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Le stragi negli USA, che vuole le armi libere e chi il loro divietoLa strage dei neri del suprematista bianco che odia gli ebrei e i neri con il loro suprematismo BLMA Buffalo la strage del suprematista bianco di 18 anni. Biden: "Una macchia sull'anima dell'America"
15 maggio 2022
https://www.rainews.it/articoli/2022/05 ... 7a743.html"Un atto di terrorismo interno": così il presidente americano, Joe Biden, ha definito la strage di Buffalo, nello stato di New York, dove un diciottenne suprematista ha ucciso dieci persone.
Biden parla di "un crimine ripugnante e motivato dall'odio razziale perpetrato in nome della disgustosa ideologia del nazionalismo bianco". Un atto di terrorismo, aggiunge l'inquilino della Casa Bianca, "che è antitetico a ogni cosa che rappresenta l'America". "Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere - conclude Biden - per porre fine a questo terrore alimentato dall'odio".
“Dobbiamo lavorare insieme per affrontare l'odio che resta una macchia sull'anima dell'America - afferma il presidente usa joe biden -. Un uomo da solo con armi da guerra e un animo pieno d'odio ha ucciso a sangue freddo 10 innocenti in un supermercato".
Payton Gendron, autore della strage, nel 2021 era stato segnalato dal suo liceo come "ragazzo problematico che diceva di voler fare una sparatoria alla cerimonia di diploma o successivamente". Secondo gli investigatori si sarebbe radicalizzato durante il periodo del lockdown.
"Siamo impegnati a condurre un'indagine veloce e a cercare giustizia per le vittime innocenti", afferma il ministro della Giustizia americano, Merrick Garland. "il dipartimento di giustizia sta indagando" sulla strage di buffalo "per crimine d'odio ed estremismo violento di stampo razzista.
La speaker della Camera, Nancy Pelosi, torna a chiedere una stretta sulle armi da fuoco in America, descrivendo come un atto di "terrorismo interno" l'attacco al supermercato di Buffalo da parte di un suprematista diciottenne. Per la terza carica dello stato negli Usa è più che mai prioritaria la necessità di norme più stringenti sulle armi.
Buffalo, chi è il 18enne suprematista bianco autore della strage nel supermercato: ha imitato anche Luca...Guido Olimpio
15 maggio 2022
https://www.corriere.it/esteri/22_maggi ... 5e8e.shtmlIl 18enne suprematista bianco si è dichiarato non colpevole in tribunale. Aveva postato un manifesto di oltre 100 pagine e diffuso in diretta streaming il video della sparatoria
Il giovane di Buffalo ha intrapreso il suo sentiero di guerra ispirandosi a chi lo ha preceduto. Almeno questo ciò ha scritto in un manifesto di oltre 100 pagine. Non sappiamo con certezza che sia il suo, ma la polizia lo sta esaminando. Gli sparatori di massa copiano altri per ragioni ideologiche o semplicemente «terroristiche», seguono dei modelli, adottano un modus operandi, studiano per esaltarsi e trovare «scuse». L’assassino (identificato come Payton Gendron), di appena 18 anni, ha imitato lo stragista della Nuova Zelanda, Breton Tarrant , autore dell’assalto contro due moschee nel marzo 2019. Una cinquantina di morti. Anche lui un estremista, convinto che la razza bianca sia in pericolo, rimpiazzata e sostituita. Per questo aveva deciso di colpire i musulmani. Si è armato, ha indossato una telecamera per filmare l’azione, è salito in auto, ha raggiunto i target ed ha aperto il fuoco. Il bilancio è di dieci vittime e tre feriti.
Alla fine lo hanno preso. L’omicida di Buffalo non solo ha copiato, ma ha scritto in modo chiaro che Tarrant ha rappresentato il suo faro ideologico. È già avvenuto in passato. Quindi ha citato altri responsabili di attacchi xenofobi e nella lista del suo presunto documento ha citato anche Luca Traini , l’uomo che sparò contro un gruppo di immigrati a Macerata. Dettagli che dovranno trovare conferme nel lavoro degli investigatori alle prese con una minaccia dilagante. A Dallas indagano su spari contro negozi gestiti da asiatici. La molla dei raid è spaccare, dividere, gettare benzina sul fuoco delle tensioni. Sono come fendenti, nella speranza di innescare risposte dure. L’idea è sempre quella di un conflitto civile. E “giustificano” l’incursione contro degli innocenti usando teorie radicali, anti-semite, dietrologie e complottismi: non serve ripetere nei dettagli i contenuti del messaggio, sarebbe un errore e un favore alla propaganda criminale. C’è sempre l’elemento preparazione, la premeditazione, anche quando il soggetto è in preda a squilibri. Gendron afferma che i suoi genitori sono d’origine nord europea e italiana, scrive che il suo obiettivo era quello di costringere gli afro-americani o gli ispanici a partire, a lasciare l’America. Un odio unito a quello contro gli ebrei.
Il killer ha sostenuto di aver fatto «come qualsiasi americano», ha accumulato munizioni, ha acquistato un fucile Bushmaster XM 15 e un equipaggiamento militare, infine – attorno al gennaio 2022 - ha iniziato a pensare alla seconda fase. Quella dell’atto violento. È evidente – e non solo in questo episodio – come gli sparatori cerchino di adottare tecniche che permettano loro di provocare tante vittime. Si vestono da «guerrieri», costituiscono il loro arsenale, muovono come predatori. Alcuni sono pronti a morire, a farsi «suicidare» dagli agenti. Altri vogliono restare in vita, l’assassino di Buffalo lo ha aveva annunciato, aggiungendo la volontà di dichiararsi colpevole. Invece, una volta catturato, ha sostenuto il contrario. Insieme all’azione la propaganda. Ecco la necessità di lasciare un testo, a disposizione di quanti condividono queste posizioni. È l’eredità, il testamento. Ecco il bisogno di filmare e rilanciare in streaming su internet ogni momento, compresi quelli più atroci con donne e uomini freddati. C’è poca differenza con i metodi dei jihadisti, ma anche con quelli di coloro che hanno compiuto eccidi senza un movente politico. Video e delirio concedono luce e fama sinistra agli autori, trasformano la belva in un personaggio. Forse, come altri assassini di massa, poteva essere fermato: nel 2021 Gendron aveva minacciato di attaccare il suo liceo, un segnale inquietante comunicato alla polizia. Non è raro che i «mutanti» lancino avvertimenti prima della «grande operazione», solo che non sono trattati con la dovuta determinazione.
