Razzismo dei neri contro i bianchi

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:53 pm

Gesù Cristo non era bianco!
Gesù era ebreo e non era né un beduino arabico e nemmeno un nero africano, come ebreo era più bianco che giallo, rosso o nero.
Gli ebrei odierni hanno prevalentemente la pelle bianca.
Nell'iconografia universale cristiana Gesù Cristo prende il colore e la fisionomia tipica di ogni popolo, quindi in Europa è giusto che sia bianco europeo come in Africa che sia nero e in Asia giallo.



LA CHIESA ANGLICANA SI INCHINA AI BLM. L'ARCIVESCOVO DI CANTERBURY WELBY:- GESU' NON ERA BIANCO
Giugno 27, 2020

https://cavalierenews.it/attualita/1258 ... ianco.html

Redazione- Ha fatto parecchio rumore, e non poteva essere altrimenti, l’appello dello scrittore statunitense Shaun King ad abbattere le statue di Gesù perché raffigurato come un bianco. Un delirio in appoggio al movimento Black Lives Matter che sta infiammando anche la Gran Bretagna dopo gli Usa. L’iconoclastia contro la storia dell’Occidente si unisce dunque alla rivisitazione dei simboli cristiani. E il movimento dei vandali anti-statue trova un interlocutore prestigioso in Justin Welby, arcivescovo di Canterbury.

Cosa ha detto l’arcivescovo di Canterbury

“Ho la fortuna di guidare la comunione anglicana e ho visitato 165 paesi – ha detto Welby alla Bbc secondo quanto riporta Askanews – Quando vai nelle chiese di questi paesi non vedi un Gesù bianco. Vedi un Gesù nero, un Gesù cinese, un Gesù del Medio Oriente – che naturalmente è il più accurato – vedi un Gesù delle isole Fiji… Vedi Gesù ritratto in tanti modi quanti sono le culture, le lingue, le comprensioni”.

“Non penso si debba buttare via tutto quello che viene dal passato ma ciò ricorda l’universalità del Dio divenuto pienamente umano”, ha detto ancora il primate della Chiesa anglicana.

Rivedere le statue a Canterbury e Westminster

Interpellato sul tema della statue abbattute negli Stati Uniti e in diverse altre parti del mondo, un dibattito che ha toccato anche figure del passato delle Chiese cristiane, l’arcivescovo Welby ha detto che è possibile che alcune vadano riviste anche nella cattedrale di Canterbury o l’abbazia di Westminster: “Quando cammini nella cattedrale di Canterbury, ci sono monumenti ovunque, o all’abbazia di Westminster, e noi le stiamo guardando e alcune dovranno scendere”.

Una presa di posizione che lascia interdetti: anziché difendere la tradizione della Chiesa d’Inghilterra l’arcivescovo preferisce metterla in discussione. Suscitando il commento ironico dello scrittore Giulio Meotti: “I barbari più pericolosi non sono quelli che demoliscono i monumenti della nostra storia e cultura. Sono quelli che dovrebbero custodirli.
Odiano cosí tanto la propria civiltà che lasceranno che non rimanga niente in piedi”.



La follia dei Black lives matter: "Abbattere le statue di Gesù"
Alessandra Benignetti - Mar, 23/06/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/bl ... 72373.html

Secondo uno dei leader delle proteste anti-razziste divampate dopo l'omicidio di George Floyd le statue che raffigurano Gesù come "un europeo bianco" andrebbero abbattute: "Sono un simbolo suprematista, aveva la carnagione scura"

"Sì, penso che le statue che raffigurano Gesù come un europeo bianco debbano essere abbattute, sono una forma di suprematismo e lo sono sempre stato, nella Bibbia quando la famiglia di Gesù voleva nascondersi indovinate dove è andata? In Egitto, non in Danimarca, buttatele giù".

Fa discutere il tweet pubblicato ieri da Shaun King, scrittore americano ed attivista per i diritti civili, in prima linea nelle proteste anti-razziste che in queste settimane hanno scosso gli Stati Uniti.

Nei giorni in cui a New York divampa la polemica per la rimozione della statua del presidente americano Theodor Roosevelt dall’ingresso dell'American Museum of Natural History perché colpevole di essere raffigurato a cavallo con a fianco un afroamericano e un nativo americano a piedi, King ha deciso di rilanciare proponendo l’eliminazione di tutte le statue di Gesù e Maria, come siamo stati abituati a vederle da centinaia di anni.

Il motivo, spiega in un altro tweet, è che le ricostruzioni storiche più accurate descrivono Gesù con la carnagione scura. Il problema, attacca, è che "gli americani bianchi che per centinaia di anni hanno comprato, venduto, scambiato, violentato e schiavizzato a morte gli africani in questo Paese, semplicemente non possono avere quest’uomo al centro della loro religione". Per l’attivista, quindi, è giunto il momento di cambiare finalmente volto a Gesù, ripristinando la sua "vera" immagine. "

Se la vostra religione richiede che Gesù abbia i capelli biondi e gli occhi azzurri, allora la vostra religione non è il cristianesimo ma il suprematismo bianco", incalza l’intellettuale afro-americano. "La fede cristiana – aggiunge – e non il cristianesimo bianco è stata la prima religione di questo Paese per centinaia di anni". Una provocazione, la sua, che rischia di infiammare ulteriormente il clima dopo settimane di tensioni seguite all’uccisione, durante un arresto a Minneapolis, dell’afroamericano George Floyd.

Il rischio che si passi dalle parole ai fatti, visti gli atti vandalici che si sono susseguiti in questi giorni contro i simboli "colonialisti", è concreto. Come racconta Marco Gervasoni sul Giornale venerdì scorso a San Francisco un gruppo di persone ha tirato giù il monumento dedicato al francescano spagnolo San Junípero Serra, accusato di "genocidio nei confronti dei nativi". Papa Francesco, invece, l'ha fatto santo proprio per il merito di aver difeso la "dignità della comunità indigena", proteggendola "da coloro che l'hanno maltrattata e abusata".

Con la statua del frate è venuta giù anche la croce. L'assalto ai simboli cristiani è già iniziato anche in Europa, sull'onda delle proteste americane: durante le manifestazioni antirazziste a Firenze una teca contenente un affresco dedicato alla Vergine è stato sfregiato con lo slogan Black Lives Matter impresso con la bomboletta.

A replicare a King in un tweet è la consulente legale del presidente Trump, Jenna Ellis. "Se provassero a cancellare il cristianesimo, se mi costringessero a scusarmi o abiurare la mia religione, io non mi piegherò, non esiterò", scrive l’avvocato in un tweet. "Sta solo difendendo il suo essere bianca", replica King. "Il cristianesimo bianco ha bisogno di un Gesù bianco – attacca ancora l’intellettuale – non si tratta di generosità o gentilezza, né di proteggere i deboli, ma del suprematismo bianco, attaccate 'Gesù bianco' e attaccherete la sua religione".


Questo antirazzismo è un attacco a Dio
Stefano Fontana
26 giugno 2020

https://lanuovabq.it/it/questo-antirazz ... acco-a-dio

Non solo l'attuale movimento che ha per riferimento il Black Lives Matter è solo un'altra forma di razzismo, ma è volontà di distruggere le statue solo perché statue, perché espressione di una gerarchia di valori, di un qualche ordine. E vogliono distruggere le raffigurazioni di Gesù e della Madonna perché puntano al Fondamento dell'ordine, che è Dio.

Negli Stati Uniti i militanti del movimento Black Lives Matter (BLM) abbattono le statue che secondo loro sono espressione del razzismo e in questo modo si dimostrano razzisti. Di solito si condanna il razzismo perché esso assume una posizione di parte, come il colore della pelle, per farla diventare una regola per tutti. Ma anche i militanti di pelle nera diventano razzisti quando accusano i bianchi di essere il male solo perché bianchi.

Contrapporre ad una parte un’altra parte è sempre fare un gioco di parte o, meglio, un gioco delle parti. Oggi io abbatto le tue statue e domani tu abbatterai le mie. Il giovane Shaun King che vuole la distruzione delle statue, comprese quelle di Gesù Cristo, pone se stesso come una statua vivente in attesa di celebrazione. Se il movimento BLM dovesse prendere in qualche modo il potere, erigerebbe le proprie statue e forse ne dedicherebbe una proprio a lui. Chi di statua colpisce di statua perisce.

Questo spiega perché il gioco delle parti, o gioco delle statue, è sempre esistito. Ogni nuovo regime abbatte le statue del precedente. Ogni tanto in Italia spunta fuori qualcuno che vorrebbe demolire i monumenti del periodo fascista. A Trieste non vogliono la statua di D’Annunzio. A Milano dà fastidio quella di Montanelli. A Chicago vogliono sostituire la statua di Italo Balbo. Il passato divide, perché nel passato uno era da una parte e l’altro dall’altra. Ma come accade che la democrazia italiana non abbia le carte in regola per demolire i monumenti del periodo fascista, avendo anch’essa al proprio interno forme di dittatura forse ancora superiori, così accade che gli unionisti non abbiano nemmeno loro le carte in regola per demolire i monumenti dei generali confederati. I Nordisti erano compromessi con lo schiavismo non meno dei Sudisti, e i democratici non meno dei repubblicani: la sempiterna Nancy Pelosi, che oggi soffia sul fuoco dell’antirazzismo per danneggiare Trump, volutamente dimentica che Lincoln non era democratico ma repubblicano.

Il movimento BLM ha l’appoggio dei liberal, si ispira all’illuminismo e all’etica kantiana per la quale bisogna trattare l’altro come un fine e non come un mezzo. Ma gli illuministi – a cominciare da Voltaire – erano razzisti. Kant stesso era razzista e l’erezione della statua della dea ragione costò la vita a molte altre statue che, secondo il gioco delle parti, furono decapitate e distrutte. I positivisti come Lombroso, eredi degli illuministi, erano razzisti. Se l’anti-razzismo di BLM si ispira a fonti razziste vuol dire che non è vero antirazzismo, ma la sostituzione di un razzismo con un altro razzismo.

È come quando nella teologia cattolica degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso si sviluppò la “teologia nera” secondo la quale Dio era nero perché averlo presentato come bianco era da considerarsi una posizione razzista avallata dalla Chiesa. Per lo stesso cervellotico motivo la teologia femminista diceva che Dio è femmina e non maschio. Ma perché un Dio nero non dovrebbe essere razzista come un Dio bianco?

Quanto sta accadendo negli Stati Uniti, però, va oltre anche queste considerazioni. Va oltre il gioco delle parti. Non esprime solo la condanna per il passato americano, o per l’identità americana, o per la cultura e la civiltà occidentali accusate di essere bianche, come potrebbe far pensare l’odio verso la statua di Colombo. Se così fosse si tratterebbe di un razzismo opposto, nero anziché bianco, antioccidentale piuttosto che occidentale, dei presunti oppressi contro i presunti oppressori. Sarebbe dire di "no" a qualcosa per dire di "sì" a qualcos’altro e su questo "sì" costruire poi nuove statue, nuovi eroi e nuove feste del ringraziamento.

Nel movimento BLM si intravede invece un altro stile distruttivo, la volontà di distruggere le statue solo perché statue, perché espressione di una gerarchia di valori, di un qualche ordine. C’è come la volontà di radere al suolo il passato, di colpevolizzare ogni posizione forte accusandola di essere razzista verso le altre, la voglia di un mondo senza statue, senza fini e cause per cui diventare eroi, senza eroi.

Perché mai la volontà di distruggere le raffigurazioni di Gesù e della Madonna? Anche in Olanda e non solo negli Usa il BLM ha sfregiato una Madonna Nera. Perché rimuovere il dipinto di San Michele che schiaccia il demonio? Dalla lotta ai simboli di un razzismo americano ideologicamente interpretato – i dati sociologici sulla violenza tra bianchi e neri negli Usa non la confermano – si è passati alla lotta alla simbologia religiosa cristiana. Non solo il generale Lee ma anche Gesù Cristo.

Quando si prende la strada del nichilismo bisogna distruggere non solo gli elementi dell’ordine ma anche la sua Causa ultima. Il nichilismo è dissolutorio e quindi distrugge le statue che testimoniano aspetti o protagonisti dell’ordine, ma poi deve andare alla fine e prendersela con il Fondamento dell’ordine, che è Dio.
Nel movimento BLM c’è questo nichilismo rispetto al quale tutto il resto è strumento. Qui non c’è più solo l’ideologia, c’è una volontà distruttrice e dissacratoria che intende andare alle radici. Difficile negare la sua funzionalità al “nuovo ordine mondiale”.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:53 pm

Grazie Trump: valori doveri e diritti umani e civili, legge e ordine contro il caos, il terrore e la morte, promosse dalla satanica alleanza tra gli internazi comunisti e i nazi maomettani con il consenso e l'avvallo di certa demenziale cristianità rappresentata dall'orrido Bergoglio.


CONTRASTARE I VANDALI
Niram Ferretti
28 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Ora ci saranno conseguenze. Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che proibisce la profanazione dei monumenti pubblici e il vandalismo nei confronti delle proprietà governative. I vandali rischiano dieci anni di carcere.
L'ordine esecutivo stabilisce inoltre che le sovvenzioni federali verranno sospese nei confronti dei governi locali e delle giurisdizioni in cui le forze dell'ordine non hanno agito per proteggere i monumenti pubblici.
Contemporaneamente il Procuratore Generale Bill Barr sovraintenderà alla creazione di una task-force indirizzata a contrastare gli estremisti antigovernativi.
Nel mentre le azioni dei talebani continuano. Alcuni fanatici hanno cercato di rovesciare la statua di Andrew Jackson che si trova a Lafayette Square Park a Washington. Fortunatamente sono stati fermati dalla polizia.
A Portland, intanto, è stata vandalizzata una statua di George Washington insieme a una statua di Thomas Jefferson.
Se li si lascia fare, a breve non esisterà più una sola statua di un presidente americano che non verrà vandalizzata.
L'unico modo di arrestare questa ondata di follia iconoclasta da parte dell'estrema sinistra è attraverso la determinazione della legge.


Arrestato il leader degli estremisti di sinistra che hanno tentato di abbattere la statua del presidente Jackson.

https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 0854071001

Giovedì, gli agenti federali hanno arrestato un uomo a Washington che è stato definito il "capobanda" nel recente tentativo di distruggere la statua di Andrew Jackson in Lafayette Square vicino alla Casa Bianca .

Fonti delle forze dell'ordine hanno riferito a Fox News che Jason Charter è stato arrestato nella sua abitazione giovedì mattina, senza incidenti, e accusato di distruzione di proprietà federali.
Queste fonti aggiungono che Charter ha legami con l'Antifa e ha avuto un ruolo guida nella notte del 22 giugno, quando un folto gruppo di manifestanti ha cercato di abbattere la statua.

"Erano molto organizzati", ha detto un funzionario federale delle forze dell'ordine. "Charter era in cima alla statua e dirigeva le persone ... avevano acido, scalpelli, cinghie e una catena umana che impediva alla polizia di raggiungere la statua."

https://www.foxnews.com/politics/feds-a ... hite-house
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:53 pm

L'Occidente e l'Europa che lo ha determinato debbono andare fieri della loro civiltà che è la più evoluta della terra e della storia umana, un modello e una speranza per il Mondo intero.

La cultura occidentale è SUPREMATISTA
Dino Maverick Guglielminetti
· 24 giugno 2020

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater


È decisamente vero.
La cultura occidentale ha pervaso indubitabilmente ogni angolo del mondo e si è posta in una posizione di supremazia rispetto a tutte le altre culture del mondo.
DIREI CHE SI TRATTA DI UNA COSA INDUBITABILE
C'è una supremazia della cultura occidentale sull'universo mondo, è un dato di fatto... ed è così terribile? E' davvero un male? E' davvero imposta?
Direi che vale la pena analizzarla almeno in un paio di componenti per quanto superficialmente.
.
SCIENZA E TECONOLOGIA
In tutto il mondo adesso si usa il metodo scientifico e la tecnologia nata in occidente. Tutti in tutto il mondo usufruiscono di ciò che è nato in occidente, la scienza e la tecnologia permettono alle persone di tutto il mondo di poter comunicare istantaneamente, di poter entrare in contatto e spostarsi in tempi di giorni mentre prima erano necessari mesi, permettono internventi rapidi in caso di emergenze, permettono alle popolazioni delle zone del mondo senza acqua potabile di avere acqua potabile perchè sappiamo come depurarla, permette di utilizzare le risorse in modo intelligente ed ecologico e dando alte produzioni, permette a quasi OTTOMILIARDI DI ESSERI UMANI di mangiare (mentre nei 70 gli stessi che ci criticano dicevano che non avremmo avuto risorse per 5 miliardi) e di farlo in condizioni mediamente migliori (certo, in certe zone, non accettabili ma comunque migliorate) rispetto anche solo a 50 anni fa. Buona parte del mondo (non solo in occidente) ha un tipo di vita migliore di quella che era la vita dei re anche solo 100 o 200 anni fa, sotto tutti gli aspetti. Mio figlio diabetico vive una vita normale grazie alla scienza medica quando se fosse nato100 anni fa sarebbe morto e non avremmo saputo il perchè, ed è solo un esempio. Abbiamo sconfitto malattie endemiche e contro altre sappiamo come fare, certo mancano le risorse in certi luoghi ma spesso più perchè chi vi comanda le tiene per se che non per "colpa" nostra. In generale è un mondo tutto fuorchè perfetto ma che grazie alla tecnologia e alla scienza che noi abbiamo creato (nella forma in cui sono concepite oggi) e delle quali abbiamo fatto dono a tutto il mondo (adesso le cose si svilupano globalmente non ne siamo stati gelosi)
Tutto il mondo è decisamente migliorato grazie a questo.
OVVIAMENTE POTREI CONTINUARE PER ORE ELENCANDO NEANCHE TROPPO NEL DETTAGLIO TUTTI I MIGLIORAMENTI CHE LA NOSTRA CIVILTA' HA DONATO AL MONDO ma fermiamoci qui su questo aspetto.
.
ARTE E CULTURA:
Tutte le culture sono interessanti e hanno sviluppato cose bellissime e apprezzabili ma posso dire SENZA ALCUN TEMA DI SMENTITA CHE NESSUNA CULTURA ha sviluppato nel tempo una quantità di arte e cultura di dimensioni neppure lontanamente avvicinabili a quelle della cultura occidentale. Prendete per esempio la musica, mentre nelle altre culture si possono contare pochi strumenti musicali diversi la nostra cultura ne ha sviluppati centinaia diversi per natura e sviluppo partendo dai tamburi e dalla cetra siamo arrivati ad ottoni, archi, strumenti a corda, clavicembali , pianoforti ed elencare tutto necessiterebbe un libro, fino alla musica sintetizzata elettronica e computerizzata e tutto il mondo adesso usufruisce di questa ricchezza, la apprezza e la fa sua e crea nuova musica, nuova arte.
L'architettura, nel corso dei secoli abbiamo sviluppato una quantità di stili e modi e tipologie di costruzioni e arti in architettura come nessun altra cultura mai, tutte le culture hanno qualche stile che le contraddistingue ma nessuna ha creato la quantità immensa, la diversità di stili e forme, che ha creato la nostra cultura fino ad arrivare alle attuali tecnologie di costruzione delle quali tutto il mondo usufruisce (la burji Kalifa, la torre più alta del mondo è in Dubai ed è stata pagata con i petrodollari ma il progetto è di uno studio di Chicago) Adesso tutto il mondo usa le nostre tecnologie e le sviluppa a modo suo confrontandole con la propria esperienza e cultura ma sono nate grazie alla nostra cultura. (e potrei proseguire con le arti figurative e la letteratura, da quella seria a quella d'evasione, la varietà che si è creata da noi in tutti i settori non ha eguali in nessuna cultura dell mondo e della storia)
.
Ma la cosa più importante della nostra cultura riguarda proprio i rapporti umani. Vogliamo chiamarlo "UMANESIMO"?
La nostra cultura si è via via svilppata nei secoli come una cultura tollerante e di valorizzazione della persona umana, questo deriva dalla cultura Greco.Romana e poi da Cristo. In pochissime culture al mondo il valore della persona è superiore ad ogni altro, (ED E' QUESTO IL MOTIVO PER CUI VOGLIONO CHE LI AIUTATE A DISTRUGERLA, ai veri potenti non piace che la mia o la tua opinione e vita valgano come la loro) in pochissime culture al mondo il concetto del valore della persona è "culturalmente" svincolato dall'età, dall'appartenenza raziale, etnica, culturale, religiosa, di genere o di stato sociale, come lo è nella nostra e in nessuna cultura tutte queste cose sono tutte insieme come nella nostra. ATTENZIONE: questo non significa non vi siano eccezioni e che non vi siano persone che si comportano al di fuori di questi canoni ma per noi sono canoni acquisiti e li stiamo esportando piano piano nel mondo.
Tutto questo ha portato a sviluppare sistemi di governo unici nel mondo come il tentativo di far valere l'opinione di tutto, non solo dei potenti, non solo della casta dei sacerdoti, non solo della casta dei nobili, non solo dei maschi e cosi via , l'opinione di tutti nella gestione della cosa pubblica... Si chiama democrazia.. Inpochissime culture l'opinione di tuttio ha valore e chiunque può dire la sua non importa se giusta, sbagliata o assurda, PUO' DIRLA, PUO' ESPRIMERLA.A tal proposito razzismo, divisione in caste, schiavismo etc sono cose normali ancora oggi nella stragrande maggioranza delle culture non occidentali del mondo.
E non menziono tutti gli altri settori come anche quello spirituale, che abbiamo nascosto perchè scomodo ai poltically correct, o quello economico, o il settore economico imprenditoriale etc,

