La criminalità negli USAStatistiche manipolate, i dati dovrebbero letti sulla base della percentuale etnica dei comportamenti criminali e delinquenziali, i neri delinquono molto di più dei bianchi.La polizia Usa uccide più neri che bianchi, specie se giovani, rispetto alla popolazione
18/07/2016
https://www.giornalettismo.com/violenza ... atistiche/ Le uccisioni di afro-americani da parte della polizia statunitense stanno provocando forti tensioni etniche. Dopo Dallas, ora anche a Baton Rouge diversi poliziotti sono stati uccisi da un afro-americano vendicando così l’uccisione di un nero avvenuta pochi giorni fa. Il Washington Post ha avviato un progetto in cui si mostra come effettivamente gli afro-americani siano più frequentemente vittime della polizia rispetto ai bianchi, anche se Time sottolinea come il vero problema sia l’eccessiva violenza da parte delle forze dell’ordine.
Nel 2015 uno dei più importanti quotidiani statunitensi, The Washington Post, ha avviato un progetto editoriale per conteggiare le persone uccise dalla polizia. Un calcolo alternativo alle cifre ufficiali fornite dalle autorità americane, che arrivano in ritardo e dati che non sembrano sempre rispecchiare la verità dei fatti. Dal primo gennaio del 2015 fino a settimana scorsa le vittime della polizia Usa sono state 1502: 732 bianchi, 381 neri, e 382 appartenente a un’altra minoranza etnica. Il conteggio dei soli morti fornisce però un quadro parziale, visto che gli afro-americani sono molto meno dei bianchi, che rappresentano il 62% della popolazione, contro il 13% dei neri. Le vittime della polizia sono però per il 49% di origine anglosassone o europea, rispetto al 24% di afro-americani uccisi. I neri hanno una probabilità di 2 volte e mezzo superiore ai bianchi di esser ammazzati dalla polizia. Gli agenti Usa hanno ucciso lo stesso numero di bianchi e neri non armati, 50. La probabilità di morte per un afro-americano non armato è stata superiore di 5 volte rispetto a un bianco nell’ultimo anno e mezzo.
La sproporzione tra neri e bianchi uccisi dalla polizia diventa ancora più evidente per quanto riguarda i giovani tra i 18 e i 29 anni. Tra gennaio e luglio 2015 gli afro-americani tra i 18 e i 29 anni vittime degli agenti sono stati 175: 24 di loro erano disarmati. Tra i giovani bianchi gli uccisi sono stati 172, di cui 18 senza armi. I conservatori e i difensori delle forze dell’ordine abitualmente contestano queste statistiche rimarcando come nelle comunità nere il tasso di reati compiuti sia molto più alto. Il dato più citato è fornito dal Fbi, che rimarca come nelle 75 più grandi contee degli Usa il 62% degli accusati di furti, il 57% degli accusati di omicidio fosse nero nonostante una percentuale della popolazione pari al 15%. Altre ricerche però smentiscono, almeno parzialmente, questa interpretazione, visto che non ci sarebbe alcuna correlazione tra il tasso di crimine e la sproporzione etnica degli omicidi della polizia, così come sia appurata la maggior predisposizione degli agenti a usare la forza contro i neri. Un commento pubblicato su Time rimarca però che il vero problema è l’eccessiva violenza della polizia nei confronti della popolazione.
Delinquenti arrestati dalla polizia nel 2012https://it.qwe.wiki/wiki/Crime_in_the_United_States Bianco 6.502.919 (223.553.265 abitanti) 2,91%
Nero 2.640.319 (38.929.319 abitanti) 6,78%
American Indian o Alaska Native 135.165 (2.932.248 abitanti) 4,61%
Asiatico o Islander Pacific 112.322 (15.214.265 abitanti) 0,738%
Caratteristiche di criminali variano dalla media per specifici tipi di reati e crimini specifici. In termini di crimine violento per sesso, nel 2011, 80,4% delle persone arrestate erano maschi e il 19,6% era di sesso femminile. I maschi erano 88,2% degli arrestati per omicidio, mentre le femmine erano 11,8%. Tra gli arrestati per stupro nel 2011, i maschi erano 98,8% e le femmine erano 1,2%. Per reati contro il patrimonio nel 2011, il 62,9% delle persone arrestate erano maschi e il 37,1% era di sesso femminile.
