Razzismo dei neri contro i bianchi

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:58 pm

Il razzismo al contrario di Yale: "Discrimina gli alunni bianchi"
Roberto Vivaldelli - Ven, 14/08/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ya ... 1597416819

Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti l'Università di Yale discrimina gli studenti bianchi e asiatici-americani in aperta violazione del Civil Rights Act

Pur di sottostare alle stringenti regole del politicamente corretto, l'Università di Yale è finita col discriminare gli studenti in base al colore della pelle.

Come riportano i media americani, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato l'Università di Yale di discriminare studenti bianchi e asiatici-americani in aperta violazione del Civil Rights Act del 1964. L'agenzia federale ha scoperto che la maggior parte dei bianchi e degli asiatici americani che speravano di ottenere l'ammissione alla prestigiosa istituzione avevano una possibilità significativamente minore di farcela rispetto agli afroamericani.

Il Dipartimento di Giustizia: "La Yale discrimina bianchi e asiatici"

"I candidati asiatici-americani e bianchi hanno solo un decimo delle probabilità di essere ammessi rispetto aggli afroamericani con credenziali accademiche comparabili. Yale rifiuta decine di candidati asiatici-americani e bianchi ogni anno in base alla loro razza, che altrimenti ammetterebbe", ha dichiarato il Doj in un comunicato stampa . Il Dipartimento di Giustizia ha stabilito che la razza gioca un ruolo fondamentale nelle decisioni di ammissione del rinomato ateneo, andando ben oltre ciò che la Corte Suprema ritiene ammissibile. "Sebbene la Corte Suprema abbia ritenuto che i college che ricevono fondi federali possano considerare la razza dei candidati in determinate circostanze limitate come uno di una serie di fattori, il Dipartimento di Giustizia ha ritenuto che l'uso del criterio della razza da parte di Yale è tutt'altro che limitato", sottolinea il comunicato stampa. "Yale utilizza la razza in più fasi del suo processo di ammissione". Il Dipartimento di Giustizia osserva che come "condizione per ricevere milioni di dollari in finanziamenti dai contribuenti", Yale deve rispettare il Titolo VI del Civil Rights Act del 1964, che "proibisce la discriminazione sulla base di razza, colore o origine nazionale nei programmi e nelle attività che ricevono assistenza finanziaria federale".

Secondo il suo comunicato stampa, il Dipartimento sta cercando di porre immediatamente fine alle preferenze razziali della Yale: "Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto all'ateneo di non utilizzare la razza o l'origine nazionale nel suo prossimo ciclo di ammissioni agli studenti universitari 2020-2021". E se lo farà, sottolinea il Doj, l'università dovrà prima "presentare al Dipartimento di Giustizia un piano che dimostri che la sua proposta rispetta la legge".

Il virus del politicamente corretto

Il virus del politically correct ha infettato la prestigiosa università già da parecchi anni. All'inizio di quest'anno, l'ateneo ha detto addio al corso "Introduzione alla storia dell’arte: dal Rinascimento ad oggi". Per l'ateneo, infatti, ci sono troppi artisti "bianchi", "maschi" ed "eterosessuali". Come scrive Alessandra Benignetti su IlGiornale.it, secondo gli accademici poteva creare "malessere" agli studenti. "La storia della pittura europea non è rappresentativa della storia dell’arte del mondo intero", ha spiegato in una mail inviata al sito Yale Daily News, Tim Barringer, il direttore del Dipartimento di storia dell’arte dell’ateneo del Connecticut ed insegnante del corso, motivando la sua decisione.



Usa, il governo accusa l'Università di Yale: nelle iscrizioni discrimina asiatici e bianchi
Il Ministero giustizia: "Fattore razza usato a favore degli afroamericani"
14 agosto 2020
WASHINGTON - Il governo degli Stati Uniti ha accusato l'Università di Yale di discriminare i candidati asiatici e bianchi nel suo processo di ammissione degli studenti universitari, considerando questa una violazione del Civil Rights Act del 1964.

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 264611559/

Il Dipartimento di Giustizia ha diffuso i risultati di un'indagine aperta due anni fa "in risposta a una denuncia di gruppi asiatico-americani" sulla condotta della prestigiosa universita'. Il rapporto ha rilevato che "Yale discrimina sulla base della razza e dell'origine nazionale nel suo processo di ammissione per gli studenti universitari e che la razza e' il fattore determinante in centinaia di decisioni di ammissione ogni anno", ha detto l'istituzione in una dichiarazione. Secondo la nota, la stragrande maggioranza degli studenti asiatici e bianchi "ha solo tra un decimo e un quarto delle probabilita' di essere ammessi" rispetto a "candidati afroamericani con credenziali accademiche simili".

"E 'ora che le istituzioni americane riconoscano che tutte le persone dovrebbero essere trattate con decenza e rispetto e senza considerare illegalmente il colore della loro pelle", ha detto Eric Dreiband, assistente procuratore generale della Divisione per i diritti civili. Per il funzionario "non esiste una forma piacevole di discriminazione razziale", e ha sottolineato che la divisione degli americani in blocchi etnici "incoraggia stereotipi, amarezza e divisione".

A seguito delle indagini, il Dipartimento di Giustizia afferma di aver scoperto che Yale ha violato il Titolo VI del Civil Rights Act del 1964, che e' un requisito per ricevere milioni di dollari in fondi dei contribuenti. In una dichiarazione citata dal Washington Post, Yale ha pero' respinto le accuse e ha anticipato che non cambiera' le sue pratiche di ammissione "sulla base di un'accusa frettolosa e priva di merito". "Siamo sorpresi che il DOJ (Dipartimento di Giustizia) abbia preso la sua decisione prima di consentire a Yale di fornire tutte le informazioni che il Dipartimento ha richiesto finora", ha detto la fonte dell'ateneo.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:59 pm

Il giovane straniero, cubano a Vicenza, senza rispetto e che deride la polizia



Ragazzo preso per il collo da poliziotto a Vicenza, il video virale
11 agosto 2020

https://www.notizie.it/cronaca/2020/08/ ... o-vicenza/

Sta suscitando polemiche il video che ritrae un poliziotto immobilizzare un ragazzo con una controversa presa simile a quella degli agenti Usa.

Ha suscitato un vespaio di polemiche nelle ultime ore un video che immortala un poliziotto immobilizzare un ragazzo 21enne di origine cubana con una presa al collo simile a quella adoperata dalle forze dell’ordine statunitensi, finita recentemente sotto i riflettori per la sua pericolosità soprattutto dopo la morte di George Floyd.

Il filmato è stato realizzato a Vicenza lunedì 10 agosto e secondo le testimonianze finora ascoltate il giovane avrebbe dapprima fatto una battuta nei confronti degli agenti, per poi successivamente rifiutare di rendere le proprie generalità. Il sospetto principale è che il poliziotto abbia agito in maniera sproporzionata alle reali necessità, guidato da una motivazione di tipo razziale.

Vicenza, polemiche per ragazzo immobilizzato da poliziotto

Stando alle ultime ricostruzioni della vicenda sembrerebbe che i due agenti fossero intervenuti per sedare una rissa tra due uomini davanti a un supermercato nel centro della città veneta, quando a un certo punto – secondo quanto riportato da L’Eco vicentino – uno dei poliziotti si sarebbe risentito per una battuta fatta da uno dei giovani li presenti, tutti estranei alla rissa per cui erano intervenute le forze dell’ordine.

Visualizza questo post su Instagram

Senza alcun motivo questo poliziotto in divisa ha chiesto documenti al mio migliore amico toccandolo ovviamente lui non centrando niente con l’avvenimento accaduto 10 minuti prima cioè una rissa sì è rifiutato dopo un battibecco dove il poliziotto stava già iniziando a toccarlo lo prende e comincia a strozzarlo a sto punto io ed un mio amico ci avviciniamo per staccarlo e lui cerca di estrarre la pistola verso di me… RAGAZZI AIUTATEMI A CONDIVIDERE QUESTO ATTO DI RAZZISMO TUTTI UNITI PER FAVORE TUTTO CIÒ È ACCADUTO A VICENZA ALLE 18:00 PIÙ O MENO


È stato allora che, al rifiuto del ragazzo di consegnare i documenti, l’agente ha cercato di immobilizzarlo prendendolo per il collo. Nella descrizione del video postata sui social, un amico del giovane spiega infatti: “Senza alcun motivo questo poliziotto in divisa ha chiesto documenti al mio migliore amico toccandolo.

Ovviamente lui non centrando niente con l’avvenimento accaduto 10 minuti prima, cioè una rissa, sì è rifiutato dopo un battibecco dove il poliziotto stava già iniziando a toccarlo lo prende e comincia a strozzarlo, a sto punto io ed un mio amico ci avviciniamo per staccarlo e lui cerca di estrarre la pistola verso di me“.


Il 21enne, residente con la famiglia in un comune dell’alto vicentino, è poi stato lasciato andare a seguito delle proteste dei suoi amici, venendo tuttavia fermato poco dopo da un’altra pattuglia della Polizia che lo ha arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e condotto agli arresti domiciliari.

Stando a quanto riportato dalla stampa locale, il giovane sarà già processato mercoledì per direttissima.






Ragazzo cubano cerca di sfuggire alla polizia e viene preso per il collo: il video fa il giro del web
12 agosto 2020

https://www.ilmattino.it/primopiano/cro ... 99838.html

Stanno facendo il giro del web le immagini di un ragazzo di colore fermato a Vicenza nel pomeriggio di ieri e preso per il collo da un poliziotto. Il video è stato girato dagli amici del ragazzo e pubblicato in rete, mentre attualmente il giovane si trova agli arresti domiciliari. Il ragazzo è accusato di lesioni e resistenza al pubblico ufficiale e domani sarà processato per direttissima. Chi ha diffuso il filmato ha gridato al razzismo chiamando in causa il movimento Black Lives Matter, ma dalla Questura di Vicenza fanno sapere che il ragazzo aveva interferito durante un'operazione di polizia insieme ad alcuni amici e che si era rifiutato di fornire le proprie generalità.

«C'era una rissa in atto in piazza Castello. - racconta a Leggo il Questore Antonino Messineo - Le pattuglie della polizia sono intervenute per sedare la colluttazione tra due persone e questi ragazzi schernivano i poliziotti. Finito l'intervento, si sono accalcati costringendo gli agenti a invitarli ad allontanarsi e ad astenersi dai commenti. Un ragazzo di 21 anni cubano ha continuato a prendersi gioco delle forze di polizia fino a quando gli è stato chiesto il documento d'identità per il riconoscimento. Si è rifiutato indietreggiando».

La comitiva del ragazzo ha denunciato l'accaduto sui social chiedendo massima condivisione e ribadendo l'estraneità del ragazzo ai fatti avvenuti precedentemente. «Senza alcun motivo questo poliziotto in divisa ha chiesto documenti al mio migliore amico toccandolo, ovviamente lui - non centrando niente con la rissa - sì è rifiutato... Lo ha preso e cominciato a strozzarlo, a questo punto io ed un mio amico ci siamo avvicinati per staccarlo e lui ha cercato di estrarre la pistola verso di me…», ha scritto uno degli amici che ha girato il video.

Fonti della Questura spiegano che nel video più lungo si vede l'agente prenderlo prima per un braccio e poi per il collo, dopo che il 21enne si era divincolato. «Il soggetto è scappato al termine di una colluttazione durante la quale l'agente ha riportato un'escoriazione con una prognosi di tre giorni. Il ragazzo è stato preso da una seconda volante e posto alla detenzione domiciliare. Ovvimente non c'entra nulla il razzismo. La persona poteva essere di qualsiasi colore e nazionalità. Nessuno ha riportato conseguenze».


Preso per il collo dal poliziotto Indagine interna
12 agosto 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8202537

È stato convalidato questa mattina dal giudice l'arresto del 21enne di origini cubane finito in manette con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Il processo è stato rinviato al prossimo 18 settembre.

Il giovane si era rifiutato di fornire le proprie generalità e di mostrare i documenti ai poliziotti che cercavano di identificarlo, in pieno centro a Vicenza. Un arresto come molti altri, se uno degli agenti non avesse preso per il collo il 21enne per tentare di bloccarlo. Una manovra che un amico dell'arrestato ha filmato col cellulare e ha poi diffuso sui social. Il video in poche ore è diventato un caso e ha provocato reazioni forti e contrastanti nell'opinione pubblica.

Intanto oggi il questore Antonino Messineo ha annunciato l'avvio di un'indagine interna, ricordando però che «l'operato degli agenti è stato valutato in sede giudiziaria e l'arresto è stato convalidato». Il questore ha riferito che si agirà «sulla scorta delle numerose testimonianze raccolte e sui video, non solo quelli sui social e degli amici del giovane, ma anche da altre fonti come le telecamere di sicurezza». «Nessuno dei miei uomini ha comportamenti razzisti - ha sottolineato - C’è l’uso della forza ma non della violenza gratuita». «Ci sono più video e testimonianze sulla vicenda - ha detto Messineo - che permetteranno di valutare il caso».

Questa mattina una quarantina di giovani dei centri sociali ha manifestato pacificamente davanti al tribunale di Vicenza, dove si è tenuto il direttissimo del 21enne. I manifestanti hanno issato uno striscione con la scritta «Basta abusi in divisa, solidarietà a Denny».


https://www.facebook.com/GdV.it/posts/10157183645856470

Io avrei manifestato a favore del poliziotto!
Meno male che è stato convalidato l'arresto.
Questo straniero senza rispetto e incivile andrebbe espulso immediatamente, anche per dare il buon esempio.

CesareBeccaria Apibeco
https://www.facebook.com/groups/Apibeco ... 3512080785
Al di là di questo singolo evento. Attenzione ai "ha fatto bene". Vogliamo una polizia democratica, preparata e attenta o vogliamo una cagnaccia repressiva da stato autoritario? Vogliamo la prevenzione intelligente dei reati e assicurare i veri criminali alla giustizia giusta o vogliamo che i nostri figli, nipoti o pronipoti vengano presi per il collo se si rifiutano di dare un documento di identità? Ripetiamo, senza entrare nel merito di questo singolo contesto. Che cosa vogliamo per il bene di tutti? Stiamo attenti che invece di avere poi qualcosa di buono, ne viene il peggio. Attenzione a cascarci con tutti e due i piedi dentro.



Non fornire le proprie generalità ad un pubblico ufficiale è reato

https://www.laleggepertutti.it/42413_no ... le-e-reato

Chi si rifiuta di fornire le proprie generalità al pubblico ufficiale rischia l’arresto fino a un mese o una multa di 206 euro.

Rifiutarsi di fornire ad un Pubblico Ufficiale indicazioni circa la propria identità personale è un reato punito con l’arresto fino ad un mese o con un’ammenda fino a 206 euro.

