1) Non lasciamolo solo!Derek Chauvin si trova in questa situazione esclusivamente perché è bianco, vittima del montante razzismo criminale antibianco e non certo perché colpevole di razzismo contro i neri.
Difendiamo Derek Chauvin e con lui gli uomini bianchi di tutta la terra.
Difendere Derek è difendere la civiltà del bene e dell'uomo di buona volontà.
Grazie ai poliziotti come Derek Chauvin che ci difendono dai criminali come Geoge Floyd.
La vulgata Politicamente Corretta (PC) vorrebbe il poliziotto colpevole perché bianco e perciò naturalmente malvagio, suprematista, razzista e carnefice e il delinquente abituale e drogato nero naturalmente buono, non razzista perché nero e vittima che se ha compiuto qualche crimine lo avrebbe fatto esclusivamente per legittima difesa dalla discriminazione e oppressione del razzismo dell'uomo bianco che gli avrebbe impedito di vivere una vita normale costringendolo al crimine come umana, comprensibile e giusta reazione e per poter sopravvire.Razzismo dei neri contro i bianchiviewtopic.php?f=196&t=2913 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7477876384Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità e il diritto-dovere di amarla e di difenderla.Noi siamo parte del bene e non il male!
Cantiamo dell'uomo bianco come il sale e lo zucchero della terra, la luce della ragione e il lievito dell'umanità.
Io sono bianco, noi siamo uomini dalla pelle bianca, noi siamo bianchi e il bianco è il nostro colore umano.
La natura e Dio ci hanno fatto bianchi e noi né siamo felici e fieri, il nostro splendore è il candore, noi siamo uomini dalla pelle bianca come il pane e come il latte.
Non vi è nulla di male ad esser bianchi come non vi è nulla di male ad essere neri, il male sta solo in chi non rispetta gli altri.
viewtopic.php?f=205&t=2945 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6802338446 L'uomo bianco canta la vita, la sua vita come ogni creatura e ciò è un bene e non un male, ciò è un valore, un dovere e un diritto universali. Non si nega a nessuno di poter cantare la vita e la sua vita!
Io sono un uomo bianco e non c'è nulla di male ad essere un uomo bianco.
E sto nel mio paese, nella mia terra e pretendo rispetto, lo stesso rispetto che si deve a ogni uomo sulla faccia del pianeta a prescindere dal colore della sua pelle. Rispetto per i suoi diritti umani, naturali, civili e politici come persona e come cittadino a casa sua e nel suo paese.
Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra!viewtopic.php?f=205&t=2923 Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.viewtopic.php?f=196&t=2942 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395I vigliacchi poliziotti di Minneapolis tradiscono e abbandonano il loro collega
Processo Floyd, la polizia non protegge più Chauvin
Giampiero Gramaglia
4 aprile 2021
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... n/6155102/ L’agente accusato di aver ucciso l’afroamericano è bianco, i suoi superiori pure, ma in aula ne prendono le distanze. Una rarità negli Stati Uniti
Nel tentativo di salvare la propria credibilità – e di sventare sommosse – la polizia di Minneapolis ‘scarica’ Derek Chauvin, l’agente che tenne il ginocchio premuto sul collo di George Floyd anche quando era già morto, il 25 maggio dello scorso anno. Al processo, i suoi superiori riferiscono che il suo comportamento “era totalmente non […]
Rimorso e commozione dominano la prima settimana del processo Chauvin
di Tiziana Ferrario
3 aprile 2021
https://www.lavocedinewyork.com/news/pr ... o-chauvin/ La prima settimana del processo Minnesota v. Derek Chauvin è terminata dopo alcune testimonianze strappa lacrime e qualche momento di tensione fra l’avvocato della difesa Eric J. Nelson ed i suoi interrogati. Con l’opinione pubblica fortemente coinvolta e le trasmissioni in diretta del processo, sale ora il rischio che i membri della giuria popolare possano essere influenzati o addirittura minacciati. Intanto, nel corso della settimana, alcuni di loro hanno tradito un certo sgomento per gli elementi che accusa e difesa hanno portato alla loro attenzione.
Dopo le dichiarazioni di attivisti e legali della famiglia Floyd come “è l’America ad essere sotto processo” e “tutto il mondo ci sta guardando”, la prima giornata del processo è servita a mettere sul tavolo alcune carte dell’accusa e della difesa, mostrandoci quelle che saranno le loro strategia nell’interpretazione delle prove e nel rapporto con i testimoni. Gli avvocati dello stato del Minnesota hanno sottolineato come per 9 minuti e 29 secondi Chauvin abbia premuto il suo ginocchio sul collo di Floyd, utilizzando una manovra considerata “letale” in modo sproporzionato rispetto alla minaccia rappresentata da un uomo prono ed ammanettato. La difesa, invece, punta a dimostrare come Floyd sia morto a seguito di patologie pregresse e sotto effetto di sostanze stupefacenti, tentando allo stesso tempo di accusare i “bystanders” dell’arresto di aver distratto gli ufficiali della polizia coinvolti, impedendo loro di valutare la proporzionalità dell’intervento.