. in conclusione:
-NESSUNA DELLE ALTRE CIVILTA' CHE DITE ESSERE OGGETTO DI SUPREMATISMO DA PARTE DELLA NOSTRA HA SVILUPPATO QUANTO ABBIAMO SVILUPPATO NELLA NOSTRA NELLA QUANTITA' E NELLA QUALITA' E NELLA UTILITA' PER TUTTE LE PERSONE creata dalla nostra
-NESSUNA DELLE ALTRE CIVILTA' NE HA FATTO DI FATTO DONO A TUTTE LE ALTRE COME HA FATTO LA NOSTRA
-NESSUNA DELLE ALTRE CIVILTA' SI INTERROGA SUGLI ERRORI FATTI IN PASSATO O NEL PRESENTE PER VEDERE DI MIGLIORARSI ULTERIORMENTE.
.
Tutte queste cose e molte altre ancora (occorrerebbe un enciclopedia per trattare estesamente tutto l'argomento) per motivi naturali e non per motivi di "potere" hanno messo la nostra civiltà in una pasizione di supremazia (non militare, non di potere ma culturale e umanistica)
.
TUTTO BENE E TUTTO BELLO? CERTO CHE NO! Dobbiamo crescere e migliorare e abbiamo fatto cose terribili che però non sono tipiche della nostra cultura ma della natura umana ed esistonno in tutte le culture.
Le cose positive cancellano quelle negative? non lo so, credo di no ma quelle positive sono sovrabbondanti rispetto ad ogni altra cultura della storia a attuale.E sono a disposizione di tutti

Quindi possiamo sicuramente dire che LA CULTURA OCCIDENTALE per meriti propri SI E' TROVATA IN UNA POSIZIONE DI SUPREMAZIA, scientifica, culturale, umanistica, economica RISPETTO A TUTTE LE ALTRE E LE HA PERVASE PRINCIPALMENTE (non solo è ovvio) DI UNA QUANTITA' IMMENSE DI COSE POSITIVE CHE HANNO FATTO PROGREDIRE TUTTO IL MONDO.
.
NON SI TRATTA DI SUPREMAZIA INTESA IN SENSO NEGATIVO MA IN SENSO POSITIVO, NON DI IMPOSIZIONE MA DI RICONOSCIMENTO DI CIO' CHE E' MIGLIORE E/O UTILE.
.
Detta supremazia è reale, sta nei dati di fatto E NON CORRISPONDE AD UNA OCCUPAZIONE DI PREPOTENZA DEL RESTO DEL MONDO ma ad una sorta di funzione di lievito per tutte le culture e civiltà del mondo che ne possono usufruire da tempo e grazie ad essa migliorano... Ne possono usufriure SE VOGLIONO , NON PER IMPOSIZIONE!

Ci sarebbe molto altro da dire e vi sono ovviamente dati negativi ma solo gli ignoranti, solo chi non conosce un minimo la storia e la cultura di tutto il mondo, e forse proprio per questo vogliono abbattere le staute, può negare che questo sia vero
.
E' vero la nostra cultura ha creato una propria "supremazia" rispetto alle altre del mondo, e si è trattato di un processo naturale della storia e meno cruento di quanto la storia non ci abbia insegnato in tutte le altre situazioni simili, il cui bilancio è largamente positivo.

Abbiamo molto da migliorare? Probabilemente si
Dobbiamo vergognarcene ? SICURAMENTE NO!
L'apporto dato a tuttoilmondo è largamente positivo e dev vederci fieri di ciò che abbiamo fatto e pronti ad andare avanti e progredire.

Siamo fieri e orgogliosi del bene fatto dalla nostra cultura e civiltà, e PROSEGUENDO NELLA SCIA DI QUANTO FATTO (non annullandolo e dimenticandolo o buttando tutto alle ortiche) ANDIAMO AVANTI IN QUELLO CHE E' STATO UN PROCESSO LUNGHISSIMO E ANCORA LO SARA' CHE HA PORTATO E PORTERA' A CONTINUI MIGLIORAMENTI DELLA NOSTRA ED ALTRUI VITA... Chi vidice che dobbiamobuttare via tutto vimente palesemente per interessi personali dicendovi che fa l'interesse del mondo

SVEGLIA ... porca miseria... SVEGLIA !!! Siamo ingamba e possiamo fare ancora meglio!

D.G.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:54 pm

I bianchi occidentali e i cristiani hanno messo fine alla schiavitù che i neri afriani e i nazi maomettani ancora praticano.

Razzismo: 'John Wayne suprematista, via nome dall'aeroporto' - Nord America
(ANSA) - WASHINGTON, 28 GIU 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 022fd.html

Anche John Wayne potrebbe cadere sotto i colpi delle proteste contro il razzismo in America. Uno degli aeroporti di Los Angeles, a Santa Ana, potrebbe infatti perdere il nome dell'icona del cinema western.
La risoluzione e' stata presentata dai democratici della contea di Orange: "In tanti ormai chiedono di dare un nome nuovo all'aeroporto accusando Wayne di avere una visione suprematista e posizioni chiaramente contro la comunita' Lgbt e contro i nativi americani", affermano i promotori della risoluzione. Lo scalo commerciale di Santa Ana fu dedicato a John Wayne nel 1971, lo stesso anno in cui l'attore mori'. In una controversa intervista a Playboy, proprio del 1971, Wayne disse di "credere nel suprematismo bianco" e di "non sentirsi in colpa" del fatto che cinque o dieci generazioni prima di lui esisteva la schiavitu' in America. Rispondendo poi a chi gli chiedeva se dovesse essere tolta la licenza di insegnare all'attivista Angela Davis perche' afroamericana, Wayne rispose: "Non credo bisogna dare autorita' a gente irresponsabile".(ANSA).


Alessandro Barbero - L'infantile reazione occidentale al passato (Premio Hemingway, 26-06-2020)
https://www.youtube.com/watch?v=4bu8955 ... ture=share


La lezione di Sam ai buonisti: non cede al politically correct
Paolo Mauri - Lun, 29/06/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1593425736

Si chiama Sam Leshnak ed è uno dei portieri di riserva del North Carolina Courage la giocatrice a non essersi inginocchiata durante l'inno nazionale per solidarietà col movimento Black Lives Matter

La partita di calcio femminile tra North Carolina Courage e Portland Thorns si è svolta regolarmente sabato mattina, in uno stadio deserto per le norme anticovid.

Durante l'inno nazionale le giocatrici in campo si sono inginocchiate per mostrare solidarietà verso il movimento Black Lives Matter. Tutte. Tranne una, lontano dai riflettori, una ragazza che è il portiere di riserva: si chiama Sam Leshnak (o Sam Murphy). Sam durante l'esecuzione di Star Spangled Banner, è rimasta ritta davanti alla panchina, con la mano sul cuore, come da tradizione venendo immortalata da un fotografo presente sugli spalti.

Inizialmente non si sapeva chi fosse la ragazza: si pensava si trattasse di Katelyn Rowland, il primo portiere, ma la giocatrice ha smentito in un tweet.

Una gesto simbolico forte per questi tempi. Un gesto che sta costando caro alla giocatrice che viene attaccata sui social pesantemente da colleghe e da semplici utenti del web, sempre pronti a schierarsi dalla parte del gregge soprattutto quando c'è da puntare il dito verso chi non si adegua al "gregge".

Perché se è giusto schierarsi contro la violenza della polizia, soprattutto negli Stati Uniti, è altrettanto giusto dividersi dalla massa informe che, sfruttando le proteste, strumentalizzandole, sta attaccando non solo un sistema ma un'intera cultura, quella occidentale.

Allora ci viene in mente una frase di un altro Sam, un personaggio di un libro fantasy che abbiamo nel cuore: Il Signore degli Anelli.

In un passo de "Le due Torri", Samvise Gamgee mentre sta per raggiungere Mordor insieme a Frodo, per fargli forza in un attimo di scoramento gli ricorda quello che è il destino di tutti gli "eroi inconsapevoli", personaggi che si sono trovati in situazioni difficili e sono diventati eroi "loro malgrado".

Tolkien, nel passo, fa dire a Sam, quando Frodo afferma "Nulla di tutto ciò che ci circonda mi piace", che il sentiero è ormai segnato e che "Noi non saremmo qui, se avessimo avuto le idee un po' più chiare prima di partire. Ma suppongo che accada spesso. Penso agli atti coraggiosi delle antiche storie e canzoni, signor Frodo, quelle ch'io chiamavo avventure. Credevo che i meravigliosi protagonisti delle leggende partissero in cerca di esse, perché le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago,un divertimento. Ma non accadeva così nei racconti veramente importanti, in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello, come dite voi, era il loro sentiero. Penso che anche essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto noi non lo sapremmo, perché sarebbero stati obliati".

Ecco che quindi, per una strana ironia della sorte, la giovane calciatrice di nome Sam si ritrova ad avere lo stesso nome e lo stesso ruolo del personaggio fantastico tolkeniano. Il ruolo di un risveglio delle coscienze, di chi sta "in piedi tra le rovine" animato da un sentimento che non si piega alla morale della massa, che guarda oltre e prosegue per un cammino difficile sobbarcandosi l'onere di essere testimone di chi non si arrende.




La voglia di libertà degli ebrei e le inconfessate cause dell’antisemitismo
Ugo Volli
28-06-2020

https://www.shalom.it/blog/editoriali-b ... mo-b898681

Che l’antisemitismo sia diffuso oggi come cento o cento cinquant’anni fa è un dato di fatto purtroppo accertato. Tutti ce ne lamentiamo, ma facciamo poco per comprendere le ragioni di questa nuova epidemia. L’aspetto più significativo è che oggi di nuovo l’antisemitismo non è solo un vizio dell’estrema destra e dei cristiani più reazionari, ma è diffuso largamente anche nel mondo islamico e nella sinistra che la appoggia. E’ ritornato insomma quell’odio “progressista” contro gli ebrei che nel 1893 August Babel chiamò “il socialismo degli imbecilli”. Ma l’idiozia non è una spiegazione sufficiente per l’antisemitismo e neppure l’odio lo è. Ci sono motivi storici, sociali e psicologici per esso, e pretesti che li coprono. Questi ultimi sono stati a lungo tratti dalle religioni (il “deicidio”, la “profanazione delle ostie”, l’infanticidio “rituale”, in ambito islamico il “tradimento” di Maometto e dei profeti, il “cosmopolitismo”), poi dall’economia (l’equivalenza di ebraismo e capitalismo teorizzata da Marx ma poi anche da Hitler), e dalla “razza”. Da decenni il pretesto è la “difesa dei palestinesi”, che non è vero interesse per gli arabi della regione, ma solo odio appena travestito per lo stato degli ebrei. Ma la ragione vera e assai costante è stata sempre un’altra: l’attaccamento degli ebrei alla loro identità, il rifiuto di inchinarsi alle altre culture, l’essere rimasti “ostinatamente” se stessi. Questo naturalmente per la parte del popolo ebraico che non è sparita, inghiottita fra i cristiani, i musulmani, i marxisti, le varie nazionalità, il progressismo di moda.

Oggi negli Usa ma non solo, gli ebrei vengono condannati in quanto “bianchi”, “occidentali”, “suprematisti”, oltre che naturalmente come sionisti. Il che significa semplicemente che non sono disposti a inginocchiarsi alla religione terzomondista del “Black lives matter” (come se le altre vite non contassero), dell’antiamericanismo e dell’anticapitalismo; né vogliono passare alla sottomissione (questo significa Islam).

Noi ebrei vogliamo essere liberi, soggetti solo alla Legge (che è libertà, come spiega il Talmud) e al suo Creatore. Vogliamo continuare a essere noi stessi nella nostra patria. Dato che questa è la nostra vera colpa, meglio confessarla e non cercare compromessi con l’ultimo antisemitismo alla moda. Passerà anch’esso, se non ci tradiamo da soli.


Schiavismo, la strana autoflagellazione dell'Occidente
Anna Bono
2 luglio 2020

https://lanuovabq.it/it/schiavismo-la-s ... loccidente

La tratta atlantica degli schiavi non è né il primo né il più grave dei fenomeni di schiavismo nella storia, anche per quel che riguarda l'Africa. Quasi mille anni prima è iniziata quella arabo-islamica, con una stima che va dai 14 ai 17 milioni di schiavi. E anche il tribalismo africano ha dato un enorme contributo.

Si dice che la storia la scrivono i vincitori. Se è vero, noi europei siamo dei perdenti oppure degli strani vincitori perché, invece di presentare le nostre imprese nella luce migliore, da decenni non facciamo che autoaccusarci di misfatti e torti chiedendone continuamente scusa e per contro onoriamo di virtù e valore il resto dell’umanità.

Il fenomeno della schiavitù è un esempio. Se negli atenei europei si studia lo schiavismo, se i mass media ne parlano, si può essere certi che il riferimento è alla tratta atlantica degli schiavi che ha portato milioni di africani nelle Americhe. «Il termine ‘schiavitù evoca immagini di catene, ceppi e navi transatlantiche»: così inizia un articolo peraltro interessante e ricco di dati scritto e pubblicato nel 2019 da Kate Hodal, corrispondente del The Guardian specializzata in condizione femminile e schiavitù. Gli studenti dell’ateneo di Torino imparano che cos’è la schiavitù nei corsi di Lorenzo Kamel, associato di Storia contemporanea e direttore delle collane editoriali dell’Istituto affari internazionali secondo cui la tratta atlantica rappresenta «la più grande emigrazione forzata della storia».

Per limitarsi all’Africa, la tratta atlantica tra il XVI e il XIX secolo ha portato tra 9 e 12 milioni di schiavi africani oltreoceano: catturati o acquistati da mercanti e mediatori africani, da questi venduti ai negrieri europei che a loro volta li rivendevano arrivati a destinazione. Ma la tratta atlantica è stata preceduta quasi mille anni prima da quella arabo-islamica, iniziata nel VII secolo e durata fino agli inizi del XX, simile nello svolgimento, superiore nei numeri: si calcola tra 14 e 17 milioni di schiavi. Entrambe sono state rese possibili dal tribalismo e dall’endemica conflittualità etnica.

La lotta contro la tratta di schiavi africani è iniziata a partire dal 1833 con la decisione della Gran Bretagna di proibire la schiavitù in tutto l’impero. Ha messo fine prima alla tratta atlantica e, molto dopo, a quella araba.

Questi in sintesi sono i fatti. Ecco come li racconta il professor Kamel dell’università di Torino. Prima di tutto riduce la tratta arabo-islamica a 9 milioni di schiavi. Inoltre, precisa che «l’espressione "mercanti arabi" di schiavi dovrebbe essere intesa in senso culturale, non etnico o "razziale"» non sussistendo - secondo lui - una distinzione netta tra mercanti arabi e africani. Il professore prosegue spiegando che oltre a essere stata «la più grande emigrazione forzata della storia» (il che è provatamente falso), la tratta atlantica «ha determinato una svolta senza precedenti nella storia dell’umanità in generale e del sistema della schiavitù in particolare. È infatti solo con l’avvio della tratta atlantica che l’essere schiavo divenne, per la prima volta nella storia, un tratto permanente. La qualifica di schiavo divenne infatti ereditaria nel contesto dello sviluppo delle colonie del Nuovo Mondo», mentre in Africa e in altre parti del mondo era previsto «“che il figlio di uno schiavo non acquisisse ipso facto il medesimo status. In altre parole, quanti venivano fatti schiavi nelle fasi storiche antecedenti all’avvio della tratta atlantica erano socialmente e politicamente "mobili", ovvero non soggetti ad alcun vincolo ereditario di matrice schiavista».

È falsa anche questa ricostruzione dei fatti. In Africa gli schiavi erano «socialmente e politicamente mobili» solo nel senso che era facoltà e arbitrio dei loro proprietari affrancare loro e ai loro figli nati schiavi un marchio che persisteva per generazioni e tuttora segna e discrimina i discendenti di schiavi, tanto più se, come spesso succede, estranei per etnia. D’altra parte la società africana tribale ammette ben poche forme di mobilità sociale e politica poiché vincola idealmente status e ruoli a fattori ascritti.

Almeno si riconosce che un’altra tratta di schiavi sia esistita, oltre a quella atlantica. Invece, quando si parla di colonizzazione, è ammessa solo quella europea, al punto che di solito non si ritiene neanche necessario aggiungere un aggettivo specificativo. Si dice: epoca coloniale – periodo, dominazione… – ed è scontato che sia quella europea. Invece due colonizzazioni di portata continentale hanno preceduto quella europea della fine del XIX secolo. La prima, forse la più cruenta, si è svolta nel primo millennio dopo Cristo ed è stata compiuta dal grande gruppo etno-linguistico dei Bantu. Si è trattato di una migrazione plurisecolare grazie alla quale la lavorazione del ferro e l'agricoltura sono state introdotte in gran parte delle regioni subsahariane. I Bantu però hanno respinto le etnie dedite alla pastorizia transumante nelle grandi savane semi aride e hanno decimato i cacciatori-raccoglitori costringendoli a ritirarsi nelle foreste e nei deserti, gli ambienti più inospitali dove tuttora sopravvivono, disprezzati ed emarginati.

Dal VII secolo è incominciata la seconda colonizzazione del continente, anch’essa devastante per violenza e impatto destabilizzante. È quella arabo-islamica che, partendo dall'Arabia Saudita pochi anni dopo la morte del profeta Maometto avvenuta nel 632 dopo Cristo, ha conquistato il nord Africa per poi proseguire più lentamente verso sud. Ha diffuso l’Islam al quale molte etnie si sono convertite, sistemi politici meglio organizzati, contatti economici più estesi e complessi. Quasi subito le merci più richieste del commercio a lunga distanza sono diventate alcuni prodotti animali – zanne di elefante, pelli… – e gli esseri umani.




