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Voghera, ecco chi era Youns El Boussetaoui, il marocchino ucciso da Adriatici
Ilaria Paoletti
Voghera, 21 lug 2021
https://www.ilprimatonazionale.it/primo ... no-202037/
Chi era Youns El Boussetaoui, il marocchino ucciso con un colpo di pistola dall’assessore di Voghera Massimo Adriatici? Il 39enne aveva alle spalle una lunga “carriera” criminale, con reati che vanno dalla truffa allo spaccio.
Youns El Boussetaoui, il marocchino ucciso a Voghera, era una nota conoscenza delle forze dell’ordine tanto che era colpito da un ordine di cattura da eseguire da parte della Stazione dei carabinieri di Biella, emesso lunedì 19 luglio, per il reato di ricettazione.
Doveva essere arrestato
El Boussetaoui risultava irregolare sul suolo italiano e senza fissa dimora. Da almeno una decina di giorni era oggetto di segnalazioni per ubriachezza molesta e numerose richieste di interventi alle forze dell’ordine a Voghera. In oltre 10 anni aveva accumulato numerosi ordini di lasciare il territorio Ue e relative violazioni a tali ordini.
Un lungo curriculum di reati
Oltre ai reati di ingresso illegale nel territorio dello Stato e immigrazione clandestina, nel passato del marocchino ucciso a Voghera vi sono reati come minacce, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Già arrestato per spaccio di droga dai Carabinieri della Compagnia di Voghera, aveva a suo carico numerose altre denunce e arresti per produzione e spaccio di stupefacenti. La vittima della sparatoria di Voghera era stato incriminato anche per evasione, reati di falsità in scrittura privata, falsa attestazione, falsità materiale, uso di atto falso e truffa. Non da ultimo, ricettazione e porto d’armi e oggetti atti a offendere.
Gino Quarelo
Se fosse stato espulso e riportato di forza al suo paese, il Marocco, come sarebbe stato giusto che avvenisse da molto tempo, probabilmente sarebbe ancora vivo, gli italiani tutti ne avrebbero tratto beneficio e non ci sarebbe un assessore agli arresti domiciliari per aver difeso la sua gente e il suo paese.
Pregiudicato e irregolare. Chi è il marocchino ucciso a Voghera
Giuseppe De Lorenzo
21 luglio 2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 63908.html
Si chiamava Youns El Boussetaoui. È il marocchino di 39 anni che una fotografia ritrae barcollante in giro per Voghera, la città pavese teatro di una tragedia. Senza fissa dimora, già conosciuto alle forze dell’ordine, pluripregiudicato, il profilo di Youns sembra quello di uno dei tanti fantasmi che popolano le città italiane. Clandestino, irregolare, con ordini di espulsione sulle spalle mai veramente messi in atto. Se li avessero eseguiti, forse oggi non saremmo qui a parlare di un morto e di un assessore agli arresti domiciliari.
Ma la storia non si fa con i “se”. E purtroppo neppure la cronaca. La tragedia si consuma martedì sera intorno alle 22.17. Il marocchino e Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza di Voghera, sono in piazza Francesco Meardi di fronte al Bar Ligure. I due, stando alle prime ricostruzioni, hanno un diverbio che poi si trasforma in colluttazione. All'improvviso un colpo parte dalla pistola, regolarmente detenuta, dell’assessore leghista. La vittima viene colpita al torace, il proiettile calibro 22 penetra nella carne all’altezza dell’emitorace destro. I soccorsi sono immediati, Youns viene portato in ospedale. Ma non c’è niente da fare. Poco dopo muore.
Le dinamiche sono ancora avvolte in una fitta nebbia di mistero. “Stavo passeggiando in piazza Meardi quando ho notato quell'uomo infastidire i clienti di un bar - avrebbe raccontato l’assessore ai magistrati - Mi sono avvicinato, l'ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. Secondo un testimone, sentito dall’Agi, il marocchino avrebbe lanciato una bottiglia di birra addosso ad Adriatici poco prima che questo prendesse il cellulare per avvertire le forze dell’ordine. “Un uomo che era lì - spiega Andiran R. - mi ha raccontato che la vittima aveva chiesto ad Adriatici: 'Perché non mi saluti?' E gli aveva lanciato addosso la bottiglia. A quel punto, l'assessore gli ha detto che avrebbe chiamato la polizia. Poi c'è stata una colluttazione tra loro e l'assessore ha sparato”. Stando ad altre ricostruzioni, il lancio non sarebbe avvenuto contro Adriatici.
