Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:27 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:28 pm

15) I neri vittime o carnefici?

11)
Non è assolutamente vero che oggi i neri negli USA siano vittime della discriminazione e del razzismo dei bianchi e che i neri africani anch'essi siano vittime degli oppressori e sfruttatori bianchi e delle loro multinazionali capitaliste.
Quella del vittimismo dei neri povere vittime del razzismo dei bianchi è una menzogna, una calunnia che si serve di quanto accaduto nel passato (schiavismo e colonialismo da decenni superati) per demonizzare e colpevolizzare i bianchi e giustificare l'assistenzialismo, il parassistismo, il criminalismo, il suprematismo razzista e predatorio dei neri (a cui si sono aggiunti il suprematismo anarco social comunista e quello nazi maomettano) e il rivendicazionismo demenziale del Politicamente Corretto.



Ecco alcuni esempi della inciviltà criminale dei neri statunitensi. Qui non vi è alcuna oppressione, discriminazione, legittima difesa. Questo è un criminale disumano, prepotente, arrogante, senza rispetto, malvagio, suprematista e razzista.

DOGMA INFRANTO
Niram Ferretti
8 aprile 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Un ex giocatore della Nfl, Phillip Adams, perpetra una strage in South Carolina. Uccide il suo medico, la di lui moglie, i loro nipoti, due bambini di 9 e 5 anni. Uccide anche un uomo che si trovava a lavorare nella casa del medico e poi, dopo questo scempio, si toglie la vita.
Phillip Adams però è di colore. Grande imbarazzo dei media nazionali e locali nel riportare la notizia. Si può capire. Anche se la maggioranza dei crimini in Usa sono proporzionalmente commessi dalla minoranza di colore, per la religione del politicamente corretto, il fatto che un uomo di colore commetta una orrenda strage, infrange uno dei suoi dogmi fondamentali. I neri sono solo vittime, e le vittime, in quanto tali, non possono mai essere colpevoli.



South Carolina, killer morto suicida. Era l'ex giocatore di football Phillip Adams
08 aprile 2021

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... ed530.html

L'uomo armato che ha ucciso cinque persone, tra cui un importante medico nel Sud Carolina, è l'ex giocatore di football Phillip Adams. Adams si è ucciso dopo la mezzanotte con un'arma calibro 45. Lo ha reso noto l'Associated Press, che cita una fonte informata sui fatti.

La fonte, che ha parlato ad AP a condizione di anonimato, ha riferito che i genitori dell'ex professionista della National Football League (Nfl) vivono vicino alla casa del medico ucciso a Rock Hill. In passato aveva curato il giocatore.

Le vittime sono Robert e Babara Lesslie, di 70 a 69 anni, insieme ai loro nipotini. Ucciso anche uomo di 39 anni che lavorava nella loro casa. Una sesta persona è rimasta ferita nella sparatoria e le sue condizioni sono descritte come gravi.

La polizia aveva immediatamente reso noto su Twitter che si stava cercando un sospetto, "un giovane afroamericano che indossa una felpa con il cappuccio e pantaloni stile militare".

La ricostruzione della polizia Usa
Un uomo armato ha ucciso cinque persone tra cui un noto medico e i suoi nipoti nella Carolina del Sud. La ricerca del colpevole è durata ore e ha portato al fermo di un sospetto nascosto in una casa vicina al luogo della sparatoria, ha detto l'ufficio dello sceriffo della contea di York.

L'ufficio del medico legale della contea di York ha dichiarato che il dottor Robert Lesslie, 70 anni, e sua moglie, Barbara Lesslie, 69 anni, sono stati dichiarati morti sul posto insieme ai nipoti Adah Lesslie, di 9 anni e Noah Lesslie, di 5.

È stato trovato morto anche un uomo che lavorava in quella proprietà, James Lewis, 38 anni, di Gaston, ucciso a colpi di arma da fuoco all'esterno, e una sesta persona è stata ricoverata in ospedale con “gravi ferite da arma da fuoco ", ha detto il portavoce dell'ufficio dello sceriffo della contea di York, Trent Faris.

"Il dottor Lesslie era il mio medico", ha detto Faris. "È stata una di quelle persone che tutti conoscono. Ha fondato il Riverview Medical Center a Rock Hill ed è da anni un punto fermo di Rock Hill ". Una pagina della biografia del dottor Lesslie dice che lui e sua moglie (sposata da 35 anni) hanno cresciuto quattro bambini.

Praticava la medicina a Rock Hill dal 1981, secondo il sito web Riverview. Ha conseguito la laurea presso l'Università di Medicina del Sud Carolina e ha lavorato nell'area circostante di Rock Hill e Charlotte, nel Nord Carolina. Rock Hill è una città nella Carolina del Sud, a circa 25 miglia (40 chilometri) a sud-ovest di Charlotte, North Carolina.


Gino Quarelo
Anche il nero George Floyd è stato un carnefice vittima di se stesso, della sua violenza, del suo essere un delinquente dedito all'abuso di droga illegale, allo spaccio di banconote false, alla guida dell'auto in stato drogato, alla resistenza alla forza pubblica che lo stava arrestando.
Altro che vittima della discriminazione razzista dei bianchi e del loro presunto disprezzo per i neri.

Negli USA sta montando l'odio e il disprezzo razzista per i bianchi ad opera dei criminali suprematisti neri e islamici appoggiati dai comunisti e dai democratici che lo alimentano giustificandoli. Un mix terrificante asociale, incivile e disumano che danneggia l'intero occidente e tutto il mondo rendendo instabile e indebolendo gli USA.
Con la demenziale e irresponsabile complicità dei social oligopolisti come Facebook e Twitter e delle Big Tech come Amazzon e di altre multinazionali come la Coca Cola e Adidas.




New Orleans, Louisiana

Venerdì scorso un agente della polizia di Tulane, Martinus Mitchum, è stato ucciso mentre garantiva la sicurezza di una partita di basket liceale alla George Washington Carver High School.
L’assassino, tale John Shallerhorn, è stato fermato sabato mattina con le accuse di rapina a mano armata e omicidio di primo grado.
Sono questi i casi in cui vorrei sapere dove spariscono i BLM, i Lebron James e il giornale unico.
Sarà perché loro guardano il colore della pelle mentre noi in questa foto vediamo solo un criminale e un tutore della legge che ha sacrificato la vita per la sicurezza di tutti, anche di chi lo odiava.

R.I.P. Officer Martinus Mitchum





Non vuole mettere la mascherina e uccide un poliziotto durante una partita di basket
Vincenzo Sbrizzi

https://www.today.it/rassegna/poliziott ... erina.html
Non voleva indossare la mascherina e a chi ha osato chiederglielo ha risposto con dei colpi d'arma da fuoco. È stato assassinato così un poliziotto a Tulane, New Orleans nel bel mezzo di una partita di basket. A perdere la vita è stato l'agente Martinus Mitchum assassinato dal 35enne John Shallerborn. La tragedia si è consumata venerdì all'esterno della palestra della George Washington Carver High School. Era in corso una partita di basket di liceo durante la quale stava prestando servizio di sicurezza l'agente Mitchum. All'ingresso si è presentato il 35enne che pretendeva di entrare in palestra senza la mascherina. A sbarrargli la strada, impedendogli di assistere all'evento sportivo, era stato un impiegato della scuola.


L'intervento del poliziotto e l'omicidio

Shallerhorn non l'ha presa bene e ha cominciato a protestare e dimenarsi. Così ne è nata una colluttazione che ha reso necessario l'intervento dell'agente di polizia. Il poliziotto l'ha scortato fuori dal palazzetto e il 35enne sembrava essersi arreso al fatto che non potesse più entrare a vedere la partita. Proprio mentre si stava allontanando ha però estratto una pistola e ha sparato due colpi all'agente. Subito dopo ha posato l'arma a terra e ha lasciato che i colleghi del poliziotto ferito lo fermassero. A dare una ricostruzione dei fatti è stato il New Orleans police department che ha raccontato l'esatta dinamica dei fatti dopo aver ascoltato le testimonianze delle persone presenti sul posto. Insieme all'agente ferito, di turno all'evento c'era anche un secondo agente che solitamente svolge il proprio servizio presso il tribunale cittadino.


Le parole del capo della polizia

A parlare della morte del poliziotto è stato direttamente il capo della polizia di Tulane, Kirk Bouyelas: “Siamo profondamente rattristati dalla morte insensata e tragica del caporale Martinus Mitchum del Tupd. Il caporale Mitchum era un professionista della polizia dedicato che aveva a cuore servire la comunità di Tulane. Abbiamo contattato la sua famiglia e stiamo fornendo supporto ai suoi colleghi ufficiali durante questo periodo difficile. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la sua famiglia e con tutti i colleghi ufficiali con cui ha servito”. Queste le parole di Bouyelas all'indomani della tragedia. Il dipartimento di polizia ha fornito anche ulteriori dettagli sul 35enne arrestato.