La strage dei bambini compiuta dall'ispanico che si veste da donna e che da piccolo è stato bullizzato.
Salvador Ramos, chi è il Killer della strage di bambini a Uvalde | Sui social tracce di follia
Maria Teresa Bianco
25 Maggio 2022
https://www.free.it/2022/05/25/salvador ... di-follia/ Ha commesso un crimine efferato il 18enne Salvador Ramos noto alle cronache mondiali per essere l’autore della strage di bambini a Uvalde, Texas. Sui social spuntano tracce di follia del killer
La furia ha invaso ogni parte del suo corpo. Tale era da mettere in atto una strage. Lui è Salvador Ramos, un 18enne texano con il pallino per le armi da fuoco.
Salvador Ramos, chi è il killer autore della strage di bambini in Texas
Sui social, già da molto tempo, postava foto e immagini di pistole e fucili. Aveva “svelato” ad una ragazza conosciuta su Instagram i suoi macabri piani ma lei non ha dato peso a quelle parole, ritenute troppo assurde per essere vere. Eppure, il giovane killer, ha fatto fuoco su una scuola elementare uccidendo 19 bambini e due insegnanti prima di essere freddato dalla polizia.
Salvador Ramos, chi è il killer autore della strage dei bambini a Uvalde
Salvador Rolando Ramos era un ragazzo che aveva compiuto la maggiore età solo una settimana fa. Nato il 18 maggio del 2004, viene descritto dai familiari e amici come un ragazzo solitario, che da bambino veniva bullizzato a scuola per un problema di balbuzie e negli anni era diventato sempre più violento.
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Salvador Ramos, chi è il killer della strage di 19 bambini in Texas (rete)
Dal carattere introverso, taciturno e poco socievole. Abitava in una piccola cittadina al confine con il Messico, Uvalde. Le sue uniche conversazioni erano virtuali e solo con sconosciuti.
Prima di commettere la strage e uccidere 21 persone, di cui 19 bambini, Ramos ha sparato alla nonna, colpendola alla testa. L’anziana donna aveva capito le folli intenzioni di quel nipote disturbato ed era fuggita in strada per chiedere aiuto.
Non è stata risparmiata neanche lei dal raptus omicida di Salvador. Da piccolo, l’autore della strage, frequentava la scuola superiore locale. Lavorava in un ristorante “Wendy’s”.
Sul lavoro non aveva stretto legami con nessuno dei suoi colleghi. Mentre, la sua vita “virtuale” era piena di immagini e post di armi, fucili e pistole.
La ragazza californiana protagonista inconsapevole della strage
La ragazza californiana si è ritrovata protagonista della terribile tragedia che ha investito Uvalde, Texas, in queste ore. Lei non conosceva Salvador Ramos, l’autore della strage, ma molto probabilmente è stata l’ultima persona a parlare con il killer.
A dichiarare tutto sui social è stato proprio la donna. La californiana ha postato su Instagram gli screenshot della conversazione avuta qualche giorno prima della strage con Salvador Ramos.
Diversi i messaggi inviati dal 18enne, spesso con riferimento alle armi e a quei segreti che in qualche modo voleva svelare alla ragazza.
In queste ore la ragazza inconsapevolmente protagonista della strage nella scuola elementare ha oscurato la sua immagine di profilo su Instagram. Ma questo non è bastato poiché sui media americani il suo account è stato reso noto e, come accade in questi casi, all’improvviso il suo volto è diventato pubblico.
L’ultima conversazione con il killer
Appena ha sentito la notizia della strage a Uvalde, la ragazza ha capito tutto. Le foto che ritraevano quel ragazzo le hanno dato la conferma. Così ha deciso di contattare la polizia e pubblicare le conversazioni con il killer.
Lo ha fatto in una delle storie di Instagram. La prima conversazione risale al 12 maggio. Lui scrive a lei di condividere le sue foto. Immagini di armi. La donna a quel punto si insospettisce e chiede a Salvador cosa c’entrassero con lei quelle immagini e perché mai avrebbe dovuto postarle sul social.
“Volevo solo taggarti”, risponde lui ma la ragazza si rifiuta. Passano così altri 4 giorni prima dell’ultimo contatto chat. Un nuovo messaggio arriva alla ragazza martedì 24 maggio alle 5.43 del mattino.
Un messaggio criptico da parte del killer. “Io sto per…”. La ragazza, non capendo, chiede spiegazioni. “Te lo dirò alle 11”, risponde lui. Successivamente intima alla ragazza di parlargli perché deve dirle qualcosa di molto importante. Lei chiude dicendo che se sarà online risponderà. L’ultimo messaggio di Ramos segna le 9.16. “Sono fuori adesso”, ha scritto. Poi la strage.
Texas, strage nella scuola elementare come alla Sandy Hook nel 2012. Le vittime furono 26 (e la casa d'armi ritenuta responsabile)Martedì 24 Maggio 2022
https://www.ilmessaggero.it/mondo/texas ... 10333.htmlUna strage in una scuola, proprio come il 14 dicembre 2012. La sparatoria in Texas nella scuola elementare a Uvalde riaccende i riflettori su un episodio molto simile a quello di poche ore fa, il massacro alla Sandy Hook Elementary School in un borgo della città di Newtown in Connecticut (USA), nel quale Adam Lanza, di 20 anni, aprì il fuoco all'interno della scuola elementare, causando la morte di 27 persone, 20 delle quali bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni, suicidandosi prima dell'arrivo della polizia.