Ciò è quanto previsto dal nostro codice penale [1] con una norma che ha la finalità di consentire al pubblico ufficiale, nello svolgimento delle proprie funzioni, l’identificazione immediata dei soggetti che si trovano in dato luogo.

Ma chi è il pubblico ufficiale?

Tale qualifica spetta non solo ai soggetti che svolgono attività di pubblica sicurezza, come: militari, carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza ecc.; ma anche a chi esercita una pubblica funzione, pur se per un breve periodo (ad es.: insegnanti, consiglieri comunali, presidente di seggio elettorale).

Per incorrere nel reato è sufficiente il semplice rifiuto di fornire i dati richiesti. È quindi inutile che le informazioni vengano fornite in un momento successivo [2].

Inoltre, non esime dall’obbligo neppure il fatto che l’identità del soggetto sia facilmente accertabile (perché, ad esempio, il pubblico ufficiale ci conosce già). Questo, infatti, non garantisce che l’agente sappia con esattezza tutti i nostri dati [3].

Bisogna inoltre precisare che la norma punisce chi si rifiuti di dare indicazioni sulla propria identità personale [4] e non chi è privo dei documenti che la attestano come, ad esempio, la carta d’identità. Infatti, non esiste alcun obbligo di portare con sé un documento d’identità valido (salvo ovviamente la patente in caso di guida), ma solo di fornire oralmente le proprie generalità. Questa regola non vale però per gli stranieri [5] e per le persone dichiarate sospette o pericolose [6].

Se poi si vogliono proprio cercar rogne, rifiutando l’esibizione del documento di riconoscimento che abbiamo dichiarato di avere (così tanto per complicarci la vita), potremmo essere accompagnati dall’agente nel proprio ufficio per procedere all’identificazione. Un tale comportamento è infatti sufficiente a far sorgere dei dubbi sulla veridicità delle nostre dichiarazioni, attribuendo all’agente il diritto di identificarci in caserma [7].

Fornire oralmente le proprie generalità al pubblico ufficiale è sufficiente ad escludere la sanzione del Rifiuto di dare indicazioni sulla propria identità personale previsto dal codice penale. Se invece vi chiedono i documenti e ne site sforniti non commettete alcun reato perché, salvo per determinati soggetti, non vi è alcun obbligo generale ad esserne muniti.
note

[1] Art.651 c.p.

[2] Cass, sent. 6 novembre 2006 n. 41716.

[3] Cass. sent. 4 gennaio 1996 n.34.

[4] Cass, sent. 2 marzo 1992 n. 2261.

[5] D.lgs. n. 286 del 1998, art. 6, che recepisce la Direttiva 2004/38/CE.

[6] Articoli 4 T.U.L.P.S. E 294 reg. di att.

[7] Art. 11 legge 191/1978.

Roma, gli chiedono il documento e si tira giù i pantaloni all'ufficio postale: arrestato
"Ora ti faccio vedere io il documento", avrebbe detto l'uomo, 20 anni, di origine egiziana, all'impiegata della filiale di piazza Dante
11 agosto 2020

https://roma.repubblica.it/cronaca/2020 ... 264385389/


Si è presentato ieri mattina allo sportello dell'ufficio postale di piazza Dante e, alla richiesta di un documento, l'uomo, un egiziano di 20 anni, si è tolto la mascherina rispondendo ad alta voce 'Ora ti faccio vedere io il documento'. Poi, con un gesto fulmineo, si è slacciato la cinta tirandosi giù i pantaloni, i boxer e mostrando i genitali. A quel punto l'impiegata, spaventata, ha chiesto aiuto alla Polizia raccontando quanto stava accadendo.

Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Esquilino, diretto da Stefania D'Andrea, immediatamente intervenuti, hanno subito individuato il soggetto che ha tentato di scappare ma è stato bloccato. Sul posto i poliziotti hanno rassicurato anche le altre impiegate che, scosse da quanto stava accadendo, si erano rifugiate in un angolo dell'ufficio postale. Identificato per A.A.R.A., è stato accompagnato negli uffici di polizia e arrestato per tentata violenza sessuale


Alberto Pento
Questa gentaglia immonda va espulsa.



Le aggressioni a chi indossa un'uniforme sono tipiche degli invasori, non di semplici criminali
di Helmut Leftbuster- 4 Dicembre 2019

http://www.ilpopulista.it/news/4-Dicemb ... inali.html

Ormai è un quotidiano susseguirsi di aggressioni a vigili, poliziotti, militari, capitreno e persino medici e infermieri caratterizzate da una violenza gratuita non necessariamente abbinata ad un intento predatorio specifico. E i protagonisti di tale fattispecie criminali sono puntualmente stranieri. Appare del resto credibile, dato l'invecchiamento demografico del paese, che l’Italia si sia trasformata in un Bronx generalizzato ad opera di nonnetti improvvisamente usciti di testa? O piuttosto, allora, si tratta di un fenomeno allogeno e di carattere ben distante dalla delinquenza comune?!

Ciò che differenzia profondamente il “criminale” dall’ “invasore” è che il primo aggredisce miratamente la sua vittima per trarne un vantaggio specifico e calcolato, ma poi, una volta vistosi contrastare, si limita a fuggire o tutt'al più a difendersi dalle Forze dell'Ordine sopraggiunte. Al contrario, l’invasore attacca per primo l’elemento in uniforme deputato a controllarne la condotta o a respingerlo, proprio per soverchiarne la forza “militare” e poter successivamente fare man bassa dei civili rimasti indifesi. Digitate parole chiave quali “poliziotti o carabinieri aggrediti” oppure “infermieri o controllori pestati”, e verificate la numerosità statistica del susseguirsi di casi, nonché la puntuale identità dei loro responsabili.

Certo, anche gli italianissimi brigatisti sparavano contro la polizia e contro i magistrati: non a caso volevano rovesciare la democrazia e imporre la dittatura del proletariato (progetto eversivo oggi rivisitato in chiave “etnicista” dai veterani di quel fronte politico). Ma poi, dopo aver sparato, anche i brigatisti sgommavano e scappavano. Invece, con la globalizzazione del crimine, il delinquente d’importazione non riconoscerà mai il gendarme di Stato come titolare della sicurezza di una comunità a cui il delinquente stesso appartiene; al contrario, costui vedrà in quell'uniforme la difesa armata della sovranità dello Stato straniero che egli intende violare. E quindi ci si scaglierà contro giocandosi il tutto per tutto, esattamente come si fa in guerra.

Se già alle sinistre, negli anni '70, garbava l'idea di difendere gli indifendibili, tanto più oggi garba quella di santificare i beneficiari di una sostituzione etnica oramai indispensabile a garantirsi quei voti che certo non arriveranno mai più dai vituperati proletari italiani.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:59 pm

Io sto con i poliziotti USA che ci difendono e si difendono dai criminali a prescindere dal colore della loro pelle, senza fare sconti a nessuno, tutti debbono rispettare la legge e la polizia, sia i bianchi che i neri.
Questo afroamericano demenziale e arrogante, senza rispetto per la legge e per la polizia ha disubbidito mettendo a rischio la vita dei poliziotti, entrando nella sua auto forse per prendere un'arma, così i poliziotti hanno sparato.
Questi afroamericani criminali credono che sia loro permesso tutto e che per loro la legge non valga, perché loro sono neri.
Grazie infinite ai poliziotti che hanno fatto il loro dovere!

Afroamericano ferito alle spalle dalla polizia resterà paralizzato. Seconda notte di proteste in Wisconsin
Jacob Blake è stato colpito da diversi colpi di armi da fuoco da due agenti della polizia mentre tentava di salire a bordo della sua auto, dove c'erano i suoi tre figli che hanno assistito alla sparatoria. I poliziotti sono ora in congedo ma la rabbia a Kenosha non si placa. Ancora non si sa se la paralisi sarà permanente
25 agosto 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 265424914/

KENOSHA - "Otto buchi" nella schiena hanno paralizzato Jacob Blake dalla vita in giù. Lo ha detto il padre del ragazzo al Chicago Sun-Times, sottolineando che suo figlio ha "otto buchi" sul corpo e i medici non sanno al momento se la paralisi sarà permanente. E intanto si è catenata la rabbia della piazza. Seconda notte di proteste a Kenosha, in Wisconsin, la città dove domenica pomeriggio la polizia ha ferito a colpi d'arma da fuoco alle spalle l'afroamericano ventinovenne. Le forze dell'ordine hanno lanciato gas lacrimogeni contro le centinaia di persone che non hanno rispettato il coprifuoco e hanno invece iniziato a scagliare bottiglie e fuochi d'artificio contro gli agenti dispiegati al tribunale.

La città è diventata l'ultimo scenario delle proteste legate al movimento Black Lives Matter, contro il razzismo sistemico e la brutalità della polizia, dopo che sono stati diffusi online video in cui si vede la polizia sparare in pieno giorno per sette volte a Blake, mentre questi era di spalle, apparentemente piegato per entrare nell'auto dove si trovavano i suoi tre figli. Il 29enne, con diversi precedenti penali, è in ospedale in gravi condizioni; secondo l'avvocato della famiglia era intervenuto per placare una lite familiare.

Nel 2017 le autorità della città avevano fatto passare l'ordinanza che prevedeva l'obbligo della body camera per i poliziotti come strumento per migliorare la credibilità delle forze dell'ordine e come misura di prevenzione per assalti brutali e ingiustificati. Non l'hanno mai indossata. Gli eventi di domenica infatti sono stati ripresi da un cellulare di un passante e non dagli agenti.

La città è blindata e pattugliata dalla guardia nazionale. Ieri sera cittadini armati hanno presidiato negozi e altri locali commerciali. Vestiti in mimetica, con mascherina ed elemetti. I dimostranti scandivano slogan come 'No justice, no peace' (niente giustizia, niente pace). La tensione si è alzata quando una conferenza stampa del sindaco John Antarmian, che si sarebbe dovuta svolgere in un parco, è stata spostata in un edificio pubblico. Centinaia di persone hanno tentato di entrare, forzando una porta, e la polizia ha sparato spray urticanti contro di loro. Mentre la polizia non ha fornito informazioni sulla sparatoria e sull'eventuale possesso di armi da parte di Blake, le indagini sul caso sono condotte dal dipartimento di Giustizia statale. I poliziotti sono stati sospesi, secondo la politica standard della polizia, e su di loro non sono state fornite informazioni.

Proteste violente si sono scatenate anche a Portland in Oregon. Dove almeno duecento manifestanti hanno messo a fuoco la città urlando il nome di Jacob Blake. A Portland le proteste non si sono mai fermate dalla morte di George Floyd, raggiungendo ora quasi cento giorni.


L’afroamericano ferito dalla polizia è paralizzato dalla vita in giù
Giuseppe Sarcina
25 agosto 2020

https://www.corriere.it/esteri/20_agost ... e48e.shtml

WASHINGTON — Domenica 23 agosto un poliziotto gli ha sparato sette volte alla schiena, da neanche mezzo metro. Ora Jacob Blake, afroamericano di 29 anni, giace in un letto d’ospedale, paralizzato dalla vita in giù. I medici non si sbilanciano: il giovane potrebbe rimanere in queste condizioni per sempre. L’ennesimo caso di abuso della forza è accaduto a Kenosha, una cittadina di 100 mila abitanti del Wisconsin, nel nord degli Stati Uniti. La tensione è alta. Da due giorni si susseguono manifestazioni che cominciano in modo pacifico e, nella notte, terminano con distruzioni, incendi e assalti ai negozi, anche se in una zona circoscritta. Ci sono stati scontri violenti tra attivisti e polizia. Lunedì 24 agosto, David Beth, sceriffo di Kenosha ha chiesto rinforzi: «Ho a disposizione circa 200 agenti e non so quanti veicoli blindati. Sono troppo pochi, non ce la facciamo a garantire l’ordine pubblico». Il Governatore dello Stato, il democratico Tony Evens, ha inviato un contingente della Guardia Nazionale e nelle ore successive ha dichiarato lo stato di emergenza.

Gli investigatori stanno ancora ricostruendo la dinamica dei fatti. Anche se il video girato con un telefonino da un testimone è di un’agghiacciante chiarezza. Domenica pomeriggio, alle 17,15, una pattuglia risponde a una chiamata che segnala una lite in un quartiere residenziale. La prima inquadratura della clip mostra Blake che si dirige verso la portiera del suo Suv. Lo seguono tre agenti (due uomini e una donna) con le pistole spianate. Il giovane fa per entrare in macchina, ma a quel punto uno dei poliziotti gli tira la maglietta bianca e poi gli spara alla schiena. Sul sedile posteriore del veicolo ci sarebbero stati i tre figli piccoli di Jacob. Kenosha è adesso l’epicentro di una nuova ondata di proteste. Si segnalano cortei, sit-in e scontri con la polizia anche a Portland (Oregon), Seattle (Stato di Washington), Minneapolis, (Minnesota), dove il 25 maggio scorso fu ucciso George Floyd, e in altre città. Venerdì 28 agosto è in programma una grande manifestazione a Washington, di fronte al Lincoln Memorial, da cui parlò Martin Luther King, il 28 agosto del 1963 («I have a dream»).



Jacob Blake è paralizzato dalla vita in giù: l'afroamericano colpito dagli spari di un agente alla schiena. Proteste nel Wisconsin
25 agosto 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... n/5910124/

Il padre del 29enne al Chicago Sun-Times ha spiegato che suo figlio ha "otto buchi" sul corpo e i medici non sanno al momento se la paralisi sarà permanente. L’episodio ha riacceso le proteste negli Stati Uniti contro il razzismo e la brutalità della polizia: a Kenosha centinaia di persone non hanno rispettato il coprifuoco, lanciando bottiglie e fuochi d’artificio contro gli agenti dispiegati al tribunale

Jacob Blake, l’afroamericano colpito dagli spari alla schiena esplosi da un agente di polizia a Kenosha, in Wisconsin, è paralizzato dalla vita in giù. Il padre del 29enne al Chicago Sun-Times ha spiegato che suo figlio ha “otto buchi” sul corpo e i medici non sanno al momento se la paralisi sarà permanente. L’episodio ha riacceso le proteste negli Stati Uniti contro il razzismo e la brutalità della polizia nate dopo la morte di George Floyd e legate al movimento Black Lives Matter. Per la secondo notte consecutiva a Kenosha la polizia ha sparato gas lacrimogeni contro le centinaia di persone che non hanno rispettato il coprifuoco, lanciato bottiglie e fuochi d’artificio contro gli agenti dispiegati al tribunale.

Le proteste sono scoppiate dopo la diffusione del video, in cui si vede un poliziotto sparare e ferire gravemente il 29enne Blake. Il fatto risale a domenica pomeriggio: gli agenti erano stati chiamati sul posto per una lite familiare. Dalle immagini si vede l’uomo, identificato da un testimone come colui che stava cercando di sedare la lite, muoversi scortato dalla polizia, con una pistola puntata alla schiena. A un certo punto Blake, disarmato, prova ad entrare nella propria auto, ma un agente lo immobilizza da dietro, tenendolo per la maglietta. Nelle immagini si sentono almeno sette spari. Nell’auto si trovavano i suoi tre figli.