La rapina pochi minuti prima

L'uomo nello stesso giorno non ha commesso solo il tragico delitto. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Shallerhorn aveva messo a segno anche una rapina a mano armata. Aveva avvicinato un uomo di 39 anni seduto all'interno della sua auto in un parcheggio. Gli ha puntato la pistola e ha rubato la sua collana. Con la stessa arma ha poi tolto la vita all'agente. Sul passato del 35enne grava anche un'altra accusa molto grave. Nell'agosto 2019 era stato accusato di molestie su minori. L'ufficio del procuratore distrettuale non ha però dato corso a questa accusa. Adesso deve rispondere di omicidio volontario e rapina a mano armata.



Nero uccide mamma di sei figli per strada dopo banale tamponamento
3 aprile 2021

https://voxnews.info/2021/04/03/nero-uc ... ento-foto/

Stava viaggiando dal lato passeggero nell’auto di famiglia quando un altro automobilista si è avvicinato, ha aperto il finestrino e le ha sparato diversi colpi di pistola che l’hanno uccisa.

Secondo la ricostruzione della polizia locale le due auto si erano sfiorate senza fare un incidente e questo avrebbe innescato la violenza.

Julie Eberly, 47 anni, è morta mentre stava andando al mare per un giorno di vacanza. Era mamma di sei figli, si trovava in viaggio insieme al marito sull’Interstate 95 a Lumberton, nella Carolina del Nord.

L’afroamericano ha abbassato il finestrino e ha sparato più colpi alla portiera del passeggero, uno dei quali ha colpito Julie Eberly. Per Julie non c’è stato nulla da fare. È stata trasportata d’urgenza nell’ospedale più vicino dov’è morta per le ferite riportate.

“Per fortuna avevano lasciato i loro sei figli a casa con i nonni, ma ora questi bambini devono convivere con il pensiero che la loro madre è stata uccisa in modo così codardo e insensato”, ha dichiarato lo sceriffo della contea di Robeson Burnis Wilkins.

Nessun demente si inginocchierà per questa mamma e per i suoi figli.




Oklahoma, uccide la vicina e ne cucina il cuore con le patate
26 febbraio 2021
https://www.la-notizia.net/2021/02/26/o ... le-patate/

OKLAHOMA – Ha ucciso la vicina e “ne ha cucinato il cuore con le patate”. Lawrence Paul Anderson, 42 anni, dell’Oklahoma, è sospettato di un triplice omicidio insolitamente bestiale.

Il 12 febbraio, la polizia ha fatto irruzione nella casa di Andrea Lynn Blankenship, 41 anni, a Chickasha, Oklahama. Lì, hanno trovato il corpo mutilato della donna di 41 anni, secondo quanto riferito dal Washington Post.

Dopo aver ucciso la donna, Anderson è tornato a casa e lì a cucinato il macabro pasto per poi provare a servirlo ai parenti, sembrerebbe con l’obiettivo di “liberare tutti dai demoni”. Anderson avrebbe poi ucciso lo zio Leon Pye, 67 anni, la nipotina, 4 anni e ferito la zia.

“Ha cucinato il cuore con le patate per servirlo alla sua famiglia e liberarla dai demoni”, ha confermato un investigatore.

La moglie dello zio aveva ferite da coltello ad entrambi gli occhi quando la polizia è arrivata sul posto, ma è sopravvissuta.

Gli omicidi bestiali hanno scosso la piccola comunità di Chickasha, scrive il Washington Post.

Lawrence Paul Anderson ha confessato gli omicidi. Lo stesso 42enne afferma di aver cercato di convincere i suoi parenti a mangiare il cuore prima di ucciderli. Ha già una fedina penale pparecchio compromessa, essendo stato condannato nel 2017 a 20 anni di carcere per crimini legati alla droga e alle armi. Tuttavia, è stato rilasciato con largo anticipo, fatto relativamente al quale il procuratore distrettuale Jason Hicks è fortemente critico. Hicks afferma che sta valutando la possibilità di chiedere la pena di morte per il triplice omicidio.


Se fosse vero questa persona, questa donna nera e suo marito meritano la pena di morte, per aver ucciso la bambina bianca in preda al fanatismo del suprematismo nero all'insegna del " basta con il privilegio bianco" sostenuto dalla banda Biden Harris che dovrebbero essere chiamati in causa come istigatori

NERA ANTIRAZZISTA UCCIDE LA FIGIOLETTA ADOTTIVA BIANCA: “BASTA CON IL PRIVILEGIO BIANCO”
25 gennaio 2021

https://www.islamnograzie.com/nera-anti ... io-bianco/


La tragica storia della bambina di 3 anni di Simpsonville, South Carolina, picchiata a morte, sta facendo scalpore in tutto lo Stato. La donna aveva attaccato il privilegio bianco sui social media: è stata arrestata con il marito per l’omicidio e l’abuso della figlia adottiva bianca di 3 anni.

Cosa stiamo facendo, stiamo dando loro in pasto i nostri bambini in nome dell’antirazzismo.

Jerry Austin Robinson, 34 anni, e Ariel Robinson, 29 anni, sono stati entrambi accusati di omicidio e di abusi su minori in seguito alla morte avvenuta il 14 gennaio della loro figlia adottiva Victoria “Tori” Rose Smith, secondo una dichiarazione della South Carolina State Law Enforcement Division ( SLITTA).

Ariel Robinson è meglio conosciuta per aver vinto la stagione 20 di “Worst Cooks in America” su Food Network ad agosto. Secondo il suo sito web , Ariel era un’insegnante di scuola media che cercava di farsi un nome come comica, conduttrice radiofonica e personaggio televisivo.

Ariel Robinson ha tenuto un podcast con suo marito, anch’egli arrestato per omicidio colposo su minori. La sua vita di comica e di madre è stata accuratamente documentata sulle sue pagine Facebook, Instagram, Youtube e Twitter , dove spesso si presentava come madre di cinque figli. […]

Una donna su Facebook ha detto che sua figlia era stata la madre affidataria di Tori prima che i Robinson la adottassero.

“Era la bambina più dolce e amorevole”, ha scritto. “Aveva la migliore personalità. Era così spiritosa e ci faceva ridere tutto il tempo… .. Eravamo felici per lei perché poteva finalmente stare con i suoi due fratelli e avere una casa permanente (anche se avrebbe potuto averne una prima di essere presa in questa famiglia). Il mio cuore sta così male che non ho parole ”.




I disumani difensori di Caino sono anche contro Abele
viewtopic.php?f=205&t=2938
https://www.facebook.com/groups/2097364 ... 0077728034



Chicago, Illinois
Mi raccomando non mostrate la foto di Jaslyn Adams di 7 anni che domenica è stata crivellata di colpi mentre era in macchina con suo padre, Jontae Adams, in attesa di comperare qualcosa da mangiare al McDonald’s.
20 aprile 2021

https://www.facebook.com/adriano.mastro ... 3317226175

La polizia ritiene che Jontae Adams, sopravvissuto alla sparatoria benché in gravi condizioni, fosse l'obiettivo designato.
Non mostratela, Jaslyn è una vittima della guerra tra le gang che insanguinano le città dei liberals da tempo autentiche zone di guerra.
Non mostratela Jaslyn come si trattasse di una vita di serie B, inutile alla narrativa della polizia cattiva, dei tweet che sollevano le coscienze delle anime belle e del “razzismo di sistema”.
Nascondetela, per lei nessuna prima pagina e nessuna protesta.
Razza di ipocriti.




Stati Uniti, affidano il figlio di un anno a quello in foto: lo uccide
El Paso, Texas. Un babysitter afroamericano ha ucciso un bimbo di un anno che stava sorvegliando per conto dei genitori.
Per Marvin Rex Lake — questo il nome dell’accusato — si sono aperte le porte del carcere della città texana. La vittima è il piccolo Ahren Joshua DeHart, dalla cui autopsia sono emerse lesioni multiple, tra cui la frattura del cranio, danni cerebrali e una emorragia polmonare.
Lake era stato incaricato di sorvegliare il piccolo assieme ad altri due bambini durante la sera del 13 aprile, mentre le loro madri erano al lavoro. Stando al racconto della mamma della vittima, in una videochiamata avvenuta a inizio serata DeHart appariva «in buona salute e vigile, ma piangeva e si agitava». Alle 21.30, poco più di quattro ore dopo, il babysitter aveva chiamato per avvertire che il bimbo «aveva vomitato qualcosa di rosso». La madre rincasata poco prima di mezzanotte, aveva trovato il figlio privo di coscienza. Anche gli altri due bambini affidati alle cure di Lake erano feriti.
Ahren è morto il 16 aprile, dopo cinque giorni passati in terapia intensiva lottando tra la vita e la morte. «Venerdì intorno alle 14:30 i medici hanno deciso di staccare le macchine e lasciarlo morire», specifica lo zio della vittima. Lake rimane in prigione senza cauzione.



Ahren Joshua DeHart, RIP: 1yo Boy 'Murdered by Babysitter for Ripping a Pillow'
Chris Menahan
InformationLiberation
Apr. 21, 2021

https://www.informationliberation.com/?id=62179


El Paso murder suspect Marvin Rex Lake, 24, allegedly killed 1-year-old Ahren Joshua DeHart because he grew angry with him "for ripping a pillow" while in his care.

