ryan rappresenta Youngstown e Akron. Date un’occhiata ad Akron qualche volta. Sembra una zona di guerra. Queste sono le città che hanno costruito l’America, ora fatiscenti e disperate a causa del totale abbandono. Ma non preoccupatevi. Tim Ryan è totalmente impegnato nella ricostruzione di Kiev.

E lo stesso vale per Nancy Pelosi. Per la Pelosi, finanziare l’Ucraina ad ogni costo è più di un obiettivo di politica estera. È una sorta di osservanza religiosa.

SPEAKER DELLA CAMERA NANCY PELOSI: “La brutalità di Putin non si limita solo a ciò che sta facendo in Ucraina, ma anche all’impatto che sta avendo sul cibo per il mondo. Quindi, quando sarete a casa e penserete: “Cosa c’entra tutto questo?” pensate a “Quando avevo fame, mi avete dato da mangiare” nel Vangelo di Matteo.“

Oh, quindi Gesù vuole mandare più missili in Ucraina e più missili mandiamo in Ucraina, meno la gente avrà fame? Aspettate un attimo, Gesù non vorrebbe fare tutto il possibile per porre fine alla guerra in Ucraina, piccola idiota irreligiosa? Come osi citare quel libro?

A proposito, c’è stato un tempo in cui Nancy Pelosi non voleva spendere miliardi di dollari per proteggere i confini di un Paese. Diceva che era uno spreco e che fosse moralmente sbagliato. Non è stato molto tempo fa, tra l’altro, era l’aprile del 2017. Vedete se notate la differenza. Ora invece è favorevole a spendere miliardi per le frontiere. Allora era contraria. Cosa è cambiato?

SPEAKER DELLA CAMERA NANCY PELOSI: “Il muro è, a mio avviso, immorale, costoso, poco saggio e quando il presidente dice: “Beh, ho promesso un muro durante la mia campagna elettorale”, non credo che abbia detto che avrebbe scaricato i miliardi di dollari del costo del muro sui contribuenti.”

Oh, l’avete capito? La sicurezza delle frontiere negli Stati Uniti è immorale, ma Gesù è decisamente a favore della sicurezza delle frontiere, dell’Ucraina e dell’aborto, tra l’altro. È un sacramento.

Come al solito, i Democratici, per quanto possa sembrare ridicolo, sono uniti su questo punto. Sono uniti, ma anche, come al solito, una campagna di propaganda sostenuta dai media americani è riuscita a dividere il Partito Repubblicano. Perché questo accade ogni volta? Perché i rappresentanti Repubblicani, a prescindere da quanto siano conservatori, credono al New York Times. Si preoccupano molto di ciò che dicono i media tradizionali. Leggono il New York Times ogni giorno. Non vogliono essere criticati dal New York Times. Ed è così che la sinistra li controlla ogni volta.

Se non ci credete, pensate agli ultimi due anni. Avete visto la stessa dinamica nei primi giorni delle rivolte di BLM ed alle chiusure per il COVID. Nancy Pelosi è stata la prima a prendere la posizione più estrema possibile e poi molti leader Repubblicani hanno concordato con lei. Ricordate che due anni fa, in questo mese, Nikki Haley, ex governatrice della Carolina del Sud, in corsa per la presidenza (è una conservatrice) ha detto agli americani, nei primi giorni delle rivolte, che meritavano di soffrire dopo la morte di George Floyd?

“Per guarire, deve essere personale e doloroso per tutti“, aveva scritto. Alla fine, è stato personale e doloroso. Molte persone sono morte e questo è stato un bene perché il vostro razzismo ha ucciso George Floyd. Questa è stata la prima reazione di Nikki Haley. L’ha letto sul New York Times e ci ha creduto. Lo fanno tutti.

Oh, non dovrebbe sconvolgervi il fatto che la prima reazione di Nikki Haley all’invasione russa, così come la prima reazione di Mitch McConnell e di tanti altri leader dei Repubblicani, sia stata che “proteggere l’Ucraina è molto più importante che proteggere voi“, o piuttosto che proteggere l’America. Mitch McConnell, a suo merito, non ha cambiato idea. La pensa ancora così.

MITCH MCCONNELL, SENATE MINORITY LEADER: “Penso che siamo tutti d’accordo che la cosa più importante che sta accadendo nel mondo in questo momento è la guerra in Ucraina. La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di chiamare il Presidente per chiedere che il pacchetto di aiuti per l’Ucraina si muovesse da solo e rapidamente. Lui mi ha risposto: “Lasciami pensare”. Mi ha richiamato dopo circa 15 minuti e ha convenuto che dobbiamo occuparci solo dell’Ucraina e in fretta. Penso che siamo sulla buona strada per farlo.”

Dovete sperare che ci sia qualche miliardario sincero là fuori che finanzierà una sfida alle primarie contro ognuno di quei senatori Repubblicani che stanno dalla parte di Mitch McConnell. Come lui stesso ha detto, e citiamo di nuovo, “Penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che la cosa più importante che sta succedendo nel mondo in questo momento è la guerra in Ucraina“. No, la cosa più importante che sta accadendo nel mondo in questo momento è lo stato del vostro Paese, quello che dovreste gestire, le persone che dovreste rappresentare, le cui vite dovrebbero interessarvi, quelle che non possono comprare cibo o benzina, le persone che vanno in overdose di fentanyl, 107.000 morti in un anno, giovani, americani.

“Ma questo non è nulla in confronto all’Ucraina. Siamo tutti d’accordo che l’Ucraina è la cosa più importante“. Davvero? Se siete d’accordo, non dovreste sedere al Senato degli Stati Uniti come Repubblicani, eppure questa è la loro posizione. Naturalmente, è la posizione di Lindsey Graham. Solo per darvi un altro esempio.

SEN. LINDSEY GRAHAM: “E se Putin è ancora in piedi dopo tutto questo, il mondo rimarrà un posto molto buio. La Cina riceverà il segnale sbagliato e noi avremo un pasticcio per le mani in Europa per i prossimi decenni a venire. Quindi, eliminiamo Putin aiutando l’Ucraina.”

BRET BAIER, CONDUTTORE DI “SPECIAL REPORT”: “Va bene, quindi sta dicendo che è così che finisce, che Putin verrà rimosso? C’è un modo?”

SEN. LINDSEY GRAHAM: “Non c’è una via d’uscita.”

BRET BAIER: “Non c’è una via d’uscita?”

SEN. LINDSEY GRAHAM: “No, nessuna via di fuga.“

“Facciamo fuori Putin“. È strano vedere un uomo che vive nella sua strana vita di fantasia in diretta televisiva. Lindsey Graham non vuole partecipare nel mio programma. Ha paura. Potremmo passare la prossima ora a vedere spezzoni di Lindsey Graham che risalgono a 20 anni fa, facendo previsioni che non si sono avverate e che hanno portato solo alla morte di militari americani ed all’impoverimento degli Stati Uniti. Ha sbagliato ogni singola volta ed è ancora là fuori.

“Eliminiamo Putin“. Davvero? Cosa succederebbe? Cosa succederebbe allora? La Russia ha 6.000 armi nucleari. Non sarebbero più al sicuro? Sapevate che avevamo un problema quando gli arsenali di Saddam Hussein sono finiti nelle mani di pazzi ed estremisti? Cosa accadrebbe a quelle 6.000 armi nucleari se eliminassimo Putin? Non ci pensano nemmeno. Non gli interessa.

Dan Crenshaw del Texas, per esempio, che non è certo uno stupido, ha appena annunciato che stiamo “investendo nella distruzione dell’esercito dei nostri avversari” spendendo 40 miliardi di dollari per l’Ucraina. Investire nella distruzione delle forze armate avversarie? Da quando abbiamo dichiarato la guerra alla Russia? Qualcuno ha votato per questo? L’esercito dei nostri avversari? È quello che si fa in guerra. Da quando combattiamo contro la Russia? Da quando Putin ha rubato le elezioni a Hillary Clinton.

Sono lieto di vedere che Dan Crenshaw abbia aderito a questa nuova campagna, ma c’è da chiedersi a quale costo? Non solo il rischio, quello reale, che la situazione possa degenerare in qualcosa di devastante per l’Occidente, ma a quale costo immediato per gli Stati Uniti e per la nostra capacità di difenderci? Tutte queste persone che amano i militari, si pongono mai questa domanda?

In questo momento, Joe Biden ed il Congresso degli Stati Uniti hanno inviato così tanti aiuti militari all’Ucraina che il nostro Paese, gli Stati Uniti, stanno esaurendo le armi. Secondo Bloomberg, “i funzionari del Pentagono affermano che Kiev sta esaurendo una settimana di consegne di munizioni anticarro al giorno. È anche a corto di aerei utilizzabili, dato che gli attacchi aerei russi e le perdite nei combattimenti hanno fatto sentire il loro peso. Le munizioni scarseggiano a Mariupol ed in altre zone dell’Ucraina. Questo pone i Paesi Occidentali di fronte ad una scelta crudele tra l’invio di ulteriori forniture all’Ucraina o la limitazione delle capacità di cui potrebbero aver bisogno per la propria difesa”.

Guardate la frase “potrebbero aver bisogno per la loro difesa“. È un mondo che fa paura e se si butta tutto sull’Ucraina con le risorse limitate che noi abbiamo, scusate, dove si va a finire? Senza difese.

Tutto questo sta accadendo perché gli alti dirigenti del Partito Repubblicano hanno immediatamente comprato la posizione del New York Times sull’Ucraina, così come avevano immediatamente comprato la posizione del New York Times sulle rivolte BLM, così come avevano immediatamente comprato la posizione del New York Times sulle chiusure anti-COVID. Non hanno mai messo in discussione ciò che hanno letto. E le conseguenze quali sono state: che ora siamo a corto di armi per difendere il nostro Paese.

Ora, nessun Democratico va mai contro il proprio gregge, mai. La prima reazione di ogni Democratico è sempre quella di leggere qualsiasi punto di discussione che gli viene fornito da Nancy Pelosi. Non ascoltano mai l’altra campana. Vanno sempre in una direzione ed il Partito Repubblicano è sempre guidato da persone che si uniscono a loro.

Ecco, ad esempio, come ha risposto il deputato Jamie Raskin del Maryland quando Marjorie Taylor Greene della Georgia ha sollevato un’obiezione: “Oh, aspettate, e il nostro Paese?”, ha detto. Ecco cosa ha risposto lui.

REP. MARJORIE TAYLOR GREENE: “40 miliardi di dollari, ma niente latte artificiale per le madri e i bambini americani. Una quantità imprecisata di denaro alla CIA nella legge supplementare per l’Ucraina, ma non c’è latte artificiale per le madri e i bambini americani. Dovremmo prestare attenzione al nostro Paese in questo momento. Mi rimetto a disposizione. Grazie.”

REP. SHEILA JACKSON LEE: “Signora, si ritiri. Il signore, la signora del Minnesota si riserva, il signore del Maryland può parlare.”

REP. JAMIE RASKIN: “Grazie, signora Presidente. Ecco la formula per la distruzione della democrazia: ripetere la propaganda e la disinformazione di Putin e placare gli assalti imperialisti alle nazioni sovrane.”

Non è possibile acquistare latte artificiale negli Stati Uniti, quindi si pensa di poter fare entrambe le cose insieme. “Si può finanziare l’Ucraina e comprare il latte artificiale per i bambini americani”. “Forse potete risolvere il problema dell’inflazione e finanziare anche l’Ucraina”. Parli piano e ci dica come funziona. Forse c’è una risposta alla domanda, ma notate che non rispondono mai.

Si limitano ad accusare la persona che pone la domanda di lavorare per Putin. “Lei lavora per Putin. Lei è contro la democrazia”. Non ci dicono come l’Ucraina sia una democrazia. Hanno bandito il partito di opposizione. Questa è una democrazia? Ma forse c’è una risposta. Qual è? Smettetela di fare nomi e rispondete alla domanda, ma Jamie Raskin non lo farà. Nessuno di loro lo farà. Piuttosto gridano a Putin.

Ora, 57 Repubblicani hanno votato contro quella legge e Dio li benedica per averlo fatto, ma molti altri hanno votato a favore. Naturalmente, c’erano Liz Cheney e Adam Kinzinger e la loro amica Elise Stefanik. Ma c’era anche la leadership repubblicana, i vertici, Kevin McCarthy e Steve Scalise. Vergognoso. E la cosa peggiore è che questa legge passerà quasi certamente al Senato, che è molto più di Sinistra persino della Camera dalla parte repubblicana. Chuck Schumer ha già promesso un voto rapido.

Abbiamo contattato tutti i Repubblicani del Senato per sapere cosa intendono fare. La maggior parte di loro non si è preoccupata nemmeno di rispondere. Nessuno di loro verrà in trasmissione. Tra questi Mitch McConnell, il leader della minoranza, Ted Cruz, Mike Lee, Chuck Grassley e Mitt Romney non hanno risposto. Possiamo solo sperare che votino nel modo giusto.

Ma una manciata di senatori ha risposto e vogliamo farvi sapere la loro posizione. A votare “No” saranno Mike Braun, Roger Marshall, Marsha Blackburn, Bill Hagerty e Josh Hawley. Anche Rand Paul ha dichiarato di essere contrario alla legge. Non l’ha detto, ma ovviamente è contrario.

Lindsey Graham, inutile dirlo, sarà un Sì. È entusiasta. Come ha dichiarato il suo ufficio, “il senatore Graham ha chiarito di essere a favore di ulteriori aiuti militari all’Ucraina” perché questo lo fa sentire molto bene. Non l’ha detto, ma è la verità. Rob Portman dell’Ohio se ne andrà, grazie al cielo. Anche lui è un Sì.