I dimostranti a Kenosha scandiscono slogan come ‘No justice, no peace‘ (niente giustizia, niente pace). La tensione si è alzata quando una conferenza stampa del sindaco John Antarmian, che si sarebbe dovuta svolgere in un parco, è stata spostata in un edificio pubblico. Centinaia di persone hanno tentato di entrare, forzando una porta, e la polizia ha sparato spray urticanti contro di loro. Mentre la polizia non ha fornito informazioni sulla sparatoria e sull’eventuale possesso di armi da parte di Blake, le indagini sul caso sono condotte dal dipartimento di Giustizia statale. I poliziotti sono stati sospesi, secondo la politica standard della polizia, e su di loro non sono state fornite informazioni.

“So che ci sono persone stufe di sentirlo dire, ma come persone nere in America abbiamo paura“: “uomini neri, donne nere, bambini neri, siamo terrorizzati“, ha detto la star del basket a stelle e strisce Lebron James, in un’intervista a Cnn. “Se mi dite che non c’era modo di bloccare quel signore, arrestarlo, prima di sparare, mi state mentendo, non solo a me, ma a ogni persona nera, perché continuiamo a vedere questa cosa ripetersi“, ha dichiarato James. “Se guardate il video, ci sono molti momenti in cui se avessero voluto avrebbero potuto bloccarlo, perché bisogna sempre arrivare a un punto in cui si spara?“, ha proseguito il campione di basket, da tempo volto delle proteste contro il razzismo.


Una notte di proteste per Jacob Blake, nel Wisconsin - Il Post
martedì 25 Agosto 2020

https://www.ilpost.it/2020/08/25/una-no ... wisconsin/

L'uomo afroamericano a cui erano stati sparati sette colpi durante un arresto è in condizioni stabili, mentre a Kenosha ci sono stati incendi e saccheggi
Le proteste a Kenosha, Wisconsin, 24 agosto (AP Photo/Morry Gash/LaPresse)

A Kenosha, nel Wisconsin, per la seconda notte consecutiva ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia per il ferimento di Jacob Blake, un uomo afroamericano colpito con almeno sette colpi di pistola alle spalle durante un arresto avvenuto domenica. Nonostante la violenza della sparatoria, Blake è sopravvissuto ed è in condizioni stabili. Le proteste erano cominciate nella notte tra domenica e lunedì con diversi scontri nella città e sono continuate lunedì con alcune marce pacifiche: nella notte fra lunedì e martedì, invece, ci sono stati incendi, devastazioni e saccheggi.

Alcune attività commerciali sono state incendiate in un quartiere residenziale nel centro di Kenosha. La Guardia nazionale, che è stata chiamata dal governatore democratico del Wisconsin Tony Evers dopo la prima notte di scontri, è stata schierata per creare un cordone protettivo attorno alla zona mentre i vigili del fuoco spegnevano gli incendi. Il governatore, con un comunicato stampa, aveva chiarito che la Guardia nazionale era stata chiamata a una «mobilitazione limitata» per «proteggere le infrastrutture a rischio» e permettere che le persone potessero manifestare in sicurezza.

Verso le 19 di lunedì è iniziata una marcia con centinaia di manifestanti. Secondo il Milwaukee Journal Sentinel il corteo è stato in larga parte pacifico, ma la polizia ha cominciato a sparare gas lacrimogeni dopo il lancio di alcune bottiglie d’acqua contro gli agenti. Dopo l’inizio del coprifuoco (previsto dalle 20 alle 6), le proteste sono diventate più violente. I manifestanti hanno lanciato fuochi d’artificio contro la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni e granate assordanti.

Diversi edifici e numerose auto sono stati incendiati da alcuni manifestanti, che hanno anche tentato di entrare con la forza in un edificio della polizia di Kenosha per chiedere l’arresto degli agenti coinvolti nel ferimento di Blake. I manifestati sono riusciti a scardinare una porta, ma gli agenti in tenuta antisommossa li hanno respinti utilizzando spray al peperoncino. Ci sono stati scontri anche davanti al tribunale della contea.

Blake è ancora ricoverato in terapia intensiva in condizioni considerate stabili, dopo essere stato sottoposto lunedì a un intervento chirurgico. Martedì il padre ha però detto al Chicago Sun Times che suo figlio è paralizzato dalla vita in giù. I medici non sanno ancora se si tratti di una paralisi permanente o temporanea.

Il governatore Evers ha convocato per il 31 agosto una sessione legislativa speciale per discutere un pacchetto di leggi, che era già stato annunciato all’inizio di quest’anno, per ridefinire le responsabilità e i principi di trasparenza della polizia.

Evers era stato criticato da Pete Deates, capo del sindacato di polizia di Kenosha, per aver detto che Blake «non è il primo uomo o persona di colore ad essere colpito a colpi di arma da fuoco, o ferito o ucciso senza pietà, per mano di persone nelle forze dell’ordine nel nostro stato o nel nostro paese». Deates ha giudicato le sue parole «del tutto irresponsabili».



Alberto Pento
Anche gli afroamericani o neri siano essi internazi comunisti o nazi maomettani, debbono rispettare la legge e la polizia e se non lo fanno rischiano giustamente la vita.
Le reazioni violente, gli incendi, i saccheggi, le rapine e le violenze sono indice della cattiveria e dell'inciviltà di questa gente che vorrebbe impunemente violare la legge e non rispettare la polizia che la difende e tutela.
I poliziotti sono il baluardo contro il CAOS.




Io sto con i cittadini che hanno difeso in armi le loro vite, i loro beni e i loro diritti dalle violenze e dalle predazioni dei saccheggiatori e dei devastatori.


Wisconsin, due morti nei disordini dopo il ferimento di Jacob Blake. La sorella: "Non sono triste. Sono arrabbiata"
Il giovane afroamericano è stato colpito da sette colpi di arma da fuoco alle spalle dalla polizia dopo un diverbio per strada. È rimasto paralizzato. Terza notte di proteste a Kenosha. Trump twitta: "Porre fine al problema"
26 agosto 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 265495731/

KENOSHA (Wisconsin) - È di due morti e tre feriti il bilancio degli scontri fra manifestanti e polizia a Kenosha in Wisconsin dopo il ferimento da parte della polizia di un ragazzo afroamericano, Jacob Blake, colpito alle spalle dalle pallottole della polizia e rimasto paralizzato secondo quanto denunciato dalla famiglia.
Wisconsin, poliziotto spara alle spalle a un afroamericano davanti ai suoi figli: le immagini riprese con un telefono

Le due vittime sono state colpite una al petto e una alla testa, ha dichiarato lo sceriffo. Non se ne conoscono le dinamiche e le identità, ma quello che si sa è che sono stati acquisiti dei video che, secondo la polizia locale, permetteranno di arrestare il responsabile. Sembra che siano a caccia di un uomo con un fucile. Da quando sono scattate le proteste, una milizia locale ha preso le armi e si è piazzata davanti alle attività commerciali. Tuta mimetica, armati fino ai denti, e molto decisi a non far passare i manifestanti.

Da New York a Seattle il movimento di Black Lives Matter è risceso in strada in segno di protesta contro la brutalità della polizia verso gli afroamericani e le minoranze. Le manifestazioni sono degenerate in violenza e saccheggio. Il governatore del Wisconsin ha schierato centinaia di agenti di polizia. "Non basta. Dovete agire in fretta. Va chiamata la Guarda nazionale. Tuttto questo deve finire", ha twittato Trump.

Jacob Blake stava per risalire sull'auto a bordo della quale si trovavano i suoi tre figli (3, 5 e 8 anni), testimoni della tragedia, dopo avere avuto uno scontro con i due poliziotti. Il video, ripreso da un cellulare, mostra il 29enne che tenta di mettersi al posto di guida, quando un agente lo tira per la canottiera e gli vengono quindi sparati addosso sette colpi di pistola. È successo domenica pomeriggio a Kenosha, nel Wisconsin. Ora l'uomo si trova in ospedale. Sopravvivrà, ma senza l'uso delle gambe.

"Non ho versato una lacrima. Ho smesso di piangere tanto tempo fa. Sono anni che vedo uccidere la mia gente dalla polizia - ha dichiarato la sorella di Blake, Letetra Widman, in un video che è poi diventato virale sui social . La gente mi dice di essere dispiaciuta. Beh, non lo siate. Perché quello che è successo, succede alla mia famiglia da lungo tempo. Tutti quelli uccisi dalla polizia sono la mia famiglia. Non sono triste, non sono dispiaciuta. Sono arrabbiata."

Ha invocato la pace la mamma di Jacob. Julia Jackson ha chiesto che i disordini e la distruzione si fermino. Saccheggi e violenze, ha detto, non rispecchiano i valori della nostra famiglia. “Se Jacob sapesse cosa sta succedendo, sarebbe molto dispiaciuto. Quindi chiedo a tutti in Wisconsin di fermarsi un attimo ed esaminare il proprio cuore. Abbiamo bisogno di guarigione".

Jacob Blake, il padre: "Hanno sparato a mio figlio sette volte, come se non avesse importanza"

La signora Jackson è andata a trovare il figlio in ospedale. La prima cosa che lui le ha detto, è stata "scusa". E poi che "non vuole essere un peso sulla famiglia. Voglio stare con i miei figli e so che non camminerò mai più".



Il Wisconsin è come il Minesota uno stato a guida democratica.
Non esiste in assoluto alcuna giustificazione alla violenza, alle devastazioni, al saccheggio da parte dei dimostranti che così facendo diventano dei criminali da stroncare.





Chi è Jacob Blake


Chi è Jacob Blake e perché negli Usa protestano per lui
Roberto Pianta
26 agosto 2020

https://timgate.it/news/esteri/jacob-blake.vum

Manifestazioni e incidenti in Wisconsin. Un altro caso George Floyd infiamma le città.
Continuano gli incidenti nel Wisconsin, con cortei ma anche morti e feriti: i manifestanti protestano da giorni contro il brutale ferimento di Jacob Blake, l'afroamericano ferito dai colpi di pistola sparati a bruciapelo dalla polizia durante un fermo il 23 agosto.
Secondo i medici Blake sarà costretto a restare paralizzato per il resto della vita. Le immagini del ferimento da giorni girano sui social media.

Jacob Blake: chi è e cosa gli è successo

Anche stavolta tutto è cominciato con la diffusione di un video che documenta quanto accaduto durante un fermo di un cittadino nero da parte della polizia. Stavolta il luogo della tragedia è Kenosha, cittadina di circa centomila abitanti nel Wisconsin (Usa).
Da quanto si vede nel video, Blake viene fermato da una pattuglia: non è armato, ma quando si dirige verso la sua auto per sedersi al posto di guida, uno dei poliziotti lo segue e gli spara sette colpi alle spalle.
Secondo i media locali, sull'auto ci sono i figli di Blake, di 3, 5 e 8 anni, che assistono alla scena insieme ad altri familiari e vicini. Alcuni di loro filmano tutto con i telefoni e li pubblicano su internet.
A seguito dell'incidente, Blake viene ricoverato in ospedale, in gravi condizioni, paralizzato alle gambe per sempre.
I poliziotti coinvolti nella tragedia sono stati sospesi, ma nel frattempo la diffusione del video su internet e in tv aveva già scatenato le proteste anti-polizia in tutto il Wisconsin e in altre città Usa.
Non esiste un video girato dalla polizia. La polizia di Kenosha non è obbligata a indossare telecamere per registrare le operazioni (ma dovrà farlo entro il 2022, come prescrivono le leggi).


Legittima difesa al 1000/%!

17enne spara e uccide 2 aggressori che lo inseguono durante la guerriglia urbana dei teppisti BLM

«Stiamo proteggendo i cittadini e una persona della folla mi ha appena spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi», racconta il ragazzo che a un certo punto viene inquadrato mentre, scappando dai manifestanti, si volta e inizia a sparare. Kyle Rittenhouse, questo il suo nome, colpisce la prima persona alla testa e si dà alla fuga, ma scappando inciampa e aggredito dalla folla che lo ha raggiunto continua a sparare. Sotto i suoi colpi cadono altre due persone, una delle quali rimane a terra. Rittenhouse si avvicina alla polizia con le mani in alto, ma inizialmente le camionette partono verso il luogo dei ferimenti, lasciandolo libero. Kyle Rittenhouse verrà arrestato più tardi con l’accusa di omicidio.

Legittima difesa al 1000%!

Wisconsin, notte di follia a Kenosha: ecco come il 17enne Kyle Rittenhouse ha ucciso due persone
Inizialmente la polizia lo ha lasciato andare, per poi arrestarlo dopo qualche ora - Francesco Giambertone /CorriereTv

https://video.corriere.it/esteri/wiscon ... bec2233fa4

Kenosha, Wisconsin. Terza notte di proteste per chiedere giustizia per Jacob Blake. Un gruppo di uomini armati con fucili, pistole ed elmetti si ritrova a una pompa di benzina «per proteggere i negozi e le proprietà» dai manifestanti. Alcuni si posizionano davanti un’officina e la tensione con chi protesta sale. Vicino all’edificio c’è anche Kyle Rittenhouse, 17 anni: ha un fucile semiautomatico AR-15. «Stiamo proteggendo i cittadini e una persona della folla mi ha appena spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi», racconta il ragazzo che a un certo punto viene inquadrato mentre, scappando dai manifestanti, si volta e inizia a sparare. Rittenhouse colpisce la prima persona alla testa e si dà alla fuga, ma scappando inciampa e aggredito dalla folla che lo ha raggiunto continua a sparare. Sotto i suoi colpi cadono altre due persone, una delle quali rimane a terra. Rittenhouse si avvicina alla polizia con le mani in alto, ma inizialmente le camionette partono verso il luogo dei ferimenti, lasciandolo libero. Kyle Rittenhouse verrà arrestato più tardi con l’accusa di omicidio.



Ieri un avvocaticchio pretendeva di darmi lezioni sull’incidente che ha visto l’ennesimo nero che NON ha obbedito all’intimazione della Polizia ferito gravemente.
Lascio la parola ad un pro (io lo avevo avvertito di lasciar perdere perché non era ancora certo nulla...)
https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

Jaime Andrea Jaime
E ne aveva un altro in macchina sotto al sedile: è stato trovato ed è stato detto.
Più otto condanne ed un mandato di arresto attuale.

Il coltello è un'arma letale

Attacco con coltello alle elementari in Slovacchia: due morti, feriti alcuni bambini. Aggressore ucciso dalla polizia
https://www.ilmessaggero.it/mondo/bimbi ... 81797.html

Carabiniere ucciso a coltellate
https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... niere-roma
Nordafricani ammazzano carabiniere a coltellate
https://www.secoloditalia.it/2019/07/ca ... -vaticano/








Questi del fatto sono dei mentitori nati.

