Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:42 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:43 pm

10)
Pretestuose manifestazioni dei marocchini in Italia a difesa dei delinquenti e della libertà di delinquere indisturbati ai danni degli italiani




A Biella la manifestazione per ricordare Youns, ucciso dall’assessore a colpi di pistola. Ci sarà anche la comunità marocchina di Vercelli
Mauro Zola
23 luglio 2021

https://www.lastampa.it/vercelli/2021/0 ... 1.40528937

Ci sarà anche il consigliere comunale biellese Mohamed Es Saket sabato pomeriggio a Voghera, per la grande manifestazione organizzata dalla comunità marocchina nella stessa piazza in cui martedì sera è stato ucciso Youns El Boussettaoui, freddato da un colpo di pistola sparato dall'assessore leghista alla Sicurezza Massimo Adriatici.

Nei prossimi giorni Es Saket, come presidente dell'associazione Al Huda, ha intenzione di organizzare una manifestazione anche a Biella. «Dove Youns era cresciuto – commenta –, con la sua famiglia ha gestito per anni un negozio di telefonia in via Trento. Era uno di noi e mi sembra assurdo che sia morto in questo modo, ucciso a un soggetto che si portava una pistola carica in tasca».

Alla manifestazione biellese parteciperanno anche le comunità di Vercelli, del Canavese, di Torino. «Il Marocco si sta muovendo per via diplomatica, come è giusto. Il sangue di Youns vale quello di un italiano, ma non mi sembra che ci si stia comportando allo stesso modo. Chi ha sparato su di un uomo disarmato non è finito neppure in carcere. Ha potuto passare questi giorni con la propria famiglia mentre il povero Youns è su di un tavolo all'obitorio». A scatenare la rabbia di Es Sakhet sono state anche e parole del leader della Lega Matteo Salvini. «Che ha parlato subito di legittima difesa. Vuol dire che se uno mi da uno schiaffo ho il diritto di sparargli al cuore e ucciderlo? Non credo proprio che sia così». Il rappresentante della comunità marocchina conosce da tempo la famiglia Boussettaoui. «Youns si era ammalato da qualche mese. Quando era tornato dal Marocco aveva subito un crollo. Non voleva più restare con la sua famiglia, aveva scelto di vivere su di una panchina. Chi è malato deve però essere curato e non colpito a morte. Non riusciremo mai ad accettare quello che è successo e pretendiamo che sia fatta giustizia anche per i suoi genitori e i fratelli». —



Voghera, marocchini contro italiani: manifestazione davanti sedi Lega
23 luglio 2021

https://voxnews.info/2021/07/23/voghera ... sedi-lega/

È stata indetta per domani a Voghera dai musulmani una manifestazione a favore dello spacciatore marocchino Youns El Bossettaoui dopo la sparatoria in cui è rimasto ucciso.

In una nota ufficiale, si legge che “il fatto grave successo l’altro giorno, che ha visto Youns El Bossetaoui ucciso con un colpo di pistola, la recente morte del sindacalista Adil Belakhdim, investito da un camion durante una manifestazione sindacale a Novara, e la morte delle due ragazze di Milano, Sara El Jaafari e Hanan Nekhla, travolte in un campo da una mietitrebbia, hanno lasciato sgomenta la Comunità marocchina”. Per questo motivo, con dolore e responsabilità, si legge ancora, “la nostra comunità si impegnerà per rivendicare il diritto ad una convivenza civile e all’insegna del rispetto reciproco. Noi vogliamo sensibilizzare le istituzioni italo marocchine affinché siano garanti dello stato di diritto”.

Non esistono le istituzioni ‘italo marocchine’ se non nella vostra testa. E poi belle le vostre ‘vittime’: uno spacciatore e due drogate abbandonate mezze morte da vostri connazionali. E il ‘sindacalista’ era comunque un immigrato che rubava il lavoro agli italiani.

Intanto, i marocchini si preparano: a Treviso vogliono manifestare davanti alla sede della Lega.

È noi contro di loro. E con loro ci sono anche i media che vogliono far passare per vittime dei delinquenti e per assassini dei cittadini onesti che hanno fatto la cosa giusta.


Gino Quarelo


I marocchini in Italia hanno come primo dovere quello di rispettare gli italiani e le loro leggi, la loro cultura e le loro tradizioni.
Poi hanno il dovere di controllare che i membri della loro comunità siano rispettosi di questo loro sacro dovere e nel caso del marocchino morto, delinquente abituale e oggetto di decreto di espulsione avrebbero dovuto assicurarsi che tale soggetto venisse espulso e non continuasse a danneggiare gli italiani.


Voghera, corteo immigrati guidato dalla sorella dello spacciatore si prepara a saccheggiare la città
23 luglio 2021

https://voxnews.info/2021/07/23/voghera ... -la-citta/

Domani corteo antirazzista con la sorella dello spacciatore.Sindaca valuta stop negozi.
Quando Traini andò a caccia di spacciatori africani a Macerata, eccedendo in un giusto moto di disgusto per quanto uno di loro aveva fatto a Pamela, la sinistra guidata da Kyenge e Boldrini organizzò una marcia in difesa dei presunti spacciatori africani.
Poi ci furono le elezioni e la Lega ottenne il record storico. Non solo l’affaire Traini non danneggiò il partito di Salvini, il contrario. E solo la timidezza del leader leghista impedì un risultato ancora più sonante.
Dopo quanto accaduto a Voghera, gli stessi esponenti politici sono pronti a guidare una ‘marcia antirazzista’ di teppisti e immigrati con il probabile risultato di un saccheggio. Tanto che il Comune sta pensando ad una serrata dei negozi per evitare devastazioni.
Questi organizzano un corteo ‘antirazzista’ in nome di un noto delinquente spacciatore e clandestino: l’antirazzismo è una malattia mentale. Inginocchiatevi e fatevi una pippa.
Forse, si dovrebbe organizzare un corteo di assessori.



Delitto di Voghera: la comunità marocchina manifesta. La sorella di Youns: “Fiduciosa che avremo giustizia”
24 luglio 2021

https://www.lastampa.it/cronaca/2021/07 ... 1.40531976

Sale la tensione a Voghera per la manifestazione in segno di solidarietà a Youns El Boussetaoui di oggi pomeriggio, organizzata dalla comunità marocchina con diverse associazioni e la sorella della vittima. Massimo Adriatici è accusato di eccesso colposo di legittima difesa per l'uccisione di Youns El Boussetaoui, avvenuta martedì sera con un colpo di pistola in piazza.

Nel tardo pomeriggio, alcune centinaia di persone si sono radunate in piazza Meardo a Voghera per il presidio di protesta. Oltre 500 hanno preso parte al corteo. Qualche decina di manifestanti ha ripetuto il grido «assassino, assassino» rivolto ad Adriatici. Tanti i rappresentanti della comunità islamica che hanno raccolto l'invito delle associazioni antirazziste. C’è stato qualche momento di tensione quando alcuni manifestanti hanno cercato superare lo sbarramento delle forze dell'ordine per raggiungere la sede del Comune.