Così come Steve Daines del Montana: “Il senatore è propenso per il Sì”, ha dichiarato il suo ufficio. Ci hanno anche detto che Daines pensa che gli oligarchi russi pagheranno in qualche modo i 40 miliardi di dollari: “Vuole che la Russia copra i costi. Vuole usare i beni sequestrati degli oligarchi per coprire i costi”. Giusto, Ok. Alcuni senatori si sono sottratti. Pat Toomey, Tim Scott, Cindy Hyde-Smith si sono rifiutati di darci una risposta diretta.

Vogliamo invitare tutti i senatori Repubblicani che hanno intenzione di votare a favore di questo provvedimento a venire in trasmissione e a spiegarci perché. Per favore, ditecelo. Vi lasceremo parlare quanto volete. Non vi faremo la morale. Vogliamo sapere perché questo è nell’interesse dell’America, perché è più importante delle crisi pressanti che ci circondano e che il resto di noi nota e che a quanto pare voi non notate.

Quindi, ditecelo. Siete sempre i benvenuti.



Alberto Pento
Assolutamente non condivisibile.
Questa è una menzogna,
Tucker Carlson scrive:
... Invece, i vostri rappresentanti a Washington hanno appena votato per inviare altri 40 miliardi di dollari agli oligarchi ucraini che hanno pagato il figlio di Joe Biden. Ecco cosa è successo, ed è solo l’ultimo assegno che il Congresso ha staccato loro. Si può aggiungere ai circa 14 miliardi di dollari già spesi per l’Ucraina. Questo porta il totale a più di 54 miliardi di dollari. ...
Tucker Carlson nel caso dell'Ucraina si è bruciato tutta la simpatica che avevo per lui.
L'Ucraina è Europa e per noi europei è importante anche il suo bene.
Chissà se ha qualche simpatia per Putin, spero di no.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer mag 04, 2022 8:07 am

Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina
viewtopic.php?f=143&t=3021
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... hk4rMP8BTl

Difendersi con le armi dall'aggressione violenta che calpesta i tuoi diritti umani, civili e politici, per predarti, stuprarti, ridurti in schiavitù o ucciderti e sterminarti, è una necessità universale, un diritto e un dovere umano, civile e politico insindacabile, eticamente e cristianamente ineccepibile e irreprensibile.
Solo attraverso la legittima difesa si tutela e si salva il diritto, la vita, la dignità, la libertà e la sovranità, non esiste altra possibilità per l'uomo.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer mag 04, 2022 8:07 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer mag 04, 2022 8:08 am

26)
Leggi sull'aborto




La fuga di notizie su un possibile ribaltamento della sentenza "Roe vs. Wade" sull'aborto negli Stati Uniti scuote la nazione
LIVE: Manifestanti pro-vita e pro-aborto si scontrano fuori dalla Corte Suprema. Transenne sono state erette intorno all'edificio.
Il Mistero: Chi è la fonte della fuga di notizie?

L'Osservatore Repubblicano
3 maggio 2022
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 7975990536






La Corte Usa riscrive il diritto all'aborto
Sembra che uno dei peggiori incubi della sinistra americana stia per avverarsi: la Corte Suprema contro la sentenza Roe vs Wade, che nel 1973 legalizzò l'aborto
Marco Gervasoni
4 Maggio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1651638303

Sembra che uno dei peggiori incubi della sinistra americana stia per avverarsi: la Corte Suprema contro la sentenza Roe vs Wade, che nel 1973 legalizzò l'aborto. E che spinse a fare lo stesso i principali paesi europei, tra cui Francia e Italia. Diciamo subito che difficilmente il nuovo pronunciamento porterà al divieto dell'interruzione di gravidanza: probabilmente vi sarà una spinta, da parte di Biden, per una legge federale, che si applichi a tutti gli Stati. Cosa quanto mai necessaria, visto che, soprattutto negli ultimi anni, quelli repubblicani come il Texas hanno introdotto limiti molto seri, mentre altri, guidati dai Dem, New York ad esempio, hanno allargato le maglie, fino quasi a eliminare il vincolo temporale entro il quale abortire. In tal senso una legge federale potrebbe essere più equilibrata, una giusta mediazione che eviti gli estremismi da un parte e dall'altra. Il rigetto della Roe vs Wade è però clamoroso da un punto di vista, potremmo dire, di filosofia della storia. Si cancella infatti uno dei simboli del Sessantotto americano che, soprattutto attraverso l'aborto, aveva contribuito a polarizzare l'opinione pubblica e gli elettori americani e a spaccare il paese. Come sempre quando le leggi sono redatte da giudici privi di mandato popolare - anche se nominati dal Presidente. Con la fine della Roe vs Wade, si chiude l'epoca aperta dagli anni Sessanta. Questo vuol dire che saremmo in un'era di riscossa conservatrice? Niente affatto, anzi potremmo dire il contrario. Uno dei lasciti del Sessantotto, l'individualismo narcisistico, come lo chiamava Christopher Lasch, per cui esistono solo diritti e non doveri e tutto può, anzi deve, trasformarsi in diritto individuale, è diventato la religione civica dominante negli Stati Uniti, e nell'Occidente - che per inciso, ha contribuito a indebolirlo. Ora però, di fronte a questo «dirittismo», la nuova sentenza della Corte suprema mette un freno, e molto salutare. Ci dice che esistono ambiti in cui non tutto può diventare diritto: soprattutto quello della vita e della morte, in questo caso del nascituro. Sbaglierebbe la sinistra italiana a gridare alla reazione e al «medioevo»: ricordino che Pier Paolo Pasolini era nettamente ostile all'aborto e che un'autorità laica come Norberto Bobbio espresse più volte numerosi dubbi. Come sbaglierebbe la destra a cercare di forzare la mano e magari a chiedere la revisione della legge 194. Sarebbe un grave errore politico e di prospettiva: essa è infatti una delle migliori leggi sul tema, anche perché non istituisce il «diritto all'aborto» ma considera l'interruzione di gravidanza come l'extrema ratio. Stiamo fuori quindi da una contesa tipicamente statunitense: ma prendiamo atto, con soddisfazione, che il vento progressista si sta un po' placando.

Alberto Pento
Concordo con l'articolista. È possibile che la Corte lo riscriva in senso più restrittivo ma non lo eliminerà completamente. Oggi in molti stati degli USA a guida democratica si è abusato di questo diritto trasformandolo in irresponsabile e demenziale diritto all'omicidio dei bambini non ancora nati ma prossimi alla nascita.
È' probabile come scritto nell'articolo, che la Corte approfitti di questa nuova sentenza per fare un po' di ordine e per aprire alla possibilità di spazi limitati di aborto (per malattia del bambino e della madre, per violenza in caso di stupro e per altro ..., limitatamente alle prime settimane di vita) anche negli stati ove l'aborto è vietato del tutto in ogni caso, obbligandoli a legiferare in tal senso.



Le leggi sull’aborto negli Stati Uniti d’America. Dieci cose da sapere
Amnesty International Italia
18 Giugno 2019

https://www.amnesty.it/le-leggi-sullabo ... da-sapere/

Nel 2019 alcuni stati degli Usa hanno adottato leggi che vietano l’aborto mentre in altri sono entrati in vigore provvedimenti per ridurre drasticamente l’accesso ai servizi di aborto. Ecco dieci cose importanti da sapere rispetto a questa spaventosa repressione dei diritti riproduttivi.


1 – Una svolta che arriva da lontano

Nel 1973, con la sentenza Roe v. Wade, la Corte suprema federale stabilì che l’aborto era legale. Sin da allora attivisti e politici “anti-choice” (contrari alla libertà delle donne di scegliere se proseguire o interrompere una gravidanza) hanno cercato di rovesciare questa sentenza e oggi ne vediamo i risultati. Gli attacchi alla sentenza sono aumentati con la nomina, da parte del presidente Trump, di due nuovi giudici della Corte suprema noti entrambi per le loro posizioni “anti-choice“.

Ma è importante riconoscere che la legge non è l’unico fattore a determinare se le donne possono accedere ai servizi di aborto.

Dal 1973, gli “anti-choice” hanno sistematicamente cercato di indebolire l’accesso ai servizi di aborto, anche attraverso la creazione di ostacoli economici e pratici per rendere difficile se non impossibile ciò che pure la legge consentiva.


2. In ogni caso, già oggi è difficile per molte donne accedere ai servizi di aborto

Prendiamo l’Alabama, ad esempio. A maggio il governatore ha firmato una durissima legge che potrebbe punire con l’ergastolo i medici che praticano l’aborto. Ma l’accesso ai servizi di aborto era già quasi impossibile per molte donne di questo stato.

Secondo l’Istituto Guttmacher, nel 2014 il 93 per cento delle contee dell’Alabama non aveva strutture mediche dove poter abortire. Molte donne dunque dovevano recarsi in altri stati e, dal punto di vista economico, questo era un grande problema.

Questo dipende dal fatto che l’Alabama, così come molti altri stati degli Usa, non include l’aborto tra le prestazioni mediche cui le persone a basso reddito possono accedere attraverso Medicaid (lo schema assicurativo finanziato dal governo).

Attualmente, tutti gli stati sono obbligati a fornire contributi pubblici per abortire in caso di stupro, incesto o minaccia alla vita della donna, ma in molti stati queste eccezioni diventeranno irrilevanti se verranno adottate nuove leggi restrittive.


3. Ovunque, le strutture mediche dove poter abortire sono insufficienti

Sei stati degli Usa hanno un solo una struttura medica dove poter abortire; 27 tra le principali città e buona parte dell’America rurale sono dei veri e propri “deserti dell’aborto” e la maggior parte delle donne che vi abitano devono percorrere oltre 150 chilometri per trovare una struttura dove poter abortire.

Una tattica con cui gli “anti-choice” spingono a eliminare prestazioni mediche essenziali è la regolamentazione specifica delle strutture che praticano l’aborto, attraverso le cosiddette leggi-Trap. Queste prevedono tutta una serie di requisiti superflui cui le strutture mediche devono adeguarsi per restare aperte. Ad esempio, queste norme possono prevedere la larghezza dei corridoi all’interno degli edifici dove i medici praticano l’aborto, la dimensione degli spazi adibiti a parcheggi, la distanza minima dalle scuole. Questi requisiti non hanno nulla a che fare con la salute dei pazienti e sono usati strumentalmente per costringere le strutture mediche a chiudere.


4. Alcuni stati hanno di fatto vietato ogni forma di aborto

La legge entrata in vigore in Alabama vieta ogni forma di aborto da quando “si sa che una donna è incinta“, senza alcuna eccezione. Si tratta della più dura delle leggi approvate negli ultimi tempi.

Cinque stati – Georgia, Ohio, Kentucky, Mississippi e Louisiana – hanno approvato leggi che proibiscono l’aborto dopo sei settimane, un periodo in cui molte persone neanche scoprono di essere incinte.


5. Ma non sono soli i divieti assoluti a preoccupare

Secondo il già citato Istituto Guttmacher, nel solo periodo tra il 1° gennaio e il 15 maggio 2019 sono stati adottati 42 provvedimenti restrittivi in materia di aborto, tra i quali vietare determinate procedure e chiedere il consenso dei genitori per le minorenni che necessitano di abortire.


6. Queste nuove leggi causeranno danni anche letali

Le leggi contro l’aborto non lo eliminano o riducono, lo rendono solo più pericoloso.

Quando è praticato con l’assistenza di personale medico formato e in condizioni sanitarie idonee, l’aborto è una delle procedure mediche più sicure disponibili. Ma quando esso viene limitato o criminalizzato, le donne sono costrette a cercare modi non sicuri per interrompere la gravidanza.

Si stima che nel mondo ogni anno cinque milioni di donne vengano ricoverate per curare complicazioni legate a un aborto non sicuro e che almeno 47.000 di esse muoiano.

Gli Usa hanno il più alto tasso di mortalità materna tra i paesi più sviluppati e gli stati degli Usa che oggi hanno le leggi più restrittive in materia di aborto sono proprio quelli che già avevano i tassi più alti di mortalità infantile e materna.

Ecco perché le nuove leggi costituiscono la ricetta per il disastro dal punto di vista della salute delle donne.


7. Queste leggi sono discriminatorie

Le donne con basso reddito – le minorenni, quelle di colore, le migranti, le rifugiate – sono le più colpite dalle restrizioni sull’aborto poiché per loro è più difficile pagare, viaggiare o prendersi permessi dal lavoro.

Le donne afroamericane hanno dalle tre alle quattro probabilità in più di morire durante la gravidanza o il parto rispetto alle donne bianche e questa vergognosa ineguaglianza sarà resa ancora più marcata dalle nuove leggi che rendono l’aborto più pericoloso.

Queste leggi colpiscono ulteriormente anche le persone Lgtbi, i cui diritti sono costantemente sotto attacco da quando è iniziata la presidenza Trump. Le persone transgender già vanno incontro a profondi ostacoli nell’accesso ai servizi di salute riproduttiva e la raffica di nuovi provvedimenti le escluderà ulteriormente.

8. L’agenda anti-aborto di Trump non riguarda solo le donne negli Usa

Nel 2017 il presidente Trump ha ripristinato e ampliato la politica del cosiddetto “bavaglio globale“, in base alla quale ogni organizzazione estera che riceve finanziamenti dagli Usa non può neanche menzionare l’aborto nei suoi programmi di consulenza e formazione, persino se i fondi per questi specifici programmi non provengono dagli Usa.

Anche se uno specialista sanitario ritiene che portare a termine una gravidanza ponga a rischio la salute di una donna, questi non può neanche suggerire che esiste la possibilità di abortire né indirizzarla a una struttura che pratica l’aborto.

Uno studio recente ha riscontrato che questa politica rende meno accessibile un’ampia serie di servizi, tra cui quelli di contraccezione, i test sull’Hiv/Aids e i relativi trattamenti, gli esami preventivi sul cancro alla cervice e il sostegno alle sopravvissute alla violenza di genere.

9. Il 73 per cento degli americani vuole che l’aborto resti sicuro e legale

I legislatori che hanno approvato le recenti estreme limitazioni all’accesso all’aborto non rappresentano l’opinione della maggioranza degli americani.