Lanza aveva prima ucciso la madre mentre si trovava a casa e poi si era recato in auto alla scuola per mettere in atto il massacro utilizzando armi che erano regolarmente in possesso della donna. In un primo momento era stato erroneamente identificato come autore del reato suo fratello Ryan. Quello alla Sandy Hook è ricordato come la terza strage più grave nella storia degli Stati Uniti, in ordine di gravità dopo solo il massacro al Virginia Polytechnic Institute e il massacro della Bath School.
Lo storico accordo con la Remington
Nel febbraio di quest'anno era stato siglato uno storico accordo tra la Remington Arms e le famiglie di nove delle 26 vittime della sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook, che hanno pattuito un risarcimento di 73 milioni di dollari da parte della società produttrice del fucile semiautomatico in stile AR-15 usato nella strage del 2012. Era la prima volta negli Usa che una azienda di armi accettava la responsabilità di un «mass shooting», in una causa che ha inflitto un duro colpo all'industria del settore e creato un possibile precedente a favore delle vittime di altre sparatorie inaugurando una nuova strategia.
I ricorrenti infatti hanno dribblato la legge federale del 2005, che garantisce un'ampia immunità alle società produttrici di armi contro eventuali cause per le vittime o i danni provocati dai loro clienti. E hanno contestato la strategia di marketing dell'arma usata dal killer, sostenendo che il Bushmaster XM15 fu promosso consapevolmente e negligentemente come arma da guerra corteggiando i giovani a rischio, compresi quelli con problemi mentali, come l'autore della strage. Con ciò violando una legge del Connecticut.
La società aveva invocato la legge federale ma nel 2019 la corte suprema aveva ignorato il suo appello lasciando proseguire l'azione legale. La compagnia aveva offerto quindi 33 milioni, meno della metà di quello concordato ora. Ma nel frattempo Remington, una dei più vecchi produttori di armi in Usa (è stata fondata nel 1816), ha chiesto per la seconda volta la bancarotta nel 2020: gli affari sono andati male dopo la sparatoria, tra cause e restrizioni nelle vendite. I suoi asset sono stati venduti e a pagare il risarcimento sono state di fatto quattro società assicurative.
Armi da fuoco: solo in un paese è più facile comprarle che negli Stati Uniti. La classificaPaolo Ricci Bitti
25 maggio 2022
https://www.ilmessaggero.it/mondo/armi_ ... 12448.htmlComprare un'arma da fuoco negli Stati Uniti, magari in Texas, magari se si è cittadini italiani? Se ci si accontenta di un fucile a colpo singolo, non a ripetizione, quindi (ma il kit per modificarlo non è difficile da trovare), basta andare nel sempre ben fornito reparto Armeria di un grande magazzino tipo Wallmart, ad esempio ad Elgin (Texas), presentare il passaporto, compilare un agile modulo, pagare alla cassa e ritirare il fucile. Provato nel 2018, ma non è una gran novità. Nessuna richiesta di porto d'armi, nessun particolare accertamento telematico su quel passaporto, nessuna verifica in qualche banca dati statale o federale. Ora, è vero che se un turista ha il passaporto (e anche il visto Esta, che non viene comunque chiesto) non dovrebbe avere pendenze in corso con la giustizia locale o del paese d'origine, ma insomma.
Poi - è vero di nuovo- non sarà altrettanto agevole portare eventualmente il fucile in Italia, ma questo è un altro discorso. Intanto, con quel fucile a tracolla, si reggerà almeno in parte il confronto con parecchi altri clienti che si aggirano armati fra gli scaffali: pistole automatiche, in gran parte, bene in vista nelle fondine ad estrazione rapida. Il fucile appena acquistato si può poi riporre nell'apposito supporto di cui sono attrezzati nella parete posteriore gli abitacoli di gran parte dei poderosi pick up 4x4: una rastrelliera spesso a tre posti.
La strage di Uvalde ricorda di nuovo l'impossibile battaglia contro la facilità di acquistare armi da fuoco negli Stati Uniti dove sono registrate oltre 500mila fra pistole e fucili rispetto a 300milioni di abitanti. Quell'arsenale è però posseduto solo da un terzo dei cittadini americani: centomila persone molto bene armate, in altre parole. E di tutte le età: dai 18 anni in su, come si è visto nella tragedia di Uvalde. Salvador Ramos era appunto appena diventato maggiorenne quando ha potuto comprare con grande facilità più di un'arma da fuoco. Negli Usa si continua a morire più per colpa di una pallottola che per incidenti stradali: 40mila vittime nel 2021.
E' soprattutto dal 1999, dalla strage di Columbine, che a parole dopo ogni eccidio fioccano anatemi, poi si torna ad aspettare la strage successiva. Secondo tutti gli analisti, le lacrime, pure sincere, di Biden non porteranno di nuovo a nulla di fatto: la potente National Rifle Association, poderosa finanziatrice dei candidati, fa pressione perché non cambi nulla e in realtà per molti cittadini americani non c'è nemmeno da porsi domande. Un atteggiamento che va oltre il sostegno al èpartito Repubblicano. Possedere armi è un diritto costituzionale e non ci saranno mai i numeri per cambiare la Carta. Figuriamoci, con i cadavere dei bambini di Uvalde ancora da seppellire oggi c'è chi ha proposto di armare i maestri. Insegnanti in cattedra con la pistola nella fondina: ve lo immaginate?
E di restrizioni per l'acquisto di armi negli ultimi 23 anni di fatto negli Usa non se ne sono registrate, perlomeno a livello generale: qualche Stato ha sì introdotto qualche limite, ma poca roba. Addirittura dal 2020, con il dilagare della pandemìa di Covid, le vendite di armi da fuoco sono aumentate. come se si temessero tafferugli e sommosse legati alla diffusione del coronavirus.