Cadono le accuse contro Jacob Blake. Il 29enne rimasto paralizzato non è più ammanettato al letto d'ospedale 28 agosto 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... e/5912972/

Jacob Blake è paralizzato, non si può muovere dalla vita in giù: la conseguenza dei colpi di pistola alla sua schiena, almeno sette, esplosi da un agente di polizia. Eppure il 29enne afroamericano è stato “ammanettato al suo letto di ospedale”: la denuncia è arrivata dallo zio di Blake, Justin. Alla Cnn ha raccontato che quando il padre lo ha visto in quello condizioni gli si è “spezzato il cuore“. “Questo vuol dire aggiungere la beffa al danno”, ha commentato. Poi nel corso della giornata è arrivata la svolta. Secondo quanto riferiscono i media americani, tutti i capi di imputazione nei confronti del giovane sono caduti e per questo gli sono state tolte le manette. Anche i poliziotti che piantonavano la stanza del ricovero sarebbero stati richiamati. Nel frattempo il 29enne ha ripreso conoscenza e ha incontrato i suoi familiari.

L’afroamericano è gravemente ferito e si trova ricoverato all’ospedale di Wauwatosa (Wisconsin). Come è noto, Blake è stato colpito alla schiena domenica scorsa da sette proiettili sparati da un poliziotto di Kenosha mentre cercava di entrare nella sua auto dove lo aspettavano i suoi tre figli piccoli. Questa notte la Casa Bianca ha contattato per la prima volta la famiglia di Jacob. A parlare con sua madre però non è stato Donald Trump ma il suo chief of staff Mark Meadows. Il presidente Usa, invece, nel suo discorso di accettazione della nuova nomination repubblicana non ha mai nominato il caso di Jacob Blake. Anzi, il tycoon ha messo in guardia dalle “folle inferocite” e si è schierato a favore della polizia.

L’ennesimo episodio di brutalità della polizia contro un nero, dopo quello di George Floyd, ha riacceso le proteste antirazziste, fino ad arrivare a fermare l’Nba, dopo la notizia di un 17enne bianco amante delle armi, della polizia e di Trump che ha ucciso due manifestanti ferendone un terzo. Dopo il basket, che ora sembra pronto a ripartire, si sono fermati molti altri sport e atleti americani. Le proteste oggi potrebbero sbarcare nella capitale nella marcia per i diritti umani sul National Mall.

Proseguono intanto le indagini sul caso, scoppiato dopo una telefonata alla polizia per una disputa domestica. Ma gli inquirenti non hanno ancora spiegato perché l’agente Rusten Sheskey, in servizio da sette anni, ha sparato sette colpi alla schiena dopo gli inutili tentativi di fermare Blake col taser. “Aveva ammesso di avere un coltello“, spiegano, ma è stato ritrovato dopo sotto il pianale della vettura. Due agenti coinvolti sono stati sospesi ma per ora non incriminati, mentre il dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine parallela condotta dall’Fbi sulla violazione dei diritti civili. Molti gli interrogativi anche su Kyle Rittenhouse, il 17enne arrestato per gli spari alle proteste. I suoi profili social lo identificano come un fan delle armi e delle forze dell’ordine, che aveva partecipato ad un comizio di Trump in gennaio e che si considerava un membro di una milizia votata a proteggere la proprietà. Ma come era entrato in contatto con quel gruppo? Chi lo ha armato con un fucile? Perché arrivava dall’Illinois?

Alberto Pento
Certo ha sparato per precauzione, per legittima difesa, perché il soggetto era un delinquente abituale, violento e pericoloso che non ha obbedito all'ordine di arresto e che era armato di un coltello letale.


LA DERIVA E L'ARGINE
Niram Ferretti
30 agosto 2020


https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

L'altro santo, l'altro eroe dopo George Floyd si chiama Jakob Blake. Un'altra "vittima" del "razzismo sistematico" delle forze dell'ordine americane, un altro martire. In realtà, un comune delinquente, abusatore di donne, il quale, quando il poliziotto gli ha sparato alla schiena cercava di entrare in una macchina della quale aveva rubato le chiavi, con all'interno dei bambini.

Il video che ha circolato viralmente queste cose non le rivela, è un frammento di realtà estrapolato da un contesto, di cui, questo fremmento è solo la parte conclusiva.

Gli altri frammenti di realtà che il video non mostra è che Blake sfuggiva a un mandato di arresto per aggressione sessuale, che aveva un coltello in mano quando si era rifiutato di obbedire alle istruzioni della polizia opponendosi all'arresto, bloccando anche un agente con una presa alla testa di costui.

Tutto questo è rimosso dalla scena. Come il fatto che prima di sparargli gli agenti di polizia che si erano recati ad arrestarlo avessero cercato di farlo senza ricorrere alla violenza.

Gli alfieri di Black Lives Matters hanno una predilezione per i delinquenti afromericani trasformati in vittime, nessuna per la maggioranza di afroamericani che non delinque, ma dunque non viene fermata dalla polizia, o se viene fermata non si oppone ai fermi. Loro, ovviamente, non fanno notizia.

Poi ci sono personaggi del calibro di Vicky Osterwill, una scrittrice semisconosciuta che ha scritto un libro dal titolo emblematico, "In defense of looting" (In difesa del saccheggio), da cui apprendiamo che "Il saccheggio è uno strumento potente per determinare un cambiamento reale e duraturo nella società. I rivoltosi che rompono finestre e prendono oggetti dai negozi. . . sono impegnati in una potente tattica che mette in discussione la giustizia della 'legge e dell'ordine' e la distribuzione della proprietà e della ricchezza in una società iniqua".

Invece di servire questa putrefatta sbobba marcusiana-maoista in un club underground di fan di Maduro e Che Guevara, viene intervistata da National Public Radio.

Nel partito Democratico le fa eco Aldexandra Ocasio Cortez. Per lei chi ha saccheggiato i negozi durante le razzie seguite alla morte del santo Floyd era a corto di cibo e pane...

Donald Trump, nel suo discorso alla Convention repubblicana, ha chiarito che l'eventuale vittoria di Joe Biden darebbe solo fiato agli estremisti, a coloro i quali godono dell'appoggio della stampa mainstream, dell'accademia, del circuito dello spettacolo e di parte di quello dello sport (guardare alla voce NBA).

La verità è che non godono, fortunatamente, dell'appoggio dell'americano medio, il quale sa bene che solo chi è in grado di tutelare la legalità e ripristinare l'ordine può mantenere saldo l'assetto del paese preservandolo da una deriva sempre più aggressiva e pericolosa.



Alberto Pento
Ecco chi era Jakob Blake.
Un'altra "vittima" del "razzismo sistematico" delle forze dell'ordine americane, un altro martire. In realtà, un comune delinquente, abusatore di donne, il quale, quando il poliziotto gli ha sparato alla schiena cercava di entrare in una macchina della quale aveva rubato le chiavi, con all'interno dei bambini.
Il video che ha circolato viralmente queste cose non le rivela, è un frammento di realtà estrapolato da un contesto, di cui, questo fremmento è solo la parte conclusiva.
Gli altri frammenti di realtà che il video non mostra è che Blake sfuggiva a un mandato di arresto per aggressione sessuale, che aveva un coltello in mano quando si era rifiutato di obbedire alle istruzioni della polizia opponendosi all'arresto, bloccando anche un agente con una presa alla testa di costui.
Tutto questo è rimosso dalla scena. Come il fatto che prima di sparargli gli agenti di polizia che si erano recati ad arrestarlo avessero cercato di farlo senza ricorrere alla violenza.


Trump attacca il sindaco di Kenosha e difende la polizia: "Sta con gli anarchici, è stupido"
Federico Giuliani - Mar, 01/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/tr ... 1598998058

Trump ha dato dello "stupido" al sindaco democratico locale, accusandolo di difendere gli anarchici radicali: "Continua a difenderli perché è uno sciocco"

A bordo del suo Air Force One, Donald Trump è volato nel Wisconsin, nella città di Kenosha, dove lo scorso 23 agosto l'afroamericano Jacob Blake è stato gravemente ferito da un poliziotto bianco.

Qui il presidente ha dato dello "stupido" al sindaco democratico locale, accusandolo di difendere gli "anarchici radicali" che per giorni hanno protestato per il ferimento del 29enne Blake, rimasto paralizzato dopo essere stato raggiunto da un proiettile sparato di un agente.

Il presidente americano Donald Trump - in riferimento alla sofferenza della famiglia Blake - ha affermato di "sentirsi in modo terribile" pensando a "chiunque passi attraverso una cosa del genere". Trump ha ribadito che "vi è una grande inchiesta" in corso su quello che è accaduto, nella quale partecipa anche il ministro alla Giustizia, William Barr. Il presidente ha aggiunto "di non essere riuscito" a parlare con la madre di Jacob Blake, "ma ho sentito dal suo pastore che è una signora molto per bene".

L'affondo di Trump

In compagnia del ministro della Giustizia, William Barr, e dal segretario ad interim per la Sicurezza nazionale, Chad Wolf, Trump ha visitato alcuni edifici di Kenosha distrutti durante le citate proteste. L'inquilino della Casa Bianca ha annunciato lo stanziamento di 4 milioni di dollari da destinare alle piccole attività danneggiate da giorni di scontri e saccheggi da parte dei manifestanti, definiti "atti di terrorismo interno".

The Donald ha quindi aggiunto che Kenosha sarebbe stata rasa al suolo se non fosse stato per la Guardia Nazionale che ha schierato. "Penso che molte persone che stiano guardando quel che succede a queste città gestite dai Democratici siano disgustate", ha aggiunto il presidente, che si è poi soffermato su un particolare.

Trump ha raccontato che un gruppo di riottosi ha tentato di entrare nella casa del sindaco democratico di Kenosha, John Antaramian. "Ho visto ieri sera che questi anarchici radicali cercavano di entrare nella casa del sindaco e accadevano molte cose brutte a questo povero sindaco, sciocco e molto stupido", ha dichiarato il tycoon.

Il presidente ha quindi rincarato la dose, anche se non è chiaro a quel tentativo di irruzione si stesse riferendo: "Mi chiedo come possa essere diventato sindaco, non ho idea. C'era un numero enorme di persone che lo molestavano in modo orribile e immagino che stessero cercando di entrare in casa sua e lui continua a difenderli perché è uno sciocco. Solo uno sciocco li difenderebbe così".

Il supporto alle forze dell'ordine

Donald Trump ha poi difeso a spada tratta l'operato delle forze dell'ordine e attaccato duramente radicali e Democratici. "Dobbiamo garantire maggiore sostegno alle forze dell'ordine. Io sono pronto con forza a mandare la Guardia nazionale nelle città per ristabilire l'ordine. Dobbiamo contrastare i radicali che stanno alimentando la violenza. Tutti i problemi che abbiamo nelle città, come New York e Chicago, provengono dai democratici".

Il presidente americano ha quindi sottolineato come la maggioranza dei poliziotti sia formata da "onorevoli servitori dello Stato" e che eventuali condotte sbagliate debbano essere messe "sotto inchiesta". "Tutti sappiamo che ci sono anche mele marce, ma tutti gli agenti sono quasi sempre sotto tremenda pressione. Qualche volta hanno ucciso, perché hanno dovuto prendere decisioni dure . La gente deve capirlo", ha ribadito.

Infine ecco un siluro in direzione della stampa, definita "disonesta": "I media dovrebbero vergognarsi. Credo che sia siano loro, i media, ad alimentare tutto questo, più ancora di quanto faccia Biden... questo perché Biden non sa nemmeno di essere vivo".




IL BIVIO
Niram Ferretti
2 settembre 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Donald Trump ieri, prima del suo viaggio a Kenosha, nel Wisconsin, davanti ai giornalisti, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Riferendosi alla marmaglia, quella che i media mainstream, in testa l'ammiraglia CNN, definisce "manifestanti pacifici", (un po' come Massimo D'Alema riferendosi ai jihadisti di Hamas che cercavano di entrare in Israele da Gaza), "Dieci minuti dopo l'arrivo della Guardia Nazionale hanno smesso. Si tratta di anarchici, di saccheggiatori. Se non fossimo intervenuti avrebbero raso la città al suolo. Questo paese sarebbe assai più avanzato se non ci fosse la stampa che c'è...Joe Biden non sa neanche di essere vivo".

Legge e ordine. Due parole chiave, che la sinistra estremista che eterodirige il partito Democratico, spinge sempre più in grembo al presidente grazie anche al suo fiancheggiamento di Black Lives Matter.

John Parenzo, in un recente articolo su "Frontpage Magazine", delucida sulla natura di questo movimento che lotterebbe per la "giustizia sociale".

"L'obiettivo più ampio di BLM è andato ben oltre le questioni di violenza interrazziale e della cattiva condotta della polizia. La sua missione generale era di screditare completamente gli Stati Uniti come una nazione detestabile e irredimibile in cui i neri sono 'collettivamente' soggetti a 'condizioni disumane' in un 'sistema suprematista bianco' che era originariamente 'costruito sul genocidio indigeno e sulla schiavitù'. Dedicate a portare avanti questo tema erano le fondatrici di BLM, tre donne nere marxiste irriducibili. Una di loro era Alicia Garza, un'attivista per la giustizia sociale autodefinita "queer" che onora per il suo contributo al 'Movimento di Liberazione nero', la rivoluzionaria marxista, ex Pantera Nera, condannata per assassino di poliziotti, Assata Shakur latitante di lunga data. Garza è anche una grande ammiratrice di luminari come Angela Davis (un'altra marxista rivoluzionaria ed ex Pantera Nera) e la defunta Audre Lorde (una femminista lesbica socialista nera) Un altra dei tre fondatori di BLM è stata Patrisse Cullors, che nel 2015 ha riconosciuto apertamente gli obiettivi sovversivi di BLM, proclamando in unvideo: 'In realtà abbiamo una cornice ideologica. Io e Alicia [Garza] in particolare, siamo organizzatori preparati. Siamo marxisti addestrati'"

Nel mentre, chiuso nel suo bunker, come Nosferatu nella stiva della nave, Joe Biden dovrebbe fare argine a tutto ciò, insieme alla moderata Kamala Harris, una che durante una trasmissione tv dichiarò che l'industria delle assicurazioni private sulla salute andava eliminata, e, in un'altra occasione dichiarò che Donald Trump venisse evacuato da Twitter.

Il bivio in cui si trovano gli USA con le prossime elezioni, è chiaro. Da una parte si colloca chi tutela l'ordine e la legalità e chiama gli estremisti con il loro nome, dall'altra chi, dell'ordine e della legalità, ha una concezione, diciamo un tantino lasca e strizza gli occhi agli estremisti definendoli "combattenti per la giustizia sociale".


