Abbattimento delle statue
l'INABISSAMENTO
Niram Ferretti
10 giugno 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 A Bristol, nel corso di una manifestazione di attivisti di Black Life Matters e corredo vario, la statua in bronzo di Edward Colston, un mercante inglese del 700 e membro del partito Tory, viene divelta dal basamento, imbrattata, e gettata in un canale. La folla, "the mob" esulta.
Colston era implicato nel commercio degli schiavi.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha dichiarato che presto le statue nella capitale inglese verrano esaminate, e quelle "colpevoli" verranno eliminate.
Ormai il clima è questo. Siamo ai comitati di salute pubblica che decidono di distruggere statue di uomini politici del passato se emerge che hanno avuto qualcosa a che fare con lo schiavismo e il colonialismo. Perchè da una cosa si deve necessariamente passare a un altra.
Sono gli eredi dei giacobini, dell'apparato del Partito Comunista sovietico e cinese, sono gli emendatori, i nuovi educatori. La loro violenza tribale e inappellabile è rivolta al passato e ai simboli che ritengono da estirpare. Si tratta di una compensazione per non potere, per ora, passare alle vie di fatto nei confronti di chi ha idee diverse dalle loro.
La folla inneggiante e plaudente che fa rotolare la statua di un uomo politico morto trecento anni fa giù per un canale ci riporta alla memoria altre immagini, come i Bücherverbrennungen, i roghi dei libri organizzati dai nazisti per liberare la Germania, "dalla corruzione giudaica della letteratura tedesca", ci ricordano la devastazione perpetrata dalle Guardie Rosse maoiste quando, il 10 novembre del 1966, si recarono a Qufu nella provincia di Shandong, sede della nobile famiglia Kong discendente di Confucio, dove fecero scempio delle tombe, distrussero le stele commemorative e trascinarono per le strade, dileggiandola, la statua del grande filosofo cinese.
Si trattava anche in quel caso di estirpare il male in nome della loro concezione del Bene, della Purezza e della Giustizia.
I nuovi talebani occidentali nulla hanno a che invidiare a costoro, sono in perfetta linea di continuita e ci mostrano la pericolosa china discendente nella quale ci troviamo. Non si tratta, infatti, di pochi sparuti gruppi di esaltati e di estremisti, ma di individui che godono del plauso e del fiancheggiamento della sinistra, dei liberals, dei progressisti.
I loro metodi sono esattamente quelli di sempre. In nome della loro idea purgatrice del passato e della storia, di una furente e furiosa ideologia iconoclasta, cercheranno e cercano di imporre a tutti noi la loro agenda.
La distruzione delle statue. La proibizione di usare certe parole. La anatemizzazione da chi dissente. Questi sono i segni eloquenti del loro status mentale.
Sono i seguaci dell'Islam più rigorista. No sono i promotori del Progresso.
Los Angeles abbatte la statua di Cristoforo Colombo: «Fu un genocida»
Claudio Del Frate
13 novembre 2018
https://www.corriere.it/esteri/18_novem ... J18fq69rFMColonizzatore, sterminatore di nativi americani e dunque indegno di campeggiare al centro di una piazza. La città di Los Angeles, sull’onda di una rilettura della Storia che ha già investito altre zone degli Usa, ha deciso di rimuovere la statua di cristoforo Colombo che da decenni occupava il centro di Gran Park, nella metropoli californiana. La statua era stata donata dalla comunità italiana stabilitasi nel Sud della California, così come era accaduto in decine di altre città statunitensi. Ma da alcuni anni il vento del politicamente corretto ha trasformato il navigatore genovese da scopritore del Nuovo Mondo in una sorta di criminale.
Il discendente dei nativi
L’iniziativa di togliere Colombo dal suo piedistallo è stata promossa da Mitch O’Farrell, consigliere comunale di Los Angeles e discendente di una tribù di nativi americani: «Fu personalmente responsabile di diverse atrocità, le sue azioni hanno messo in moto il più grande genocidio della storia. La sua immagine non dovrebbe essere celebrata da nessuna parte» ha scritto O’Farrell. Che poi ha aggiunto: «Colombo non ha scoperto l’America poiché non ha mai raggiunto le coste del Nord America e c’erano già milioni di indigeni che vivevano qui. La sua immagine non dovrebbe essere celebrata da nessuna parte».
L’onda del politicamente corretto
La fama di Cristoforo Colombo è entrata nel mirino dei paladini del politicamente corretto da anni ma la sua impopolarità ha subito un’impennata dopo gli incidenti razziali di Charlottesville, quando tre persone di movimenti pro immigrati rimasero uccise ad opera di suprematisti bianchi. Nel giro di pochi giorni statue del navigatore vennero danneggiate o abbattute in diverse città, ad esempio a Houston e Detroit . Il sindaco di New York Bill De Blasio ha proposto di cambiare nome a Columbus Circle, la piazza antistante Central Park mentre molti suoi colleghi (tra cui proprio quello di Los Angeles) hanno cancellato le celebrazioni del 12 ottobre per il Columbus Day, sostituendole con il «Native and Indigenous native people day».
