Perché un nativo o indigeno, nel suo paese, nella sua terra deve essere oggetto di violazione dei suoi beni, della sua proprietà, della sua dignità, subire accuse infamanti e discriminazioni razziali dei suoi diritti, umani e civili?Perché i trentini e gli italiani e le loro istituzioni civili locali, regionali e nazionali, non difendono la loro gente e i loro cittadini dalle angherie, dai sopprusi, dalla violazione dei loro diritti, dalle discriminazioni razziali aggravate dalle calunnie di razzismo.
Perché quest'uomo, il mocheno Cornelio Coser, ha dovuto subire le angherie di questa persona foresta, la sua mancanza di rispetto, la violazione della sua proprietà, dei suoi beni, dei suoi diritti con in danni economici e la violazione della sua dignità con le calunnie di razzismo, quando in realtà era lui vittima del razzismo di questa persona straniera ospitata nella sua valle e delle associazioni che la sostenevano ?
Aggredì la pastora Agitu, condannato a 9 mesi per lesioni Cronaca - Trentino
27 gennaio 2020
https://www.giornaletrentino.it/cronaca ... -1.2245330 TRENTO. Nove mesi di reclusione per il reato di lesioni, 50 euro di multa e un risarcimento danni di 2.000 euro, più 3.500 euro di spese legali, con eventuale sospensione condizionale della pena legata alla rifusione effettiva del danno. Questa la sentenza pronunciata dal giudice Elena Farhat nei confronti di Cornelio Coser, 54enne residente a Frassilongo, finito a processo a Trento con l'accusa di aver aggredito e compiuto atti persecutori, con l'aggravante dell'odio razziale, nei confronti di Agitu Ideo Gudeta, allevatrice etiope che proprio in val dei Mocheni, nella proprietà vicina a quella dell'imputato, porta avanti la sua azienda agricola «La capra felice». La giudice ha dunque riconosciuto il reato di lesioni per un episodio, documentato da un referto, mentre è caduta l'accusa di stalking e l'aggravante dell'odio razziale.
Al termine della requisitoria, stamane, il pubblico ministero Maria Colpani aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione, con il riconoscimento dell'aggravante, mentre la parte civile - rappresentata dall'avvocatessa Elena Biaggioni - aveva chiesto una provvisionale da 15.000 euro e un risarcimento di 50.000 euro da liquidare all'allevatrice.
Coser era accusato di aver preso di mira la donna con un'escalation di insulti, frasi razziste e minacce contro di lei e contro i suoi animali, culminati in un'aggressione fisica documentata con lo smartphone, che l'allevatrice denunciò nell'estate del 2018 ai carabinieri e a seguito della quale scattò la misura degli arresti domiciliari, commutati dopo 7 mesi in un divieto di avvicinamento. Fatti e parole che l'uomo - difeso dall'avvocato Claudio Tasin - ha sempre negato, pur ammettendo che ci fossero stati dei diverbi legati, in particolare, ad alcuni danni arrecati dal gregge di capre nella sua proprietà.
È stato condannato in primo grado a 9 mesi Cornelio Coser, il 55enne di Frassilongo che nell'estate 2018 aveva aggredito l’imprenditrice agricola Agiu Ideo Gudeta, la propria vicina di campo, in valle dei Mocheni.
Il giudice Elena Farhat ha addebitato all'uomo solo il reato di lesioni, mentre è caduta l'accusa di stalking aggravato dall’odio razziale. Coser aveva scontato già sette mesi di arresti domiciliari.
Le accuse. La donna, nella denuncia che aveva presentato ai carabinieri, aveva spiegato di essere molto spaventata dal comportamento di Coser tanto da aver cambiato le sue abitudini. Un esempio? Aveva modificato gli orari di lavoro dei suoi collaboratori per non essere mai da sola». Sono diversi gli episodi che erano stati contestati a Coser nel corso di un anno.
Secondo Agitu l’uomo l'avrebbe infatti aggredita con frasi considerate a sfondo razzista e poi l’avrebbe anche persa per il collo mentre lei era intenta alla mungitura e le avrebbe sgonfiato le gomme della macchina. Questo nonostante Agitu lo stesse filmando.
Nell’ordinanza anche l’episodio di agosto quando la pastora ha ripreso l’aggressione subita dall’uomo con tanto di bastone. Un video che era diventato un caso nazionale. L’ultima segnalazione ad inizio settembre quando l’uomo avrebbe disturbato il gregge della donna liberando contro le capre i suoi cani.
«Non ho mai detto negra o negri a nessuno», si era difeso l'uomo. E aveva spiegato che inizialmente fra lui e Agitu si era creato anche un buon rapporto, degenerato - era la versione di lui - a causa dell'"invasione" delle capre di lei che - diceva Coser - gli avevano divorato le 300 piante di carpino.
