I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 8:57 pm

I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora etiope
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https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... iolati.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 8:58 pm

Cornelio Coser il mocheno biondo dal volto umano, nativo, cittadino italiano e vicino di proprietà della straniera etiope, all'inizio buoni vicini ma poi la mancanza di rispetto per i diritti del vicino e di senso di responsabilità della pastora hanno rovinato la buona relazione facendo perdere la pasienza al nativo montanaro mocheno. L'arroganza irrispettosa e razzista di certi stranieri è piuttosto diffusa, credono di avere il demenziale diritto di violare i diritti degli altri e una certa demenziale e criminale politica avvalora questa assurda e ingiusta credenza che danneggia tutti e fomenta odio e conflitti.

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Le capre di Agitu avevano invaso la proprietà di Cornelio e divorato 300 piantine di carpino da poco piantate, non mi pare buona cosa, specialmente se lei aveva poi fatto finta di niente, negato la sua responsabilità e rifiutato di risarcire e magari non avesse fatto nulla per impedire il verificarsi di episodi analoghi a danno del povero nativo Cornelio.
Mi viene il sospetto che quest'uomo sia stato vittima del demenziale razzismo demo sinistro pro stranieri verso i nativi e gli autoctoni cittadini italiani.



Gino Quarelo
Il nativo Cornelio Coser non ha associazioni che difendono i suoi diritti e i diritti delle nostre genti italiche ed europee.
Ma paradossalmente vi sono associazioni umanitarie criminali che arrivano non solo a negargli l'esercizio di tali diritti ma che arrivano alla demenziale calunnia di razzismo per demonizzarlo e negargliegli del tutto finanche di quello a difenderli, peggio che i diritti negati in Etiopia dallo stato etiope alla pastora Agitu poi rifugiatasi in Italia e poco attenta ai nostri diritti.
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Re: I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 8:59 pm

L'africana etiope della Capra Felice un caso infelice
viewtopic.php?f=196&t=2934
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0343187165
L'africana etiope della Capra felice è stata uccisa da un africano ghanese nero più nero di lei.
Forse era lei una razzista che non rispettava i nostri diritti umani, civili e politici!

Mi dispiace tanto che ti abbiano uccisa in questo modo, mi dispiace veramente, ma sei stata tu stessa a portarti la morte in casa e per mano di un africano come te.
Nessun trentino, nessun italiano, nessun cristiano, nessun ebreo, nessun ateo, ti avrebbe mai uccisa tanto meno violentata mentre stavi per morire.



Il suo caso infelice dimostra come l'apertura scriteriata e indiscriminata sia una demenzialità maligna e mortale, un portarsi in casa la morte, proprio come ha fatto lei.
La sua vicenda è un caso di integrazione mancata e impossibile molto diversa da quella di Toni Iwobi la cui integrazione invece è riuscitissima, che è contro l'immigrazione scriteriata e indiscriminata e che ha rispetto per noi lombardi, trentini, veneti, italiani ed europei, rispetto per i nostri diritti umani, civili e politici, contrariamente all'irrispettosità di Agitu Ideo Gudeta che aveva attenzione solo per gli invasori clandestini e i migranti e che non riconosceva a noi il valore/diritto/dovere universale umano, civile e politico di difendere i confini del nostro paese.
All'anagrafe Tony Chike Iwobi (Gusau, 26 aprile 1955), è un politico nigeriano naturalizzato italiano, primo eletto di origine africana al Senato della Repubblica nel partrito della Lega.
https://it.wikipedia.org/wiki/Toni_Iwobi


Chissà perché l'africano nero Tony Chike Iwobi naturalizzato italiano e sposatosi felicemente con una italiana e felicemente integratosi, non ha mai subito attacchi e discriminazioni razziste?
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Re: I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 8:59 pm

La Valle dei Mocheni non è una valle etiope
https://it.wikipedia.org/wiki/Valle_dei_Mocheni
Così e chiamata perché è stata colonizzata, secoli fa, da genti dette mocheni e ancora oggi abitata dai loro discendenti i cui diritti vanno rispettati pienamente e nessuno, certamente anche una rifugiata africana non può permettersi di violare questi diritti, gli stessi diritti che il governo del suo paese ha negato a talune popolazioni etiopi costringendo la pastora Agitu a rifugiarsi in Italia.
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Re: I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 9:01 pm

Perché un nativo o indigeno, nel suo paese, nella sua terra deve essere oggetto di violazione dei suoi beni, della sua proprietà, della sua dignità, subire accuse infamanti e discriminazioni razziali dei suoi diritti, umani e civili?