Nei primi 5 giorni, a dibattere sulla “letalità” dell’intervento di Chauvin su Floyd sono stati Donald Williams (uno dei bystander, istruttore di MMA), Jena Lee Scurry (operatrice del 911), David Pleoger (sergente di Chauvin) e Richard Zimmerman (tenente della polizia di Minneapolis). Pleoger e Zimmerman hanno mostrato punti di vista diversi: il primo ha riportato il rapporto fattogli da Chauvin dal quale si evinceva che Floyd avesse avuto un malore, versione smentita successivamente dopo aver confessato di aver applicato pressione sul collo di Floyd. Pleoger ha spiegato che la manovra utilizzata su Floyd può servire a neutralizzare una potenziale minaccia, a patto che venga interrotta non appena il soggetto smetta di opporre resistenza. Per Zimmerman, invece, la polizia di Minneapolis non è addestrata per quel genere di mossa che, con la vittima a terra e ammanettata, può contribuire a bloccare la respirazione di chi la subisce. Zimmerman ha affermato che l’azione di Chauvin è stata “del tutto non necessaria” e “potenzialmente letale”, suggerendo che Floyd potesse essere calmato a parole.
La difesa ha tentato di smentire queste testimonianze. Jena Scurry, interrogata da Nelson, ha ammesso di non avere un addestramento da poliziotta. Zimmerman, invece, ha risposto a Nelson affermando di non lavorare in pattuglia dal 1993, dopo essere diventato investigatore. Grazie a queste domande, la difesa ha voluto sottolineare la mancanza di esperienza “reale” da parte dei due testimoni. La cross examination di Williams ha portato ad un battibecco con il testimone. Nelson ha voluto rimarcare come Williams si sia più volte rivolto alla polizia in modo minaccioso durante l’arresto di Floyd, di fatto distraendo gli agenti coinvolti. In quanto lottatore, poi, Williams non avrebbe l’esperienza giusta per analizzare l’operato della polizia.
Nelson si è mantenuto su questa linea anche durante la cross examination di Genevieve Hansen, pompiere e agente di primo soccorso che, assistendo alla morte di Floyd, si propose per controllare il polso della vittima, venendo così respinta dagli agenti presenti. La difesa ha continuato con la sua linea, sottolineando come l’insistenza della testimone possa aver distratto gli agenti. Fra Hansen e Nelson la situazione si è fatta particolarmente tesa, tanto che il giudice Peter A. Cahill ha dovuto indirizzare alcuni richiami alla testimone. “Non so se ha mai visto qualcuno venire ucciso, ma è sconvolgente”, ha replicato la Hansen rispondendo a Nelson.
La disperazione dei testimoni è stato uno dei temi ricorrenti durante questa prima settimana di processo. Delle quattro minori e appena diciottenni sentite a telecamere spente, Darnella Frazer ha raccontato la storia più toccante. Diciassettenne lo scorso 25 maggio, data della morte di Floyd, ha filmato l’accaduto dopo aver accompagnato la cuginetta dentro Cup Foods, il negozio davanti al quale è avvenuta la colluttazione con i poliziotti. Con la voce rotta dalla commozione, Darnella Frazer ha raccontato di aver visto un uomo morire senza aver avuto il potere di intervenire. Floyd era “terrorizzato e pregava per la sua vita” e lei ha dovuto vivere con senso di impotenza e rimorso: “quando guardo George Floyd vedo mio padre, i miei fratelli, i miei cugini, mio zio” tutti membri della comunità nera di Minneapolis.
Ma questa è una storia comune a tutti. Vedere Floyd boccheggiare e poi morire ha scosso anche gli animi di Donald Williams e Genevieve Hansen, testimoni oculari impotenti di fronte all’intervento della polizia, che in aula si sono lasciati andare alla commozione. La testimonianza più toccante è stata quella di Charles McMillan che quel 25 maggio ha tentato di convincere Floyd ad entrare nella macchina della polizia senza offrire resistenza: “non puoi vincere”. McMillan è scoppiato a piangere quando è stato trasmessa una registrazione inedita in cui Floyd, schiacciato a terra dagli agenti, ha iniziato a chiamare sua mamma, morta da pochi giorni: “anche io non ho più una mamma, lo capisco”.