«Quello che è successo è una cosa ingiusta e tutta questa gente, familiari e non, vuole la giustizia che vogliamo noi» ha dichiarato a LaPresse Bahija El Boussettaoui, sorella del trentanovenne ucciso a colpi di arma da fuoco martedì scorso da Adriatici. «A questa manifestazione c'è tanta gente perché tutti conoscono Youns, visto che siamo in Italia da 23 anni. Adesso Youns non è più solo il figlio e il fratello della famiglia El Boussettaoui, ma di tutte queste persone che sono qui e di quelle che stanno manifestando in altre città. Io sono fiduciosa che lo Stato e il Governo italiano ci daranno giustizia perché è chiaro cos'è successo quel giorno, lo sparo, il caso è chiarissimo. Gli inquirenti fanno questo di mestiere e avranno capito anche loro. Noi ora vogliamo giustizia» ha concluso la donna.

A Voghera presidio antirazzista per Younis: l'intervento della sorella

Prima della manifestazione, la sindaca di Voghera, Paola Garlaschelli, della cui giunta fa parte Adriatici, aveva invitato «gli esercenti di piazza Meardi e aree limitrofe a prestare ogni opportuna attenzione», suggerendo «di valutare l'eventuale chiusura delle proprie attività». E in effetti quasi tutti i negozianti sembrano avere raccolto l’invito della sindaca a chiudere in concomitanza della manifestazione.

«Rinnovo il mio invito a tutti affinché oggi la manifestazione possa svolgersi in modo pacifico» aveva scritto su Facebook Garlaschelli, dissociandosi «categoricamente» da quanto riportato su Il Foglio, che ha riferito che l'assessore al commercio della giunta di centrodestra, Francesca Miracca, riferendosi alla manifestazione in programma questo pomeriggio, avrebbe detto: «Spariamo davvero». La sindaca di Voghera aveva invitato i cittadini anche a «non diffondere tramite i social network post il cui contenuto potrebbe incitare all'odio e scatenare comportamenti violenti».

Voghera, in centinaia in piazza per Youns ucciso dall'assessore Adriatici urlano "Assassino"

A LaPresse, l’avvocato Gabriele Pipicelli, legale di Adriatici, aveva manifestato preoccupazione «per il clima che si sta venendo a creare a Voghera, anche per la manifestazione che si terrà oggi pomeriggio con alcuni esponenti politici che stanno alimentando un clima di tensione, forse anche per influenzare il giudizio della magistratura».

Caso Voghera, gli avvocati di Youns minacciati: "Dietro l'omicidio c'è una sottotraccia di razzismo"

Il legale aveva poi confermato che il trasferimento dell’assessore di Voghera in località segreta si è reso necessario dopo la diffusione da parte di un esponente di “Buona Destra Voghera” di un video in cui viene mostrata la sua abitazione. Nello stesso filmato, si fa riferimento anche a possibili disordini nella manifestazione di oggi.


Gino Quarelo
Aiutarlo e non ucciderlo?
Innanzitutto dovevate pensarci voi a questo vostro parente e connazionale e pretendere che venisse internato ed espulso, invece niente.
Poi ad ucciderlo è stata la sua malvagità e il suo essere un carnefice quando ha aggredito con brutale violenza la sua vittima un uomo buono e giusto che però ha reagito per legittima difesa sparando giustamente con la sua arma legalmente detenuta proprio per questi casi, per diffendersi dai malvagi e dagli assassini.
E di questo atteggiamento irrispettoso, razzista e violento con gli italiani che vi ospitano è responsabile tutta la vostra comunità, il vostro paese poco civile e la vostra ideologia politico religiosa maomettana.


Ucciso a Voghera, slogan e rabbia alla manifestazione. La polizia controlla il corteo
Il Giorno
NICOLETTA PISANU
24 luglio 2021

https://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/v ... -1.6625350

Voghera (Pavia) - "Assassino! Assassino": a Voghera è esplosa la rabbia delle comunità straniere scese in strada alle 15 per ricordare Youns El Boussettaoui, il 39enne marocchino ucciso martedì sera con un colpo di pistola dall'assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici. Il clima non è solo di lutto e ricordo ma anche di protesta. Dopo un inizio pacifico, intorno all 16.20 gli animi si sono scaldati e la polizia, in assetto anti sommossa, ha bloccato il corteo improvvisato all'altezza della chiesa di San Rocco, respingendolo verso piazza Meardi. Ma la situazione è in continuo aggiornamento, intorno alle 17 i manifestanti sono stati raggiunti da alcuni simpatizzanti di origine maghrebina in moto. In seguito il gruppo si è mosso da piazza Meardi, spostandosi lungo via Gramsci e cercando di raggiungere via Marx, dove, all'angolo con via Covini, si è posizionata la polizia in assetto anti sommossa. Al grido "Via la Lega da Voghera" e "Giustizia per Youns".

La polizia si è poi posizionata a metà di via Cavour, mentre i manifestanti si sono diretti verso il Municipio al grido "Facciamogli vedere che comandiamo noi". A metà di via Cavour, all'incrocio con via Covini, ci sono stati momenti di tensione con la polizia, che per fortuna si sono risolti senza conseguenze. Poi il corteo ha raggiunto il castello di Voghera, le persone sono salite sulla collinetta di fronte all'edificio storico e hanno esposto lo striscione "Per Youns contro il razzismo". Continuano gli slogan urlati: "Assassino, assassino!".

Alle 17.45 i manifestanti sono riusciti a raggiungere piazza Duomo e a posizionarsi davanti a Palazzo Gounela, sede del Comune, urlando "Siamo tutti Youns". Lì li attendeva la polizia. E Lì hanno sostato brevemente urlando slogan come "Via la Lega da Voghera", tra cartelli e alcuni bambini in prima fila. Il corteo ha quindi raggiunto piazza San Bovo, una delle zone "calde" della città, teatro nel 2017 di un altro omicidio, quello di Rachid Ouechtati, ucciso da un rivale in amore. I manifestanti hanno deciso di riunirsi verso le 18.15 sotto casa della sindaca Paola Garlaschelli a urlare "Assassino!", riferendosi sempre ad Adriatici. Il corteo poi ha ripreso la strada di piazza Meardi per trasformarsi in un sit-in (come previsto in origine) a ritmo di tamburi.

Tra i manifestanti l'unico gruppo politico presente era la "Buona Destra" (non rappresentato in Consiglio comunale): "Adriatici non rappresenta la destra - dice Giampiero Santamaria, presente al corteo - e infatti chiediamo che si proceda alla nomina di un nuovo assessore. Il raduno sotto casa della sindaca? E' stato spontaneo ritrovarsi qui lungo il percorso. Il corteo è stato pacifico". Per Mauro Vanetti della Rete antifascista "la sindaca è complice politica: se prendi l'assessore sceriffo, lui fa lo sceriffo".


Tensione in città

A Voghera già dalle prime ore del mattino c'era tensione nell'aria: alcuni parroci hanno affisso fuori dalle chiese messaggi con cui comunicavano la sospensione delle funzioni religiose nella giornata di oggi, per motivi di ordine pubblico e numerosi esercenti hanno scelto di chiudere le attività nel pomeriggio in seguito alla comunicazione diramata venerdì dal Comune con cui si invitavano i commercianti a fare attenzione e valutare l'opportunità di abbassare le serrande.

