Razzismo dei neri contro i bianchi

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » ven giu 05, 2020 7:42 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » ven giu 05, 2020 7:43 pm

Grazie Trump

Lo volevano rintanato in un rifugio e lui ieri sera ha lasciato la Casa Bianca e si è recato in visita alla St John’s Church, anche detta chiesa dei Presidenti, data alle fiamme dalle truppe del clan Soros, che glielo aveva promesso apertamente ad inizio anno.
E ha preso in mano la Bibbia su cui ha giurato in quel fatidico Gennaio 2017, un messaggio potente.
Ha chiesto giustizia per Floyd, ha condannato la violenza, si è schierato con i manifestanti pacifici, ha mandato la Guardia Nazionale a ristabilire l’ordine, altro che nascondersi.
Si è preso pure i rimbrotti della Vescova della St John’s, alla Cnn non sembrava il vero.
Tanto qualsiasi cosa faccia è sbagliata, ma lui va avanti per un futuro migliore, anche di chi lo odia.
E se non hanno ritenuto bastasse la pandemia del virus di Wuhan e hanno dovuto organizzare una guerra civile significa solo una cosa, che sono disperati.
Forza, resilienza, speranza, per la gente di buona volontà, non importa il colore, è pura aria fresca.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater



Trump tu sei il nostro raggio di speranza!

Il presidente del sindacato di polizia di New York City ha scritto in una lettera ai suoi: "So che stiamo perdendo la città".
La città che non dorme mai sottoposta al coprifuoco, per strada l’anarchia, uomini e donne colpiti da pietre, agenti di polizia presi a pistolettate o a coltellate, automobili incendiate, vetrine distrutte, negozi saccheggiati. Chi viene arrestato viene subito rilasciato, pronto a ritornare sulla scena grazie alle nuove leggi pro criminali e al compagno Covid.
“Black Power” e “Arab Power”, non sono richieste di giustizia ma dichiarazioni di guerra. E Dio sa quanto tutto questo fosse facilmente prevedibile, col sindaco para comunista e la figlia rivoltosa.
Lo stesso Cuomo che fa parte della stessa famiglia politica se ne è accorto, ma è solo uno squallido gioco delle parti. E lo stesso Trump può poco, troppo poco.
Fa male al cuore per chi ama e conosce New York ma vista la piega presa non ci poteva essere altro finale, a me bastava osservare il controllo massiccio e scientifico del territorio, blocco per blocco, delle sentinelle arabe attraverso i banchetti dello stretto food che a Manhattan sono tutti Halal. Nulla avviene per caso, si tratta di un investimento enorme e tecnicamente impossibile da attuarsi senza complicità. Dovrebbe far riflettere in tempo di pace, ma ti danno del razzista e allora tutti con la testa sotto la sabbia.
Solo che poi in tempo di guerra è tardi. A ben guardare era davvero solo questione di tempo e di innesco della miccia.
Eppure se queste immagini incredibili ci sono in qualche modo familiari è anche grazie a film come Joker, che un po’ anticipano i tempi e un po’, soprattutto, fanno da megafono alla propaganda. Basta ripercorrerne mentalmente la trama, a quali conclusioni conduca per mano lo spettatore che alla fine parteggia per i criminali contro se stesso come se dovesse scontare una colpa che non ha. Suona familiare? Provate a scrivere che non c’è nulla di male nell’essere bianchi e poi mi fate sapere.
In questo circo propagandistico a se senso unico che continua, che prescinde dai fatti, dai dati, dalla realtà. Dove abbiamo bianchi contro neri, femmine contro maschi, dove i cattivi sono i tutori dell’ordine e i buoni sono i saccheggiatori.
In uno schema sempre uguale a se stesso, che porta per esempio al totale oscuramento delle voci dei leader e persone comuni di colore che si oppongono ai metodi violenti del movimento Black Lives Matter e da Antifa, entrambi con legami con Soros e la MB, che operano per dividere e distruggere per prime la comunità afroamericana.
E vi dico che le cose andrebbero anche peggio se i rivoltosi non sapessero che molti americani sono bene armati e così forse ora avranno capito tutti perché con l’avvento del virus di Wuhan la gente di buona volontà ha pensato a come eventualmente proteggersi, dalle bande di Soros e dal super governo che questi nemici del popolo avrebbero in mente, usando il compagno Covid e se necessaria la guerra civile.
Lo dico guardando affranto New York e pensando al futuro che verrà, quando a bruciare saranno le città italiane ed europee.
Per lo meno negli Stati Uniti un raggio di speranza c’è ancora.



Una non oppressa, una non vittima, una non umilata e offesa, una donna di colore orgogliosamente pro Trump. Candace Owens, da ascoltare.
Niram Ferretti
5 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7984597363

"Ci hanno rifliato un sacco di bugie, a detrimento della comunità di colore, a detrimento della comunità bianca, a detrimento degli Stati Uniti...George Floyd merita giustiza ma non sono disposta ad accettare la narrativa che lui rappresenti quanto di meglio la comunità di colore abbia da offrire malgrado sia diventato di moda negli ultimi anni trasformare in eroi dei criminali...E non sono disposta ad accettare che venga trasformato in un eroe della comunità di colore e che si debbano comprare magliette con il suo nome...era un criminale e questo non significa che meritasse di morire ma significa che non farò parte della affranta cultura nera che vuole sempre trasformare i criminali in martiri...Il 6% della popolazione, i maschi di colore, perpetra il 44% degli omicidi in questo paese secondo le statistiche del 2018 e come neri rappresentiamo il 13% della popolazione e questo significa che abbiamo molte più possibilità di scontri con i poliziotti. Un poliziotto ha 18 volte più probabilità di essere ucciso da una persona di colore che il contrario. Dunque la narrativa in corso è solo una cortina fumogena, è completamente costruita. Se volete appendere nelle vostre stanze poster di criminali reputandoli degli eroi fatelo, io terrò un immagne di Kobe Bryant, voi tenetene una di George Floyd..È così facile fare le vittime, è così facile inginocchiarsi e fare tutte queste cose per noi, sono stronzate...È una farsa...Puntiamo il dito solo quando un bianco commette un crimine nei nostri confronti ma non ci facciamo mai carico della violenza dei neri nei confronti dei neri".

https://www.frontpagemag.com/fpm/2020/0 ... agemagcom/




Sondaggio: Quasi il 60 per cento degli americani vuole che i militari aiutino la polizia a gestire le rivolte
5 giugno 2020

https://www.islamnograzie.com/sondaggio ... e-rivolte/


Un nuovo sondaggio ha rivelato che una netta maggioranza di americani vorrebbe che i militari si dispiegassero per aiutare la polizia cittadina a porre fine alle violente rivolte che hanno scosso il paese negli ultimi giorni.

Il sondaggio, condotto da Morning Consult, ha rilevato che il 58 per cento degli americani sostiene lo spiegamento dell’esercito per aiutare gli agenti di polizia a bloccare le rivolte e i saccheggi che hanno avuto luogo in 130 città degli Stati Uniti.

Alla domanda se sostenevano “La chiamata dell’esercito degli Stati Uniti per integrare le forze di polizia della città”, il 33 per cento dei 1.624 intervistati ha detto di “sostenerlo in maniera forte” mentre il 25 per cento ha detto che “in qualche modo lo sostengono”, arrivando quindi ad un totale del 58% a favore dell’intervento dei militari.

Al contrario, solo il 19 per cento degli intervistati ha dichiarato di “opporsi fortemente” alla misura, mentre l’11 per cento ha dichiarato di “opporsi in qualche modo” ad essa.

Il sondaggio ha anche rivelato che una notevole percentuale di elettori tipicamente affiliati al Partito Democratico sono aperti al dispiegamento di militari. Il 43 per cento degli elettori sotto i 34 anni, il 40 per cento dei “liberali” auto-identificati e il 37 per cento degli afroamericani ha detto che avrebbero sostenuto il dispiegamento di militari per aiutare la polizia cittadina.

L’indagine ha anche scoperto che poco più di 7 americani su 10 hanno sostenuto il dispiegamento della Guardia Nazionale per le strade per fermare le rivolte e i saccheggi che si stanno verificando.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » ven giu 05, 2020 7:43 pm

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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » ven giu 05, 2020 7:43 pm

I neri del Mondo, sia in Africa che negli USA non sono vittime del razzismo, dell'oppressione e dello sfruttamento dei bianchi, degli occidentali, dei cristiani, spesso è il contrario, specialmente in Africa, negli USA e in Europa e specialmente dei neri maomettani il cui suprematismo è peggiore di quello hitleriano.


Burgess Owens, nero, ex campione di football americano, uomo d'affari di successo, oggi politico repubblicano. Discendente di un bisnonno schiavo che costruì la sua storia di uomo indipendente diventando un rispettato membro della sua comunità.

Niram ferretti
6 giugno 2020

https://www.facebook.com/profile.php?id=100004575318063

Owens rifiuta la condiscendenza dei progressisti bianchi e degli attivisti neri, che vorrebbero, attraverso la proposta del "Reparation Act" fornire ai discendenti degli schiavi neri un indennizzo per le ingiustizie subite.
Rifiuta lo status di vittima. Spiega perchè con il sacrificio delle migliaia di americani che diedero la loro vita nella guerra civile del 1861-1865 combattuta anche per l'abolizione della schiavitù, l'indennizzo è stato già pagato. Spiega che considerare i neri vittime unicamente per il colore della loro pelle è, di fatto, una forma di razzismo.
Un'altra voce della comunità di colore, e sono molte, contro il totalitarismo progressista del politicamente corretto.

https://www.frontpagemag.com/fpm/2020/0 ... 8.facebook

Fabio Giuseppe Corinto
Ottimo. Sottolineo però come, storicamente, la Guerra Civile Americana non sia scoppiata per abolire la schiavitù, dato che sarebbe stato ben difficile mobilitare milioni di uomini per questo. Lo scopo di Lincoln, tendenzialmente segregazionista e che voleva mandare la gente di colore in Liberia, non era inizialmente quello di abolire la "peculiare istituzione". Lo fece DOPO, per motivi strategici a guerra già iniziata da un pezzo, con l'Atto di Emancipazione che entrò in vigore nel 1863.
Inoltre fu il Sud a dare avvio alla guerra, attaccando ed espugnando Fort Sumter il 12-13 aprile 1861.
Aggiungo poi che se è vero che milioni di soldati combatterono e morirono per questo ULTERIORE e successivo motivo, dall'altra parte ce ne furono moltissimi altri che combatterono per le ragioni opposte. Pertanto, secondo il mio modestissimo parere, questa obiezione è portata avanti con ottime intenzioni ma, ahimè, fallace sotto diversi punti di vista.
Speriamo che non se ne accorgano i contestatori

Niram Ferretti
Sono sostanzialmente d'accordo. Tuttavia, il punto di vista espresso da Burgess Owens ha una sua legittimità.
Grazie per la tua puntuale precisazione Fabio.