The crime happened last week in El Paso, Texas and is only now getting minor local news coverage.


From KFOX14, "Murder suspect admits to using wrestling moves on 1-year-old boy":

On April 13, police officers were called to El Paso Children’s Hospital after DeHart was taken there with multiple injuries, including a skull fracture.

Investigators learned DeHart, as well as another infant and toddler, had been left in the care of [Marvin Rex Lake] while the children's mothers went to work.

During a video call that occurred at 5 p.m. between Lake and the mother of the other children, identified as "witness Schneider," DeHart was seen and appeared to be "in good health and alert, but was crying and fussy." DeHart's mother was shown that video call, stated the affidavit.

About 4 1/2 hours later, Lake called "witness Schneider," saying that DeHart had "rag-dolled" and had vomited a red substance, according to the affidavit.

"Rag-dolled" is a slang term used to describe a person that goes limp when struck.

Just before midnight on April 12 DeHart's mother and "witness Schneider" arrived at Las Lomas apartments and discovered DeHart unresponsive and not breathing properly, stated the affidavit.

DeHart was admitted into the hospital in critical condition and was soon placed on life-support, as his injuries were described by doctors as acute and non-accidental.

The affidavit listed the boy's injuries as brain damage, a skull fracture, hemorrhaging of the lung, abdominal injuries and bruising.

DeHart died from his injuries on Friday, April 16, police said.

During a police interrogation, Lake said he had no idea how DeHart was injured. Lake initially told police investigators DeHart sat on a futon and watched television.

Police investigators documented that Lake changed his story throughout the interview.

In the end of the interview, Lake explained that DeHart's injuries were sustained by "several wrestling-style moves" and at one point slipped from Lake's hand and struck the frame of a futon.

When police investigators confronted Lake about DeHart's other injuries, Lake explained he grabbed DeHart in a football hold tightly after getting upset at DeHart for ripping a pillow, according to the affidavit.

Lake told investigators he had anger issues and didn't realize his own strength.


During a break from the interrogation, Lake called "witness Schneider" on speaker, saying he did not cause DeHart's head injuries, but that he was responsible for the internal injuries.

A search warrant was executed at the apartment at 500 Rubin Drive. Police investigators exposed the frame of the futon where DeHart allegedly was injured to photograph it.

While DeHart was dying in a hospital under intensive care, Lake reportedly went back to the police station to demand "reimbursement for damages" to his futon that were allegedly sustained as a result of him smashing DeHart's head into it.

The day before DeHart was pronounced dead, Lake spoke with police at police headquarters seeking reimbursement for damages to the futon, according to the affidavit.

Lake told police, "I did not hurt his head, I only caused the internal injuries" during the conversation at police headquarters.

On Monday, April 19, a Medical Examiner declared DeHart's death intentional trauma/homicide.

KTSM has more:

Lake watched over DeHart and two other young children on April 12 while their mothers went to work, the document states. Extended family told KTSM 9 News it was the first time that Lake watched DeHart and that he was a friend of the infant's parents.

DeHart's regular babysitter had called out sick and Lake was a last-minute child care option, the family added.

[...]

Futon reimbursement

Lake returned to the police headquarters on April 15, wanting to speak with the investigator on the case. They had a discussion in the lobby of the building.

"The defendant (Lake) was seeking reimbursement for damages to the futon," the affidavit reads.

A GoFundMe was launched to help the family pay for DeHart's funeral.

DeHart's father Brandon is a Specialist in the Army based in Ft. Bliss and his mother Araya is a healthcare worker at a local El Paso hospital, KTSM reported.

Ahren Joshua DeHart had turned one in March.
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Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:28 pm

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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:29 pm

16) Non solo negli USA ma in tutto l'Occidente il Politicamente Corretto delle sinistre, del suprematismo nero e maomettano danno contro alla polizia che è l'unico baluardo contro la criminalità e la violenza politico ideologico religiosa che sono le criminalità peggiori di tutte


La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120

20)
Il PC contro la polizia che in Occidente ci difende dal male dell'invasione dei clandestini, del suprematismo razzista e nazista nero, comunista e maomettano



"Uccideteli, uccideteli tutti": La guerra contro la polizia in Francia
Yves Mamou
(Yves Mamou, vive in Francia, ha lavorato per vent'anni come giornalista per Le Monde)
10 aprile 2021

https://it.gatestoneinstitute.org/17262 ... ia-francia

In Francia è in corso una guerra contro la polizia, ma non se ne parla. Nella foto: Un agente di polizia parla con una conducente d'auto durante un controllo stradale, dopo una notte di scontri a nord di Blois, in Francia, il 17 marzo 2021. (Foto di Guillaume Souvant/AFP via Getty Images)

Il 25 gennaio a Pantin, un sobborgo di Parigi, il 4 febbraio a Carcassonne, nella parte meridionale della Francia, e il 13 febbraio a Poissy, nel dipartimento degli Yvelines, gruppi organizzati di "giovani" – secondo il vocabolario dei grandi media per evitare qualsiasi designazione etnica – hanno attirato le forze di polizia nei loro quartieri per tendere loro un'imboscata. Al grido: "Uccideteli, uccideteli tutti!", le pattuglie della polizia sono state attaccate con lanci di esplosivi e dispositivi pirotecnici usati come armi di guerriglia urbana. Tutte le volte, i video degli attacchi sono stati diffusi sui social network.

Tra il 17 marzo e il 5 maggio 2020, la polizia francese ha subito 79 imboscate, secondo quanto emerge dai dati statistici del Ministero dell'Interno pubblicati da Le Figaro. Nell'ottobre 2020, Le Figaro ha calcolato dall'inizio dell'anno almeno dieci attacchi contro distretti della polizia e, secondo Le Monde, più di 85 episodi di "violenza contro pubblici ufficiali" sono stati registrati quotidianamente in tutto il Paese dalla polizia nazionale. A gennaio, i servizi statistici del ministero dell'Interno hanno registrato, sulla base delle informazioni provenienti dai rapporti della polizia, 2.288 episodi di violenza perpetrata al grido: "Uccideteli tutti!",.

In Francia è in corso una guerra contro la polizia, ma non se ne parla. Al contrario, molti membri dei media, cantati rap, attori, esperti e altri si uniscono a delinquenti e criminali per affermare che una forza di polizia intrinsecamente razzista è attiva in una guerra contro i neri e gli arabi che vivono in Francia.

Continue manifestazioni di protesta ampiamente pubblicizzate e organizzate dal clan di Assa Traoré, sono il miglior esempio di questa inversione. Dal 2016, Assa Traoré, una donna nera di origine africana, conduce una campagna contro la polizia. Ha accusato gli agenti che arrestarono suo fratello Adama di averlo ucciso. Quattro rapporti ufficiali di esperti hanno negato qualsiasi "uccisione" per mano della polizia, ma la Traoré continua la sua lotta e a produrre rapporti di esperti per "dimostrare" che suo fratello è stato assassinato. Ora è appoggiata a livello internazionale. È stata nominata "persona dell'anno" da Time Magazine e si è accaparrata un corposo articolo sul New York Times.

Assa Traoré non è l'unica leader della campagna contro la polizia francese. Nel maggio 2020, mentre la cantante francese Camélia Jordana veniva intervistata su France 2, la Traoré ha accusato la polizia di uccidere quotidianamente neri e arabi, gratuitamente, per puro divertimento. "Gli uomini e donne che vanno a lavorare ogni mattina nei sobborghi" vengono "massacrati per nessun'altra ragione che il colore della pelle", ha dichiarato la cantante.

Poi, tempestivamente, ha avuto luogo una sequenza surreale: il deputato Aurélien Taché (di La République en Marche, il partito del presidente francese Emmanuel Macron) ha twittato:
"Brava @Camelia_Jordana, ma il prezzo che pagherai sarà terribile (...) lo sapevi. Negheranno, poi sposteranno l'onere della prova e ancora una volta cercheranno di far sembrare le vittime colpevoli".

La rivista Les Inrockuptibles ha intervistato il regista David Dufresne come "esperto" della brutalità della polizia, visto che una volta ha diretto un documentario sul conflitto permanente tra i giovani delle banlieue e la polizia. Ovviamente, David Dufresne ha confermato le accuse mosse da Camelia Jordana, affermando che la cantante "ha dichiarato delle ovvietà".

A giugno 2020, il magazine di Sinistra L'Obs si è spinto oltre consegnando il microfono a Omar Sy, il divo francese di origini senegalesi e mauritane sbarcato a Hollywood. Dalla sua villa di Los Angeles, Sy "ha chiesto giustizia per Adama Traoré" e ha fatto un parallelo con George Floyd, invocando "una forza di polizia degna della nostra democrazia".