La giornalista e romanziere nigeriana Adaobi Tricia Nwaubani racconta che uno dei suoi antenati vendeva schiavi, ma dice che non dovrebbe essere giudicato dagli standard o dai valori di oggi.
30 luglio 2020

https://www.facebook.com/102notizie/pos ... 4555104633

Questa è la sua storia.
Il mio bisnonno, Nwaubani Ogogo Oriaku, è quello che preferisco chiamare un uomo d'affari del gruppo etnico igbo del sud-est della Nigeria.
Vendeva cose diverse, incluso tabacco e derivati dal palmo. Vendeva anche esseri umani.
′′ Avevo agenti che catturavano schiavi da luoghi diversi e li portavano via ", mi ha detto mio padre.
Gli schiavi di Nwaubani Ogogo si vendevano nei porti di Calabar e Bonny nel sud di quella che oggi è conosciuta come Nigeria.
Le persone di gruppi etnici della costa, come gli effik e ijaw, di solito si comportavano come scaricatori per i commercianti bianchi e come intermediari per i commercianti igbo come il mio bisnonno.
Caricando e scaricando navi e fornendo agli stranieri cibo e altre provviste. Negoziavano i prezzi per gli schiavi interni e poi raccoglievano i diritti di venditori e acquirenti.
Oltre 1,5 milioni di africani sono stati inviati nel Nuovo Mondo attraverso il porto di Calabar, nel Golfo di Bonny, uno dei più grandi porti di partenza all'epoca della schiavitù.
L ' unica vita che conoscevo
Nwaubani Ogogo visse in un'epoca in cui sopravviveva il più forte e il più coraggioso si distingueva.
Il concetto di ′′ tutti gli uomini sono stati creati uguali ′′ era completamente estraneo alla religione tradizionale e alle leggi della loro società.
Sarebbe ingiusto giudicare un uomo del XIX secolo secondo gli inizi del XXI secolo.
Valutare gli africani del passato con gli standard di oggi ci costringerebbe a qualificare la maggior parte dei nostri eroi di villani, negandoci il diritto di celebrare in modo completo chiunque non sia stato sotto l'influenza dell'ideologia occidentale.
I trafficanti di schiavi igbo come il mio bisnonno non hanno subito alcuna crisi di accettazione sociale o legalità. Non avevano bisogno di giustificazione religiosa o scientifica per le loro azioni.
Vivevano semplicemente la vita come li avevano cresciuti.
Era l'unica cosa che conoscevano.
Schiavi sepolti vivi
La storia più famosa che ho sentito sul mio bisnonno è stata su come ha affrontato con successo le autorità del governo coloniale britannico dopo aver sequestrato alcuni dei suoi schiavi.
Gli schiavi venivano trasferiti dall'intermediario con un carico di tabacco e prodotti di palma, dalla città di Nwaubani Ogogo, Umuahia, verso la costa.
Il mio bisnonno ha considerato che non era giusto catturare i suoi schiavi.
L ' acquisto e la vendita di esseri umani tra gli igbo è avvenuto da molto tempo prima che arrivassero gli europei.
Una persona diventava schiavo come punizione per un crimine, per pagare debiti o quando cadeva prigioniero di guerra.
La vendita di successo di adulti era considerata un'impresa. Era simile al successo che un uomo ha ottenuto in una lotta, in guerra o nella caccia agli animali come i leoni.
Gli schiavi igbo erano servi domestici o lavoratori. A volte venivano sacrificati in cerimonie religiose e sepolti vivi con i loro padroni per aiutarli nell'aldilà.
La schiavitù era talmente radicata nella cultura che diversi proverbi igbo fanno riferimento a lei:
Chiunque non abbia schiavi è il proprio schiavo
Uno schiavo che veda come un altro schiavo lo legano e gettano nella tomba con il suo padrone, dovrebbe rendersi conto che potrebbe succedere lo stesso a lui un giorno
È quando si dà consiglio a un figlio che lo schiavo impara
L ' arrivo dei commercianti europei che offrivano armi, specchi, gin e altri beni esotici in cambio di esseri umani ha aumentato massicciamente la domanda, facendo sì che alcune persone rapiscano gli altri e li vendessero.
I compratori europei tendevano a rimanere sulla costa
I venditori africani andavano a piedi all'interno per comprare schiavi
I viaggi potevano essere fino a 485 km
Di solito si legava a due schiavi tra loro con catene alle caviglie
Nelle colonne degli schiavi li univo tutti con una corda sul collo
Tra il 10 % e il 15 % dei prigionieri moriva durante il viaggio
Contro l'abolizione
Questo commercio in Africa è continuato fino al 1888, quando il Brasile è diventato l'ultimo paese nell'emisfero occidentale ad abolire la schiavitù.
Quando gli inglesi hanno esteso il loro dominio fino al sud-est della Nigeria alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX secolo, hanno iniziato a far rispettare l'abolizione attraverso l'azione militare.
Ma utilizzando la forza più della persuasione, molti locali come il mio bisnonno potrebbero non aver capito che l'abolizione aveva a che fare con la dignità dell'umanità e non con un mero cambiamento nella politica economica che influenzava l'approvvigionamento e la domanda.
′′ Crediamo che questo commercio debba continuare ", disse un re locale a Bonny nel XIX secolo.
Per quanto riguarda il mio bisnonno, aveva una licenza commerciale di buona fede della Royal Niger Company, una società britannica che gestiva il commercio nella regione negli ultimi 25 anni del XIX secolo.
Ecco perché quando la sua proprietà è stata catturata, Nwaubani Ogogo è andato a vedere furioso i funzionari coloniali responsabili e ha mostrato loro la licenza. Questi gli hanno restituito i loro beni e i loro schiavi.
′′ I bianchi gli hanno chiesto scusa ", dice mio padre.
′′ Questo è il verdetto del nostro oracolo e dei nostri sacerdoti. Dicono che il nostro paese, per quanto grande sia, non può mai abbandonare un commercio ordinato da Dio ".
Tratta di schiavi nel XX secolo
L ' acclamato storico igbo Adiele Afigbo descrive il commercio di schiavi nel sud-est della Nigeria - durato fino alla fine degli anni ' 1940 e all'inizio del 1950-come uno dei segreti più custoditi dell'amministrazione coloniale britannica.
Mentre questo commercio è terminato a livello internazionale, è continuato a livello locale.
′′ Il governo sapeva che i capi e i principali commercianti della costa avevano continuato a comprare schiavi interni ", ha scritto Afigbo in ′′ L ' abolizione del commercio di schiavi nel sud della Nigeria: dalle 1885 alle 1950 ".
E aggiunge che gli inglesi tolleravano ciò che accadeva per questioni politiche ed economiche.

https://www.instagram.com/102notizie/?hl=es

https://en.wikipedia.org/wiki/Adaobi_Tricia_Nwaubani
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:55 pm

Senza la polizia, no grazie, nemmeno potendo girare armati!
Specialmente per i deboli, i bambini, i vecchi, i disabili, le donne, gli inermi, i nonviolenti, i non armati e i non avvezzi all'uso della violenza e all'autodifesa; sì alla polizia e armata e che se serve possa usare la forza e le armi anche uccidendo i delinquenti, i criminali, i prepotenti e i violenti.


Seattle, sparatorie e stupri: l'incubo della zona occupata dai manifestanti
Roberto Vivaldelli
24 giugno 2020

https://it.insideover.com/politica/seat ... tanti.html


L’illusione di riuscire a gestire quartieri senza la presenza della polizia nel nome del politicamente corretto naufraga a Seattle. Nelle scorse settimane, infatti, a seguito delle manifestazioni di Black Lives Matter nella città sullo stretto di Puget, alcuni attivisti hanno trasformato il quartiere di Capitol Hill in una “zona autonoma” senza polizia, completamente autogestita dai residenti, denominata “Capitol Hill Organized Protest”, o “Chop”. Ma l’utopia del municipalismo libertario-anarchico alla Bookchin ostile alle gerarchie, che tanto va di moda a sinistra, si è presto trasformata in un incubo. Nella giornata di lunedì, infatti, il sindaco di Seattle si è rivolto ai manifestanti sottolineando che “è ora che la gente torni a casa” e lasci il quartiere di Capitol Hill.

I manifestanti non saranno rimossi con la forza, ha spiegato il sindaco Jenny Durkan, ma la città lavorerà con le organizzazioni e con i leader della “protesta organizzata di Capitol Hill” per convincerli a lasciare l’area. “Siamo ancora in grado di accogliere persone che vogliono protestare pacificamente”, ha detto Durkan “ma l’impatto su imprese e residenti ha superato il limite”.


Seattle, morto un ragazzo di 19 anni in una sparatoria

Doveva essere “l’estate dell’amore”, come l’ha definita non più tardi di qualche giorno fa il sindaco democratico Jenny Durkan: l’assenza delle forze dell’ordine ha condotto la zona autonoma nel caos e nella violenza. Tre persone nel fine settimane sono state ferite a seguito di una sparatoria e un diciannovenne è stato ucciso. “Gli agenti hanno tentato di localizzare la vittima ma sono stati accolti da una folla violenta che gli ha impedito l’accesso alle vittime”, sottolinea la dichiarazione ufficiale. Come riporta La Repubblica, la polizia ha riferito di essere stata successivamente informata che i medici della zona occupata avevano portato due persone al Harborview Medical Center. Qui, per le ferite riportate, è morto il ragazzo di 19 anni. La polizia ha detto che un altro uomo è ricoverato in gravi condizioni, con ferite potenzialmente letali. Secondo la polizia una “folla violenta” ha impedito agli agenti di raggiungere la zona occupata della città. Domenica, in una seconda sparatoria, secondo quanto riferisce Susan Gregg, una portavoce dell’Harborview Medical Center, è stata ferita una diciassettenne, portata con un veicolo privato per il trattamento nella tarda notte di domenica sera e poi dimessa.

Ma le violenze non finiscono qui. Secondo quanto riportato dalla Cnn, alla polizia sono arrivate anche segnalazioni di stupro, incendi dolosi e danni a proprietà private. “Non possiamo ignorare la verità di ciò che sta accadendo qui”, ha detto il capo della polizia. “Riguarda la vita o la morte”. Da qui la decisione del Municipio di riacquisire il controllo della situazione, prima che la situazione degeneri ulteriormente.


La fine della “zona occupata”

Il presidente dell’Ordine di polizia dello Stato di Washington Marco Monteblanco, ha affermato a Fox News che se i manifestanti si rifiuteranno di andarsene, “la città dovrà prendere una decisione molto difficile”. Ovvero: bisognerà ricorrere alla forza per ristabilire l’ordine. “Le persone devono rendersi conto che ciò riguarda solo la sicurezza pubblica”, ha affermato. “Possiamo discutere sulla riforma della polizia e il cambiamento, ma allo stesso tempo la sicurezza pubblica deve essere garantita in quella zona”.


Cosa fare quando vieni fermato dalla polizia americana
Mariano Guido Uberti

https://www.uberti.eu/destinazioni/usa/ ... lizia.html

Durante i miei viaggi on the road negli Stati Uniti mi è capitato due volte di essere fermato dalla polizia per un controllo, e sono state due esperienze molto diverse: la prima volta fui fermato da uno sceriffo di un piccolo paesino sperduto perché stavo andando troppo veloce, era un tranquillissimo signore di una certa età che ha capito subito che eravamo due turisti e ci ha subito lasciato andare con la raccomandazione di stare attenti alla guida e andare più piano, più interessato alla nostra incolumità che al rispetto formale dei limiti di velocità; la seconda volta invece fummo fermati perché avevamo imboccato la corsia sbagliata per attraversare un ponte sulla baia di San Francisco, il poliziotto era un agente giovane incazzato come una iena che ci urlò nelle orecchie (stile sergente dei marines nei film) che avevamo sbagliato e che era una cosa molto grave, e fu una esperienza poco piacevole.

Oltre a questi due episodi nel corso dei miei viaggi negli USA ho imparato che il rapporto con il personale in divisa è molto diverso rispetto all'Italia o all'Europa, sia con i poliziotti che con gli agenti della TSA (Transportation Security Administration, l'agenzia che controlla la sicurezza negli aeroporti) che con altri: chiunque abbia una divisa fa valere la propria autorità in modo molto diverso rispetto all'Europa (più autoritario rispetto al modo serio ma rilassato degli agenti italiani), e pretende rispetto. Purtroppo non tutti gli agenti americani capiscono che magari un turista non sa come comportarsi.

Vediamo quindi qualche consiglio utile per gestire al meglio il caso in cui si venga fermati dalla polizia per un controllo stradale.

polizia USAphotocredit: DirkVE

La prima cosa importante da realizzare è che negli Stati Uniti chiunque può avere un'arma da fuoco, e i poliziotti americani quando fermano qualcuno partono dal presupposto che può accadere di tutto, in particolare in alcuni stati come il Texas, dove le armi sono molto più diffuse che altrove e la gente ha il grilletto facile. Questa per noi italiani è una situazione quasi inconcepibile, ma una volta focalizzato bene questo punto si capisce intuitivamente che più ci si dimostra inoffensivi sorridenti e coccolosi, facendo capire che siamo turisti sperduti e innocui, più il poliziotto di turno si rilassa e tutto fila liscio più semplicemente.

Consiglio fondamentale:

quando vieni fermato dalla polizia
non fare MAI movimenti bruschi e improvvisi

La paura del poliziotto è che magari prendi un'arma.

Questo vale specialmente se devi prendere i documenti dal cassetto porta oggetti nel cruscotto o in altre parti nascoste della macchina: muoviti lentamente, o ancora meglio dichiara in anticipo cosa stai per fare guardando il poliziotto mentre lo dici.

I motivi più comuni per cui un turista viene fermato sono solitamente due: superamento dei limiti di velocità o infrazioni al codice della strada (spesso involontarie, dovute al fatto che il turista non sa bene cosa deve fare). Esattamente quello che è successo a me.

Il primo consiglio è ovvio: rispetta i limiti di velocità. In alcuni casi possono sembrarci troppo bassi, ma è meglio rilassarsi e godersi tranquillamente il viaggio. Inoltre i poliziotti americani sono molto sensibili al rispetto di questi limiti, e come nei film davvero si appostano nei luoghi più impensabili per poi sbucarti dietro a sirene spiegate intimandoti l'alt. Vai piano ed evita queste situazioni.

Per quanto riguarda l'altro punto è meglio studiarsi velocemente le regole di guida negli USA: alcune sono diverse dalle nostre.

Poi ci sono comunque situazioni dove devi improvvisare: quando sono stato fermato la seconda volta avevo scelto la corsia sbagliata su 15-20 disponibili (troppe) perché davvero non avevo idea di cosa significassero i cartelli sopra alle varie corsie in cui incanalarsi. In questi casi la soluzione migliore è dichiarare subito la propria colpa, scusarsi, e dire che il motivo dell'errore è dovuto al fatto di essere turisti che non sanno come comportarsi perché la situazione nel nostro paese d'origine è diversa e non siamo abituati, è colpa nostra, ci dispiace molto, staremo più attenti in futuro. Ovviamente in tutto questo devi capire cosa ti dice l'agente ed essere in grado di rispondere in inglese. Avere un inglese basic aiuta: fai vedere che sei uno straniero sperduto. Ma devi capire cosa dice l'agente. Un minimo di inglese lo devi capire per viaggiare negli USA, questo mi sembra ovvio.

Se vai troppo veloce o infrangi qualche regola improvvisamente vedrai nello specchietto retrovisore una macchina della polizia che ti segue direttamente con tutti i lampeggianti accesi, e solitamente senza sirena (comunque le luci sono così forti ed evidenti che è impossibile non notarle). Quello che devi fare è rallentare, mettere la freccia (così fai capire alla pattuglia che li hai visti e stai per fermarti), e accostare nel primo luogo dove poter fermare la macchina senza intralciare troppo il traffico (non fermarti direttamente sulla corsia di marcia in curva).

Una volta fermo

NON scendere dall'auto

Se scendi il poliziotto lo prende come un atto ostile. Non farlo. In seguito potrai scendere solo se te lo chiede l'agente che ti ha fermato.

Quando ti sei fermato devi:

Spegnere il motore.
Abbassare lentamente il finestrino lato guidatore. *
Se l'auto ha finestrini scuri abbassa anche quelli.
Eventualmente spegnere la radio.
Rimanere con le mani sul volante.
Bene in vista nella parte superiore.
Rimanere calmo.
Sei un turista, non un criminale.

Un'altra cosa importante è

non cominciare a parlare
parla per primo il poliziotto

A questo punto devi seguire quello che ti chiede lui. Nel rispondere alle sue domande prima gli fai capire che sei un innocuo turista che ha sbagliato per inesperienza meglio è.

Se ti chiede "sai perché ti ho fatto accostare?" tutti consigliano di rispondere "no".

Poi come comportarti devi deciderlo tu.

Comunque educazione, calma e ragionevolezza aiutano sempre. A meno che non hai fatto grandi casini un poliziotto americano non dovrebbe aver motivi di prendersela troppo con un turista europeo.

Altri consigli che possono tornare utili nel caso si venga fermati dalla polizia negli USA:

Non tenere mai bottiglie di alcolici (anche lattine di birra) dentro l'abitacolo: se per qualche motivo hai comprato vino o birra portalo sempre dentro il bagagliaio posteriore. I poliziotti americani sono (giustamente) molto severi sul controllo della guida in stato di ebrezza e se vedono bottiglie di vino o lattine di birra dentro l'abitacolo diventano molto nervosi e inquisitori, anche se nulla è stato consumato.
Inoltre in caso di incidente una bottiglia di vino nell'abitacolo potrebbe rompersi, e oltre ai danni che le schegge di vetro possono causare ai passeggeri gli agenti che eventualmente controlleranno la macchina dopo l'incidente possono pensare che stavate bevendo, cosa che vi addossa la colpa.
Non dare mai passaggi ad autostoppisti: non sai mai chi potrebbero essere, e averli a bordo complica molto la situazione in caso di controlli. Questo consiglio vale particolarmente nelle zone vicino al confine col Messico: il pericolo in questo caso potrebbe essere il dare un passaggio ad un clandestino messicano, cosa che porterebbe a guai seri (favoreggiamento di immigrazione clandestina), da evitare assolutamente. E nelle zone vicino al confine invece delle normali auto di pattuglia si trovano posti di blocco militarizzati con agenti armati fino ai denti, ancora più aggressivi dei normali poliziotti che puoi trovare in California.
Dovrebbe essere ovvio, ma evitare assolutamente di fumare marijuana o consumare droghe in macchina: i poliziotti americani sono particolarmente attenti a controllare eventuale odore di marijuana nell'abitacolo, e in caso di sospetti cominciano guai seri.


L'hanno soltanto spinto e non a malo modo, si vede chiaramente che non c'è stata alcuna brutalità solo una spinta laterale per allontanare questo manifestante provocatore che se lè cercata ed è inciampato arretrando e sbattendo la testa per terra. Certo anziché spingerlo potevano prenderlo in due e spostarlo di peso, però una spintarella è più economica e veloce. Nelle manifestazioni di piazza violente se si va contro la polizia si rischia anche una spintarella o di prendere qualche manganellata. I poliziotti non sono dame di compagnia, prostitute accoglienti o infermieri pazienti.




Rilasciati i due agenti Usa che hanno spinto a terra manifestante 75enne, i colleghi li applaudono
8 giugno 2020

https://www.fanpage.it/esteri/rilasciat ... pplaudono/

Sono stati rilasciati senza alcuna cauzione Robert McCabe e Aaron Torgalski, i due agenti di polizia incriminati per aver violentemente spinto a terra un manifestante di 75 anni a Buffalo, negli Stati Uniti, durante le manifestazioni di protesta per la morte di George Floyd, l’afroamericano morto durante un violento fermo di polizia in strada. I due poliziotti, incastrati da un video diventato poi virale online, sono stati arrestati sabato mattina con l’accusa di aggressione di secondo grado ma si sono dichiarati non colpevoli e sono stati rilasciati poco dopo durante l’udienza preliminare, senza alcuna cauzione. Il 32enne McCabe, e il 39enne Torgalski restano per ora incriminati e dovranno presentarsi in aula davanti al giudice nella prossima udienza fissata per il 20 luglio.

Al momento del rilascio, numerosi colleghi dei due agenti, fuori servizio, si sono riuniti davanti al tribunale mettendo in atto un sit in di sostegno per i due poliziotti accusati e applaudendo alla loro liberazione. I due del resto hanno trovato il sostegno pressoché unanime di tutto il dipartimento di polizia e, già dopo la loro sospensione, tutti i colleghi dell’Emergency response team del dipartimento di polizia di Buffalo si sono dimessi in solidarietà nei loro confronti.

Se saranno dichiarati colpevoli di aggressione criminale, Robert McCabe e Aaron Torgalski rischiano fino a sette anni di carcere e soprattutto di perdere il lavoro a cui restano sospesi e senza paga. A questo sembra puntare il procuratore distrettuale che in conferenza stampa ha riferito che i due agenti "hanno attraversato una linea di confine" quando hanno spinto il manifestante così forte da fargli sbattere la testa a terra. Secondo il procuratore la vittima è "un innocuo" Uomo di 75 anni, ora ricoverato in gravi condizioni in ospedale a seguito della spinta. Lo stesso Procuratore ha spiegato che il suo ufficio sta perseguendo i manifestanti "che si sono trasformati in agitatori" ma non era questo il caso.


Questa è la polizia italiana che reagisce ai manifestanti provocatori, mi pare che non ci sia confronto con il comportamento dei poliziotti USA
https://www.facebook.com/OurEyeOnIslam/ ... 022057261/

Sono d'accordo al 100% con Trump.
Trump: "Tagliare fondi a polizia significherebbe più criminalità e meno giustizia"
12 giugno 2020
https://www.ilmessaggero.it/video/invis ... 83721.html
Le parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante la tavola rotonda 'Transition to greatness". / The White House Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev(Agenzia Vista) USA,


E se questi cittadini armati avessero sparato per difendere la loro proprietà e se stessi, raebbe stato nel loro diritto, e sarebbe sarebbe stato nel loro diritto ferire e uccidere i loro aggressori?

Due democratici, tra cui un avvocato che difende le vittime di abusi della polizia, mentre difendono la loro proprietà alla Clint Eastwood.
https://twitter.com/i/status/1277398234055483393


Cosa nascondono sui coniugi armati: le foto che non vi fanno vedere
Francesca Bernasconi - Mer, 01/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ve ... 1593583453

Il video della coppia di avvocati armati contro i manifestanti ha fatto il giro del mondo. Ma un nuovo video mostra che il corteo ha oltrepassato il cancello per entrare nella proprietà privata. Alcune foto, poi, mostrano il cancello danneggiato

Una coppia armata, che punta fucile e pistola contro una folla di manifestanti a St. Louis. Le immagini di Mike e Patricia McCloskey, che gridano contro un corteo, imbracciando le armi, hanno fatto il giro del mondo.

Ieri, un gruppo di manifestanti si è diretto verso la casa del sindaco di St. Louis, in Missouri, per chiederne le dimissioni, dopo la diffusione dei dati di alcuni cittadini che avevano chiesto il taglio dei fondi alla polizia. Il corteo, però, per raggiungere la casa del primo cittadino, si era diretto verso la proprietà della coppia di avvocati, residente a in Portland Place, nel quartiere lussuoso di Central West End. Tutta la scena è stata immortalata in un video, in cui si vedono marito e moglie che, scalzi e imbracciando un fucile e una pistola, gridano ai manifestanti di andarsene: "Questa è proprietà privata, andate via", hanno intimato alle persone che passavano davanti a casa loro, ribattendo di essere su un una strada e non nella proprietà della coppia. Dal video, sembrava che il corteo si trovasse su una strada, di fronte alla casa della coppia.