Perché i trentini e gli italiani e le loro istituzioni civili locali, regionali e nazionali, non difendono la loro gente e i loro cittadini dalle angherie, dai sopprusi, dalla violazione dei loro diritti, dalle discriminazioni razziali aggravate dalle calunnie di razzismo.

Perché quest'uomo, il mocheno Cornelio Coser, ha dovuto subire le angherie di questa persona foresta, la sua mancanza di rispetto, la violazione della sua proprietà, dei suoi beni, dei suoi diritti con in danni economici e la violazione della sua dignità con le calunnie di razzismo, quando in realtà era lui vittima del razzismo di questa persona straniera ospitata nella sua valle e delle associazioni che la sostenevano ?


Aggredì la pastora Agitu, condannato a 9 mesi per lesioni
Cronaca - Trentino
27 gennaio 2020

https://www.giornaletrentino.it/cronaca ... -1.2245330

TRENTO. Nove mesi di reclusione per il reato di lesioni, 50 euro di multa e un risarcimento danni di 2.000 euro, più 3.500 euro di spese legali, con eventuale sospensione condizionale della pena legata alla rifusione effettiva del danno. Questa la sentenza pronunciata dal giudice Elena Farhat nei confronti di Cornelio Coser, 54enne residente a Frassilongo, finito a processo a Trento con l'accusa di aver aggredito e compiuto atti persecutori, con l'aggravante dell'odio razziale, nei confronti di Agitu Ideo Gudeta, allevatrice etiope che proprio in val dei Mocheni, nella proprietà vicina a quella dell'imputato, porta avanti la sua azienda agricola «La capra felice». La giudice ha dunque riconosciuto il reato di lesioni per un episodio, documentato da un referto, mentre è caduta l'accusa di stalking e l'aggravante dell'odio razziale.

Al termine della requisitoria, stamane, il pubblico ministero Maria Colpani aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione, con il riconoscimento dell'aggravante, mentre la parte civile - rappresentata dall'avvocatessa Elena Biaggioni - aveva chiesto una provvisionale da 15.000 euro e un risarcimento di 50.000 euro da liquidare all'allevatrice.

Coser era accusato di aver preso di mira la donna con un'escalation di insulti, frasi razziste e minacce contro di lei e contro i suoi animali, culminati in un'aggressione fisica documentata con lo smartphone, che l'allevatrice denunciò nell'estate del 2018 ai carabinieri e a seguito della quale scattò la misura degli arresti domiciliari, commutati dopo 7 mesi in un divieto di avvicinamento. Fatti e parole che l'uomo - difeso dall'avvocato Claudio Tasin - ha sempre negato, pur ammettendo che ci fossero stati dei diverbi legati, in particolare, ad alcuni danni arrecati dal gregge di capre nella sua proprietà.

È stato condannato in primo grado a 9 mesi Cornelio Coser, il 55enne di Frassilongo che nell'estate 2018 aveva aggredito l’imprenditrice agricola Agiu Ideo Gudeta, la propria vicina di campo, in valle dei Mocheni.

Il giudice Elena Farhat ha addebitato all'uomo solo il reato di lesioni, mentre è caduta l'accusa di stalking aggravato dall’odio razziale. Coser aveva scontato già sette mesi di arresti domiciliari.

Le accuse. La donna, nella denuncia che aveva presentato ai carabinieri, aveva spiegato di essere molto spaventata dal comportamento di Coser tanto da aver cambiato le sue abitudini. Un esempio? Aveva modificato gli orari di lavoro dei suoi collaboratori per non essere mai da sola». Sono diversi gli episodi che erano stati contestati a Coser nel corso di un anno.