Di fatto
Secondo il New York Times fra i pochi paesi in cui è più facile che negli Stati Uniti comprare armi da fuoco c'è lo Yemen, in proporzione il secondo paese al mondo i cui cittadini sono più armati sempre rispetto agli Usa. A San'a' e dintorni basta andare al mercato e comprare una pistola o un fucile oppure farlo on line. Le leggi ci sarebbero anche non risultano particolari controlli.
Negli Usa attualmente in quasi tutti gli Stati basta superare un accertamento "istantaneo" effettuato dal negoziante prima di comprare l'arma. E di armerie negli Stati Uniti ve ne sono oltre 50mila: una ogni 6mila abitanti. La vendita di armi fra privati, poi, non prevede controlli o registrazioni
Fra i paesi in cui è invece particolarmente complicato comprare un'arma da fuoco ci sono invece Israele, l'Australia, il Canada e l'Austria dove è richiesta anche l'iscrizione a un poligono. Poi serve sempre un certificato medico e uno psicoattitudinale, l'eventuale occupazione con mansioni ritenute a rischio (rappresentante di gioielli ad esempio). L'aspirante compratore deve poi avere una fedina penale immacolata, comprese questioni amministrative, e inoltre vi sono limitazioni sul numero di munizioni: non più di 50 proiettili in Israele.
In testa alla classifica per le limitazioni c'è probabilmente il Giappone. Come riporta sempre il NYT, servono 13 passaggi prima di poter portare a casa una pistola: oltre a certificazioni meticolose di ogni tipo bisogna anche superare un esame pratico in un poligono.
In Messico non mancano accertamenti approfonditi, comprese il rilascio delle impronte digitali, ma poi bisogna persino andare di persona nell'unica rivendita del paese (è a Città del Messico) che può vendere pistole. Un imbuto strettissimo. Che poi in Messico ci sia un impressionante mercato nero delle armi è un'altra questione.
La Gran Bretagna è a metà classifica, ma oltre all'iscrizione a un poligono e al certificato penale, è richiesta una "intervista" che viene effettuata direttamente dalla polizia. Obbligatorio, come in quasi tutti gli altri paesi, un armadio blindato per custodire le armi.
Quindi Salvador Ramos era un 18enne con una vita complicata, un padre sconosciuto e una madre tossicodipendente. Un bambino preso in giro alle elementare perché balbuziente e alle superiori perché era povero e si vestiva in modo bizzarro. Con evidenti problemi mentali, notati anche nel fast food dove lavorava, non faceva niente per nascondersi, postava anche le dirette instagram dei litigi con la madre (polizia presente).Riccardo Bassetti
25 maggio 2022
https://www.facebook.com/riccardo.basse ... 7511137550A scuola, gli amici, ricordano episodi in cui Ramos si era presentato a lezione con la faccia tagliata, tagli da coltello che si era procurato lui stesso. Quando la situazione è diventata insostenibile, la madre l'ha cacciato di casa (ancora minorenne) e lui è andato a vivere dalla nonna (che pare essere la prima persona a cui Salvador ha sparato).
Insomma, c'erano tutti i segnali per accorgersi per tempo che qualcosa non andava. Eppure, lo Stato, così solerte ad intervenire per mano dei servizi sociali, sempre pronti a toglierti i figli dalle mani, non ha evidentemente notato nulla di strano.
Oggi la considerazione che Biden riesce a partorire, in questo scenario di mancanze è che... indovinate? E' colpa delle armi. La colpa di questa ennesima strage è dei fucili.
Gino QuareloChissà se è figlio di immigrati clandestini. È cresciuto malamente senza amore e pieno di odio.
Alcuni si suicidano, altri uccidono e fanno strage.
L'America USA è un paese complesso, difficile, pieno di tensioni e di conflitti sociali ed etnici che generano violenza.Strage in Texas, la mamma del killer: «Non era un mostro». Il padre: «Doveva uccidere me»
Gianluca Cordella
27 maggio 2022
https://www.ilmessaggero.it/mondo/strag ... 16765.htmlMentre lo choc per la strage lascia nell'opionione pubblica spazio alla morbosità per l'inchiesta che sta accertando le responsabilità della polizia – rea di aver aspettato troppo prima di intervenire, dando così a Salvador Ramos il tempo di copiere la carneficina – alle famiglie delle vittime della strage nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, resta solo un dolore sempre più forte e silenzioso. Tra loro ci sono anche i genitori di Salvador: certo, è stato lui a compiere la strage, ma è sempre un figlio che per i propri genitori non ci sarà mai più.
Strage dei bambini in Texas: per i complottisti «è una messinscena, i genitori sono attori»
A rompere il silenzio è stata la mamma del ragazzo, Adriana Reyes, intervistata da Abc News. «Mio figlio a volte poteva essere aggressivo ma non era un mostro», ha raccontato la donna. «A volte – ha spiegato - avevo una sensazione di disagio e gli chiedevo “ehi, che cosa stai combinando?”. Ma tutti noi abbiamo in corpo la rabbia, alcuni ne hanno più di altri. E Salvador poteva essere aggressivo se si arrabbiava davvero». Da mamma, Adriana vorrebbe dire qualche parole di conforte alle altre madri che hanno perso i loro piccoli nell'attacco della Robb ma le lacrime glielo impediscono. «Quei ragazzi... non ho parole... Non so cosa dire...» abbozza, piangendo.
Un dolore misto al senso di colpa comprensibile, che è ancora più evidente nelle parole del papà, Salvador Ramos, come il figlio. «Era una brava persona – ha detto al Daily Beast - Non mi sarei mai aspettato che potesse fare una cosa del genere. Avrei preferito che avesse ucciso me, piuttosto che fare una cosa di quel tipo. Voglio che i genitori dei bambini sappiano che mi dispiace tanto, mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio». Ma il finale è lo stesso, anche Salvador Senior scoppia in lacrime e non riesce ad andare avanti.