Il 24 giugno, Amnesty International ha pubblicato un rapporto che denunciava il razzismo della polizia durante il lockdown imposto in Europa a causa della pandemia di Covid-19. Il 19 luglio 2020, il sindaco di Sinistra di Colombes, nell'Haute-de-Seine, Patrick Chaimovitch, ha paragonato la polizia di Vichy – il regime francese che collaborò con i nazisti durante la Seconda guerra mondiale – a quella odierna. Uno psicoanalista, Gérard Miller, ha invitato la gente a "riflettere sull'osservazione" di Chaimovitch, e un giornalista, Edwy Plenel, ha comparato il nuovo ministro dell'Interno Gérald Darmanin a René Bousquet, un funzionario di alto livello che organizzò l'incursione del Vel d'Hiv durante la Seconda guerra mondiale e collaborò con la Gestapo.

Il sospetto dei media sull'uso legittimo della violenza da parte della polizia è così forte che gli agenti sotto attacco non si sentono nemmeno autorizzati a usare la propria arma in dotazione. Philippe Bilger, un ex magistrato, scrive: "Di fronte a minacce, lanci vari e attacchi fisici, [la polizia] non ha praticamente alcun diritto di usare ciò che la legge l'autorizza a utilizzare", ossia la propria arma da fuoco.

Le accuse mosse dai media e dal mondo dello spettacolo – attori, cantanti e così via – contro la polizia sono alimentate anche dal mondo accademico. La polizia è accusata di aver effettuato "controlli facciali", facendo un uso razzista del controllo dei documenti. Questa idea è stata lanciata e alimentata da uno studio pubblicato nel 2009 da Fabien Jobard e René Lévy, due sociologi, i quali hanno affermato che i controlli della polizia vengono effettuati sulla base "dell'aspetto fisico" e "non su ciò che le persone fanno, ma su ciò che sono o sembrano essere". Nel 2017, Défenseur des droits, un'agenzia statale dedita alla difesa degli inermi, ha accusato pubblicamente la polizia di effettuare controlli di identità razzisti. Il 12 febbraio, Claire Hédon che dirige Défenseur des droits, ha chiesto dai microfoni della radio pubblica France Info di porre fine alle verifiche di identità in "determinati quartieri" e la creazione di "zone dove non si effettuano controlli di identità".

Le rivendicazioni di personaggi del mondo dello spettacolo, così come gli "studi" dei sociologi di Défenseur des droits, non possono essere contrastati – o corroborati – da studi sociologi che dimostrano che la criminalità è distribuita in modo diseguale tra i diversi strati etnici che compongono la società francese. La legge francese vieta la produzione di dati sulla criminalità in base alla razza o al gruppo etnico. Ciò crea una strana situazione in cui è lecito accusare la polizia di razzismo, ma è vietato e punibile per legge precisare che le persone nere o nordafricane sono sovra-rappresentate nelle carceri e nei dati sulla criminalità rispetto alla loro presenza demografica nella popolazione francese.

L'offensiva lanciata dai media e dai personaggi dello spettacolo contro la polizia è così forte che spesso i politici e i membri del governo non osano opporsi a questi "accusatori" e in modo vile si schierano a favore degli artisti contro la polizia. "Oggi, quando il colore della vostra pelle non è bianco, il rischio di essere di essere fermati dalla polizia è grosso", ha dichiarato il presidente Macron al magazine Brut, nel dicembre 2020. Con parole in codice, il presidente stava dicendo alla popolazione francese che il comportamento della polizia era razzista.

I codardi della magistratura, ovviamente, si schierano altresì con la folla chic contro la polizia. Nel 2016, la Corte di Cassazione stabilì che "un controllo di identità basato su caratteristiche fisiche associate a un'origine reale o presunta, senza alcuna preventiva giustificazione oggettiva, è discriminatorio. Si tratta di una colpa grave".

Il 27 gennaio 2021, i legali di sei importanti Ong hanno promosso un'azione collettiva contro lo Stato. Hanno inviato una notifica ufficiale al premier francese Jean Castex, al ministro dell'Interno Gérald Darmanin e a quello della Giustizia Éric Dupond-Moretti, chiedendo di porre fine ai "controlli facciali".

Lo Stato ha quattro mesi per rispondere alla notifica formale dell'Ong e presentare delle proposte. Se non risponderà in modo soddisfacente, l'azione collettiva contro lo Stato, la prima del genere in Europa, finirà in tribunale.

La polizia francese non è attaccata solo dai cittadini francesi. Anche influenti attori internazionali si sono impegnati a sfidare le risorse investigative della polizia. Il 6 ottobre 2020, la Corte di Giustizia dell'UE ha emesso la propria sentenza su tre casi (C511, C512 e C520/18) riguardanti la "conservazione generalizzata e indifferenziata dei dati relativi al traffico e dei dati relativi all'ubicazione" nel settore delle comunicazioni elettroniche. In altre parole, per proteggere la privacy dei cittadini europei, i governi nazionali non saranno autorizzati a chiedere a un operatore telefonico di conservare (per alcuni mesi) i dati dei clienti. Ad esempio, un ufficiale di polizia giudiziaria non sarà più in grado di ottenere – nel prossimo futuro – dati dettagliati sulle telefonate effettuare e ricevute da un sospetto criminale o le coordinate GPS per le telefonate ricevute ed effettuate nei due mesi precedenti.

Di conseguenza, prevenire e risolvere i crimini sarà molto più complesso e spesso impossibile. Nel 90 per cento dei casi, la polizia ha come unico indizio i numeri di telefono che figurano vicino a una scena del crimine. Tali numeri hanno aiutato la polizia a rintracciare i sospetti, come una scia di briciole.

Le forze che oggi si scagliano contro la polizia – alcuni dei media, celebrità, organizzazioni "antirazziste" e Ong, parte della magistratura francese e tribunali europei per i diritti umani, nonché il cosiddetto Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali – stanno tutte lottando per privare gli Stati europei del loro potere su un punto essenziale: la loro missione di garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Jean-Eric Schoettl, già segretario generale del Consiglio Costituzionale, ha scritto:

"Congenitamente, giudici, commissari e, in gran parte, membri del Parlamento europeo rifiutano l'Europa come potenza così come sfidano la sovranità nazionale. Questa allergia alla responsabilità sovrana è nel DNA di una Unione fondata contro l'idea stessa di potenza".

Se questo modello francese di smantellare la polizia avrà successo, la cosiddetta ideologia antirazzismo, forgiata a metà degli anni Ottanta dalla Sinistra, si dimostrerà lo strumento più efficace per distruggere gli Stati dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917. Se la polizia non può indagare o proteggere la popolazione perché gli agenti temono di essere definiti razzisti, allora la sicurezza dei cittadini è in pericolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:29 pm

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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:30 pm

17) Un'altro nero americano ucciso a Minneapolis in Minesota dove il sindaco, il capo della polizia e il governatore sono democratici e bindiani.
Chissà perché?
Infatti questo giovane non era un santo ma un delinquente e sul suo capo incombeva un mandato d'arresto.


https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 0469189:31

Ragazzo nero ucciso dalla polizia a Minneapolis, nuove proteste
12 aprile 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 5208a.html

La Polizia di Minneapolis ha sparato ed ucciso un ventenne afroamericano in un centro periferico della città, Brooklyn Center, e l'episodio ha innescato nuove proteste contro le forze dell'ordine, proprio mentre nella città è in corso il processo contro l'agente Derek Chauvin accusato dell'uccisione di George Floyd lo scorso maggio. Lo riferiscono i media statunitensi.
I familiari della vittima lo hanno identificato quale Daunte Wright di vent'anni.
Stando alla Polizia di Brooklyn Center, l'episodio ha avuto luogo ieri pomeriggio poco prima delle 14 ora locale, quando un agente ha fermato un'auto per violazioni del codice della strada.
La Polizia ha affermato che il conducente del veicolo stesse risalendo in macchina mentre il poliziotto tentava di metterlo in stato di arresto e a quel punto uno degli agenti presenti ha aperto il fuoco. Lo scrive il Guardian.
Ieri in serata centinaia di manifestanti sono scesi in strada e hanno marciato fino alla sede del locale dipartimento di Polizia dove ad aspettarli c'erano agenti in assetto anti sommossa che hanno anche usato lacrimogeni contro la folla. Si sono verificati momenti di tensione e tafferugli nei disordini durati fino a circa le 23 ora locale.
Il sindaco di Minneapolis ha imposto il coprifuoco in città. Lo riferisce la Cnn. E nella zona periferica teatro dell'episodio, Brooklyn Center, è stata intanto dispiegata anche la Guardia Nazionale.



USA, ragazzo nero ucciso dalla polizia in un posto di blocco. Proteste a Minneapolis
Davide Falcioni
12 aprile 2021

https://www.fanpage.it/esteri/usa-ragaz ... nneapolis/

A meno di un anno dall'omicidio di George Floyd la polizia di Minneapolis è nuovamente accusata di aver abusato della forza nei confronti di un uomo afroamericano: degli agenti, infatti, ieri pomeriggio hanno sparato e ucciso un ventenne nero nella città di Brooklyn Center, distante pochi chilometri dalla capitale dello stato del Minnesota. L'episodio ha innescato nuove proteste contro le forze dell'ordine proprio mentre è entrato nel vivo il processo contro l'agente Derek Chauvin, accusato dell'uccisione di George Floyd lo scorso maggio.