Los Angeles, afroamericano colpito e ucciso dalla polizia: proteste
I settembre 2020
https://tg24.sky.it/mondo/2020/09/01/lo ... =GetSocial

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine locali, la sparatoria è avvenuta alla fine di un inseguimento e dopo che la vittima avrebbe preso a pugni in faccia uno degli agenti. Sul luogo momenti di tensione con numerosi manifestanti che si sono radunati a sostegno dell’uomo ucciso. Intanto Donald Trump si reca a Kenosha, dove un altro afroamericano è stato gravemente ferito nei giorni scorsi: "Vado per ringraziare le forze dell'ordine e la guardia nazionale". Anche Joe Biden andrà nella città del Wisconsin

Un uomo afroamericano è stato colpito e ucciso dagli agenti della contea di Los Angeles a South Los Angeles. Il 29enne Dijon Kizzee, secondo quanto riferisce la polizia locale, ha perso la vita in seguito a una sparatoria avvenuta alla fine di un inseguimento. La vittima avrebbe preso a pugni in faccia uno degli agenti. Nella notte fra il 31 agosto e l’1 settembre, poco dopo l’episodio, sono scoppiate le proteste e numerosi manifestanti si sono radunati sul luogo della sparatoria con momenti di tensione (FOTO). Uccisione che avviene a pochi giorni dal ferimento di Jacob Blake, altro afroamericano coinvolto in una sparatoria con la polizia a Kenosha, in Wisconsin. E proprio a Kenosha è giunto oggi, 1 settembre, Donald Trump: "Vado per ringraziare le forze dell'ordine e la guardia nazionale". Nella città del Wisconsin arriverà anche il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden.

La ricostruzione della morte

Secondo la ricostruzione della polizia di Los Angeles, i due agenti coinvolti avrebbero visto la vittima in sella alla sua bicicletta e avrebbero deciso di fermarlo per un controllo. A quel punto l'uomo avrebbe abbandonato la bici dandosi alla fuga. Quando i poliziotti lo hanno raggiunto l'uomo avrebbe opposto resistenza e avrebbe sferrato un pugno contro uno dei poliziotti per poi lasciar cadere alcuni indumenti a terra. Così gli agenti hanno aperto il fuoco. "Gli agenti hanno notato che all'interno dei capi di abbigliamento lasciati cadere c'era una pistola semiautomatica nera - è stato spiegato - e solo a quel punto si è verificata la sparatoria". L'uomo è stato colpito più volte ed è morto sul colpo.

Blake, protesta a Portland: un morto. Trump martedì a Kenosha

Prima di partire per il Wisconsin, Donald Trump ha confermato: "Io sono per legge e ordine". Poi ha aggiunto che anche "la comunità afroamericana e quella ispanica vogliono che la polizia fermi il crimine". Ha anche attaccato i manifestanti, definendoli "saccheggiatori, rivoltosi, anarchici, gente cattiva". Infine un paragone che ha già generato diverse polemiche: secondo il presidente degli Usa, infatti, alcuni poliziotti - ha detto riferendosi ai casi recenti come quello di Blake - "vanno nel pallone, proprio come in un torneo quando i golfisti sbagliano un 'putt' da un metro". Il presidente degli Stati Uniti ha quindi sottolineato che "la grande maggioranza dei poliziotti" è formata da "onesti servitori pubblici".

Trump: "Afroamericani vogliono che polizia fermi i crimini"

Trump annuncia fondi a polizia e aiuti a negozi di Kenosha

Al suo arrivo a Kenosha, Trump per prima cosa ha fatto un giro tra le proprietà (case, edifici, negozi) danneggiate o date alle fiamme durante le proteste dopo il caso Blake. Il presidente degli Stati Uniti ha accusato i manifestanti di "terrorismo interno", sostenendo che la città del Wisconsin è stata devastata da rivolte "anti-polizia" e "anti-americane". Trump ha poi promesso alcune decine di milioni di dollari per le forze dell'ordine, la sicurezza e le piccole imprese a Kenosha e in Wisconsin. In particolare, ha annunciato un milione di dollari per la polizia di Kenosha e circa 4 milioni di dollari per aiutare la ripresa delle attività economiche danneggiate dalle proteste (in gran parte negozi), nonché 42 milioni di dollari per la sicurezza pubblica nel Wisconsin.

"Blake? Mi sento terribilmente. C'è un'inchiesta in corso"

Il presidente americano ha rivolto un solo pensiero a Jacob Blake, l'uomo ferito gravamente con sette colpi di pistola sparati alla sua schiena da un poliziotto mentre entrava in auto e attualmente paralizzato: "Mi sento terribilmente, pensando a chiunque passi attraverso una cosa del genere - ha detto il presidente americano quando gli è stato chiesto se avesse un messaggio per la famiglia di Blake. "C'è una inchiesta in corso", ha ricordato il presidente, aggiungendo di "non essere riuscito" a parlare con la madre di Jacob, ma di aver sentito dal suo pastore che "è una signora molto per bene".

A Kenosha anche Joe Biden

Anche Joe Biden visiterà "appena possibile" Kenosha. Lo ha annunciato Tom Perez, presidente del partito Democratico, secondo cui la visita di Biden mira a calmare la tensione. L'ex vicepresidente, ha aggiunto, "vuole essere sicuro di riuscire a parlare a tutti", incluse le famiglie dei due manifestanti uccisi nelle proteste.




Così brucia la società occidentale
Matteo Carnieletto Andrea Indini
Dom, 06/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cultura/ ... 1599382802

Il virus dell'odio, ma anche il conformismo e il politicamente corretto. Ecco i mali della società americana che ancora oggi si scopre vittima di divisioni che non ha mai saputo superare

Lo scontro, negli Stati Uniti, è razziale, non è politico. O meglio: è uno scontro atavico, tanto antico da essere intriso nelle viscere di ogni cittadino, da condizionare la politica e a tracimare nello scontro tra repubblicani e democratici. In Questa strana e incontenibile stagione (Sur), scritto e pubblicato in piena pandemia, Zadie Smith centra appieno il problema puntando il dito contro il virus che sta appestando gli Stati Uniti, ovvero quello del disprezzo che spinge "chi guarda la siepe del proprio giardino" a vedere "un popolo di appestati: appestati dalla povertà, prima e più di ogni altra cosa".

Un virus che "si annida saldamente sia nei cuori dei repubblicani che dei democratici". La differenza è che questi ultimi stanno usando politicamente questo problema per avvelenare la campagna elettorale per le presidenziali di novembre. "Se il virus e le disuguaglianze che crea dovessero mai lasciarci, negli Stati Uniti certi eccessi si attenuerebbero - spiega la scrittrice inglese - non scomparirebbe del tutto (nessun paese sulla faccia della terra può sostenere di non averne) ma certe cose non verrebbero più considerate normali".


Un male che nasce da lontano

"I cant't breath". L'urlo strozzato in gola, gli occhi fuori dalle orbite e quelle immagine rimandate in loop come un disco incantato. È morto così George Floyd, all'incrocio tra la 38ª e la Chicago Avenue a Minneapolis. È morto soffocato, sotto il peso di un poliziotto. "Non riesco a respirare, per favore - urlava - il ginocchio al collo, non riesco a respirare". Era il 25 maggio e il presidente Donald Trump si trovava invischiato nella peggiore emergenza sanitaria dell'ultimo secolo. Non poteva sapere che da lì a poco avrebbe dovuto gestire un'altra emergenza, ben più lacerante. Non appena l'Hennepin County Medical Center, l'ospedale dove l'afroamericano venne trasportato d'urgenza dopo aver perso conoscenza, ne decretò il decesso e le immagini dell'arresto iniziarono a essere condivise sui social e a fare il giro del mondo, proteste e tumulti dilagarono in tutto il Paese. Adesso è una guerra fratricida. In strada i militanti dei Black lives matter e degli Antifa si confondono tra i manifestanti anti Trump così come la destra più estrema e radicale rimpolpa i cortei a sostegno del tycoon. E il sangue non smette di scorrere. Lo scorso 29 luglio, a Portland, un supporter del presidente, il 39enne Aaron J. Danielson, è stato ammazzato con un colpo sparato a bruciapelo.

È l'odio di un popolo che sembra non conoscere requie e che, con l'effetto ciclico di un'onda, si trova ad esserne nuovamente invischiato. È lo stesso odio di cui parla, per esempio, James Ellroy nel suo ultimo, bellissimo romanzo, Questa tempesta (Einaudi). Forte della convizione che, come ebbe a dire Benito Mussolini, "solo il sangue muove le ruote della storia" (parole riportate dall'autore stesso in testa al libro), l'opera, che dopo Perfidia (Einaudi) è il secondo capitolo della nuova tetralogia di Los Angeles, getta il lettore in un girone buio quando, all'indomani dell'attacco a Pearl Harbor, gli Stati Uniti si sono scoperti più deboli e hanno dato il via ai violentissimi rastrellamenti contro i cittadini giapponesi (da lì alla fine del conflitto ne verranno arrestati ben 100mila). Sono settimane incandescenti dove l'odio dilaga nelle strade e colpisce qualsiasi etnia. È una guerra per bande che non risparmia nessuno. Ellroy è bravissimo a descriverle, senza fare sconti a nessuno, una giungla d'odio e violenza in cui si muovo sanguinari simpatizzanti del führer, incendiari comunisti che sognano il trionfo di Stalin, sinarquisti messicani che brigano contro il presidente Roosvelt. E ancora: il rancore dei bianchi contro gli afro, gli scontri tra la comunità cinese e quella giapponese, il traffico dei clandestini dal Centro America. Con sfumature molto diverse, certe scene raccontate dall'autore di American Tabloid e LA Confidential riecheggiano le violenze che vediamo sui media in questi mesi.


Un'America profondamente divisa

In una intervista rilasciata a Vice nel 2010, quando aveva appena dato alle stampe Caccia alle donne (Bompiani), Ellroy aveva fatto un'analisi disincantata di se stesso e di quello che, visto nello specchio del politicamente corretto, non deve esistere. "Sono un americano religioso, eterosessuale di destra, sembra quasi che sia nato in un'altra epoca. (...) Sono un cristiano nazionalista, militarista e capitalista", ha ammesso sapendo che tutto questo gli ha spesso creato problemi. "La gente pensa che queste mie posizioni siano choccanti - ha tagliato corto - non sento il bisogno di giustificare le mie opinioni". Non per tutti è così. Perché se da una parte, come sottolineato da Zadie Smith, l'America è dilaniata dal virus del disprezzo, dall'altra rischia di essere fagocitata da un altro virus: quello della censura imposta dal politically correct. E qui veniamo a un altro romanzo Tanti piccoli fuochi di Celeste Ng (Bollati Boringhieri). Pubblicato nel 2017 torna ora negli scaffali delle librerie grazie alla fortunata serie televisiva interpretata dalle bravissime Reese Witherspoon e Kerry Washington e distribuita dai primi di giugno da Amazon.

Facciamo un salto alla fine degli anni Novanta, quando il mito dell'America riplende ancora (a torto o a ragione) in tutto il mondo. Siamo alle porte di Cleveland. Shaker Heights è un quartiere chiuso dove vive l'upper class democratica. Famiglie da cartolina, buoniste, impegnate nel sociale, devote alle regole che si sono date per mandare avanti la propria comunità e proteggerla dai propri mali. Elena Richardson ne è l'emblema: bianca, ricca, redattrice del quotidiano locale, moglie di uno stimato avvocato, madre di quattro figli (due maschi e due femmine, of course) e vittima nonché artefice di quelle stesse diaboliche correzioni stigmatizzate da Jonathan Franzen vent'anni fa. Sull'altro lato della strada c'è la sua antitesi: Mia Warren è una madre single, nera, artista a tempo perso che si mantiene facendo lavori saltuari e soprattutto senza fissa dimora. Quando i due mondi si incontrano, la Richardson non può che dimostrarsi caritatevole perché lei, da giovane, ha "marciato con il dottor King" e ha difeso i diritti delle donne. Così, prima le offre un contratto d'affitto stracciato, poi le dà un lavoro. Ed è qui che si infrange il conformismo dem facendo divampare tanti piccoli fuochi che finiranno per dare alle fiamme l'intera dimora dei Richardson.


Il rischio americano

Shaker Heights è un topos. Il paradigma di un'America dilaniata che continua a lottare contro se stessa. Gli effetti sono "drogati" da una visione di parte: una lettura buonista che non fa sconti alla borghesia bianca ma che la condanna a prescindere. Così, sebbene Mia Worren abbia cresciuto la figlia per strada, Pearl è l'unica responsabile e fa impallidire i quattro figli di Elena. Allo stesso modo gli errori di Mia vengono, in un certo qual modo, scusati dalle circostanze mentre quelli di Elena costantemente condannati. Non che quest'ultima non sia da biasimare (in primis l'incapacità di accogliere le scelte della quarta figlia). Eppure... per tutto il romanzo si fa portatrice di alcuni valori che la società occidentale dovrebbe continuare a difendere e che, invece, i sensi di colpa dei democratici continuano a cedere in uno scontro che, anno dopo anno, non sta portando da nessuna parte se non a indebolire tutti quanti. Per la Smith, per esempio, la domanda che gli Stati Uniti dovrebbero porsi è la seguente: "Esiste un desiderio abbastanza forte di un'America diversa?". Perché questo avvenga, a suo dire, la classe dirigente deve prendere coscienza del fatto che "il virus non infetta solo gli individui di intere strutture di potere", ma piega "tutte le persone economicamente sfruttate, a prescindere dalla razza".

In realtà, quello che manca agli Stati Uniti (e di riflesso a Shaker Heights) è la capacità di unire i cittadini, indipendentemente dal colore della pelle, in vista di un obiettivo comune e condiviso. È quello che hanno fatto tutti gli imperi, da quello romano a quello britannico, e che ha ben descritto Rutilio Namaziano nel suo Ritorno: "Desti una patria ai popoli / dispersi in cento luoghi: / furon ventura ai barbari / le tue vittorie e i gioghi: / ché del tuo dritto ai sudditi / mentre il consorzio appresti, / di tutto il mondo una città facesti". Questo vulnus, questa ferita, si riaffaccia non appena appaiono nuove difficoltà. Le strade distrutte ed incendiate degli ultimi mesi lo rappresentano plasticamente. Tanti piccoli fuochi, che da decenni bruciano un impero dimezzato.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:00 pm

Floyd era drogato marcio: dose letale di Fentanyl nelle vene
I risultati ufficiali confermano quanto asserito dalla difesa dei poliziotti di Minneapolis: George Floyd era drogato marcio. Aveva assunto una dose letale di Fentanyl

Court documents show that George Floyd’s body contained a lethal dose of fentanyl at autopsy
Newly released documents show the Hennepin County Medical Examiner concluded that George Floyd had a lethal dose of fentanyl at autopsy after he died.
Kyle Hooten -
August 25, 2020
https://alphanewsmn.com/george-floyd-le ... l-autopsy/



Fentanyl
https://it.wikipedia.org/wiki/Fentanyl
Il fentanyl (noto anche come fentanil o fentanile, o con i nomi commerciali Sublimaze, Actiq, Durogesic, Duragesic, Fentanest, Effentora, Onsolis, Instanyl, Abstral e altri) è un potente analgesico oppioide sintetico, appartenente alla classe delle 4-anilidopiperidine.