Da un sondaggio indipendente realizzato nel gennaio 2019 è emerso che due terzi degli americani ritengono che l’aborto dovrebbe essere legale “in tutti i casi” o “nella maggior parte dei casi” e il 73 per cento del campione ritiene che la sentenza Roe v. Wade non dovrebbe essere annullata.


10. La battaglia non è finita!

Nessuna delle leggi entrate in vigore nel 2019 ha avuto ancora effetto e, alla data dell’11 giugno 2019, l’aborto resta dunque legale in tutti e 50 gli stati degli Usa.

In alcuni stati l’American Civil Liberties Union (Aclu – Unione americana per le libertà civili) e il Planned Parenthood Action Fund (Ppaf – Fondo d’azione per la pianificazione familiare), insieme ad altre organizzazioni, hanno già avviato ricorsi.

Il 31 maggio il Ppaf ha vinto un ricorso per far restare aperta l’unica struttura medica del Missouri dove si poteva abortire, proprio il giorno in cui era prevista la sua chiusura. In Kentucky, la legge “entro sei settimane” è stata temporaneamente sospesa.

In precedenza, leggi simili erano state giudicate incostituzionali in diversi stati tra cui Iowa e North Dakota.

A maggio migliaia di persone hanno preso parte a manifestazioni in tutti gli Usa, chiedendo agli stati di #stopthebans e nel mondo continuano a levarsi voci in difesa dei diritti riproduttivi.

In questo documento ulteriori informazioni sui motivi per cui Amnesty International ritiene che l’accesso all’aborto sia un diritto umano.


Perché l’aborto è sotto attacco negli Usa e rischia di esserlo ovunque
Jennifer Guerra
5 Aprile 2022

https://www.fanpage.it/attualita/perche ... o-ovunque/

Mentre i Paesi dell’America Latina aprono alla legislazione sull’aborto, negli Stati Uniti c’è il rischio concreto che a luglio di quest’anno la possibilità di interrompere una gravidanza in modo sicuro e legale sia negata. La Corte suprema, infatti, quest’estate si pronuncerà sul caso “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization” sulla costituzionalità di una legge votata nel 2018 nel Mississippi che vieta l’aborto dopo 15 settimane di gestazione. Se la Corte dovesse dichiarare legittima la legge, il rischio che l’aborto venga proibito in tutti gli altri stati che hanno approvato leggi simili è molto concreto.

Negli Stati Uniti, l’interruzione di gravidanza è infatti stata resa possibile da una sentenza della Corte suprema risalente al 1973, la “Roe v. Wade”, che stabilisce l’esistenza di un diritto alla privacy che riguarda la libertà di scelta dell’individuo, compresa la scelta di abortire. Prima di questa storica sentenza, ogni Stato aveva una legislazione diversa, ma nel sistema giuridico statunitense il ruolo della Corte è proprio quello di risolvere le controversie fra Stati e uniformare il diritto. Per questo motivo, il caso “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization” ha il potenziale di ribaltare la “Roe v. Wade” e rendere impossibile interrompere una gravidanza.

Non è infatti solo il Mississippi ad aver votato una legge restrittiva sull’aborto. Aveva fatto scalpore a luglio dello scorso anno la legge approvata in Texas che, oltre a vietare l’aborto senza alcuna eccezione nel momento in cui è percepibile il battito fetale (cioè intorno alle sei settimane), introduceva una ricompensa di 10mila dollari a chiunque denunciasse un’interruzione di gravidanza illegale.
A gennaio, la Corte suprema del Texas ha respinto il tentativo di bloccare la legge da parte delle organizzazioni femministe, dichiarandola legittima. La norma texana, intitolata “Heartbeat Bill” è in realtà una delle tante leggi-fotocopia presentate o approvate negli Stati a maggioranza repubblicana e promosse dalle associazioni antiabortiste evangeliche. Si tratta di gruppi molto organizzati e potenti, finanziati dalle più importanti famiglie di miliardari americani. Nei primi mesi dello scorso anno, sono riusciti infatti a presentare più di novanta leggi contro l’aborto in tutti gli Stati Uniti, spesso utilizzando i cosiddetti “model bills”, leggi identiche che vengono approvate a distanza di pochi mesi da Stati diversi ma con lo stesso colore politico. L’obiettivo spesso è proprio quello di creare il pretesto dell’intervento della Corte suprema, anche sfruttando il fatto che si tratta di un momento particolarmente favorevole per i conservatori.

Dopo la scomparsa della giudice liberal Ruth Bader Ginsburg, rimpiazzata dall’ex presidente Donald Trump con l’antiabortista e conservatrice Amy Coney Barrett, la Corte suprema è a maggioranza repubblicana. Anche se la recente nomina della giudice di orientamento democratico Ketanji Brown Jackson venisse confermata dal Senato, gli equilibri non cambierebbero, dato che Jackson andrebbe a sostituire un altro giudice democratico. Se la Corte dovesse ribaltare la Roe, l’aborto diventerebbe automaticamente illegale in 21 Stati: negli 11 stati che hanno approvato nuove leggi, queste entrerebbero in vigore; in tutti gli altri, si ritornerebbe alla stessa legislazione del 1973. Secondo il Guttmacher Institute, un importante istituto di ricerca sui diritti riproduttivi, l’interruzione di gravidanza potrebbe essere vietata in altri 5 stati: Florida, Indiana, Montana, Nebraska e Wyoming.

In diversi stati non servirebbe nemmeno un totale ribaltamento della Roe per limitare l’aborto, ma basterebbe che la Corte intervenisse su alcuni suoi aspetti. Arkansas, Idaho, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Missouri, North e South Dakota, Oklahoma, Tennessee, Texas e Utah hanno infatti approvato le cosiddette “trigger laws”, che renderebbero automaticamente ineffettiva la Roe nel caso di una pronuncia sfavorevole della Corte. Ma anche in questo scenario, l’aborto resterebbe comunque possibile in tutti gli altri 24 stati. Secondo il New York Times, la chiusura delle cliniche abortive riguarderebbe il 41% delle donne, che si troverebbero così a una distanza media di 450 chilometri da quella più vicina. Gli Stati democratici si stanno preparando per accogliere spostamenti di questo tipo. La California lo scorso marzo ha approvato una legge che rende accessibile e gratuita l’interruzione di gravidanza anche da parte di chi proviene da altre zone degli Stati Uniti proprio in vista di un’eventuale ribaltamento della Roe.

In generale, non è un buon momento per i diritti riproduttivi: nonostante i successi in America Latina, in tutto il resto del mondo l’aborto resta vietato o viene messo in discussione. In Polonia l’aborto è stato reso illegale a gennaio del 2021, a seguito dell’applicazione di una sentenza della Corte costituzionale. Nonostante il mancato accesso all’interruzione di gravidanza abbia causato la morte di due donne, la legge è destinata a restare. A ottobre 2020, 35 Paesi firmavano inoltre la Geneva Consensus Declaration, un impegno internazionale a ostacolare le politiche abortive. Tra questi, oltre agli Stati Uniti allora guidati da Trump, ci sono anche il Brasile, l’Egitto, l’Ungheria e la Polonia. Ciò che sta accadendo con la “Roe v. Wade” è l’ennesima dimostrazione che i diritti, una volta acquisiti, non vanno mai dati per scontati. Dopo 49 anni da una delle più grandi conquiste per l’autodeterminazione e il diritto di scelta, le donne si ritrovano a lottare per qualcosa che pensavano di aver ottenuto una volta per tutte.

Jennifer Guerra è nata nel 1995 in provincia di Brescia e oggi vive in provincia di Treviso. Giornalista professionista, i suoi scritti sono apparsi su L’Espresso, Sette, La Stampa e The Vision, dove ha lavorato come redattrice. Per questa testata ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi. Si interessa di tematiche di genere, femminismi e diritti LGBTQ+. Per Edizioni Tlon ha scritto Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà (2020) e per Bompiani Il capitale amoroso. Manifesto per un Eros politico e rivoluzionario (2021). È una grande appassionata di Ernest Hemingway.


Aborto sì o no? L’America si spacca. La California apre all’infanticidio?
Elena Molinari
giovedì 7 aprile 2022

https://www.avvenire.it/vita/pagine/abo ... fanticidio

Negli Stati a guida democratica passano leggi che lo rendono libero, in quelli repubblicani si introducono nuovi limiti. Polemiche sul progetto californiano, al quale si stanno apportando correttivi

L’Oklahoma vieta l’aborto. Il Maryland lo rende gratuito e, insieme alla California, cerca protezioni legali per chi interrompe una gravidanza in qualsiasi momento, potenzialmente anche dopo il parto. Negli Stati Unti è in corso una silenziosa rivoluzione sul fronte dell’aborto, che sta dividendo il Paese fra Stati intenti a rimuovere ogni ostacolo alla sua disponibilità e altri che proteggono la vita, ben più di quello che i precedenti federali hanno permesso finora. A creare questo turbinio di attività è l’attesa che la Corte Suprema, a giugno, abroghi o riduca notevolmente la portata della sentenza Roe v. Wade che, da 49 anni, fa da base giuridica alla legalità dell’aborto negli Usa.

La Corte deve pronunciarsi su una legge del Mississippi che vieta l’interruzione di una gravidanza dopo 15 settimane di gestazione. Sei dei nove giudici costituzionali discutendo il caso si sono mostrati orientati a sostenere la misura, indebolendo o annullando Roe, che permette l’aborto fino al momento in cui il feto può sopravvivere fuori dall’utero. Altre giurisdizioni hanno già seguito l’esempio dello Stato del Sud. Il Texas ha proibito l’aborto dopo circa sei settimane. L’Idaho ha detto sì a un’analoga misura a marzo. E il 6 aprile il Parlamento dell’Oklahoma, controllato dai repubblicani, ha approvato un disegno di legge che lo vieta in qualsiasi momento, tranne per salvare la vita della madre in una emergenza medica, prevedendo di punire i trasgressori con una multa fino a 100mila dollari e 10 anni di prigione.

Sono in tutto 26, su 50, gli Stati che hanno approvato o stanno discutendo leggi che rendono illegale o limitato severamente la procedura. Negli altri 24 è cominciata invece una corsa nella direzione opposta. In 15 sono entrate in vigore leggi che sanciscono esplicitamente la legalità dell’aborto nel diritto statale. Sono tutti Parlamenti controllati ai democratici: California, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Nevada, New Jersey, New York, Oregon, Rhode Island, Vermont e Washington, oltre al Distretto di Columbia, sede della capitale Washington. Altri due Stati dovrebbero presto unirsi a quell’elenco. L’assemblea del Colorado questa settimana ha approvato un disegno di legge che codificherebbe il "diritto" all’aborto senza limiti temporali. Situazione simile in New Mexico, dove un divieto di aborto di vecchia data è stato abrogato.
Molti di questi Stati stanno già assistendo a un forte afflusso di donne incinte al di fuori dei loro confini, tanto che alcuni si stanno muovendo per estendere le loro protezioni legali ai non residenti.

È il caso di Washington, dove il mese scorso il governatore democratico Jay Inslee ha firmato un provvedimento che vieta alle Procure locali di intraprendere azioni legali contro chi riceve un aborto e chi vi assiste, anche in altri Stati. Intanto l’Oregon ha stanziato 15 milioni di dollari per aiutare i fornitori di aborti ad acquistare attrezzature ed espandere la propria forza lavoro, e che per pagare le spese di viaggio di non residenti. Una simile copertura pubblica dei costi dell’aborto, contenuta in una legge che allo stesso tempo permette agli infermieri di eseguire aborti, attende la ratifica del governatore del Maryland Larry Hogan. La firma del repubblicano con ambizioni presidenziali è tutt’altro che scontata sia su questo testo che su un altro che ha sollevato profonde preoccupazioni. Il disegno (Senate Bill 669) vieta «qualsiasi forma di indagine o sanzione per una persona... che subisce una... morte perinatale correlata a un’omissione di agire». Poiché il termine «perinatale» comprende fino a sette giorni di vita del neonato, alcuni gruppi pro-life, oltre allo studio per i diritti costituzionali e religiosi American Center for Law and Justice, temono che il provvedimento potrebbe legalizzare l’infanticidio.

Un dibattito analogo è in corso in California, lo Stato che guida gli sforzi verso la massima liberalizzazione possibile dell’aborto. La scorsa settimana, il governatore Gavin Newsom, un democratico, ha ratificato una misura che impone agli assicuratori privati e al piano sanitario statale di coprire l’intero costo dell’aborto, senza franchigie. Inoltre almeno una dozzina di altre misure sono state proposte dai legislatori. Una di queste, della deputata Buffy Wicks, ha lo scopo di garantire che «nessun californiano venga indagato, perseguito o incarcerato per aver interrotto una gravidanza o aver subito una perdita in relazione alla gravidanza o al suo esito, inclusi aborto spontaneo, nati morti, aborto o morte perinatale». Il California Family Council ha fortemente criticato la misura. Anche il comitato giudiziario dell’Assemblea legislativa dello Stato ha evidenziato come «il disegno di legge potrebbe essere interpretato in modo da immunizzare dalle sanzioni penali per tutti gli esiti della gravidanza, inclusa la morte di un neonato per qualsiasi motivo durante il periodo perinatale dopo il parto per cause non attribuibili a complicazioni della gravidanza». La deputata ieri ha presentato un emendamento che cambia il testo in «morte perinatale dovuta a una causa correlata alla gravidanza».



La bozza trapelata sul parere giuridico della Corte Suprema scuote la stessa Corte e Washington
Jonathan Turley
6 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ashington/

Jonathan Turley è “Shapiro Professor of Public Interest Law” presso la George Washington University ed ha servito come consulente durante il processo di Impeachment al Senato. Ha testimoniato come esperto giuridico alle udienze dell’impeachment di Bill Clinton e di Donald Trump.

