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Le armi da fuoco servono per difendersi dalle aggressioni degli aggressori che non si sa mai se sono anche mortali. Si può uccidere il prossimo anche con uno schiaffo, un pugno, un calcio, una spinta, con le mani e con i piedi.In particolare servono a chi non è esperto di arti e lotte marziali, di pugilato, di Krav Maga, di combattimenti con il coltello o con il bastone ... per difendere la propria vita, i propri beni, la propria dignità, la propria libertà e integrità e a volte anche quella dei propri familiari, amici, compaesani e concittadini, di persone disabili e inermi come i bambini e i vecchi, dagli aggressori, dai ladri, dagli assassini, dai delinquenti, dai terroristi, dagli stupratori.
Non reagire per tempo e con la dovuta durezza (e controviolenza) può comportare la morte o una menomazione gravissima.
Vi sono personaggi pubblici così demenziali che vorrebbero i cittadini inermi e indifesi, in completa balia dei delinquenti, degli assassini più o meno pazzi, dei terroristi, dei ladri e dei rapinatori.
Per costoro è preferibile un cittadino disarmato e inerme morto ucciso da un delinquente (malato), da un rapinatore e da un terrorista che un cittadino vivo e armato che si difende e che se il caso uccide il criminale che lo sta aggredendo.
"Stop armi private", Letta sul marocchino ucciso a VogheraCarlo Antini
21 luglio 2021
https://www.iltempo.it/politica/2021/07 ... -28054052/«Una cosa dobbiamo e possiamo farla: Stop Armi Private. In giro con le armi solo poliziotti e carabinieri». Lo scrive su Twitter il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, a proposito del delitto di Voghera, dopo aver sottolineato: «È un giorno triste. Saranno inquirenti e autorità giudiziarie a decidere. Nessuno si sostituisca a loro».
Un presente da assessore alla Sicurezza e avvocato penalista. E un passato da ufficiale di polizia con qualifica di sovrintendente e professore a contratto di Diritto processuale penale nel corso di laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università del Piemonte Orientale, nella sede di Alessandria. È Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera ed esponente della Lega, arrestato dopo aver ucciso con un colpo di pistola un uomo di 39 anni, cittadino marocchino. Nato a Voghera, 47 anni, dal 2011 è avvocato e titolare dello studio legale Adriatici, dopo essersi laureato in Scienze giuridiche all’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro mentre era in polizia. Assessore leghista alla Sicurezza e alla Polizia locale del Comune di Voghera, Adriatici era conosciuto per la sua lotta contro la movida e per l’applicazione del Daspo urbano contro mendicanti e senzatetto.
Gino QuareloChe personaggio assolutamente demenziale e inaffidabile questo Letta, sembra non sapere quello che sanno tutti, ossia che quando i cittadini normali sono aggrediti in casa, per la strada, nelle loro attività, non c'è mai la forza pubblica a difenderli (e non ci può mai oggettivamente e sensatamente essere se non talvolta per puro caso) e quindi i cittadini debbono potersi difendere da soli, impedire che possano difendersi da soli detenendo armi è un crimine contro l'umanità, civile e politico.
Un altro come Letta se non peggio è Sala il sindaco di Milano.Omicidio Voghera, Sala: "Chi svolge una funzione pubblica lascia a casa la pistola"
22 luglio 2021
https://primadituttomilano.it/cronaca/o ... a-pistola/Sparatoria in piazza a Voghera, muore un uomo con precedenti penali di 39 anni. A sparare è l’assessore alla sicurezza del Comune, l'avvocato Massimo Adriatici, ora agli arresti domiciliari. L’ipotesi di reato è eccesso colposo di legittima difesa.
Per Salvini e tutta la Lega si è trattata di "legittima difesa" (seppur lo stesso assessore abbia dichiarato essere stato un incidente) ma il sindaco di Milano Beppe Sala specifica che nessuno, avente funzione pubblica, dovrebbe andare in giro armato.
Il commento di Palazzi
Ha lasciato passare qualche ora dal fatto prima di commentare, probabilmente anche per capirci di più e aspettare che almeno gli inquirenti facessero un minimo in più di chiarezza su quanto accaduto. Poi, ricostruita parzialmente la vicenda e sentito i commenti dei colleghi politici di altre bandiere, il sindaco Sala ha detto la propria a a margine di una presentazione dell'iniziativa '10 progetti per i ragazzi del Beccaria tenutasi oggi:
“La giustizia farà il suo corso però io voglio dire due cose molto precise: nessuna delle persone che lavorano con me o che lavoreranno con me va in giro con la pistola, in secondo luogo, anche se fosse stato un incidente, nasce sempre dal fatto che uno la pistola ce l’ha in tasca.