Per il crimine violento da corsa nel 2011, 59,4% degli arrestati erano bianchi, 38,3% erano neri, e il 2,2% erano di altre razze. Per le persone arrestate per omicidio nel 2011, il 49,7% erano neri, il 48% erano bianchi, e il 2,3% erano di altre razze. Per le persone arrestate per stupro nel 2011, il 65% erano bianchi, 32,9% erano neri, e il 2,1% erano di altre razze. Per reati contro il patrimonio nel 2011, il 68,1% delle persone arrestate erano bianchi, il 29,5% erano neri, e il 2,4% erano di altre razze.
Nel 2011, le forze dell'ordine ha riportato 6.222 casi motivati da pregiudizi, noto come crimini d'odio, per i quali sono stati identificati 5.731 trasgressori. Di questi, il 59% erano bianchi, il 20,9% erano neri, il 7,1% erano di varie razze, 1,4% erano Islanders asiatici o del Pacifico, lo 0,8% erano nativi americani, e il 10,8% erano di razza sconosciuta.
Uber, oltre 6mila aggressioni sessuali sulle sue auto negli Stati Uniti nel 2017-18Numeri shock nel Rapporto sicurezza della compagnia. 9 omicidi e 58 incidenti mortali in un anno
06 dicembre 2019
https://www.repubblica.it/esteri/2019/1 ... 242694006/WASHINGTON - Uber ha reso noto che negli Usa nel 2018 si sono verificati oltre 3.000 casi di aggressioni sessuali durante le sue corse, con nove persone assassinate e 58 morte a causa d'incidenti stradali. Gli scioccanti dati sono contenuti in un atteso rapporto sulla sicurezza messo a punto dall'azienda californiana, che però sottolinea come gli incidenti rappresentino una frazioni infinitesimale rispetto a un numero di corse negli Usa di oltre 1,3 miliardi ogni anno. "Sono comunque numeri scioccanti e difficili da digerire", ammette Tony West, responsabile legale Uber.
Nel biennio 2017-2018 le aggressioni sessuali sono state circa 6.000, tra cui 235 stupri e migliaia tra molestie, abusi e tentativi di violenza carnale. Dal rapporto di Uber inoltre emerge come in due anni gli incidenti stradali mortali sono stati 97 e hanno provocato 107 vittime. Inoltre si registrano anche 19 aggressioni fisiche mortali.
È la prima volta che l'azienda diffonde questi dati, dopo le pressioni compiute su Uber da istituzioni e associazioni per la difesa dei consumatori perché sia aumentato il livello di sicurezza di chi utilizza la app.
È vero che negli Usa le armi uccidono più degli incidenti e delle guerre?AGI - Agenzia Giornalistica Italia
6 agosto 2019
https://www.agi.it/fact-checking/armi_u ... 019-08-06/ Due sparatorie negli Stati Uniti, durante il weekend del 3-4 agosto, hanno causato diverse vittime. A El Paso, in Texas, un estremista di destra è entrato in un centro commerciale e ha sparato con un kalashnikov prendendo di mira gli immigrati ispanici: i morti sono ad ora 20. Poche ore dopo a Dayton, in Ohio, un altro attentatore - anche in questo caso un giovane bianco, di cui non si conoscono al momento le motivazioni - ha fatto una carneficina in un locale, uccidendo 7 persone.
Come riporta Gun Violence Archive, gruppo di ricerca no profit che tiene traccia delle “sparatorie di massa”, intese come sparatorie con 10 o più vittime tra morti e feriti, con questi due attacchi sale a 251 il totale nel solo 2019.
Questi fatti di cronaca hanno riacceso il dibattito sulle armi negli Stati Uniti. Nel Paese il loro possesso è un diritto costituzionale (sancito dal secondo emendamento), ma c’è discussione sui limiti che questo diritto possa e debba incontrare.
Vediamo quali sono i numeri delle vittime di armi da fuoco negli Stati Uniti.
Quanti morti fanno le armi negli Usa?
Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, che fa parte del Dipartimento della Salute statunitense, nel 2017 i morti per armi da fuoco sono stati 39.773, con un trend in crescita negli ultimi vent’anni.
Di questi, più della metà sono stati suicidi (23.854), mentre gli omicidi sono stati 14.542, le morti accidentali 486 e i morti in guerra o per intervento armato legittimo 553.