Di domande senza risposta ne restano ovviamente a bizzeffe. La procura di Pavia ha conferito gli incarichi per tutti gli esami del caso, a partire dalla perizia balistica. E per le prossime ore si attende il risultato dell’autopsia. Qualcosa potrebbe emergere dalle telecamere di sorveglianza in zona. Inoltre sono già stati sentiti i testimoni oculari. E l’assessore, che solo due giorni fa aveva emanato una ordinanza anti-alcol e anti-movida, è stato interrogato tutta la notte fino alle 7 del mattino. Le accuse a suo carico sono passate dall’iniziale omicidio volontario al meno grave eccesso colposo di legittima difesa. Ed è proprio su questo dettaglio che la politica, con il sangue sul selciato ancora fresco, già si scanna. Da una parte la Lega, che con Salvini difende il suo assessore. Dall’altra le opposizioni, a parlare di far west.
Nel mezzo ci sono loro due, i protagonisti di questa brutta pagina di cronaca. A destra l’assessore Adriatici, avvocato, ex poliziotto, stimato da tutti e definito dagli ex colleghi in dipinto come “una persona soft, mai sopra le righe”. Si è autospospeso dal ruolo istituzionale. A sinistra Youns, l’uomo senza un tetto, con precedenti per reati contro il patrimonio, spaccio di sostanze stupefacenti, truffa, resistenza a pubblico ufficiale e minacce. “Io lo conoscevo perché passava due o tre volte al giorno davanti al bar, prendeva i posacenere e lo zucchero li buttava in aria, faceva dei dispetti”, racconta un residente. "Era una persona 'cattiva' - aggiunge un altro - conosciuta in città perchè importunava le persone e faceva gesti violenti. Una volta aveva rotto la vetrina di un bar". Negli ultimi giorni era stato segnalato per ubriachezza molesta. A rigor di logica, visti gli ordini di espulsione, sarebbe dovuto essere lontano da Voghera. Invece in quella piazza ha trovato la morte.
La bottiglia, la spinta, lo sparo, i video: cosa sappiamo sul caso Voghera
Luca Sablone
21 luglio 2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 63949.html
Sul caso di Voghera continuano ad aleggiare nubi di mistero e incognite rispetto a quanto è realmente accaduto nelle scorse ore. Solamente le indagini dell'Arma riusciranno a chiarire meglio le dinamiche. Sul corpo della vittima, centrata da un unico colpo al petto, è già stata disposta l'autopsia. La procura di Pavia sta lavorando sull'ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa: si sta valutando se chiedere al gip di confermare gli arresti domiciliari per Massimo Adriatici, assessore leghista alla Sicurezza del Comune nel Pavese che si è autosospeso dall'incarico fino all'esito del giudizio che lo vede indagato. Si deciderà poi anche se procedere o meno per il conferimento di altre consulenze tecniche, inclusa quella balistica. In attesa dei prossimi sviluppi sul caso di Voghera, ecco cosa sappiamo fino ad ora sulla base delle indiscrezioni emerse fin dalla mattinata.
"Mi ha spinto ed è partito il colpo"
L'assessore Adriatici - stando a quanto appreso e riferito dall'Adnkronos - si sarebbe così difeso davanti al magistrato, provando a fornire la sua ricostruzione dei fatti: "Stavo passeggiando in piazza Meardi quando ho notato quell'uomo infastidire i clienti di un bar. Mi sono avvicinato, l'ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo".
Un testimone oculare ha riferito che lo straniero avrebbe lanciato una bottiglia di birra che stava bevendo all'indirizzo di Adriatici, prima che l'assessore chiamasse le forze dell'ordine per avvertire che l'uomo stava importunando alcuni clienti del bar. A farlo sapere è stato un abitante di Voghera di origine albanese: "Un uomo che era lì mi ha raccontato che la vittima aveva chiesto ad Adriatici: 'Perchè non mi saluti?' E gli aveva lanciato addosso la bottiglia. A quel punto, l'assessore gli ha detto che avrebbe chiamato la polizia. Poi c'è stata una colluttazione tra loro e l'assessore ha sparato". Ulteriori dettagli potrebbero emergere dalle telecamere di sorveglianza in zona.