Le registrazioni acquisite dagli inquirenti e mostrate per la prima volta nel processo hanno fatto molto scalpore. La prima in ordine temporale, quella che ritrae Floyd comprare sigarette con una banconota falsa, è stata sottoposta a Christopher Martin, cassiere di Cup Foods e primo ad accorgersi della truffa. Martin ha descritto Floyd come “alterato da qualche sostanza” ma amichevole e cordiale. Il ragazzo, diciannovenne, ha ammesso di sentirsi pentito di non aver accettato quella banconota. La segnalazione alla polizia è partita quando Floyd, affrontato da Martin con la banconota falsa, si è rifiutato di pagare.
Il video che più ha fatto discutere è stato quello della bodycam di un agente. La sequenza mostra un poliziotto avvicinarsi alla macchina di Floyd per intimargli di scendere con le mani alzate. Floyd vedendo l’agente armato lo prega disperato: “per favore non spararmi”, una frase che racconta molto bene come la polizia venga percepita dalla comunità afroamericana. Il video si conclude con l’arrivo di Chauvin e con gli ufficiali intenti a spingere Floyd nella volante.
Attraverso queste prove video George Floyd viene mostrato come una persona imponente ma fragile. La morte della madre ed il suo turbolento rapporto con la droga sono stati raccontati dalla sua compagna Courtney Ross. La storia di Floyd è una storia comune negli Stati Uniti martoriati dell’ultimo anno: positivo al covid, licenziato e dipendente da oppioidi dopo averli utilizzati per curare un dolore cronico alla schiena. E se alcune testimonianze di questi giorni sono state in parte bersaglio della linea difensiva, l’accusa sta riuscendo nell’intento di mostrare Floyd come un soggetto fragile e non una minaccia, al contempo disumanizzando la figura di Chauvin, mostrato come freddo e spietato.
Omicidio George Floyd, il capo della polizia ammette: "L'agente ha violato le regole"
6 aprile 2021
https://www.repubblica.it/esteri/2021/0 ... 295199389/ L'agente di polizia Derek Chauvin ha violato la politica dipartimentale puntando il ginocchio sul collo di George Floyd e tenendolo a terra dopo che Floyd aveva smesso di resistere ed era in pericolo. Lo ha dichiarato il capo della polizia di Minneapolis Medaria Arradondo, che ha testimoniato oggi nel processo per la morte dell'afroamericano avvenuta lo scorso 25 maggio.
Morte George Floyd, nel nuovo video dell'arresto l'uomo afferma: "Dite ai miei figli che li amo, sono morto"
Nella sua deposizione, il capo della polizia ha detto che continuare a tenere il ginocchio sul collo di Floyd una volta che era stato ammanettato e sdraiato a pancia in giù non faceva "in alcun modo" parte della politica o dell'addestramento del dipartimento, "e certamente non fa parte della nostra etica o della nostra valori". Arradondo, l'afroamericano al comando della polizia di Minneapolis, ha licenziato Chauvin e gli altri tre ufficiali il giorno dopo la morte di Floyd lo scorso maggio, e in giugno ha definito il caso "omicidio".
Nel corso del lungo interrogatorio, Arradondo ha chiarito che sotto processo non è la polizia ma Chauvin, che ha "violato tutta una serie di regole" che fissano l'azione degli agenti. Il capo della polizia ha spiegato che i suoi uomini vengono addestrati per allentare l'uso della forza, nel momento in cui l'arrestato è neutralizzato, ma che Chauvin "non lo ha assolutamente fatto". "Quando parliamo della sacralità della vita - ha aggiunto - parliamo dei principi e dei valori che abbiamo, e quell'azione va in senso contrario a ciò che ci è stato insegnato".
Il giudice che presiede il processo ha annunciato in apertura di dibattimento, che le sedute proseguiranno senza la proiezione visibile al pubblico di video e audio. Peter Cahill ha detto che spiegherà più in un altro momento il motivo della sua decisione.
???
Quali polizie europee utilizzano la manovra che ha ucciso George Floyd
Bulgaria
5 giugno 2020
https://it.euronews.com/2020/06/05/in-q ... -george-flTre giorni dopo la morte di George Floyd, schiacciato a terra dal peso di un poliziotto di Minneapolis, a Parigi un altro uomo di colore si è ritrovato sull'asfalto con il ginocchio di un agente sul collo durante un arresto.
Le tecniche di immobilizzazione in cui è prevista la pressione delle ginocchia sui sospetti distesi, in posizione prona, sono utilizzate dalle forze dell'ordine di tutto il mondo e a lungo oggetto di critiche, scrive l'agenzia AP.