Ma ora, è spuntato un altro video, che circola su Twitter, in cui si vede chiaramente il momento in cui i manifestanti attraversano un cancello. Poco dopo, le immagini mostrano i coniugi McCloskey che, poco fuori dalla loro casa, intimano al corteo di allontanarsi.

Confrontando le immagini del video con quelle presenti su Google Maps, si nota che il cancello che oltrepassano i manifestanti è uguale a quello della propietà privata dei McCloskey in Portland Place.

I manifestanti, quindi, per dirigersi alla casa del sindaco, sarebbero passati attraverso una proprietà privata, scatenando la reazione spaventata dei due avvocati che, impauriti dal corteo, hanno imbracciato le armi. "Sembrava la presa della Bastiglia - ha commentato Mark McCloskey nel corso di un'intervista a Kmov -Pensavo che saremmo morti e che avrebbero bruciato la nostra casa e ucciso il nostro cane. Eravamo soli di fronte a una folla arrabbiata".

Non solo. Sui social circolano anche le foto del cancello danneggiato. "Questi signori hanno avuto il cancello di casa distrutto da una folla violenta che è entrata nella loro proprietà privata", scrive un utente su Facebook, mostrando le immagini.


St. Louis couple draws firearms on protesters outside their home
By Elizabeth Rosner
June 29, 2020
https://nypost.com/2020/06/29/st-louis- ... heir-home/


Atlanta, sparatoria nell'area occupata: muore bimba di 8 anni
06/07/2020

https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... pWwCI.html

Una bambina di 8 anni è rimasta uccisa ad Atlanta, in una sparatoria avvenuta in un parcheggio, dove uomini armati hanno aperto il fuoco contro l'auto sulla quale si trovavano la piccola e sua madre. Alla guida dell'auto si trovava una terza persona, un uomo. La bambina, ferita nella sparatoria, è morta in ospedale poco dopo, secondo quanto riferito dalla polizia e dai media locali. L'incidente è avvenuto nei pressi del fast food dove a metà giugno, nel corso di un'operazione di polizia, è rimasto ucciso l'afroamericano Rayshard Brooks. Da allora, la zona è rimasta occupata da manifestanti antirazzisti.

"Avete ucciso una bambina", ha detto il sindaco della città, Keisha Lance Bottoms, apparentemente riferendosi ai manifestanti. La Bottoms ha riferito che ad aprire il fuoco sono stati "almeno due aggressori" e ha chiesto che le persone armate sgomberino l'area.




New York: esponenti neri chiedono il ripristino dell’anticrimine
15 luglio 2020

https://www.armietiro.it/new-york-espon ... mine-12865

Cominciano a cogliersi, per le strade di New York, i frutti della campagna “defund the police” fortemente voluta dal movimento Black lives matters e sostenuta tra gli altri proprio dal sindaco della città, Bill De Blasio, il quale si è fatto promotore insieme ad altre autorità di una riduzione sostanziale del budget per le forze dell’ordine. La riduzione è stata quasi del 20 per cento (un miliardo di dollari su sei di stanziamento) e, tra i provvedimenti immediati, ha comportato la cancellazione di una nuova classe di neo-assunti tra gli agenti di polizia e anche la sostanziale cancellazione della squadra anticrimine, composta da agenti in borghese sotto copertura che avevano in particolare il compito di contrastare la presenza di armi illegali sul territorio.
Il risultato, forse neanche così imprevedibilmente, è stato un aumento delle sparatorie (commesse con armi illegali), con un aumento su base settimanale del 277 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 e un aumento delle vittime del 253 per cento. Morti, è forse persino inutile ricordarlo, che ben poco riguardano i cittadini che vivono nei quartieri alti, bensì principalmente le zone più proletarie della città, nelle quali maggiore è l’incidenza di afroamericani. L’ultima vittima è stata un bambino di un anno, ucciso in un fuoco incrociato mentre era con la famiglia a un barbecue all’aperto. È anche per questo che alcuni esponenti della comunità afroamericana della città, tra i quali il presidente del distretto di Brooklyn (ed ex poliziotto), Eric Adams (in foto), hanno rivolto un esplicito invito alla polizia di New York a ripristinare con urgenza l’unità anticrimine. “Penso che l’eliminazione totale delle squadre anticrimine sia qualcosa che dobbiamo rivalutare”, ha affermato Adams, “in questo momento i cattivi dicono che nel momento in cui non vedi il bianco e blu di un’uniforme puoi fare quello che vuoi”. Gli ha fatto eco l’attivista della comunità Tony Herbert, il quale ha aggiunto: “le pistole continuano a sparare, ora abbiamo un bambino di 1 anno morto e il sangue è sulle mani del sindaco e del legislatore dello Stato”.

Il sindaco si è per il momento limitato a commentare, in merito alle sparatorie, che “questo non può essere consentito nella nostra città, è straziante. È straziante che ci siano così tante pistole in giro e questa è la tragedia di New York”.

Va ricordato che, tra i vari Stati e città americani, la città di New York è probabilmente insieme a Chicago una di quelle nelle quali vigono normative più restrittive sul possesso legale di armi e, in particolare, per quanto riguarda la possibilità di portare legalmente addosso un’arma. A quanto pare sembra che i divieti legali non rappresentino particolarmente un problema per le gang operanti in città, mentre sembra altrettanto evidente, invece, che la presenza della polizia fornisse un efficace deterrente nei confronti delle sparatorie e di altri atti criminosi che in città sembra stiano proliferando.

I media di New York sottolineano anche come le proteste del movimento Black lives matters, che i media mainstream insistono nel definire “per lo più pacifiche”, hanno in realtà avuto una elevata percentuale di negozi saccheggiati e aziende danneggiate, con la conseguenza di consigliare il trasferimento in altre città di molti commercianti e piccole e medie imprese. “Un buon sindaco coraggioso si sarebbe opposto alle proteste anti-polizia e avrebbe ricordato loro che il Nypd ha salvato migliaia di vite nere portando le pistole illegali fuori dalle strade. È stata la polizia, non i manifestanti e i rivoltosi, a rendere New York la città più sicura in America”, ha commentato qualche giorno fa il New York post.



L'Associazione Nazionale della Polizia (NAPO) degli USA ha annunciato che sosterrà il presidente Donald J. Trump alle prossime elezioni.
https://www.facebook.com/hashtag/defund ... pa=HASHTAG

La National Association of Police Organizations (NAPO) ha annunciato la sua decisione di sostenere il presidente Trump alle prossime elezioni presidenziali, mercoledì, dopo che due terzi dei loro membri hanno espresso il loro sostegno in una riunione in videoconferenza, ha spiegato il presidente Mick McHale su Fox News.

"E, il presidente Trump ha guadagnato questo sostegno con un margine maggiore dei due terzi (richiesti dallo statuto) di quelli che hanno partecipato alla riunione oggi. Quindi, è con grande orgoglio che annuncio a nome della nostra Associazione Nazionale delle Organizzazioni di Polizia, il nostro sostegno al Presidente Donald J. Trump."

NAPO rappresenta più di 1.000 associazioni di polizia e 241.000 agenti. la NAPO Non ha appoggiato un candidato alle elezioni del 2016, ma ha appoggiato l'ex presidente Barack Obama e l' allora vicepresidente Joe Biden nelle elezioni del 2008 e del 2012.

L'ex commissario del NYPD Bernie Kerik, che era anche un ospite dello spettacolo, ha affermato che l'approvazione del presidente da parte dell'organizzazione è "enorme", ma rappresenta "solo l'inizio".

"Bisogna essere consapevoli che ci sono da 800.000 a 900.000 agenti di polizia locali, statali e federali, agenti delle forze dell'ordine in questo paese. E, se guardano le notizie, se stanno osservando ciò che accade quotidianamente in tutto il paese - che si tratti di Atlanta , New York, Baltimora , Portland , Seattle - i democratici sono completamente anti-polizia e contro la legge", ha osservato.

"Se è così, c'è solo un voto di cui si ha bisogno. E, questo voto è per questo presidente che è costantemente stato un presidente super pro-legge e dell'ordine", ha detto Kerik.

National Association of Police Organizations endorses Trump: 'We anticipate' another four years
https://www.foxnews.com/media/national- ... acks-trump
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:55 pm

Bernell Trammell, 60 anni di Milwaukee, è stato bersaglio di colpi d'arma da fuoco e ucciso davanti al suo negozio da dove esponeva un cartello a sostegno della rielezione di Trump.
Bernell era conosciuto nella comunità come un uomo pacifico, senza paura di far sentire la sua voce e di esporsi per i suoi ideali.
I media non si sono accorti della sua vita come non si sono accorti della sua morte perché inutile alla loro narrativa e persino un ostacolo all’agenda.
Anche la vita di Bernell Trammel conta.

https://www.facebook.com/ema.bolo.10/po ... 4568959753

Assassinato un afroamericano che sosteneva apertamente Trump, dai media il silenzio. Nel caso analogo di un sostenitore di Biden sarebbe stata una notizia da prima pagina, con un corollario di Ha stato Tramp!! Trump semina iodio!! I suprematistih bianchii armati da Tramp!! .... cialtroni infami.

https://www.youtube.com/embed/egihoS1Jr ... ransparent

Black Trump supporter Bernell Trammell shot dead in Milwaukee, Where is BLM? Where are all the BLM supporters?
Dave Hardin | July 26, 2020
https://valorguardians.com/blog/?p=102774



Nergri afroamericani, razzisti e assassini Antifa-BLM che aggrediscono un uomo bianco con il suo cane.
https://www.facebook.com/35267947869066 ... 305557053/
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:56 pm

Il presidente Donald J. Trump ha negato al governatore del Minnesota una richiesta di fondi federali per 500 milioni di dollari chiesti per riparare i danni dei disordini avvenuti a Minneapolis a causa delle manifestazioni anti-razziste per la morte di George Floyd.

I democratici a livello locale (sindaco) e statale (governatore) potevano far intervenire la polizia e la guardia nazionale subito per evitare la distruzione e i saccheggi, ma non lo hanno fatto e la colpa è loro e non devono essere i contribuenti americani a pagare per le loro scelte scellerate.

Tim Walz, il governatore democratico, aveva chiesto a Trump di dichiarare il Minnesota una zona di "grande catastrofe" in una richiesta all'Agenzia Federale di Gestione delle Emergenze (FEMA) del 2 luglio dopo che oltre 1.500 edifici erano stati danneggiati da saccheggi e rivolte a seguito della morte di Floyd, per un totale di oltre $ 500 milioni di danni.

Il rappresentante Jeff Duncan della Carolina del Sud, ha elogiato la decisione dell'amministrazione Trump di respingere la richiesta del Minnesota, dando la colpa ai funzionari locali che avevano ordinato alla polizia di non intervenire durante i disordini.

"I governatori e i sindaci che hanno ordinato alla polizia di non intervenire e guardare le loro città bruciare non dovrebbero ottenere un centesimo in aiuti dei contribuenti!"


Trump denies Minnesota governor's request for $500M to repair damage from riots
Andrew Mark Miller
July 11, 2020
https://www.washingtonexaminer.com/news ... ssion=true



Trump e Ivanka reclamizzano fagioli, è polemica
16 luglio 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8167742

È polemica in Usa dopo che Donald Trump e la figlia-consigliera Ivanka hanno postato sui social foto in cui reclamizzano i fagioli ed altri prodotti della Goya, una grande azienda alimentare molto popolare nella comunità ispanica diventata oggetto di una campagna di boicottaggio dopo che il suo a.d. Robert Unanue ha elogiato pubblicamente alla Casa Bianca il presidente e rifiutato di scusarsi.

Il tycoon ha pubblicato una immagine in cui è seduto alla sua scrivania nello studio Ovale con allineate varie confezioni di prodotti Goya e i suoi pollici alzati in segno di approvazione. Ivanka ha diffuso invece una foto dove tiene in mano un barattolo di fagioli, con lo slogan (della stessa azienda) in inglese e in spagnolo «Se è Goya deve essere buono», ed è stata accusata di aver infranto le regole etiche che vietano ai dipendenti federali di fare pubblicità commerciale. Padre e figlia sono finiti anche nel mirino del famoso programma comico Saturday Night Live: «Purtroppo, dopo che Ivanka ha twittato in spagnolo, Trump l’ha espulsa immediatamente», è una delle battute del conduttore Jimmy Fallon.


Alberto Pento
Hanno fatto benissimo a pubblicizzare l'azienda che i democratici e i demenziali e razzisti sinistri avevano e stavano boicottando perché i proprietari di questa azienda di fagioli si erano giustamente rifiutati di inginocchiarsi per il delinquente abituale morto accidentalmente durante un fermo di polizia a cui stava resistendo e si erano invece schierati con Trump.
Grazie Trump, tu sei un uomo!





Nuova bufera sul New York Times, lascia una delle responsabili della pagina dei commenti: "Twitter è diventato il direttore del giornale"
Bari Weiss contesta l'assetto social del quotidiano newyorchese in polemica con le scelte editoriali e dà le dimissioni
di ANNA LOMBARDI
15 luglio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 261978123/

«A dirigere il giornale ci pensa ormai Twitter: per me non c’è più spazio». Se ne va sbattendo la porta, Bari Weiss, 36 anni, fino a ieri staff editor della sezione opinioni del New York Times. Descrivendo in una lettera indirizzata all’editore Arthur Gregg Sulzberger - praticamente un suo coetaneo visto che ha 39 anni ed è alla guida del giornale di famiglia solo dal 2017 – le ragioni che la spingono a lasciare un giornale a suo giudizio interamente sottomesso alla cosidetta “cancel culture” la “cultura della cancellazione” per cui è meglio tener fuori tutto ciò che è scomodo: o può urtare la sensibilità di qualcuno.

Nella lettera, dunque, dice di aver scelto di mollare, perché le è ormai impossibile portare avanti il compito assegnato: «Mi sono unita al giornale con gratitudine e ottimismo 3 anni fa. Assunta affinché contribuissi a portare voci inusuali sul Nyt. Scrittori giovani, ma anche opinionisti conservatori e centristi che non considerano il Times come la loro “casa” ideale. La ragione dello sforzo è chiara: intervenire lì dove il giornale ha fallito, quando si è trattato di comprendere il significato e il risultato delle elezioni 2016».

Ascoltare chi la pensa in un altro modo, per avere accesso a un panorama ideologico e politico il più completo possibile, dunque. Ma quel compito è risultato impossibile, come d’altronde dimostra il licenziamento, un mese fa, del responsabile proprio della pagina delle opinioni, James Bennet. “Colpevole” di aver pubblicato un editoriale scritto dal senatore di estrema destra dell’Arkansas, Tom Cotton e intitolato “Send in the troops”, mandate l’esercito, nei giorni caldi delle proteste seguite all’assassinio da parte di un poliziotto dell’afroamericano George Floyd. Un articolo considerato da molti paranoico e fascista: e che infatti ha scatenato molte polemiche dopo essere apparso nella versione online del giornale.

Cotton sollecitava un intervento dell’esercito per «disperdere, arrestare e, in ultima analisi, scoraggiare coloro che violano la legge». Una posizione decisamente diversa dalla linea editoriale del Times. Pure, secondo Weiss, che ne ha difeso per giorni la pubblicazione via Twitter, serviva a offrire un punto di vista diverso. Aiutava insomma a comprendere cosa si pensa “dall’altra parte”. Oltre che onorare la libertà d’opinione.

«Dalle elezioni 2016 avremmo dovuto imparare l’importanza di comprendere gli altri americani, la necessità di resistere al tribalismo e la centralità del libero scambio di idee in una società democratica». Ma le cose non sono andate così. «Un nuovo tipo di consenso sta emergendo nel giornale. Una linea di pensiero per cui la verità non è un processo di scoperta collettivo, ma un’ortodossia di illuminati col compito di informare gli altri». La colpa è della dittatura di Twitter dove chiunque ha un’opinione diversa, provocatoria, eccessiva, propria, e finisce triturato dagli attacchi. «Il nome di quel social non è nella gerenza del New York Times. Ma Twitter è ormai diventato il direttore del giornale. Le storie vengono scelte e scritte in modo che quell’audience sia soddisfatta e non si scateni, piuttosto che permettere a un pubblico curioso di leggere cosa succede davvero nel mondo per poi trarre le proprie conclusioni». Non c’è più posto per la curiosità intellettuale, conclude Weiss. E per questo se ne va sbattendo la porta.




Trump minaccia invio agenti federali a Chicago e Ny
21 luglio 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 7d3ee.html

Donald Trump minaccia di dispiegare gli agenti federali a Chicago e in altre metropoli guidate dai democratici dove, a suo dire, la criminalità dilaga per colpa delle autorità cittadine. "Li invierò con o senza la cooperazione dei leader cittadini", ha detto lo stesso presidente Usa, lasciando intendere che dopo Chicago potrebbe essere il turno di New York. "Sono città in mano alla sinistra radicale - ha detto il tycoon -. Lì stanno succedendo cose mai viste, e se Biden vincerà per l'intero Paese sarà l'inferno".

Il presidente Donald J. Trump ha firmato un memorandum, il cui scopo è di escludere gli immigrati clandestini dal conteggio nel prossimo round di ridistribuzione dei seggi del Congresso (per determinare il numero di seggi al Congresso di ogni Stato).
L'Osservatore Repubblicano
21 luglio 2020

https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... __tn__=K-R

La ridistribuzione si verifica per i seggi del legislatore statale e a livello federale per i distretti della Camera degli Stati Uniti, noto come ripartizione del Congresso. Il promemoria influirebbe su quest'ultimo.

"Di conseguenza, ho determinato che il rispetto della legge e la protezione dell'integrità del processo democratico giustificano l'esclusione degli stranieri illegali dalla base di ripartizione.."

Un alto funzionario dell'amministrazione Trump ha detto a Reuters che la nota "è un altro passo decisivo verso l'adempimento del suo solenne impegno a garantire che solo i cittadini americani abbiano una rappresentanza congressuale, non gli immigrati clandestini".
Il presidente ha firmato la nota martedì alle 13:10 EDT nello Studio Ovale.

La ripartizione congressuale avviene come stabilito dalla Costituzione: "i rappresentanti saranno suddivisi tra i vari Stati in base ai rispettivi numeri, contando l'intero numero di persone in ciascuno Stato".

Nel 2016, la Corte Suprema aveva deciso all'unanimità che la quattordicesima modifica della Costituzione richiede la ripartizione dei distretti legislativi in base alla popolazione totale piuttosto che per quella ammessa al voto.

"Tutto ciò rende la posizione di Trump scandalosa", ha dichiarato il professore di giurisprudenza dell'Università di Georgetown Joshua Geltzer, aggiungendo che ritiene che la mossa sarà quasi certamente affrontata in tribunale

Nella nota, il presidente affronta la questione della costituzionalità, affermando che la Costituzione non "definisce in modo specifico quali persone debbano essere incluse nella base di ripartizione".

"Sebbene la Costituzione richieda che le" persone in ciascuno Stato, esclusi gli indiani non tassati ", siano elencate nel censimento, tale requisito non è mai stato compreso per includere nella base di ripartizione ogni individuo fisicamente presente all'interno dei confini di uno Stato al momento del censimento", recita il memo.

"Invece, il termine" persone in ciascuno Stato "è stato interpretato nel senso che dovrebbero essere inclusi solo gli" abitanti "di ciascuno Stato. Determinare quali persone debbano essere considerate" abitanti "ai fini della ripartizione richiede l'esercizio di un giudizio, di una decisione. Ad esempio, gli stranieri che si trovano temporaneamente negli Stati Uniti, ad esempio per affari o turismo, e alcuni membri del personale diplomatico straniero sono "persone" che sono state escluse dalla base di ripartizione nei censimenti precedenti ", continua il documento.
Il memorandum sostiene inoltre che la Costituzione non esclude individui non fisicamente all'interno degli Stati Uniti, citando ad esempio il personale federale estero.
"La discrezionalità delegata al ramo esecutivo per determinare chi si qualifica come 'abitante' include l'autorità di escludere dalla base di ripartizione gli stranieri che non si trovano in uno stato di immigrazione lecito", si legge nella nota.


ORDINE E DISORDINE
Niram Ferretti
24 luglio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Trump Pinochet a Portland avrebbe già iniziato a creare i primi desaparecidos. Se si legge la stampa di sinistra, sostanzialmente il 90% della stampa americana, e si ascoltano i principali network, apprendiamo che i reparti speciali inviati a Portland per sedare la marmaglia che da decine di giorni assedia la proprietà federale, agirebbero sostanzialmente come le milizie del generalissimo Augusto. Agguantano cittadini inermi in strada e li caricano su camionette dirette verso destinazioni ignote.