Si riporta la traduzione dell’articolo, adattato alla comprensione di un pubblico italiano.

La fuga di una bozza di opinione sul caso “Dobbs vs. Jackson Women’s Health Organization” ha scosso la Corte Suprema e Washington. La bozza, di 98 pagine, è datata 10 febbraio 2022 ed è stata scritta dal giudice della Corte Suprema, Samuel Alito. Ho scritto due articoli (uno su USA Today e uno su The Hill) su quel parere e sulla vergognosa fuga di notizie che è accaduta all’interno della Corte.

Il parere è sostenuto anche dai giudici Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh ed Amy Coney Barrett. Dichiara che i precedenti contenuti nelle sentenze Roe e Casey devono essere annullati. È tempo di ascoltare la Costituzione e di restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti dal popolo“.

L’opinione potrà anche cambiare, ma il danno arrecato alla Corte Suprema come istituzione sarà probabilmente duraturo. Questo ha infranto una lunga tradizione della Corte di stretta segretezza ed integrità nella circolazione interna delle bozze sui suoi pareri.

La fuga di notizie è la più grave crisi mai affrontata dal Presidente della Corte, John Roberts, e la più grande violazione della sicurezza nella storia della Corte stessa.

Sebbene delle fughe di notizie siano sempre apparse periodicamente riguardo alle lotte intestine o ai problemi interni alla Corte, non ricordo nulla di questa portata. La stessa sentenza “Roe vs. Wade” era stata oggetto di alcune fughe di notizie. Il Washington Post aveva pubblicato alcune fughe di notizie sulle deliberazioni interne della Corte. Poi c’era stata una rivelazione prematura di informazioni alcune ore prima della pubblicazione ufficiale delle opinioni. Poche ore prima della pubblicazione, si era sparsa la voce sulla presa di posizione della Corte. Tuttavia, tutto ciò impallidisce in confronto al rilascio di una bozza di opinione mesi prima della pubblicazione.

Il Presidente della Corte, John Roberts, ha confermato la legittimità della bozza e l’avvio di un’indagine.

La domanda è come la Corte procederà nell’indagine. Chiunque compia questo atto profondamente immorale avrà probabilmente preso provvedimenti per nascondere le proprie tracce. Sarei sorpreso se si trovasse una traccia cartacea oppure un messaggio di posta elettronica. Tuttavia, chiunque abbia compiuto un atto così sconsiderato può essere stato altrettanto sconsiderato nei mezzi utilizzati per violare le regole interne della Corte.

Se il colpevole sarà un avvocato, la radiazione sembra una certezza. Questa persona può essere un eroe agli occhi di alcuni, ma rimarrà un paria agli occhi di qualsiasi avvocato dedito all’etica professionale. Eppure, la radiazione potrebbe essere l’ultimo dei problemi. Se un sospetto mentisse all’FBI, ci potrebbe essere un’azione penale secondo lo U.S. Code – Titolo 18 § 1001.

Così, il colpevole dovrà decidere fin da subito se aumentare radicalmente i costi potenziali di questo atto. C’è un numero relativamente piccolo di individui con accesso a queste bozze. È probabile che il colpevole possa essere rapidamente trovato assieme ad altri favoreggiatori dagli investigatori. Questo si rivelerà un momento critico, che potrebbe trasformare un atto immorale in un atto criminale.


Proposta di legge in Louisiana: aborto come omicidio
Simona Iacobellis
6 Maggio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1651852431

Il disegno di legge in Louisiana che classifica l'interruzione di gravidanza come omicidio è stato presentato proprio nei giorni in cui la Corte Suprema dovrà decidere se ribaltare la sentenza "Roe vs. Wade"


Proposta di legge in Louisiana: aborto come omicidio

In Louisiana è stata presentata una proposta di legge che classifica l'interruzione di gravidanza come omicidio. Il disegno di legge è stato approvato con sette voti su due da una commissione della Camera dei rappresentanti dello Stato. È una delle proposte più estreme avanzate negli ultimi anni negli Stati Uniti.

Il disegno di legge modifica la legge statale sugli omicidi esistente e afferma che il suo scopo è "assicurare il diritto alla vita e l'eguale protezione delle leggi a tutti i bambini non ancora nati dal momento della fecondazione proteggendoli dalle stesse leggi che proteggono gli altri esseri umani". Tale opinione è sostenuta anche dalla Chiesa cattolica. L'interruzione di una gravidanza verrebbe quindi classificata come reato di omicidio.

La Louisiana è uno dei 13 stati con una legge di attivazione che consentirebbe allo stato di vietare immediatamente l'aborto se Roe vs. Wade venisse ribaltato.


Lo scontro sull'aborto

Il disegno di legge arriva in un periodo in cui gli Stati Uniti attendono una decisione da parte della Corte Suprema sul caso "Roe vs. Wade" che nel 1973 ha garantito il dirito in aborto negli Stati Uniti. Secondo la bozza diffusa in questi giorni, la Corte ha intenzione di ribaltare la sentenza e le conseguenze sarebbero molto gravi.

Gli oppositori del disegno di legge hanno affermato che il disegno sembra consentire il perseguimento di chiunque abbia abortito o esegua un aborto con l'accusa di omicidio. Secondo Chris Kaiser, direttore dell'Aclu della Louisiana, tale misura criminalizzerebbe anche la fecondazione in vitro e alcune forme di controllo delle nascite se si considera come persona un ovulo fecondato prima dell'impianto.

Prima che la legge possa entrare in vigore dovrà essere approvata da Camera e Senato ed essere firmata dal governatore John Bel Edwards, che già in passato ha approvato leggi restrittive riguardo i diritti di aborto.


La legislazione attuale sull'aborto

Anche dopo la sentenza del 1973, il dibattito negli Stati Uniti è sempre stato aperto, soprattutto in merito a due aspetti: in quale caso l’aborto è considerato illegale e chi deve decidere. Oggi l’aborto è legale, ma le difficoltà e le limitazioni sono ancora molte e variano tra i diversi Stati a causa della separazione tra diritto federale e diritto statale.

Una conseguenza della diversificazione delle norme è stata ad esempio l’Hyde Amendment, che limita l’accesso a fondi federali per interruzioni di gravidanza che non siano necessarie a salvare la vita della donna o che non siano frutto di uno stupro. Ma anche leggi entrate in vigore negli Stati a maggioranza repubblicana, come il Senate Bill 8, una legge texana del 2021 che nega l’aborto trascorse le sei settimane di gravidanza.

Cosa succederebbe se la sentenza Roe vs. Wade venisse ribaltata? Si tornerebbe allo stato precedente il 1973, in cui l’aborto non era tutelato a livello federale e ogni Stato, in particolare i relativi rappresentanti, avrebbe il potere di decidere sulla questione. La mancanza di una legislazione federale potrebbe minare la libertà di decisione sul proprio corpo di moltissime donne e potrebbe far approvare leggi come quella proposta in Louisiana.



Quando Joe Biden votò per rovesciare la sentenza “Roe vs. Wade”
Breitbart News
L’allora Senatore Joe Biden si era opposto alla decisione della Corte Suprema di legalizzare l’aborto già un anno dopo “Roe vs. Wade”
11 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... bart-news/

“Non penso che una donna abbia il solo diritto di dire cosa dovrebbe accadere al suo corpo“, disse Joe Biden al Washingtonian nel 1974, un anno dopo che la Corte Suprema aveva legalizzato l’aborto.

“Non mi piace la decisione della Corte Suprema sull’aborto. Penso che sia andata troppo oltre“, aggiunse.

Joe Biden lo aveva ribadito anche anni dopo, nel 1982, quando ha votato per approvare un emendamento costituzionale che avrebbe permesso all’aborto di diventare una questione spettante ai singoli stati americani anziché di competenza federale.

L’allora senatore Joe Biden “era l’unico democratico indicato dal New York Times all’epoca come sostenitore dell’emendamento che la National Abortion Rights Action League ha definito “il più devastante attacco al diritto all’aborto””, ha riferito il New York Post.

Oggigiorno, tuttavia, il Joe Biden ha fatto l’ennesimo voltafaccia ed ha sostenuto con forza la decisione della Corte del 1973 che aveva ampiamente criticato. “Roe vs. Wade è stata legge del paese per quasi 50 anni, e l’equità e la stabilità delle nostre leggi richiedono che non venga rovesciata“, ha detto. “Credo che il diritto di una donna a scegliere sia fondamentale”.

“Ma ancora di più, altrettanto profonda è la logica utilizzata. Significherebbe che ogni altra decisione relativa alla nozione di privacy venga ora messa in discussione“, ha sostenuto Joe Biden.

Il ripensamento a 180 gradi di Joe Biden è il risultato di quanto radicale sia diventato il Partito Democratico di oggi. Negli ultimi 20 anni, il Partito Democratico ha iniziato a sostenere la Teoria Critica della Razza, a glorificare l’aborto, a sollevare le misure di sicurezza pubblica attraverso iniziative soft-on-crime, e a professare il transgenderismo come una “classe protetta di persone”.

Il Partito Democratico era all’inizio del 1900 il partito dei lavoratori, orientato verso la famiglia americana. Da allora è stato decostruito dall’ideologia dell’intersezionalità.

Ora il Partito Democratico è una “coalizione” di gruppi emarginati e spesso agli opposti tra loro che presumibilmente formano un insieme.

“Non siamo una setta, siamo una coalizione”, ha spiegato in aprile il rappresentante Hakeem Jeffries (Democratico di New York). “Se sei una setta è molto facile, basta prendere ordini dal capo della setta. […] Basta piegare il ginocchio al capo della setta e mettersi in riga”.

L’ex presidente Barack Obama è stato il primo leader del Partito Democratico ad esercitare con successo l’intersezionalità. Ma con Joe Biden, la politica dell’intersezionalità è caduta preda delle lotte intestine del partito, come quella tra Rashida Tlaib (Democratica del Michigan) e il senatore Joe Manchin (Democratico della West Virginia).



USA, IL SENATO BOCCIA L'ABORTO!
Jacopo Coghe
12 maggio 2022

https://www.facebook.com/jacopocoghe/po ... 0074633626

Altra grande vittoria pro-life negli USA. Il Senato americano ha infatti bloccato il provvedimento per trasformare in legge la Roe v. Wade, la tristemente nota sentenza della Corte Suprema del 1973 che ha legalizzato l'aborto negli Stati Uniti. La misura voluta dai democratici prevedeva il diritto delle donne all'accesso all’aborto a livello federale.
Al provvedimento servivano 60 voti per essere approvato invece è stato bloccato con 49 voti a favore a fronte di 51 contrari. I repubblicani hanno votato tutti contro, mentre fra le fila democratiche solo il senatore Joe Manchin si è schierato con i conservatori. La misura era stata introdotta dai dem americani dopo la fuga di notizie dalla Corte Suprema, che sarebbe orientata a capovolgere la Roe v. Wade.
Il presidente Joe Biden ha commentato duramente l'esito della votazione, dicendo che la bocciatura dei repubblicani in Senato "arriva mentre i diritti costituzionali delle donne sono sotto attacco e va contro la volontà della maggioranza degli americani".
In realtà sembra che fortunatamente la maggioranza degli americani abbia finalmente compreso che ogni vita umana è degna di essere vissuta e che la cultura della morte deve essere abbandonata al più presto.



No, il tema dell’aborto non salverà i Democratici alle elezioni di novembre
Byron York’s Daily Memo
27 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -novembre/

Si specula molto sul fatto che una sentenza della Corte Suprema che ribalti la sentenza “Roe vs. Wade“, sempre se davvero dovesse accadere, possa rappresentare una spinta di consensi per i Democratici alle elezioni di midterm di novembre. Non c’è dubbio che una decisione in tal senso motiverebbe una parte della base degli elettori dei Democratici. Ma la domanda è: Chi e Quanti? Quanti saranno? E quanto sarebbero decisivi per i risultati?

I sondaggi mostrano che l’aborto non è al primo posto tra le preoccupazioni degli elettori, anche dopo la fuga di notizie senza precedenti di una bozza di decisione che porrebbe fine alla sentenza “Roe vs. Wade“. POLITICO, che ha pubblicato la bozza, ha subito condotto un sondaggio dopo la fuga di notizie ma non ha trovato un elettorato ossessionato dal tema dell’aborto.

La domanda posta da POLITICO era: “Pensando al suo voto, quali sono, secondo lei, le questioni più importanti a cui pensa quando vota per eleggere le cariche federali come il Senato degli Stati Uniti od il Congresso?“. I sondaggisti hanno dato agli intervistati sette scelte: “1) questioni economiche, come le tasse, i salari e i posti di lavoro”; “2) questioni di sicurezza, come il terrorismo, la politica estera e l’immigrazione”; “3) questioni sanitarie, come l’Obamacare e il Medicaid“; “4) questioni relative agli anziani, come Medicare e la sicurezza sociale”; “5) questioni femminili, come il controllo delle nascite, l’aborto e la parità di retribuzione”; “6) questioni relative all’istruzione, come i programmi scolastici, le dimensioni delle classi e la scelta della scuola”; “7) questioni energetiche, come le emissioni di anidride carbonica, le energie rinnovabili ed il costo dell’elettricità e della benzina”.

Le questioni femminili, compreso l’aborto, si sono classificate al quinto posto su sette. La più importante, ovviamente, è stata la questione economica, indicata dal 41% degli elettori che si sono registrati per votare. Al secondo posto le questioni di sicurezza, con il 16%, seguono le questioni relative agli anziani, con il 10%, e quelle relative all’assistenza sanitaria, con il 9%. Infine le questioni femminili, compreso l’aborto, con l’8%.