La morte di Floyd ha toccato un nervo scoperto non solo in America, in quanto anche in Europa tali manovre sono state al centro di altri episodi di decessi e asfissia. E spesso a farne le spese sono stati soggetti appartenenti a minoranze etniche o a contesti di vulnerabilità sociale (???).
"Non possiamo dire che la situazione americana ci sia estranea", ha detto il deputato francese di sinistra François Ruffin, che si è battuto per mettere al bando le manovre di blocco a terra a faccia in giù. Il suo progetto di legge è stato messo in stand-by a causa della pandemia di Covid-19.
A suo dire, il cosiddetto plaquage ventral è stato responsabile di 16-17 morti in un decennio, non ultima quella di Cédric Chouviat, un fattorino immobilizzato al suolo a Parigi nel gennaio scorso e morto in ospedale 48 ore per asfissia e frattura alla laringe.
Quanto all'arresto di Parigi del 28 maggio, nei video diffusi in rete si vede un uomo di colore tenuto dagli agenti a faccia in su, con il ginocchio di un ufficiale e la parte superiore della tibia che premono sulla mascella, sul collo e sulla parte superiore del torace.
La polizia si è difesa dicendo che l'uomo guidava sotto l'influenza di alcol e droghe, era senza patente, ha resistito all'arresto e ha insultato gli agenti. Il suo caso è ora nelle mani dei pubblici ministeri.
Come sono addestrati carabinieri e poliziotti in Italia
In Italia hanno fatto molto parlare i casi di Federico Aldrovandi, ucciso nel 2005 da un controllo di polizia a Ferrara (il decesso è stato causato dal "trauma a torace chiuso” provocato dalle “percosse da schiacciamento quando era già ammanettato”), e quello di Riccardo Magherini, nel 2014, morto a Firenze durante un fermo dei carabinieri per arresto cardiorespiratorio "associato ad un meccanismo asfittico".
I protocolli da seguire in fase di arresto sono però chiari, e insegnati dagli istruttori di tecniche operative in apposite scuole di formazione (come quella per la Polizia di Stato a Spinaceto, vicino Roma).
Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Magherini, ma anche delle famiglie Cucchi e Aldrovandi, indica che "le forze dell'ordine italiane conoscono la pericolosità di queste manovre da 20 anni, e sono chiaramente indicate nei manuali [interni] di tecnica di polizia (i cosiddetti PSD). Possono usare queste tecniche di costrizione (ma mai sul collo) e solamente in determinate condizioni limite, ovvero solo per fermati pericolosi che oppongano resistenza violenta all'arresto. É comunque imposta l'immediata sospensione di qualsiasi azione di compressione nel momento in cui l'arrestato viene immobilizzato. A quel punto, ammanettato, il soggetto deve essere messo seduto".
"Dopo i recenti episodi, che hanno messo in luce particolari criticità, sono state messe a punto nuove tipologie connesse al contenimento dei fermati e degli arrestati", fa sapere a Euronews Daniele Tissone, segretario generale del sindacato dei lavoratori di polizia SILP-CGIL. "In alcuni casi, prevedono l'utilizzo di fasce di contenimento in velcro per l'immobilizzazione dei soggetti in stato di elevata alterazione psicofisica".
Sia nel caso della Polizia e in quello dei Carabinieri, i documenti non sono a disposizione del pubblico. Le due forze non hanno risposto alla richiesta di informazioni avanzata da Euronews.
Una circolare dell'Arma dei Carabinieri del 2014 è stata al centro del dibattito processuale per il caso Magherini, oltre che di un'interrogazione parlamentare: emessa due mesi prima della morte dell'ex promessa della Fiorentina ("Aiuto! Aiuto! Sto morendo!", riuscì a gridare prima di spirare), è stata sostituita due anni dopo.
Nella prima, abrogata, venivano evidenziati tutti i rischi connessi ad ogni "forma di compressione toracica", che "può costituire causa di asfissia posturale".
Nella seconda, pubblicata nel 2016, si parla di spray al peperoncino ma "vengono completamente eliminate le avvertenze sul rischio che può provocare l'ammanettamento nella posizione prona a terra", si legge nell'interrogazione parlamentare del senatore Manconi.
Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, che partecipa all'addestramento sia della Polizia che dei Carabinieri, indica (anche in un video tutorial) che in nessun caso si devono applicare manovre che comportino la compressione delle vie aeree.
Le regole e le procedure della polizia su questo tipo di manovre variano a livello internazionale.