Secondo il papà, che non viveva più insieme alla madre di Salvador, il ragazzo aveva vissuto molto male il periodo di isolamento legato al Covid. Fattore che aveva anche impedito a padre e figlio di vedersi spesso, l'ultima volta circa un mese fa. «Tempo fa gli avevo anche proposto di trasferirsi qui da me ma non ha voluto perché non c'è il Wi-fi», ha raccontato aggiungendo un dettaglio: «Avevo notato che stava diventando più aggressivo. Tempo fa comprò dei guantoni da boxe e so che li aveva usati in qualche modo in un parco pubblico locale».
Poi erano arrivate le armi, comprate negli otto giorni successivi al compimento dei 18 anni ma di quelle la mamma ha detto di non aver mai saputo nulla. A conferma degli episodi di bullismo subiti dal figlio, il padre ha confermato che il ragazzo litigava spesso con la mamma che non gli comprava i vestiti che voleva e il suo abbigliamento transandato sarebbe stato proprio alla base degli episodi di violenza subiti a scuola. Epidosi che, evidentemente, lo hammo marchiato fino alla disumana reazione di martedì scorso.
Asociali e frustrati: chi sono gli stragisti d’AmericaRoberto Vivaldelli
26 Maggio 2022
https://it.insideover.com/politica/asoc ... 1653663438Persone con gravi problemi psichici mai affrontati, emarginate e alienate, lupi solitari, estremisti di vario genere: la diffusione delle armi automatiche non è l’unico problema degli Stati Uniti, a giudicare dai profili degli stragisti che hanno insanguinato il Paese nell’ultimo decennio: è un problema sociale, che scuote la culla del capitalismo e le sue periferie. Profili di killer spesso solitari, con pochissimi amici e relazioni sociali estremamente difficoltose e limitate, a cominciare dalla famiglia. Nella maggior parte dei casi, adolescenti annoiati e arrabbiati con il mondo. L’ultimo è il diciottenne Salvador Ramos, autore dell’ennesima strage, alla Robb Elementary School di Uvalde in Texas, dove ha ucciso 19 bambini e due adulti. Come riportato dal Daily Mail, il diciottenne rimaneva spesso nella sua stanza in Hood Street, dove colpiva ripetutamente un sacco da boxe da solo, come ha rivelato il fidanzato di sua madre, Manuel Alvarez.
Chi è lo stragista di Uvelda
“Salvador era un solitario” ha aggiunto. “Non aveva molti amici. Di tanto in tanto veniva un “amico”‘, ha continuato, ma l’ultima volta che ne aveva visto uno era circa sei mesi fa. “Non mi sarei mai aspettato che facesse quello che ha fatto. È tranquillo e sta per conto suo la maggior parte del tempo. Ho avuto davvero solo una manciata di conversazioni con lui”, ha detto Alvarez. Dopo aver litigato con sua madre per un problema con il Wi-Fi, circa una settimana fa, il giovane stragista ha fatto le valigie si è trasferito da sua nonna, Celia Gonzalez, a poche miglia di distanza, rimasta gravemente ferita anche lei nella tragica sparatoria. La famiglia di Salvador Ramos non è certo la classica famiglia modello: suo padre, Salvador Ramos, 42 anni, e Adriana Martinez Reyes, 39 anni, hanno entrambi precedenti penali, secondo il Daily Mail. I vicini affermano che il rapporto del giovane Salvador Ramos con sua madre non era buono.
Secondo il vicino di Ramos, Ruben Flores, 41 anni, l’assassino e sua madre avrebbero avuto non di rado discussioni molto accese e la polizia sarebbe intervenuta in più occasioni. Un ex compagno di classe che vuole rimanere anonimo, come riferito la Cnn, ha detto che Ramos “sarebbe stato vittima di bullismo e preso in giro pesantemente” a scuola nonché deriso per gli abiti che indossava e per la situazione economica della sua famiglia.
Le idee radicali di Payton S. Gendron
Salvador Ramos è coetaneo di Payton S.Gendron, autore della strage in un supermarket di Buffalo del 14 maggio scorso nella quale sono morte tredici persone, di età compresa tra 20 e 86 anni, 11 delle quali nere e 2 bianche. Durante il primo lockdown per il coronavirus, nella primavera del 2020, come ricostruito da El Pais, un annoiato Gendron ha iniziato a scendere negli angoli più bui di Internet, passando da un gruppo di chat sulle armi a un altro sull’estremismo politico, fino a finire nei forum che mettevano in guardia la popolazione sull’estinzione della razza bianca. Nel giugno dell’anno successivo, quando stava terminando gli studi in una scuola superiore a Conklin, una cittadina dove il 90% della popolazione è bianca, agli studenti è stato chiesto di spiegare cosa intendevano fare dopo il diploma.
Il ragazzo, allora 17enne, ha risposto che stava pianificando un “omicidio-suicidio”, un atto di violenza diventato sin troppo comune negli Stati Uniti: uno uccide più persone possibili e poi si toglie la vita. La scuola ha chiamato la polizia, ma Gendron ha detto che era tutto uno scherzo. Due settimane dopo, si è laureato ed è uscito fuori dal radar della polizia. Gendron ha pubblicato controverso manifesto politico che, nella sostanza e nella forma, nota El Pais, risulta essere una sorta di imitazione di quello scritto dal 28enne australiano Brenton Tarrant, che nel 2019 uccise 51 musulmani in due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda. Episodio che a sua volta ricorda la sparatoria di massa perpetuata da Patrick Crusius nel 2019 a El Paso, in Texas, dove vennero uccisi 23 latino-americani.
Ci sono però altri dettagli interessanti, come abbiamo già sottolineato su InsideOver. L’omicida si definisce un “eco-fascista” e nel documento pubblicato online incolpa l’immigrazione, colpevole di creare danni all’ambiente. “Per troppo tempo abbiamo permesso alla sinistra di cooptare il movimento ambientalista per soddisfare i propri bisogni”, si legge nel il manifesto del presunto killer di Buffalo. “La sinistra ha controllato tutte le discussioni sulla conservazione dell’ambiente, presiedendo contemporaneamente alla continua distruzione dell’ambiente naturale stesso attraverso l’immigrazione di massa e l’urbanizzazione incontrollata, senza offrire una vera soluzione a nessuno dei due problemi”. Nello stesso manifesto, Gendron si descrive come un “autoritario di sinistra” e un “populista” (“Rientro nella categoria di una sinistra autoritaria moderata, e preferirei essere chiamato populista” spiega).