Ovviamente c’è il divario dei sessi da considerare. Solo il 4% degli uomini ha indicato le questioni femminili come le più importanti, mentre l’11% delle donne ha fatto altrettanto – Attenzione! Ricordate che per quanto riguarda l’aborto, è un tema importante sia per i pro-life che per i pro-choice. Tra le donne che votano i Democratici, ovviamente (quasi) tutte pro-choice, il numero sale al 18%, ovvero quasi una su cinque. Quindi forse un po’ meno di un quinto della fetta femminile dell’elettorato dei Democratici potrebbe presentarsi particolarmente motivato dai diritti sull’aborto alle elezioni di novembre.

D’altro canto, si osservi il predominio delle questioni economiche. Quando il 41% degli elettori, di fronte a più scelte, sceglie in questi margini una sola area come la più importante, significa che è davvero, davvero importante. Notate che il sondaggio non ha nemmeno menzionato la parola “inflazione“, che probabilmente avrebbe fatto salire ulteriormente il numero. Ciononostante, gli elettori hanno indicato l’economia come la loro principale preoccupazione con un ampio margine. L’aborto non è neanche lontanamente vicino.

Non lo è mai stato e sicuramente non lo sarà quest’anno. Tutti sanno quanto sia grave l’inflazione. La Federal Reserve non ha mai alzato i tassi di interesse neanche di mezzo punto dal 2000, eppure è quello che ha fatto quest’anno nel tentativo (tardivo) di combattere la crescita dell’inflazione, che ora viaggia a un tasso annuo dell’8,5%. “L’inflazione è troppo alta”, ha detto il presidente della Fed Jerome Powell, come se ci fosse bisogno di ricordarlo. “Comprendiamo le difficoltà che sta causando e ci stiamo muovendo rapidamente per ridurla”.

Si sa che gli aumenti dei prezzi di cibo, carburanti, abbigliamento – insomma, tutto – stanno diventando sempre più gravosi. Ma in questo momento, date un’occhiata a quello che serve per comprare una casa. Nel marzo 2021, il prezzo medio di una casa già edificata negli Stati Uniti era di 326.300 dollari, secondo i dati compilati da Freddie Mac e riportati dal New York Times. Oggi, solamente un anno dopo, quel prezzo è salito a 375.000 dollari.

Questo è solo il prezzo di acquisto della casa. Anche il prezzo del finanziamento per l’acquisto di una casa è aumentato in modo significativo. Secondo il New York Times, l’acquirente di quella casa dal prezzo medio, se mettesse un anticipo del 10% e finanziasse il resto con un mutuo trentennale, dovrebbe pagare un tasso di interesse del 5,10%, contro il 2,98% di un anno fa. Ciò significa che la tipica rata mensile del mutuo, che un anno fa era di 1.235 dollari, ora è di 1.834 dollari. Si tratta di un aumento di quasi il 50%.

Per fare un esempio più specifico, la Houston Association of Realtors ha recentemente pubblicato un rapporto secondo il quale meno della metà delle famiglie di Houston, il 47%, guadagna abbastanza per acquistare una casa di prezzo medio, che nella zona costa 330.800 dollari. In questo stesso periodo ma nell’anno scorso, il 58% delle famiglie di Houston guadagnava abbastanza per acquistare una casa di prezzo medio. “Il prezzo medio di una casa unifamiliare a Houston è aumentato di quasi 80.000 dollari negli ultimi due anni e questo rende difficile per le famiglie permettersi di acquistare una casa”, ha dichiarato Patrick Jankowski della Greater Houston Partnership. “Con il continuo aumento dei prezzi delle case e dei tassi d’interesse, potremmo assistere ad un aumento delle persone che rimangono in affitto o in unità multifamiliari perché non possono permettersi di trasferirsi, ed alcuni dovranno accontentarsi di una casa di minor valore rispetto a quella che volevano comprare inizialmente”.

Tra l’altro, anche gli affitti sono aumentati, del 17% a livello nazionale nell’ultimo anno. Quindi, se siete affittuari che sperano di comprare, vi costerà di più restare e vi costerà di più andarvene.

Quindi, con tutto ciò che sta accadendo – con il prezzo della benzina aumentato del 48% su base annua, quello delle auto e dei camion usati del 35,3%, delle autovetture nuove del 12,5%, la carne, il pesce, il pollame e le uova del 13,7%, il costo degli alloggi sempre più fuori portata – con tutto ciò che sta accadendo, con un Democratico alla Casa Bianca con un indice di gradimento che si aggira intorno al 40%, qualcuno potrebbe davvero pensare he la decisione della Corte Suprema su “Roe vs. Wade” possa fare la differenza nelle elezioni di midterm di quest’anno? Naturalmente, qualcosa di completamente imprevisto potrebbe ancora accadere e sconquassare la politica americana. Ma al momento, scommettete sull’economia come fattore decisivo a novembre.



“Roe vs. Wade”, il sistema costituzionale americano e la rabbia dei Democratici
Byron York’s Daily Memo
2 giugno 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... mocratici/

Ci sono tre questioni da considerare alla luce della fuga di notizie, senza precedenti, pubblicata su POLITICO della bozza di decisione della Corte Suprema che ribalta la sentenza “Roe vs. Wade“. La prima è l’indignazione per la fuga di notizie. La seconda, e molto più importante, è la sostanza della decisione stessa. La terza, forse la più importante di tutte, è l’effetto politico a lungo termine della decisione della Corte Suprema.

La fuga di notizie è stata davvero scandalosa e danneggerà la posizione della Corte Suprema nel sistema politico americano, oltre che il suo funzionamento interno. Come ha osservato SCOTUS Blog, “è impossibile minimizzare il terremoto che questo causerà all’interno della Corte, in termini di distruzione della fiducia tra i giudici ed il loro personale. Questa fuga di notizie è il peccato più grave e imperdonabile“.

Il professore di diritto della George Washington University, Jonathan Turley, ha aggiunto: “L’articolo di [POLITICO] rappresenta la più grande crisi che il presidente della Corte John Roberts abbia mai affrontato durante il suo mandato alla Corte”.

La sostanza della decisione è, ovviamente, storica. La sentenza “Roe vs. Wade” fa legge da 49 anni. Se la decisione venisse confermata – ricordiamo che la bozza trapelata è, di fatto, una bozza, ed i voti e le posizioni dei giudici potrebbero cambiare – la questione dell’aborto tornerebbe ai singoli Stati ed ai parlamenti statali. Almeno 26 Stati hanno già dichiarato di voler mettere fuori legge l’aborto. Altri Stati lo consentiranno ed alcuni si impegneranno anche per attrarre le donne che cercano l’aborto dagli Stati che lo hanno vietato. In breve, l’annullamento della sentenza “Roe vs. Wade” avrà effetti di vasta portata nella vita americana.

Ma per quanto importante, le conseguenze politiche potrebbero essere ancora maggiori, per questo motivo: La decisione metterà in moto la rabbia dei Democratici e dei progressisti nei confronti di due contrappesi al “dominio della maggioranza“ che sono incorporati nel sistema costituzionale americano: il primo è il Collegio Elettorale, con cui vengono eletti i presidenti, ed il secondo è la struttura ed il funzionamento del Senato. La messa in discussione di questi due contrappesi porterà, a sua volta, alla sfida finale dei Democratici alla legittimità della Corte Suprema, i cui giudici vengono appunti nominati dai presidenti e confermati dal Senato.

A fine aprile, alla National Cathedral, si sono svolti i funerali dell’ex Segretario di Stato Madeleine Albright. In prima fila c’erano Joe Biden, Barack Obama, Bill Clinton, Hillary Clinton ed Al Gore. Alcuni osservatori hanno notato che di quel gruppo di politici tutti loro avevano vinto nel voto popolare in sette delle ultime otto elezioni presidenziali, a partire dal 1992. Ma due di loro, Al Gore ed Hillary Clinton, non erano diventati presidenti. Hanno perso le elezioni presidenziali nel 2000 e nel 2016 a causa del Collegio Elettorale, quando i loro avversari, George W. Bush e Donald Trump, avevano conquistato la Casa Bianca.

Bush e Trump, a loro volta, hanno nominato quattro dei cinque giudici che hanno votato per l’annullamento della sentenza “Roe vs. Wade“. Bush ha nominato proprio l’autore del parere, Samuel Alito, mentre Trump ha nominato Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh ed Amy Coney Barrett. (L’altro giudice di nomina repubblicana che ha votato contro l’annullamento di “Roe vs. Wade” è Clarence Thomas, che però è stato nominato da George H.W. Bush). Quindi la maggior parte della maggioranza contraria alla storica sentenza sull’aborto, quasi tutta, proviene da presidenti che non hanno vinto il voto popolare. (Sì, George W. Bush ha vinto il voto popolare nella sua corsa alla rielezione nel 2004, ma non sarebbe mai diventato presidente senza la vittoria nel Collegio Elettorale nel 2000).

Inoltre, i presidenti che non avevano vinto il voto popolare avevano inviato le loro nomine alla Corte Suprema al Senato, dove sono entrati in vigore tutti i controlli dell’istituzione sul potere della maggioranza. In sostanza, i Democratici accusano il Senato stesso di essere un’istituzione antidemocratica. Essi sottolineano che i senatori Democratici rappresentano molte più persone di quelli Repubblicani, grazie alla struttura della Costituzione che prevede due senatori per ogni Stato, indipendentemente dalla popolazione. Nell’attuale Senato 50 a 50, ha osservato recentemente Vox, “la metà democratica rappresenterà 41.549.808 persone in più rispetto alla metà repubblicana”. Ad esempio, i due senatori Democratici della California rappresentano 39.185.605 persone, mentre i due senatori Repubblicani del Wyoming rappresentano 576.851 persone. Entrambi gli Stati hanno due voti al Senato – una realtà costituzionale che fa impazzire molti Democratici.

Poi ci sono le regole del Senato. Queste non sono contenute nella Costituzione, se non nella misura in cui la Costituzione consente al Senato di stabilirsi le proprie regole. In primo luogo, c’è l’ostruzionismo, un altro controllo sul potere della maggioranza che richiede per essere superato 60 voti per approvare una legge. Quindi i Democratici di oggi che vogliono, ad esempio, allargare il numero dei giudici della Corte Suprema non possono farlo con la loro maggioranza di 50 voti più Kamala Harris che presiede quell’aula.

Poi c’è quello che può fare una maggioranza di senatori. Il 13 febbraio 2016, il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, nominato dai Repubblicani, è morto inaspettatamente. Il 16 marzo, Barack Obama ha nominato l’allora giudice Merrick Garland per sostituire Scalia. Ma i Repubblicani avevano una maggioranza di 54 seggi al Senato. L’allora leader della maggioranza Mitch McConnell si rifiutò di prendere in considerazione la nomina di Barack Obama, sostenendo che, essendo il 2016 l’anno delle elezioni presidenziali, la decisione su chi dovesse far parte della Corte avrebbe dovuto essere presa dal prossimo presidente. Il leader McConnell ed il Partito Repubblicano rimasero fermi sulla loro decisione. I Democratici rimasero invece indignati, ma credevano che il prossimo presidente, Hillary Clinton, avrebbe nominato il successore di Antonin Scalia con un democratico. Ma le cose non andarono così.

La vittoria di Donald Trump ha solo accentuato la rabbia dei Democratici per quella vicenda. E come se non bastasse per loro, Donald Trump ha anche potuto nominare non uno, non due, ma ben tre giudici alla Corte Suprema nell’arco di un solo mandato. Dal punto di vista dei Democratici, la prima delle scelte di Trump, Neil Gorsuch, era stata “illegittima” perché aveva occupato il posto che avrebbe invece dovuto essere occupato da una nomina di Obama. Mentre la terza scelta di Trump, Amy Coney Barrett, era anch’essa “illegittima” perché il posto vacante che aveva occupato, per via della morte della giudice Ruth Bader Ginsburg, nominata dai Democratici, era avvenuto non solo nell’anno delle presidenziali (proprio come con Merrick Garland) ma pure nelle ultime settimane della campagna presidenziale. Ma i Repubblicani controllavano allora sia il Senato che la Casa Bianca e Mitch McConnell e Donald Trump avevano potuto fare il loro gioco.

Ricordiamo che per alcuni Democratici il controllo del Senato da parte del Partito Repubblicano era comunque “illegittimo” perché non rappresentava la maggioranza della popolazione.

E le stesse regole del Senato, stabilite ovviamente per loro da una “maggioranza illegittima”, sono quelle che vietano ai liberal di eliminare l’ostruzionismo che frustra le loro speranze di costruirsi una nuova maggioranza alla Corte Suprema a loro piacimento. E tutto questo per confermare le nomine fatte da presidenti che non hanno vinto il voto popolare.

Ed ora, veniamo alla decisione su “Roe vs. Wade“. Anche senza la fuga di notizie, una decisione che rovesciasse la sentenza avrebbe causato un’esplosione all’interno del mondo dei Democratici, alimentando una rabbia di lunga data sulla natura delle nostre istituzioni politiche. Ora è successo. Ciò che accadrà in seguito è difficile da prevedere.



Alberto Pento
Nelle comunità umane democratiche vale il principio: una persona o un cittadino uguale un voto senza distinzione di censo, di genere, di etnia, di religione ecc; così nelle comunità degli stati vale il principio di uno stato uguale un voto a prescindere dalla grandezza, dalla ricchezza, dalla potenza militare e dalla popolosità dello stato, se così non fosse non vi sarebbe democrazia né per le persone né per gli stati.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer mag 04, 2022 8:08 am

I Democratici hanno bloccato il disegno di legge che prevede una maggiore protezione per i giudici della Corte Suprema
Breitbart News
11 giugno 2022

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I Democratici della Camera hanno bloccato mercoledì una proposta di legge che avrebbe fornito maggiore protezione ai giudici della Corte Suprema, nello stesso giorno in cui un uomo è stato arrestato per aver tentato di uccidere il giudice Brett Kavanaugh

Il leader repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, ha chiesto il consenso unanime per portare al voto il disegno di legge S. 4160. L’S. 4160, che è passato al Senato con voto unanime, avrebbe stanziato fondi per una sicurezza aggiuntiva anche per i familiari dei giudici.