In Belgio, l'istruttore di polizia Stany Durieux dice di rimproverare i tirocinanti e dare loro ammende disciplinari "ogni volta che vedo un ginocchio applicato alla colonna vertebrale". "È vietato anche reclinarsi con tutto il peso su un sospetto, poiché questa tecnica può schiacciargli la gabbia toracica e soffocarlo".
Condannata sia dalla polizia che dagli esperti negli Stati Uniti, la morte di Floyd ha suscitato critiche anche da parte di colleghi all'estero che si sono dissociati dal comportamento dell'agente di polizia di Minneapolis, Derek Chauvin, accusato ora di omicidio di secondo grado (rischia fino a 40 anni di carcere).
In Israele, il portavoce della polizia Micky Rosenfeld ha detto che "non esiste una tattica o un protocollo che porti a fare pressione sul collo o sulle vie respiratorie".
In Germania, gli agenti hanno il permesso di esercitare una breve pressione sul lato della testa del sospetto, ma non sul collo, rende noto il sindacato di polizia tedesco GdP.
Nel Regno Unito, il College of Policing dice che i sospetti in posizione prona dovrebbero essere messi su un fianco o in posizione seduta, in ginocchio o in piedi, "non appena possibile".
Le indicazioni sul sito web della polizia di Londra scoraggiano l'uso di qualsivoglia costrizione al collo: "qualsiasi forma di pressione sulla zona del collo può essere altamente pericolosa".
A Hong Kong, dove il comportamento della polizia è una questione scottante dopo mesi di proteste antigovernative, le forze dell'ordine della città stanno indagando sulla morte di un uomo che è stato immobilizzato a faccia in giù durante il suo arresto lo scorso maggio. Nelle riprese video, si vedono gli agenti inginocchiati sulle sue spalle, sulla schiena e sul collo.
Ma anche all'interno di uno stesso Paese le procedure possono variare.
La guida al pattugliamento del Dipartimento di Polizia di New York, lunga centinaia di pagine, dice in grassetto che gli agenti "NON DEVONO" utilizzare manovre di soffocamento e dovrebbero "evitare azioni che possono provocare una compressione del torace, come sedersi, inginocchiarsi, o stare in piedi sul petto o sulla schiena di un soggetto, riducendo così la sua capacità di respirare".
Ma la cosiddetta "presa del dormiente", dove la pressione viene applicata al collo con un braccio, bloccando il flusso di sangue, era invece consentita alla polizia di San Diego prima che la morte di Floyd portasse ad un ripensamento. Il capo della polizia David Nisleit ha dichiarato che avrebbe posto fine alla pratica questa settimana.
In Francia, ai gendarmi viene sconsigliato di premere sul torace e sugli organi vitali dei sospetti a faccia in giù, e non viene più insegnato loro ad applicare pressione sul collo, ha detto ad AP il colonnello Laurent De La Follye de Joux, capo addestratore. "Non c'è bisogno di essere un medico per capire che è pericoloso".
Tuttavia le istruzioni per la Polizia Nazionale, l'altra principale forza dell'ordine, sembrano dare agli agenti più margine di manovra. Pubblicate nel 2015, indicano come la pressione sul torace di un sospetto prono "dovrebbe essere la più breve possibile".
Christophe Rouget, funzionario del sindacato di polizia che ha lavorato con i parlamentari alla proposta del marzo scorso di vietare le tecniche di soffocamento, ha detto che se gli agenti non estraggono l'arma o non utilizzano pistole stordenti, allora immobilizzare le persone a faccia in giù diventa l'opzione più sicura perché impedisce ai sospetti di prendere a calci gli agenti che li arrestano.
"Non abbiamo 5mila opzioni", ha detto. "Queste tecniche sono utilizzate da tutte le forze dell'ordine del mondo perché sono quelle meno pericolose possibile. L'unica cosa è che devono essere usate bene. Negli Stati Uniti non sono state usate bene, con la pressione applicata nel posto sbagliato e per troppo tempo".
Rouget ha aggiunto che il "vero problema" in Francia è che gli ufficiali non ricevono abbastanza formazione continua, una volta usciti dalle scuole di polizia. "Bisogna ripeterle spesso per farle bene".
???