Un altro afroamericano ucciso dalla polizia: Daunte Wright

Stando a quanto riferiscono i media statunitensi a perdere la vita questa volta è stato il ventenne Daunte Wright; la Polizia di Brooklyn Center ha riferito che l'episodio ha avuto luogo ieri pomeriggio poco prima delle 14 ora locale, quando un agente ha fermato un'auto per violazioni del codice della strada. La Polizia ha spiegato che il conducente del veicolo stava cercando di risalire in macchina mentre un agente tentava di metterlo in stato di arresto e a quel punto un altro poliziotto ha aperto il fuoco.

Katie Wright, madre di Daunte Wright, ha raccontato ai giornalisti di essere stata per alcuni minuti al telefono con suo figlio quando è stato fermato dagli agenti. Secondo il suo racconto, riportato dai notiziari locali, Daunte l'aveva chiamata per chiederle di inviargli una foto dell'assicurazione dell'automobile. La donna avrebbe sentito i poliziotti chiedere al figlio di scendere dall'auto, poi un trambusto e la linea telefonica è caduta. "Un minuto dopo ho richiamato mio figlio e mi ha risposto la sua ragazza, che era seduta accanto a lui, per dirmi che Daunte era stato colpito da un proiettile esploso da un agente ed era morto".

Le proteste contro la morte di Daunte Wright represse coi lacrimogeni

La notizia si è rapidamente diffusa in città e in serata centinaia di manifestanti sono scesi in strada e hanno marciato fino alla sede del locale dipartimento di Polizia, dove ad aspettarli c'erano agenti in assetto anti sommossa che hanno anche usato lacrimogeni contro la folla. Si sono verificati momenti di tensione e tafferugli nei disordini durati fino a circa le 23 ora locale.




Le lacrime della mamma di Daunte Wright, il ragazzo nero ucciso dalla polizia a Minneapolis
Aprile 12, 2021

https://www.nextquotidiano.it/daunte-wr ... lis-video/

Daunte Wright aveva solo 20 anni: è l’ultima vittima di colore morta per mano della polizia. Il video con la sua mamma in lacrime che racconta perché è stato fermato, apparentemente per un motivo davvero futile: un deodorante per auto

Duante Wright aveva solo 20 anni: è l’ultima vittima di colore morta per mano della polizia. Il video con la sua mamma in lacrime che racconta perché è stato fermato dalla polizia di Minneapolis
Le lacrime della mamma di Daunte Wright, il ragazzo nero ucciso dalla polizia a Minneapolis | VIDEO

La morte di Duante è avvenuta ieri poco dopo le 14 ora locale. Secondo la mamma, che racconta la sua ultima telefonata, il ragazzo era stato fermato a causa di un motivo che sembra del tutto futile: i deodoranti appesi allo specchietto retrovisore. La signora spiega che quando il figlio l’ha chiamata per avvertirla di essere stato fermato gli ha detto di toglierli. Dalle prime ricostruzioni sembra che Wright sia sceso dall’auto e quando è rientrato è stato colpito. Ma non è ancora chiaro perché la polizia abbia sparato né se Duante avesse un’arma. Quella che è invece è una certezza è la sofferenza della madre del ventenne ucciso che si rammarica: “Gli avevo dato l’auto solo due settimane fa”:

Intanto il sindaco di Brooklyn Center, a nord di Minneapolis, ha imposto il coprifuoco dopo l’uccisione del ventenne afroamericano Daunte Wright da parte della polizia e le proteste che ne sono seguite, con scontri tra centinaia di manifestanti e gli agenti. Questi ultimi hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la protesta. Mentre il primo cittadino di Brooklyn Center, Mike Elliott, ha chiesto via Twitter alle persone ”di stare a casa, al sicuro”, il governatore del Minnesota Tim Walz ha detto che stava “monitorando attentamente la situazione” e pregando per la famiglia di Wright. Alcuni membri della Guardia Nazionale del Minnesota, già schierati per il processo per omicidio di Derek Chauvin per la morte di George Floyd, sono stati inviati a Brooklyn Center. Qui sono stati chiusi tutti gli edifici scolastici, come riferiscono i media locali. Secondo la ricostruzione fornita dal dipartimento di polizia del Brooklyn Center, gli agenti hanno fermato un uomo per violazione del codice della strada e hanno visto che aveva un mandato di arresto in sospeso. L’uomo è rientrato nel veicolo mentre gli agenti cercavano di arrestarlo, si legge in una nota. La madre della vittima, Katie, ha detto che il figlio le ha telefonato durante il fermo per chiederle i dettagli dell’assicurazione, ma poi di aver sentito il rumore di un fruscio e che la comunicazione si è interrotta


A Minneapolis ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia dopo che un ragazzo nero era stato ucciso da un agente
lunedì 12 Aprile 2021

https://www.ilpost.it/2021/04/12/daunte ... nneapolis/

Domenica un ragazzo nero di 20 anni, Daunte Wright, è stato ucciso con un colpo di pistola da un agente della polizia di Minneapolis, in Minnesota, dove in questi giorni si sta tenendo il processo contro Derek Chauvin, uno dei poliziotti incriminati per la morte di George Floyd. L’uccisione di Wright ha provocato scontri tra centinaia di manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa, che ha usato gas lacrimogeni per cercare di disperdere la folla. Già negli ultimi giorni c’erano state molte manifestazioni del movimento Black Lives Matter in occasione del processo a Chauvin.

La polizia ha spiegato in un comunicato che Daunte Wright era stato fermato per aver violato un blocco del traffico imposto nella zona. Gli agenti avrebbero poi scoperto che Wright aveva un mandato di arresto a suo carico in sospeso e avrebbero provato ad arrestarlo. Secondo la polizia, Wright sarebbe rientrato in macchina, cercando di sfuggire all’arresto, e un agente gli avrebbe sparato. Sarebbe comunque ripartito e avrebbe percorso alcuni isolati prima di schiantarsi contro un’altra macchina. Wright è stato dichiarato morto sul posto.


Gino Quarelo
C'è sempre una ragione, questo giovane neo era un delinquente.

La polizia ha spiegato in un comunicato che Daunte Wright era stato fermato per aver violato un blocco del traffico imposto nella zona. Gli agenti avrebbero poi scoperto che Wright aveva un mandato di arresto a suo carico in sospeso e avrebbero provato ad arrestarlo. Secondo la polizia, Wright sarebbe rientrato in macchina, cercando di sfuggire all’arresto, e un agente gli avrebbe sparato. Sarebbe comunque ripartito e avrebbe percorso alcuni isolati prima di schiantarsi contro un’altra macchina. Wright è stato dichiarato morto sul posto.




Daunte Wright, nero ucciso a 20 anni dalla polizia negli Usa: proteste e scontri a Minneapolis
12 aprile 2021

https://www.leggo.it/esteri/news/daunte ... 93978.html

Daunte Wright aveva appena 20 anni ed è stato ucciso ad un posto di blocco, in circostanze ancora poco chiare. Negli Stati Uniti monta ancora la rabbia per la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani e per un caso avvenuto alla periferia di Minneapolis, proprio mentre in questi giorni va avanti il processo a carico di Derek Chauvin, l'agente accusato di omicidio per la morte di George Floyd.
Daunte Wright, 20 anni, è stato ucciso a colpi di pistola da alcuni agenti di polizia a Brooklyn Center, centro periferico di Minneapolis, alle 14 (ora locale) di ieri. Il ragazzo era stato fermato ad un posto di blocco ed era al telefono con la madre quando è stato colpito. Le dinamiche dell'accaduto sono ancora poco chiare: il giovane avrebbe provato a fuggire dal posto di blocco quando si era scoperto che su di lui pendeva un mandato di cattura (per non essersi presentato in tribunale dove avrebbe dovuto rispondere di reati minori), ma è stato colpito da un proiettile sparato da un agente. La polizia parla di un tragico errore, con un agente che avrebbe voluto colpirlo con il taser ma che ha scambiato quell'arma per la pistola.
In una città ancora colpita dalla morte di George Floyd, il nuovo caso di violenza della polizia su un afroamericano ha scatenato proteste e inevitabili scontri. La polizia ha caricato e usato lacrimogeni contro la folla. Il sindaco di Brooklyn Center, a nord di Minneapolis, ha imposto il coprifuoco dopo l'uccisione del ventenne afroamericano Daunte Wright da parte della polizia e le proteste che ne sono seguite, con scontri tra centinaia di manifestanti e gli agenti. Questi ultimi hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la protesta. Mentre il primo cittadino di Brooklyn Center, Mike Elliott, ha chiesto via Twitter alle persone «di stare a casa, al sicuro», il governatore del Minnesota Tim Walz ha detto che stava «monitorando attentamente la situazione» e pregando per la famiglia di Wright.
Alcuni membri della Guardia Nazionale del Minnesota, già schierati per il processo per omicidio di Derek Chauvin per la morte di George Floyd, sono stati inviati a Brooklyn Center. Qui sono stati chiusi tutti gli edifici scolastici, come riferiscono i media locali. Secondo la ricostruzione fornita dal dipartimento di polizia del Brooklyn Center, gli agenti hanno fermato un uomo per violazione del codice della strada e hanno visto che aveva un mandato di arresto in sospeso. L'uomo è rientrato nel veicolo mentre gli agenti cercavano di arrestarlo, si legge in una nota. La madre della vittima, Katie, ha detto che il figlio le ha telefonato durante il fermo per chiederle i dettagli dell'assicurazione, ma poi di aver sentito il rumore di un fruscio e che la comunicazione si è interrotta.