Nonostante la richiesta di Kebìvin McCarthy, la Presidente della Camera Nancy Pelosi e i Democratici non hanno accolto la proposta di McCarthy di portare al voto il disegno di legge.

Kevin McCarthy ha quindi condannato i Democratici della Camera per il loro rifiuto di votare il disegno di legge e ha fatto notare che il loro rifiuto è arrivato nello stesso giorno in cui un uomo è stato arrestato per aver complottato di uccidere il giudice Brett Kavanaugh.

Nelle prime ore del mattino di mercoledì, le forze dell’ordine hanno arrestato un uomo vicino alla casa di Brett Kavanaugh nel Maryland. Le autorità hanno poi accusato il californiano di tentato omicidio. McCarthy ha dichiarato:

Più di un mese fa, il Senato aveva approvato all’unanimità la legge per garantire maggiore sicurezza ai giudici della Corte Suprema e ai loro familiari. Ma i Democratici della Camera hanno lasciato che quel disegno di legge prendesse polvere. Si tratta dello stesso Partito la cui accesa retorica ha incoraggiato la pressione politica sui giudici conservatori.

Come ha notato Kevin McCarthy, la Casa Bianca del di Joe Biden ha incoraggiato le proteste fin sulle soglie delle case dei giudici.

L’ex addetta stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, aveva così dichiarato: “So che in questo momento c’è un’indignazione, credo, per le proteste che finora sono state pacifiche. Ma noi continuiamo a incoraggiarle“. Fuori dalle case dei giudici. E questa è la posizione anche del Presidente“, ha citato Kevin McCarthy.

Kevin McCarthy ha anche richiamato l’attenzione sui commenti del leader del Senato dei Democratici Chuck Schumer, secondo cui i giudici conservatori “pagheranno il prezzo” per aver emesso un parere sull’aborto che non gli piace. McCarthy ha aggiunto:

Il leader della maggioranza Chuck Schumer ha detto: “Voglio dirvi che i giudici Kavanaugh e Gorsuch hanno scatenato una tempesta e che ne pagheranno il prezzo. Non saprete cosa vi colpirà se andrete avanti con queste terribili decisioni“. Signor Presidente, con parole come queste e minacce come queste il Congresso non può più permettersi di aspettare.

“Abbiamo il dovere di proteggere la Corte, i giudici e le loro famiglie dalla violenza politica e dalle intimidazioni. E possiamo adempiere a questo dovere stasera, prima che la Camera si ritiri, mandando questa legge sulla scrivania del Presidente”, ha continuato Kevin McCarthy.

Le case dei giudici sono state oggetto di proteste da quando i manifestanti radicali pro-aborto si sono indignati per la fuga di notizie su un parere della Corte Suprema che avrebbe ribaltato la storica sentenza sull’aborto “Roe vs. Wade“.

Dopo la fuga di notizie, questi manifestanti radicali hanno manifestato davanti alle case dei giudici Neil Gorsuch, Amy Coney Barrett, Clarence Thomas, Samuel Alito, Brett Kavanaugh e del presidente della Corte Suprema John Roberts.

Kevin McCarthy non è l’unico Repubblicano a richiamare i Democratici della Camera per aver bloccato il voto sulla legge. Anche il leader repubblicano del Senato Mitch McConnell ha espresso parole forti contro Nancy Pelosi e i suoi colleghi.

Mitch McConnell ha detto:

Siamo a questo punto… se queste notizie sono corrette, un tentativo di assassinio contro un giudice in carica, o qualcosa di simile. Questo è esattamente il tipo di evento che molti temevano potesse essere reso più probabile dagli scatti apocalittici e sconsiderati di personalità di spicco nei confronti della Corte, che risalgono a molti mesi fa e soprattutto alle ultime settimane.

I Democratici della Camera hanno trascorso settimane a bloccare la misura approvata all’unanimità relativa alla sicurezza dei giudici della Corte Suprema. Questo deve cambiare, e deve cambiare proprio ora… Non si può più tergiversare… Devono interrompere il loro blocco plurisettimanale contro la legge sulla sicurezza della Corte Suprema e approvarla prima che il sole tramonti oggi.

“L’arresto di questo individuo dimostra che le minacce alla vita dei giudici sono terribilmente reali, ed è inconcepibile che i Democratici della Camera lascino le loro famiglie senza protezione da parte della polizia anche solo per un altro giorno”, ha dichiarato il senatore John Cornyn (Repubblicano del Texas).

Secondo quanto riferito, i Democratici della Camera non vorrebbero che il disegno di legge includa ulteriori protezioni per i dipendenti della Corte Suprema. Alla domanda sullo stato della legge, il leader dei Democratici della Camera Steny Hoyer ha detto ai giornalisti mercoledì: “Spero che siamo vicini” ad un accordo.




La Corte Suprema ha rovesciato il precedente della sentenza "Roe vs. Wade" nella decisione sul caso Dobbs - Viene così restituito il tema su come regolare oppure vietare l'aborto ai legislatori dei singoli Stati

L'Osservatore Repubblicano
24 giugno 2022

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... ayUVLNRsAl

La Corte Suprema ha appena annullato la sentenza Roe vs. Wade, affermando che la Costituzione non include il diritto all'aborto e restituendo la questione sulle leggi e i regolamenti sull'aborto ai legislatori statali.
Il giudice Samuel Alito ha scritto per la Corte Suprema nella decisione di venerdì (passata con una maggioranza di 5 a 4):
"L'aborto presenta una profonda questione morale. La Costituzione non proibisce ai cittadini di ogni Stato di regolamentare o di proibire l'aborto. Le sentenze sui casi di Roe e di Casey si sono arrogate questa autorità. Ora annulliamo queste decisioni e restituiamo l'autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti."
La sentenza "Roe vs. Wade" è stata emessa nel 1973 con una maggioranza di 7 a 2, in cui si affermava che la Costituzione degli Stati Uniti includesse un "diritto costituzionale all'aborto", nonostante il fatto che l'aborto non venga nemmeno menzionato nel testo, e che non lo si trovi nella struttura o nella storia della Costituzione, e che la nazione abbia trascorso più di 180 anni di storia senza mai accorgersi della sua esistenza. È stata una delle questioni legali più divisive della storia americana.
Una prima bozza del parere del giudice Samuel Alito era trapelata a maggio, la prima fuga di notizie di un parere completo nei 233 anni di storia della Corte Suprema, portando la sinistra a proteste violente, tra cui la distruzione di un centro pro-vita in Wisconsin, il vandalismo di chiese e la minaccia di proteste fin sulla soglia delle case dei giudici conservatori, in violazione della legge federale.
Queste minacce sono culminate in quello che è stato quasi un tentativo di assassinio del giudice Brett Kavanaugh, fatto passato apparentemente inosservato agli occhi di Joe Biden - che non si è espresso per condannarlo - e che ha portato ad una rapida azione su una nuova legge federale per proteggere i giudici. La maggioranza della Corte ha evidentemente resistito alle minacce e alle pressioni dell'opinione pubblica, annullando sia la sentenza che la sua successiva revisione nel 1992, nel caso "Planned Parenthood vs. Casey."
Con l'annullamento della sentenza "Roe vs. Wade", la questione dell'aborto torna ora agli Stati, che potranno approvare le restrizioni all'aborto che gli elettori di ciascuno Stato decideranno di adottare.
(Breitbart News)



Più di due dozzine di Stati limiteranno l’aborto dopo l’annullamento della sentenza Roe vs. Wade
Fox News
L’aborto subisce già restrizioni o divieti in almeno 25 Stati, ovvero in metà degli Stati Uniti
25 giugno 2022

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13 Stati degli Stati Uniti sono pronti a emanare divieti immediati sull’aborto e almeno altri 13 potrebbero seguirne rapidamente l’esempio dopo che la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza “Roe vs. Wade” venerdì scorso, lasciando che siano gli Stati a decidere in merito al diritto all’aborto.

Almeno 13 Stati del Paese hanno già delle cosiddette “leggi grilletto”, che vietano la maggior parte degli aborti ma che entreranno in vigore immediatamente oppure entro poche settimane dall’annullamento di “Roe vs. Wade“.

Secondo il Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca a favore dei diritti dell’aborto, questi Stati sono Arkansas, Idaho, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Missouri, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah e Wyoming, che ha appena approvato la sua legge “grilletto” in aprile.

Ci sono anche altri cinque Stati – Alabama, Arizona, Michigan, West Virginia e Wisconsin – che hanno un divieto di aborto da prima di “Roe vs. Wade” ma che entrerà nuovamente in vigore ora che la sentenza storica del 1973 è stata rovesciata.

I governatori Democratici del Michigan e del Wisconsin si sono opposti a queste leggi: La governatrice del Michigan Gretchen Whitmer ha intentato una causa ad aprile chiedendo alla Corte Suprema del Michigan di fermare l’applicazione del divieto dell’aborto risalente al 1931 mentre il governatore del Wisconsin Tony Evers ha chiesto l’abrogazione di una legge statale del 1849 che rende l’aborto un reato.

Secondo la ricerca del Guttmacher Institute, l’annullamento della sentenza “Roe vs. Wade” porta almeno 18 Stati a vietare quasi immediatamente la maggior parte degli aborti.

Altri quattro Stati – Georgia, Iowa, Ohio e South Carolina – hanno leggi che vietano l’aborto dopo le sei settimane, leggi che in precedenza erano state dichiarate incostituzionali ma che verranno riesaminate ora che la “Roe vs. Wade” è stata rovesciata.

Inoltre, anche la Florida, l’Indiana, il Montana e il Nebraska, in base all’attuale attività legislativa, sembrano destinati a vietare o a limitare fortemente l’aborto dopo l’annullamento della “Roe vs. Wade“.

In totale, il Guttmacher Institute stima che 26 Stati su 50 sono certi di vietare o è probabile che vietino l’aborto ora che la “Roe vs. Wade” è stata rovesciata. Per contro, il Center for Reproductive Rights (Centro per i diritti riproduttivi), un gruppo di legali che si batte per i diritti dell’aborto, ritiene probabile che 25 Stati vietino l’aborto, tra cui il North Carolina e la Pennsylvania, ma non la Florida, l’Iowa e il Montana.

Nel frattempo, l’accesso all’aborto dovrebbe continuare o addirittura espandersi negli Stati Democratici come la California e l’Oregon, che nelle ultime settimane si sono mossi per proteggere il diritto all’aborto.
Il Missouri è il primo stato a far scattare la legge che pone fine all’aborto nello stato

Pochi minuti dopo l’annuncio della sentenza della Corte Suprema che ha ribaltato la sentenza “Roe vs. Wade“, il procuratore generale del Missouri Eric Schmitt ha emesso un parere che “fa scattare” parte di una legge statale che pone fine all’aborto.

Secondo l’ufficio di Schmitt, il Missouri è il primo Stato della nazione a farlo. Il parere mette fuori legge l’aborto nello Stato, tranne nei casi di emergenza medica.

“Oggi, dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha ribaltato la sentenza Roe vs. Wade, con l’emissione di un parere del procuratore generale, il mio ufficio ha ancora una volta rafforzato la dedizione del Missouri alla protezione della sacralità della vita, sia quella nata che quella non nata. Con questo parere del procuratore generale, il mio ufficio ha effettivamente posto fine all’aborto nel Missouri, diventando il primo Stato del Paese a farlo dopo la sentenza della Corte”, ha dichiarato il procuratore generale Eric Schmitt.

“Il mio ufficio si è battuto per sostenere la sacralità della vita sin da quando sono diventato procuratore generale, culminando nella sentenza epocale di oggi e nel parere del procuratore generale. Continuerò a lottare per proteggere tutta la vita, nata e non nata”.



Donald Trump elogia la decisione della Corte Suprema di ribaltare la sentenza Roe vs. Wade e dice che la sentenza “andrà bene per tutti”
Fox News
25 giugno 2022

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L’ex presidente Donald Trump ha elogiato la decisione della Corte Suprema di rovesciare il caso Roe vs. Wade, dicendo a Fox News che la sentenza “andrà bene per tutti”.

Donald Trump ha dichiarato a Fox News: “Questo è seguire la Costituzione e restituire i diritti che avrebbero dovuto essere restituiti molto tempo fa“.

Quando gli è stato chiesto se avesse un messaggio da dare a tutti i suoi sostenitori che potrebbero essere pro-choice quindi favorevoli all’aborto, Donald Trump ha detto a Fox News: “Penso che, alla fine, questo sia qualcosa che andrà bene per tutti“.

“Questo riporta tutto negli Stati dove la questione è sempre appartenuta“, ha detto Donald Trump.

Quando gli è stato chiesto se sente di aver avuto un ruolo nel ribaltamento della sentenza “Roe vs. Wade” dopo aver nominato tre giudici conservatori alla Corte Suprema, l’ex presidente ha risposto: “Dio ha preso la decisione“.

Donald Trump, durante la sua presidenza, ha nominato alla Corte Suprema i giudici conservatori Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett.

Con queste nomine, la Corte Suprema è diventata a maggioranza conservatrice, che conta il presidente John Roberts, il giudice Samuel Alito, il giudice Clarence Thomas oltre a Gorsuch, Kavanaugh e Barrett.

I giudici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elana Kagan, tutti nominati dai Democratici, hanno dissentito dal parere della maggioranza che venerdì ha annullato la sentenza “Roe vs. Wade“.

La sentenza è stata emessa nella causa “Dobbs contro Jackson Women’s Health Organization“, incentrata su una legge del Mississippi che vietava l’aborto dopo 15 settimane di gravidanza. Lo Stato del Mississippi, a guida repubblicana, aveva chiesto alla Corte Suprema di annullare la sentenza di un tribunale di grado inferiore che aveva bloccato il divieto di aborto a 15 settimane.