Soffermiamoci sugli omicidi: nel 2017 sono stati in totale 19.510 nel Paese, dunque quelli commessi con armi da fuoco (14.542) rappresentano la grande maggioranza, i tre quarti del totale.
Un confronto con l’Italia
Giusto per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno, negli Stati Uniti risiedono circa 330 milioni di persone, in Italia circa 60 milioni: cinque volte e mezzo di più. In compenso, gli omicidi nel 2017 sono stati circa cinquantacinque volte di più (19.510 negli Usa e 357 in Italia). Detto in altre parole, gli omicidi negli Usa - normalizzando il dato della popolazione - sono dieci volte più frequenti che in Italia, dove il possesso di armi da fuoco è regolato dalla legge in senso restrittivo.
A questo proposito, è utile guardare anche al tasso di omicidi ogni 100 mila persone. Secondo quanto riporta l’Unodc, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, nel 2016 (i dati sono qui scaricabili) il tasso per gli Usa è stato di 5,4, mentre per l’Italia di 0,7. Un rapporto di quasi 8 a 1.
Se poi guardiamo in particolare agli omicidi commessi con armi da fuoco, qui i dati relativi all’Italia dell’Unodc si fermano al 2014, quando ci furono 475 omicidi, di cui 175 con armi da fuoco. Negli Usa invece ci furono 14.164 omicidi di cui 8.342 con armi da fuoco. I tassi ogni 100 mila abitanti sono quindi rispettivamente dello 0,3 e del 2,6.
Dunque anche in un anno, il 2014, in cui gli omicidi erano di più in Italia che nei tempi più recenti, e meno negli Usa rispetto agli ultimi anni (oltretutto con un’incidenza delle armi da fuoco inferiore), il tasso americano è stato quasi 9 volte superiore a quello italiano.
Due confronti: gli incidenti d’auto e le guerre
Facciamo un altro confronto, quello con le vittime di incidenti stradali. In Italia negli ultimi anni sono state circa 3.500 ogni dodici mesi (3.378 nel 2017) e, come abbiamo verificato di recente, rappresentano la prima causa di morte tra i giovani. Rispetto ai morti per omicidio, sono in rapporto quasi di 1 a 10 (357 a 3.378).
Negli Stati Uniti la situazione è molto diversa. I morti per incidenti stradale in tempi recenti sono stati - secondo quanto riporta il National Safety Council - circa 40 mila all’anno (40.231 nel 2017). Più o meno lo stesso numero dei morti per armi da fuoco, includendo anche i suicidi. Rispetto ai morti per omicidio, sono in rapporto di 1 a 2 (19.510 a 40.231).
Il numero dei morti per armi da fuoco è ancora più impressionante se poi consideriamo che nel corso dei conflitti combattuti dagli Usa dal 2001 in poi - in Iraq e Afghanistan, ma non solo - sono morti in azione meno di 5.500 soldati (in particolare 3.490 in Iraq e 1.847 in Afghanistan).
In un periodo equivalente (1999-2017) sono morte per armi da fuoco 612.310 persone (se togliamo i suicidi, 251.877): un numero di due ordini di grandezza superiore.
Il numero dei caduti in guerra è meno della metà degli americani che si sono uccisi per sbaglio con armi da fuoco (11.914) nel medesimo periodo di tempo.
Conclusione
Negli Stati Uniti è altrettanto probabile morire in un incidente d’auto che morire uccisi da un proiettile. Nel 2017 le vittime di queste due categorie di eventi sono state in entrambi i casi circa 40 mila.
Le armi da fuoco libere fanno poi nettamente più morti (americani) che le guerre condotte da Washington negli ultimi 18 anni. Basti pensare che i soli morti “accidentali” per armi da fuoco tra il 1999 e il 2017 sono più del doppio dei soldati uccisi in missione dal 2001 al 2019 (le vittime di armi da fuoco, nel complesso, sono più di 100 volte tanto).
Rispetto all’Italia, i morti per omicidio negli Usa sono 55 volte tanto. In un Paese come gli Stati Uniti che ha una popolazione 5,5 volte maggiore a quella italiana, significa comunque un rapporto di 1 a 10.
Il rapporto tra le vittime stradali e le vittime di omicidio negli Usa è poi di 2 a 1. In Italia è di quasi 10 a 1. Insomma, negli Usa è nettamente più facile essere uccisi che in Italia, e nei tre quarti dei casi l’omicidio negli Stati Uniti avviene con un’arma da fuoco.