Regno Unito: Sadiq Khan crea una commissione per giudicare se i monumenti sono conformi alla "diversità"
10 giugno 2020
https://www.islamnograzie.com/regno-uni ... diversita/ Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato oggi che sta creando una commissione che giudicherà se tutte le statue della città, monumenti, targhe, nomi di strade e nomi di edifici pubblici riflettono correttamente la “diversità”.
La mossa di Khan arriva dopo che i rivoltosi a una dimostrazione di Black Lives Matter a Bristol ha abbattuto una statua vecchia di 125 anni di Edward Colston e l’ha gettata nel porto della città. La polizia si è rifiutata di intervenire contro i rivoltosi perché “capiscono” perché i rivoltosi lo hanno fatto.
Il sindaco ha fatto l’annuncio mentre veniva intervistato dai media britannici. L’istituzione sarà nominata Commissione per la diversità nel regno pubblico.
La Commissione sarà co-presieduta dal vicesindaco per la cultura e le industrie creative Debbie Weekes-Bernard e dal vicesindaco per la cultura e le industrie creative Justine Simons. Anche gli storici, i membri del consiglio, i leader della comunità e i leader delle arti faranno parte del Comitato, ma non sono ancora stati nominati.
Egli ha affermato che la commissione sarà di competenza nell’esaminare tutti i punti di riferimento della città per i collegamenti con la schiavitù, secondo un rapporto del Guardian. I punti di riferimento che la Commissione decide di “non riflettere i valori di Londra” verranno rimossi.
Khan ha rifiutato di nominare eventuali punti di riferimento specifici che ritiene debbano essere eliminati, affermando che sarà una questione che spetta alla Commissione decidere.
La Commissione sarà inoltre in grado di intercedire nelle discussioni sulla costruzione e la denominazione di nuovi punti di riferimento e monumenti.
“È una scomoda verità che la nostra nazione e la nostra città devono gran parte della sua ricchezza al suo ruolo nel commercio degli schiavi”, ha detto Khan durante l’intervista. “E mentre questo si riflette nel nostro regno pubblico, il contributo di molte delle nostre comunità alla vita nel nostro capitale è stato volontariamente ignorato. Questo non può continuare.”
“Le proteste di Black Lives Matter hanno giustamente portato questo all’attenzione del pubblico, ma è importante che facciamo i passi giusti per lavorare insieme per portare il cambiamento e garantire che tutti possiamo essere orgogliosi del nostro panorama pubblico”, ha aggiunto.
Usa, la secessione delle statue "Al Congresso via i confederati"
Valeria Robecco - Ven, 12/06/2020
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 69713.htmlAttacco della speaker Pelosi. Ancora proteste per la morte di Floyd. Trump: "La nostra storia non sarà manomessa"
New York. L'onda lunga delle proteste per la morte dell'afroamericano George Floyd a Minneapolis non si ferma, e nel mirino finiscono i simboli confederati.
Negli ultimi giorni diverse statue dei grandi personaggi «sudisti» e di Cristoforo Colombo sono state rimosse o abbattute negli Stati Uniti, mentre cresce la pressione sulle autorità per rimuovere i monumenti che il movimento per i diritti civili reputa collegati alla schiavitù e al colonialismo. A Boston la statua dell'esploratore genovese, che già in passato era stata oggetto di atti di vandalismo, è stata decapitata e verrà rimossa dalla sua attuale collocazione nel North End, il quartiere italoamericano. A Richmond un altro monumento a Colombo è stato abbattuto e gettato in un lago nel corso di una manifestazione di protesta, e il piedistallo è stato coperto da un cartello con scritto «Colombo rappresenta il genocidio». Sempre nella città della Virginia dei manifestanti hanno rimosso nella notte la statua di Jefferson Davis, democratico del Mississippi che è stato il primo e unico Presidente degli Stati Confederati d'America dal 1861 al 1865. A Miami, invece, sette persone sono state arrestate per aver vandalizzato una statua del genovese e un'altra dell'esploratore spagnolo Juan Ponce de León. Nel corso di alcuni tafferugli tra la polizia e i manifestanti, i due monumenti sono stati imbrattati con le scritte «BLM» (Black Lives Matter), «George Floyd», e l'effige della falce e martello.
A schierarsi con Colombo è al contrario il governatore di New York Andrew Cuomo, il quale ha detto no alla rimozione delle sue statue, a partire da quella iconica a Columbus Circle, nel cuore di Manhattan. «Capisco quello che si può provare verso Colombo e verso alcuni dei suoi atti - ha spiegato -. Ma la statua è diventata un simbolo che rappresenta l'eredità italoamericana in questo paese, rappresenta il ringraziamento al contributo dato dagli italoamericani a New York, per questo io la sostengo». Intanto la Nascar, potente associazione che organizza corse automobilistiche negli Usa - tra cui la 500 Miglia di Daytona - ha annunciato che vieterà l'esposizione di bandiere confederate a tutti i suoi eventi e nelle sue proprietà. «È contrario al nostro impegno di accogliere tutti e di creare un ambiente inclusivo per i nostri fan», hanno detto i vertici.