Fabio Giuseppe Corinto
Niram, il punto di vista di Burgess Owens non solo è legittimo, ma è anche intriso di quella dignità e dell'orgoglio di avercela fatta che mancano a tutte le mammolette che protestano per fare i propri comodi (leggasi depredare, vandalizzare, aggredire), avere la pappa pronta e non prendersi la responsabilità delle proprie azioni, incolpando sempre gli altri e la società.



Gino Quarelo

Vi è da dire che:
1)
Più di tre quarti degli americani USA odierni sono arrivati negli Stati Uniti dopo la fine delle "guerre indiane" e non possono avere quindi alcuna responsabilità e alcuna colpa nel presunto sterminio o genocidio dei pellirossa, né diretta né indiretta;
perciò è del tutto demenziale e calunnioso accusare gli americani di genocidio degli indigeni, oltretutto tra gli americani odierni, come cittadini USA vi sono anche i pellirossa o nativi amerindi scampati al presunto genocidio.
In generale, accusare e demonizzare gli americani per il presunto genocidio dei pellirossa non è né segno di grande umanità né di elevata cultura storica e civiltà giuridica, ma solo segno di strabordante e demenziale ignoranza.


2)
Lo stesso si può dire per quanto riguardo lo schiavismo, la stragrande maggioranza degli americani odierni non ha alcuna responsabilità e colpa, sono tutti arrivati negli USA dopo l'abolizione della schiavitù e la maggior parte parte non ha partecipato alla discriminazione dei neri e un'altra parte poi è arrivata negli USA dopo la fine della segregazione razziale.
La responsabilità è sempre individuale e accusare l'America o gli USA e gli americani di razzismo è una calunnia demenziale, A suo tempo solo una parte degli americani USA era schiavista e sono morti tutti da molti molti anni.
Gli americani USA odierni poi sono costituiti da migranti che sono arrivati nei secoli da tutto il Mondo, da ogni continente tra cui l'Africa e molti afroamericani sono arrivati da uomini liberi e non sono discendenti dagli antichi schiavi.

Popolazione delle americhe nei millenni e nei secoli

Stime popolazione mondiale
https://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale
in milioni

Nord America (nativi e migranti dall'Europa e dal Mondo)
nell'anno 1750 circa 2 milioni
nel 1800 circa 7 milioni
nel 1850 circa 26 milioni
nel 1900 circa 82
nel 1950 circa 172
nel 2000 circa 307

Popolamento delle Americhe
https://it.wikipedia.org/wiki/Popolamen ... e_Americhe
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:22 pm

Africa razzista, il continente nero è tra i più razzisti della terra
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2750
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:23 pm

“GEORGE FLOYD NON È IL MIO MARTIRE”
dice Candace Owens, donna afroamericana, «Tutti fingono che quest’uomo conducesse uno stile di vita “eroico”.Nessuno vuole dire la verità a riguardo».
La verità a cui si riferisce è che Floyd era stato condannato per ben 5 volte a una pena detentiva e che nel 2007 aveva fatto irruzione nella casa di una donna incinta e l’aveva minacciata puntandole la pistola sulla pancia. Il giorno della sua morte Floyd era strafatto di fentanyl e metanfetamine.
La Candance si chiede anche: "Perché l'atroce omicidio della ragazzina bianca Tessa Major per mano di 3 minorenni neri non è considerato crimine a sfondo razziale?".
Parole da prendere in considerazione come un tassello nel mosaico, non per relativizzare la brutalità del poliziotto, ma per indurre a riflettere chi oggi eccita e sostiene i saccheggi e le devastazioni in atto.
(La Owens è stata minacciata di stupro e di morte).



LA REALTÀ STRAVOLTA
Niram Ferretti
7 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... d_activity

Durante una Messa, in una chiesa di Milano, oggi, il sacerdote ufficiante, un africano proveniente dal Cameron, ha paragonato gli Stati Uniti all'Egitto di quando gli ebrei erano schiavi.

Un delinquente comune di colore, George Floyd, ucciso da un poliziotto arrestato per omicidio, è diventato una santa icona.

Non contano le statistiche che ci dicono senza fallo che la maggioranza dei crimini violenti negli Stati Uniti vengono commessi da maschi di colore. Non conta che la maggiorannza dei neri americani non si sente schiava, non viva da schiava, e abbia, in molti casi una professione e un reddito superiore a quello dei bianchi. Non conta che gli USA abbiano dato l'opportunità a straordinari talenti afromaricani di imporsi a livello mondiale nelle loro rispettive discipline. Tutto questo, i fatti, sono irrilevanti, come lo sono sempre nella narrazione progressista la quale ci vuole fare credere che in USA si sia ancora ai tempi delle aberranti disposizioni conosciute come il sistema Jim Crow.

Sì, il razzismo esiste in USA, ed è una conseguenza del suo passato storico. Il razzismo nei confronti dei neri ha una lunga storia, ma negli ultimi cinquanta anni sono stati fatti passi giganteschi. Quale altro paese al mondo offre a uomini e donne di discendenza africana le stesse possibilità che offrono loro gli Stati Uniti? Quale Stato africano? Quale Stato europeo, sudamericano o asiatico?

Quali sono i neri non americani che hanno avuto la possibilità di diventare Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Morgan Freeman, Thomas Sowell, Michael Jordan, Michael Jackson, Condoleezza Rice, Muhammad Alì, Toni Morrison, Barack Obama, ecc?

Dove sono i loro corrispettivi europei, africani, sudamericani, asiatici?

Esistono ancora soprusi ai danni dei neri da parte dei bianchi? Certamente. Ed esisteranno sempre. Sono fisiologici e sono, fortunatamennte, una minoranza.

La società perfetta della Giustizia è l'aberrante utopia degli gnostici che credono che i limti della natura umana siano eliminabili, e in ossequio a questa delirante convinzione sono disposti a tutto pur di affermarla, non ultima la violenza giusta ed emendatrice.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:41 pm

IL SISTEMA BIANCO
Niram Ferretti
6 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... d_activity

Dovevamo aspettarcelo ed è arrivato. Bansky, il quale da anni ci delizia con le sue opere pro-palestinesi, ora è giunto con la sua opera pro-Black Life Matters. Bansky ha anche voluto accompagnare l'opera con una sentita riflessione.

"Sulle prime pensavo di tenere la bocca chiusa e lasciare che fossero i neri a intervenire sulla questione. È il loro problema, non il mio. Ma poi mi sono detto: le persone di colore vengono ignorate dal sistema. Il sistema bianco. Come una tubatura rotta che allaga l'appartamento di sotto. Il sistema rotto rende la loro vita miserabile, ma ripararlo non è compito loro. Non possono, perché nessuno li farà entrare nell'appartamento al piano superiore. È un problema bianco. E se i bianchi non lo riparano, qualcuno verrà al piano di sopra e sfonderà la porta".

Chiaro a tutti? "Il sistema bianco". Anche Bansky è bianco, ma è anche, come tutti coloro che stanno dalla parte del Bene, della Verità e della Giustizia, per le vittime. Le vittime del sistema bianco. Così come è dalle parte delle vittime del sistema sionista. Non si conoscono sue opere contro il sistema musulmano, soprattutto quello in vigore in Iran, o contro il sistema venezuelano, o quello cinese o castrista. Nessuna opera contro il sistema nordcoreano.

Succede, soprattutto quando si ha attenzione nei confronti di sistemi di oppressione ben peggiori, come il sistema bianco che opprime i neri. Tutti. Più o meno. Non importa se ci sono quelli che si non si sentono oppressi. Sono conniventi con il sistema, o meglio, per dirla con Marx, la loro è falsa coscienza.

Black Life Matters e altri, tra cui Bansky, hanno il dovere di liberarli da questa forma di alienazione psicologica e mostrare loro che in realtà sono vittime del sistema, il sistema bianco.

Bansky ci ammonisce. Anche Marx e Engles ammonivano i capitalisti, i borghesi. Il fantasma che si aggirava per l'Europa li avrebbe presto spazzati via. Bansky non è così drastico. Lui è per la riparazione. Esattamente in cosa consista non si sa. Ci saranno, probabilmente, dispacci ulteriori. Intanto godiamoci opera, riflessione e ammonimento.



Chi ruba i Rolex non combatte il razzismo
Michael Sfaradi
6 giugno 2020

https://www.nicolaporro.it/chi-ruba-i-r ... -razzismo/

La morte di George Floyd a Minneapolis è la conseguenza di un atto eseguito dall’agente di polizia Derek Chauvin, per la vicenda ho già scritto un articolo su questo sito. Ci sono però altri fatti legati a questo evento che è necessario ripetere e sottolineare. La responsabilità dell’omicidio è da addossare all’agente e per questo Derek Chauvin è stato cacciato dalla polizia, è stato arrestato, accusato e lasciato dalla moglie che, dopo i fatti e probabilmente per non essere coinvolta nello tsunami che è poi straripato, ha chiesto immediatamente il divorzio.

A decidere di che tipo di omicidio si sia trattato, colposo o volontario, che condanna dovrà subire Derek Chauvin e quale sarà il risarcimento che la città di Minneapolis, la polizia risponde al sindaco e alla giunta municipale, dovrà pagare agli eredi, sarà deciso da una Corte di Pari con i famosi dodici giurati. Anche l’aggravante dell’odio razziale sarà decisa dalla Corte e, se accertata, aggiungerà ulteriori anni da scontare in carcere alla pesante condanna che si profila all’orizzonte.

A quanto pare Derek Chauvin già in passato era rimasto coinvolto in eventi dubbi, uno in particolare finì con uno scontro a fuoco dove una persona era stata da lui uccisa con due colpi di pistola al ventre. Qualcuno dovrà spiegare perché un soggetto del genere fosse ancora in servizio attivo. Ho anche notato che quella di mettere il ginocchio sul collo di un fermato per immobilizzarlo, è una tecnica in uso presso gli agenti di polizia di diverse città U.S.A. Tale tecnica fa parte di qualche manuale di addestramento? Questa sarebbe una domanda intelligente alla quale bisognerebbe dare una risposta, perché in caso affermativo sul banco degli imputati dovrebbero sedere anche chi ha scritto il manuale e chi lo ha approvato.