"Il marocchino era aggressivo"
La vittima della tragedia è El Boussetaoui Youns, straniero con numerosi precedenti alle spalle (tra cui reati contro il patrimonio, spaccio di sostanze stupefacenti, truffa, resistenza a pubblico ufficiale e minacce). Un residente ha dichiarato che il marocchino "dava spesso problemi, era aggressivo e dava fastidio alle persone". Una signora straniera ha ammesso che effettivamente il senso di sicurezza in città non è proprio dei migliori: "Non abbiamo il coraggio di uscire la sera, anche qui a Voghera abbiamo paura. In giro c'è droga e gente che fa paura". Da segnalare poi la reazione di una ragazza, conoscente di El Boussetaoui, che davanti alle telecamere ha urlato: "È stato ammazzato come un cane. Hanno detto che stava molestando una donna, ma lui non aveva mai fatto male a nessuno".
"Adriatici è un professionista"
Gli ex colleghi di Adriatici si dicono "sorpresi" da quanto successo. Una fonte di polizia ha rivelato in esclusiva a ilGiornale.it alcune indiscrezioni inedite: l'assessore è figlio di un ispettore stradale a Pavia, che dopo alcuni anni in divisa si è congedato da sovrintendente per fare l'avvocato. La fonte ci ha spiegato che l'uomo "è sempre tranquillo, molto moderato". Ecco perché c'è stupore: "Forse si è spaventato perché minacciato, anche se non possiamo ancora dirlo. È un professionista di livello, una persona soft, mai sopra le righe. Non ha mai compiuto follie o avuto scatti d'ira". Giuseppe Carbone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Voghera, è "frastornato" perché reputa Adriatici "una persona di tutto rispetto e grande professionalità".
Era legittima difesa?
Fin da subito dalla Lega hanno riferito che la vicenda "sarebbe frutto di una risposta a un'aggressione con un colpo partito accidentalmente". Dal Carroccio hanno tenuto a sottolineare anche che la vittima "era una persona nota in città e alle forze dell'ordine per episodi di ubriachezza e violenze". A parlare dell'ipotesi di legittima difesa è stato Matteo Salvini, che preferisce attendere gli accertamenti prima di "condannare una persona per bene che si è vista aggredita e che avrebbe reagito". Secondo Angelo Ciocca, eurodeputato leghista, se non fosse stato per l'intervento di Adriatici, "pronto a intervenire a difesa di una ragazza molestata da un marocchino, probabilmente ora staremmo parlando di una violenza su una ragazza innocente".
La polemica politica
Inevitabilmente è scaturita una polemica politica con accuse incrociate. Per Enrico Letta, segretario del Partito democratico, bisognerebbe porre lo stop alle armi private: "In giro con le armi solo poliziotti e carabinieri. È un giorno triste. Saranno gli inquirenti e autorità giudiziarie a decidere. Nessuno si sostituisca a loro". Anche dal Movimento 5 Stelle arriva una presa di posizione. "È un fatto drammatico e grave che andrà chiarito dalle autorità inquirenti. Invitiamo la Lega a stare al suo posto. La ricostruzione dell'accaduto non è questione di competenza del Carroccio", sostengono fonti grilline. Le opposizioni al Consiglio comunale di Voghera stanno valutando se presentare una mozione di sfiducia rivolta sia al sindaco Paola Garlaschelli sia all'assessore Adriatici.
Per Salvini non è giusto che passi per "macellaio e assassino" una persona "che ha semplicemente difeso se stessa e i suoi concittadini". Il leader della Lega ha poi bocciato la proposta di "quel genio" di Enrico Letta: "Secondo lui bisogna togliere il porto d'armi a tutti gli italiani. Lui ha già deciso che è colpevole e ovviamente è colpa mia, a prescindere...".