Derek Chauvin, l'ex poliziotto accusato della morte di George Floyd, protagonista di altre 22 aggressioni simili Elisabetta Panico
4 Febbraio 2021
https://www.ilriformista.it/derek-chauv ... li-192876/Derek Chauvin, l’ex poliziotto accusato della morte di George Floyd, protagonista di altre 22 aggressioni simili
L’ufficio del procuratore generale del Minnesota ha diffuso diverse storie che sono la dimostrazione che Derek Chauvin, l’ufficiale di polizia dichiarato colpevole di omicidio non volontario di secondo grado, usasse come tecnica d’arresto, già da tempo, quella che a maggio 2020 ebbe come conseguenza la morte di George Floyd a Minneapolis. Ed è proprio la frase “non respiro” che è presente in tutte le storie successivamente riportate che sono la dimostrazione di una forza eccessiva da parte dell’ufficiale di polizia, per trattenere le persone per il collo o inginocchiandosi sopra loro, proprio come ha fatto per arrestare il signor Floyd.
I PRECEDENTI – Tre anni prima dell’accaduto, in una posizione simile si trovava Zoya Code, anche lei ammanettata a faccia in giù con il ginocchio dell’ufficiale su di lei. L’ormai ex agente si recò sul luogo dell’arresto dopo una chiamata relativa ad una controversia domestica denunciata e successivamente ritirata da parte della madre della signora Code. Ed è proprio Zoya Code che in un’intervista, ha dichiarato di aver supplicato l’agente Chauvin di non ucciderla, in quanto non riusciva a respirare bene a causa della posizione nella quale si trovava. Solo a quel punto lo stesso ufficiale disse al suo collega di trattenerle anche le caviglie, nonostante lei non mostrasse atteggiamenti aggressivi. Successivamente a questa intervista, l’avvocato del signor Chauvin, in una dichiarazione del tribunale affermò che in quel caso “non c’era nulla di irragionevole o non autorizzano nelle azioni del signor Chauvin”.
L’accusa più datata nei confronti di Chauvin risale al 2015, quando l’ex ufficiale ha mostrato atteggiamenti di abuso di potere e aggressivi mentre lavorava come bodyguard presso il nightclub El Nuevo Rodeo. La storia è stata raccontata da Julian Hernandez, un falegname che si era recato nel locale una sera per assistere ad un concerto. Quella serata che doveva essere piacevole e tranquilla si trasformò in un incubo quando stava per prendere l’uscita dalla porta sbagliata e fu fermato e accompagnato giù per le scale da Chauvin. Il signor Hernandez disse in un’intervista che anche nonostante quella sera aveva bevuto, aveva avuto la sensazione che l’agente lo stesse spingendo giù per le scale. Chauvin diceva che il signor Hernandez cercò di voltarsi mentre si preparava ad ammanettarlo, e per questo decise di spingerlo via contro un muro “applicando una pressione verso la sua arteria linguale” nella parte superiore del collo. Il signor Hernandez ha detto che l’ufficiale gli aveva detto “devi solo andartene” e si è ricordato di aver pensato: “Sto cercando di andarmene e non me lo permetterai” inoltre mentre lo afferrò per la gola, ricordò di aver pensato: “Mi stai soffocando”.
Un’altra insinuazione è stata riportata da un uomo che ha affermato di essere finito in ospedale a causa di problemi di respirazione dopo un incontro con il signor Chauvin. Jimmy Bostic aveva effettuato un acquisto al Midtown Global Market nel 2016 e mentre aspettata un passaggio, venne accusato dai commercianti di star elemosinando all’interno nel market. Di conseguenza, Chauvin venne chiamato dalla sicurezza privata e insieme scortarono fuori la struttura il signor Bostic per arrestarlo. Bostic ha raccontato l’arresto dicendo che Chauvin gli tirò dietro le braccia e in un secondo se le ritrovò intorno al collo. Solo a quel punto iniziò a supplicare di lasciarlo andare e dichiarò: “lasciami andare, ho problemi a respirare. Ho l’asma. Non riesco a respirare.”
Solo un anno prima della morte di George Floyd, Monroe Skinaway, un uomo di 79 anni è stato testimone causale di un altro incidente citato dai procuratori. Ha dichiarato in un’intervista di aver chiamato la polizia dopo aver individuato l’auto rubata di suo nipote, nella stazione di servizio di Minneapolis, dove c’era anche un giovane che vagava nelle vicinanze di essa.
L’uomo era Sir Rilee Peet, che venne prima aggredito con il Mace, uno spray utilizzato per auto-difendersi e dopo, secondo la descrizione del pubblico ministero fatta in relazione al video della telecamera, il signor Chauvin lo trattenne per il collo e lo bloccò a faccia in giù a terra inginocchiandosi sulla parte bassa della schiena. Inoltre, il signor Skinaway che si trovava a poca distanza dall’accaduto, guardava il signor Peet lottare per l’aria in quanto l’ufficiale gli mise la testa a faccia in giù, in una pozza di pioggia e malgrado la presenza di altri ufficiali, Peet disse: “non riesco a respirare, posso solo alzare la testa?” e nonostante la richiesta hanno continuato, senza una ragione logica tenendolo nella pozzanghera per due o tre minuti. Ogni volta che il signor Peet riusciva a voltare la testa per respirare, disse il signor Skinaway, l’ufficiale lo afferrava per i suoi lunghi capelli e rimetteva la testa nell’acqua.