Se invece si tratta di una tecnica fai-da-te, magari una variante “cattiva” di qualcosa in uso nel wrestling che però fuori dalla finzione del ring può uccidere, in alcune immagini arrivate in questi giorni dagli Stati Uniti si vedono colli dei fermati e ginocchia in divisa che si incontrano troppo spesso, la cosa cambia. Come è possibile che i capi dei vari dipartimenti di polizia non ne fossero a conoscenza? Se non lo erano sono degli incapaci e dovrebbero dimettersi, mentre se lo erano, ora che c’è scappato il morto è giusto che si prendano le loro responsabilità.

C’è da aggiungere che il corpo di polizia di Minneapolis, come quello di qualsiasi altra città, non è e non può essere responsabile per le azioni di un mascalzone in divisa. Mele marce e corrotti si annidano in tutte le organizzazioni e, purtroppo, anche in quelle destinate alla nostra sicurezza. Solo gli Affari Interni, che in questi casi devono indagare, accusare ed epurare chi si è macchiato di illeciti durante il servizio, possono fare pulizia dove serve, al fine di mantenere la credibilità delle forze dell’ordine.

“Per star seduto su una volante, la voce in radio ci fa tremare, che di coraggio ne abbiamo tanto, ma qui diventa sempre più dura quando ci tocca di fare i conti con il coraggio della paura. E questo è quel che succede adesso, che poi se c’è una chiamata urgente se prende su e ci si va lo stesso”. Questa frase tratta dalla canzone Signor Tenente di Giorgio Faletti, sintetizza in pieno cosa passa nella testa di chi fa il proprio dovere e onora la divisa che indossa, perché alla fine, quando ne abbiamo bisogno, e prima o poi succede a tutti di averne bisogno, è sempre agli uomini in divisa che ci affidiamo nel momento di emergenza o di pericolo. E questo accade in ogni democrazia.

Ma al punto in cui siamo arrivati è anche necessario mettere ordine alla confusione mediatica che si è creata intorno a questo evento, confusione che, ne sono sicuro, alla fine sarà anche di intralcio alla giustizia. L’omicidio di George Floyd ha fatto da detonatore alle giuste contestazioni della minoranza di ‘colore’, contestazioni che però hanno dato il via a devastazioni e saccheggi che danno la netta sensazione di essere stati preparati a tavolino. Devastazioni seguite da molti media che, anziché stigmatizzare, sembra facciano il tifo per chi ha deciso, come è successo sulla Quinta Strada di New York, di andare a fare shopping nei negozi di lusso spaccando le vetrine e saccheggiando quello che c’era esposto o che era a portata di mano.

Chi ruba orologi Rolex o vestiti nelle boutique di lusso, non è un contestatore ma un delinquente al quale interessa solo impossessarsi con la forza di un qualcosa che non riuscirebbe mai ad ottenere in altro modo. Questo è inaccettabile come è inaccettabile che una tragedia di competenza di un Governatore di uno Stato venga cinicamente sfruttata per fini politici contro il Presidente in carica e in vista delle elezioni presidenziali. Prima o poi scopriremo se qualcuno ha soffiato sul fuoco per mettere la più importante democrazia in imbarazzo davanti al mondo intero e, nel caso, ne vedremo delle belle.

Come se non ce ne fosse abbastanza, ci si è messo anche il resto del mondo, con l’Unione Europea in testa, a soffiare sul fuoco anziché aiutare a riportare la calma. Questo resto del mondo, con l’Unione Europea in testa, che fa affari con la Cina comunista e schiavista del proprio popolo, o con l’Iran dalle esecuzioni pubbliche due volte a settimana, il lunedì e il giovedì, farebbe bene a guardare a se stesso prima di giudicare gli altri, incominciando proprio dal razzismo che ha in casa e che non puzza meno di quello che ha portato alla morte di George Floyd a Minneapolis.




Francia, caso Halimi: assolto l'assassino. Ora la famiglia della vittima ricorrerà in Cassazione

Roberto Zadik
22 Dicembre 2019

https://www.mosaico-cem.it/attualita-e- ... cassazione

Una decisione sconvolgente. Giovedì 19 dicembre la Corte d’Appello del Tribunale di Parigi ha assolto Kobili Traorè, originario del Mali, presunto assassino della 65enne Sarah Halimi. Secondo le accuse il 4 aprile 2017 l’uomo avrebbe defenestrato la sua vittima gridando Allah Akbar (Dio è grande), ho ucciso il diavolo! dopo averla aggredita in un delirio a metà fra antisemitismo e assunzione di droghe e gettata dal terzo piano di un appartamento parigino situato nell’11esimo circondariato della capitale francese.

Nonostante la brutalità del crimine commesso sotto effetto della marijuana, Traorè è stato dichiarato “libero” e scagionato da “qualsiasi responsabilità penale”, secondo l’articolo del sito Le Point (Il Punto). Dopo questo inquietante verdetto la famiglia della Halimi cercherà di ricorrere in Cassazione ribaltando le sorti di questa sentenza. Tre rapporti di tre esperti psichiatrici hanno concordato sulla follia del gesto mantenendosi in disaccordo sull’abolizione o la riduzione del giudizio del sospettato”. Uno di questi specialisti, Francis Szpiner,difensore dei bambini dopo le delibere del Tribunale, ha affermato polemicamente “Il dubbio ha giovato all’assassino”. I magistrati della camera investigativa hanno considerato, per aprire il caso, che vi fossero solidi motivi per definire questo assassinio come un atto di antisemitismo, in quanto Sarah Halimi era di religione ebraica, escludendo però la possibilità di un eventuale processo. Indignato dalla sentenza “Szpiner l’ha giudicata come “la scandalosa decisione di decretare la totale impunità un uomo delirante e sotto effetto di sostanze tossiche e estremamente dannose per la salute”. Durissima la replica dell’avvocato di Traorè che ha negato le accuse sottolinendo la sua totale “assenza di patologie psichiatriche”.

Il legale della famiglia della Halimi, Nicolas Benouaiche, ha invece condannato tutta la vicenda definendola “un piccolo manuale di irresponsabilità e invece noi vorremmo reagire con un processo in cui vengano discusse le responsabilità”. Sempre lo psichiatra Szpiner ha aggiunto successivamente che Traorè “dove essere esaminato da dei professionisti che verificheranno l’assenza di problemi schizofrenici e che nonostante il suo abuso di cannabis non abbia alcuna complicazione e che i giudici dovrebbero ricredersi casomai questo personaggio venga nuovamente trovato sotto effetto di stupefacenti”.

Un caso che sta facendo e ha fatto discutere, in questo biennio, la Francia e il mondo. Ricostruendone l’evoluzione a luglio del 2017 questo crimine era stato commemorato al Velodromo d’Inverno in una cerimonia dove il presidente della Repubblica Macron ha chiesto che venisse fatta “giustizia e chiarezza sulla morte di Sarah Halimi” alla presenza di varie autorità come il premier Nethanyahu. Successivamente sono cominciati anni di indagini e ricerche su possibili responsabili. Lo scorso 20 settembre nella sua requisitoria l’avvocato della sorella della vittima, Gilles William Goldnadel, si è espresso sulla vicenda affermando che è “folle e insensato voler discolpare il presunto assassino che come se non bastasse “ha volontariamente assunto della cannabis”. Il 27 novembre, il procuratore generale ha continuato a sostenere la totale inesistenza di responsabilità penali e che non possa essere giudicato in nessun modo. Immediata la reazione sarcastica dello psichiatra Szpiner: “ Se il procuratore afferma questo “è un assegno in bianco del procuratore agli spacciatori di droga. Se vogliono i vari avvocati ora possono rivolgersi alla Corte di Cassazione che può verificare la conformità al diritto delle decisioni dei tribunali”. Nonostante la proclamata innocenza del presunto assassino della Halimi, la corte d’appello ha deciso di sottoporre Traorè ad alcune misure cautelari come il divieto di mettersi in contatto coi parenti della sua presunta vittima e di tornare sul luogo del crimine.



Chi era George Floyd, vittima e icona della rivolta
Michael Severance
6 giugno 2020

https://lanuovabq.it/it/chi-era-george- ... la-rivolta

Ormai, il mondo intero sa chi è George Floyd, di Minneapolis, l'afro-americano ucciso il 25 maggio nel corso di un brutale arresto della polizia. È diventato l’icona del movimento Black Lives Matter, dei gruppi Antifa che si ribellano in tutta l'America. Tuttavia, sappiamo davvero qualcosa di George Floyd, oltre alla sua tragica morte?

Secondo la sua pagina Wikipedia George Floyd è nato a Fayetteville, nella Carolina del Nord, ma è cresciuto a Houston, in Texas. Alto 1,92 metri, era un atleta di punta della Yates High School, giocando sia per la squadra di calcio che per quella di basket. I suoi compagni di scuola lo ricordano come un "gigante gentile": mentre era ferocemente competitivo sul campo, dopo le partite era silenzioso e riservato. Secondo la NBC News, dopo il liceo, "Floyd ha frequentato il South Florida Community College ... dal 1993 al 1995 e ha giocato nella squadra di basket della scuola. Ma è tornato a casa a Houston prima di laurearsi". Tra i suoi amici c'era l'ex giocatore della NBA Stephen Jackson, cresciuto con Floyd nella metropoli di Houston. In un'intervista della NBC News, Jackson ha descritto Floyd come il suo "gemello", a causa della loro forte somiglianza fisica. Ricorda affettuosamente che Floyd non ha mai sfruttato la sua amicizia per soldi o carriera. A Minneapolis, Floyd non era un solitario. Nella sua nuova città, si era evidentemente fatto molti amici che lo ammiravano per il suo "spirito meraviglioso".

Non si sa molto della famiglia di Floyd. Alcuni media danno notizie contrastanti su quanti figli abbia avuto da diverse relazioni. Secondo la sua pagina di Wikipedia: “Aveva cinque figli”. Quincy, 27 anni, aveva pochi contatti con Floyd e non ha riconosciuto immediatamente suo padre in televisione. Come riportato dal sito di notizie WGNTV di Chicago: “[Quincy Mason] Floyd ha detto di aver visto suo padre per l’ultima volta quando aveva 4 o 5 anni. Solo dopo il Memorial Day la notizia della morte di George Floyd è giunta a suo figlio. Nello stesso servizio di WGNTV, i figli di Floyd Connie e Quincy hanno chiesto la pace e "denunciato la violenza che si è verificata in altre città". "La violenza non è il modo giusto per farlo", ha detto Connie Mason Floyd. "Ora, questa (protesta, ndr) è bella, ma la violenza non risolverà nulla". "Distruggere cose, non risolverà nulla", ha detto Quincy Mason Floyd. “Mio padre è in pace e dobbiamo essere noi a gestire tutto questo stress. Sarà difficile superare questo, giorno per giorno ". Il fratello minore di George Floyd, Terrence, ha anch’egli lamentato le violente rivolte della folla che avevano provocato decine di incendi di edifici, milioni di danni alle proprietà, 11.000 arresti, civili picchiati, 17 morti, tra cui due agenti neri, Patrick Underwood a Oakland e David Dorn a St. Louis.