Su "The Atlantic", uno dei giornali preferiti da Barack Obama, Annie Applebaum ci da il benvenuto "Nel mondo dell'autoritarismo performativo, una forma di politica che ha raggiunto nuove vette di raffinatezza in Russia negli ultimi dieci anni ed è ora arrivata negli Stati Uniti. A differenza dell'autoritarismo del 20° secolo, questa campagna di influenza postmoderna del 21° secolo non richiede la creazione di uno stato di polizia totale. Né richiede il controllo completo delle informazioni o arresti di massa. Può essere effettuato, invece, con alcuni media e alcuni arresti attentamente mirati...Gli studenti della dittatura moderna troveranno queste tattiche stancamente familiari. Il presidente russo Vladimir Putin, che Trump ammira, ha impiegato l'autoritarismo performativo, insieme ad altri strumenti, per rimanere al potere da molti anni. Nel 2014, durante una crisi politica in Ucraina, ha creato un'elaborata narrativa mediatica che equiparava i manifestanti della democrazia ucraina ai fascisti degli anni '40. La televisione di stato russa ha mostrato più volte scene di violenza, scene che lo stesso Putin aveva contribuito a creare, incoraggiando prima l'ex presidente ucraino a sparare contro i manifestanti e poi invadendo il paese. Mandò truppe in uniformi non contrassegnate - i famigerati "piccoli uomini verdi" - in Crimea e infine nell'Ucraina orientale per "dominare" la situazione, per usare la stessa parola di Trump per le sue tattiche a Portland. O almeno era così che doveva apparire in TV".

Respirare. Calma. Dolcemente (Non vi dico chi aveva scritte queste parole su un biglietto che teneva con sè durante il Processo di Norimberga. Ho già citato Carl Schmitt stamattina, e potrebbe essere troppo...)

Insomma l'articolista di "The Atlantic" preferisce il paragone con Putin invece che quello con Pinochet. Quello che sta accadendo a Portland andrebbe paragonato alle tattiche impiegate da Putin in Ucraina. Inviare i reparti speciali laddove la polizia non riesce a tenere a bada la situazione e il sindaco della città, feudo, ovviamente liberal, manifesta con i facinorosi invece che con i pacifici, difendere proprietà dello Stato dalla marmaglia che lancia molotov e bricia le bandiere americane (la stessa che altrove rovescia statue), dimostrerebbe in modo plastico la propensione autoritaria, illiberale del presidente. Essere liberali infatti, in USA, significa inginocchiarsi tutti davanti a un pregiudicato di colore ucciso da un poliziotto, come se fosse un santo, significa chiedere che alla polizia vengano levati i fondi, significa accettare che vengano rimosse le Statue di personaggi che nel bene e ne male hanno fatto la storia del paese.

Cercare di sedare la violenza, di riportare l'ordine laddove sta imperando l'anarchia, come a Seattle o a Portland è, ovviamente, il segno del fascismo che avanza.

Anche oltreoceano, un altro sancta sanctorum della sinistra, "L'Economist" scrive che a Portland, Trump impiega tecniche divisive (non unitive come quelle del suo predecessore).

Trump è "divisivo". Sì, lo abbiamo già sentito. Fa parte del corredo di aggettivi denigratori che lo avvolgono come una densa nube nera.

Non sono divisivi i delinquenti che si adunano a Portland e altrove creando il caos. Un caos assai ben orchestrato. Divisivo è Trump costretto a mandare reparti speciali là dove la polizia locale non riesce ad arginare niente. La polizia americana, che in questo ultimi mesi è stata accusata di essere peggio della Stasi o del Mukhabarat.

"Il mio primo impegno come presidente è quello di proteggere il popolo americano", ha dichiarato Trump. Questo semplice, fondamentale compito significa mettere fine alla violenza appoggiata ideologicamente dai liberal per i quali, se si deve trattare di scegliere tra Donald Trump e i facinorosi di Portland, non esitano neanche un attimo a scegliere i secondi.





Jaime Andrea Jaime
Mentono sapendo di mentire: Il Governo Federale USA e' proprietario in tutti gli USA di immobili (tribunali, uffici postali, carceri, immobili vari, strade, ponti, terre, terreni, stazioni ferroviarie, aereoporti, porti, montagne, laghi, fiumi, coste, mari, spazi aerei, sopra, sotto.....) molti usati dal governo altri affittati a privati.
Il Trump International Hotel (the Old Post Office) a Washington e' affittato dalla General Service Administration dal 2013 con un contratto di 60 anni per 250.000 dollari al mese ad esempio.
Sono tutti di proprieta' del Governo e sotto la sua giurisdizione.
Anche la difesa e la sicurezza degli stessi lo sono sotto l'art 18 del US code legge dello stato. In USA in ogni stato e citta' ci sono uffici ed investigatori Federali: FBI, DEA, HHS (l'Ente piu' numeroso), CBP.
Sono incaricati di investigare tutti crimini Federali sui quali hanno Costituzionalmente la giurisdizione.
Collaborano anche, e spesso, con le autorita' di Polizia locali.
Oggi DJT ha annunciato che verranno aumentati a Chicago di 200 unita' e ad Albuquerque di 35.
Due delle citta' USA con piu' omicidi, sparatorie e crimini.

No non sono muniti di autoblindohhhh e di mitrahhhgliatricihh> Sono normali agenti investigativi.
Quindi il Presidente, in quanto capo del governo, DEVE assicurarne la manutenzione difesa e protezione.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:57 pm

Ecco cosa generano i social internazi comunisti atei e cristiani in Europa, filo islamici, pro invasione, antisemiti/antisionisti



L'ultima follia dei dem: ora corsi antirazzismo riservati solo ai bianchi
Roberto Vivaldelli - Dom, 12/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/se ... 1594559463

Iniziativa del comune guidato dalla sindaca dem/femminista Jenny Durkan: corsi di formazione antirazzista per i cittadini bianchi residenti. Le "presunte qualità dei bianchi" sono ora considerate "offensive" per le minoranze

Non bastava la gestione buonista e semplicemente disastrosa della zona occupata ("Chop") lasciata per tre settimane nelle mani di Black Lives Matter, Antifa e di altre organizzazioni dell'estrema sinistra.

Ora il sindaco di Seattle, la dem Jenny Durkan, s'è inventata l'ennesima iniziativa semplicemente folle: i corsi antirazzisti riservati ai cittadini bianchi. Come riporta La Verità, che cita un servizio di Fox News, la sindaca liberal-femminista di Seattle ha avviato questi corsi per direttori di scuole, ufficiali della polizia, persone che lavorano nell'ambito della cultura "per interrompere la superiorità razziale interiorizzata" dei bianchi. I cittadini convocati dalla Durkan sono stati informati che le "cosiddette qualità dei bianchi" sono considerate ora "offensive e inaccettabili" per le altre minoranze che vivono a Seattle. Tra queste presunte "qualità dei bianchi", ci sarebbero "perfezionismo, intellettualismo, arroganza, paternalismo, ricerca del benessere, obiettività e individualismo".

L'iniziativa della sindaca lascia letteralmente basiti e fa capire chi, negli Stati Uniti, sta pericolosamente soffiando sul fuoco della guerra razziale: i democratici e il loro ipocrita moralismo progressista, che ora arriva addirittura a minacciare il concetto stesso di cittadinanza, organizzando dei corsi per dei cittadini con un determinato e specifico colore della pelle. È il razzismo degli antirazzisti, che per intolleranza nulla ha da invidiare qualcosa ai suprematisti bianchi o ai neonazisti. Paragone esagerato? No, affatto. Basta leggere il proseguo di questo autentico delirio targato liberal. Ciò che il Comune di Seattle chiede ai bianchi in questi corsi, infatti, è di "disfarsi della loro bianchezza". Nel documento consegnato dal Comune ai cittadini si dice poi che "i bianchi debbono rinunciare alla terra e alla garanzia della loro sicurezza fisica". Anche perché, secondo il documento, "i bianchi mantengono il Sistema" pensando solo a loro "nuocendo alle persone di colore". I bianchi, infatti, vorrebbero "giustificare la loro superiorità per mascherare le loro paure, la vergogna o il senso di colpa".

È la (pericolosa) deriva della politica dell'identità che la sinistra ha sposato negli ultimi decenni. Come ha spiegato il celebre politologo statunitense Francis Fukuyama nel suo ultimo saggio Identità. La ricerca della dignità e i nuovi populismi (Utet), "il problema con la sinistra odierna sta nelle particolari forme di identità che questa ha deciso sempre di più di esaltare. Anziché costruire solidarietà attorno a vaste collettività come la classe operaia o gli economicamente sfruttati, si è concentrata su gruppi sempre più ristretti che si trovano emarginati secondo specifiche modalità". Una deriva ideologica che ha portato, a seguito delle manifestazioni antirazziste, alla creazione, proprio a Seattle, di una zona occupata che ha portato a dei risultati tragici.

Su InsideOver abbiamo raccontato il tragico fallimento della “zona occupata” di Seattle. Abitazioni danneggiate, sporcizia e immondizia ovunque, graffiti: così si è presentato il quartiere di Capitol Hill a Seattle – sei isolati nel centro cittadino – liberato nelle scorse settimane dalle forze di polizia dopo tre settimane di occupazione da parte dei manifestanti antirazzisti (Black Lives Matter, Antifa e altre organizzazioni della sinistra radicale americane). Su ordine della sindaca dem Jenny Durkan, infatti, nei giorni scorsi la polizia ha ripreso il controllo di Capitol Hill e della zona occupata (Chop): circa una dozzina di manifestanti sono stati arrestati dopo diversi avvertimenti delle forze dell’ordine di liberare area. Tra sabato 20 giugno e domenica 21 giugno tre persone erano state ferite a seguito di una sparatoria e un diciannovenne è stato ucciso. Nel weekend successivo, un ragazzo di 16 anni ha perso la vita poco dopo essere stato trasferito in ospedale; l’altro, di 14 anni, è finito in terapia intensiva. Come ricostruito da Termometro Politico, già dal 12 giugno i residenti e commercianti della zona si sono trovati i negozi devastati e non potevano raggiungerli né lavorare, mentre i residenti non riuscivano a tornare a casa.




Ragazzo francese bianco e cristiano costretto alle fogne dai figli dei migranti africani neri e nazi maomettani.
C'è una metafora qui da qualche parte.
https://www.facebook.com/RealVinceJames ... 973855954/


Nazi demo-comunisti che manipolano i diritti umani e alimentano l'odio terrorista e antisemita
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2877
Nazi demo comunisti che calpestano, negano, violano e manipolano i nostri diritti umani naturali, civili e politici, che sostengono e promuovono il nazismo maomettano e ne giustificano il terrorismo (contro i bianchi, i cristiani e gli occidentali),che alimentano l'antisemitismo e l'antisionismo/antisraelismo di destra, di sinistra e mussulmano in Occidente, in Israele/Palestina, in Medioriente e in tutto il Mondo e l'odio verso l'Occidente e la sua civiltà, il suo benessere, le sue libertà, la sua democrazia, la sua umanità.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Black Lives Matter è un movimento anti-cristiano di estrema sinistra:
24 luglio 2020

https://www.islamnograzie.com/black-liv ... -sinistra/

Il Segretario di Stato per l’Aiuto dei Cristiani Perseguitati Tristan Azbej ha detto Martedì mattina sul programma di notiziemattutine del canale televisivo nazionale M1 che Black Lives Matter è un movimento di estrema sinistra, anti-cristiano.

“Fenomeni molto preoccupanti sono apparsi anche nel mondo occidentale, e noi sperimentiamo che l’opposizione precedentemente principalmente intellettuale al cristianesimo sta mostrando una natura sempre più violenta”, ha detto Azbej.
Ha sottolineato che solo la scorsa settimana, gli attivisti di Black Lives Matter hanno dato fuoco a cinque chiese negli Stati Uniti in uno spazio di soli due giorni.

Una di loro, la chiesa di San Gabriel a Los Angeles è stata completamente sventrata dall’incendio. Mentre i funzionari non hanno ancora una valutazione dei danni stimati, Adrian M. Alarcon, il portavoce dell’arcidiocesi della San Gabriel Valley ha detto a un portale di notizie locale che intendono ricostruire la chiesa vecchia di 215 anni.

La polizia locale ha detto di avere in custodia un uomo che è stato arrestato il giorno dopo, ed è il loro principale sospettato.

Azbej ha detto che le immagini di chiese ardenti e bruciate in Occidente sono “molto inquietanti”, e gli ricordano i danni provocati nell’Iraq settentrionale dallo Stato islamico, che ha subito in prima persona. Ha detto che non si aspettava di vedere azioni simili in corso nel mondo occidentale.

La retorica contro i cristiani è aumentata anche negli Stati Uniti, con l’attivista di Black Lives Matter Shaun King che esorta le persone a “abbattere” le raffigurazioni di Gesù come un uomo bianco, sostenendo che sono uno “strumento per la supremazia bianca”.

Segretario di Stato per l’aiuto dei cristiani perseguitati Tristan Azbej

Azbej è anche responsabile del programma Hungary Helps, che negli ultimi anni ha assistito le comunità cristiane perseguitate in Medio Oriente, Africa e Sud-Est asiatico a ristabilire le loro vite ricostruendo chiese, scuole e ospedali.

Recentemente, il programma ha anche donato 30.000 dollari alla Grecia per aiutare a ricostruire le chiese che sono state profanate dai migranti.

I cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo,con un rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che indica che 245 milioni di cristiani vivono sotto persecuzione in tutto il mondo e 11 vengono uccisi ogni giorno per la loro religione.

Nel 2019, gli attacchi contro i cristiani e il luogo di culto cristiano in Europa hanno raggiunto un livello record.

Il mese scorso, rispondendo alle accuse di Human Rights Watch (HRW), finanziato da George Soros, Azbej ha espresso la speranza che HRW alla fine “abbracci la causa delle centinaia di milioni di cristiani perseguitati in tutto il mondo”.

Immagine del titolo: L’interno della Missione di San Gabriel in seguito a un incendio mattutino, sabato 11 luglio 2020, a San Gabriel, nel Calif. L’incendio distrusse il tetto e la maggior parte dell’interno della chiesa di 249 anni che era in fase di ristrutturazione. (AP Photo/Marcio Jose Sanchez)



Alberto Pento
BLM, composto da atei internazi comunisti e da idolatri nazi maomettani con la complicità di qualche demenziale cristiano per il quale Cristo non era ebreo ma arabo palestinese o africano.



Morte di George Floyd: Al-Qaeda tenta di sfruttare i disordini statunitensi
14 giugno 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 259184138/

Al-Qaeda sta attivamente cercando di sfruttare gli attuali disordini negli Stati Uniti contattando sia i musulmani che i non musulmani per presentarsi come "i campioni degli oppressi".

L'ultimo numero della rivista online del gruppo jihadista One Ummah utilizza l'immagine iconica degli ultimi momenti di George Floyd e un dipinto dell'artista di graffiti Banksy per contribuire a diffondere il messaggio di sostegno non richiesto ai manifestanti nelle strade degli Stati Uniti.

Guai a dimenticare l'Isis
di GIANLUCA DI FEO

Il testo, in lingua inglese, chiaramente rivolto a un pubblico statunitense interno, predice la fine imminente degli Stati Uniti e del suo sistema politico, nonché della sua economia e società.

"Le proteste armate infuriano in tutta l'America e sembra che sia in atto una guerra civile", si legge nel suo commento. Uno dei messaggi è che "nemmeno i democratici possono aiutarti ma noi possiamo".

Mina Al-Lami della BBC Monitoring afferma che esiste un contrasto tra gli approcci di al-Qaeda e il suo principale rivale, il gruppo dello Stato islamico (IS).

Così l'Isis si prepara a tornare
di Daniel-Dylan Böhmer e Alfred Hackensberger

Mentre l'IS ha semplicemente predetto che i disordini si diffonderanno ad altri paesi, al-Qaeda è stata più sottile, allungando la mano e cercando di convertire gli americani alla sua versione dell'Islam e alla sua causa. Il pezzo della rivista è stato chiaramente scritto da qualcuno che ha una buona conoscenza di ciò che sta accadendo negli Stati Uniti.

Al-Qaeda è stata ampiamente eclissata negli ultimi anni dall'IS. Ma Shiraz Maher, direttore dell'International Center for the Study of Radicalisation del King's College di Londra, ritiene che stia proattivamente cercando di dimostrare che ha ancora rilevanza sulla scena mondiale.

"[Le proteste di Black Lives Matter] sono un enorme evento attuale ... che sta avendo un effetto a cascata in tutto il mondo e oltre la sfera dei media e della politica nel regno culturale e artistico", afferma Maher. "Quindi al-Qaeda sta cercando di spostarsi in quello spazio e sta cercando di dire "guarda qui siamo"".



Gli attivisti LGBT e Antifa vandalizzano la statua di Gesù Cristo a Varsavia, il premier polacco Morawiecki condanna il bigottismo
30 luglio 2020

https://www.islamnograzie.com/gli-attiv ... igottismo/

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha condannato coloro che stanno dietro ad un attacco alla statua di Gesù Cristo nel centro di Varsavia da parte di attivisti LGBT e Antifa, affermando che non avrebbe più permesso tali “atti di vandalismo”.

La cancelleria del primo ministro ha pubblicato un messaggio su Twitter:
“Atti di vandalismo come quelli che abbiamo visto a Varsavia non porteranno a nulla di buono e avranno un solo obiettivo: dividere ancora di più la società. Non permetterò questo!” .

Oltre alle preghiere che chiedono perdono per le anime dei colpevoli, ha detto che anche i polacchi dovrebbero mostrare, simbolicamente, che non tollerano tali atti profani.

Il caporedattore del settimanale Do Rzeczy, Paweà Lisicki, ha sottolineato che la Polonia si trova ad affrontare un gruppo di persone completamente vuote, sradicate e private della decenza di base.

“Vorrei dire che si comportano come animali, ma insulterei gli animali. Vorrei dire che sono barbari, ma anche i barbari non hanno agito in modo così stupido e patetico. Non ci sono parole per tali azioni”, ha detto.

La statua di Cristo di fronte a una chiesa di Santa Croce a Varsavia è un simbolo della storia della Polonia che è stata vandalizzata. Immagine: la statua di Cristo che giace sulla strada parzialmente distrutta dopo la rivolta di Varsavia nel 1944.

Il professore e sacerdote Pawea Bortkiewicz ha spiegato che la statua vandalizzata di Cristo serve come un simbolo più ampio della storia della Polonia e ha messo in guardia contro una guerra crescente contro la Chiesa e la Polonia. Il professore stava indicando la storia della Polonia sotto il comunismo quando la fede cattolica e i suoi simboli nel paese sono stati distrutti.

Egli ha esortato a considerare l’atto anti-cattolico e antipolacco e ad essere accolto con una forte reazione.

“Dobbiamo porre fine a qualsiasi narrazione che molte persone stanno promuovendo, che ci dice di accettare almeno alcuni postulati di ideologia di genere.
Questo è impossibile, e possiamo vedere a cosa porta !”

Il professor Mieczys-aw Ryba ha menzionato il filosofo marxista Antonio Gramsci, che ha dichiarato che il socialismo è una negazione teorica ed è la rimozione del cristianesimo. Ha detto che non è un caso che una statua di Cristo venga vandalizzata quando ogni marxista e ogni ideologia socialista promuove attacchi contro non solo il cristianesimo, ma ogni religione.

Krystian Kratiuk, il caporedattore di Polonia Christiana, ha dichiarato che molti dicono che i polacchi stanno presumibilmente opprimendo altri, il che è completamente falso sono i polacchi ad essere vittime di attacchi simbolici.

“Siamo i poveri nativi americani metaforici che hanno vissuto nelle loro case per secoli allo stesso modo e hanno le stesse credenze. Nel frattempo, il grande denaro dell’Occidente viene utilizzato per attraversare il nostro mondo e rimuovere ciò che il cristianesimo ci ha insegnato”, ha detto.


Alberto Pento
Il paragone con i nativi americani non è appropriato.

Ma quale genocidio dei nativi americani?
viewtopic.php?f=196&t=2890



L’organizzazione comunista Black Lives Matter (BLM) nel Regno Unito ha formato un’ala paramilitare illegale, razzista e in uniforme.
4 Agosto 2020

https://www.islamnograzie.com/lorganizz ... -uniforme/

L’organizzazione comunista Black Lives Matter (BLM) nel Regno Unito ha formato un’ala paramilitare illegale, razzista e in uniforme.

I gruppi paramilitari in uniforme sono vietati dalle leggi del Regno Unito, alcuni risalgono agli anni ’30.
Questi teppisti in uniforme vogliono distruggere la polizia e rendere la Gran Bretagna un paese comunista.
Sono molto razzisti contro gli indigeni bianchi britannici.
Fanno finta di essere vittime, ma in realtà sono razzisti anti-bianchi viziosi che odiano il paese.
Britain First ha lanciato una petizione d’emergenza in cui si chiede che il governo adotti un’azione rapida e decisiva contro questa organizzazione paramilitare illegale.