Queste sono solo alcuni esempi che riportano l’ex ufficiale Derek Chauvin ad essere stato il protagonista di 22 denunce o indagini interne durante i suoi di oltre 19 anni di servizio.
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Provvedimenti disciplinari contro Derek Chauvin durante il suo servizio?
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Questi dementi lo hanno già processato e condannato perché bianco e poliziotto che ha fatto il suo dovere; nemmeno si pongono alcun dubbio
Processo George Floyd. Meno di 10 minuti, ma l'America sa cosa ha visto
John Fiegener
8 aprile 2021
https://www.huffingtonpost.it/entry/pro ... 0eccae28d2Nove minuti e 29 secondi: è il tempo in cui l’ufficiale della polizia di Minneapolis Derek Chauvin ha tenuto il suo ginocchio sul collo di George Floyd, provocandone la morte. Meno di dieci minuti che hanno modificato il corso della storia recente degli Stati Uniti.
Il processo a Chauvin è oggi la quintessenza di un dramma che va in scena in tempo reale in tutte le case d’America: si celebra in un’aula chiusa, con diretta web seguita in tutto il mondo, al centro 12 giurati e due squadre di avvocati in azione per ricostruire le vite dei due protagonisti prima del loro, fatale, incontro.
La morte di Floyd ha portato a mesi di proteste, con morti, feriti e distruzione: ha influenzato le elezioni americane, con un candidato barricato dentro la Casa Bianca a proclamare la sua ricetta per il futuro fatta di “Legge e ordine” e il suo rivale a cercare di mobilitare il voto degli afroamericani in nome del cambiamento.
Mesi di tensioni che oggi tornano in vita con il processo: guardare un uomo implorare per la sua vita, chiamare la madre, piangere per nove interminabili minuti sapendo come andrà a finire è difficile. L’America tutta insieme non aveva mai assistito a uno spettacolo simile e non è ancora chiaro che effetti questo potrà avere sulla psiche collettiva.
Le immagini più brutali vengono dalle telecamere che avevano addosso i poliziotti, installate proprio dopo le denunce di brutalità. E sono centrali nella ricostruzione degli eventi: a molti possono sembrare una prova decisiva contro l’imputato, ma la decisione finale spetta solo a dodici giurati e nulla ci dice cosa stabiliranno quando si tratterà di votare sulla sua colpevolezza o innocenza. E alla fine, questo è quello di cui si dovrà decidere.
È importante però sapere che in America solo la metà dei casi che riguardano violenze della polizia finiscono con un verdetto di colpevolezza: anche trent’anni fa, quando Rodney King, un afroamericano, fu fermato dalla polizia a Los Angeles per violazione dei limiti di velocità e picchiato dalla polizia, c’era un video a mostrare la brutalità degli agenti. Ma una giuria – composta per la maggior parte di uomini bianchi – pronunciò un verdetto di innocenza: e la città esplose.
Da allora è passato molto tempo, ma questo non significa che - se dovesse decretare l’innocenza dell’imputato - il verdetto del processo Chauvin sarebbe accettato più facilmente, soprattutto di fronte a prove così schiaccianti.
Nelle prossime settimane, seguiremo i procuratori mentre costruiranno un caso così solido che – nelle loro intenzioni – non potrà che portare alla condanna per una morte che tante persone giudicano essere stata una vera e propria esecuzione.
Le accuse contro Chauvin sono tre e prevedono condanne da un minimo di dieci anni all’ergastolo. In giuria siedono i membri di varie minoranze etniche, quindi la probabilità che si ripeta quello che è accaduto a Los Angeles non è alta: è probabile che Chauvin pagherà per ciò che ha fatto e che ci sarà una qualche forma di giustizia. Ma per essere certi che questo accada occorrerà aspettare: sapendo che la posta in gioco è molto più alta della media.
George Floyd, via al processo che divide gli Usa
29 marzo 2021
https://www.ilgiorno.it/esteri/floyd-ge ... -1.6186696 Washington - È iniziato oggi il processo contro Derek Chauvin, l'ex agente di polizia di Minneapolis accusato dell'omicidio dell'afroamericano George Floyd. La morte di Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020 mentre l'agente gli schiacciava il collo per oltre otto minuti, causò proteste e disordini per settimane in tutti gli Stati Uniti. Non solo, al grido #blacklivesmatters e #icantbreathe, la protesta è dilagata nel resto del mondo con manifestazioni contro il razzismo. Prima di entrare in aula la famiglia si è inginocchiata ed è rimasta in silenzio per 8 minuti e 46 secondi, il tempo appunto dell'agonia dell'afroamericano ucciso. Con loro anche l'avvocato Ben Crump e il reverendo Al Sharpton.