In un video, il fratello di Floyd, Terrence, ha lanciato un appello appassionato per porre fine alle rivolte distruttive in diverse città degli Stati Uniti: “Capisco che tutti voi siate arrabbiati, ma dubito che voi siate turbati quanto me. Quindi, se non sono qui a lamentarmi, se non sto facendo esplodere cose, se non sto facendo casino con la mia comunità, allora cosa state facendo tutti voi? Cosa state facendo tutti !? Non state facendo niente! Perché questo non riporterà affatto mio fratello in vita. La mia famiglia è una famiglia pacifica. La mia famiglia è timorata di Dio". Terence ha incoraggiato la folla, invece, a incanalare la propria rabbia nel potere del voto politico e ad educarsi.

Lo stesso George Floyd, in un video postumo pubblicato su Twitter, ha rivelato le sue opinioni religiose contro la violenza. Si è lamentato di una giovane "generazione nera che è chiaramente persa ... Voi ragazzi state solo andando in giro e state solo sparando [sic, sparando] con le pistole in mezzo alla folla, [con] bambini che vengono uccisi ... Tornate a casa ... Un giorno sarete soli di fronte a Dio. Andrete in alto, o cadrete in basso. Realizzate quel che vi sto dicendo?” Curiosamente nell'autopsia di Floyd, sull'addome è stato trovato un "tatuaggio blu di 11 cm ... un paio di mani in preghiera", segno che apprezzava la preghiera.

Floyd non era sposato al momento della sua morte. Gli è sopravvissuta una ragazza, Courteney Ross, una giovane donna bianca che ha dichiarato di avere il "cuore spezzato", come riportato da Sky News. "Svegliarsi questa mattina per vedere Minneapolis in fiamme, lo devasterebbe", ha detto Ross a Star Tribune del Minnesota. "Amava la città. È venuto qui [da Houston] ed è rimasto qui per le persone e le opportunità ... Floyd era un gigante gentile, parlava dell'amore e della pace. "

Secondo la NBC, a causa del lockdown che ha portato a molti licenziamenti nel Minnesota, Floyd era disoccupato al momento del suo arresto. Precedentemente aveva svolto due lavori come buttafuori presso il Conga Latin Bistro e come camionista. Prima di trasferirsi a Minneapolis da Houston per incominciare una nuova vita, Floyd aveva svolto diversi lavori saltuari, tra cui la personalizzazione delle auto. Era stato anche un aspirante rapper.

Secondo il rapporto della Contea di Hennepin (Minnesota) dell’autopsia sul corpo di Floyd il decesso è avvenuto alle 21:25 del 25 maggio. La causa di morte, secondo il patologo che ha firmato il rapporto, Andrew Baker, è "l'arresto cardio-polmonare". È interessante notare che il rapporto rileva che Floyd era precedentemente risultato positivo per COVID-19 il 3 aprile. Se asintomatico, avrebbe dovuto ancora restare a casa per prevenire il contagio. Un articolo della ABC News afferma: "Poiché la positività per l'RNA 2019-nCoV può persistere per settimane dopo l'insorgenza e la risoluzione della malattia clinica, il risultato dell'autopsia molto probabilmente riflette la positività asintomatica ma persistente della PCR dall'infezione precedente."

L'esame tossicologico del medico legale affermava che Floyd fosse intossicato di "Fentanil" sintetico e aveva tracce di altre "sostanze psicoattive" come metanfetamina, THC e morfina. Secondo Wikipedia, viene l'oppioide Fentanil viene usato "Come antidolorifico e insieme ad altri farmaci per l'anestesia. Il fentanil è anche usato come droga ricreativa”. Secondo ABC News uno dei 4 ufficiali di Minneapolis accusati, Thomas Lane, aveva "chiesto a Floyd se "fosse fatto di qualcosa ", [dato che aveva notato] che aveva" schiuma ai bordi "della sua bocca. Infine, la stessa autopsia della contea di Hennepin ha confermato che Floyd presentava gravi condizioni di salute di base, tra cui gravi "cardiopatie arteriosclerotiche", "cardiopatia ipertensiva", una "storia clinica di ipertensione" e un "tumore pelvico sinistro" considerato accidentale.

Floyd, purtroppo, era un ex detenuto. Una lunga fedina penale con reati di possesso di droga, l’intento di distribuire e vendere sostanze vietate, furti, rapine a mano armata. Secondo i resoconti completi dei processi penali ottenuti dal Daily Mail, tra il 1997 e il 2007 Floyd ha avuto un totale di 9 accuse a suo carico, fra cui una per cui è stato condannato a 5 anni di carcere, una "rapina a mano armata" ai danni di una donna texana, Aracely Henriquez.

Alla fine, è difficile avere un quadro completo della vita di una persona, tantomeno una persona complessa e finora ignota quale era George Floyd. Ciò che è certo (e triste) è che il 46enne Floyd aveva ancora molto tempo sul suo orologio terrestre, anche per pentirsi del passato e avere un futuro migliore. La famiglia di Floyd è chiaramente amante della pace e categoricamente contraria alla crescente violenza che disonora il suo nome, la sua fede e la sua nazione. Sta diventando sempre più evidente che molte famiglie nere come i Floyd preferirebbero di gran lunga una guerra culturale, basata sulla riforma morale e sul vero amore cristiano, al contrario di un conflitto ideologico, guidato da pregiudizi politici da folle cariche di odio. Per i Floyd, le vite di tutti contano e meritano le nostre più sincere preghiere.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:43 pm

USA: GLI AFROAMERICANI SONO MENO DEL 13% DELLA POPOLAZIONE MA:

https://www.facebook.com/alessio.tramat ... 1364051164


▫Commettono il 53% degli omicidi;
▫Commettono il 67% delle rapine;
▫Commettono il 50% delle aggressioni;
▫Gli omicidi commessi da donne sono per il 75% commessi da donne nere contro il 13% delle donne bianche;
▫Nel 2011 il 75.3% delle vittime e il 70.5% degli offensori erano afroamericani;
▫Dal 1976 al 2005 il 94% delle vittime afroamericane sono state uccise da afroamericani;
▫L'80% dei bianchi uccisi viene ucciso dai neri;

Teniamo sempre presente che gli afroamericani sono solo il 13% !!!

Queste percentuali valgono più o meno a livello globale/internazionale.

Il tasso della propensione alla violenza criminale per 100.000 abitanti è:

▫Asiatici 35
▫Europei 42
▫Africani 149

E si vorrebbe ridurre tutto al solo presunto razzismo della polizia (della quale una buona parte è composta da afroamericani) e della più grande democrazia al Mondo!?

Poniamocela qualche domanda. Le risposte ci sono ma i subalterni media mainstream non ne parlano per servilismo, perché politicamente scorretto e perché sarebbe troppo dannoso per la propaganda liberal-proressista-globalista che vorrebbe farci credere che è "tutto e sempre colpa dei bianchi e del sistema capitalistico occidentale".

-Condanniamo fermamente i casi nei quali la polizia americana abusa del proprio potere e della violenza, come il caso Floyd per il quale spero che l'agente marcisca in cella, ma non dimentichiamo, tranne i vari "casi Floyd", che hanno a che fare con una comunità ad altissimo tasso di criminalità violenta! (come le precedenti statistiche confermano in maniera incontrovertibile o come una afroamericana durante le ultime violente proteste ha urlato ai BlackLivesMatter: "Dov'è Black Life Matters quando i neri uccidono altri neri? I neri uccidono i neri più di qualsiasi altro! Qui il video https://www.frontpagemag.com/…/video-black-dc-resident-bla…/).

-Analizzare la realtà non è razzismo ma buon senso che ci aiuta a comprendere meglio il problema, affrontarlo nella maniera più giusta e trovare una più adeguata soluzione. Ignorarla, o addirittura negarla a proprio vantaggio ideologico, è pura, folle e dannosissima ipocrisia!

"I have a dream" e credo proprio che M. L. King non intendesse questa orda di neri inferociti che odia i bianchi, che distrugge e saccheggia le città, dal coltello, dal machete e dalla pistola troppo facili e che si ammazzano ferocemente anche tra di loro.

Che orrenda immagine. Il 28 agosto del 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington, disse:

"Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.
Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento.
Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima."

Lui si un Signore, un King, che da lassù vede la sua gente e piange. Piange perché nonostante la sua gente abbia ottenuto la libertà, l'uguaglianza e i diritti civili, il suo sogno è degenerato in razzismo al contrario, scontri civili e morte.

Piange per il suo sogno infranto.

Da "I have a dream" a "I have a nightmare" è n'attimo!

https://www.altreinfo.org/…/criminalita-e-propensione-al-c…/




I detenuti condannati all'ergastolo senza condizionale negli Usa sono più di 53.000
29 Gennaio 2018 :