Così la sinistra strumentalizza la strage di Buffalo
Il diritto a portare un’arma diventa una causa antirazzista
È scontro sul possesso di armi dopo la strage in Texas
Solitari e annoiati: chi sono i killer d’America
Noia, disperazione, rabbia, solitudine. Sono gli elementi peculiari dei killer d’America che si ritrovano pressoché in tutti i profili. Basti pensare ad Adam Lanza: aveva appena 20 anni quando il 14 dicembre 2012 sparò a sua madre, Nancy Lanza, e poi si recò alla Sandy Hook Elementary School (Connecticut) dove massacrò 20 alunni di prima elementare e sei educatori prima di togliersi la vita. Tra i fattori che potrebbero aver causato l’ansia che ha portato alla follia omicida di Lanza c’era l’ipotesi di trasferirsi con la madre e un “litigio” con il suo – unico migliore amico. “Lanza conosceva un altro adolescente con cui giocava regolarmente al videogioco Dance Dance Revolution“, afferma il rapporto che ha fatto luce su quella strage.
“Si incontravano alcune volte al mese per giocare al videogame o per andare al cinema. Lanza e il suo amico parlavano di molteplici argomenti, inclusi computer, natura umana, moralità, pregiudizi e talvolta della sua famiglia. Lanza disse al suo amico che aveva una relazione tesa con sua madre”. E aggiunge: “Lanza ha dovuto affrontare sfide di sviluppo significative sin dalla prima infanzia, comprese difficoltà nella comunicazione e sensoriali, ritardi nella socializzazione e comportamenti ripetitivi”, afferma lo stesso rapporto. Gravi problematiche che sembrano riguardare e colpire tutti i giovani stragisti negli Stati Uniti.
Stragi di massa, perché non è solo colpa delle armi e dei RepubblicaniStefano Magni
26 maggio 2022
https://it.insideover.com/criminalita/s ... 1653663315Robb Elementary School, Uvalde, Texas, Salvador Ramos, un diciottenne con evidenti problemi psicologici (fra cui l’autolesionismo), si barrica in una classe. È armato con due fucili regolarmente acquistati al suo compleanno della maggiore età. A casa aveva già sparato alla nonna che aveva cercato di fermarlo. A scuola trucida 21 persone, due adulti e diciannove bambini, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia.
Secondo il presidente Joe Biden, la responsabilità principale è della “lobby delle armi”, di cui il governatore texano Gregg Abbott, repubblicano, è un sostenitore e membro influente. In base alla legge 1927, promulgata in Texas nel settembre 2021, tutti possono portare armi da fuoco, anche fuori casa, anche se non provvisti di licenza o senza avere una formazione per il loro uso. Per la stampa liberal americana, e per buona parte di quella italiana, è Gregg Abbott il responsabile a monte della strage commessa da Salvador Ramos. A marchiare la sua “infamia” rispunta un tweet del 2015 in cui sosteneva, con ironia da macho: “Sono imbarazzato. Il Texas è solo al secondo posto per gli acquisti di nuove armi dietro alla California”.
Se però vogliamo vedere le responsabilità della strage di Uvalde, da un’altra prospettiva, perché nessun uomo armato è intervenuto a difendere i bambini dallo stragista? Nelle lettere inviate dai lettori al Wall Street Journal, nel dibattito lanciato dal prestigioso quotidiano sul Secondo Emendamento (diritto dei cittadini di possedere e portare armi), la prima risposta può apparire sbalorditiva agli occhi di chi è abituato a pensare all’europea: “Proteggere il Secondo Emendamento perché i secondi sono importanti”, titola il lettore, “Nel 2016, le mie due sorelle più giovani sono state testimoni dell’omicidio della cantante Christina Grimmie, quando erano in fila per incontrarla dopo un concerto. L’assassino di Grimmie è entrato indisturbato con due pistole cariche, due caricatori e un grande coltello. Non è stato fermato dalla sicurezza, ma dal fratello di Christina”. Se solo ci fossero state più armi… “In molte situazioni la polizia impiega qualche minuto ad arrivare, ma atti di violenza che possono cambiare la vita per sempre, avvengono in secondi”.
Senza entrare nel merito delle origini incomprensibili delle stragi di massa, una peculiarità della storia criminale americana, in Europa siamo abituati a ragionare in termini di monopolio statale pressoché assoluto delle armi. E tendono a sfuggirci alcuni dettagli importanti. Ad esempio, che le stragi di massa avvengono quasi sempre in luoghi in cui le armi sono proibite, come nelle scuole. I killer sanno di affrontare vittime indifese, sanno di essere gli unici armati e di poter agire indisturbati.
Il Texas è uno degli Stati con le leggi più permissive sul porto d’armi. Ma, in generale, non è uno degli Stati in cui si contano più morti per omicidi commessi con armi da fuoco. È nella media degli Stati Uniti. Ai vertici della triste classifica si collocano altri Stati del Sud: Louisiana, Mississippi, Alabama, Missouri, stranamente anche lo spopolato e paradisiaco (dal punto di vista naturale) Wyoming. Più violenti del Texas sono anche New Mexico, Oklahoma, Arkansas, Tennessee, Kentucky, South Carolina e (altri due casi inspiegabili) gli Stati dell’estremo nord Montana e Alaska. Il Texas, insomma, non è un caso speciale, né disperato, a causa delle sue leggi molto permissive sulle armi.