I manifestanti hanno espresso una forte rabbia per il fatto che l'assessore si trovi ai domiciliari. Ma gli animi sono anche accesi contro Matteo Salvini per le sue prese di posizioni nei confronti degli stranieri. In piazza Meardi, luogo del delitto, ci sono circa 300 persone ma il numero è destinato ad aumentare perché si attende l'arrivo di manifestanti della galassia antifascista, anche da Milano. Schierate le forze dell'ordine, tutte le vie d'accesso alla piazza sono chiuse al traffico. Presenti sul posto anche gli avvocati della famiglia della vittima, Debora Piazza e Marco Romagnoli. La manifestazione si è conclusa poco dopo le 19.30.



I fratelli di Youns, ucciso in piazza a Voghera: "Era buono, non meritava una fine simile"
Paolo La Bua
31 luglio 2021

https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... 312505197/

Un centinaio di persone ha partecipato, a Biella, al presidio dell'associazione Al Huda per Youns El Bossettaoui, il 39enne di origini marocchine ucciso lo scorso 20 luglio a Voghera da Massimo Adriatici, assessore leghista alla Sicurezza. Fino al 2012 la vittima viveva a Ponderano, nel Biellese, e gestiva un negozio di telefonia. Alla manifestazione sono intervenuti anche due suoi fratelli, Amin e Ali. "Youns era malato. Era una brava persona anche se aveva dei problemi - hanno ricordato Amin e Ali - Ma nessuno che sia cattolico, ateo o musulmano si meritava una simile fine. Gli siamo stati vicini. I nostri genitori ogni settimana andavano a trovarlo, ma lui si sentiva soffocare, non voleva tornare a casa e, malgrado i tanti tentativi, non ci è stato possibile inserirlo in un centro di recupero".

Durante il sit in è stato anche fatto ascoltare un audio della figlia di Youns, 8 anni appena, che vive in Marocco. La bimba lo ha mandato ai nonni per chiedere come mai il padre non rispondesse alle sue chiamate. Il discorso è stato tradotto in diretta dalla cugina. "Questo non è un evento politico, vogliamo esprimere vicinanza ai famigliari e chiedere giustizia", ha detto Mohamed El Sachet, presidente dell'associazione Al Huda che ha organizzato il presidio e consigliere comunale del Pd.


Gino Quarelo
La gravità dei delitti dello straniero e clandestino delinquente abituale morto e la sua intrinseca malvagità incivile va aumentata da altri fattori che finora nessuno ha mai considerato e che vanno assolutamente evidenziati ... :
1) l'aver compiuto i delitti non nel suo paese a danno della sua gente ma in un altro, il nostro e a danno della nostra gente violando le leggi universali del rispetto dell'ospitalità e la sacralità della patria (paese, territorio, statualità) altrui;
2) l'aver usato violenza dei confronti di un uomo nel suo paese, che è anche un'autorità pubblica, assessore alla sicurezza, che è più di un pubblico ufficiale perché rappresenta l'intera comunità dei cittadini di Voghera e in tal modo ha offeso e mancato di rispetto non solo ai cittadini di Voghera ma anche a tutti noi italiani;
3) vi è un terzo fattore che aggrava non solo i delitti compiuti da questo straniero clandestino senza rispetto ed è il comportamento incosciente, irresponsabile e immorale della comunità marocchina e dei parenti del morto i quali anziché chiedere scusa alla comunità di Voghera e agli italiani tutti per il male fatto dal loro connazionale e parente, hanno accusato noi italiani di essere i responsabili della vicenda e della morte di questo marocchino clandestino e criminale che per loro era un uomo buono (nonostante i suoi crimini) e vittima nostra perché non lo avremmo accolto e curato come si deve a nostre spese e perché il cittadino assessore Adriatici rimproverandolo per il comportamento molesto, chiamando poi la polizia e mostrando la pistola al delinquente marocchino che si stava facendo minaccioso, lo avrebbe provocato inducendolo alla violenza.
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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:43 pm

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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:43 pm

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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:43 pm

11)
I crimini dei marocchini e degli Africani, specialmente nazi maomettani, in Italia e in Europa (certo non si può generalizzare, non tutti i marocchini e gli africani che si trovano in Italia e in Europa sono clandestini e parassiti, delinquenti e criminali, islamici o nazi maomettani e terroristi, razzisti e senza rispetto, però una parte lo è e non va nascosta e trattata come se non ci fosse)



Crimini dei nazisti maomettani marocchini e africani in Europa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2753

Crimini e delitti dei clandestini, degli irregolari e di altri stranieri più o meno regolari o in attesa di regolarizzazione o di respingimento
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1814
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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:44 pm

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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:44 pm

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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:44 pm

12)
Le indagini, sparare prendendo la mira e legittima difesa.

Voghera, il mistero della telefonata: Adriatici interrogato per 3 ore
Giuseppe De Lorenzo
23 Luglio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1627058739

Interrogatorio di garanzia per Massimo Adriatici davanti al gip di Pavia: il giudice dovrà decidere se confermare o meno i domiciliari
Voghera, il mistero della telefonata: Adriatici interrogato per 3 ore

Di buon mattino Massimo Adriatici è arrivato al Palazzo di giustizia di Pavia per l’interrogatorio di garanzia. L’assessore alla sicurezza, dalla cui pistola è partito il colpo che ha ucciso Youns El Boussetaou martedì sera a Voghera, ha risposto per tre ore alle domande del gip Maria Cristina Lupi. La procura, che ha già “derubricato” le accuse da “omicidio volontario” a “eccesso colposo di legittima difesa”, ieri dopo qualche tentennamento ha deciso di chiedere la conferma dei domiciliari. Adriatici, sostiene il pm, potrebbe infatti reiterare il reato o inquinare le prove.

Gli inquirenti hanno passato gli ultimi tre giorni insieme ai carabinieri a cercare di ricostruire le dinamiche dell’accaduto. Quello che sappiamo, per ora, è abbastanza ma non tutto. Conosciamo intanto la versione di Adriatici: “Stavo passeggiando in piazza Meardi - ha spiegato - quando ho notato quell'uomo infastidire i clienti di un bar. Mi sono avvicinato, l'ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. Abbiamo anche visto il video, depositato agli atti del pm, in cui si nota chiaramente il 39enne di origini marocchine colpire con un pugno (o una manata) al volto l’assessore di Voghera. Le immagini sembrano avvalorare il racconto di Adriatici, così come le deposizioni di due testimoni oculari. Occorre però ancora chiarire alcuni dettagli: quando è partito il proiettile calibro 22? E l'assessore ha premuto il grilletto o è stato un fatto accidentale? Dettaglio non di poco conto.

C’è poi da approfondire la questione della telefonata alla polizia. Secondo il Corriere e La Provincia Pavese, nei momenti più caldi della discussione con Youns, Adriatici avrebbe telefonato ad un numero fisso e non al 112. Le volanti però non si sarebbero mosse, visto che tutte le pattuglie del commissariato erano occupate, sostituite sul posto dai carabinieri, ora titolari delle indagini. In molti si pongono una domanda: perché l’assessore avrebbe telefonato ad un numero fisso? Adriatici è un ex poliziotto, sovrintendente figlio di un ex agente, e forse questo spiega la familiarità con gli ambienti commissariali. Mentre altri concentrano l'attenzione su un altro interrogativo, chiedendosi come mai girasse col colpo in canna per il paese di martedì sera. Va detto che Adriatici detiene regolarmente la pistola ed ha il porto d'armi.