Afroamericano ucciso da una agente di polizia a Minneapolis: "È omicidio". Biden: "Nessuno sopra la legge"
13 aprile 2021

https://www.repubblica.it/esteri/2021/0 ... 296222682/

Il medico legale ha definito 'un omicidio' la morte di Wright, il ventenne afroamericano ucciso a Minneapolis da una agente di polizia che ha scambiato la pistola per un taser. La notizia diffusa dai media americani mentre a Minneapolis dilagano le proteste. Neanche il coprifuoco imposto per evitare incidenti ha disperso la folla e la polizia ha usato i lacrimogeni.
A uccidere è stata una donna, una poliziotta bianca
È una donna, Kim Potter, l'agente di polizia che ha sparato e ucciso il 20enne afroamericano Daunte Wright. Lo riportano i media americani, sottolineando che Potter è una veterana nel dipartimento di Brookyln Center, poco distante da Minneapolis. Potter è infatti nel dipartimento di polizia da quasi 26 anni.
Decine di arresti tra i manifestanti
Secondo indiscrezioni riportate dai media americani, decine di persone sono state arrestate per violazione del coprifuoco e per non aver rispettato l'ordine di sgombrare. "Andate a casa. Le proteste sono giuste ma dobbiamo mantenere la pace". È stato l'appello di Mike Elliott, il sindaco di Brooklyn Center. Questo mentre nello Stato Usa è in corso il processo all'ex poliziotto accusato di aver ucciso George Floyd tenendogli per oltre 9 minuti un ginocchio sul collo si avvia alla conclusione: lunedì dovrebbero cominciare le arringhe finali.
L'appello di Biden
"Penso a Daunte Wright, alla sua famiglia e al dolore, alla rabbia e al trauma che gli afroamericani sperimentano ogni giorno. Mentre attendiamo i risultati dell'indagine, sappiamo cosa dobbiamo fare per andare avanti: riportare fiducia e assicurare le responsabilità affinché nessuno sia al di sopra della legge". Lo ha twittato il presidente americano Joe Biden.



Gino Quarelo
Biden, ma quale trauma!





Minneapolis, si dimettono l'agente e il capo della polizia
13 aprile 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... cf026.html

(ANSA) - WASHINGTON, 13 APR - Kim Potter, la poliziotta che ha esploso il colpo fatale che ha ucciso il ventenne afroamericano di Minneapolis Daunte Wright, si è dimessa, e altrettanto ha fatto il capo della polizia del dipartimento di Brooklyn Center, il sobborgo dove è avvenuto il fatto. Potter, 48 anni, era una veterana in servizio nel dipartimento da ben 26 anni.

Secondo la tesi sostenuta dalla polizia avrebbe scambiato per errore la pistola con il taser. Subito dopo l'uccisione di Daunte Wright era stata sospesa in attesa del risultato delle indagini. Daunte Wright, "avrebbe dovuto essere vivo", ha intanto commentato la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris . "Il nostro Paese ha bisogno di giustizia, e per le forze dell'ordine devono valere i massimi standard di responsabilità. E la gente - ha proseguito Harris - continuerà a morire se non affrontiamo decisamente il problema delle ingiustizie razziali e delle diseguaglianze". (ANSA).


Gino Quarelo
Ma di che ingiustizie razziali e diseguaglianze parla la Kamala Harris ?
Daunte Wright era un delinquente senza rispetto per la legge e per la polizia come lo era Geroge Floyd nessuna ingiustizie razziale e diseguaglianza.
Questi non sono vittime ma carnefici, vittime del loro essere carnefici.

La tentata rapina dell'ucciso e altri suoi comportamenti delinquenziali https://www.facebook.com/adessoparlaros ... 6588443223

Usa, l'agente di Minneapolis incriminata per omicidio di secondo grado
14 aprile 2021

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/u ... 102k.shtml

La poliziotta Kim Potter è stata arrestata e portata in cella. Dopo l'omicidio del 20enne Daunte Wright disse di essere stata convinta di aver usato il taser e non la pistola
Le dimissioni - Kim Potter, arrestata e portata in cella, ha sparato a Daunte Wright, colpendolo a morte, domenica durante un fermo stradale. L'agente si è dimessa dal dipartimento di polizia del Brooklyn Center martedì, insieme al capo del dipartimento, a causa della controversa sparatoria che ha portato alla morte del ventenne afroamericano.
Pistola estratta per errore - L'agente ha dichiarato di aver estratto per errore la pistola, mentre in realtà intendeva bloccare Wright con il taser, la pistola elettrica. Potter rischia la condanna a dieci anni di carcere e una multa di 20.000 dollari.



Minneapolis, poliziotta arrestata e poi fuori dopo cauzione da 100mila dollari
15 aprile 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... b238d.html

(ANSA) - WASHINGTON, APR 14 - Kim Potter, la poliziotta bianca arrestata per aver ucciso il ventenne afroamericano Daunte Wright a Brooklyn Center, sobborgo di Minneapolis, scambiando apparentemente la propria pistola col taser, è stata rilasciata dopo aver pagato una cauzione di 100 mila dollari. Lo riferiscono i media Usa.
Oggi l'agente, accusata di omicidio di secondo grado, un reato che prevede una pena sino a 10 anni di reclusione, farà la sua prima apparizione in tribunale via Zoom. Il sindaco di Brooklyn Center intanto ha prorogato il coprifuoco, dopo tre notti consecutive di scontri tra manifestanti e polizia. (ANSA).
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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » lun apr 12, 2021 10:30 pm

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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » mer apr 14, 2021 12:16 pm

18) Per me il poliziotto bianco o euroamericano Derek Chauvin dovrebbe essere assolto con formula piena e premiato per aver fatto il suo dovere fino in fondo, se venisse condannato sarebbe un'ingiustizia del criminale razzismo antibianco.
Il poliziotto ha fatto semplicemente il suo dovere senza eccesso di violenza e senza alcuna disumanità, con professionalità.
George Floyd è morto esclusivamente di suo, per le sue demenziali e incivili responsabilità. Perché era un delinquente abituale, violento, malato per gli stravizi, strafatto di droga letale e sommamente bugiardo, che ha resistito al giusto arresto e che ha mentito alla polizia sulle sue condizioni psicofisiche.
Se non avesse resistito all'arresto e non avesse mentito alla polizia sicuramente sarebbe ancora vivo e vegeto.



Non vi è assolutamente alcuna discriminazione razzista da parte della polizia statunitense e in particolare dei poliziotti bianchi verso i neri, è semplicemente che i neri USA delinquono più dei bianchi e sono anche più violenti e poi perché quando viene ucciso un delinquente nero da parte della polizia, un certo mondo mediatico e politico strumentalizza il fatto istigando l'insorgenza ribellista dei neri contro i bianchi e alimentando il razzismo e l'odio antibianco, servendosi vergognosamente del passato schiavista esistente nella storia degli USA per alimentare il falso racconto che lo schiavismo esista ancora e non sia mai veramente terminato e che la causa dell'uccisone non sia dovuta al comportamento criminale del cittadino nero ma al disprezzo razzista dei bianchi verso i neri.

Nessuno ha la licenza di delinquere e di uccidere, nemmeno i neri e i poliziotti fanno bene a difenderci dai delinquenti e dai criminali che violano la legge, che non rispettano la polizia e che ci fanno del male.
Se poi qualche delinquente muore più che altro per colpa e responsabilità sua pasienza, fa parte dei rischi di chi delinque e conduce una vita di fuorilegge.
Essere umani e buoni poliziotti rispettosi dei cittadini e della legge non comporta tollerare e lasciare che i delinquenti e i criminali agiscano indisturbati senza prevenire e reprimere con ogni mezzo necessario i loro comportamenti delittuosi a danno degli altri, dell'ordine e del bene pubblico e privato e in violazione delle leggi umane e civili.
Non significa nemmeno lasciar correre e non agire con la dovuta fermezza e la necessaria durezza e violenza se necessario, per timore di far del male ai delinquenti.

Nessuno si indigna per questo ragazzo bianco (euro americano) ucciso da un poliziotto bianco (euro americano)!


Usa: agente uccide 16enne, aveva arma ad aria compressa
14 aprile 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 08311.html

Rispondendo ad un paio di segnalazioni telefoniche, un agente ha sparato uccidendo un sedicenne che brandiva un'arma, rivelatasi poi essere un'arma ad aria compressa "molto simile ad una vera", secondo quanto ha riferito la polizia.