Il fentanyl è circa 100 volte più potente della morfina: 100 microgrammi di fentanyl equivalgono approssimativamente a 30 mg di morfina e 125 mg di petidina (meperidina) in attività analgesica, con una rapida insorgenza e breve durata d'azione. Si tratta di un agonista forte del recettore μ per gli oppioidi. Storicamente è stato utilizzato per trattare il dolore cronico ed è comunemente usato prima di interventi chirurgici o manovre "invasive" come anestetico, in associazione con una benzodiazepina. Ha una LD50 di 3,1 mg/kg nei ratti e una LD50 di 0,03 mg/kg nelle scimmie.

Sistema respiratorio
Il fentanyl può provocare una depressione respiratoria. Il rischio di tale evenienza è minore nei pazienti in terapia cronica con oppiacei che hanno sviluppano tolleranza agli effetti di queste sostanze. Durante la fase di titolazione del farmaco la comparsa di sonnolenza deve essere vista come un evento sentinella, precursore della depressione respiratoria. Il picco della depressione respiratoria può già comparire da 15 a 30 minuti dall'inizio dell'assunzione di fentanyl e può persistere per diverse ore. Va tenuto presente che alcuni soggetti possono sperimentare depressione respiratoria grave o fatale anche alle normali dosi raccomandate. Il fentanyl, se somministrato rapidamente per via endovenosa a dosi elevate massicce può interferire con la respirazione in quanto provoca rigidità dei muscoli della respirazione.





Legittima difesa al 1000/%!

17enne spara e uccide 2 aggressori che lo inseguono durante la guerriglia urbana dei teppisti BLM

«Stiamo proteggendo i cittadini e una persona della folla mi ha appena spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi», racconta il ragazzo che a un certo punto viene inquadrato mentre, scappando dai manifestanti, si volta e inizia a sparare. Kyle Rittenhouse, questo il suo nome, colpisce la prima persona alla testa e si dà alla fuga, ma scappando inciampa e aggredito dalla folla che lo ha raggiunto continua a sparare. Sotto i suoi colpi cadono altre due persone, una delle quali rimane a terra. Rittenhouse si avvicina alla polizia con le mani in alto, ma inizialmente le camionette partono verso il luogo dei ferimenti, lasciandolo libero. Kyle Rittenhouse verrà arrestato più tardi con l’accusa di omicidio.

Wisconsin, notte di follia a Kenosha: ecco come il 17enne Kyle Rittenhouse ha ucciso due persone
Inizialmente la polizia lo ha lasciato andare, per poi arrestarlo dopo qualche ora - Francesco Giambertone /CorriereTv

https://video.corriere.it/esteri/wiscon ... bec2233fa4

Kenosha, Wisconsin. Terza notte di proteste per chiedere giustizia per Jacob Blake. Un gruppo di uomini armati con fucili, pistole ed elmetti si ritrova a una pompa di benzina «per proteggere i negozi e le proprietà» dai manifestanti. Alcuni si posizionano davanti un’officina e la tensione con chi protesta sale. Vicino all’edificio c’è anche Kyle Rittenhouse, 17 anni: ha un fucile semiautomatico AR-15. «Stiamo proteggendo i cittadini e una persona della folla mi ha appena spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi», racconta il ragazzo che a un certo punto viene inquadrato mentre, scappando dai manifestanti, si volta e inizia a sparare. Rittenhouse colpisce la prima persona alla testa e si dà alla fuga, ma scappando inciampa e aggredito dalla folla che lo ha raggiunto continua a sparare. Sotto i suoi colpi cadono altre due persone, una delle quali rimane a terra. Rittenhouse si avvicina alla polizia con le mani in alto, ma inizialmente le camionette partono verso il luogo dei ferimenti, lasciandolo libero. Kyle Rittenhouse verrà arrestato più tardi con l’accusa di omicidio.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:00 pm

Ecco Augustin, 17 anni, biondo, occhi azzurri, un nome che profuma di Francia, massacrato da MOH@MED.
https://www.facebook.com/dragor.alphan. ... 5930662020


Francia, 17enne difende due ragazzine dalle molestie di 5 immigrati e viene massacrato
Eugenio Palazzini -
Lione, 25 ago 2020
Davide Romano

https://www.ilprimatonazionale.it/ester ... to-165974/

Alcuni denti persi, mascella fratturata e un intervento chirurgico cervicale che, tra le altre cose, non gli permetterà di rientrare in classe a settembre con gli altri compagni di scuola. Augustin R., ragazzo francese di 17 anni, ha pagato caro il suo coraggio e il suo altruismo. Quando venerdì sera in pieno centro a Lione ha visto un gruppo di 5 immigrati iniziare a molestare e aggredire due ragazzine davanti alla fermata di un autobus, non ci ha pensato due volte e si è messo in mezzo. Si è difeso come ha potuto contro la “racaille”, permettendo così alle due ragazze di fuggire e mettersi in salvo.

Il silenzio dei media francesi

Una brutale aggressione, che non sembra però aver riscosso la dovuta attenzione da parte dei media francesi. Anzi, il fatto è stato riportato quasi esclusivamente da media locali o di orientamento identitario. Il profilo Instagram “antiracaille” ha condiviso un’intervista alla madre del ragazzo, ancora sotto choc per il pestaggio subito dal figlio, e lanciato l’hashtag #JousticePourAugustine.
L’appello della polizia di Lione
Gli aggressori di Augustin, i 5 immigrati autori dell’aggressione non sono stati ancora rintracciati. Per questo la polizia di Lione ha anche lanciato un appello sui vari social network per chiedere ad eventuali testimoni di farsi vivi.



Alberto Pento
Il ragazzo è da premiare con la medaglia d'oro al valor civile europeo e da portare ad esempio in tutta Europa.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:00 pm

Grazie ai poliziotti americani che fanno il loro dovere contro i criminali di qualsiasi colore della pelle, aspettiamo approfondimenti e ne vedremo delle belle, come nei casi di Jakob Blake e di George Floyd, due delinquenti abituali pericolosi.

Los Angeles, afroamericano colpito e ucciso dalla polizia: proteste
I settembre 2020
https://tg24.sky.it/mondo/2020/09/01/lo ... =GetSocial

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine locali, la sparatoria è avvenuta alla fine di un inseguimento e dopo che la vittima avrebbe preso a pugni in faccia uno degli agenti. Sul luogo momenti di tensione con numerosi manifestanti che si sono radunati a sostegno dell’uomo ucciso. Intanto Donald Trump si reca a Kenosha, dove un altro afroamericano è stato gravemente ferito nei giorni scorsi: "Vado per ringraziare le forze dell'ordine e la guardia nazionale". Anche Joe Biden andrà nella città del Wisconsin

Un uomo afroamericano è stato colpito e ucciso dagli agenti della contea di Los Angeles a South Los Angeles. Il 29enne Dijon Kizzee, secondo quanto riferisce la polizia locale, ha perso la vita in seguito a una sparatoria avvenuta alla fine di un inseguimento. La vittima avrebbe preso a pugni in faccia uno degli agenti. Nella notte fra il 31 agosto e l’1 settembre, poco dopo l’episodio, sono scoppiate le proteste e numerosi manifestanti si sono radunati sul luogo della sparatoria con momenti di tensione (FOTO). Uccisione che avviene a pochi giorni dal ferimento di Jacob Blake, altro afroamericano coinvolto in una sparatoria con la polizia a Kenosha, in Wisconsin. E proprio a Kenosha è giunto oggi, 1 settembre, Donald Trump: "Vado per ringraziare le forze dell'ordine e la guardia nazionale". Nella città del Wisconsin arriverà anche il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden.

La ricostruzione della morte

Secondo la ricostruzione della polizia di Los Angeles, i due agenti coinvolti avrebbero visto la vittima in sella alla sua bicicletta e avrebbero deciso di fermarlo per un controllo. A quel punto l'uomo avrebbe abbandonato la bici dandosi alla fuga. Quando i poliziotti lo hanno raggiunto l'uomo avrebbe opposto resistenza e avrebbe sferrato un pugno contro uno dei poliziotti per poi lasciar cadere alcuni indumenti a terra. Così gli agenti hanno aperto il fuoco. "Gli agenti hanno notato che all'interno dei capi di abbigliamento lasciati cadere c'era una pistola semiautomatica nera - è stato spiegato - e solo a quel punto si è verificata la sparatoria". L'uomo è stato colpito più volte ed è morto sul colpo.

Blake, protesta a Portland: un morto. Trump martedì a Kenosha

Prima di partire per il Wisconsin, Donald Trump ha confermato: "Io sono per legge e ordine". Poi ha aggiunto che anche "la comunità afroamericana e quella ispanica vogliono che la polizia fermi il crimine". Ha anche attaccato i manifestanti, definendoli "saccheggiatori, rivoltosi, anarchici, gente cattiva". Infine un paragone che ha già generato diverse polemiche: secondo il presidente degli Usa, infatti, alcuni poliziotti - ha detto riferendosi ai casi recenti come quello di Blake - "vanno nel pallone, proprio come in un torneo quando i golfisti sbagliano un 'putt' da un metro". Il presidente degli Stati Uniti ha quindi sottolineato che "la grande maggioranza dei poliziotti" è formata da "onesti servitori pubblici".

Trump: "Afroamericani vogliono che polizia fermi i crimini"
Trump annuncia fondi a polizia e aiuti a negozi di Kenosha

Al suo arrivo a Kenosha, Trump per prima cosa ha fatto un giro tra le proprietà (case, edifici, negozi) danneggiate o date alle fiamme durante le proteste dopo il caso Blake. Il presidente degli Stati Uniti ha accusato i manifestanti di "terrorismo interno", sostenendo che la città del Wisconsin è stata devastata da rivolte "anti-polizia" e "anti-americane". Trump ha poi promesso alcune decine di milioni di dollari per le forze dell'ordine, la sicurezza e le piccole imprese a Kenosha e in Wisconsin. In particolare, ha annunciato un milione di dollari per la polizia di Kenosha e circa 4 milioni di dollari per aiutare la ripresa delle attività economiche danneggiate dalle proteste (in gran parte negozi), nonché 42 milioni di dollari per la sicurezza pubblica nel Wisconsin.

"Blake? Mi sento terribilmente. C'è un'inchiesta in corso"

Il presidente americano ha rivolto un solo pensiero a Jacob Blake, l'uomo ferito gravamente con sette colpi di pistola sparati alla sua schiena da un poliziotto mentre entrava in auto e attualmente paralizzato: "Mi sento terribilmente, pensando a chiunque passi attraverso una cosa del genere - ha detto il presidente americano quando gli è stato chiesto se avesse un messaggio per la famiglia di Blake. "C'è una inchiesta in corso", ha ricordato il presidente, aggiungendo di "non essere riuscito" a parlare con la madre di Jacob, ma di aver sentito dal suo pastore che "è una signora molto per bene".

A Kenosha anche Joe Biden

Anche Joe Biden visiterà "appena possibile" Kenosha. Lo ha annunciato Tom Perez, presidente del partito Democratico, secondo cui la visita di Biden mira a calmare la tensione. L'ex vicepresidente, ha aggiunto, "vuole essere sicuro di riuscire a parlare a tutti", incluse le famiglie dei due manifestanti uccisi nelle proteste.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:00 pm

Una invasata afro americana, nera e nazi maomettana se la prende con gli asiatici americani:

Questa se la prende coi dipendenti di un fast food perché sono asiatici e non neri (visto che il fast food richiama la cultura afroamericana).

https://www.facebook.com/102notizie/vid ... 195124825/
Una invasata entra in un fast foos (Trap Key's) e si arrabbia con commessi e proprietari perchè non sono neri ma asiatici e quel franchising di fast food richiama la cultura hip hop dei neri. Seguendo il suo ragionamento allora tutte le pizzerie dovrebbero essere gestite da italiani, cosi come i ristoranti di Sushi dovrebbero essere gestiti da giapponesi ... .
A parte che un franchising non può discriminare in base alla razza, poi se un asiatico lavora bene a chi gli vende il franchising la cosa sta più che bene.
Ma che cos'ha questa gente nel cervello?
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:01 pm

Usa, nuovo video choc: polizia lo incappuccia, afroamericano muore asfissiato


https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8229847


Nuovo video shock in America. Un afroamericano di 30 anni con disturbi mentali che correva nudo per strada a Rochester, sobborgo alle porte di New York, è morto asfissiato dopo che gli agenti che lo avevano fermato lo hanno ammanettato mettendogli poi un cappuccio e premendo il suo viso sull'asfalto per almeno due minuti. La morte è sopravvenuta sette giorni dopo in ospedale, dove l'uomo era stato ricoverato in fin di vita. L'episodio risale al 30 marzo, ma solo ora la famiglia ha diffuso le immagini.

La vittima si chiamava Daniel Prude, 30 anni, originario di Chicago. Era appena arrivato a Rochester per una visita con la sua famiglia. La polizia è intervenuta dopo che il fratello Joe ha chiamato il numero di emergenza 911 per denunciare la scomparsa del fratello dall'abitazione in cui si trovavano, spiegando che Daniel soffriva di disturbi mentali.

Il video mostra l'uomo correre svestito per strada, ma quando i poliziotti intervenuti gli ordinano di mettersi a terra obbedisce e mette le sue mani dietro la nuca. Appare però molto agitato e urla mentre lo ammanettano. Gli agenti poi gli infilano la testa in una maschera "antisputo", una sorta di cappuccio usato per proteggere i poliziotti dalla saliva delle persone fermate, soprattutto in tempi di pandemia. Si sente Prude supplicare di togliere quel cappuccio che non lo fa respirare, ma per tutta risposta un agente sbatte la sua testa in terra e poi con due mani gliela tiene premuta contro l'asfalto, urlando all'uomo «basta sputare!». Intanto le urla si trasformano in gemiti e grugniti, mentre un altro agente gli mette un ginocchio sulla schiena.

Gli agenti cominciano a preoccuparsi solo quando l'uomo comincia a vomitare, poco prima di rimanere completamente privo di conoscenza. Gli agenti sono ora sotto indagine da parte della procura di New York. La perizia di un medico legale parla di «omicidio causato dalle complicazioni di un'asfissia dovute a una coercizione fisica».