Lo è dal punto delle stragi di massa, un fenomeno molto più raro, nelle scuole o altri luoghi pubblici. Il Texas si colloca secondo dopo la California (23 stragi dal 1982) e alla pari con la Florida, contando 12 stragi negli ultimi 40 anni. Nemmeno questo dipende, però, dal grado di controllo sulle armi. La California, infatti, ha la legislazione più severa di tutti gli Usa, eppure… Anche la Florida ha leggi molto più restrittive rispetto a quelle del Texas, ma registra lo stesso numero di stragi di massa.
Insomma, è facile puntare il dito contro il Secondo Emendamento, le lobby delle armi e i loro sostenitori, specie se repubblicani (e trumpiani, magari, come Abbott). Ma la realtà non è così lineare, non si presta a facili politicizzazioni. Basti pensare che l’ultima strage di massa, la settimana scorsa, al supermercato Tops è avvenuta a Buffalo, Stato del New York. Governatrice democratica e liberal: Kathy Hochul. Ma in quel caso la responsabilità è ricaduta interamente sullo stragista, suprematista bianco, razzista.
Confrontarsi con il male sulla scia della sparatoria alla scuola di Uvalde Joel B. Pollak, Breitbart News
Tratto e tradotto da un articolo di Joel B. Pollak per Breitbart News
27 maggio 2022
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... bart-news/Martedì sono andato a prendere mio figlio alla scuola elementare pubblica ed ho avuto lo stesso pensiero che sicuramente hanno avuto milioni di genitori in tutta l’America: Sono fortunata a fare questo.
Perché in quel momento, le mamme e i papà di Uvalde, in Texas, aspettavano, e aspettavano, fuori dalla scuola dei loro figli, figli e figlie che non sarebbero mai più tornati a casa.
Non ci è voluto molto perché i Democratici chiedessero il controllo delle armi ed incolpassero i Repubblicani per la sparatoria di massa. Dopo tutto, è un anno di elezioni.
Almeno questa volta non hanno incolpato il “suprematismo bianco” o Fox News per quegli omicidi.
Come ha scritto l’editorialista del Los Angeles Times, con un notevole senso di incredulità, sia l’autore della sparatoria che la maggior parte delle vittime erano latinos: “Ho subito pensato: sarà stato il solito suprematista bianco. […] Quando invece ho scoperto che la persona che martedì ha ucciso 19 bambini di quarta elementare e due insegnanti a Uvalde, in Texas, aveva un nome… mi si è chiuso lo stomaco. […] Quando è uno dei tuoi che uccide un suo simile, cosa succede?”.
“Allora cosa?”
Allora forse si può smettere di cercare delle persone da incolpare e di trovare modi sempre nuovi per collegare crimini orribili a delle persone che non hanno nulla a che fare con l’evento, ma con le quali si hanno dei disaccordi politici.
E smetterla di attaccare i “pensieri e le preghiere“, che sono un modo reale ed utile di affrontare e mostrare empatia.
L’impulso costante a demonizzare l’altra parte ha reso la nostra politica grossolana al punto da rendere impossibile la cooperazione. I nostri leader non riescono nemmeno a tenere una conferenza stampa.
Non ci sono risposte facili. Tutti noi vogliamo sapere cosa si può fare per fermare le sparatorie nelle scuole.
Non posso parlare a nome di tutti i possessori di armi, ma anch’io mi sono chiesto se nuove leggi sul controllo delle armi potrebbero aiutare.
La risposta che ottengo sempre è che il controllo delle armi sarebbe impossibile da attuare.
Negli Stati Uniti ci sono centinaia di milioni di armi ed ogni anno se ne vendono milioni. E se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, è che la nostra società rifiuta l’applicazione aggressiva della legge, soprattutto nelle comunità delle minoranze.
Di solito, in caso di sparatorie di massa, è difficile individuare una legge specifica che possa aver fatto la differenza. Ma forse a Uvalde non è così.
Una legge della California ha recentemente impedito ai giovani tra i 18 e i 20 anni di acquistare fucili semiautomatici, come quelli usati dall’uomo armato in Texas. Tuttavia, questa legge è stata annullata all’inizio di questo mese dal super-progressista Nono Circuito come una violazione del Secondo Emendamento.
Come ha notato lo studioso Jonathan Turley, la Costituzione è un ostacolo al controllo delle armi più grande della c.d. “lobby delle armi”.
Personalmente, se la Costituzione non fosse un ostacolo, probabilmente vieterei i videogiochi sparatutto, specialmente quelli in prima persona, prima di vietare le armi. La proliferazione di questi videogiochi è iniziata all’inizio degli anni ’90 ed ha coinciso con la comparsa delle sparatorie di massa nelle scuole.
La maggior parte dei giocatori capisce perfettamente che i videogiochi sono solamente fantasia. Ma se anche solo alcuni decidessero di sperimentare le loro fantasie di gioco nella vita reale, i risultati potrebbero essere devastanti.
Dal momento che abbiamo il Primo Emendamento, non ci potrà mai essere un divieto legale. Spetta dunque solamente ai genitori.
Alcuni a Sinistra chiedono che il Secondo Emendamento venga abrogato, o almeno modificato. Questo non accadrà. Dovrebbero essere d’accordo tre quarti degli Stati. E non lo faranno mai.
I redattori della Costituzione hanno deciso molto tempo fa che il rischio dietro all’avere una cittadinanza armata, con tutto il potenziale di crimine e di disordine, fosse più utile come garanzia finale contro la tirannia. Il risultato è una società più libera e più imprenditoriale, ma anche un po’ più pericolosa. Questo è il compromesso.
È più sensato quindi “indurire il bersaglio” proteggendo le scuole piuttosto che aspettarsi che i politici approvino un controllo sulle armi che in qualche modo sopravviva ai tribunali ed agli scoraggianti ostacoli alla sua attuazione.
Ma personaggi famosi – come l’allenatore dei Golden State Warriors Steve Kerr – e i politici Democratici ambiziosi – come il membro del consiglio scolastico di Los Angeles Nick Melvoin – hanno attaccato la “lobby delle armi” ed i Repubblicani. Hanno persino sostenuto gli sforzi per togliere la polizia nelle scuole. La sicurezza degli studenti non è la loro priorità.