L'episodio è successo a Leonardtown, una cittadina del Maryland 100 km a sudest di Washington. L'adolescente aveva anche un coltello.

L'agente ha affrontato Peyton Ham davanti alla sua abitazione. Secondo un testimone citato dagli investigatori, il ragazzo era "in posizione di tiro" e avrebbe puntato l'arma contro il poliziotto, che ha sparato ferendolo.

Secondo un altro testimone, il giovane avrebbe estratto quindi un coltello cercando di rialzarsi e l'agente gli avrebbe sparato di nuovo dopo avergli intimato inutilmente di lasciarlo cadere. Immediata la richiesta di soccorsi ma il ragazzo è arrivato morto all'ospedale. Sia l'agente che la vittima sono bianchi. Il poliziotto, in servizio da due anni e sette mesi, è stato sospeso in attesa della conclusione delle indagini. Al momento dell'intervento non indossava la body camera, quindi ora sarà necessario cercare video dell'area circostante.


Gino Quarelo
Non capisco perché chiamano bianco il "ragazzo" invece di chiamarlo euro-americano, allo stesso modo che un "ragazzo" nero lo chiamano afro-americano.
Che si tratti di razzismo verso i bianchi?



Rodolfo Masiero
Ma cos'hanno in testa gli americani che continuano a sfidare la polizia? Non sono al corrente della sua brutalità? I giornalisti PC italiani si trasferiscano subito in quel paese, a seguito di qualche ONG, per fare prevenzione e informare i giovani americani del rischio che corrono con la polizia.




I poliziotti americani non hanno tutti i torti
RodolfoCasadei
17 dicembre 2014

https://www.tempi.it/blog/i-poliziotti- ... i-i-torti/

Gli Stati Uniti non sono un paese che ho conosciuto da vicino. Solo una volta sono stato di passaggio ad Atlanta, al tempo del golpe soft in Honduras dove andai a intervistare il presidente ad interim Roberto Micheletti. Però vorrei dire la mia sulla questione all’ordine del giorno, quella su cui si stanno esercitando i commentatori: il tema della presunta brutalità poliziesca tinta di razzismo della polizia americana.

Che i poliziotti statunitensi di ogni colore – bianchi, neri, gialli e latinos – si mostrino più aggressivi con gli afroamericani che con gli altri cittadini americani, è un fatto segnalato dai numeri: benché i discendenti delle vittime della tratta schiavista rappresentino solo il 14 per cento della popolazione statunitense, è afroamericano il 29 per cento di coloro a cui le forze di polizia sparano.
Basta questo dato per accusare di razzismo la polizia americana?
Direi di no, se si tiene conto di un’altra statistica: a Ferguson, a Cleveland e a Phoenix agenti delle forze dell’ordine hanno sparato a neri disarmati (il primo e il terzo stavano commettendo un reato, il secondo era un ragazzino che stava comprando una pistola giocattolo), ma il 42 per cento di coloro che sparano a poliziotti negli Stati Uniti e di cui si riesce ad accertare la razza, risultano essere neri.
Le forze dell’ordine mostrano pregiudizio verso gli afroamericani, ma solo perché l’esperienza gli dice che mediamente sono più pericolosi degli altri gruppi di popolazione. Lo confermano anche gli organi della giustizia americana, che mandano dietro alle sbarre una percentuale di afroamericani molto più alta della percentuale di bianchi e di americani di tutte le razze: secondo le stime più favorevoli, il tasso di incarcerazione dei neri è del 2,2 per cento, mentre quello della popolazione generale è dello 0,7 per cento (fra i bianchi è lo 0,4). Possiamo discutere le cause del maggior tasso di criminalità dei neri rispetto alle altre componenti della popolazione statunitense, possiamo attribuirlo a ingiustizie sociali e a emarginazione frutto di atteggiamenti razzisti verso i neri, al peso della storia e agli ambienti urbani dove tanti appartenenti a questa minoranza nascono e crescono, ma resta il fatto che il poliziotto medio non ha torto quando teme un atto aggressivo da parte di un nero più di quanto lo tema da parte di un bianco. Più che denunciare il razzismo, bisognerebbe concentrarsi sulle condizioni di vita degli afroamericani, sulle criticità che dipendono da loro stessi e su quelle che dipendono dalla società tutta intera.

Non saranno razzisti veri e propri, i poliziotti americani, ma sono gente dal grilletto facile, replicano i commentatori: in un anno hanno ammazzato almeno 458 persone mentre erano in servizio, e si tratta quasi sicuramente di una sottostima. Secondo alcuni analisti le loro vittime sarebbero un migliaio. In Gran Bretagna e in Giappone, nello stesso periodo, la polizia non ha ammazzato nemmeno un delinquente, in Germania solo 8. Anche calcolando i superiori tassi di criminalità americani e il maggiore numero di abitanti degli Usa rispetto ai paesi citati, pare proprio di essere davanti a una carneficina inaccettabile per un paese industrializzato e con alto indice di sviluppo umano. Che però diventa un filo meno sproporzionata quando la si confronta col numero dei poliziotti americani caduti in servizio nel corso di un anno: ben 46. Anche questa cifra surclassa quelle analoghe dei paesi evoluti. E allora per forza di cose si arriva alla questione delle questioni: quella delle armi. Negli Usa il diritto dei cittadini di possedere armi è tutelato dalla Costituzione nel secondo emendamento. Fa parte della filosofia individualista di vita americana, per la quale il diritto del singolo all’autodifesa deve essere garantito e promosso. Fa parte della storia di un paese impegnato a colonizzare terre selvagge e senza legge, abitate da indigeni ostili, per più di un secolo. Ma restare fedeli alla propria storia e a una certa visione della vita e dei diritti ha il suo prezzo: negli Usa circolano 300 milioni di armi personali, con un tasso pro capite prossimo a 1 arma per abitante che è il più alto del mondo. Mettetevi nei panni del poliziotto americano: quando lo chiamano per un intervento d’emergenza, la prima cosa che pensa è che si troverà davanti a criminali armati; quando ferma automobilisti indisciplinati e sospetti, pensa che tireranno fuori un’arma dal cruscotto e gli spareranno a bruciapelo non appena abbassato il finestrino. Nel solo distretto di New York, l’anno scorso gli agenti del NYPD sono stati coinvolti in 200.000 interventi dove avevano a che fare con persone armate. Giorno dopo giorno questo stress forma una mentalità, crea dei riflessi condizionati, produce quella personalità aggressiva e incline alla perdita dell’autocontrollo delle cui imprevedibilità tanti turisti e viaggiatori italiani negli States giurano di avere fatto esperienza.

Gli americani vogliono che le forze dell’ordine garantiscano la sicurezza in un paese dove circolano 300 milioni di armi. Nel 2008 la Corte Suprema ha confermato il diritto dei cittadini a possedere e portare armi. Gli stessi non possono lamentarsi troppo se poi la polizia si comporta come si comporta.



Poliziotti d’America: vittime e carnefici
VITTORIO ZUCCONI
la Repubblica, 11 luglio 2016, pag. 6

http://www.vittoriotripeni.it/poliziott ... carnefici/

Per finalità di studio, non essendo disponibile in rete, ho trascritto quest’articolo di Vittorio Zucconi. È stato estratto da pagina 6 di la Repubblica di lunedì 11 luglio 2016.

Il detective del New Jersey che mi parla sotto l’obbligo legale dell’anonimato per tutti i 750mila agenti di polizia americani in servizio racconta il mondo visto dall’altra parte del muro: «Quando uno di noi in servizio uccide un uomo di colore, andiamo in prima pagina. Quando un uomo di colore uccide uno di noi, facciamo il funerale con le cornamuse, la vedova in nero, gli orfani con l’abito della festa e la bandiera e non gliene frega niente a nessuno».

Conosco questo cop, questo piedipiatti come si dice nello slang americano, da anni. I suoi figli giocano a basket e baseball con i miei nipoti nei sobborghi ovest di New York. La moglie cucina lasagne e melanzane alla parmesan come vuole la loro origine italiana e la sua storia potrebbe essere ripetuta da uomini e donne, bianchi, neri, bruni, asiatici, irlandesi, italiani, latinos che lavorano con il “badge” di metallo in tasca e la pistola d’ordinanza alla cintola o nella fondina sotto l’ascella se in borghese, in tutte le 18mila organizzazioni di pubblica sicurezza Coast to Coast. «L’uniforme non ci può dare la licenza di uccidere. Ma da la licenza di essere uccisi».

Nella tavolozza di colori e umori acri che il pennello della “Guerra in Bianco e Nero” sta dipingendo sulla tela americana, appare l’immagine dell’insanabile ambiguità che nelle democrazie sempre circonda il lavoro della polizia. La visione del “Cruiser”, del barcone dipinto in bianco e blu o bianco e nero secondo le scelte delle contee, degli sceriffi, delle polizie metropolitane, che scivola silenzioso nella strade di notte o che arriva, ululando con “l’albero di natale”, le luci rotanti accese, nella propria strada, scatena sentimenti opposti: il sollievo di chi si sente minacciato da quella sagoma scura che si aggira attorno alla casa, il terrore di quella sagoma scura che sa di potere essere fatto secco senza avere fatto altro che essere una sagoma scura.