Il primo round processuale comunque è un altro. Il Gip dovrà decidere se accogliere la richiesta del pm, e cioè la conferma dei domiciliari, oppure se rilasciare Adriatici. È possibile, infatti, che i legali dell’assessore chiedano la revoca degli arresti. Sul corpo della vittima è stata già effettuata l’autopsia, con tanto di proteste da parte dei familiari che accusano la procura di non averli avvisati dell’esame autoptico. Fonti dei soccorritori a LaPresse hanno spiegato che Youns è stato raggiunto dal proiettile al torace, provocando una ferita penetrante all’emitorace destro. Per La Provincia Pavese non sarebbe stato trovato un foro di uscita, mentre sarà la perizia balistica a certificare da quale distanza (e soprattutto angolazione) è stato esploso il colpo: la traiettoria potrebbe confermare, o smentire, il racconto di Adriatici sul proiettile partito mentre stava cadendo. Sono invece ancora in corso le analisi tossicologiche, che potrebbero chiarire se l’uomo fosse sotto effetto di alcol o droghe. “Ultimamente aveva davvero perso la testa”, ha detto l’avvocato Debora Piazza che difende i familiari. Una dichiarazione che sembra confermare quanto riportato da alcuni cittadini in questi giorni, secondo cui il 39enne era un uomo “cattivo” dedito a infastidire i passanti. Di certo vantava un curriculum di precedenti non indifferente ed era irregolare sul territorio italiano, con ordini di espulsione mai eseguiti.

Intanto sulla cronaca la politica si divide. La Lega difende il suo assessore, che ha rimesso il mandato nelle mani del sindaco Paola Garlaschelli e si è auto-sospeso. Da sinistra invece fioccano accuse contro un atteggiamento da Far West. I familiari Youns dal canto loro promettono battaglia: “Bisogna dire le cose come stanno - ha detto l’avvocato Debora Piazza - Youns è stato ammazzato da un assassino senza motivo”. La pensa allo stesso modo la sorella Bahija.



Ecco chi era Youns El Boussetaoui, un clandestino senza rispetto, delinquente abituale, colpito da vari decreti di espulsione mai mai rispettati.
3)
Voghera, ecco chi era Youns El Boussetaoui, il marocchino ucciso da Adriatici
Ilaria Paoletti
Voghera, 21 lug 2021

https://www.ilprimatonazionale.it/primo ... no-202037/

Chi era Youns El Boussetaoui, il marocchino ucciso con un colpo di pistola dall’assessore di Voghera Massimo Adriatici? Il 39enne aveva alle spalle una lunga “carriera” criminale, con reati che vanno dalla truffa allo spaccio.
Youns El Boussetaoui, il marocchino ucciso a Voghera, era una nota conoscenza delle forze dell’ordine tanto che era colpito da un ordine di cattura da eseguire da parte della Stazione dei carabinieri di Biella, emesso lunedì 19 luglio, per il reato di ricettazione.

Doveva essere arrestato

El Boussetaoui risultava irregolare sul suolo italiano e senza fissa dimora. Da almeno una decina di giorni era oggetto di segnalazioni per ubriachezza molesta e numerose richieste di interventi alle forze dell’ordine a Voghera. In oltre 10 anni aveva accumulato numerosi ordini di lasciare il territorio Ue e relative violazioni a tali ordini.

Un lungo curriculum di reati

Oltre ai reati di ingresso illegale nel territorio dello Stato e immigrazione clandestina, nel passato del marocchino ucciso a Voghera vi sono reati come minacce, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Già arrestato per spaccio di droga dai Carabinieri della Compagnia di Voghera, aveva a suo carico numerose altre denunce e arresti per produzione e spaccio di stupefacenti. La vittima della sparatoria di Voghera era stato incriminato anche per evasione, reati di falsità in scrittura privata, falsa attestazione, falsità materiale, uso di atto falso e truffa. Non da ultimo, ricettazione e porto d’armi e oggetti atti a offendere.

Gino Quarelo
Se fosse stato espulso e riportato di forza al suo paese, il Marocco, come sarebbe stato giusto che avvenisse da molto tempo, probabilmente sarebbe ancora vivo, gli italiani tutti ne avrebbero tratto beneficio e non ci sarebbe un assessore agli arresti domiciliari per aver difeso la sua gente e il suo paese.




Delitto di Voghera, confermati i domiciliari all’assessore leghista, portato in località segreta. Per il gip “reazione sproporzionata”
Monica Serra
24 luglio 2021

https://www.lastampa.it/cronaca/2021/07 ... ef=ST-LA-1


VOGHERA. Il gip di Pavia ha convalidato l'arresto dell'assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera, Massimo Adriatici, confermando, per l'uomo politico, gli arresti domiciliari. Adriatici è accusato di eccesso colposo di legittima difesa per l'uccisione di Youns El Boussetaoui, avvenuta martedì sera con un colpo di pistola in piazza. Adriatici però non si trova più nella sua abitazione. La decisione di portarlo in un luogo segreto è avvenuta su richiesta della difesa in quanto su alcuni social sono apparse immagine dell'abitazione dell'assessore. In un video, infatti, Giampiero Santamaria, coordinatore di “Buona destra Voghera”, ha mostrato l'abitazione di Adriatci. Potrebbe essere proprio questa una delle ragioni del trasferimento in un luogo segreto.

Nel pomeriggio è emerso che, nell'ordinanza con cui conferma i domiciliari per Adriatici, il gip di Pavia parla di «pericolosità dell'indagato» intesa come attitudine a «porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità. Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni» si legge nell’ordinanza. Secondo la giudice, esiste il pericolo di reiterazione del reato (non di inquinamento probatorio) tenendo conto «della consapevolezza qualificata che si deve richiedere a un uomo con la professionalità dell’indagato per anni nelle forze dell'ordine ed esperto penalista, istruttore delle forze dell’ordine, esperienza in base alla quale l’uomo avrebbe dovuto essere in grado di discernere il rischio effettivamente corso e i valori che era chiamato a bilanciare in tale situazione».

Intanto sono due i testimoni chiave che hanno visto che cosa è successo in piazza Meardi a Voghera: dovrebbero essere i due uomini che compaiono anche nel pezzo di video raccolto dalla telecamera di sorveglianza e uscito due giorni fa.

Uno di loro, trovato e sentito dai legali della famiglia della vittima, come riporta Repubblica, avrebbe detto: «Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns l’ha spinto e l’italiano è caduto a terra sulla schiena. A quel punto mentre era sdraiato, ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato a sangue freddo. Dopo essere stato colpito Youns è corso via con la mano sulla pancia e poi è caduto a terra».

Voghera, l'assessore aggredito dalla vittima: gli istanti prima della sparatoria

Le sue dichiarazioni, e quelle dell’altro teste, già a disposizione degli investigatori, non hanno cambiato la valutazione del reato di cui oggi è accusato Adriatici. Per il pm Roberto Valli si è trattato di eccesso colposo di legittima difesa. Perché Adriatici avrebbe agito in una condizione di “pericolo percepito” (dopo il pugno di Youns), con una reazione sproporzionata rispetto alla situazione reale (aveva davanti un uomo claudicante e disarmato), ma non tale da configurare l'ipotesi di reato di omicidio volontario, per cui è stato in un primo momento arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Pavia.