http://www.nessunotocchicaino.it/notizi ... 0-40300635

I detenuti condannati all’ergastolo senza condizionale negli Usa sono più di 53.000, 108.000 ergastolani “normali”, e 44.000 ergastolani “de facto”. Uno studio ed un articolo permettono di fare il punto sull’ergastolo senza condizionale negli Usa.
Con i dati aggiornati alla fine del 2016, i detenuti condannati a LWOP (Life With Out Parole) erano 53.290.
Li ha censiti un rapporto di The Sentencing Project: Still Life: America’s Increasing Use of Life and Long-Term Sentences, pubblicato il 3 maggio 2017. Gli “ergastolani” vengono divisi in tre categorie: quelli che non usciranno mai in libertà condizionale (LWOP, Life With Out Parole), quelli che potrebbero prenderla (LWP, Life With Parole. Di solito nei vari stati il termine minimo di pena da scontare prima di poter chiedere la libertà condizionale è 25 anni), e quelli “Virtual”, ossia “de facto” o “virtuali”, persone formalmente non condannate all’ergastolo, ma a pena talmente alte, e con la possibilità di libertà condizionale “non prima di 50 anni” da essere equivalenti all’ergastolo.
Il rapporto di Sentencing Project conta, come abbiamo visto, a fine 2016, 53.290 ergastolani “LWOP”, 108.667 ergastolani “LWP”, a 44.311 ergastolani “Virtual”. In totale sono 206.268.
I detenuti che stanno scontando questi 3 tipi di pena. Questo numero è quadruplicato dal 1984 ad oggi.
Per i tre tipi di ergastoli intesi complessivamente, il 48,3% dei detenuti sono afroamericani, il 32,4% bianchi, e il 15,7% ispanici. Tra la popolazione normale (poco più di 325 milioni), i bianchi sono circa il 50%, i neri sono il 13% e gli ispanici il 16%. Per i tre tipi di ergastoli intesi complessivamente, 12.000 hanno commesso i loro reati quando erano minorenni. Dei 12.000 condannati per reati commessi da minorenni, 2.300 stanno scontando l’ergastolo senza condizionale. Più di 17.000 persone stanno scontando uno dei 3 ergastoli per reati non violenti. 3.200 persone stanno scontando un ergastolo senza condizionale per reati non violenti. Di questi, l’80% per reati di droga.
Di questi ergastolani LWOP per reati “minori” il 65% sono afro-americani, il 18% bianchi e il 16% ispanici. Secondo la ACLU (American Civil Liberties Union) la sproporzione di neri condannati agli ergastoli, e la ancora più alta sproporzione di neri condannati per reati non violenti è prova di “gravi disparità razziali”.
Alcune persone stanno scontando l’ergastolo per reati come il furto di benzina da un furgone, o furto in negozio. Questo avviene nei casi di persone considerate “delinquenti abituali”. In California è in vigore una legge cosiddetta “dei tre colpi” ("three-strikes law"), che porta all’ergastolo una persona che viene condannata per tre reati.
Molti casi riguardano persone che hanno commesso solo piccoli furti. Come è noto, la Corte Suprema degli Stati Uniti in diverse occasioni ha confermato la costituzionalità di pena molto lunghe (anche l’ergastolo senza condizionale, o l’ergastolo con la condizionale non prima di 50 anni, per reati minori, come i furti.
I detenuti condannati a LWOP sono così suddivisi tra gli stati: Florida (8,919 LWOP), Pennsylvania (5,398), California (5,090), Louisiana (4,875), Sistema Federale (3,861), Michigan (3,804), Illinois (1,609), Alabama (1,559), Mississippi (1,470), North Carolina (1,387), Virginia (1,338), Georgia (1,243), Missouri (1,144), South Carolina (1,117), Massachusetts (1,018), Oklahoma (887), Texas (798), Iowa (670), Colorado (667), Arkansas (637), Washington (622), Nevada (569), Ohio (560), Arizona (504), Delaware (435), Maryland (338), Tennessee (336), West Virginia (286), New York (275), Nebraska (265), Wisconsin (225), South Dakota (174), Minnesota (130), Idaho (126), Indiana (123), Oregon (118), Kentucky (111), New Hampshire (83), New Jersey (77), Connecticut (73), Maine (64), Utah (64), Hawaii (55), Montana (47), Wyoming (35), Rhode Island (31), North Dakota (30), Kansas (28), Vermont (14), New Mexico (1), Alaska (0, l’Alaska è l’unico stato Usa che non prevede l’ergastolo senza condizionale). Il sistema federale ha abolito la libertà condizionale per qualsiasi reato (federale) commesso dopo il 1° dicembre 1987, quindi tutti gli ergastoli sono “senza condizionale”. A livello nazionale, 6.781 donne stanno scontando uno dei 3 ergastoli.
Questa cifra rappresenta il 3,5% di tutti gli ergastolani. Donne condannate a uno dei 3 ergastoli sono numerose soprattutto in California (il 19,8% del totale, e 182 a LWOP) e in Texas (9,9%). Gli ergastoli senza condizionale non impediscono la concessione di eventuali gesti di clemenza. Nei vari stati devono essere firmati dal Governatore, nel sistema federale dal presidente degli Stati Uniti. Un articolo comparso sulla rivista Time (Garrett, The Moral Problem of Life-Without-Parole Sentences, 26 ottobre 2017), integra alcuni dati. Garrett , professore alla University of Virginia, afferma che gli Stati stanno appena iniziando a ripensare alla necessità di condanne così lunghe. Il governatore della California Jerry Brown, ad esempio, ha concesso la libertà condizionale a migliaia di ergastolani, anche per reati violenti.
Secondo un rapporto dell’Amministrazione Penitenziaria della California (CDCR’S Lifer Report Series, “Lifer Parolee Recidivism Report”, gennaio 2013) la recidiva tra coloro che hanno ottenuto la condizionale è molto bassa e marcatamente inferiore a quello dei detenuti liberati a fine pena. Per la maggior parte degli ergastolani, nessun avvocato esaminerà attentamente i fatti dei loro casi. Come ha affermato il defunto giudice della Corte Suprema Antonin Scalia in un parere del 2015, "La realtà è che per un imputato innocente è infinitamente meglio essere condannato a morte che all’ergastolo” perché un condannato a morte ha dei diritti, ad esempio l’assistenza legale, che lo accompagnano fino all’ultimo, diritti che invece cessano dopo i normali ricorsi in corte d’appello per i condannati a pene detentive. Forse un giorno la Corte Suprema degli Stati Uniti riconsidererà molte delle condanne LWOP emesse nel paese. Ad esempio, da tempo gli avvocati stanno attaccando l’ergastolo LWOP per i minorenni, e una prima limitazione è contenuta nella sentenza del 2016 “Montgomery v. Louisiana”, in cui la Corte ha ritenuto che i reati di un minorenne devono riflettere "l'incorruttibilità permanente" e che tali condanne dovrebbero essere riservate solo "i trasgressori più rari."



Difficile la vita per i neri negli Usa? In Africa è peggio
Anna Bono
8 giugno 2020

https://lanuovabq.it/it/difficile-la-vi ... 8.facebook

Anche i paesi africani lanciano una crociata contro le discriminazioni razziali negli Stati Uniti, ma essi stessi fanno molto peggio: in Kenya dal 25 marzo la polizia, sparando ad altezza d'uomo, ha ucciso 15 persone e ne ha ferite 31 per far rispettare il coprifuoco per contenere l'epidemia Covid. Tra le vittime a Nairobi un bambino di 13 anni, Yassin. Nessuno si è inginocchiato per lui. Il caso del calciatore Kamara, che negli Usa aderisce alla protesta: «Essere neri negli Usa è molto difficile», dice. Ma lui è arrivato come rifugiato negli Usa nel 2000, a 16 anni, con la sua famiglia, in fuga da una guerra civile sanguinosa e crudele, quella dei bambini-soldato, che ha provocato 70mila morti e 2.5 milioni di profughi..

I funerali a Nairobi di Yassin Hussein Moyo

Kei Kamara è un calciatore nero di fama internazionale, cittadino americano dal 2006, gioca come attaccante nei Colorado Rapids e fino al 2019 ha anche fatto parte della nazionale della Sierra Leone, il paese dove è nato nel 1984. Aveva 16 anni quando nel 2000 è emigrato con la sua famiglia negli Stati Uniti e nel 2001 ha iniziato la carriera di calciatore.

Spiega di essersi unito alle proteste per la morte di George Floyd pensando ai propri figli e al loro futuro. Racconta di essere rimasto in ginocchio per nove minuti e che suo figlio si è genuflesso vicino a lui senza che glielo avesse chiesto. “Cerchiamo di chiudere un occhio – dice a proposito del razzismo – ma sono tanto, tanto riconoscente con ogni altra razza che adesso sta dalla nostra parte perché così abbiamo una voce. Essere neri negli Stati Uniti è molto difficile”.

Essere neri in Africa lo è ancora di più, Kamara dovrebbe saperlo. Se non lo sa, qualcuno dovrebbe ricordargli quanto è fortunato lui che, quando torna in Sierra Leone, lo fa nella posizione privilegiata di star internazionale del calcio, pagato centinaia di migliaia di dollari all’anno.

Nel 2000 lui e i suoi famigliari sono arrivati negli Stati Uniti come rifugiati, grazie a un programma di protezione internazionale. In Sierra Leone si stava combattendo una delle più feroci guerre tribali dell’Africa indipendente, quella che ha dato origine all’espressione “diamanti insanguinati” perché la posta in gioco era il controllo dei giacimenti di diamanti di cui il paese è ricco. Era iniziata nel 1991 e si sarebbe conclusa due anni dopo, nel 2002. Negli 11 anni del conflitto si stima siano morte almeno 70.000 persone. Negli anni più difficili i profughi sono arrivati a essere 2,5 milioni, oltre metà degli abitanti.

È stata anche la guerra dei bambini soldato, arruolati o reclutati a forza a migliaia, resi folli dal terrore e dalle droghe. Il racconto delle atrocità inflitte alla popolazione è spaventoso. Mutilare i civili ritenuti alleati degli avversari era un passatempo dei bambini soldato. I combattenti adulti scrivevano su dei pezzi di carta i nomi delle varie parti del corpo, li mettevano in un cappello o in una scatola, costringevano i prigionieri a scegliere un foglietto, poi aiutati dai bambini amputavano la parte estratta a sorte. Centinaia di persone, forse migliaia, portano tuttora marchiate a fuoco sul viso le lettere RUF o AFRC, gli acronimi dei due gruppi armati antigovernativi.

Kamara è scampato a tutto questo e agli anni difficili venuti dopo. Ha schivato anche Ebola. Con Guinea Conakry e Liberia, la Sierra Leone tra il 2014 e il 2016 è stata colpita dalla peggiore epidemia di febbre emorragica della storia, registrando circa metà degli oltre 28.000 casi e, con 3.956 morti, più di un terzo delle vittime. Disponeva allora di due medici e 40 posti letto ogni 100.000 abitanti.

Adesso i medici sono saliti a tre. Il paese nell’Indice di sviluppo umano è 181°, la speranza di vita alla nascita dei suoi abitanti è 54,3 anni, la più bassa del mondo insieme a quella di Ciad, Repubblica Centrafricana e Nigeria (negli Stati Uniti è 78,9 anni). Ha anche il tasso di mortalità materna peggiore: 1.360 decessi ogni 100.000 nascite.
I frequenti abusi dei militari e della polizia contribuiscono a rendere la vita difficile alla popolazione. Il 1° aprile 2020 a Kenema, la città natale di Kamara, una decina di militari hanno picchiato con i fucili e preso a calci il giornalista Faya Amara Faya, gli hanno sequestrato il cellulare e lo hanno arrestato solo perché stava fotografando un nuovo centro di quarantena per il COVID-19. L’uomo deve rispondere di disturbo della quiete pubblica e di altri reati. Nella capitale Freetown la polizia ha preso a bastonate i venditori di te che disobbedivano alla proibizione di vendere la bevanda.

In altri stati africani succede di peggio. In Kenya da quando il 25 marzo il governo ha adottato misure per contenere l’epidemia, la polizia ha ucciso 15 persone e ne ha ferite 31 a colpi di arma da fuoco: per far rispettare il coprifuoco ha sparato ad altezza d’uomo. Tra le vittime c’è anche un bambino di 13 anni, Yassin Hussein Moyo, colpito a morte nella capitale Nairobi.