Chi svolge una funzione pubblica – ha continuato -, la pistola la lasci a casa anche se ha il porto d’armi. Le pistole possono essere nella mani di chi è delegato per ruolo e professione ad averle”.
In merito allo stop alle pistole ai privati chiesto dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta, Sala ha commentato:
“Non lo so, bisogna ragionarci, io capisco la proposta di Letta però è un tema un po’ complesso su cui bisogna ragionare, il problema è che uno non se la deve portare in giro per la strade la pistola, mi sembra un buon principio da cui partire”.
Sparatoria a Voghera: arrestato l'assessore Adriatici
Come racconta Prima Pavia, quando ambulanza e carabinieri arrivano davanti al bar in piazza Francesco Meardi a Voghera, trovano un 39enne in condizioni disperate. Vicino al cuore il foro di un proiettile. Morirà poi in ospedale. A sparare è stato l’avvocato Massimo Adriatici assessore comunale alla sicurezza, in forza alla Lega.
Ai militari dice di essere intervenuto perché Youns El Boussetaoui, marocchino, irregolare in Italia e con alle spalle un decreto di espulsione oltre a diversi precedenti, stava disturbando i clienti del bar. Adriatici ha chiamato il 112, poi la lite e uno spintone. L'assessore, che impugnava una pistola, cade a terra. Ed è in quel momento che, come racconta, un colpo parte accidentalmente dalla sua calibro 22 regolarmente detenuta.
Youns El Boussetaoui, la vittima
I carabinieri, intervenuti sul posto, sentono una decina di testimoni tra cui anche il titolare del bar che però afferma che lo straniero non stesse disturbando i clienti del bar. La vittima, senza fissa dimora, era conosciuta a Voghera. Il 39enne, infatti, era solito commettere intemperanze, come far cadere tutti i posacenere del bar, spesso pronunciava frasi incomprensibili. Forse, a monte, c'era anche un disagio psichico.
"Eccesso colposo di legittima difesa”
Probabilmente già oggi sul corpo del 39enne verrà eseguita l’autopsia e sarà valutata anche una perizia balistica. Massimo Adriatici attualmente si trova agli arresti domiciliari e si è autosospeso dalla sua carica: è accusato per il momento di eccesso colposo di legittima difesa e non di omicidio volontario.
Salvini: "Altro che Far West a Voghera"
"Aspettiamo prima di condannare" è il commento di Matteo Salvini che in un video su Facebook afferma:
“Altro che Far West a Voghera. Si fa strada l’ipotesi della legittima difesa”.
Si vedrà: il punto è capire al momento del faccia a faccia con l'assessore, in che condizioni fosse il magrebino e quanto fosse effettivamente pericoloso. Perché di armi nelle disponibilità del 39enne finora non se n'è parlato: sarebbe improprio parlare di legittima difesa, se fra i due contendenti uno fosse stato disarmato e l'altro armato di pistola.
Gino QuareloAnche il corpo dell'aggressore è un arma letale:
la testa, la bocca con i denti, le braccia e le mani, le gambe e i piedi, l'intero corpo.
Si può uccidere o ferire gravemente con una testata, strozzando, schiacciando, soffocando, spingendo giù dalle scale o da una finestra o facendo cadere la vitttima aggredita su uno spigolo che gli spacca la schiena o il cranio, morsicando e in decine di altre modalità e senza armi bianche o da fuoco.
Il corpo dell'aggressore è di per sé un'arma potenzialmente letale come le armi improprie, bianche e da fuoco e come tale va trattata per quanto riguarda la legittima difesa.
Difronte all'arma potenzialmente letale costituita dall'aggressore è più che legittimo che l'aggredito usi igni possibile arma di difesa a sua disposizione, tra cui le armi da fuoco che porta con sé per difesa personale.
VOGHERA, TESTIMONI SCAGIONANO ASSESSORE: “MAROCCHINO STAVA PER COLPIRLO ANCORA”25 luglio 2021
https://voxnews.info/2021/07/25/voghera ... lo-ancora/La ricostruzione del ferimento mortale dello spacciatore Youns El Boussetaoui è affidata a tre testimoni chiave, scagiona completamente l’assessore eroe.
Tre clienti del bar Ligure che martedì sera si trovano davanti al locale proprio nel momento in cui Massimo Adriatici e la vittima si incontrano. E che hanno assistito al momento dello sparo. Si trovavano in punti diversi della scena, sul piazzale davanti al bar di piazza Meardi, ma la loro versione è concorde.