Coser allora si era recato dalla donna e aveva sgonfiato una gomma della sua auto, in un momento di sfogo. Aveva anche negato di aver liberato i cani contro le capre di Agitu e di aver utilizzato frasi razziste contenenti li termine «negra». Certo, ci sono state parole forti, reciproci insulti, ma senza utilizzare termini discriminatori.
Gino QuareloCornelio Coser il mocheno dai capelli lunghi, non mi pare proprio un uomo cattivo, disumano e razzista, anzi:
Cornelio Coser con il suo avvocato Claudio Tasin: ...
Le capre di Agitu avevano invaso la proprietà di Cornelio e divorato 300 piantine di carpino da poco piantate, non mi pare buona cosa, specialmente se lei aveva poi fatto finta di niente, negato la sua responsabilità e rifiutato di risarcire e magari non avesse fatto nulla per impedire il verificarsi di episodi analoghi a danno del povero nativo Cornelio.
Mi viene il sospetto che quest'uomo sia stato vittima del demenziale razzismo demo sinistro pro stranieri verso i nativi e gli autoctoni cittadini italiani.
Gli amici di Cornelio Coser: ''Non è un razzista. In passato aveva aiutato Agitu. Si tratta di una lite tra vicini''4-5 minuti
https://www.ildolomiti.it/societa/2018/ ... -si-tratta TRENTO. Una semplice lite tra vicini. C'è chi vorrebbe risolverla così la questione tra Agitu e Cornelio Coser. Come se tra l'altro fosse davvero ''semplice'' una lite tra vicini (quante volte è sfociata in qualcosa di molto complicato?). Ci sono i video, che dimostrano il comportamento aggressivo di lui nei confronti della pastora. C'è la sua ammissione di aver compiuto atti come quello di aver bucato una gomma dalla macchina alla donna. E ci sono le dichiarazioni di Agitu che riferisce di essere stata appellata, lei e il suo aiutante, più volte come frasi razziste e minacciata di morte. Le indagini sono aperte e spetterà alla magistratura decidere se l'accusa (stalking aggravato dall'odio razziale) sarà confermata o meno.
Ieri abbiamo riportato la versione di Coser (QUI ARTICOLO) che si è sottoposto all'interrogatorio di garanzia assistito dal suo avvocato. Oggi pubblichiamo questa lettera firmata da alcuni amici dell'uomo che vogliono, così, dimostrarsi solidali con lui. Lo fanno prendendosela con il mondo dell'informazione. Noi pubblichiamo integralmente cosicché ognuno possa farsi la sua opinione sapendo che, alla fine, come stanno le cose, potrà deciderlo solo la magistratura.
Gentile Direttore,
siamo amiche/amici di Cornelio, l'uomo accusato di razzismo dalla signora Agitu, e vogliamo esprimere il nostro sbalordimento per come i mezzi di comunicazione sia locali che nazionali abbiano trattato il caso. Le accuse rivolte dalla pastora etiope Agitu a Cornelio, dipinto come un uomo rozzo, violento e razzista, sono state infatti presentate come fossero la verità e non solo una versione della storia. Crediamo che l'indignazione che proviamo a causa della violazione frequente dei diritti umani dei migranti e dell'aumento di episodi di razzismo, non debba oscurare il compito del giornalismo, che dovrebbe essere anche quello di porsi domande, ascoltare una pluralità di voci, non dare niente per scontato.
Constatiamo purtroppo che non è così. Mancando una contro-narrativa a quella della signora Agitu, ci sentiamo in dovere di parlare di Cornelio, un uomo sicuramente schivo e a volte burbero, ma non certo razzista. La sua casa porta l'impronta della sua grande sensibilità artistica e delle sue doti di scultore. È una casa accogliente, che Cornelio e la sua compagna Silvia hanno sempre aperto ad amici di qualsiasi lingua e colore. Abbiamo visto Agitu a casa di Cornelio e Silvia quando la pastora, da poco arrivata in valle, aveva bisogno di aiuto.
Cornelio e Silvia hanno messo a disposizione la loro cantina e si sono presi cura dei suoi formaggi in sua assenza. Ma allora cosa è successo? Cosa ha portato a un cambiamento di scenario? Un problema relativo al pascolo della capre di Agitu, lasciate libere di andare ovunque volessero, compreso il terreno di Cornelio, ha creato incomprensioni reciproche, generando un clima di tensione da entrambe le parti. La signora Agitu ha creato su Cornelio una sua narrativa, quella riportata dai giornali, ha ricevuto il sostegno di tutti i politici, ha avuto ampia visibilità, Cornelio ha il suo racconto dei fatti che nessuno si è premurato di ascoltare, ed è già stato giudicato dai mezzi di informazione prima di un processo.
Speriamo di cuore che le indagini in corso portino alla luce la verità dei fatti accaduti e tolgano a Cornelio l'etichetta di razzista che davvero non merita.
Firme
Tamara Boscia
Daniela Ischia
Grazia Casetti
Silvia Moser
Luigi Bazzanella
Patrizia Nicoli
Francesca Moser
Rosanna Bariletti
Enrico Coser
Onore a queste persone dignitose.