Nessuno in Africa si è inginocchiato per piangere il piccolo Yassin o le altre vittime della brutalità delle forze di sicurezza e per invocare giustizia. Invece il Forum degli ex capi di stato e di governo africani ha esortato i paesi del continente a “protestare con forza” per l’uccisione di George Floyd e per esigere che “i responsabili di questo crimine e di altri crimini simili siano puniti nel modo più severo”. In un comunicato diffuso dall’ex presidente del Benin Nicéphore Soglo si legge: “A un tale livello di crudeltà si deve arrivare perché il mondo intero finalmente apra gli occhi ed esprima la propria indignazione. Chi oserebbe trattare così un europeo, un arabo, un israeliano, in indiano, un cinese, un giapponese, un argentino… Adesso basta!”.

E l’Unione Africana ha rilasciato a sua volta un vigoroso comunicato contro le discriminazioni razziali negli Stati Uniti. L’Anc, il partito di governo del Sudafrica, ha annunciato l’inizio il 5 giugno di una campagna “Black Friday”: tutti i sudafricani sono invitati a vestirsi di nero d’ora in poi ogni venerdì per dimostrare solidarietà con le proteste organizzate negli Stati Uniti contro la polizia.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:44 pm

Questa è la buona e vera America di Trump che vota e che voterà ancora Trump facendolo vincere

Dopo le devastazioni e i saccheggi i veri e buoni americani intervengono a ripristinare il bene.
https://www.facebook.com/RedDogMediaUK/ ... 334244569/
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:45 pm

Io non mi inginocchio per la morte accidentale del delinquente abituale George Floyd.
Io sto con i figli di Abele e non con quelli di Caino che assomigliano al padre.
Io sto con l'uomo di buona volontà che si guadagna il pane con il sudore della fronte e non derubando il prossimo come i delinquenti abituali, i parassiti e certe mostruosità castuali che manipolano i valori, i doveri e i diritti umani naturali, universali e civili.



LA REALTÀ STRAVOLTA
Niram Ferretti
7 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... d_activity

Durante una Messa, in una chiesa di Milano, oggi, il sacerdote ufficiante, un africano proveniente dal Cameron, ha paragonato gli Stati Uniti all'Egitto di quando gli ebrei erano schiavi.

Un delinquente comune di colore, George Floyd, ucciso da un poliziotto arrestato per omicidio, è diventato una santa icona.

Non contano le statistiche che ci dicono senza fallo che la maggioranza dei crimini violenti negli Stati Uniti vengono commessi da maschi di colore. Non conta che la maggiorannza dei neri americani non si sente schiava, non viva da schiava, e abbia, in molti casi una professione e un reddito superiore a quello dei bianchi. Non conta che gli USA abbiano dato l'opportunità a straordinari talenti afromaricani di imporsi a livello mondiale nelle loro rispettive discipline. Tutto questo, i fatti, sono irrilevanti, come lo sono sempre nella narrazione progressista la quale ci vuole fare credere che in USA si sia ancora ai tempi delle aberranti disposizioni conosciute come il sistema Jim Crow.

Sì, il razzismo esiste in USA, ed è una conseguenza del suo passato storico. Il razzismo nei confronti dei neri ha una lunga storia, ma negli ultimi cinquanta anni sono stati fatti passi giganteschi. Quale altro paese al mondo offre a uomini e donne di discendenza africana le stesse possibilità che offrono loro gli Stati Uniti? Quale Stato africano? Quale Stato europeo, sudamericano o asiatico?

Quali sono i neri non americani che hanno avuto la possibilità di diventare Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Morgan Freeman, Thomas Sowell, Michael Jordan, Michael Jackson, Condoleezza Rice, Muhammad Alì, Toni Morrison, Barack Obama, ecc?

Dove sono i loro corrispettivi europei, africani, sudamericani, asiatici?

Esistono ancora soprusi ai danni dei neri da parte dei bianchi? Certamente. Ed esisteranno sempre. Sono fisiologici e sono, fortunatamennte, una minoranza.

La società perfetta della Giustizia è l'aberrante utopia degli gnostici che credono che i limti della natura umana siano eliminabili, e in ossequio a questa delirante convinzione sono disposti a tutto pur di affermarla, non ultima la violenza giusta ed emendatrice.


RISCALDANDO IL CUORE
Niram Ferretti
7 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Che bello vederli tutti uniti, ciò che resta della Rifondazione Comunista israeliana, Meretz, insieme agli arabi della Lista Unita, i quali considerano Israele uno Stato abusivo. Si sono adunati a Tel Aviv (e dove se no?).

Nitzan Horowitz, leader di Meretz ha urlato rabbioso, "Non possiamo sostituire una occupazione che dura anni con l'apartheid!".

Non contento ha aggiunto, "L'annessione è un crimine di guerra, un crimine contro la pace, un crimine contro l'umanità!". Poteva aggiungere che è un crimine contro i neri, e lo avrebbe fatto, naturalmente, se i palestinesi fossero di colore, anche se, per Edward Said, i palestinesi (ovvero gli arabi che vivono in Palestina) andrebbero equiparati ai neri.

Non poteva mancare un messaggio video di Bernie Sanders. Il socialista democratico filo castrista era commosso.

“Sono molto felice di vedere così tanti di voi, arabi ed ebrei, insieme per la pace, per la giustizia, per la democrazia".

Due delle parole talismano dei progressisti le ha usate. "Pace" e "Giustizia". Stranamente non ha usato "Diritti umani" e "razzismo".

Ha aggiunto che bisogna lavorare insieme per un futuro di "dignità" e "eguaglianza per tutti".

Slogan nuovissimi. Bernie poteva indicare il Venezuela, e la Cuba castrista come esempi riusciti di socialismo, purtroppo non lo ha fatto. Ha preferito, come tutti i mistagoghi di estrema sinistra, rinviare a un futuro indefinito la realizzazione del paradiso in terra.

Dulcis in fundo. Non è mancato, non poteva mancare l'inginocchiamento in onore di George Floyd ormai consacrato agli altari della religione dell'antirazzismo, di Iyad Halik il ragazzo autistico ucciso per errore dalle forze di polizia israeliane e di tutte le vittime ("tutte", soldati dell'IDF e terroristi) del conflitto arabo-israeliano.

Ci ha pensato la CEO di Peace Now, Shaqued Morag.

Pace, amore e fantasia.




REPENT
Niram Ferretti
9 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

La distruzione del senso della realtà, della proporzione delle cose procede implacabile, per tappe.

La nuova religione laica dei Diritti Umani e dell'Antirazzismo continua a chiedere fedeli e...penitenti.

Prima ci si inginocchia. Poi si lavano i piedi.

E' successo a Cary, nel North Carolina. Due uomini e una donna sono inginocchiati per lavare i piedi a due pastori di colore, un uomo e a una donna. C'è una piccola folla. Vengono raggiunti da alcuni ufficiali di polizia che si inginocchiano a loro volta. Mentre uno dei due lavatori chiede perdono attraverso un megafono, si sentono singhiozzi e pianti.

L'uomo chiede perdono a Dio, davanti a due pastori di colore a cui sono stati lavati i piedi come Gesù fece agli Apostoli prima della sua Passione. Chiede perdono per il colonialismo, per il pregiudizio, per l'ingiustizia.

Con voce accorata chiede perdono per la segregazione e per avere messo le ginocchia sul collo di George Floyd simbolo di tutti coloro ai quali sono state messe le ginocchia sul collo. A questo punto il megafono passa a una donna bionda la quale dice che è un onore e un privilegio per lei trovarsi inginocchiata lì.

Mancano solo le processioni dei flagellanti. Forse, a qualcuno, verranno in mente.

Quando si tocca il fondo, in realtà non lo si tocca mai, perchè sia apre una botola e si sprofonda ancora ulteriormente.


Stati Uniti, assedio politically correct: anche la verità diventa "razzista"
Roberto Vivaldelli
8 giugno 2020

https://it.insideover.com/politica/stat ... zista.html

Da Martin Luther King a George Floyd: ogni qual volta nella storia americana si sono verificati casi eclatanti di uccisioni di persone afroamericane la reazione di Wall Street è sempre stata la stessa, con indici in netto rialzo. Una macabra curiosità che ha fatto notare nei giorni scorsi Fox News durante il programma politico ‘Special Report’ condotto da Bret Baier. Una correlazione che però ha scatenato violentissime polemiche contro l’emittente, costretta a scusarsi per aver mandato in onda il servizio, con grafico annesso. Come riporta La Stampa, infatti, si è subito scatenata l’indignazione di numerosi utenti l’emittente è dovuta correre ai ripari: “Ci scusiamo, l’infografica usata per illustrare la reazione dei mercati a periodi storici di disordini civili non avrebbe mai dovuto essere trasmessa senza essere inserita in un pieno contesto”, ha spiegato Fox News in un comunicato ritwittato da Baier.

Tuttavia, in questo clima da guerra civile, nemmeno le scuse sembrano più essere sufficienti. “Questo grafico mette in chiaro come Fox News non si preoccupa delle vite di persone afroamericane”, ha osservato su Twitter Bobby Rush, uno dei leader afroamericani al Congresso. “È così che a Fox piangono la perdita di persone afroamericane, illustrando quanto sale la Borsa”, ha aggiunto l’ex presidente del Comitato Nazionale Repubblicano, l’afroamericano Michael Steele.

Ma la notizia era vera

Una notizia di cattivo gusto, che probabilmente era meglio non mandare in onda visto il clima di isteria collettiva – al fine di non fomentare ulteriori polemiche e divisioni? Una questione di opportunità? Può essere. Peccato però che la notizia fosse comunque vera, e di questo pare non interessare proprio a nessuno. È un dato di fatto gli indici dei mercati azionari, dopo questi fatti tragici, sono sempre stato in rialzo. Come osserva La Stampa, infatti, è successo nel 1968 dopo l’assassinio a Memphis del leader storico dei diritti civili, dopo l’assoluzione dei poliziotti che nel 1991 a Los Angeles pestarono quasi a morte il tassista Rodney King e dopo l’uccisione da parte di un poliziotto bianco del 18enne Michael Brown nel 2014 a Ferguson, in Missouri. Stessa storia dopo la morte di George Floyd il 25 maggio a Minneapolis, con un vero e proprio balzo dei principali indici della Borsa di New York nei giorni successivi. Fox News si è dovuta dunque scusare non per aver diffuso una notizia falsa, una “fake news”: ma per aver riportato la verità, anch’essa evidentemente “razzista” per l’isteria politicamente corretta.