Cosa rischia l'ex agente
Le dichiarazioni di apertura del processo e le testimonianze dovrebbero durare circa quattro settimane, a cui faranno seguito le decisioni della corte. Della giuria fanno parte 6 uomini e 9 donne e nel selezionarli è stato chiesto quale fosse la loro posizione sui Black Lives Matters, il movimento impegnato nella lotta contro l'ingiustizia razziale. Per la prima volta in Minnesota, il processo sarà trasmesso in diretta TV nella sua interezza. Chauvin si è dichiarato non colpevole, mentre i pubblici ministeri sostengono che l'ex poliziotto abbia ucciso involontariamente Floyd applicando un uso eccessivo di forza. La difesa sostiene che l'afroamericano sia morto per problemi medici correlati al suo stato di salute e all'uso di droghe e che il loro cliente abbia solo applicato il protocollo richiesto. Secondo l'accusa, che lo ha incriminato per omicidio, l'agente "ha tradito il suo distintivo, il suo giuramento di proteggere i cittadini e di usare compassione nell'esercizio delle sue funzioni" come ha ribadito il procuratore. Se condannato, Chauvin potrebbe rischiare fino a 40 anni di carcere per omicidio di secondo grado, fino a 25 anni per omicidio di terzo grado e fino a 10 anni per omicidio colposo di secondo grado.
L'avvocato della famiglia
"Questo processo per omicidio non è difficile, basta guardare il video della tortura a cui è stato sottoposto George Floyd". Lo ha detto Ben Crump, avvocato della famiglia di George Floyd. "È stata tortura", ha aggiunto in una conferenza stampa il legale dell'afroamericano morto, riferendosi al ginocchio che l'ex poliziotto Derek Chauvin ha messo sul collo di Floyd. Nel processo, ha proseguito Crump, "cercheranno di annientare la figura di George Floyd, ma questo è il processo di Derek Chauvin: guardiamo al suo passato. I fatti sono semplici: George Floyd è stato ucciso da un eccesso di forza", ha concluso l'avvocato sottolineando che il processo "sara' un referendum" sulla Giustizia Usa. La famiglia si è inginocchiata ed è rimasta in silenzio per 8 minuti e '46, il tempo dell'agonia dell'afroamericano ucciso, ha ricordato ancora Crump che ha rappresentato la famiglia Floyd nell'accordo da 27 milioni di dollari con la città di Minneapolis per evitare una causa civile contro il dipartimento di polizia. "Oggi inizia un processo storico che sarà un referendum su quanto l'America intende spingersi nella ricerca di eguaglianza e giustizia per tutti", ha detto ancora il legale nella conferenza stampa, che si è svolta all'esterno del tribunale, blindato, dove oggi si apre il processo.
Oltre 9 minuti
In realtà l'ex agente Chauvin tenne il suo ginocchio premuto sul collo di Floyd per 9 minuti e 29 secondi, non 8 minuti e 46 secondi come finora emerso, con '8:46' divenuto uno dei simboli del movimento Black Lives Matter. A stabilire la nuova tempistica l'accusa: come emerge dai drammatici video della morte di Floyd, 4 minuti e 45 secondi sono quelli in cui la vittima implora di mollare la stretta affermando di non poter respirare, 53 secondi sono quelli in cui Floyd si agita e scalcia ormai senza più respiro e 3 minuti e 51 secondi quelli in cui la vittima è ormai esamine ma il poliziotto continua a tenere il ginocchio premuto sul suo collo.
Il reverendo
Alla conferenza è intervenuto anche il reverendo Al Sharpton ha detto che l'omicidio di Floyd non è avvenuto "in un momento di rabbia, ma è stato intenzionale e deliberato e così deve essere, intenzionale e deliberata, la giustizia di questo tribunale".
La difesa
"Mettiamo la politica da parte in questo processo". lo ha detto l'avvocato difensore di Derek Chauvin. Chauvin è seduto nell'aula del processo accanto al suo legale e indossa la mascherina. L'avvocato ha sottolineato come
Floyd era sotto l';influenza di stupefacenti e si rifiutò due volte di ridare indietro le sigarette che aveva tentato di acquistare con una banconota falsa da 20 dollari