Voghera, il racconto dei testimoni e gli aneddoti sull'assessore leghista Adriatici: "Era uno sceriffo, girava con la pistola"

Con l’accusa di eccesso di legittima difesa, il pm ha ottenuto la convalida degli arresti domiciliari per l’assessore autosospeso dalla Giunta, per due esigenze cautelari: il rischio di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio.

Da quel che emerge, nel corso dell’interrogatorio però, l’assessore avrebbe fornito una versione un po’ diversa rispetto a quella iniziale. Secondo quanto riferito dai suoi difensori, avrebbe detto: «Non ho un ricordo preciso, non so come sia partito quel colpo». E non, come inizialmente dichiarato, di aver sparato accidentalmente nella caduta provocata dal pugno della vittima.

Voghera, la difesa dell'assessore che ha sparato: "Non ricorda come sia partito il colpo"

In ogni caso, a Voghera c’è tensione nell’attesa della decisione del giudice, perché proprio questo pomeriggio la comunità marocchina, con diverse associazioni e la sorella della vittima, ha organizzato una manifestazione per chiedere giustizia. Sono attese circa duecento persone, e un massiccio sistema di sicurezza organizzato da carabinieri e polizia.

Dopo aver invitato i negozianti a tenere chiusi gli esercizi commerciali per ragioni di sicurezza, la sindaca di centrodestra, Paola Garlaschelli, a cui nel tempo erano arrivate diverse segnalazioni sul suo assessore che andava in giro armato, in una lettera aperta si rivolge ai cittadini: «Sono giorni difficili per la nostra comunità. Siamo increduli per la tragedia che si è consumata, scossi dal clamore che ha investito la nostra città e dalla strumentalizzazione mediatica che hanno assunto fatti che la magistratura è stata chiamata a chiarire. È successo qualcosa di molto grave che inevitabilmente ci induce a riflettere profondamente. È morta una persona in circostanze drammatiche e un assessore della mia giunta, persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico. Non sta a noi giudicarne le responsabilità o le colpe. Insieme ai colleghi della giunta ed ai consiglieri di maggioranza ho ritenuto che un rispettoso silenzio fosse in questi giorni la scelta più saggia».

Omicidio a Voghera, un residente del quartiere: "Era una vittima del sistema"

Poi sottolinea: «Voghera è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo. Voghera è una città moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e da una fitta rete di servizi sociali».

Caso Voghera, parla la sindaca: "Assessore Adriatici persona stimata, rispettiamo indagini"

E rivolge un appello a chi oggi scenderà in piazza: «Dobbiamo ricordare che ci troviamo in un momento particolare, la pandemia ha risvegliato sentimenti di paura e diffidenza, a volte facendo emergere la parte più oscura della società, e siamo profondamente preoccupati che questa strumentalizzazione possa alimentare ulteriore rabbia e violenza. Mi rivolgo a tutti, richiamando i valori più veri in ognuno di noi, affinché la tragedia già avvenuta non inneschi una spirale di violenza. Il mio appello va alla stampa, ai cittadini, ai manifestanti e ai politici. Voghera merita il rispetto che si deve a chiunque subisca tutto questo. Spegniamo le ostilità e uniamoci solidali, perché il modo migliore per rispettare la memoria di chi non c'è più è preferire il dialogo all'odio e alle barricate».

Gino Quarelo
L'uso dell'arma legalmente detenuta non deve incominciare quando l'aggredito è stato aggredito e ridotto in fin di vita ma ben prima che l'aggressore possa fargli del male e metterlo nelle condizioni di non potersi più difendere e il momento esatto coincide con quello in cui l'aggressore supera la linea rossa, la linea di guardia che la natura ha posto a tutela di ogni creatura, superata la quale ogni creatura della terra ha il diritto e il dovere di mettere in atto la sua strategia di legittima difesa che contempla tra le sue possibilità anche l'uccisione dell'aggressore carnefice.

Una discussione significativa sul caso:

Alfonso Margani arrabbiato.
Due giorni fa a Voghera un uomo è stato ammazzato da un assessore di un certo partito. Per legittima difesa, dice lui, per me è omicidio colposo aggravato. Che l'uomo in questione potesse infastidire, non lo metto in dubbio, però era disarmato mentre l'altro portava una pistola, carica e col colpo in canna! Le pistole non sparano da sole, e quella era senza sicura. Ma, soprattutto, aveva il colpo in canna, come se quel signore dovesse entrare in azione con i parà. Perché quel tristo figuro girava armato? E perché teneva il colpo in canna? Dov'era la sicura? E così si ammazza un uomo. Aveva ragione mio padre, le armi non hanno amici, abbaiano subito e fanno solo danni!

https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 7864316:86


Gino Quarelo
Il caso in oggetto dimostra il grave pericolo corso dall'assessore. Anche il corpo umano è un'arma letale, il soggetto che aggredisce è nel suo insieme un'arma. Ricordo che la legittima difesa è un diritto umano universale, naturale e civile inalienabile che contempla anche l'uccisione dell'aggressore e che si esercita durante l'aggressione proprio come in questo caso esemplare da manuale.

Gino Quarelo
È stato ucciso un delinquente aggressore e carnefice che ha aggredito non un povero inerme ma un uomo armato che giustamente si è difeso e ha fatto fuoco, onore a quest'uomo che ha esercitato un suo diritto inalienabile, la legittima difesa.


Bernardo Belgrado
Hai ragione. L’assessore ha risposto con un colpo di pistola a un aggressore che gli ha tirato un pugno. In Italia è vietato uccidere ed è vietato farsi giustizia da soli. Chi ti toglie l’amicizia perché la pensi così spero non sia oggetto dei tuoi soliti rimpianti. Il codice penale è chiarissimo sul punto e l’uso delle armi per un ex sottufficiale di polizia è la base del proprio mestiere. I colpi non partono per sbaglio. Devi esercitare sul grilletto una pressione superiore a un kg su una normale semiautomatica da difesa. Se è modificata o è omologata ad uso sportivo la pressione è inferiore, ma non la puoi portare a giro e comunque devi avere il dito sul grilletto.

Gino Quarelo
Non si è trattato di vendetta ma di legittima difesa mentre l'aggressione era in corso e ha fatto benissimo ad adoperare la pistola, lo avrei fatto anche io.
Un pugno ti può ferire e uccidere, l'essere gettati a terra può ferirti gravemente o ucciderti (ti può spezzare la spina dorsale e l'osso del collo, puoi sbattere il cranio su un sasso o su uno spigolo e spaccartelo a morte) quindi siamo nel pieno del diritto inalienabile della legittima difesa. Il delinquente abituale e criminale clandestino con più decreti di espulsione ha aggredito brutalmente il cittadino assessore che lo aveva ripreso per le molestie alle persone e che stava chiamando la polizia;
l'aggressione fisica violenta che ha gettato a terra il povero signor Adriatici che a quel punto mentre era a terra poteva aspettarsi di tutto, calci, coltellate, pistolettate, quindi ha fatto più che bene a usare la pistola legalmente detenuta e a sparare per difendersi. Certamente quando si spara si deve prendere la mira e per bene. Per sparare non si può aspettare di essere feriti a morte o quando non si è più lucidi, si deve sparare prima per evitare di essere feriti e uccisi, si deve sparare quando ancora si è lucidi e capaci di mirare bene l'aggressore.