Alberto Pento
A New York comandano i democratici antitrumpiani, internazicomunisti e filo nazi maomettani, sostenitori del razzismo dei neri contro i bianchi. La polizia è in mano loro e tra questi poliziotti vi è anche un nero.
Chissà poi per cosa è morto questo individuo, con ogni probabilità non per colpa dei poliziotti come nel caso del delinquente abituale George Floyd. Questi articoli sono impostati demenzialmente per dare la falsissima impressione che i neri siano vittime del razzismo dei bianchi e degli USA quando New York è in mano ai democratici e ai neri.
Il cappuccio antisputo è necessario per salvare la vita ai poliziotti. Se questo individuo era matto o drogato marcio e girava nudo per le strade non è colpa dei poliziotti.


Floyd era drogato marcio: dose letale di Fentanyl nelle vene
I risultati ufficiali confermano quanto asserito dalla difesa dei poliziotti di Minneapolis: George Floyd era drogato marcio. Aveva assunto una dose letale di Fentanyl.

Court documents show that George Floyd’s body contained a lethal dose of fentanyl at autopsy
Newly released documents show the Hennepin County Medical Examiner concluded that George Floyd had a lethal dose of fentanyl at autopsy after he died.
Kyle Hooten -
August 25, 2020
https://alphanewsmn.com/george-floyd-le ... l-autopsy/

Fentanyl
https://it.wikipedia.org/wiki/Fentanyl
Il fentanyl (noto anche come fentanil o fentanile, o con i nomi commerciali Sublimaze, Actiq, Durogesic, Duragesic, Fentanest, Effentora, Onsolis, Instanyl, Abstral e altri) è un potente analgesico oppioide sintetico, appartenente alla classe delle 4-anilidopiperidine.

Il fentanyl è circa 100 volte più potente della morfina: 100 microgrammi di fentanyl equivalgono approssimativamente a 30 mg di morfina e 125 mg di petidina (meperidina) in attività analgesica, con una rapida insorgenza e breve durata d'azione. Si tratta di un agonista forte del recettore μ per gli oppioidi. Storicamente è stato utilizzato per trattare il dolore cronico ed è comunemente usato prima di interventi chirurgici o manovre "invasive" come anestetico, in associazione con una benzodiazepina. Ha una LD50 di 3,1 mg/kg nei ratti e una LD50 di 0,03 mg/kg nelle scimmie.

Sistema respiratorio
Il fentanyl può provocare una depressione respiratoria. Il rischio di tale evenienza è minore nei pazienti in terapia cronica con oppiacei che hanno sviluppano tolleranza agli effetti di queste sostanze. Durante la fase di titolazione del farmaco la comparsa di sonnolenza deve essere vista come un evento sentinella, precursore della depressione respiratoria. Il picco della depressione respiratoria può già comparire da 15 a 30 minuti dall'inizio dell'assunzione di fentanyl e può persistere per diverse ore. Va tenuto presente che alcuni soggetti possono sperimentare depressione respiratoria grave o fatale anche alle normali dosi raccomandate. Il fentanyl, se somministrato rapidamente per via endovenosa a dosi elevate massicce può interferire con la respirazione in quanto provoca rigidità dei muscoli della respirazione.


Usa, nuovo video choc: uomo di colore incappucciato dalla polizia e morto asfissiato nello stato di New York
3 settembre

https://www.lastampa.it/cronaca/2020/09 ... 1.39261965

ROMA. Nuovo video shock negli Stati Uniti. Un trentenne di colore con problemi psichiatrici, correva nudo per le strade di una cittadina vicino a New York ed è stato raggiunto dagli agenti e incappucciato. Dopo sette giorni è morto a causa delle ferite riportate. Nel video girato
a marzo ma diffuso solo ora dalla famiglia si vedono i poliziotti coprire la testa a Daniel Prude con un sacco e spingerlo sul terreno per circa due minuti. La famiglia ha convocato una conferenza stampa e mostrato il video della “body camera” di uno dei poliziotti coinvolti. A Prude viene intimato di smettere di sputare, mentre un agente mette un ginocchio sulla schiena dell'afroamericano. «Uomo mio, stai vomitando?», chiede un poliziotto. L'uomo smette di muoversi, non parla. La sua testa viene tenuta a terra per circa due minuti, e i medici tentano una rianimazione cardiopolmonare prima di caricarlo sull'ambulanza.

Polizia lo incappuccia, afroamericano muore asfissiato: il video registrato dalla bodycam di un agente

L’uomo stato fermato dalla polizia, quindi incappucciato e schiacciato a terra, spinto verso l'asfalto per due minuti, causando probabilmente ferite fatali. Il video è stato diffuso ora dalla famiglia, ma la morte risale al 30 marzo scorso, sette giorni dopo il controverso episodio che vede coinvolte, ancora una volta, le forze dell'ordine. Rispondendo ad una domanda sul problema del razzismo negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump, parlando a Kenosha, ha affermato che «dovremmo parlare del tipo di violenza che abbiamo visto a Portland e in altri luoghi: ci sono stati anarchici, saccheggiatori e vandali. È su questo che dovreste concentrarvi».



Spit hood, nuova tecnica di arresto della polizia fa discutere
8 Settembre 2016

https://www.blitzquotidiano.it/cronaca- ... e-2542772/

LONDRA – Si chiama spit hood, letteralmente “cappuccio anti-sputo”, a metà strada tra un sacco e un cappio, ed è una nuova tecnica di arresto che impedisce alle persone in manette di aggredire i poliziotti. Due anni fa è stato introdotto nell’equipaggiamento della polizia inglese e subito le associazioni umanitarie sono insorte. Finora è stato applicato solo in 151 occasioni, ma il nuovo regolamento darebbe carta bianca alle forze dell’ordine che potranno utilizzarlo indipendentemente dalla pericolosità o meno dell’arrestato.

I detrattori del cappuccio anti-sputo ne denunciano l’oppressione e la pericolosità: oltre ad umiliare e coprire l’arrestato, impedisce a tutti, anche agli stessi poliziotti, di accertare l’identità o lo stato di salute del fermato. Amnesty International, Liberty e Inquest, all’unisono fanno notare che “la polizia ha già un equipaggiamento completo per l’arresto: manette, lacci, manganelli e spray al peperoncino. Non ha bisogno di un altro strumento, oltretutto così medievale”. Ma dall’altra parte le forze dell’ordine rispondono che il cappuccio è utile a preservare l’incolumità degli agenti perché garantisce che non ricevano sputi, morsi ed eventuali infezioni.

Certo è che nelle concitate fasi di un arresto il rischio di incidenti potrebbe spaventosamente aumentare: basti pensare al numero di morti per mano della polizia con la ghigliottina, la discutibile presa al collo con cui vengono immobilizzati i sospetti. Con il cappuccio il soffocamento è quasi assicurato.

In Gran Bretagna la polemica sullo spit hood è tornata ad accendersi nelle ultime settimane proprio in seguito alla di un uomo fermato dalla polizia con il famigerato strumento coercitivo e bloccato a terra con un agente accovacciato pericolosamente sulla sua testa. L’avvocato dell’uomo ha detto alla stampa: “Lo spit hood è pericolosissimo. Con il volto coperto in quel modo, nessuno può capire, ad esempio, se una persona è ferita o ha problemi respiratori o legati ad attacchi di panico”.

Alberto Pento
I poliziotti hanno il diritto di lavorare in tutta sicurezza e i matti o presunti tali non hanno alcun diritto di fare liberamente e impunemente del male.


La Polizia di Malta spiega che non si grida in mezzo alla strada in un paese civile.
Gli applausi dei cittadini durante l'arresto mi hanno commosso ... se cadendo sbatteva la testa e moriva, pasienza!

https://www.facebook.com/TRADOX/videos/ ... 318222599/




Nuovo video choc in Usa: muore nero incappucciato dalla polizia
Martina Piumatti - Gio, 03/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/nu ... 87379.html

Diffuso il video choc dell'arresto di un afroamericano incappucciato dalla polizia. L'uomo è morto sette giorni dopo per asfissia

Dagli Stati Uniti arriva un nuovo video choc che fa discutere e infiamma i social. Si tratta di un altro episodio di violenze della polizia ai danni di un afroamericano.

Daniel Purde, 30 anni con disturbi mentali è morto dopo l'arresto delle forze dell'ordine per conseguenze da asfissia. L'uomo correva nudo per strada a Rochester, una cittadina alle porte di New York, quando gli agenti lo hanno bloccato per ammanettarlo e mettergli un cappuccio in testa. Nel video si vedono i poliziotti che lo incappucciano. Uno di loro, per tenerlo fermo, gli preme il ginocchio sul collo, schiacciandogli il viso sull'asfalto per almeno due minuti.

Prude, originario di Chicago, soffriva di disturbi mentali. Quando è stato fermato dagli agenti correva nudo per strada. Si trovava a Rochester, New York, per far visita alla sua famiglia. La polizia è intervenuta dopo che a chiamarla era stato il fratello di Daniel, Joe, per denunciarne la scomparsa dall’abitazione in cui si trovavano, avvertendo gli agenti dei problemi psichici dell'uomo. Dalle prime ricostruzioni basate sulle immagini e i video diffusi nelle ultime ore, Purde avrebbe obbedito all’ordine di mettersi a terra con le mani dietro la nuca. Nel video si vede comunque molto agitato. Gli agenti lo hanno incappucciato con la cosiddetta maschera “antisputo”, una sorta di cappuccio usato per proteggere i poliziotti dalla saliva delle persone fermate, utilizzato soprattutto dopo lo scoppio della pandemia da coronavirus. Si sente Purde dire urlando che il cappuccio non gli permette di respirare. Un agente invece lo colpisce, sbatte la sua faccia a terra e con due mani gliela tiene premuta contro l’asfalto. Un altro gli mette un ginocchio sulla schiena. Il trentenne grida e rantola prima di cominciare a vomitare. Poi resta a terra senza coscienza.

L'uomo è morto sette giorni dopo in ospedale, dove era stato ricoverato in condizioni gravi. Secondo la perizia del medico legale si sarebbe trattato di un "omicidio causato dalle complicazioni di un’asfissia dovute a una coercizione fisica". Gli agenti che hanno partecipato all'arresto di Purde sono stati sottoposti a indagine dalla procura di New York. La vicenda risale al 30 marzo, ma viene diffuso dai familiari della vittima solo ora, mentre in tutto il Paese continuano le proteste violente scatenate dal ferimento di Jacob Blake a Kenosha, nel Wisconsin, da parte di agenti. La morte di Prude ricorda nelle dinamiche e precede di due mesi quella di George Floyd (ucciso il 25 maggio a Minneapolis dalla polizia) che aveva scatenato in tutto il mondo le proteste del movimento Black Live Matter.

Nella notte, poi, oltre alla diffusione del video sull'episodio di New York, a Washington, gli agenti hanno ucciso un afroamericano durante un controllo riguardante la presenza di persone armate nel sudest della capitale. "Gli agenti si sono avvicinati a un'auto da cui sono fuggite alcune persone e un poliziotto ha fatto fuoco colpendo uno di loro" ha spiegato il capo della Polizia di Washington Peter Newsham in una conferenza stampa. "Riteniamo che fossero armati e infatti sul luogo sono state trovate due pistole" ha spiegato ancora. Il ragazzo colpito, di 18 anni, è stato portato in fin di vita all'ospedale dove è stato dichiarato il suo decesso.



Un demosinistro internazi comunista contro la polizia
https://www.facebook.com/groups/Apibeco ... 923286077/

NON ESISTE MAI IL CASO SINGOLO

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/nu ... 87379.html


Tutti coloro che hanno avuto esperienza in corpi di polizia o militarizzati sanno Bene che:

1- Il primo incidente grave non si verifica mai alla prima occasione
2- Statisticamente un numero significativo di abusi antecedenti anticipano l'evento più cruento
3- Sono noti i soggetti più inclini a commettere azioni simili
4- I soggetti caratterialmente predisposti non agiscono mai individualmente
5- Rapporti stretti di natura diversa si sviluppano tra soggetti accomunati in simili azioni
6- I gruppi formati intorno a questi abusi ottengono vantaggi di varia natura
7- Non é possibile che tali gruppi sussistano all'insaputa dei dirigenti
8- Non é possibile che tali gruppi agiscano contro la chiara volontà contraria dei dirigenti
9- Non é possibile che i dirigenti non intervengano a fronte di un'espressa chiara volontà contraria dei responsabili politici
10- Non é possibile che i responsabili politici non esprimano una chiara volontà contraria senza avere un significativo consenso popolare anche minoritario

Ciò premesso le indagini potrebbero essere condotte dalla coda alla testa o dalla testa alla coda indifferentemente portando il cappuccio e domandando:

1- Chi é che ne ha autorizzato l'uso
2- Quanti cappucci ci sono e chi li ha
3- Quanti cappucci avete adoperato l'anno scorso e in che occasioni
4- Il fermato deceduto era stato sottoposto a visite psichiatriche e voi?


CesareBeccaria ApibecoAutore
Condannati in via definitiva mai scontato un giorno di galera. Una era pure una donna dove la parità può dare i brividi.
https://www.amnesty.it/federico-aldrova ... iversario/

Gino Quarelo
Casi molto diversi.


Gino Quarelo
Il cappuccio è antisoffocamento e permette di respirare.
Va doperato a tutela dei poliziotti. Non c'entrano nulla il razzismo e l'autoritarismo.


CesareBeccaria ApibecoAutore
Gino, qualunque autoritarista pensi che si debba uccidere a tutela di qualcuno non solo non sa quel che dice, ma potrebbe in certi casi non sapere neppure quello che fa. L'unica tutela che abbiamo tutti verso tutti é la democrazia che non incappuccia proprio nessuno a tutela di nessuno. Neppure della fantasia più infernale. https://www.amnesty.it/.../americhe/sta ... -damerica/


CesareBeccaria ApibecoAutore
"Solo degli autoritaristi squilibrati possono pensare di incappucciare qualcuno a tutela di possibili sputi contagiosi. Tieni un caschetto in testa se non ti basta mascherina ed occhiali. E poi fatti un po' di volontariato o professione sanitaria se hai meno coraggio di un cece bollito. I codardi sono tra quelli che possono essere davvero spregevolmente pericolosi." cit.



Poliziotti assassini? Tra blitz e agguati ne ammazzano uno ogni tre giorni
Massimo M. Veronese - Dom, 06/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 87894.html

Hanno meno di 40 anni, cadono a centinaia. "E non importa a nessuno"

Wytasha Carter, sergente della polizia di Birmingham, Alabama, è stato colpito a morte di primo mattino, una domenica di gennaio.

Indagava su un furto d'auto e quando, assieme a un collega, ha fermato due sospetti non ha avuto nemmeno il tempo di chiedere i documenti. Fulminati entrambi a colpi di pistola da uno dei due banditi. WyTasha, sorriso aperto e cuore grande, aveva 45 anni, due figli, Dashae Box e Taelen Lamar, e il sogno di diventare pastore battista.