Il post di Massimo Della Nina su Facebook: «Oggi il mondo è un posto più pulito»
Porcari, il post del consigliere comunale d’opposizione: «Il morto di Voghera? Un rifiuto umano»
Simone Dinelli
26 luglio 2021
https://corrierefiorentino.corriere.it/ ... b84f.shtml
«Chi era il marocchino ucciso l’altro giorno a Voghera? Nessuno». A scriverlo sulla sua pagina Facebook è Massimo Della Nina, consigliere comunale di opposizione di Porcari all’interno della lista civica “La Porcari che vogliamo”, sostenuta alle amministrative del 2017 anche dal centrodestra. Parole, quelle di Della Nina, che hanno scatenato la dura reazione del sindaco Pd Leonardo Fornaciari.
«Vediamo di fare chiarezza sulla vicenda», esordisce Della Nina, che ricorda poi tutti i precedenti dell’uomo ucciso da un colpo di pistola esploso lo scorso 22 luglio dall’assessore leghista di Voghera Massimo Adriatici. «Mi dispiace per la comunità marocchina che piange un morto – aggiunge il consigliere di Porcari -, ma la invito a riflettere su chi fosse veramente costui. Non ne faccio una questione razziale, sarei stato altrettanto duro si fosse trattato di un italiano. Si dà il caso però che fosse marocchino. Si può dire o qualcuno si offende? Era un marocchino. Punto. Ora si sposti pure l’attenzione sull’assessore armato che avrà, lui sì, la vita rovinata da questo autentico rifiuto umano. Ecco chi è morto l’altro giorno a Voghera. Oggi, il mondo è un posto un po’ più pulito. E se proprio lo volete fare, indignatevi per un carabiniere ucciso in servizio o per un padre di famiglia ammazzato dalla mafia. Non per questa feccia. Lo ripeto, l’altro giorno a Voghera, non è morto nessuno».
La risposta del sindaco
A stretto giro di posta, la replica del sindaco Fornaciari: «Un consigliere comunale del nostro Comune – le parole del primo cittadino - afferma che l’altro giorno a Voghera non sia morto nessuno. L’uomo ucciso dal colpo esploso dalla pistola dall’assessore alla sicurezza era marocchino ma questo non conta. Non conta il colore della pelle, né l’etnia ed infatti il consigliere Della Nina elenca in modo preciso i reati commessi da costui. Una lista lunga. Reati odiosi. Tanti reati. Comportamenti completamente fuori dalle righe e atteggiamenti violenti. Non era per niente una persona perbene. Il suo posto naturale era sicuramente la prigione o il suo giusto destino era l’espulsione, quella vera. Doveva certo essere punito per quello che ha fatto. Nel nostro Stato però neppure i condannati possono essere uccisi perché il nostro Stato e la Costituzione riconoscono che ogni essere umano sia “qualcuno” che non può essere privato, neppure per mezzo dell’autorità, del diritto più grande, la sua vita». «È un risultato di civiltà – conclude Fornaciari - che abbiamo imparato dagli orrori della guerra. In Europa non c’ è la pena di morte e non si può uccidere perché la nostra storia, le nostre radici cristiane ci impongono di vedere nell’altro un qualcuno, magari da punire, da espellere, ma un qualcuno, un uomo, mai un “nessuno”. E questa regola non ammette deroghe».
Gino Quarelo
Infatti questo individuo malvagio non è stato ucciso per vendetta o per sentenza pubblica di condanna a morte ma per legittima difesa mentre stava aggredendo un uomo buono e giusto nostro concittadino che ha avuto il buon senso di armarsi per difendersi se necessario e di usare l'arma quando aggredito con violenza da questo delinquente clandestino marocchino. Quindi il ragionamento di questo sindaco è del tutto fuori luogo e fuorviante perché tratta la questione della legittima difesa in modo ingannevole come se si trattasse di vendetta o di pena di morte evitando così di trattarla in merito come cosa buona e giusta.
Poi se alla comunità marocchina si riconosce la liceità e il diritto di piangere pubblicamente e senza vergogna questo loro membro delinquente e carnefice morto perché ucciso dalla sua vittima che si stava difendendo allora bisogna riconoscere alla comunità italiana di Voghera la liceità e il diritto di scagliarsi pubblicamente e senza alcuna remora contro questo carnefice malvagio e di felicilitarsi per il bene costituito dalla sua morte.