Londra, caccia al bianco. Quello che i media di regime non vi faranno mai vedere
https://www.facebook.com/identitaitalia ... 642158492/



ABRACADABRA e l'intersezionalità

Quando il pensiero si innalza verso vette estreme, entra in scena Michela Murgia.
Niram Ferretti
10 luglio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

A Bologna, feudo prodiano, durante la kermesse di "La Repubblica", la scrittrice, commentando con Maurizio Molinari, i fatti avvenuti negli Stati Uniti a seguito dell'uccisione di George Floyd, ha spiegato che le proteste messe in scena da Black Lives Matter e condite da saccheggi e abbattimenti di statue sarebbero "Il primo movimento di protesta intersezionale, parola poco nota in Italia, ma che negli Stati Uniti è al centro del dibattito politico e intellettuale".

L'intersezionalità, ha continuato è, in fondo, una specie di nuova internazionale che chiama alle armi (si fa per dire) tutti coloro che "Sono messi ai margini da chi sta ai vertici del potere nella maggior parte delle società americane: il maschio, bianco, etero, sano e benestante".

Ecco. Il vertice del potere bianco ed eterosessuale, questa infamia che è durata anche troppo. Potere opprimente che ha marginalizzato i neri, gli omosessuali, i non abbienti e i malati. E' ora che finisca. Non solo in USA diciamo noi, ma un po' ovunque. Ci vorrebbe un ricambio. Una nuova classe dirigente, nera possibilmente, gay, magari con qualche problema di salute e rigorosamente pauperista.

Non contenta, l'utopista ha proseguito.

"So che rischio di trovare domani un titolo in cui mi si attribuirà di incitare alla violenza, ma ritengo che in alcuni momenti il potere è un muro, una violenza statica, che va abbattuta a colpi di piccone".

Ecco. Il piccone contro "La violenza statica", metafora imaginifica che indicherebbe le strutture vigenti. Una bella picconta qui, un'altra là, per farla venire giù.

Michela Murgia non ha specificato con cosa sostituirla.

Hanno sempre questo grave problema coloro che ci dicono che la società è ingiusta e repressiva e che va cambiata, anzi, abbattuta. Persino il buon vecchio Marx, che rispetto alla Murgia era capace di analisi più approfondite, non seppe spiegare come si sarebbe passati dal "Regno della necessità" al "Regno della libertà", se non, che il secondo, si sarebbe prodotto palengeneticamente una volta che l'umanità si fosse finalmente disalienata.

Abracadabra. A me le orecchie in modo che possa riempirvele con parole vuote.
Quando Maurizio Molinari ha ricordato come le statue di Cristoforo Colombo, per molti italoamericani, sono il simbolo della loro appartenenza alla nazione americana, la Murgia ha espresso l'auspicio di potere trovare simboli che invece che ribadire l'oppressione di alcuni su altri possano nobilitare tutti.
Cristoforo Colombo è troppo parrocchiale e divisivo. Bisogna che ci sia qualcosa di più inglobante. Chissà cosa. L'importante è che nobiliti "tutti".
Abracadabra. A me le orecchie in modo che possa riempirvele con parole vuote.


Chi tiene ai diritti dell’uomo e alla libertà deve difendere Israele
Davide Cavaliere
13 luglio 2020

https://www.corriereisraelitico.it/chi- ... e-israele/


Ugo Volli è un semiologo, critico teatrale e accademico italiano. Ha alle spalle oltre duecento pubblicazioni scientifiche e una decina di libri. È stato professore ordinario di semiotica del testo all’Università di Torino e direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Comunicazione (CIRCe). Ha collaborato con Umberto Eco. Autore delle celebri «Cartoline da Eurabia» per Informazione Corretta. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: Israele. Diario di un assedio (Proedi editore, 2016) e Il resto è interpretazione. Per una semiotica delle scritture ebraiche (Belforte Salomone, 2019).

Ha accettato di rispondere ad alcune domande per il Corriere Israelitico.

È stato diffuso sui social media il video di un ragazzo che, in uno sfogo, apostrofa come «negra» una donna con cui ha avuto un incidente automobilistico. La vicenda, che fino a non molto tempo fa sarebbe stata derubricata come atto di maleducazione o «bravata», ha visto l’intervento della Digos, di due ministri e la società sportiva per la quale il diciannovenne giocava lo ha espulso. Secondo lei, abbiamo un problema con alcune parole? Corriamo, davvero, il rischio di una manipolazione del linguaggio e, di conseguenza, della realtà?

La linguistica ci insegna che il linguaggio funziona secondo un regime di arbitrarietà. Ciò comporta che non vi è un significato unico e autentico per le parole, né una loro connotazione valoriale fissa, ma il senso è fissato socialmente e muta con il cambiamento sociale. Per esempio la parola «giudeo» che in Italia ha un valore negativo e insultante, corrisponde etimologicamente a «jew», «Juif» e perfino all’ebraico «jehudì», che sono designazioni neutre di ciò che noi chiamiamo «ebreo». «Negro» non è intrinsecamente insultante, è ovviamente legato etimologicamente a «nero», che invece oggi è una dizione accettata. Le interdizioni linguistiche spesso seguono una dinamica dell’eufemismo: si proibisce di usare un termine che designa una realtà censurata (parti del corpo, luoghi e attività «impresentabili» ecc.) o che rappresenta qualcosa in maniera insultante ed esso è sostituito da un’altra parola, perché bisogna pure poter nominare la cosa; ma essa diventa a sua volta insopportabile ed è a sua volta sostituita… senza fine. Così per esempio la serie luogo di prostituzione → «postribolo» → «casino» → «casa chiusa» ecc. «Negro» è insultante perché è stato usato per insultare e per questo è ora interdetto. Ma proibire le parole non elimina i rapporti sociali che esse servono a designare. Il «politically correct» nel linguaggio ancor prima di essere una violenza è una sciocchezza che non può funzionare.

Il movimento Black Lives Matter si è fatto portatore di un vero e proprio affatturamento linguistico: Colombo è diventato un «genocida» e Amedeo IV di Savoia un «colonizzatore». Quali sono le caratteristiche salienti del suddetto movimento? Rappresenta una minaccia alla democrazia?

«Black lives matter» è un movimento antidemocratico e fascistoide fin dal nome. I suoi aderenti hanno spesso sottolineato che intendono questa denominazione nel senso di dire che «solo» e non «anche» le vite dei neri contano, e hanno rifiutato con decisione ogni estensione a «tutte le vite». Di fatto il movimento è portatore di un’ideologia «rivoluzionaria» che nega l’uguaglianza dei diritti e discrimina gli avversari, spesso definiti in maniera razzista e discriminatoria: i «bianchi», gli ebrei, gli uomini, gli eterosessuali. I suoi metodi sono violenti, il suo rispetto per la libertà di chi non la pensa come loro è inesistente. È l’ennesima riedizione del tentativo di eliminare la civiltà liberale che ha fatto grande l’Occidente. Si tratta di un gruppo molto minoritario, che purtroppo è coperto oggi, per viltà o per interesse, da buona parte della sinistra anche democratica.

I militanti antirazzisti, oggi, sono fieri avversari di Israele. Quali sono le origini di questo odio «progressista» verso lo Stato Ebraico?

I veri militanti antirazzisti, a partire da Martin Luther King, sono sempre stati sostenitori di Israele. L’atteggiamento su Israele può essere preso come test per verificare l’autenticità dell’antirazzismo di un movimento. La ragione per cui alcuni movimenti che si pretendono «di liberazione» (riguardo al razzismo, ma anche agli orientamenti sessuali, al genere ecc.) sono anti-Israele si chiama «intersezionalità». Tutte le oppressioni, secondo questa teoria, avrebbero un’unica matrice, cioè il sistema occidentale della libertà politica ed economica. Con altro nome, è quel che già sosteneva Stalin, e poi da noi fu ripreso da Toni Negri: anche se la teoria marxista della lotta di classe non funziona e se gli operai hanno capito che il progresso sociale si ottiene col liberalismo e non col comunismo, quel che conta è unire tutti i nemici dello «stato di cose esistente». Di questo tentativo di coalizione dovrebbero far parte dunque non solo neri, donne, omosessuali e transessuali, ma anche gli islamisti, che pure sono portatori di un’ideologia clericale e reazionaria di oppressione delle donne e di violenta repressione dell’omosessualità, ma sono nemici dell’Occidente. E poiché odiano in maniera razzista gli ebrei e il loro stato, è «intersezionale» per gli «antirazzisti» condividere quest’odio razzista. Questa ragione politica si fonde poi col vecchio odio degli ebrei che da sempre ha un posto importante nei pregiudizi della cultura europea (oltre che islamica).

La civiltà occidentale ha sviluppato il concetto di «diritti dell’uomo» per proteggere gli individui dall’arbitrio del potere, attualmente hanno assunto i tratti di una religione secolare attraverso cui legittimare e giustificare il separatismo islamico nelle città europee, l’infibulazione, l’uso del burka… i «diritti umani» sono una minaccia alla sopravvivenza della civiltà europea?

Intesi secondo il buon senso e il significato originario, i diritti dell’uomo sono la sintesi dei valori occidentali, la parità di fronte alla legge, la libertà politica, l’integrità fisica e il diritto di proprietà. Gli islamisti non li hanno mai accettati, tant’è vero che ne hanno proposto una versione adulterata e musulmanizzata con la dichiarazione del Cairo del 1990. Non esiste nulla nelle dichiarazioni dei diritti dell’uomo (a partire da quella francese approvata nel 1789, fino a quella promulgata dall’Onu nel 1948) che autorizzi l’inferiorità delle donne sancita dall’obbligo del burka in certi stati islamici o addirittura alla loro mutilazione per impedirne la libertà sessuale con l’infibulazione. Nè in essi si può trovare la base per le censure dell’«islamofobia» che oggi è uno degli obiettivi dei movimenti islamisti e delle organizzazioni internazionali da essi influenzate come l’Unesco e altro organismi dell’Onu. Infine non vi è rapporto fra i diritti dell’uomo e la pretesa di un diritto generalizzato all’immigrazione. La cosiddetta «religione dei diritti umani» non è altro che una definizione propagandistica e deformante dell’agenda politica di sinistra, che tradisce le ragioni liberali su cui si è costruita l’idea dei diritti umani. E’ importante anche indicare che vi è un fondamento religioso, ebraico e poi cristiano dell’idea di una comune dignità degli esseri umani, che la tradizione rabbinica fa derivare dalla comune discendenza da una sola coppia di progenitori, com’è descritta all’inizio della Bibbia: il contrario di ogni possibile razzismo.

In che modo la retorica dei «diritti umani» viene impiegata per delegittimare Israele?

I diritti umani non hanno nulla a che fare con la delegittimazione di Israele (spesso praticata insieme alla sua demonizzazione, sulla base di un doppio standard: sono le tre «D» che Natan Sharansky ha proposto come test per definire la differenza fra un’opposizione legittima e l’antisemitismo). Israele viene spesso accusato di crimini inesistenti e bizzarri, che hanno senso solo per riattivare i vecchi miti antisemiti: per esempio ucciderebbe i bambini, sottrarrebbe ai nemici i loro organi interni, profanerebbe i luoghi sacri ecc. Sono calunnie insensate e senza base, come l’accusa spesso ripetuta di sottoporre i palestinesi alle stesse persecuzione che gli ebrei subirono dai nazisti. Si tratta in questo caso di un trasparente (anche se per lo più incosciente) tentativo di trasferire sulle vittime ebraiche le colpe dell’Europa. Di fatto Israele, anche se naturalmente non è perfetto e può compiere degli errori come tutti gli altri stati del mondo, è il solo paese nella vastissima area geografica fra l’Oceano Atlantico e l’India dove i diritti umani (e quelli politici e sociali) sono rispettati e attivamente promossi; in cui vigono le libertà di espressione, di associazione e di religione; in cui le minoranze etniche, religiose e politiche possono organizzarsi liberamente; in cui la magistratura è indipendente, i militari obbediscono alla politica, i governi sono liberamente scelti dall’elettorato; vi sono pari opportunità per uomini e donne e non sono ammesse discriminazioni sulla base degli orientamenti sessuali. Nonostante il terrorismo ininterrotto e le numerose guerre, i diritti umani, politici e sociali non sono mai stati sospesi in Israele e in buona parte si estendono anche ai non-cittadini, magari esplicitamente nemici come i sudditi dell’Autorità Palestinese. Chiunque provi a usare il criterio dei diritti umani per attaccare Israele, lo fa ignorando i fatti più elementari sulla vita del paese o in malafede. Al contrario, chi tiene ai diritti dell’uomo e alla libertà deve difendere Israele. Come diceva Spadolini, la libertà, anche quella dell’Europa, si difende sotto le mura di Gerusalemme.


Stati Uniti - A Seattle i radical chic bianchi vivono sulla propria pelle un po’ di integrazione. Gruppi di attivisti BLM esigono che i residenti bianchi regalino le proprie case ai neri.

Seattle BLM protesters demand white people ‘give up’ their homes
Joshua Rhett Miller
August 14, 2020

https://nypost.com/2020/08/14/seattle-b ... te+buttons



Operazione Legend
https://www.foxnews.com/politics/doj-op ... 00-arrests
Il Procuratore Generale degli Stati Uniti William Barr ha annunciato mercoledì che almeno 217 persone sono state accusate di un crimine federale e più di 1.000 arresti sono stati effettuati nelle principali città da quando il Dipartimento di Giustizia ha lanciato l'operazione Legend a luglio.
Quasi 400 armi da fuoco sono state sequestrate dal Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives.

Barr ha lanciato l'Operazione Legend l'8 luglio come "un'iniziativa delle forze dell'ordine duratura, sistematica e coordinata in cui le forze dell'ordine federali hanno lavorato in collaborazione con le forze dell'ordine statali e locali per combattere la criminalità violenta".

Barr ha affermato che il governo federale ha inviato in nove città statunitensi più di 1.000 agenti aggiuntivi dell'FBI, dell'ATF, della Drug Enforcement Administration e del US Marshall Service per lavorare fianco a fianco con i colleghi statali e locali sugli omicidi e la violenza che è dilagata in questi mesi.

Il picco dei crimini violenti, secondo Barr, potrebbe avere molte ragioni, tra cui l '"aggressione repressa provocata dagli ordini di quarantena statali e locali", il rilascio prematuro di pericolosi criminali da parte dei tribunali e dei pubblici ministeri e gli sforzi "per demonizzare polizia e depotenziare il loro lavoro."

Lanciata per la prima volta a Kansas City, l'Operation Legend si è espansa a Chicago e Albuquerque il 22 luglio, a Cleveland, Detroit e Milwaukee il 29 luglio, a St. Louis e Memphis il 6 agosto e a Indianapolis il 14 agosto.
Gli ultimi dati su accuse e arresti non includono Indianapolis, la cui operazione è stata annunciata per la prima volta venerdì scorso. Gli arresti di oltre 1.000 persone includono quelli accusati nei tribunali statali e locali.
A Kansas City, un totale di 43 imputati sono stati accusati di crimini federali. Sessantuno sono stati accusati di accuse federali a Chicago, 16 ad Albuquerque, 32 a Cleveland, 22 a Detroit, 11 a Milwaukee, 25 a St. Louis e 7 a Memphis, Tennessee

L'operazione è stata chiamata in onore di LeGend Taliferro, 4 anni, che è stato ucciso mentre dormiva la mattina presto del 29 giugno a Kansas City, Mo. La scorsa settimana, un procuratore della contea di Jackson ha annunciato accuse di omicidio di secondo grado contro il suo sospetto assassino , il 22enne Ryson Ellis, che era detenuto nella prigione della contea di Tulsa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:57 pm

Ecco i dem USA internazi comunisti, filo nazi maomettani, antisemiti, anti bianchi euroamericani.


Alexandria Ocasio-Cortez


La forza della parola | La lezione di Alexandria Ocasio-Cortez al deputato sessista
24 luglio 2020

https://www.linkiesta.it/2020/07/stati- ... -sessista/

«Non starò sveglia fino a tardi la notte ad aspettare le scuse di un uomo che non ha rimorsi per aver usato un linguaggio offensivo nei confronti delle donne». Ribatte così Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane deputata della storia americana, al deputato repubblicano Ted Yoho. La Cortez ha preso parola al Congresso per denunciare il comportamento del suo collega, il quale l’ha apostrofata con l’appellativo “fucking bitch”.

Martedì 21 luglio il rappresentante repubblicano si è avvicinato alla collega Alexandria Ocasio-Cortez definendola «disgustosa, pazza» e «fottuta puttana». Il giorno dopo lo stesso Yoho si è scusato pubblicamente in aula con la collega, dicendo di avere una moglie e due figlie per lasciar intendere così di avere rispetto delle donne.

Scuse che Ocasio-Cortez ha rifiutato: «Yoho ha affermato di avere una moglie e due figlie. Ho due anni meno della figlia più giovane del signor Yoho. Anch’io sono la figlia di qualcuno. Mio padre, per fortuna, non è vivo per vedere come il signor Yoho ha trattato sua figlia. Mia madre ha visto in tv la mancanza di rispetto manifestata dal signor Yoho in questo palazzo. E sono qui perché devo mostrare ai miei genitori che sono loro figlia e che non mi hanno cresciuta affinché accettassi abusi dagli uomini».

E ancora: «Avere una figlia non rende un uomo decente. Avere una moglie non rende un uomo decente. Trattare le persone con dignità e rispetto rende un uomo decente. E quando un uomo decente sbaglia, come tutti noi siamo tenuti a fare, fa del suo meglio e si scusa. Non per salvare la faccia, non per guadagnare un voto. Si scusa sinceramente per riparare e riconoscere il danno fatto, in modo che tutti possiamo andare avanti».



Secondo quanto riferito, il COA è stato accolto verbalmente da Ted Yoho a causa della disoccupazione, del crimine a New York
By Izer
21 luglio 2020

http://postgenovaonline.com/2020/07/21/ ... -new-york/

L’ufficio di Yoho nega di aver fatto il commento, dicendo alla CNN in una dichiarazione che “ha fatto un breve commento a se stesso mentre se ne andava riassumendo ciò che crede che siano le sue politiche: cazzate”.

Secondo il reporter di The Hill, che ha ascoltato le osservazioni, Yoho si è avvicinata a Ocasio-Cortez fuori dai gradini della Camera e ha suscitato una conversazione sulla sua posizione sulla disoccupazione e il crimine a New York City. Yoho ha detto che era “disgustosa” e le ha detto che è fuori di testa, secondo la storia di The Hill. Ocasio-Cortez disse che era scortese.

Ha confermato lo scontro avvenuto in a Tweet Martedì mattina.

“Non ho mai parlato con Rep. Yoho prima che ieri decidesse di accedermi sui gradini del Campidoglio della nazione. Che ci crediate o no, di solito vado d’accordo con i miei colleghi del GOP. Sappiamo come controllare il nostro sparring legislativo in commissione porta “, ha scritto. “Ma hey, ‘b * tches’ fa cose.”

Il direttore delle comunicazioni di Yoho ha dichiarato alla CNN in una dichiarazione che il deputato “ha avuto una breve conversazione da membro a membro sui gradini del Campidoglio. Come sapete, queste conversazioni avvengono frequentemente quando la Camera è in sessione”.

“Non ha chiamato il Rep. Ocasio-Cortez per quello che è stato riportato sulla collina o per qualsiasi altro nome. Sembra meglio per il giornale Hill e ottiene più attenzione da parte dei media dire che l’ha chiamata un nome – cosa che non ha fatto. È un peccato che Rep. Ocasio-Cortez stia usando questo scambio per attirare l’attenzione personale “, ha detto il portavoce.




La versione di Candance Owens: la stella nascente dei conservatori Usa di cui ai media mainstream non piace parlare
Romana Mercadante di Altamura
23 Lug 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... e-parlare/

Dopo i fatti di Black Lives Matter, può una persona di colore, negli Stati Uniti, essere ancora repubblicana, conservatrice, oggi? “Loro”, gli altri, the others, vorrebbero di no, ma per fortuna, un po’ in tutto il mondo ci sono ancora giornalisti, opinionisti, politici e intellettuali sull’altra sponda della rive gauche che non si lasciano zittire e intimidire dalla propaganda basata sulla strumentalizzazione del colore della pelle e dalla violenza che è stata sotto gli occhi di tutti e stenta ancora a spegnersi.

Nella narrazione left della contemporaneità alla quale stiamo assistendo a oltranza e quasi senza contraddittorio, si sta facendo strada un folto movimento di opinione che vuole riappropriarsi della storia e combattere questo neo-revisionismo distruttivo di eventi e momenti che hanno creato il percorso delle nazioni civili degli ultimi seicento anni. L’idea è quella di cancellare la cultura della cancellazione, un “cancel the cancel movement” e non è male come idea.

Abbiamo assistito all’ignoranza di massa che rivendica senza sapere cosa, sfociare nell’imbrattamento e distruzione di statue e simboli che possano anche lontanamente rappresentare privilegi e discriminazioni, più o meno visionarie, in saccheggi ad opera di fantocci senza alcuna ideologia se non quella del cavalcare il caos per il proprio tornaconto. Increduli, abbiamo assistito a interi manipoli di manifestanti – più o meno delinquenti – che pontificavano di schiavitù senza nemmeno sapere che fu il Partito repubblicano ad abolirla con il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo emendamento siglati da Lincoln, nonché a estendere cittadinanza e voto agli ex schiavi.