Intolleranza a senso unico

L’opinione pubblica americana sembra tollerare qualunque cosa provenga dai “manifestanti” di Black Lives Matter, Antifa e altre organizzazioni: non importa se questi ultimi saccheggino, derubino e incendino tutto ciò che incontrano. Il regista Michael Moore, intervistato da Repubblica, “non minimizza i momenti di violenza” dei “manifestanti” (ma nemmeno li condanna apertamente, ndr) ma “cerca di leggerli”. Stesso atteggiamento da parte dell’anchor man della Cnn, Chris Cuomo. Ciò che pare non possa essere tollerato è tutto ciò che non rientra nella narrativa dominante. Tant’è che il caporedattore del Philadelphia Inquirer ha dovuto rassegnare le dimissioni dopo aver pubblicato un articolo intitolato “Buildings matter, too” (gli edifici contano), in riferimento alle devastazioni di questi giorni, ed essere così finito al centro delle polemiche. Criticare i manifestanti e i loro eccessi, dunque, è sostanzialmente impossibile. È questo il clima di profonda intolleranza dell’America liberal e politicamente corretta.



Giulio Meotti
6 giugno 2020

Ci si inginocchia nel fare la comunione, nell’omaggiare un re e nel Medioevo quando si diventava cavaliere. Inginocchiarsi è un rito centrale nella cultura occidentale. Inginocchiarsi per le manifestazioni sulla morte di George Floyd è l’espressione di un infantilismo occidentale che ha qualcosa di grottesco. Ecco, l’ho detto, anche se so che in questi giorni chi non si inginocchia è un mostro amorale. Si inginocchiano tutti, i primi ministri, i giornalisti, i parlamentari, le forze dell'ordine. Quando a Londra si è protestato per i fatti di Minneapolis alla polizia che sorvegliava i cancelli di Downing Street è stato detto di “mettersi in ginocchio”. Quattro poliziotti lo hanno fatto. Migliaia di persone in Gran Bretagna sono uscite per strada cadendo in ginocchio, come in preda a una allucinazione. È l’affermazione secondo cui la società occidentale nel suo insieme è razzista. E’ una forma di isteria ideologica che fa sentire chi si inginocchia dalla "parte giusta". In diversi video, abbiamo visto persino bianchi americani baciare le scarpe dei oro connazionali di colore per scusarsi. E’ la logica del pentimento caricaturale, come una parodia involontaria di odio verso se stessi, come i maoisti facevano fare ai “nemici del popolo”. La grande domanda è se questo processo disperatamente triste possa essere fermato; e se sì, come.



Un criminale di colore che con la violenza vuole imporre ad un ragazza di inginocchiarsi
https://www.facebook.com/sclface/videos ... 749804592/

‪Bruxelles oggi, capitale dell’Europa. Prove di insurrezione razziale in nome dell’antirazzismo. Chiunque si mette sulla sua strada sarà messo sotto, culturalmente e fisicamente‬. Un misto di Eurabia, campus‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬‬
Giulio Meotti
7 giugno 2020

https://www.facebook.com/watch/?v=733797410700555



Il penoso show di Laura Boldrini alla Camera, in cui dopo avere detto,
Niram Ferretti
9 giugno 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063
"Io non respiro perché sono donna, non respiro perché sono disabile, immigrata, perché sono ebrea, perché sono musulmana, perché sono gay, perché ho la pelle nera", dimenticando dall'elenco "Perchè Sono cristiana, perchè sono nordcoreana, perchè sono tibetana, perchè sono venezuelana, perchè sono cubana, perchè sono iraniana, ecc"
il penoso show della Boldrini che dopo avere pronunciato queste marmoree parole si è inginocchiata marmorea insieme ad altri parlamentari
ci dice come sia terrificante e nemica dell'intelligenza e del pensiero critico, la demagogia, la maleodorante, asfittica demagogia,
il penoso show di Laura Boldrini
ci dice di come sia facile essere parlati invece di essere parlanti, attori che recitano un copione scritto da altri con parole banali, grandante una retorica ripugnante
il penoso show di Laura Boldrini
ci dice di come il totalitarismo del pensiero unico ci voglia tutti sudditi, inginocchiati, davanti alle medesime parole confezionate per fare apparire chi vi aderisce, nobile, giusto, migliore, dalla parte delle vittime
il penoso show di Laura Boldrini ci dice come sia disinvolto lo sprezzo assoluto del ridicolo
Ci dice come sia necessario, assolutamente necessario, ribellarsi a questa melassa, a questa capitolazione cerebrale, a questa inaudita violenza intellettuale.



INGINOCCHIARSI
Niram Ferretti
9 giugno 2020

Gli antirazzisti della religione laica dell'antirazzismo fondata da Black Live Matter, l'organizzazione di estrema sinistra che si fa passare come tutelatrice dei diritti dei neri, forse smetterebbero di inginocchiarsi come si inginocchiano, con una gamba piegata in avanti e l'altra piegata dietro, se sapessero che questo tipo di genuflessione, di origine cristiana, fu anche quella dei cavalieri e dei crociati, uomini bianchi, bianchissimi, che per loro, rappresenterebbero senza fallo simboli del razzismo bianco (l'unico razzismo esistente per loro perchè il razzismo inverso, quello dei neri per i bianchi non esiste, così come cercano di glissare sul fatto che la tratta degli schiavi è stata praticata per secoli dai musulmani ed è continuata molti secoli dopo la sua abolizione in Occidente. In Arabia Saudita la schiavitù venne abolita solo nel 1962).



LA NUOVA REDENZIONE
Niram Ferretti
9 giugno 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è fuori da ogni logica, da ogni equilibrio, da ogni senso.

George Floyd è stato trasformato in una icona che ha trasceso quella di Martin Luther King.

Oggi, nel suo video messaggio al funerale dell'uomo di colore ucciso da un poliziotto bianco durante un fermo, l'ex vice presidente Joe Biden, candidato democratico alla Casa Bianca, ha scandito, "Ora è il momento della giustizia razziale".

Rivolgendosi alla figlia di sei anni del defunto ha detto:

"Tuo padre ha cambiato il mondo".

Come Gesù.

George Floyd, un delinquente comune, con una fedina penale piena di reati, ha cambiato il mondo.

Lui, prima di morire, non sapeva che avrebbe cambiato il mondo. La sua uccisione dovuta a un poliziotto bianco, gli ha fatto cambiare il mondo.

Nemmeno Martin Luther King ha cambiato il mondo, ma George Floyd sì.

Siamo al cospetto della più gigantesca operazione di lavaggio del cervello del terzo millennio. Non ricordo nulla di simile per dimensioni e capacità di condizionare la mente.

Un delinquente comune, ucciso ingiustamente, è stato elevato all'altare della Vittima assoluta. La sua morte trasformata, come quella di Cristo, in una occasione di redenzione, se non per tutta l'umanità, sicuramente per quella di colore, anche di coloro che non lo riconoscono, no, come il loro Salvatore. Non importa, la redenzione che passa attraverso la morte di George Floyd, riguarda anche loro, volenti e nolenti, anche di quell'ufficiale di polizia di colore che in un video dichiara che lui, non si inginocchia a George Floyd, ma solo a un'altra persona, ovvero a Cristo. Non importa. Anche lui sarà salvato da George Floyd.

E tutti noi saremo, laicamente, salvati, attraverso di lui.

Il Covid-19 sembra che stia un po' allentando la sua presa, non questa quasi pandemia che intossica le menti, che piega le coscienze.

L'antidoto c'è. E' una strenua adesione alla realtà. E' l'opposizione ferma alla mistificazione e alla propaganda. E' dire forte il proprio No a questa follia in atto.



https://twitter.com/NinaRicci_us/status ... 7142887426


"Amici, sto vedendo qualcosa che a me personalmente disturba molto. Quando dico "a me", intendo come americano prima, e poi come membro della comunità nera.
Sto vedendo gente bianca che si inginocchia chiedendo perdono per qualcosa che non ha mai fatto.
È disgustoso.
Io capisco che molta gente nella comunità bianca voglia dimostrare di non essere razzista e provi un senso di colpa per il colore della pelle.
E questo perché i media e alcuni neri vogliono che crediate che sia colpa vostra, che il razzismo sia colpa vostra, che tutte le ingiustizie che i neri hanno dovuto subire siano avvenute a causa vostra.
Hanno torto.
Voi non dovete sentirvi in colpa.
Magari neppure vedete il colore della pelle, siete brave persone, trattate gli altri con rispetto e dignità, vi prendete cura della vostra famiglia e degli altri.
Tale pensiero vi è totalmente estraneo.
Questa è la maggioranza degli americani.
In questo paese abbiamo dei media che vogliono creare divisioni tra razze ed è disgustoso.
Mi disgusta ed è triste che molta brava gente là fuori senta il bisogno di dire "io non sono razzista, mi dispiace per i miei antenati" e che si inginocchiano di fronte a gente nera.
Amici, quei neri sono razzisti.
Lo dico: sono i veri razzisti.
Dovete stare lontano da chi vi impone di fare qualcosa per il vostro colore, allontanatevi a testa alta."
https://twitter.com/NinaRicci_us/status ... 7142887426






Giulio Meotti
7 giugno 2020

Non lasciatevi ingannare da quello che sta succedendo in America e a cascata in alcune città europee. Non ha nulla a che fare con il razzismo, l’ingiustizia e la compassione. E’ pura politica da una parte e una forma di asservimento ideologico di massa dall’altra. C’è chi si batte per ragioni positive, credendo di lenire il razzismo e di dover correggere dei torti che sicuramente esistono in ogni democrazia, specie in una come quella americana dove la questione razziale è molto forte. Ma i più lo fanno perché nel branco si sta meglio, ci si difende da attacchi e ingiurie, si evita di pensare. Poi ci sono quelli che lo fanno per convenienza di carriera, attori, giornalisti... Io me ne frego e dirò come stanno le cose. Il poliziotto che ha ucciso George Floyd passerà il resto della vita in carcere. Il sistema americano non è quello cinese, dove al poliziotto che pesta altri cittadini si dà una medaglia. Sfortunatamente, chiunque non si sottometta alla narrativa dominante sarà chiamato razzista, suprematista bianco e fascista, e non per forza in quest’ordine. Black Lives Matter, il movimento dietro le proteste, non si preoccupa dei neri. Non hanno mai protestato quando i neri sono uccisi da altri neri, anche se la più grande causa di morte negli Stati Uniti dai 15 ai 45 anni è ... altri uomini di colore. Non hanno mai protestato contro i mercati della schiavitù di neri come in Mauritania o quando neri sterminano altri neri come in Sudan. I media presentano la comunità afroamericana come un monolite, ma non lo è. Nessuno va mai a intervistare un pensatore di colore come Thomas Sowell. Per ogni 10.000 persone bianche arrestate per reati violenti in America, 4 sono uccise dalla polizia. Nel 2019, 49 persone disarmate sono state uccise dalla polizia. 9 erano neri. 19 erano bianchi. La probabilità che un nero sia ucciso dalla polizia è più o meno quanto quella di essere colpito da una tegola o da un fulmine uscendo di casa. La polizia non è anti-nera, visto che circa il 20 per cento delle forze di polizia in America è nero (a Los Angeles il 50 percento è ispanico, ad Atlanta il 60 per cento è di colore e a Philadephia il 33 per cento etc…). Alcune delle città più povere e violente d'America hanno sindaci neri, governatori neri e consigli neri. Come Baltimora e Chicago. Insomma, la realtà non è un edificante film in bianco e nero. Quanto ai Democratici, si interessano dei neri sei mesi prima di ogni elezione. Le città delle proteste sono feudi Dem da sempre. Si facessero un esame di coscienza. Trump fa la sua partita politica, ovvero serrare i ranghi della Main Street americana e bianca. I Dem fanno la loro, agitando la guerra razziale a fini elettorali. Chi ci rimette è la società, la sua decenza, la nostra capacità di discernimento e cultura. La dimostrazione? Nella società che si dice aperta sta diventando sempre più difficile dire queste cose senza essere aggrediti verbalmente e fisicamente.