Ciò che ha reso la sparatoria di Uvalde così difficile da trattare, a parte l’orrore puro, è che sembra sfidare le soluzioni politiche convenienti per tutti. “Controllo delle armi?”. L’assassino ha comprato le sue armi legalmente. “Guardie armate?”. Le prime notizie – poi smentite – parlavano di un agente nella scuola. “Leggi c.d. red-flag?”. L’assassino non aveva precedenti penali, almeno da adulto.
Poi, giovedì, abbiamo appreso che non c’era nessun addetto alla sicurezza, che l’uomo armato è entrato nell’edifico da una porta lasciata aperta e che la polizia ha aspettato per un’ora prima che una squadra della pattuglia della frontiera arrivasse ed entrasse nell’edificio facendo fuori il tiratore.
Quindi, possiamo proteggere le nostre scuole. Ma in troppi casi, abbiamo scelto di non farlo.
Il rappresentante Eric Swalwell (Democratico della California) ha addirittura dichiarato questa settimana alla MSNBC che i genitori dovrebbero dire ai loro figli di avere paura dopo Uvalde. Chiunque non lo facesse sarebbe “un bugiardo”, ha detto. Meglio traumatizzarli intanto che aspettano il controllo delle armi.
Ed è così che molti Democratici hanno reagito: sbandierando leggi fallimentari sul controllo delle armi ed incolpando i loro avversari politici dei morti (anche se si scopre che comunque quelle leggi non sarebbero servite a niente).
Ma è stato il governatore del Texas Greg Abbott (Repubblicano) ad avvicinarsi di più alla spiegazione della sparatoria di Uvalde, quando ha detto che un’ondata di malvagità è passata sulla città e che l’assassino aveva il male nel cuore.
Non è una spiegazione che molti di noi sono più abituati a sentire. Più siamo istruiti, più tendiamo a rifiutare le distinzioni tra il bene e il male, etichettandole come “semplicistiche” o “pericolose“.
“Solo un Sith parla per assoluti“, si diceva in Star Wars. Ed è generalmente vero che il mondo è complesso. Ma è anche vero che il bene e il male esistono.
Il modo migliore per combattere il male è promuovere il bene, nella nostra società come dentro di noi. Dobbiamo ricordarci l’un l’altro – e soprattutto ai nostri giovani – che c’è davvero un modo migliore per vivere, ed è la vita che i nostri testi giudaico-cristiani ci descrivono.
Possiamo fare fatica a vivere all’altezza di quel modello e possiamo desiderare di allontanarci da esso in tutti i modi possibili. Ma le sue virtù rimangono la migliore guida per una vita che sia buona. Anche se le scoprite al di fuori della religione, sarà difficile migliorarle.
Il male è ovunque. Il suo potenziale esiste in ogni momento. Ma non è come strillare che esiste il “razzismo sistemico”. Il fatto che ci sia il razzismo nella nostra società non significa che la società stessa sia razzista. L’America è stata fondata sulla libertà e sull’uguaglianza. Possiamo comunque scegliere di trattare ogni individuo in modo equo, indipendentemente dalla sua razza.
Allo stesso modo, il male non deve definirci. Possiamo scegliere il bene, anche quando ciò significa correre dei rischi.
E questo è il punto di partenza. Non riporterà indietro i bambini di Uvalde. Ma farà progredire il nostro Paese.
La California: al primo posto nel porre limiti alle armi, sempre al primo posto nelle sparatorie di massa Breitbart News
Un rapporto dell’FBI sugli “incidenti con le sparatorie” nel 2021 mostra che la California è lo Stato al primo posto per tali incidenti, 6 in totale7 giugno 2023
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... bart-news/La California è al primo posto per quanto riguarda le restrizioni sulle armi, come ha osservato Everytown for Gun Safety, un’organizzazione affiliata a Mike Bloomberg.
Secondo l’FBI, nel 2021 si sono verificate 61 sparatorie con “tiratori attivi” in tutti gli Stati Uniti (un aumento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente) e 12 di esse rispondevano alla definizione di “omicidi di massa“.
L’FBI definisce un “tiratore attivo” come uno o più individui attivamente impegnati ad uccidere o a tentare di uccidere persone in un’area popolata. La definizione implica l’uso di un’arma da fuoco da parte del tiratore. L’aspetto “attivo” della definizione implica intrinsecamente la natura continua di un incidente, e quindi la possibilità che la risposta influisca sull’esito, mentre un “omicidio di massa” viene definito come tre o più uccisioni in un singolo incidente.
La California ha guidato la classifica della nazione con 6 sparatorie di massa su 12. Sin dal 1982, la California ha registrato il maggior numero di sparatorie di massa, 20, rispetto al secondo posto della lista, la Florida, con 12.
La California però dispone di controlli universali sui precedenti, di un divieto sulle c.d. “armi d’assalto”, di un divieto sui caricatori ad alta capacità di proiettili, di un periodo di attesa di 10 giorni per l’acquisto di armi, di una una legge c.d. “Red Flag” che prevede il sequestro temporaneo delle armi da fuoco di una persona che si ritiene possa rappresentare un pericolo per gli altri o per se stessa, di requisiti per la registrazione delle armi, di un requisito di “giusta causa” per il rilascio di un permesso per il porto d’armi, di un divieto di portare un’arma in un campus universitario anche per autodifesa, di un divieto per gli insegnanti di introdurre armi da fuco nei campus per la difesa propria personale e della classe, di un requisito di controllo sui precedenti anche per l’acquisto delle munizioni e di un limite al numero di armi che un cittadino rispettoso della legge possa acquistare mensilmente, tra gli altri controlli. Inoltre, l’acquisto di munizioni è consentito solo se effettuato tramite un fornitore approvato dallo Stato.
Per confronto, in Wyoming, che dispone di un “Constitutional Carry” che consente di portare liberamente con sé le proprie armi, non c’è alcuna violenza con le armi da fuoco.