Mentre da una parte i protesters beatamente ignorano, e i media ci propinano sempre le stesse facce dei paladini dei diritti di chi si sente in qualche modo defraudato di qualcosa dalla società e dalle istituzioni e costruiscono a tavolino personaggi mediatici che di per sé varrebbero poco – come Alexandria Ocasio Cortez, esaltata a rullo continuo anche in Italia su tutti gli organi di stampa come se esistesse solo lei – dall’altra stanno nascendo, esistono, altre personalità che faranno la differenza tra l’arrendersi al pensiero dominante imposto e il proporre delle alternative ragionate.

Una di queste è Candace Owens, una giovane conservatrice, nera, classe 1989, esperta di comunicazione e conduttrice di un seguitissimo programma online, The Candace Owens Show, che di recente in un’audizione al Congresso ha detto una delle tante cose scomode che questa ragazza dice, mandando in tilt i media americani: “Non c’è colore della pelle nell’essere patrioti, americani e patrioti”.

La Owens punta l’indice sul fatto che il 93 per cento delle vittime di omicidio negli Usa sono uccise da neri, tuona contro la strumentalizzazione del nascere neri per potersi “guadagnare attenzione e un posto al sole nella società frignando come poppanti”, e argomenta che il solo fatto di nascere neri per troppi americani è ancora come possedere un lasciapassare giustificativo di ogni invidia sociale e lavorativa. Questo, secondo lei, nel percorso politico modellato dai Democratici equivarrebbe ad un’autorizzazione ad essere messi prima degli altri, di tutti gli altri.

Poi, intervistando un imam, riesce addirittura a farsi dire che nella legge della Sharia c’è una componente di omicidio tollerata. Apriti cielo! Ma il suo vero cavallo di battaglia è l’assunto che la sinistra democratica utilizzi il razzismo per controllare e sottomettere la popolazione afroamericana, e che la Cnn e altri media liberal sono canali razzisti ai cui attacchi bisogna reagire e dal cui racconto indirizzato ed edulcorato non bisogna farsi “coccolare”.

È facilmente immaginabile il motivo per cui ai media mainstream questa tenace signorina sia ancora pressoché sconosciuta. Eppure, dal palco del Tpusa Young Black Leadership Summit alla Casa Bianca, le cui dichiarazioni e immagini vengono riprese da tutte le major ma sembrerebbero essere rimaste in suolo americano, ci ricorda che abbiamo diritto di dissentire, di raccontare un’altra versione della favoletta, che rimuovere le origini di una società è un suicidio morale oltre che storico e che non dobbiamo avere paura di parlare, di opporci, di ragionare sul fatto che un’altra visione è possibile, che invece di prendere a modello i rapper e i giocatori di basket e i loro eccessi è sempre possibile seguire esempi più edificanti e, soprattutto, studiare di più.

In conclusione, la sinistra americana vuole tenere viva la ferita del razzismo per potersi ergere a paladina dell’oppressione anche laddove oppressione non c’è, perché “l’America non è mai stata meno razzista che in questo preciso momento storico”. E probabilmente il mondo non è mai stato meno razzista di oggi, ma esiste un problema culturale, di ignoranza, nella popolazione nera degli Stati Uniti. Idee su cui riflettere, che dovremmo “esportare” e su cui dovremmo discutere.





Chi è Alexandria Ocasio Cortez
Francesco Boezi
26 luglio 2020

https://it.insideover.com/schede/politi ... ortez.html

Alexandria Ocasio Cortez è nata nella città di New York nel 1989, quasi in contemporanea con la caduta del muro di Berlino. E sempre nella Grande mela si è misurata, da giovanissima, col consenso degli elettori che le hanno assicurato uno scranno presso il Congresso degli Stati Uniti.

L’ascesa mediatico-elettorale della Cortez ha coinciso con la ricomparsa delle istanze di quella che, più o meno durante il 1968, era stata chiamata “new left”. La corrente politica della newyorchese è sessantottina nella misura in cui fa del giovanilismo un paradigma propagandistico fisso. Quella è la principale consonanza con gli anni delle proteste nate a Berkeley.

Bernie Sanders ci ha puntato: Alexandria Ocasio Cortez, nei piani dei progressisti, soprattutto in quelli del “vecchio leone” del Vermont, può essere la paladina di ciò che il Partito Democratico a stelle e strisce deve diventare. Forse gli Stati Uniti non sono ancora pronti per abbracciare il socialismo – basti pensare alla vittoria di Joe Biden – , ma certo gli asinelli non sono più quelli dei tempi degli Obama-Clinton. E questo, in parte, si deve pure al fenomeno Cortez.

Alexandria Ocasio Cortez è un simbolo. AOC – questo è il nome di battaglia – viene dal basso, e lo rivendica. Prima di essere eletta, la deputata svolgeva la professione di bartender. La sua storia personale è molto dibattuta. Netflix ha pubblicato “Knock Down The House”, un documentario che racconta pure di come AOC si sia fatta le ossa. Il perché è semplice da spiegare: la politica americana non è molto abituata ad allargare le maglie per dare spazio a chi non proviene dall’establishment. La vicenda dell’esponente dei Dem, in questa chiave di lettura, assomiglia a quella di Barack Obama, seppur con qualche differenza di rilievo. Per esempio, in maniera diversa dall’ex presidente degli Stati Uniti e da sua moglie, la Cortez non è considerata pronta per la corsa presidenziale.

Il fatto che abbia appena trent’anni influenza l’opinione pubblica. Il padre di Obama è morto in un incidente stradale in Africa. Anche quello della Cortez è morto mentre la figlia era ancora giovane, ma di cancro. E la parola “sacrificio” accompagna entrambe le biografie dei due personaggi politici. Alexandria, però, è espressione di quello che in dottrina politica si chiama left-wing populism. Niente a che vedere con il moderatismo obamiano.

Per comprendere la parabola politica di Alexandria Ocasio Cortez, bisogna approfondire il contesto sociale newyorchese. La Grande mela non è soltanto Manhattan. AOC è stata eletta nel quattordicesimo distretto, quello del Bronx. Quei luoghi, anche a livello cinematografico, non sono mai stati sinonimo di sicurezza sociale. La demografia americana sta cambiando. E gli ispanici, tra gli originari di Puerto Rico come la Cortez, non sempre possono contare su un sistema in grado di garantirgli dei diritti sociali basilari. Per comprendere ancora meglio, è utile tenere a mento quello che è accaduto durante l’esplosione epidemica dovuta al coronavirus: a New York, in molti, nelle amministrazioni, si sono interrogati sull’opportunità di chiudere le scuole. Alcuni bambini, del resto, hanno la possibilità di mangiare cibo salutare solo grazie a quello che viene fornito nelle mense scolastiche. Ai piedi dell’Hudson, insomma, non risiedono soltanto colletti bianchi e membri di potentati. AOC ha attecchito proprio sulle classi sociali meno abbienti.New York è una città costruita sui migranti e sull’immigrazione. Ottenere una green card nella Grande mela è più facile che altrove. Le minoranze newyorchesi si sentono spesso sfruttate da chi gestisce i processi economici. La conseguenza, che vale un po’ per tutti gli Stati americani, come le stratigrafie elettorali hanno dimostrato, è stata la nascita di quello che abbiamo iniziato a definire “populismo”. Ne esiste uno di destra, che Trump incarna alla perfezione, ma ne esiste anche uno di sinistra, che la coppia formata da Bernie Sanders ed Alexandria Ocasio Cortez stanno cercando d’importare, seguendo un modello che persiste per lo più in Europa e in Sud America, negli States.

Alexandria Ocasio Cortez si è candidata alle primarie democratiche valevoli per un posto al Congresso nel 2017. E nel 2018 è stata eletta. La portata di quella che rimane una performance più unica che rara nelle sue caratteristiche dipende anche dal nome del suo oppositore interno: quando Joseph Crowley ha vinto per la prima volta nel collegio del Bronx era il 1999. Stando alle ricostruzioni che circolano, le velleità del politico erano chiare: occupare il posto che poi sarebbe stato assegnato a Nancy Pelosi, ossia la sedia dello speaker della Camera. Il documentario di Netflix sopracitato inizia con la Cortez che parla delle differenze di genere, che in America risultano essere ancora percepite. “Come ti prepari – dichiara AOC – a qualcosa che non sai se accadrà?”. Bernie Sanders, a quelle elezioni di medio-termine, era considerato uno sconfitto di pregio, un socialista, che due anni prima aveva perso contro Hillary Clinton, ma che poteva comunque contribuire ad una svolta programmatica favorevole ai penultimi e agli ultimi. E Sanders, in quella fase, ha scelto proprio di appoggiare la Cortez, che gli avrebbe poi restituito il credito, sostenendo il senatore del Vermont alle primarie presidenziali del 2020. Da quel momento in poi, sarebbe sorta la cosiddetta “corrente Sanders”, l’America profonda, ma di sinistra, riunita attorno ai suoi due leader.

Bernie Sanders è il padre politico di AOC. I due condividono la necessità di rivedere nel complesso il paniere dei diritti garantiti agli americani: dalla sanità pubblica per tutti, alla “free education”, passando per la lotta alle assicurazioni private e alla libertà d’ingresso per i migranti messicani e non. Sanders ed Alexandria Ocasio Cortez sono in sintonia perfetta. Anche se il termine “socialista” rimane avvolto nel manto dei tabù impronunciabili. La grande sfida dei Sanders e delle Cortez in fin dei conti è proprio questa: vincere della battaglie che in Europa sarebbero valutate alla stregua di banali rivendicazioni degli emisferi progressisti. Ma negli States un programma elettorale di quel tipo equivale ad un aumento della tassazione che buona parte della popolazione, repubblicani in testa, reputa inapplicabile. E la “new left” si deve scontrare con una realtà che non sembra disposta a cambiare. Bernie Sanders sfonda tra le giovani generazione pure grazie alla rabbia cavalcata dalla Cortez, che è ideologicamente schiacciata sull’anti-trumpismo militante.

L’incremento della spesa pubblica, con la tutela della sanità e dell’istruzione, è uno dei mantra programmatici di Alexandria Ocasio Cortez. Ma non è certo l’unico. La deputata, dopo essere stata eletta al Congresso, è emersa soprattutto per la proposizione di un piano, il Green New Deal, che sulla scia di quanto predicato da Greta Thunberg, dovrebbe modificare la società occidentale in senso ambientalista. Non è soltanto una questione relativa al numero di aerei presi, che per AOC deve scendere in modo rimarchevole. Si tratta di modificare lo stile comportamentale degli statunitensi. Un po’ come aveva provato a fare Michelle Obama per la alimentazione. Ma per The Donald – manco a dirlo – si tratta di misure irrealizzabili, che comprometterebbero l’economia. Zero emissioni, zero carbone, utilizzo esclusivo delle energie rinnovabili: questa, in estrema sintesi, è l’utopia di Alexandria Ocasio Cortez. Il Green new deal, durante le primarie del 2020, è stato sposato dalla maggior parte di candidati. Tutto il disegno della Cortez è intriso di ecologismo: l’ambientalismo viene così correlato per esempio ai nativi, che vedono soddisfatta la loro domanda di rappresentatività. Tra le proposte più criticate, c’è di sicuro quella della diminuzione demografica: la Cortez, e quelli della sua corrente, pensano che l’umanità stia crescendo troppo. E che per salvare l’ambiente si debba limitare il numero di figli a persona.

Alexandria Ocasio Cortez non è solo la speranza della nuova sinistra, ma anche la più giovane deputata ad essere mai stata eletta nella storia degli Stati Uniti. Non è un peso per lei, che anzi ha sfruttato questo primato storico per provare ad incidere sulle logiche interne al partito di cui fa parte, senza riuscirci troppo. Gli elettori degli asinelli hanno compreso quanto AOC possa dare in prospettiva, ma non la considerano pronta. Del resto, nessuno a trent’anni può ambire a posti di rilievo. Una candidatura da presidente degli Stati Uniti o da vice, anche nel caso Alexandria volesse, rimane improbabile pure pensando al 2024. AOC ha davvero tanta strada da fare. E questo, a guardar bene, è il quesito che la accompagnerà da qui ai prossimi anni: nonostante abbia avuto accesso al Congresso prima di compiere i trent’anni, la Cortez riuscirà a rimanere fedele a se stessa o si comprometterà con l’establishment partitica pur di sbarcare il lunario? Per ora non possono essere date risposte certe.

Nel Bronx – vale la pena segnalare come AOC sia stata eletta anche nel distretto del Quince – sono un po’ territoriali, per usare un eufemismo. Quando è uscito Joker, la pellicola di Todd Phlipis, la scalinata in cui Joaquin Phoenix balla, che si trova proprio da quelle parti, è stata presa da mira da coloro che desideravano, e desiderano tuttora, immortalare se stessi nella posizione dell’avversario di Batman, mentre nel film, con una danza, sigilla di aver finalmente raggiunto una propria identità soddisfacente. Ma da quelle parti non sono tanto inclini ad assecondare la fan base. Pure la Cortez ha detto la sua sul fenomeno: “Sono contenta di poter dire che il Bronx è molto più sicuro ora. Credo – ha aggiunto – che molti di noi stiano pensando: ‘Ehi, tenete i vostri post di Instagram lontani da Boogie Down’ …Nel senso, ‘è una cosa nostra’. Ma il Joker di Todd Philips – e questo forse è uno degli elementi di maggiore interesse – non si discosta molto, almeno in termini sociali, dalle situazioni esistenziali che Alexandria dice di voler risollevare. Sappiamo, ad esempio, quanti problemi l’America abbia con le dipendenze. Bene, alla Cortez più di qualcuno ha riconosciuto il merito di aver sollevato, in modo pure deciso, i legami che intercorrerebbero tra certe aziende farmaceutiche e la somministrazione continuativa di oppiacei o di sostanze in grado di aumentare la concentrazione, che ai giovani negli States possono essere prescritte abbastanza presto. Il Joker di Todd Philips non sembra essere dipendente, ma nel corso della storia perde l’assistenza psicologica per via dei tagli esecutivi. AOC vorrebbe che l’Obamacare – quella che Trump vorrebbe far sparire per via dei costi – fosse addirittura estesa.



WONDER WOMAN
Niram Ferretti
2 giugno 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Eccola, è arrivata la Giustiziera Sociale che vuole liberare gli americani "dall'opressione dell'ingiustizia sociale ed economica". Lei ci spiega che tutto va cambiato. Bisogna STABILIRE la giustizia, e lei, Alexandra Ocasio Cortez sa come fare.

"Se pretendi che finiscano i disordini, ma non credi che l'assistenza sanitaria sia un diritto umano, se hai paura di dire che le vite dei neri contano e hai paura di denunciare la brutalità della polizia, allora non stai davvero chiedendo che cessino i disordini: stai chiedendo che l'ingiustizia continui". Queste le parole che l'esponente democratica Alexandria Ocasio-Cortez.

"L'unico modo per risolvere questa situazione e uscirne definitivamente è garantendo giustizia".

Ocasio-Cortez sa come fare. Un bel po' di socialismo, lei lo chiama socialismo democratico. Il collettivismo ci salverà e stabilirà la giustizia. I disordini, i saccheggi, le auto e i negozi dati alle fiamme, i grandi magazzini depredati, non sono il segno della delinquenza, non sono il frutto di criminali incalliti e occasionali, no, sono il frutto "dell'oppressione dell'ingiusizia sociale ed economica".

Lei che vorrebbe l'abolizione dei confini degli Stati Uniti. Più immigrati, più Stato, meno capitalismo. Più giustizia. Meno Trump, più Maduro. Se si pretende che finiscano i disordini, se no andranno avanti.



I democratici negano le violenze e insistono che sono le forze federali a impedire ai manifestanti "pacifici" di esercitare il loro diritto a manifestare sancito dal I emendamento.

https://www.facebook.com/watch/?v=287334909348702
Il Rappresentante democratico, Jerry Nadler, Capo della Commissione Giustizia della Camera, in questi giorni ha anche affermato che gli antifa sono un mito..
Il segretario ad interim del Dipartimento della Sicurezza nazionale (DHS), Chad Wolf ha twittato questo video che mostra le violenze in corso a Portland, Oregon e gli agenti del DHS a difesa del Tribunale federale
Folle pacifiche non commettono crimini federali. 20 feriti tra gli agenti federali a Portland lo scorso weekend.


I democratici che guidano le città e gli Stati dove avvengono le proteste violente, al posto di intervenire per far cessare le violenze, danno dei nazisti alle forze dell'ordine federali che stanno proteggendo le strutture federali e contenendo i violenti.

Il Segretario ad interim alla Sicurezza Nazionale (DHS), Chad Wolf ha reagito alle parole della Speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi che si è riferita agli agenti delle forze dell'ordine federali che tentavano di reprimere i disordini a Portland, nell'Oregon, come a degli "stormtroopers".

“Uno, è disgustoso. In secondo luogo, è un attacco a tutti i funzionari di polizia federali o civili o statali e locali che hanno prestato giuramento per proteggere le loro comunità, per proteggere, nel nostro caso, le strutture federali, per fare il loro lavoro e penso che sia molto, ma molto pericoloso" Wolf ha dichiararo venerdì 24 luglio su Fox News.

Pelosi aveva fatto riferimento agluli "stormtroopers", evocando le forze paramilitari della Germania nazista, la scorsa settimana a seguito di affermazioni secondo cui gli ufficiali federali stavano arrestando i manifestanti portandoli via in veicoli non contrassegnati.

Wolf ha continuato:
"Il fatto che tu chiami qualsiasi autorità di polizia, stormtroopers, li abbiamo sentiti chiamare anche "criminali "o" Gestapo" è assolutamente assurdo", ha detto Wolf. “Stanno facendo rispettare la legge. Stanno facendo rispettare lo statuto approvato dal Congresso, approvato da persone come il Presidente Pelosi e altri, che hanno votato sulla legislazione che conferisce al Dipartimento della Sicurezza nazionale l'autorità di proteggere le strutture federali e di effettuare arresti su persone che prendono di mira e commettono atti criminali contro strutture federali e agenti delle forze dell'ordine federali ".



Il senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz domenica ha accusato i democratici di aver deliberatamente cercato di estendere i lockdown di aziende e scuole in modo che il presidente Trump fosse politicamente danneggiato (a causa delle conseguenze economiche e sociali) in vista delle elezioni presidenziali.
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 6808949072

I sindacati degli insegnanti allineati ai democratici si sono opposti alla riapertura delle scuole. A Los Angeles, il sindacato degli insegnanti ha fatto apertamente richieste politiche come parte del suo piano di riapertura , incluso il definanzianento della polizia, la tassazione dei ricchi, l'attuazione di una moratoria sulle scuole private, la fornitura di "Medicare-per-tutti" (assistenza medica) e l'ottenimento di maggiori finanziamenti federali.

"Siamo a 100 giorni dalle elezioni presidenziali e l'unico obiettivo che i democratici hanno è sconfiggere Donald Trump" ha dichiarato Cruz a "Face the Nation" di CBS News

"E hanno cinicamente deciso che il modo migliore per sconfiggere Donald Trump è chiudere tutte le attività economiche in America, chiudere tutte le scuole in America."

Il Reddito di cittadinanza by Democrats

Il senatore ha poi criticato il piano dei democratici per un altra legge per stimolare l'economia nell'ambito della pandemia di Coronavirus.

"La politica che [il presidente della Camera] Nancy Pelosi e i democratici stanno spingendo è di aggiungere ulteriori $ 600 alla settimana di denaro federale al sussidio di disoccupazione. Il problema è che il 68% delle persone che lo ricevono in questo momento, vengono pagati di più rispetto a quando avevano un lavoro."

"E ti dirò, ho parlato con i proprietari di piccole imprese in tutto lo stato del Texas che stanno cercando di riaprire e stanno chiamando i loro camerieri e cameriere e non ritorneranno a lavorare.
E, naturalmente, non torneranno perché il governo federale li sta pagando, in alcuni casi, il doppio del salario che percepivano prima, per restare a casa".

"D un legge di recupero? Una legge di recupero diminuirebbe le tasse e toglierebbe i regolamenti che stanno soffocando le piccole imprese così che la gente possa tornare al lavoro. Una legge di recupero sospenderebbe l'imposta sui salari, il che darebbe un aumento di stipendio per tutti coloro che lavorano in America. È questo alla fine che riporta le persone al lavoro".


Che insulsa, la moglie di Obama!

Michelle Obama è depressa e la colpa è di Trump: "Ansia nel cuore della notte per i conflitti razziali"
Francesca Galici - Gio, 06/08/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/mi ... 1596715365

Michelle Obama rivela di soffrire di depressione e punta il dito contro Donald Trump e, a suo dire, l'ipocrisia nella gestione dei conflitti razziali
Michelle Obama ha fatto una rivelazione inaspettata nel nuovo episodio del suo podcast su Spotify. L'ex first lady ha dichiarato di essere depressa: "Da qualche tempo soffro di una lieve depressione e sto cercando di affrontarla".
Parole che hanno rapidamente fatto il giro del mondo per il modo diverso dal solito di raccontarsi e di raccontare la sua figura, per tanti anni avvolta dall'aura istituzionale di suo marito.