Belgio: il sindacato di polizia sciopera contro le accuse di razzismo
10 giugno 2020

https://www.islamnograzie.com/belgio-il ... -razzismo/

Il sindacato belga degli agenti di polizia chiede uno sciopero in risposta alle accuse di “razzismo istituzionale” provenienti da alcuni politici ed esperti in seguito alla rivolta di domenica a Bruxelles. “Dire che c’è un problema generale con il razzismo nei servizi di polizia è un affermazione troppo forte e lontana dalla rtealtà”, ha detto il sindacato in una dichiarazione.

I dipartimenti di polizia di tutto il mondo occidentale sono stati recentemente presi di mira mentre gli estremisti di sinistra si stanno ribellando in molti paesi in risposta alla morte di George Floyd.
I radicali chiedono che i dipartimenti di polizia siano riformati per epurarsi dal razzismo. Negli Stati Uniti alcuni chiedono addirittura che i dipartimenti di polizia vengano sciolti del tutto.
Molti politici e commentatori stanno gonfiando e distorgendo il carro, e il Belgio non fa eccezione.

Jinnih Beels, membro del governo municipale di Bruxelles per i socialisti, è stato tra i cori di voci che hanno raccolto le accuse di razzismo della polizia dei rivoltosi in un’intervista al quotidiano De Afspraak.

Secondo un rapporto di SCEPTR, l’Unione dei lavoratori del settore pubblico per la polizia (VSOA Politie) ha espresso infelicità con i “sentimenti ” anti-polizia.

In risposta, la VSOA Politie ha presentato un avviso di intenzione di sciopero per conto del Dipartimento di Polizia di Bruxelles. la zona di polizia che è stata responsabile delle forze dell’ordine durante la manifestazione Black Lives Matter che si è svolta a Bruxelles domenica.
Più di diecimila manifestanti hanno partecipato, e l’evento si è rapidamente trasformato in violenza. 28 agenti di polizia sono rimasti feriti nei combattimenti che ne sono conseguiti e sono stati effettuati più di 200 arresti.

Lo scopo dichiarato dello sciopero è quello di garantire che vi sia tolleranza zero per la violenza contro la polizia.

Raf Liekens, giornalista belga, ha anche rivelato che alla polizia era stato ordinato di non arrestare nessuno alla rivolta di domenica, tranne nei casi in cui si verificavano gravi danni materiali o violenze. Diversi politici del partito di destra Vlaams Belang chiedono un’indagine sulla rivendicazione.

“Per essere chiari, VSOA Politie condanna tutte le forme di razzismo e discriminazione”, ha dichiarato Vincent Houssin, Presidente del sindacato. “Abbiamo anche preso una posizione molto chiara su questo in passato.Dire che c’è un problema generale e importante con il razzismo nei servizi di polizia è un affermazione troppo forte e lontana dalla rtealtà”

Houssin ha sottolineato che solo circa 50 le accuse di razzismo che sono state depositate contro la polizia di Bruxelles durante il 2017 e il 2018. Di questi, solo 11 hanno portato a indagini. Ciò significa che su 40.000 ufficiali, lo 0,12% è stato giudicato colpevole di razzismo.

Houssin ha anche detto che gli agenti sono stanchi di “attacchi violenti alla polizia del costante interrogatorio delle istituzione alla polizia.”
Egli ha inoltre sottolineato che tali critiche sono state demoralizzanti per gli ufficiali e incoraggianti per i criminali.

“Devi osare decidere che tipo di polizia vuoi”, disse Houssin. “Vuoi permettere che le cose siano rovinate dai criminali che prendono in consegna le strade? Oppure vuoi una forza di polizia forte che lavori in modo militare, ma sia severa con i criminali?”



Il corto circuito dei Democratici Usa: la follia "Defund the Police" è un regalo a Trump e ai fan del Secondo Emendamento - Atlantico Quotidiano
Roberto Penna
13 Giu 2020

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... endamento/

L’unica cosa seriamente triste è la brutta morte di George Floyd, ma tutto ciò che è venuto dopo quell’orrenda circostanza ha avuto tratti tragici ed aspetti farseschi al tempo stesso. La tragedia si è palesata attraverso i numerosi episodi di violenza verificatisi in diverse città americane, la statua imbrattata di Winston Churchill e in generale, un certo tipo di odio ideologico verso la civiltà occidentale propagandato da chi pure è nato e continua a vivere nello stesso Occidente. La farsa si è invece resa evidente nella strumentalizzazione del caso Floyd, pianificata ed avviata da tutti coloro i quali, negli Stati Uniti e non solo, hanno interesse ad azzoppare in tutti i modi possibili Donald Trump, fino a comprometterne la rielezione il prossimo novembre. Chissà, avranno pensato, magari il coronavirus non sarà sufficiente a far sprofondare completamente l’ex tycoon, e allora cosa c’è di meglio che agitare lo spauracchio del razzismo in merito ad una vicenda, di per sé esecrabile senza se e senza ma, caduta come il cacio sui maccheroni?

Un poliziotto bianco che uccide un nero durante la presidenza Trump, che deve essere considerata, secondo un pregiudizio ostinato ed interessato di alcuni, come un governo almeno complice sottobanco del razzismo. Trump può essere politicamente scorretto fin quanto si vuole, ma c’entra con la discriminazione razziale come i cavoli a merenda. L’uso strumentale dei drammi umani conduce a comportamenti tra il tragico e il patetico, e a scelte politiche a dir poco bizzarre. Nella corsa ad essere tutti più realisti del re, si parte da un fatto davvero drammatico come il soffocamento del povero Floyd, per sfociare poi nel tragicomico. Gli inginocchiati, fra i quali le nostre Myrta Merlino e Laura Boldrini, pensano forse di compiere un grande gesto globale, ma nella migliore delle ipotesi fanno sorridere e nella peggiore, fanno arrabbiare perché si tratta di una prostrazione a senso unico ed assai costruita. Mai vista, per esempio, per i morti di coronavirus, per gli imprenditori suicidi e per tutti i poliziotti del mondo, inclusi quelli americani, caduti in servizio.

Dallo show degli inginocchiati alle mosse paradossali e strampalate dei Democratici d’oltreoceano. Dalle manifestazioni organizzate in America dai cosiddetti Antifa, che, è bene precisare, hanno una natura politica e militante e non rappresentano la gente comune in rivolta contro il presunto razzismo della polizia, è emerso uno slogan in particolare, il “Defund the Police”. Cioè, la richiesta di ridurre o tagliare del tutto i fondi per la polizia. Se qualche attivista di estrema sinistra, che magari ama già imbrattare le città con la vernice spray e l’antico ACAB (All Cops Are Bastards), sogna la scomparsa di tutti i corpi di polizia, la cosa non sorprende più di tanto, ma se è il Partito democratico americano, per quanto radicalizzatosi a sinistra negli ultimi anni, a farsi interprete del pregiudizio estremista anti-polizia, che dietro alle uniformi vede solo fascisti e razzisti, ecco che emergono molti interrogativi. Eppure, pare proprio che i Dem abbiano deciso di abbracciare il “Defund the Police”. Alla Camera dei Rappresentanti, capitanati dalla solita Nancy Pelosi, hanno già presentato una proposta contenente diverse limitazioni per la polizia, mentre nella Grande Mela il sindaco Bill de Blasio prevede una riduzione di fondi per il celebre New York Police Department. Nella città di Minneapolis, teatro della morte di George Floyd, si va addirittura oltre, con il Consiglio comunale, a maggioranza democratica, che propone di smantellare l’intero corpo di polizia locale. Oltre alla follia di voler punire tutta la polizia della città, peraltro tenendo conto del fatto che i responsabili della morte di Floyd sono già stati individuati ed arrestati, l’agente Derek Chauvin e i suoi colleghi, i Democratici Usa sono così presi dal tentativo di far affondare Donald Trump da non accorgersi di andare più a sinistra degli Antifa.

E non si accorgono nemmeno di un’altra cosa, perché esiste anche un’altra sfaccettatura, ossia di dare indirettamente spazio allo spirito anarco-libertario, sempre presente in America, tuttavia mai vicino al Partito democratico. Nella foga anti-trumpiana proprio i fan del “big government”, dai quali i libertari più o meno anarchici si sono sempre tenuti lontani, stanno offrendo uno stimolo per la privatizzazione delle città. Centri urbani e comunità dotati di servizi gestiti interamente da privati, incluso l’ordine pubblico, simboleggiano uno storico sogno libertario. Oltre ai razzisti o presunti tali, la criminalità rimane, e se la polizia viene meno, perché ritenuta pericolosa dalla politica, ci si organizza appellandosi ad imprese di vigilanza privata oppure a forme di autodifesa. Il corto circuito dei Democratici è tale per cui gli statalisti offrono un assist al pensiero libertario; chi vuole riscrivere il secondo emendamento della Costituzione americana, quello sulla libertà di possedere armi, spinge i cittadini ad armarsi ancora di più. Il vantaggio di Joe Biden su Trump, registrato peraltro dalla Cnn, che è tutto fuorché obiettiva quando si parla del presidente in carica, rischia di rivelarsi simile a quello di Hillary Clinton nel 2016.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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