“Terminiamo questo parere dove abbiamo iniziato. L’aborto presenta una profonda questione morale. La Costituzione non proibisce ai cittadini di ogni Stato di regolamentare o proibire l’aborto. Le sentenze Roe e Casey si sono arrogate questa autorità. Ora annulliamo quelle decisioni e restituiamo tale autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti“, ha scritto il giudice Samuel Alito nel parere della Corte.

Il parere di Samuel Alito inizia con un’analisi e una critica della sentenza “Roe vs. Wade” e della sua affermazione secondo cui, sebbene gli Stati abbiano “un legittimo interesse a proteggere la ‘vita potenziale'”, questo interesse non sia abbastanza forte da proibire gli aborti prima del momento della vitalità del feto, intesa a circa 23 settimane di gravidanza.

“La Corte non ha spiegato la base di questa linea, e persino i sostenitori dell’aborto hanno trovato difficile difendere il ragionamento della Roe“, ha scritto Samuel Alito.


10 citazioni fondamentali dal parere del giudice Samuel Alito che ha rovesciato la sentenza Roe vs. Wade – Fox News
Il giudice Samuel Alito è l’autore della decisione della Corte Suprema che ha ribaltato il caso “Roe vs. Wade”
25 giugno 2022

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Venerdì la Corte Suprema ha emesso il tanto atteso parere, già trapelato in precedenza, che ribalta il caso della sentenza “Roe vs. Wade“, ponendo di fatto fine al riconoscimento di un diritto costituzionale all’aborto e dando ai singoli Stati il potere di regolamentare e limitare questa pratica.

La sentenza è stata emessa nel caso “Dobbs vs. Jackson Women’s Health Organization“, che riguardava una legge del Mississippi che vietava l’aborto dopo le 15 settimane di gravidanza. Lo Stato del Mississippi, a guida repubblicana, aveva chiesto alla Corte Suprema di annullare una sentenza di un tribunale di grado inferiore che aveva bloccato il divieto di aborto a 15 settimane.


Il giudice Samuel Alito ha redatto il parere. Ecco 10 citazioni fondamentali del parere di Alito.
Samuel Alito descrive nei dettagli la visione dell’aborto prima di “Roe vs. Wade”

“Non solo non c’era alcun supporto per un tale diritto costituzionale fino a poco prima di Roe, ma l’aborto era da tempo un crimine in ogni singolo Stato. Nella common law, l’aborto era un crimine almeno in alcune fasi della gravidanza ed era considerato illegale e poteva avere conseguenze anche molto gravi in tutte le fasi della gravidanza. Il diritto americano ha seguito la common law fino a quando, nel 1800, un’ondata di restrizioni legislative ha ampliato la responsabilità penale per gli aborti. Al momento dell’adozione del Quattordicesimo Emendamento, tre quarti degli Stati avevano reso l’aborto un reato in qualsiasi fase della gravidanza, e gli altri Stati li avrebbero presto seguiti. “

La sentenza “Roe vs. Wade” è gravemente sbagliata ed ha acuito le divisioni

“La Roe era clamorosamente sbagliata fin dall’inizio. Il suo ragionamento era eccezionalmente debole e la decisione ha avuto conseguenze dannose. E lungi dal portare ad una soluzione nazionale della questione dell’aborto, le sentenze Roe e Casey hanno infiammato il dibattito ed acuito le divisioni. È tempo di dare ascolto alla Costituzione e di restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti dal popolo”.

Samuel Alito sulla confusione su quali diritti il 14° Emendamento protegga in realtà

“Nell’interpretare il significato del riferimento del Quattordicesimo Emendamento alle “libertà”, dobbiamo guardarci dalla naturale tendenza umana a confondere ciò che l’Emendamento protegge con le nostre ardenti opinioni sulla libertà di cui gli americani dovrebbero godere. Ecco perché la Corte è stata a lungo ‘riluttante’ a riconoscere diritti che non sono menzionati nella Costituzione”.

Samuel Alito respinge l’affermazione secondo cui la decisione porterà conseguenze su matrimonio omosessuale e contraccezione

“Infine, il dissenso suggerisce che la nostra decisione metta in discussione [i precedenti sanciti nelle sentenze] Griswold, Eisenstadt, Lawrence e Obergefell. Ma abbiamo dichiarato inequivocabilmente che “nulla in questo parere deve essere inteso come un dubbio su precedenti che non riguardano l’aborto“. Abbiamo anche spiegato perché è così: i diritti relativi alla contraccezione ed alle relazioni omosessuali sono intrinsecamente diversi dal diritto all’aborto, perché quest’ultimo (come abbiamo sottolineato) coinvolge in modo unico ciò che Roe e Casey hanno definito “vita potenziale””.

La Corte Suprema non può imporre la propria “teoria della vita” alla nazione

“La nostra opinione non si basa su alcuna opinione su se e quando la vita prenatale abbia diritto a uno qualsiasi dei diritti di cui si gode dopo la nascita. Il parere di dissenso, al contrario, vorrebbe imporre al popolo una particolare teoria sul momento in cui iniziano i diritti della persona. Secondo il parere di dissenso, la Costituzione impone agli Stati di considerare un feto privo anche del più elementare diritto umano – quello di vivere – almeno fino a quando non sia trascorso un punto arbitrario della gravidanza. Nulla nella Costituzione o nelle tradizioni giuridiche della nostra nazione autorizza la Corte ad adottare questa “teoria della vita””.

Samuel Alito dice che nella decisione presa in “Roe vs. Wade” la Corte Suprema abbia usurpato il potere

“La Roe era in rotta di collisione con la Costituzione fin dal giorno in cui è stata decisa, Casey ha perpetuato i suoi errori, e questi errori non riguardano qualche angolo arcano della legge di scarsa importanza per il popolo americano. Piuttosto, esercitando nient’altro che il “crudo potere giudiziario”… la Corte ha usurpato il potere di affrontare una questione di profonda importanza morale e sociale che la Costituzione lascia inequivocabilmente al popolo”.

La sentenza “Roe vs. Wade” si basa su una narrazione storica errata

“La Roe ha stabilito che la Costituzione conferisce implicitamente il diritto di ottenere un aborto, ma non ha fondato la sua decisione sul testo, sulla storia o sui precedenti. Si è basata su una narrazione storica errata; ha dedicato grande attenzione e presumibilmente si è basata su questioni che non hanno alcuna attinenza con il significato della Costituzione; ha ignorato la differenza fondamentale tra i precedenti su cui si è basata e la questione sottoposta alla Corte; ha inventato un’elaborata serie di regole, con restrizioni diverse per ogni trimestre di gravidanza, ma non ha spiegato come questo vero e proprio codice potesse essere ricavato da qualsiasi cosa nella Costituzione, nella storia delle leggi sull’aborto, nei precedenti o in qualsiasi altra fonte citata; e la sua regola più importante (che gli Stati non possono proteggere la vita fetale prima della “vitalità”) non è mai stata sollevata da nessuna opinione della Corte e non è mai stata spiegata in modo plausibile. “

Samuel Alito sottolinea le conseguenze nel processo della democrazia che avrà la sentenza Dobbs

“La nostra decisione restituisce la questione dell’aborto agli organi legislativi e consente alle donne di entrambe le parti di cercare di influenzare il processo legislativo influenzando l’opinione pubblica, facendo pressioni sui legislatori, votando e candidandosi. Le donne non sono prive di potere elettorale o politico. È degno di nota il fatto che la percentuale di donne che si registrano per votare ed esprimono il voto sia costantemente superiore alla percentuale di uomini che lo fanno”.

Samuel Alito dice di non sapere come gli Stati Uniti risponderanno alla sentenza Dobbs

“Non pretendiamo di sapere come il nostro sistema politico o la nostra società reagiranno alla decisione odierna che annulla Roe e Casey. E anche se potessimo prevedere cosa accadrà, non avremmo l’autorità di lasciare che questa conoscenza influenzi la nostra decisione. Possiamo solo fare il nostro lavoro, che è quello di interpretare la legge, applicare i principi di lunga data dello stare decisis e decidere questo caso di conseguenza. Riteniamo quindi che la Costituzione non conferisca un diritto all’aborto. Roe e Casey devono essere annullate e l’autorità di regolamentare l’aborto deve essere restituita al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”.

Il parere conclude…

“L’aborto presenta una profonda questione morale. La Costituzione non proibisce ai cittadini di ogni Stato di regolamentare o proibire l’aborto. Roe e Casey si sono arrogate questa autorità. Ora annulliamo quelle decisioni e restituiamo tale autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”.



Un articolo demenziale degli abortisti sinistrati atei

Democrazia Atea
25 giugno 2022

https://www.facebook.com/Democrazia.Ate ... KpvNeTFFZl

"Caro ragazzo, per affermare che l'aborto è un omicidio significa che aderisci a quella teoria fondamentalista che ritiene che la vita si formi sin dal concepimento. Ti pongo una semplice domanda: senza l'utero della donna quell'agglomerato informe di cellule potrebbe sopravvivere? Stiamo parlando di un ovulo e di uno spermatozoo che accidentalmente si sono uniti e non sono ancora vita, non c'è distinzione tra apparato gerente e sistema nervoso, non c'è differenza tra sistema muscolare e apparato osseo, si tratta di embrione e non di bambino. La differenza terminologica è differenza sostanziale. Tra questo grumo di cellule informi e la volontà della donna di tenerselo in grembo, io dico che deve essere preferita la volontà della donna. La maternità è un atto consapevole e l'utero di una donna non è un forno a microonde dove, una volta che hai inserito i popcorn devi per forza farli scoppiettare. Il concepimento non è un atto divino, è un atto sessuale, con o senza piacere. La maternità indesiderata è tra le peggiori sciagure che una donna sente di dover sopportare e se desidera interrompere una gravidanza indesiderata, nessuno può permettersi di giudicare. Lo Stato non può permettersi di limitare un diritto ma deve dare assistenza sanitaria altrimenti la partita si gioca, come al solito, tra donne ricche che trovano comunque una modalità per interrompere la gravidanza, e donne povere che lo faranno ricorrendo a mezzi di fortuna. Ricordati che quando una donna non vuole una gravidanza, non la ferma nessuno, soprattutto se ha subito uno stupro e quella gravidanza ne è la conseguenza. Se ti dispiace che una donna si trovi nella dolorosa circostanza di interrompere una gravidanza, hai un solo modo per dimostrarlo: combatti per una consapevole educazione sessuale nelle scuole, fai in modo che l'uso degli anticoncezionali diventi argomento di discussione tra le persone che conosci, agisci sulla prevenzione, e soprattutto studia le fasi dell'ovulazione e della produzione di spermatozoi, oltre che gli stati embrionali e fetali. L'aborto è comunque una violenza che la donna accetta di subire su se stessa perchè l'idea di un figlio indesiderato è un tormento peggiore. Quando avrai capito questi passaggi sarai più credibile se parli di aborto."

Gino Quarelo
Che post demenziale di un'ignoranza spaventosa come l'ideologia che lo anima.
Chiamare "agglomerato informe di cellulle" l'uovo femminile fecondato dallo spermatozoo maschile è del tutto insensato.
L'uovo e lo spermatozoo sono i due semi umani, l'uno femminile e l'altro maschile, attraverso i quali la specie umana si riproduce e in entrambi è contenuta la genetica della specie e il nuovo individuo inizia a prendere forma proprio al momento del concepimento, ossia della fecondazione e non è il frutto di una casualità accidentale ma l'effetto dell'amore di una donna e di un uomo che si congiungono o che copulano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » mer mag 04, 2022 8:08 am

Tra verità e menzogna.
Tra mito e realtà, mettiamo le cose in chiaro sulla storica decisione della Corte Suprema sull’aborto
L'Osservatore Repubblicano
27 giugno 2022

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... a7Me6HAejl

RIPRISTINA LA DEMOCRAZIA - Il 61% degli americani vuole limitare l'aborto oltre l'attuale standard stabilito dalla "Roe vs Wade" (Statistica tratta da NPR). Quando la "Roe vs. Wade" era ancora in vigore, il popolo non poteva esprimersi.
L'ABORTO NON È PIÙ UN DIRITTO COSTITUZIONALMENTE GARANTITO - La Corte Suprema ha semplicemente sentenziato che l’aborto non è mai stato un diritto costituzionale. È infatti stato reso legale grazie ad un precedente fissato proprio dalla sentenza "Roe vs. Wade", ma non è incluso nel testo della Costituzione americana. Per inciso, gli Stati Uniti erano uno dei pochi (se non l'unico) paese al mondo ad avere elevato l'aborto a diritto costituzionale (per confronto, in Italia non è previsto dalla Costituzione ma dalla legge 194)
CHE COSA SUCCEDE ORA? - Nella migliore ottica federalista degli Stati Uniti, gli Stati americani che vorranno mantenere l’aborto legale lo potranno fare (ad es. New York e California). Per effetto del ribaltamento di "Roe vs. Wade" sarà più difficile fare causa agli Stati che l’aborto lo vieteranno o che ridurranno a poche eccezioni, perché, appunto, non c’è più un diritto costituzionale che limiti questa loro facoltà.
I POTERI DEL CONGRESSO - Resta comunque in potere del Congresso quello di riformare la Costituzione americana per introdurvi un nuovo emendamento che legalizzi l’aborto. Però sarà improbabile. Una legge federale sull'aborto (stile legge 194) non passerà mai e i Democratici lo sanno per la banale ragione che le minoranze, che formano il grosso del loro voto, tendono ad essere molto più socialmente conservatrici rispetto ai bianchi liberal. E anche se passasse, verrebbe sfidata nei tribunali degli stati repubblicani fino alla morte.
UNA SENTENZA RELIGIOSAMENTE MOTIVATA? - Questa sentenza non parla minimamente della moralità o della liceità dell'aborto: decide solo che in materia è competente il popolo e non i giudici. La reazione isterica di chi si proclama democratico dovrebbe dirla lunga sulla ragionevolezza di aver dato a dei partiti progressisti questo nome...