La percezione del ruolo della polizia cambia secondo il luogo dove ti trovi e secondo il colore della pelle. Lo stesso “Cruiser”, la stessa autopattuglia che “protegge e serve” nelle strade di Beverly Hills a Los Angeles, di Georgetown a Washington, di Times Square a Manhattan, è accolto come un’astronave di predator alieni nelle mean street, nelle strade malvagie di East Los Angeles, di Detroit, del Bronx, dei Projects, i casermoni popolari di Chicago. Nessun regolamento, nessuna sensibilizzazione, nessuna predica di capi o presidenti può cambiare la semplice, letale realtà che una poliziotta, lei stessa di pelle nera, raccontò all’Atlantic: «La reazione ti uccide, l’azione ti salva». Tradotto: se aspetti che quel sospetto cerchi di strapparti l’arma della fondina o estragga una delle 330 milioni di pistole che circolano è troppo tardi.

Quella violenza che ormai nugoli di smartphone riprendono e che le minicam installate sulle autopattuglia o indossate dagli agenti riprendono e la prova visiva di forze di polizia che sembrano più dedite ad abbattere che a proteggere. Mentre per loro le conseguenze legali degli omicidi in servizio, oscenamente evidenti, restano marginali. Soltanto tre casi su 100 di poliziotti accusati di avere ammazzato un sospetto, di avere usato excessive force, finiscono davanti a un giudice, incriminati. Per gli altri, l’impunità, la complicità, la comprensione di una magistratura che di quegli stessi cop ha bisogno per fare il lavoro d’indagine, è garantita.

Ma ciò che a noi, cittadini, sembra una guerra contro un solo nemico, “l’uomo nero”, il predator come fu definito da Bill Clinton negli Anni ‘90 stanziando miliardi per reclutare 180mila nuovi agenti in tutti gli Stati Uniti, alla “sottile linea blu”, ai poliziotti, sembra l’iniquità strumentale di una “sinistra” che non ha mai superato l’equazione fra cop e pig, questurino e maiale, scolpita negli Anni ‘60, non solo negli Usa, dalla retorica ideologica. Eppure le statistiche compilate dallo Fbi raccontano di una guerra con molte più sfumature di grigio. Nel 2015 più bianchi che neri sono stati uccisi dagli agenti: il 50% delle vittime erano bianchi, il 26% di colore. E la maggioranza degli uccisi portava un’arma. Non è neppure vero che siano poliziotti bianchi a sparare più disinvoltamente: gli agenti di colore, secondo una ricerca del Ministero della Giustizia del 2015, fanno fuoco 3 volte più facilmente dei colleghi bianchi. Gli agenti uccidono e sono uccisi: più di 100 all’anno cadono, 56 già nei primi sei mesi di questo 2016.

«Nelle Accademie di Polizia dove anch’io insegno — mi racconta il detective che spera di diventare tenente l’anno prossimo e andare in pensione a 45 anni con 20 di anzianità perché «non ne può più» — addestriamo le reclute a sparare sempre al bersaglio grosso, al torace, perché mirare alla gambe espone soltanto al rischio di essere sparati senza colpire niente». Ma in queste Accademie, dove decenni di sforzi non sempre vigorosi dovrebbero produrre più agenti di colore, il reclutamento è difficile. La paga buona, superiore alla media.

Fra straordinari e anzianità, un agente di 35 anni porta a casa 70-80mila dollari lordi annui, più di un operaio o vigile del fuoco e la pensione è pari allo stipendio. Ma migliaia di giovani afroamericani che vorrebbero arruolarsi sono respinti perché nel loro curriculum spuntano macchie, arresti per possesso di marijuana, reati minori da ragazzi, ma sufficienti per squalificarli. E la percentuale di cop con la pelle scura è inchiodata al 12 per cento della Forza. Simile alla percentuale della popolazione afroamericana, ma sproporzionata rispetto ai reati, che sono concentrati nella fascia di popolazione di colore — fino al 46% dei crimini — dove la presenza costante di “fratelli” con lo stesso volto sarebbe indispensabile. La Forza non è con loro.

La percezione è tutto. Il rapporto fra cittadini e poliziotti supera le statistiche, i casi clamorosi e imperdonabili, come gli ultimi che hanno spezzato i nervi scossi di Micah, reduce dall’Afghanistan, è soggettivo, ma si traduce nei fatti oggettivi. «Se la polizia è vista come nemica, la tratterai come nemica e lei ti rispenderà come una forza d’occupazione in territorio ostile», spiega lo studio condotto dalla Fondazione Marshall. E se la polizia si sente sola, abbandonata in pasto alla voracità sensazionalista dei media e alla collera delle vittime, il risultato è quello che vediamo: l’inasprimento di uomini e donne armati che si sentono soli e assediati.

Percezione, fatti, sangue, odio e diserzione politica, nel cocktail micidiale al quale imbonitori elettorali si abbeverano per strappare voti spaventati. «Ci sentiamo soli nelle strade», dice il mio detective mentre guardiamo i nostri bambini contendersi un rimbalzo. «Abbiamo più paura noi di quelli che dovremmo spaventare. Un capitano nella mia stazione ci dice, scherzando solo un po’, di non immobilizzare e ammanettare più sospetti, ma di dare a loro le manette perché si leghino i polsi da soli».

Un pubblico illuso dal facile mantra della “certezza della pena” e della “tolleranza zero” ha scaricato sui giudici, sui penitenziari e sui 750mila agenti compiti di assistenza, di salute mentale, di prevenzione e interpretazione psichiatrica che a loro non spetterebbero. Ignorando che la polizia è per una società quello che i pneumatici sono per le automobili, il punto di contatto fra il veicolo e l’asfalto della realtà, le chiede di essere tutto, pilota e strada. «Sono entrato nella polizia del New Jersey vent’anni or sono per ripulire la mia contea dai bad guys, dai delinquenti, come vedevo fare nei telefilm e scopro di essere diventato io il cattivo dello show. Ora conto solo i giorni che mi dividono dalla pensione». La partita di basket fra i bambini è finita e mi saluta con un regalo per rabbonirmi: un tesserino del “Fraterno Ordine” degli amici della polizia che mi eviterà una futura contravvenzione per eccesso di velocità. Un piccolo privilegio, accanto a uno molto più grande: nessun cop mi sparerà mai. Sono bianco.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » mer apr 14, 2021 12:16 pm

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Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco

Messaggioda Berto » ven apr 16, 2021 8:34 pm

Benkő Balázs
Che possa essere giustamente accusato di eccesso di forza e inosservanza del codice deontologico, se le prove lo confermano (anche se una ripresa da un' angolatura diversa da quella canonizzata lo mostra col ginocchio sulla spalla) posso trovarlo giustificato. Ma né di omicidio di secondo grado né tantomeno di razzismo nessuna traccia. E l'imputabilità delle azioni e delle condizioni parzialmente autoindotte della parte lesa possono e a mio avviso dovrebbero ulteriormente diminuire l'imputabilità.

Gino Quarelo
Quella dell'eccesso di forza e dell'inosservanza del codice deontologico è solo un'ipotesi, tutta da provare.
Ma a me, da quello che finora ho visto e sentito, non mi pare plausibile.



Secondo l'autopsia del medico legale della contea, George Floyd è morto all'ospedale quasi un'ora dopo il fermo della polizia e il suo blocco a terra da parte dell'agente Derek Chauvin.
La morte non è stata causata dal soffocamento da parte dell'agente di polizia e Floyd non è morto per asfissia.
La difesa non ha mai contestato l'orario della morte stabilito dal medico legale e mai ha prodotto una diagnosi diversa con un orario di morte anticipato al momento in cui Floyd era bloccato a terra dall'agente che gli teneva in parte il ginocchio sul collo.
Il legali di Floyd e l'accusa assieme ai media schierati che già hanno condannato il poliziotto bianco, manipolano l'informazione per condizionare l'opinione pubblica e la giuria insistendo sulla tesi assunta coma un dogma per la fede del Politicamente Corretto che il povero, discriminato e buon nero Floyd sia morto soffocato dal cattivo agente bianco razzista ma non hanno prodotto nessun dato scientificamente valido, puntano all'effetto del condizionamento psico emotivo sui giurati che si trovano sottoposti ad una pressione minacciosa che assomiglia molto a un ricatto.
Io spero che buona parte dei giurati sappiano valutare senza farsi ricattare e che non si lascino coinvolgere in un processo che assomiglia più a un rito socio-religioso idolatra e razzista dove il capro espiatorio o vittima è il poliziotto bianco Derek Chauvin che deve essere sacrificato per forza anche se innocente e non colpevole.

George Floyd era un delinquente abituale e Derek Chauvin un buon poliziotto che ha fatto il suo dovere.
George Floyd è morto solo ed esclusivamente per colpa di se stesso
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