Stefania R Summers
Nel video si vede lo straniero che colpisce Adriatici mentre questi parla al telefono. L'assessore cade a terra, si rialza e poi non si vede più niente. dal mio punto di vista l’assessore ha sbagliato, non a portarsi dietro l’arma, visto che ha il porto d’armi, ma a brandirla in un luogo pubblico dove poteva colpire persone innocenti. E si mette la sicura! Volete fare i cowboy, imparate le regole prima! Il problema si sarebbe risolto se un paio di uomini avessero avuto il coraggio di immobilizzarlo.
Voglio inoltre aggiungere che nessun utente , tra quelli di una certa parte, menziona la politica immigrazionistica delle istituzioni italiane, che io considero un attentato all’incolumita’ della cittadinanza. Nessuno, soprattutto, si lamenta quando le donne sono le più colpite. Dalle mie parti, fino a 15 anni fa, una donna di qualsiasi età poteva passeggiare anche di sera, ora nemmeno di giorno.
A proposito, hanno ucciso un anziano mentre stava prelevando denaro dal bancomat….ora mi aspetto una valanga di post.

Gino Quarelo
Si tratta di un caso di legittima difesa esemplare al mille per cento, un caso da manuale.
L'arma serve a difendersi per non essere feriti e uccisi. L'arma si deve adoperare quando serve come in questo caso. Non esiste alcun diritto ad aggredire il prossimo senza che questo possa difendersi. Chi è aggredito ha il pieno diritto e il dovere di difendersi con ogni mezzo. La pistola si usa ovunque serva e con intelligenza, mirando per colpire l'aggressore e non le persone intorno. Si tratta di una pistola piccola calibro 22.

Laura Pisani
Una infamità, che non trova parole, esce di casa armato, con il colpo in canna! a fare una passeggiata.

Gino Quarelo
Laura Pisani La legittima difesa è un diritto umano naturale, universale e civile inalienabile e per esercitarlo si gira armati. Questo caso dimostra la sua estrema necessità.


Gino Quarelo
Le armi da fuoco servono per difendersi dalle aggressioni degli aggressori che non si sa mai se sono anche mortali.
Si può uccidere il prossimo amche con uno schiaffo, un pugno, un calcio, una spinta, con le mani e con i piedi.
In particolare servono a chi non è esperto di arti e lotte marziali, di pugilato, di Krav Maga, di combattimenti con il coltello o con il bastone ... per difendere la propria vita, i propri beni, la propria dignità, la propria libertà e integrità e a volte anche quella dei propri familiari, amici, compaesani e concittadini, di persone disabili e inermi come i bambini e i vecchi, dagli aggressori, dai ladri, dagli assassini, dai delinquenti, dai terroristi, dagli stupratori.
Non reagire per tempo e con la dovuta durezza (e controviolenza) può comportare la morte o una menomazione gravissima.

Gino Quarelo
L'uomo morto amazzato era un delinquente, un carnefice aggressore.
Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti.
⁠https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/926444071265697
Io sto con l'assessore leghista vittima della violenza del delinquente ucciso, io mi inginocchio a suo sostegno, a sostegno dell'assessore che si è difeso che è stato costretto a difendersi e a difendere la sua gente e il suo paese.
L'arma come deterrente, se poi l'aggressore aggredisce nonostante l'arma è più che giusto adoperarla per difendersi. In questo caso oltretutto pare che il colpo sia partito incidentalmente e a causa dell'aggressione fisica con conseguente collutazione. Io avrei sparato prima della collutazione quando l'aggressore ha superato la linea rossa di sicurezza per la mia vita . Non si può certo attendere di essere in fin di vita per sparare.
L'assessore è un cittadino esemplare dovremmo fare tutti come lui, girare armati e difenderci da queste orde di delinquenti che infestano le nostre città e le nostre vite.
Quest'uomo è un eroe per essere intervenuto a difesa della sua gente e del suo paese a rischio della vita.
Va portato ad esempio ed insignito di encomio pubblico e della medaglia d'oro al valor civile.
Farsi uccidere e lasciare che i delinquenti facciano del male e uccidano il prossimo è demenziale, disumano e incivile.


Roberta Truppa
Guardi, non ci sono parole! Gentaglia lui e chi lo difende. Io dico: ma se questo si è regolato così, cosa devono fare le forze dell'ordine in certe circostanze così difficili che si trovano a fronteggiare?
Caro Professore, se mi posso permettere, Le darei un consiglio sincero e fraterno: colga l'occasione di questo Suo post per fare un po' di pulizia: Lei è una brava persona e certa gente che commenta non ha nulla a che fare con Lei!

Dino Aricò
Caro Alfonso, la Tua bacheca si è rapidamente riempita di giudici di primo grado, di appello e perfino di cassazione.
Non credo fosse Tua intenzione imbastire un intero tribunale ma la pruderie di chi vuol sempre giudicare gli altri è ormai senza freni.
Qualcuno arriva addirittura a proporTi di fare dure epurazioni tra le amicizie forse sperando di restare l’unico Tuo amico.
So che Tu tieni a tutte le amicizie con le quali preferisci giustamente il dialogo piuttosto che lo scontro e mai, proprio mai la rottura irreversibile.
Come sarebbe sempre giusto fare.
Spero le perizie ed il giusto processo facciano giustizia nei confronti della Veritá dei fatti.
Tutto il resto sono solo opinioni che meritano rispetto nella misura in cui rispettano le opinioni degli altri.
Gli insulti e/o i suggerimenti più o meno occulti qualificano chi graziosamente li elargisce al prossimo suo.




Roberto Cocchis
Omicidio colposo aggravato è di gran lunga l'ipotesi più favorevole al reo.
Perché stiamo parlando di uno che vive a Voghera, non certo a Caracas, e va in giro (senza la minima ragione) con un'arma pronta a sparare.
Il tutto ulteriormente aggravato dalla responsabilità di rappresentante delle istituzioni.

Gino Quarelo
Roberto Cocchis Quanto accaduto dimostra la necessità di girare armati.



Gino Quarelo
Anche il corpo dell'aggressore è un arma letale: la testa, la bocca con i denti, le braccia e le mani, le gambe e i piedi, l'intero corpo. Si può uccidere o ferire gravemente con una testata, strozzando, schiacciando, soffocando, spingendo giù dalle scale e da una finestra, morsicando e in decine di altre modalità e senza armi bianche o da fuoco.
Il corpo dell'aggressore è di per sé un'arma potenzialmente letale e come tale va trattata per quanto riguarda la legittima difesa.
Nel caso in esame il criminale delinquente abituale poi morto, senza rispetto alcuno ed estremamente violento ha aggredito il signor Adriatici con un pugno che lo gettato a terra e che poteva ferirlo mortalmente, bene ha fatto questo uomo buono e giusto ad estrarre l'arma e a sparare per neutralizzare l'aggressore disumano e carnefice.