Tutti e tre scagionano il nostro eroe: dicono di avere visto lo spacciatore marocchino colpire «l’uomo al telefono» e poi di avere visto la vittima dell’aggressione, caduta per il colpo ricevuto, sparare da terra verso lo straniero.
Confermando quindi il video che tutti abbiamo visto ma aggiungendo anche il particolare dello sparo da terra: in pratica, l’assessore, trovandosi in situazione di inferiorità e pericolo ha agito per legittima difesa.
Non solo.
Due testimoni, i più vicini, riferiscono di una seconda aggressione: l’uomo a terra avrebbe sparato mentre lo straniero si avvicinava per colpirlo ancora. Solo uno di loro, un giovane cliente, dà una versione leggermente diversa. Conferma di avere visto l’assessore con la pistola in mano sparare verso l’immigrato ma nega la seconda aggressione. Dice, anzi, che lo straniero «era fermo», in piedi, e che l’assessore gli ha sparato subito non appena è caduto per terra. Una ricostruzione, tuttavia, per il giudice non del tutto attendibile, perché in contraddizione con quanto si può intuire dalla visione del filmato, dove si intravede l’immigrato muoversi con uno scatto verso l’assessore anche dopo che è già a terra.
Come sia possibile avere confermato l’arresto dell’assessore alla luce di due testimonianze concordi con il video, che quindi sappiamo mostrare, nella parte non pubblica, che l’assessore ha sparato per difendersi da una seconda aggressione.
La prima testimone sentita è una donna con il cane che si trova all’interno del bar. Racconta di avere visto a un certo punto arrivare il marocchino, che conosce e che in altre occasioni era stato gentile con lei. Stavolta, invece, è molesto, tanto da calciare una sedia contro l’animale. La ragazza a quel punto si allontana per paura, anche perché l’uomo la insulta: «Tanto siamo tutti cani», dice. Fuori dal locale nota un cittadino italiano, mai visto prima, intento a telefonare. «All’improvviso il nordafricano si è avvicinato all’uomo con il telefono e lo ha colpito, facendolo cadere a terra – racconta la donna ai carabinieri –. L’uomo, visto che il suo aggressore si avvicinava di nuovo, ha estratto una pistola e ha fatto fuoco contro il cittadino nordafricano».
Sul posto c’è un’altra persona, un uomo che si trova fuori dal locale, nell’angolo nascosto di una telecamera di corso XXVII Marzo che intanto riprende la scena. È in compagnia di un altro amico, che però in quel momento si trova dentro. Sente il cane abbaiare e vede in quel momento il cittadino nordafricano scagliare una sedia contro un cane e insultare la proprietaria. Dal tavolo dove la donna si trova prende una bottiglia di birra e la porta fuori, per scagliarla in mezzo alla piazzola del locale. «Poi si è rivolto al cittadino italiano che stava parlando al telefono – dice il testimone –. Lo ha colpito all’improvviso facendolo cadere. Da terra l’italiano ha estratto una pistola e ha esploso un colpo verso il suo aggressore».
Il testimone aggiunge di avere visto a quel punto la vittima piegarsi per proteggere l’addome e barcollare fino ad accasciarsi a terra.
Questo testimone viene sentito dai carabinieri mercoledì pomeriggio, il giorno dopo il fatto. Racconta ai militari che si trovava al bar per bere una birra quando è entrato il cittadino marocchino. «Si è avvicinato e mi ha detto: perché non mi saluti?». A quel punto il giovane esce dal locale per evitare problemi e resta vicino al muro e alla balaustra. Vede l’uomo con il telefono e il marocchino avvicinarsi e colpirlo. «Quando è finito a terra vedevo che in mano a quest’uomo era comparsa una pistola e da terra mentre era sdraiato puntava la pistola allungando il braccio verso Younes, che ricevuto il colpo si è portato le mani all’addome, si è girato su se stesso e dopo è caduto a terra». Secondo il testimone, l’uomo italiano avrebbe estratto la pistola solo quando era a terra.
Ma c’è anche un’altra versione della testimonianza, raccolta dagli avvocati della famiglia della vittima, Debora Piazza e Marco Romagnoli. In questa versione aggiunge un dettaglio: dice che non c’è stata una seconda aggressione. «Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l’italiano è caduto in terra sulla schiena. A quel punto mentre era a terra ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato un colpo a sangue freddo». Dice di non avere visto una seconda aggressione: «Youns era fermo. L’italiano non ha sparato per sbaglio, ha preso la pistola, l’ha puntata verso Youns e subito ha sparato».
Suggeriamo di indagare sui due avvocati del marocchino. Un uccellino ci ha detto cose. L’uccellino ha la stessa valenza di questo testimone.