Secondo Agitu l’uomo l'avrebbe infatti aggredita con frasi considerate a sfondo razzista e poi l’avrebbe anche persa per il collo mentre lei era intenta alla mungitura e le avrebbe sgonfiato le gomme della macchina. Questo nonostante Agitu lo stesse filmando.

Nell’ordinanza anche l’episodio di agosto quando la pastora ha ripreso l’aggressione subita dall’uomo con tanto di bastone. Un video che era diventato un caso nazionale. L’ultima segnalazione ad inizio settembre quando l’uomo avrebbe disturbato il gregge della donna liberando contro le capre i suoi cani.

«Non ho mai detto negra o negri a nessuno», si era difeso l'uomo. E aveva spiegato che inizialmente fra lui e Agitu si era creato anche un buon rapporto, degenerato - era la versione di lui - a causa dell'"invasione" delle capre di lei che - diceva Coser - gli avevano divorato le 300 piante di carpino.

Coser allora si era recato dalla donna e aveva sgonfiato una gomma della sua auto, in un momento di sfogo. Aveva anche negato di aver liberato i cani contro le capre di Agitu e di aver utilizzato frasi razziste contenenti li termine «negra». Certo, ci sono state parole forti, reciproci insulti, ma senza utilizzare termini discriminatori.

Gino Quarelo
Cornelio Coser il mocheno dai capelli lunghi, non mi pare proprio un uomo cattivo, disumano e razzista, anzi:
Cornelio Coser con il suo avvocato Claudio Tasin: ...
Le capre di Agitu avevano invaso la proprietà di Cornelio e divorato 300 piantine di carpino da poco piantate, non mi pare buona cosa, specialmente se lei aveva poi fatto finta di niente, negato la sua responsabilità e rifiutato di risarcire e magari non avesse fatto nulla per impedire il verificarsi di episodi analoghi a danno del povero nativo Cornelio.
Mi viene il sospetto che quest'uomo sia stato vittima del demenziale razzismo demo sinistro pro stranieri verso i nativi e gli autoctoni cittadini italiani.


Gli amici di Cornelio Coser: ''Non è un razzista. In passato aveva aiutato Agitu. Si tratta di una lite tra vicini''
4-5 minuti

https://www.ildolomiti.it/societa/2018/ ... -si-tratta

TRENTO. Una semplice lite tra vicini. C'è chi vorrebbe risolverla così la questione tra Agitu e Cornelio Coser. Come se tra l'altro fosse davvero ''semplice'' una lite tra vicini (quante volte è sfociata in qualcosa di molto complicato?). Ci sono i video, che dimostrano il comportamento aggressivo di lui nei confronti della pastora. C'è la sua ammissione di aver compiuto atti come quello di aver bucato una gomma dalla macchina alla donna. E ci sono le dichiarazioni di Agitu che riferisce di essere stata appellata, lei e il suo aiutante, più volte come frasi razziste e minacciata di morte. Le indagini sono aperte e spetterà alla magistratura decidere se l'accusa (stalking aggravato dall'odio razziale) sarà confermata o meno.

Ieri abbiamo riportato la versione di Coser (QUI ARTICOLO) che si è sottoposto all'interrogatorio di garanzia assistito dal suo avvocato. Oggi pubblichiamo questa lettera firmata da alcuni amici dell'uomo che vogliono, così, dimostrarsi solidali con lui. Lo fanno prendendosela con il mondo dell'informazione. Noi pubblichiamo integralmente cosicché ognuno possa farsi la sua opinione sapendo che, alla fine, come stanno le cose, potrà deciderlo solo la magistratura.