Bernardo Belgrado

Delitto di Voghera, un teste contro l’assessore sceriffo: "Ha preso la mira e poi ha sparato"
Sandro De Riccardis , Brunella Giovara
24 Luglio 2021
https://www.repubblica.it/cronaca/2021/ ... 7-P1-S1-T1

C'è un testimone diretto della morte del marocchino Youns El Boussettaoui, ucciso martedì sera dall'assessore Massimo Adriatici con un colpo di pistola al cuore. Quest'uomo racconta una scena del delitto vista da molto vicino, e soprattutto dice che l'avvocato avrebbe "preso la mira" e poi sparato. Ecco il suo racconto.

"Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l'italiano è caduto in terra sulla schiena. ...

Alfonso Margani
Bernardo Belgrado Caro Bernardo, è una classica situazione di contrapposizione. Ogni cosa viene subito politicizzata, subito si arriva allo scontro. È come quando si propone un inasprimento delle leggi sulla sicurezza: immediatamente si formano due schieramenti, di cui uno ripete come un grammofono che bisogna inasprire il codice, e un altro risponde con altrettanta monotonia che le leggi ci sono già e basta applicarle. Il risultato è purtroppo un dialogo tra sordi. Per conto mio, un principio rimane valido: NON si gira armati, e la giustizia NON si ottiene così. All'ordine pubblico devono badare polizia e carabinieri. Solo un'ultima cosa. Dire che "la difesa è sempre legittima" è una frase ipocrita perché falsa i termini del problema. La difesa è, certo, sempre legittima, ma bisogna vedere come viene fatta e come si reagisce. Qui,è chiaro, non c'è proporzione tra aggressione e reazione.

Gino Quarelo
Non si tratta di giustizia ma di legittima difesa e girare armati fa parte del diritto inalienabile alla legittima difesa.
Certo era terra durante un'aggressione violenta a rischio della vita o della incolumità personale ed era un suo diritto umano usare ogni mezzo per difendersi tra cui la piccola pistola in suo possesso legale. Ha fatto benissimo lo avrei fatto anch'io. Rientra nella legittima difesa uccidere chi ti sta usando violenza e minacciando gravemente, è un diritto umano inalienabile. Poi una pistola si usa prendendo la mira e non sparando a caso, specialmente se l'arma è piccola e prima che sia troppo tardi, non più lucidi e magari in fin di vita. Quest'uomo è un uomo buono e giusto, un uomo umano civile ed esemplare e ha tutta la mia solidarietà e il mio sostegno. Quest'uomo è una vittima che si è difesa e che ha ucciso il suo aggressore carnefice anziché subire inerme l'aggressione in tutte le sue possibili conseguenze magari gravemente menomanti e mortali.




Il pensionato ucciso da un albanese mentre prelevava al bancomat interessa o parliamo solo del marocchino ucciso a Voghera?
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 7864316:94
Gino Quarelo
Vi è un errore concettuale fondamentale in questo confronto improproprio:
i due morti non sono le due vittime ma una vittima (il pensionato) e un carnefice (il delinquente marocchino).
Il confronto tra i due casi può essere fatto solo in questi termini.
Il pensionato era un buon uomo ucciso da un criminale per derubarlo e non ha potuto difendersi, mentre il marocchino era un criminale che aveva aggredito un buon uomo che al contrario del povero pensionato si è difeso neutralizzando l'aggressore.
Il pensionato non va confrontato con il marocchino ma con l'assessore Adriatici. Il marocchino va assimilato invece al delinquente assassino che ha ucciso il pensionato.
Non facciamo confusione: le vittime non sono i due morti ma il pensionato e l'assessore e i carnefici sono i due delinquenti aggressori che nel caso dell'assessore è stato ucciso perché l'aggredito ha esercitato il suo diritto alla legittima difesa.
Abbiamo due vittime, una che è morta perché inerme e non ha potuto difendersi e una viva che si è difesa e che ha neutralizzato e ucciso il suo aggressore carnefice.


Roberto Cocchis
Omicidio colposo aggravato è di gran lunga l'ipotesi più favorevole al reo.
Perché stiamo parlando di uno che vive a Voghera, non certo a Caracas, e va in giro (senza la minima ragione) con un'arma pronta a sparare.
Il tutto ulteriormente aggravato dalla responsabilità di rappresentante delle istituzioni.

Gino Quarelo
Roberto Cocchis Quanto accaduto dimostra la necessità di girare armati.

Roberto Cocchis
Gino Quarelo e di impiccare i ladri di cavalli.

Gino Quarelo
Tu confondi la legittima difesa dalla successiva giustizia.
Legittima difesa significa difendere anche con la violenza la proprietà privata, i propri beni, propria libertà e dignità e la propria vita da chi le aggredisce per violarle, menomarle, mutilarle, distruggerle.
La giustizia significa sottoporre a giudizio ed eventualmente a condanna e al risarcimento dei danni gli autori di tali delitti.
Si tratta di due momenti diversi:
-il primo è quando il criminale, il delinquente, l'aggressore cerca di compiere il delitto e l'aggredito o vittima deve difendersi in prima persona non essendoci altri che lui a farlo;
-il secondo si ha quando il criminale viene neutralizzato dalla vittima o dalle forze dell'ordine successivamente intervenute o dopo aver tentato di compiere o compiuto il crimine e preso/catturato dalle forze dell'ordine a seguito di un'indagine.
Si tratta di eventi e di fenomeni completamente diversi e separati che non coincidono in alcun modo anche se collegati.
Difendersi non è un farsi giustizia da sé ma un diritto umano e civile inalienabile primario comune a tutte le creature/organismi o esseri viventi dell'universo, fondamentale alla conservazione della dignità, dei beni, della libertà, dell'integrità fisica e della vita senza del quale si può essere derubati, feriti, rapiti, stuprati, schiavizzati, uccisi.
Demonizzare e impedire la legittima difesa è un crimine disumano contro l'umanità.


VOGHERA, TESTIMONI SCAGIONANO ASSESSORE: “MAROCCHINO STAVA PER COLPIRLO ANCORA”
25 luglio 2021

https://voxnews.info/2021/07/25/voghera ... lo-ancora/

La ricostruzione del ferimento mortale dello spacciatore Youns El Boussetaoui è affidata a tre testimoni chiave, scagiona completamente l’assessore eroe.

Tre clienti del bar Ligure che martedì sera si trovano davanti al locale proprio nel momento in cui Massimo Adriatici e la vittima si incontrano. E che hanno assistito al momento dello sparo. Si trovavano in punti diversi della scena, sul piazzale davanti al bar di piazza Meardi, ma la loro versione è concorde.

Tutti e tre scagionano il nostro eroe: dicono di avere visto lo spacciatore marocchino colpire «l’uomo al telefono» e poi di avere visto la vittima dell’aggressione, caduta per il colpo ricevuto, sparare da terra verso lo straniero.

Confermando quindi il video che tutti abbiamo visto ma aggiungendo anche il particolare dello sparo da terra: in pratica, l’assessore, trovandosi in situazione di inferiorità e pericolo ha agito per legittima difesa.

Non solo.