Natalie Corona invece di anni ne aveva solo 22 anni ed era bellissima. Era appena entrata in polizia per seguire l'esempio di papà, sergente in pensione della polizia della contea di Colusa. A Davis, in California, era stata chiamata per un incidente che aveva coinvolto tre auto. Un uomo in bicicletta, Douglas Limbaugh, 48 anni, le ha sparato alla testa poi è fuggito. Lo hanno trovato ore dopo, non lontano di lì, suicida. Natalie aveva completato la sua formazione sul campo soltanto da tre settimane.

Anche l'agente Chatéri Payne era appena entrata nella polizia di Shrevenport in Lousiana, fresca di Accademia. A ucciderla un insospettabile: il fidanzato Treveon Anderson, padre del suo bambino di due anni, anche lui a colpi di pistola «Abbiamo perso una delle nostri ragazze migliori - dice il capo della polizia - Era nata per questo lavoro». Ma morta troppo presto per scoprirlo.

Li chiamano assassini, gente dal grilletto facile, ispettori Callaghan che non riescono a imporre la legge senza usare la mano pesante, senza infilare nella fondina, come nel far west. una sfilza di morti innocenti, soprattutto neri. Invece sono uomini e donne di tutte le razze e di tutte le età, neri, asiatici, italiani, latinos che lavorano nelle 18mila organizzazioni di pubblica sicurezza americane, dove vale un principio su tutti, prima di ogni predica: «La reazione ti uccide, l'azione ti salva», come spiegava una poliziotta. Cioè con 423 milioni di armi nelle mani degli americani se aspetti che la tiri fuori sei morto.

Perché i poliziotti per strada, i cop, piedipiatti, vittime di agguati e di vendette, giustiziati spesso senza aver nemmeno il tempo di impugnare la pistola, muoiono come mosche anche ai tempi del Black Lives Matter. Le statistiche dell'Fbi dello scorso raccontano una contabilità impressionante: 106 agenti di polizia hanno perso la vita in servizio in dodici mesi, praticamente uno ogni tre giorni, il 13% in più rispetto all'anno prima. Hanno un'età media di 37 anni e dieci anni di di servizio. Muoiono come in guerra, quasi sempre confinati in una breve di cronaca sui giornali locali, chi cade ammazzato da un criminale, chi nel tentativo di catturarlo, chi in un'imboscata, chi durante un inseguimento. La realtà di questa frontiera di fuoco ha angoli che non ti aspetti: statistiche raccontano che sono più bianchi che neri gli uccisi dalla polizia, che molti di questi portavano un'arma e che i poliziotti di colore sparano tre volte più facilmente dei colleghi bianchi. La divisa, raccontano quelli che la indossano prima di affrontare la guerra, dà la licenza di essere uccisi prima che di uccidere: «Quando è uno di noi a uccidere qualcuno di colore finisce nella gogna globale. Quando uccidono uno di noi, facciamo il funerale con le cornamuse, la vedova in nero e la bandiera sulla bara. Ma non frega mai niente a nessuno».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:01 pm

Il criminale antifa intenazi comunista che ha ucciso un sostenitore di Trump, è stato individuato e ucciso dagli agenti federali che quando lo hanno acciuffato ha estratto una pistola ed è morto.

L'assassino del Patriot prayer Daniel "Jay" Danielson, "l'antifa 100%", come lui stesso amava definirsi, Michael Forest Reinoehl, è stato individuato a Lacey, stato di Washington, 200 km da Portland dove aveva commesso l'omicidio, da un task force federale. Era armato, ha estratto la pistola ma gli agenti sono stati più veloci. Amen.


Questo giornalaccio orrendo non si smentisce mai.
https://www.huffingtonpost.it/entry/mic ... 3add3ed74d


Ecco il criminale antifa internazi comunista americano, che ha ucciso un sostenitore di Trump e che quando stava per essere acciuffato dalla polizia federale USA ha estratto una pistola per sparare contro i poliziotti che così sono stati costretti a freddarlo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:02 pm

Quando Reagan disarmò i Black Panthers

Prima di Black Lives Matter, cioè di questo gruppo di radicali di sinistra, bianchi e neri, formato per lo più da balordi e teppisti, che sta mettendo a ferro e fuoco le città americane col solo intento di generare il caos, in America, c’era negli anni ‘60, il Black Panther Party, fondato, a Oackland, nel 1966 da due ex studenti del Merrit College, Bobby Seale e Huey Newton, che, addirittura, si prefiggeva di sovvertire l’ordine democratico per realizzare la rivoluzione socialista negli Stati Uniti.
I due fanatici studenti, col pretesto di voler difendere gli afroamericani dagli abusi della polizia (proprio come adesso), in realtà, perseguivano lo scopo di cambiare l’assetto istituzionale liberale e democratico dello Stato americano per imporre il modello comunista. I loro maestri infatti erano: Che Guevara, Mao Zedong, Lumumba, Fidel Castro e Malcolm X (insomma la peggio feccia ideologica sul mercato).
I membri pattugliavano le città (la legge lo permetteva) con ronde armate seguendo gli spostamenti della polizia. Finché un giorno entrarono armati fin dentro l’Assemblea Legislativa di Sacramento in California, mentre il governatore Reagan intratteneva una scolaresca in visita, per protestare contro una legge che era in discussione e che temevano particolarmente perché avrebbe infranto il loro sogno rivoluzionario. La legge era il Mulford Act, dal nome del deputato che l’aveva presentata, fortemente sostenuta dal governatore Ronald Reagan, col fine di limitare il porto d’armi in pubblico. “Non c’è nessun motivo per cui oggi un cittadino dovrebbe portare per strada armi cariche” diceva Reagan. L’irruzione del gruppo, armi in pugno, nel Capitol Building, sortì l’effetto di dare una ribalta mediatica (effimera) ai Black Panther (come il pugno chiuso al cielo dei neri Tommy Smith e John Carlos alle Olimpiadi del Messico) che si illusero di aver raggiunto un grosso risultato e che il popolo, ormai, era dalla loro parte.
Invece, fu l’inizio della fine. La legge passò (è ancora in vigore oggi). I membri dell’organizzazione ebbero parecchi guai con la giustizia. Il gruppo, fatalmente, si dissolse. Newton fu arrestato per aver ucciso un poliziotto. Si trasferì a Cuba nel 1974. Ma tornato in patria, per ironia della sorte, muore, il 22 Agosto 1989, per mano di un afroamericano della famiglia Black Guerriglia che gli spara tre colpi di pistola alla testa





"Qui All Lives Matter". La lezione della coppia che ora stupisce gli Usa
Roberto Vivaldelli - Ven, 04/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/al ... 1599249579

Una coppia dell'Alabama si fa ritrarre in foto lanciano un messaggio di speranza e unità, contro gli opposti estremismi che stanno devastando l'America: "Vogliamo il dialogo, non polemiche"

Lui, afroamericano, indossa una t-shirt bianca con la scritta White Lives Batter: lei, bianca, indossa una maglietta nera recante Black Lives Matter.

Ma è il loro figlio, posto al centro della fotografia, a dare il vero esempio: All Lives Matter. Perché tutte le vite di ogni etnica e razza hanno la stessa dignità e meritano il medesimo rispetto. La contrapposizione razziale alimentata dagli opposti estremismi - i manifestanti di Black Lives Matter da una parte e, dall'altra, i suprematisti bianchi - serve solamente ad accrescere le gravi tensioni sociali che stanno infiammando l'America. Darrell e Amanda Sistrunk provengono da Opelika, Alabama e hanno un figlio adottato un anno fa. La loro fotografia è stata condivisa sui social da milioni di persone in tutto il mondo. Darrell spiega che le magliette sono state una sua idea per mostrare come lui e la sua famiglia lavorino per unire e non dividere.

“È stata una mia idea realizzare le magliette e mostrare unità all'interno della mia famiglia, perché come diceva mia nonna Anna Ruth, inizia prima con la tua famiglia e poi cura l'esterno. Non era per criticare il movimento Black Lives Matter. Era per iniziare una un dialogo”, ha detto Darrell. La foto è stata condivisa su Facebook due giorni fa dalla giornalista Elizabeth White: "I miei dolci amici, Darrell e Amanda Sistrunk, hanno appena condiviso questa foto evocativa. Buon compleanno, Darrell. La mia famiglia ama la tua. Questa fantastica coppia ha adottato il loro bambino nel 2019". La coppia ha parlato con News 3 del loro messaggio di amore e unità per tutti: Darrell e Amanda Sistrunk sono sposati da tre anni. Poi è arrivato il loro figlio adottivo. "Questa è la mia ancora di salvezza, il mio spirito. È entrata nella mia vita e da allora è stato meraviglioso”, ha dichiarato Darrell. Amanda la pensa allo stesso modo. "È una vera benedizione per me e la mia famiglia. Sono così felice che Dio l'abbia introdotto nella nostra vita", ha detto Amanda. "L'abbiamo accolto, ed è nostro. È nostro e lo amiamo moltissimo", ha sottolineato Amanda.

Finora, la foto della famiglia ha raggiunto più di 17 milioni di persone su diverse piattaforme di social media, con migliaia di condivisioni e commenti. "Siamo rimasti scioccati" ha spiegato Amanda. La reazione del pubblico è stata in generale di apprezzamento anche se non sono mancate le critiche, soprattutto dagli attivisti di Black Lives Matter, che l'hanno interpretata come una critica al loro movimento. Darrell e Amanda sperano che la foto possa dare inizio a un dialogo fra le parti e non alimenti ulteriori polemiche. "L'ultima parola è unità; guariamo insieme. Vogliamo la pace per tutti. Stiamo uscendo e mettiamo la nostra famiglia in prima linea per l'unità in America. Ti vogliamo bene, America. Non aver paura di avere del dialogo. Dobbiamo averlo", ha osservato la coppia.



Il valore dei morti è dato dal colore della loro pelle
InsideOver
Andrea Massardo
4 settembre 2020

https://it.insideover.com/politica/il-v ... pelle.html

È una situazione delicata quella che stanno vivendo negli Stati Uniti, alle prese con una “guerra civile a bassa intensità” come definita dagli ambienti di sinistra (e dall’economista americano Alan Friedman) oppure, come vista invece dagli ambienti trumpiani, come una rivolta contro l’ordine dello Stato. Tuttavia, l’estrema delicatezza dei mesi di proteste e manifestazioni non hanno reso l’ambiente americano – così come gli organi di stampa – imparziale ed oggettivo, ma ha polarizzato la visione degli accadimenti in modo ben superiore rispetto al passato. E soprattutto, la narrativa del presente ha definito il movimento del Black Lives Matter come l’eroe incompreso del mondo americano, dando a tutti gli altri invece il ruolo degli antagonisti.

Una narrativa pericolosa che ha provocato già diverse vittime, uccise di fatto due volte: la prima dagli attivisti neri e la seconda volta dagli organi di stampa. Sì, perché se a perire durante gli scontri è un uomo di colore la sua figura è destinata a diventare quella di un martire; mentre se a morire è un uomo bianco che manifestava in favore del coraggio delle forze dell’ordine, allora, era un suprematista e un estremista. Anche se, come nel caso di Joey Gibson, le stesse persone avevano negli anni preso le distanze nel modo più assoluto dall’utilizzo della forza – elemento, invece, più di rado riscontrabile nei partecipanti al BLM e negli stessi “eroi” per i quali hanno avuto inizio le proteste, come nel caso di George Floyd.

Quando la vittima diventa carnefice

Attenzione: che nel mondo americano siano presenti ancora ai giorni nostri ampi divari sociali che sono stati provocati da cattive gestioni interne del sistema americano . sia da parte repubblicana che da parte democratica – è fuori discussione. In caso diverso, infatti, non sarebbe possibile che le prime quattro posizioni degli uomini più ricchi del mondo siano detenute da americani mentre una fetta troppo grossa della popolazione nemmeno riesce a garantirsi le cure mediche. Tuttavia, questo scenario risulta essere troppo semplicistico, considerando come anche i cittadini neri americani, ai giorni nostri, hanno raggiunto il successo ed occupano posizioni sociali ben più rilevanti della maggioranza della popolazione bianca (come ha reso evidente la stessa presidenza di Barack Obama).

Con la crescita del movimento del BLM e con il susseguirsi degli scontri che hanno messo a ferro e fuoco le città americane, però, si è andati ben oltre e sono stati messi in pericolo gli stessi pilastri di sicurezza della società americana. Una situazione che sarebbe andata ancora di più fuori controllo, non fosse per il pugno duro utilizzato dal presidente Donald Trump nei confronti delle frange estremiste e violente delle manifestazioni – evidenza, questa, sottolineata nel recupero nella sua approvazione pubblica).

Tuttavia, osteggiando le proteste nere, lo stesso Trump è stato disegnato da una buona parte della stampa americana – ed estera, compresa la nostra italiana – come un estremista, razzista e suprematista bianco. E come lui, tutti quelli che hanno appoggiato le sue decisioni e si sono riversati nelle strade in suo sostegno (e in modo assolutamente meno violento) hanno ricevuto lo stesso marchio. Tutto questo perché, in fondo, se sei bianco parti già dalla parte del torto e se addirittura muori – come accaduto nel caso di Portland – nessuno piangerà “per un fascista”, anche se tale non era.

Le colpe del Partito Democratico (che già stanno pagando)

Nella narrativa democratica della situazione attuale americana, Donald Trump sarebbe colui che ha contribuito maggiormente al nascere ed al crescere delle criticità e questa posizione è stata supportata persino dallo stesso candidato alle presidenziali Joe Biden. Perché se non ci fosse stato Trump alla presidenza, George Floyd non sarebbe morto, i cancelli della Casa bianca sarebbero stati aperti con tanto di tavola imbandita per i manifestanti, oppure tutto si sarebbe risolto con una semplice pacca sulla spalla?

È una chiave di lettura povera nelle basi, ma che è stata portata avanti quasi incessantemente dagli ambienti vicini al mondo democratico come attacco diretto nei confronti di Trump in vista delle presidenziali di novembre. Un gioco che nel breve forse ha anche pagato, ma che sul lungo e con i cittadini che iniziano a sentire il pericolo proprio sotto le loro casa ha invertito la propria tendenza. Perché se la situazione è stata tenuta tutto sommato sotto controllo dalla polizia e dalla Guardia Nazionale, in fondo, è stato proprio per merito del presidente; mentre Biden era troppo distratto dal fomentare la platea nera del BLM.

Ancora una volta – e come accaduto già nella campagna elettorale del 2016 – il partito democratico ha incentrato tutta la sua dialettica sull’attacco al proprio avversario, senza presentare nessuna risoluzione dei problemi. Trump, invece, con i suoi modi magari grezzi e magari non condivisibili da tutti, però, è stato sempre in grado di essere propositivo, di lavorare per giungere ad una soluzione e con un carattere consistente, a differenza del proprio avversario. Forse, però, possiede ancora due uniche grandi pecche: essere bianco ed avere a cuore l’ordine della società: elemento, questo, che agli occhi democratici lo rende un suprematista bianco.
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