Gentile Direttore,

siamo amiche/amici di Cornelio, l'uomo accusato di razzismo dalla signora Agitu, e vogliamo esprimere il nostro sbalordimento per come i mezzi di comunicazione sia locali che nazionali abbiano trattato il caso. Le accuse rivolte dalla pastora etiope Agitu a Cornelio, dipinto come un uomo rozzo, violento e razzista, sono state infatti presentate come fossero la verità e non solo una versione della storia. Crediamo che l'indignazione che proviamo a causa della violazione frequente dei diritti umani dei migranti e dell'aumento di episodi di razzismo, non debba oscurare il compito del giornalismo, che dovrebbe essere anche quello di porsi domande, ascoltare una pluralità di voci, non dare niente per scontato.

Constatiamo purtroppo che non è così. Mancando una contro-narrativa a quella della signora Agitu, ci sentiamo in dovere di parlare di Cornelio, un uomo sicuramente schivo e a volte burbero, ma non certo razzista. La sua casa porta l'impronta della sua grande sensibilità artistica e delle sue doti di scultore. È una casa accogliente, che Cornelio e la sua compagna Silvia hanno sempre aperto ad amici di qualsiasi lingua e colore. Abbiamo visto Agitu a casa di Cornelio e Silvia quando la pastora, da poco arrivata in valle, aveva bisogno di aiuto.

Cornelio e Silvia hanno messo a disposizione la loro cantina e si sono presi cura dei suoi formaggi in sua assenza. Ma allora cosa è successo? Cosa ha portato a un cambiamento di scenario? Un problema relativo al pascolo della capre di Agitu, lasciate libere di andare ovunque volessero, compreso il terreno di Cornelio, ha creato incomprensioni reciproche, generando un clima di tensione da entrambe le parti. La signora Agitu ha creato su Cornelio una sua narrativa, quella riportata dai giornali, ha ricevuto il sostegno di tutti i politici, ha avuto ampia visibilità, Cornelio ha il suo racconto dei fatti che nessuno si è premurato di ascoltare, ed è già stato giudicato dai mezzi di informazione prima di un processo.
Speriamo di cuore che le indagini in corso portino alla luce la verità dei fatti accaduti e tolgano a Cornelio l'etichetta di razzista che davvero non merita.

Firme

Tamara Boscia
Daniela Ischia
Grazia Casetti
Silvia Moser
Luigi Bazzanella
Patrizia Nicoli
Francesca Moser
Rosanna Bariletti
Enrico Coser

Onore a queste persone dignitose.
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Re: I diritti umani del nativo mocheno violati dalla pastora

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 9:02 pm

Sette mesi agli arresti domiciliari è stato costretto a fare questo buon uomo nativo a causa di questa donna straniera che a ben guardare è la vera razzista, senza alcun rispetto per le genti della terra che la ospitava.


«Capre Agitu invadenti io non sono razzista»
6 ottobre 2018

https://www.ladige.it/news/cronaca/2018 ... o-razzista

Cornelio Coser si difende andando al contrattacco: «Non ho mai usato nei confronti di Agitu (Ideo Gudeta) parole come “brutta negra”, piuttosto è stata lei a infastidirmi: le sue capre hanno mangiato 300 piante di carpino appena comprate. In un’altra occasione è stata lei a colpirmi con un bastone. lei ha persino telefonato a mia madre per farle dire che io sono matto e le ha detto che mi vorrebbe vedere marcire in galera...».

Il 53enne finito agli arresti domiciliari con l’accusa di atti persecutori nei confronti dell’allevatrice etiope non ci sta a passare per stalker, per di più razzista. Ieri, in occasione dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Enrico Borrelli, l’indagato, difeso dall’avvocato Claudio Tasin, ha raccontato la sua versione dei fatti. Una ricostruzione molto diversa da quella offerta dalla parte offesa (che però è stata ritenuta credibile dalla procura e dallo stesso giudice che ha emesso la misura cautelare sulla base di «gravi indizi»).
Coser in sostanza ha replicato di essere stato più volte provocato da Agitu e ha sottolineato come l’allevatrice fosse entrata in contrasto anche con altre persone di Frassilongo.