Due testimoni, i più vicini, riferiscono di una seconda aggressione: l’uomo a terra avrebbe sparato mentre lo straniero si avvicinava per colpirlo ancora. Solo uno di loro, un giovane cliente, dà una versione leggermente diversa. Conferma di avere visto l’assessore con la pistola in mano sparare verso l’immigrato ma nega la seconda aggressione. Dice, anzi, che lo straniero «era fermo», in piedi, e che l’assessore gli ha sparato subito non appena è caduto per terra. Una ricostruzione, tuttavia, per il giudice non del tutto attendibile, perché in contraddizione con quanto si può intuire dalla visione del filmato, dove si intravede l’immigrato muoversi con uno scatto verso l’assessore anche dopo che è già a terra.

Come sia possibile avere confermato l’arresto dell’assessore alla luce di due testimonianze concordi con il video, che quindi sappiamo mostrare, nella parte non pubblica, che l’assessore ha sparato per difendersi da una seconda aggressione.

La prima testimone sentita è una donna con il cane che si trova all’interno del bar. Racconta di avere visto a un certo punto arrivare il marocchino, che conosce e che in altre occasioni era stato gentile con lei. Stavolta, invece, è molesto, tanto da calciare una sedia contro l’animale. La ragazza a quel punto si allontana per paura, anche perché l’uomo la insulta: «Tanto siamo tutti cani», dice. Fuori dal locale nota un cittadino italiano, mai visto prima, intento a telefonare. «All’improvviso il nordafricano si è avvicinato all’uomo con il telefono e lo ha colpito, facendolo cadere a terra – racconta la donna ai carabinieri –. L’uomo, visto che il suo aggressore si avvicinava di nuovo, ha estratto una pistola e ha fatto fuoco contro il cittadino nordafricano».

Sul posto c’è un’altra persona, un uomo che si trova fuori dal locale, nell’angolo nascosto di una telecamera di corso XXVII Marzo che intanto riprende la scena. È in compagnia di un altro amico, che però in quel momento si trova dentro. Sente il cane abbaiare e vede in quel momento il cittadino nordafricano scagliare una sedia contro un cane e insultare la proprietaria. Dal tavolo dove la donna si trova prende una bottiglia di birra e la porta fuori, per scagliarla in mezzo alla piazzola del locale. «Poi si è rivolto al cittadino italiano che stava parlando al telefono – dice il testimone –. Lo ha colpito all’improvviso facendolo cadere. Da terra l’italiano ha estratto una pistola e ha esploso un colpo verso il suo aggressore».

Il testimone aggiunge di avere visto a quel punto la vittima piegarsi per proteggere l’addome e barcollare fino ad accasciarsi a terra.

Questo testimone viene sentito dai carabinieri mercoledì pomeriggio, il giorno dopo il fatto. Racconta ai militari che si trovava al bar per bere una birra quando è entrato il cittadino marocchino. «Si è avvicinato e mi ha detto: perché non mi saluti?». A quel punto il giovane esce dal locale per evitare problemi e resta vicino al muro e alla balaustra. Vede l’uomo con il telefono e il marocchino avvicinarsi e colpirlo. «Quando è finito a terra vedevo che in mano a quest’uomo era comparsa una pistola e da terra mentre era sdraiato puntava la pistola allungando il braccio verso Younes, che ricevuto il colpo si è portato le mani all’addome, si è girato su se stesso e dopo è caduto a terra». Secondo il testimone, l’uomo italiano avrebbe estratto la pistola solo quando era a terra.

Ma c’è anche un’altra versione della testimonianza, raccolta dagli avvocati della famiglia della vittima, Debora Piazza e Marco Romagnoli. In questa versione aggiunge un dettaglio: dice che non c’è stata una seconda aggressione. «Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l’italiano è caduto in terra sulla schiena. A quel punto mentre era a terra ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato un colpo a sangue freddo». Dice di non avere visto una seconda aggressione: «Youns era fermo. L’italiano non ha sparato per sbaglio, ha preso la pistola, l’ha puntata verso Youns e subito ha sparato».

Suggeriamo di indagare sui due avvocati del marocchino. Un uccellino ci ha detto cose. L’uccellino ha la stessa valenza di questo testimone.



Assessore eroe risponde ai buonisti: “Se avessi voluto sparare, avrei sparato più colpi”
26 luglio 2021

https://voxnews.info/2021/07/26/assesso ... piu-colpi/

Interrogato dal pm, l’assessore Massimo Adriatici, accusato di aver esploso un colpo di pistola mortale nei confronti del 39enne spacciatore marocchino Youns El Boussettaui ha confermato che lo sparo sarebbe partito accidentalmente.

“Sì, ne sono sicuro… Se avessi voluto sparare volontariamente, avrei esploso più colpi, sfruttando le caratteristiche dell’arma che consente di sparare più colpi in rapida successione. Posso affermare questo anche in virtù dell’addestramento che ho avuto da poliziotto”, ha spiegato presso la caserma dei carabinieri di Voghera nel suo primo interrogatorio dopo i fatti.

Secondo un testimone è stato proprio il 39enne ad avvicinarsi con fare minaccioso ad Adriatici. “Consapevole dei precedenti penali, con la mano sinistra tenevo il telefono e infilavo la mano destra nella tasca impugnando la pistola, che sono solito portare con me la sera quando esco… Il soggetto continuava ad avvicinarsi e io rispondevo di stare calmo che stava arrivando la polizia, estraendo l’arma e puntandola verso il basso. Lo stesso mi incalzava chiedendomi che cosa volessi fare, e improvvisamente mi colpiva con forza all’altezza dell’occhio destro”, ha raccontato l’assessore. Quindi la caduta e il presunto sparo accidentale. “Ho ritenuto di estrarre l’arma solo per mostrarla. Volevo solo che lui si accorgesse che io ero armato”.

Intanto i legali di Massimo Adriatici hanno annunciato la loro volontà di presentare ricorso al Tribunale del Riesame al fine di ottenere la revoca dei domiciliari a carico dell’assessore leghista che dopo i fatti di Voghera si è autosospeso. Il gip di Pavia Maria Cristina Lapi sostiene che Adriatici sarebbe pericoloso per la comunità e potrebbe reiterare il reato. Una ricostruzione contestata dalla difesa dell’assessore che invece, punta ora a ottenere la revoca dei domiciliari. Secondo l’avvocato Gabriele Pipicelli non ci sono i presupposti, perché il pericolo di reiterazione “non sussiste in alcun modo”. Tuttavia il giudice nelle 19 pagine di ordinanza con cui lo scorso sabato ha confermato i domiciliari, ha ribadito “l’abitudine, riferita dallo stesso Adriatici, di passeggiare con in tasca o nella fondina una pistola con il colpo in canna e priva di sicura” durante le proprie ronde notturne. Una usanza che “evidenzia certamente una consuetudine comportamentale che è alla base della condotta oggetto di valutazione” giudicando necessaria una “misura che limiti provvisoriamente ma fortemente la libertà di circolazione in capo a un soggetto che, per sua stessa ammissione, ha dichiarato di non essere in grado” di gestire una situazione come quella in cui si è trovato.


Gino Quarelo
Anche nel caso che il colpo fosse partito volontariamente si tratterebbe sempre di legittima difesa. Del diritto inalienabile di sparare per difendersi e ciò si fa prendendo la mira e non sparando a caso e sapendo che sparando si può uccidere, eventualità che è prevista interamente nel diritto alla difesa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:45 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti

Messaggioda Berto » lun lug 26, 2021 10:45 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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