La Sinistra e i media corrotti hanno perso la testa per il fatto che la sentenza Dobbs abbia permesso ai bambini di vivere – The Federalist
La Sinistra si lamenta, geme, digrigna i denti e mina l’integrità della Corte Suprema

Tratto e tradotto da un articolo di Jordan Boyd per The Federalist
29 giugno 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ederalist/

Gli esponenti della Sinistra e i loro compari nei corrotti media aziendali hanno perso completamente la testa dopo che venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ufficialmente deciso di rovesciare la sentenza “Roe vs. Wade“.

Mentre i pro-life hanno celebrato la decisione storica che salverà innumerevoli vite, gli esponenti della sinistra, compresi alcuni dei politici Democratici di più alto rango, si lamentano, gemono, digrignano i denti e mentre tentano di minare l’integrità della Corte Suprema.

“Non ha senso dire buongiorno, perché di certo non lo è”, ha detto la presidente della Camera Nancy Pelosi in una conferenza stampa di venerdì. “Questa mattina una Corte Suprema radicale sta sventrando i diritti degli americani e mettendo in pericolo la loro salute e sicurezza”.

Nancy Pelosi ha accusato la Corte Suprema “controllata dai Repubblicani” di “estremismo” ed ha affermato che i Democratici al Congresso faranno tutto il possibile per impedire ai Repubblicani di “tramare un divieto di aborto a livello nazionale”.

“Rovesciare la Roe e mettere fuori legge gli aborti non li farà mai sparire. Li renderà solo più pericolosi, soprattutto per i poveri e gli emarginati. Ci saranno persone che moriranno a causa di questa decisione. E non ci fermeremo mai finché non saranno ripristinati i diritti all’aborto negli Stati Uniti d’America”, ha dichiarato su Twitter la deputata Alexandria Ocasio-Cortez.

Gli attivisti pro-aborto, i Democratici e i media aziendali corrotti hanno minato per anni l’integrità della Corte Suprema e la reputazione delle nomine dell’ex presidente Donald Trump. Quando a maggio un corvo ha condiviso prematuramente sui media il parere sul caso Dobbs, alcuni hanno chiesto addirittura di radere al suolo la Corte Suprema e con essa il Paese.

Giovedì, dopo che i giudici hanno dichiarato incostituzionale il sistema di licenze per le armi di New York, le spunte blu su Twitter hanno chiesto di sciogliere l’organo all’apice del ramo giudiziario del paese.

Ora gli esponenti della Sinistra sono ricorsi ad un’escalation di intimidazioni, bestemmie estreme ed odio nei confronti dei giudici della Corte Suprema nominati dai Repubblicani, per dimostrare il loro sdegno nei confronti della Corte che ha restituito agli Stati la questione dell’aborto.

“Andate a casa di ogni giudice della Corte Suprema che ha appena votato per uccidere le donne. Fate sapere loro come vi sentite”, ha twittato l’attivista anti-armi Cameron Kasky. In seguito ha cancellato il tweet, ma ha tenuto a precisare di essere d’accordo con il pensiero che aveva esposto.

Il ricatto emotivo sta dilagando anche in televisione e su Twitter, mentre gli attivisti pro-aborto nei media e nelle altre istituzioni si rendono conto di non avere più un “diritto costituzionale” ad uccidere i bambini non nati.

“È un tradimento straziante di metà del Paese. Guardare le donne lì è emozionante”, ha detto un’ospite della CNN mentre iniziava a piangere in diretta.

Molteplici account con i segni di spunta blu su Twitter, tra cui un ex procuratore degli Stati Uniti dell’era Obama diventato collaboratore di MSNBC e NBC News, hanno deciso di diffondere bugie e disinformazione sul caso Dobbs e sui pro-life. Hanno trascurato il fatto che questa decisione salverà la vita di milioni di bambini non ancora nati, sostenendo falsamente invece che “molte donne moriranno” (1) (2).

Poco dopo l’annuncio della sentenza Dobbs, si sono moltiplicati anche gli appelli al “court-packing”.

Matt O’Brien, ex scrittore del The Atlantic e del Washington Post, ha suggerito che il legittimo processo di nomina della Corte Suprema da parte dei Repubblicani abbia portato ad una minoranza in seno all’Alta Corte che è ingiusta nei confronti dei Democratici che invece vinto il voto popolare a livello nazionale in diverse elezioni negli ultimi trent’anni.

Molti media corporativi hanno anche inquadrato la loro copertura della sentenza Dobbs come la fine di un “diritto costituzionale all’aborto”.

Ma come ha osservato il giudice Samuel Alito nell’opinione di maggioranza, tuttavia, “la [sentenza] Roe era clamorosamente sbagliata fin dall’inizio“.

“Il suo ragionamento era eccezionalmente debole e la decisione ha avuto conseguenze dannose“, ha scritto.

Jordan Boyd è una redattrice di The Federalist e co-produttrice di The Federalist Radio Hour. Il suo lavoro è stato pubblicato anche su The Daily Wire e Fox News. Si è laureata alla Baylor University dove si è specializzata in scienze politiche e in giornalismo.


In Kansas continuerà a essere garantito l’aborto
Nello stato conservatore americano un referendum ha ribadito il diritto all'interruzione di gravidanza, ed è una vittoria importante
mercoledì 3 Agosto 2022

https://www.ilpost.it/2022/08/03/in-kan ... Position=6

Iman Alsaden, medico di Planned Parenthood, abbraccia Rachel Sweet, dell’organizzazione Kansans for Constitutional Freedom, dopo la vittoria del "no" al referendum che consentirà dunque di continuare a garantire il diritto di aborto, Overland Park, 2 agosto 2022 (Tammy Ljungblad/The Kansas City Star via AP)

Nello stato americano del Kansas elettori ed elettrici hanno deciso tramite un referendum di continuare a garantire il diritto all’aborto nella costituzione dello stato. Il voto è considerato un’importantissima vittoria per i movimenti a favore della libertà e dell’autodeterminazione delle donne: tra le altre cose, perché il Kansas è uno stato conservatore e perché era la prima volta che le persone erano chiamate a esprimersi direttamente sulla questione dell’interruzione di gravidanza, dopo che lo scorso 24 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva ribaltato la sentenza del 1973 conosciuta come “Roe v. Wade”, che garantiva il diritto all’aborto a livello federale.

Inoltre, l’esito di questo voto potrebbe avere delle conseguenze su quello che altri stati decideranno di fare, e potrebbe indicare quanto la questione del diritto di aborto sarà un fattore determinante per le elezioni di metà mandato, che si terranno il prossimo novembre.

Le prime proiezioni sui risultati dicono che in Kansas – che è uno stato conservatore in cui la governatrice Democratica convive con un Congresso locale dove la maggioranza è Repubblicana – oltre il 60 per cento delle persone che sono andate a votare ha scelto di continuare a garantire il diritto di aborto: hanno dunque votato “no” all’emendamento proposto, che chiedeva di eliminare dalla Costituzione statale il diritto all’interruzione della gravidanza previsto dal 2019 grazie a una sentenza.

La vittoria dei “sì” alla richiesta di modifica avrebbe annullato la decisione del 2019 della Corte Suprema dello stato e portato all’approvazione di nuove leggi più restrittive. I risultati definitivi si avranno tra circa una settimana.

Festeggiamenti per la vittoria del “no” al referendum. La vittoria dei “sì” avrebbe portato a leggi restrittive sul diritto di aborto, Overland Park, 2 agosto 2022 (Tammy Ljungblad AP/The Kansas City Star via AP)

I gruppi che difendono il diritto all’autodeterminazione delle donne del Kansas avevano criticato il fatto che la votazione sull’aborto sarebbe avvenuta non solo in piena estate, ma anche in contemporanea con le primarie in vista delle elezioni di metà mandato del prossimo novembre e a cui, solitamente, Democratici e Indipendenti non partecipano, perché non c’è molta concorrenza tra i candidati della loro area. Secondo i primi dati risulta che l’affluenza alle urne in tutto lo stato sia stata significativamente più alta del previsto.

Il Kansas rimarrà dunque uno stato in cui il diritto all’aborto è garantito. In questo momento è la destinazione delle donne degli stati vicini dove l’interruzione di gravidanza è già stata limitata; già oggi le cinque cliniche presenti nello stato dove si praticano aborti (compresa quella in cui lavorava George Tiller, uno dei pochi medici statunitensi che praticavano interruzioni di gravidanza tardive e che venne assassinato da un militante “pro-life” nel 2009) non riescono a soddisfare il numero delle richieste, che sono raddoppiate dopo la sentenza della Corte Suprema contro “Roe v. Wade”.

Sono dieci gli stati negli Stati Uniti, compreso il Kansas, che prevedono il diritto all’aborto nelle loro costituzioni statali. Il percorso per eliminarlo prevede un referendum e poi l’approvazione di nuove leggi. Il Kansas non è dunque l’unico stato in cui il futuro dell’aborto è deciso tramite un voto. Altre votazioni simili sono previste nei prossimi mesi in California, Michigan o Vermont.

Dalla sentenza della Corte Suprema contro la “Roe v. Wade” che demanda a ciascuno stato la regolamentazione dell’interruzione di gravidanza, sono numerosi gli stati che hanno già proibito o limitato l’aborto. Ieri il divieto totale è entrato in vigore anche nel Kentucky.

La vittoria della tutela al diritto di aborto in Kansas è stata commentata positivamente anche dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Ieri l’amministrazione Biden ha avviato la sua prima azione legale dopo la sentenza della Corte Suprema sull’aborto presentando un ricorso contro la legge dell’Idaho che autorizza l’interruzione di gravidanza solo per salvare la vita della donna. Secondo il procuratore generale Merrick Garland la legge è talmente restrittiva che rende difficile rispettare la legge federale sulle emergenze mediche, che prevede di intervenire in caso di «grave pericolo per la salute» della donna incinta.

Per Garland la nuova legge dell’Idaho «renderebbe un reato penale fornire cure mediche di emergenza richieste dalla legge federale». Dalla sentenza della Corte Suprema, ha fatto sapere sempre Garland, sono arrivate molte notizie di «rinvii, ritardi, e persino rifiuti di curare le donne incinte in caso di emergenza medica».


Alberto Pento
Bene allora significa che la sentenza della Corte Suprema non ha cancellato la possibilità di abortire e che ha giustamente e costituzionalmente lasciato ai cittadini dei vari stati federati USA la sovranità di decidere in merito. Ottimo esempio di paese democratico e federale.





UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
Imporre una gravidanza indesiderata è sempre intollerabile. In certi casi la crudeltà degli integralisti tocca livelli inimmaginabili. La Louisiana costringe una donna incinta di un feto privo della scatola cranica a raccogliere 30000 dollari e a cambiare stato per abortire. Speranze di vita del futuro bambino: al massimo pochi minuti dopo la nascita.
https://www.facebook.com/groups/2097364 ... 9212386103

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... 50c32.html


Louisiana, Usa
Il feto è senza scatola cranica ma l'aborto le viene negato lo stesso

27 agosto 2022

https://www.rainews.it/articoli/2022/08 ... fd4e4.html


In una corsa contro il tempo la donna è stata costretta a spostarsi in un altro Stato per interrompere la gravidanza senza speranza
La stretta sull'aborto negli Stati Uniti continua a generare confusione e blocchi sugli interventi medici, anche nei casi delle gravidanze più disperate.

Una donna della Louisana, incinta e con la diagnosi di un feto senza scatola cranica, è stata costretta a spostarsi in uno altro Stato per poter interrompere la gestazione.

A Nancy Davis, questo il suo nome, è stato infatti negato l'aborto: nessun medico si è dichiarato disponibile a procedere nonostante non ci fosse alcuna garanzia di sopravvivenza per il bambino dopo la nascita.

Per i dottori la paura di perdere la licenza, determinata dalla confusione scatenata dalla sentenza della Corte Suprema che ha annullato il diritto costituzionale all'aborto, è stata più forte della salute fisica ed emotiva della gestante. Il fatto che ci fosse un battito cardiaco era sufficiente a non procedere con l'intervento.

Tra l'obbligo di portare avanti una gravidanza con la consapevolezza che il feto poteva morire di prima di nascere o sopravvivere al massimo qualche minuto una volta venuto alla luce, la donna si è dovuta imbarcare così in un viaggio della disperazione per poter abortire in North Carolina.

La donna, in difficoltà economiche, ha dovuto anche lanciare una raccolta on line con una compagna GoFundMe per sostenere le spese mediche e di viaggio.

Pochi giorni fa i legali di Nancy Davis hanno denunciato "l'orribile posizione crudele in cui lo stato della Louisiana ha posto la donna lasciandole solo due scelte: portare avanti la gravidanza fino all'inevitabile morte del feto o viaggiare in un altro Stato per ottenere l'interruzione della gravidanza che aveva così dolorosamente deciso".


Gino Quarelo

La Louisiana deve ancora legiferare in materia, dopo la sentenza della Corte Suprema che restituisce correttamente la responsabilità legislativa ai singoli Stati.
Oggi come oggi la Louisiana riconosce l'aborto solo se c'è pericolo per la vita della madre.
Vi sono altri stati a guida repubblicana che riconoscono l'aborto anche per le gravi malformazioni del feto e in caso di incesto e di stupro.
Negli USA siamo arrivati a questi punti per le esagerazioni e le manipolazioni sull'aborto facile da parte dei democratici che hanno provocato le comprensibili reazioni d'irrigidimento dei repubblicani.
L'integralismo demenziale e assassino lo si trova spesso tra i democratici. L'aborto facile è una pratica rientrante nell'eugentica i cui eccessi abberranti sono tipici dei nazi fascismi tra cui quello comunista, maomettano e politicamente corretto.
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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » ven mag 13, 2022 2:04 am

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Re: USA: Trump e i repubblicani, Biden e i democratici

Messaggioda Berto » ven mag 13, 2022 2:04 am

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