Negli otto anni trascorsi alla Casa Bianca, Michelle Obama ha sempre voluto far passare di sé l'immagine della donna forte e risoluta, della colonna di supporto discreta per il marito impegnato nella gestione di uno dei Paesi più importanti del mondo. In questa nuova veste, invece, mostra il lato fragile e inedito sconosciuto ai più. Fragile sì, ma non arrendevole. Michelle Obama è combattiva e non manca di attaccare, ancora, il presidente Donald Trump, che è succeduto a suo marito negli uffici della Casa Bianca. Nell'ultimo episodio ha preso di petto la politica immigrazionista di Trump con una bordata inedita per forza e precisione. L'ex first lady, infatti, ha addossato alla gestione Trump il suo stato d'animo tendente alla depressione, in particolare alle proteste razziali e alla gestione della pandemia in atto con violenza negli Stati Uniti.

"Cerco di combattere il mio stato d'animo con la routine, ma ho problemi di sonno, spesso mi sveglio nel cuore della notte con l'ansia, come se fossi preoccupata di qualcosa o avessi un peso. E non è solo un fatto legato alla quarantena, ma i conflitti razziali, le risposte di questa amministrazione, la sua ipocrisia... È scoraggiante, demoralizzante...", ha affermato Michelle Obama facendo leva con insistenza sulle questioni razziali, che negli ultimi mesi sono stati al centro delle cronache americane e non solo. "Svegliarsi e vedere che la questione razziale continua ad essere una piaga di questo Paese, svegliarsi e vedere che ancora una volta un afroamericano o un'afroamericana in un modo o nell'altro viene disumanizzato, ferito, ucciso, o falsamente accusato di qualcosa... È estenuante, sfibrante", conclude la moglie di Barack Obama.

Questo pensiero pare logorare lo stato d'animo dell'ex fist lady della Casa Bianca, che si lamenta non avere nemmeno la concentrazione adeguata per svolgere il suo tanto amato programma di allenamento quotidiano. Un campanello d'allarme importante per lei, che ha fatto dell'esercizio fisico e delle diete salutiste il suo baluardo per tanti anni.




LE PREOCCUPAZIONI DI GEORGE SOROS il demenziale sinistro pro invasione, pro nazismo maomettano, pro razzismo contro i bianchi e i cristiani, gli euroamericani e gli europei, un vero criminale
12 agosto 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063


George Soros, in una intervista oggi pubblicata su "La Repubblica" esprime la sua preoccupazione. Per che cosa? Per L'Italia.

Ascoltiamolo.

"La mia principale preoccupazione in questo momento riguarda l'Italia. Matteo Salvini, leader antieuropeo ha guadagnato consensi finchè, sopravvalutando il suo successo, ha commesso l'errore fatale di provocare la crisi di governo. La sua popolarità è in declino, ma è in ascesa quella di Giorgia Meloni di Fratelli di Italia, ancora più estremista e della stessa coalizione".

L'estremista ancora più estremista Giorgia, sarà forse lusingata da questa caratterizzazione fatta dal grande speculatore, che, nella stessa intervista, qualifica Trump come un imbroglione e un violatore della Costituzione americana (varie volte), anche se non spiega come l'avrebbe violata.

Dobbiamo preoccuparci noi per la preoccupazione di Soros?

Nel mentre, apprendiamo dalla stessa intervista che ha donato 220 milioni di dollari alla "causa dell'eguaglianza razziale e alle cause dei neri". L'intervistatore gli chiede cosa ne pensa di Black Lives Matter e lui risponde prevedibilmente:

"È davvero importante. È la prima volta che una larga maggioranza della popolazione, non solo gli afroamericani, riconosce che l'attuale discriminazione contro i neri può essere ricondotta alla schiavitù".

Frase memorabile. Tutta colpa della schiavitù se George Floyd è stato ucciso e se altri neri americani vengono uccisi dalla polizia, così come è senz'altro colpa della schiavitù se percentualmente la maggioranza dei crimini negli Stati Uniti è commessa dai neri americani.

Trump l'imbroglione, la Meloni estremista, Black Lives Matter un movimento importante (quanti sono i denari da parte di Soros che sono arrivati direttamente nelle sue casse?)

Il pensiero di Soros è luminoso, lui è l'alfiere della Società Aperta, di un mondo senza confini e paratie in cui le differenze nazionali, le identità troppo connotate (come quella ebraica, per esempio) saranno dissolte e finalmente verrà alla luce l'Umanità.

Non è un pensiero particolarmente originale. Idee simili le avevano già avute Saint Simon, il suo discepolo Auguste Comte e, naturalmente, Karl Marx. Ognuno, a suo modo, voleva disalienare gli uomini e renderli più felici. È esattamente l'impegno di Soros, il quale, ha devoluto la parte più consistente della sua enorme sostanza, 32 miliardi di dollari (sì, leggete bene) alla costellazione di ONG che compone la sua creatura, la Open Society Foundations, la quale, in suo nome, continuerà a operare anche dopo la sua morte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 2:58 pm

Il politicamente scorretto e demenziale


OH NO, ANCHE USARE LA BICI È RAZZISTA! – LA BBC DÀ LA COLPA AI BIANCHI PERCHÉ LE MINORANZE USANO MENO LA BICICLETTA – SECONDO LA TV BRITANNICA PEDALARE È UN HOBBY PER RICCHI HIPSTER BIANCHI E LE DISCUSSIONI SULLE INFRASTRUTTURE SONO INFLUENZATE DA UNA “PICCOLA ELITE DI APPASSIONATI” DOVE MANCA LA DIVERSITÀ DI RAZZA E GENERE
2 ago 2020
Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cro ... 243557.htm
https://www.bbc.com/worklife/article/20 ... -inclusive

Allarme rosso dell' alfiere britannico del politically correct, la Bbc: andare in bicicletta è tanto salutare per noi e per il pianeta, specie in tempi di Covid, ma è così maledettamente bianco, ricco, se non addirittura suprematista.

La Bbc si è accorta che i neri non vanno in bicicletta, o che se ci vanno lo fanno in condizioni deleterie a loro rischio e pericolo, che le città ricche hanno le piste ciclabili e i quartieri poveri e disagiati, oltre a soffocare nello smog, non le hanno. Che a Londra ad esempio lo stereotipo di chi va al lavoro in bici è quello dell' hipster bianco col grano o del professionista benestante, mentre le donne rappresentano solo il 27% e i Bame, come li chiamano in Inghilterra (Black, Asian, and minority ethnic), solo il 15%.

Di chi è dunque la colpa? Il problema, fa notare la Bbc, è che «le voci coinvolte nelle discussioni sull' infrastruttura ciclistica spesso mancano di diversità di razza, genere, classe, abilità fisica e persino stile ciclistico» e che le decisioni prese in favore delle piste ciclabili e per rendere la vita del ciclista migliore sono influenzate da una «piccola élite di appassionati», una sorta di circoli di benpensanti con buone relazioni con funzionari locali, cioè con i politici.

Tali gruppi sono generalmente composti da gente che sta bene e che quindi può permettersi anche di pensare a migliorare la fruibilità del loro mezzo di trasporto preferito che nel contempo è sport e stile di vita. I loro interessi però non necessariamente coincidono con quelli di «persone con background, bisogni e realtà di quartiere diversi».

Ciò sarebbe particolarmente evidente in una città come Londra dove varie ricerche avrebbero evidenziato come «il ciclismo sia dominato da un particolare gruppo demografico - professionisti maschili benestanti che possono permettersi biciclette specializzate e abbigliamento performante».

Il che avrebbe creato anche un pericoloso circolo vizioso in quanto, secondo un' altra ricerca datata 2011 riportata dalla Bbc, il fatto che in giro per la capitale inglese si vedano in bicicletta solo personaggi di tal fatta, cioè bianchi ben vestiti e alla moda, scoraggia tutti gli altri a fare uso delle due ruote: «L' invisibilità dei ciclisti neri e asiatici» dice sorprendentemente la ricerca «riduce le loro opportunità di vedere il ciclismo come un mezzo di trasporto».

Insomma, se ci sono meno neri in bicicletta ancora una volta è colpa di un retrogrado sistema i cui meccanismi sono manovrati da maschi, bianchi, preferibilmente ricchi che se ne infischiano degli immigrati, delle periferie e della loro sicurezza.

Il nero sulle due ruote, protesta la Bbc, è così genericamente malvisto che una ricerca della Stanford University fa notare come a Oakland in California il 60% dei ciclisti fermati dalla polizia sia afroamericano quando lo stesso gruppo compone solo il 28 per cento della popolazione della città.

La prestigiosa testata british insiste su questo punto cruciale, sottolineando il fatto che la mancanza di infrastrutture ciclabili nelle periferie che rende l' uso delle due ruote complicato e pericoloso si fonda specie in America su basi di disparità razziale. Gira e rigira alla fine qualcuno dirà che se gli afroamericani non vanno in bicicletta in fondo è colpa di Colombo. Di chi se no?



“L’America non è un paese razzista”
9 Luglio 2020

https://www.ilfoglio.it/un-foglio-inter ... I.facebook

Questo articolo è stato pubblicato su Un Foglio internazionale, ogni lunedì due pagine a cura di Giulio Meotti con spunti e segnalazioni dalla stampa estera che nessun altro vi farà leggere.

“L’indignazione è la risposta naturale all’uccisione brutale di George Floyd”, scrive la studiosa Ayaan Hirsi Ali sul Wall Street Journal. “Tuttavia, l’indignazione e il buonsenso difficilmente vanno a braccetto. Un atto brutale da parte della polizia ha dato vita a un clima rivoluzionario. Le proteste sono degenerate nella violenza e nel vandalismo. I negozi sono stati distrutti, i poliziotti e i civili sono stati feriti e uccisi. Lo slogan condivisibile ‘black lives matter’ è stato affiancato da un altro slogan senza senso: ‘Meno soldi per la polizia’.

I politici democratici – e alcuni repubblicani – hanno cercato di compiacere i manifestanti. I sindaci di Los Angeles e New York hanno promesso di tagliare le risorse municipali destinate alla polizia. Il consiglio comunale di Minneapolis ha detto che intende rimuovere il dipartimento di polizia. La speaker della Camera dei rappresentanti (Nancy Pelosi, ndt) e alcuni deputati democratici si sono inginocchiati in Campidoglio. Il senatore Mitt Romney si è unito a una marcia.

I dirigenti di azienda hanno cercato di identificare i loro marchi con le proteste. Politici, giornalisti e altri personaggi pubblici che avevano sostenuto il lockdown hanno improvvisamente perso interesse per l’infezione. Un epidemiologo della John Hopkins University ha scritto su Twitter il 2 giugno: ‘In questo momento i rischi alla salute pubblica derivanti dal razzismo sistemico eccedono di lunga i danni del virus’.

Nonostante sia una nera africana – un’immigrata che si è liberamente recata negli Stati Uniti – sono consapevole delle difficoltà e della miseria di cui gli afroamericani sono stati vittime per secoli. Schiavitù, ricostruzione, segregazione: conosco la storia. Esiste ancora un pregiudizio razziale in America e si manifesta nel modo in cui alcuni poliziotti interagiscono con gli afroamericani. Sono consapevole che misurando gli indicatori di ricchezza, sanità ed istruzione, gli afroamericani sono ancora molto indietro rispetto al resto della società. Sono altrettanto consapevole che le comunità afroamericane sono state colpite con grande forza sia dal Covid-19 che dalla crisi economica causata dal lockdown.

Tuttavia, quando sento che gli Stati Uniti sono distinti soprattutto dal razzismo, quando vedo che libri come ‘White Fragility’ di Robin DiAngelo sono in cima alla lista dei bestseller, quando leggo di giornalisti ed educatori che vengono licenziati per avere messo in dubbio le ortodossie di Black Lives Matter - allora mi sento obbligata a fare sentire la mia voce. ‘Quello che i media non vi dicono - ho scritto su Twitter il 9 giugno - è che l’America è il miglior posto al mondo in cui essere neri, donne, gay o trans. Abbiamo i nostri problemi e dobbiamo risolverli. Ma la nostra società e il nostro sistema non sono affatto razzisti’. L’America sembra diversa se sei cresciuta come me in Africa e in medio oriente. In quei luoghi ho visto tre fenomeni. Innanzitutto, lotte intestine tra africani - dove tutti i combattenti erano neri, e non c’erano bianchi presenti. Secondo, l’anarchia che deriva dall’assenza di polizia, legge e ordine. Terzo, il razzismo (e sessismo) profondo di una società come quella saudita, dove la schiavitù di fatto esiste ancora. Sono arrivata negli Stati Uniti nel 2006, dopo avere vissuto in Olanda dal 1992 in poi. Come molti immigrati sono arrivata in America con la convinzione che sarei stata giudicata in base ai miei meriti e non in base a pregiudizi razziali o sessuali.

C’è un motivo per cui gli Stati Uniti restano la destinazione preferita dagli immigrati. A differenza dell’Unione europea, in America non c’è quasi alcuna differenza nel tasso di disoccupazione tra chi è nato in patria e chi è nato all’estero. Noi immigrati vediamo i difetti della società americana: il sistema sanitario costoso ma inefficiente, il caos delle scuole pubbliche nei quartieri a basso reddito, la povertà che nessun programma sociale può alleviare. Ma come hanno mostrato Charles Murray e J.D. Vance questi problemi non sono confinati ai neri americani. Per usare le parole di Murray, anche l’America dei bianchi sta cadendo a pezzi. I divorzi e l’alienazione dei giovani sono un problema ad Appalachia così come nelle città dell’entroterra. Se l’America è una società strutturalmente razzista, allora perché le ‘morti per disperazione’ studiate da Anne Case e Angus Deaton sono concentrate tra i bianchi americani di mezza età? Il Covid-19 non ci avrà mica fatto dimenticare l’epidemia dell’oppio, che ha afflitto soprattutto la popolazione bianca?

Questo paese ha solamente 244 anni, ma potrebbe mostrare dei segni di invecchiamento. Un tempo gli americani erano famosi per il loro atteggiamento pratico. Alexis de Tocqueville si lamentava che gli europei affidavano i loro problemi alle autorità centrali a Parigi o Berlino.

Gli americani tradizionalmente risolvevano i loro problemi localmente, attraverso i consigli comunali o le associazioni civiche. Questo spirito ancora esiste, anche se oggi dobbiamo incontrarci su Zoom. Ma la vecchia domanda – ‘come possiamo aggiustarlo?’ – sta per essere sostituita da un’altra domanda: ‘Perché il governo non può aggiustarlo?’.

Molti di noi non vogliono risolvere il problema e cercano di evitare delle soluzioni fattibili. Hanno un ovvio incentivo politico a non volere risolvere i problemi sociali perché questi sono alla base del loro potere. Questo è il motivo per cui, quando uno studioso come Roland Fryer mostra che è semplicemente falso che la polizia uccide i neri più dei bianchi, non si cerca di leggere lo studio ma di screditare l’autore.

Non ho alcuna obiezione all’affermazione ‘black lives matter’. Ma il movimento che porta questo nome è ostile a ogni forma di discussione seria e guidata dai fatti riguardo a un problema che sostiene di avere a cuore. La rapidità con cui accademici, giornalisti e imprenditori si inchinano dinanzi a BLM è ancora più inquietante. I molti problemi sociali dell’America non verranno risolti finché la libertà di stampa e di pensiero non verrà difesa in pubblico. Senza di esse, non può esserci una discussione onesta.

L’élite americana ha brancolato in questo caos. Abbiamo avuto otto anni di hybris edonistica con Bill Clinton. Poi è arrivato l’11 settembre e per otto anni gli Stati Uniti si sono rovinati in Afghanistan, Iraq e nella crisi finanziaria. In seguito siamo stati governati per otto anni da un presidente liberal, ed è tornata l’hybris. Una politica ipocrita è andata a braccetto con una gestione economica profondamente iniqua. Durante questo periodo, molti americani si sono sentiti completamente tagliati fuori dal boom tecnologico e dalla globalizzazione. Non pensavo che sarei mai stata d’accordo con Michael Moore. ‘L’elezione di Trump sarà il più grande dito medio mai registrato nella storia umana’, aveva detto prima del voto nel 2016. Credo ancora che la sua analisi sia giusta. Trump non è stato eletto per la sua eloquenza. E’ stato eletto per sventolare il dito medio a tutti coloro che erano stati al comando per decenni.

Ma non puoi fare il dito medio a una pandemia, e quindi il 2020 ha esposto i limiti della presidenza Trump. Tuttavia, quando guardi alle alternative ti domandi dove potrebbero condurci. Un ritorno all’hybris degli anni Novanta e Duemila? Credo che un’altra batosta costringerà molti liberal di centro sinistra a dire: Questo non è stato un episodio isolato, abbiamo un problema serio. Si troveranno nella stessa posizione della sinistra britannica dopo quattro anni di gestione Corbyn e due sconfitte elettorali, quando i moderati hanno finalmente cacciato i radicali fuori dai posti di comando. In un modo o nell’altro, il Partito democratico deve trovare il modo di cacciare fuori i socialisti che lo stanno distruggendo. Anche i repubblicani devono cambiare il loro modus operandi. Devono ritrovare un rapporto con i giovani. Devono rivolgersi alle preoccupazioni degli ispanici. E devono ascoltare gli afroamericani, che sicuramente non vogliono che la polizia nei propri quartieri venga rimpiazzata dalle Ong liberal. Abbiamo meno di quattro mesi per risolvere questo problema usando il vecchio metodo americano. Dobbiamo capire come contenere il Covid-19 dato che anche le vite degli anziani contano. Questo gruppo demografico, assieme alle minoranze etniche, è stato colpito maggiormente dall’epidemia. Inoltre bisogna anche capire come ridurre la violenza e la criminalità, dato che la polizia non userebbe le pistole se i criminali non portassero le armi. Soprattutto dobbiamo svolgere un’elezione a novembre che non sia macchiata da problemi procedurali, sospetti di brogli e tensioni postelettorali. Chi lo sa? Forse i candidati alla presidenza troveranno il tempo di affrontare queste difficoltà - non con indignazione ma con il pensiero critico che un tempo rendeva noi americani famosi e che prevede l’autocritica come primo passo per la ricerca delle soluzioni”.




CENSURA D’OPINIONE (che riguarda tutti noi)
CANADA
Un ufficiale della polizia regionale di Peel, anche candidato alla pubblica amministrazione, è sotto inchiesta dopo aver presumibilmente pubblicato materiale islamofobico sul suo profilo Facebook.
https://www.vice.com/en_ca/article/y3zb ... obic-posts

Michael Vertolli, veterano della polizia da 19 anni, avrebbe pubblicato circa una dozzina di video e articoli che, secondo il Consiglio nazionale dei musulmani canadesi, davano un'immagine bigotta dei musulmani. Il Consiglio ha presentato una denuncia contro Vertolli alla polizia di Peel. Pare che Vertolli abbia anche condiviso altri link contrari a Black Lives Matter e agli attivisti di sinistra. Gli screenshot dei post del 2016 e del 2017, sulla pagina Facebook personale di Vertolli, mostrano che Vertolli avrebbe pubblicato diversi link con titoli tra cui "Civilization Jihad is Here" o "SHOCKING video dell’Islam radicale nella scuola canadese". Tutti link che promuovevano idee islamofobe implicando che i musulmani, a causa delle loro credenze religiose, sono una minaccia per la pace e le donne. L'agente Sarah Patten, portavoce della polizia di Peel, ha dichiarato di essere stata recentemente informata dei post di Vertolli il quale è sotto indagine.

Vertolli ha parlato brevemente con VICE News al telefono e ha rifiutato di commentare gli screenshot. Quando gli è stato chiesto apertamente se negasse di averli pubblicarli, Vertolli ha riagganciato il telefono. Peel Regional Police, la seconda più grande forza di polizia municipale dell'Ontario dopo Toronto, è stata sottoposta a un intenso controllo pubblico dopo che un poliziotto ha ucciso il 62enne Ejaz Ahmed Choudry nella sua casa all'inizio di questo mese, durante un controllo. La famiglia di Choudry afferma che l’uomo soffrisse di una malattia mentale e che avesse avuto un episodio schizofrenico quando sono arrivati gli sbirri.

Il Canada ha affrontato una sorta di resa dei conti nelle ultime settimane con le proteste guidate da Black Lives contro la brutalità della polizia e il razzismo anti-nero, le quali si sono diffuse in tutto il paese a seguito dell'uccisione di George Floyd. Le richieste di togliere i fondi ai dipartimenti di polizia negli Stati Uniti e in Canada sono diventate una priorità di BLM e altri attivisti. Recentemente anche agenti di polizia di entrambi i paesi sono stati colpiti per i loro post sui social media. Uno a Ottawa è accusato di condividere meme razziste, un altro a Belleville sta affrontando richieste di licenziamento dopo che sono emersi post di lui che indossava una maglietta della bandiera confederata.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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