E pensare che, stando a quanto riferito dall’indagato, all’inizio Coser e Agitu e i rispettivi compagni si erano frequentati aiutandosi reciprocamente. Ad innescare le prime tensioni sarebbe stato l’aumento del traffico di auto private che, pur essendo dirette da Agitu, finivano sulla strada dove abita Coser. Poi, il 19 di giugno, ci sarebbe stato l’episodio delle piante di carpino in buona parte mangiate dalle capre della parte offesa. Coser sostiene che lo stesso danno lo aveva subito anche la sua vicina di casa. Arrabbiato, avrebbe preso la moto per raggiungere l’allevatrice. Coser sostiene che alle sue lamentele la donna avrebbe risposto che doveva essere lui a costruire un recinto. Esasperato, l’indagato dice di aver preso per il bavero l’allevatrice che avrebbe risposto colpendolo con una pietra sul braccio. E lui, «per scaricare la rabbia», avrebbe risposto sgonfiando una gomma dell’auto di Agitu. L’indagato però nega di aver ucciso tre capre, «non è vero perché semmai le avrei uccise tutte», è stata la laconica difesa dell’indagato.

Da quel momento i rapporti tra i due si guastarono al punto che, secondo Coser, Agitu ogni volta riprendeva con il suo cellulare. In un caso ad agosto Agitu avrebbe colpito con un bastone (lei in proposito precisa di essersi difesa dopo essere stata aggredita). L’indagato ha anche raccontato che Agitu aveva avuto un diverbio con una persona del paese: c’era un camion che ostruiva il passaggio e lei, visto che nessuno spostava il mezzo pesante, avrebbe minacciato gli operai. Il giorno seguente l’allevatrice scoprì che lae gomme dell’auto erano state tagliate. Da allora avrebbe piazzato delle telecamere di sicurezza perché aveva paura. «Sono dispiaciuto per quanto è accaduto - ha concluso Coser - io non sono mai stato razzista».

Al termine dell’interrogatorio di garanzia l’avvocato Tasin ha chiesto al giudice la revoca della misura cautelare e in subordine la concessione di una misura meno afflittiva (divieto di avvicinamento ad Agitu oppure obbligo di firma) e il permesso comunque di poter lavorare (su quest’ultima richiesta c’è il parere favorevole della procura).



Gino Quarelo
Spero tanto che sia fatto l'appello e che tutte queste cose vengano fuori e che vi sia una mobilitazione corale delle nostre genti e della Lega a sostegno di quest'uomo buono vittima di incivile e criminale razzismo politico e a tutela dei suoi e dei nostri diritti umani, civili e politici.

Questa straniera, rifugiata etiope, che si era messa a fare la pastora in val dei Mocheni, affittando una proprietà esistente con il contributo pubblico, pretendeva che fossero gli altri, i suoi vicini, a recintare le loro proprietà e non lei a dover custodire le sue capre dimmodochè non sconfinassero nelle proprietà altrui danneggiandole: pascoli, orti, coltivazioni varie, vivai e boschi.
E questa sarebbe la civiltà africana e di questa donna etiope laureatisi in sociologia a Trento, e questa sarebbe una persona, donna, nera, africana, rifugiata esemplare?



Chiunque(1) introduce o abbandona animali in gregge o in mandria nel fondo altrui è punito con la multa da euro 10 a euro 103.

Dispositivo dell'art. 636 Codice Penale
Fonti → Codice Penale → LIBRO SECONDO - Dei delitti in particolare → Titolo XIII - Dei delitti contro il patrimonio → Capo I - Dei delitti contro il patrimonio mediante violenza alle cose o alle persone

https://www.brocardi.it/codice-penale/l ... rt636.html

Se l'introduzione o l'abbandono di animali, anche non raccolti in gregge o in mandria, avviene per farli pascolare nel fondo altrui(2), la pena è della reclusione fino a un anno o della multa da euro 20 a euro 206.

Qualora il pascolo avvenga, ovvero dalla introduzione o dall'abbandono degli animali il fondo sia stato danneggiato, il colpevole è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da euro 51 a euro 516(3).

Il delitto è punibile a querela della persona offesa.
Note
(1) Non è richiesto quale presupposto del reato che l'agente sia proprietario degli animali, essendo sufficiente che di questi abbia la custodia.
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