La speaker della Camera Nancy Pelosi, da parte sua, ha chiesto la rimozione di tutte le statue dei confederati che si trovano a Capitol Hill, sede del Congresso americano. «Se da una parte ritengo un imperativo non dimenticare la nostra storia affinché non si ripeta, credo anche che non ci sia spazio per celebrare la violenza bigotta di alcuni uomini nei venerati saloni del Congresso», ha sottolineato in una lettera inviata alla commissione congiunta di Camera e Senato che si occupa della biblioteca e della collezione di monumenti di Capitol Hill. La commissione Forze Armate del Senato a guida repubblicana, nel frattempo, ha adottato con una votazione a porte chiuse un emendamento che autorizza il Pentagono a cambiare entro tre anni i nomi delle basi militari intitolate ai generali confederati. La proposta, avanzata dal segretario alla Difesa Mark Esper e dal ministro dell'esercito Ryan McCarthy, è stata presentata dalla senatrice Elizabeth Warren. La Casa Bianca ha già detto che Trump è pronto a mettere il veto, e d'altronde la posizione del presidente è chiara: «La nostra storia di nazione più grande al mondo non sarà manomessa», ha twittato, garantendo che la sua amministrazione «non prenderà mai in considerazione di rinominare» basi come Fort Bragg in North Carolina, Fort Hood in Texas, e Fort Benning in Georgia. «Queste potenti e monumentali basi sono diventate parte dell'eredità della nostra grande storia - ha precisato - una storia di vittorie e di libertà».
Adesso i neri si ribellano alla rivolta nera: "Non siamo degli oppressi, i razzisti siete voi"
Roberto Fabbri
Ven, 12/06/2020
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 69714.htmlSale la contro-protesta. Inghilterra, fermato l'assalto alla statua di Baden-Powell
La giovane signora americana dalla pelle nera è molto arrabbiata. Ce l'ha con una ragazzotta dalla pelle bianca che sta manifestando per quella che dovrebbe essere la sua causa: Black lives matter.
Le vite dei neri contano? Solo quelle che si possono strumentalizzare, grida la donna inviperita. E non si ferma qui. «Dovete piantarla di fare gli ipocriti, piantarla di dipingerci come vittime oppresse aggiunge come un fiume in piena -. Noi qui siamo liberi, possiamo dire e fare quello che vogliamo. Dove siete voi quando qui a Chicago dei neri ammazzano altri neri nei nostri quartieri, come succede ogni giorno? Non ci siete mai, perché non vi interessa delle vite dei neri, in fondo pensate che sia marmaglia che uccide altra marmaglia. A voi interessa occuparvi di quello che fanno i poliziotti bianchi, non delle nostre vite. Siete voi i razzisti. Il problema non riguarda i neri, riguarda tutti: è un problema di violenza, e deve valere sempre».
Il filmato è finito su Twitter, ed è solo un esempio di quanta irritazione possa suscitare, anche presso gli stessi neri, un certo modo di approcciare il problema della violenza ai loro danni. Lo testimonia, fra gli altri, un commento postato in Francia da un'altra donna nera. «Finalmente una che la pensa come me scrive Lorie -. Quelle come lei sono i neri intelligenti, persone che non sono disposte a servire da alibi né a questa sinistra nociva e razzista né a certi bianchi psicopatici che ci assegnano il ruolo di vittime solo per poi attribuirsi quello dei salvatori. No a Black Lives Matter!».
Ma le reazioni ideologizzate non sono le sole oggetto di critica. I saccheggi ai danni di attività commerciali che hanno accompagnato in tante città americane le notti di violenza seguite all'omicidio di George Floyd non hanno risparmiato quelle gestite da afroamericani. «Questi non sono manifestanti per la giustizia razziale ha detto una donna che si è vista devastare e ripulire il negozio -, questi sono teppisti. E certi ipocriti attribuiscono loro il diritto di infrangere la legge». Anche contro i neri, evidentemente.
Come abbiamo visto in questi giorni anche in Italia, si fa poi in fretta a passare dalla difesa delle vite dei neri all'attacco ideologico ai cosiddetti simboli del razzismo: statue, monumenti, magari dedicati a persone vissute 500 anni fa, come il genocida Cristoforo Colombo. In Inghilterra questo andazzo politicamente corretto comincia a suscitare reazioni. Ieri mattina nella città di Poole i soliti benpensanti che pretendono di pensare per tutti avevano deciso di abbattere la statua di Robert Baden Powell, il fondatore del movimento scout al quale attribuiscono simpatie per i nazisti e antipatie per gli omosessuali. Ma sorpresa! un picchetto di residenti ha impedito la rimozione del monumento. «Ma cosa vogliono? diceva un anziano in tono di sfida Abbattere le piramidi, il Colosseo? Io li combatterò!».
Tommy Robinson e patrioti britannici per difendere i monumenti dai teppisti di estrema sinistra questo fine settimana
12 Giugno 2020
https://www.islamnograzie.com/tommy-rob ... settimana/ La stampa di parte e liberale è in armi dopo che Tommy Robinson e la Democratic Football Lads Alliance (DFLA) hanno annunciato l’intenzione di difendere sabato i memoriali di guerra a Londra.
L’azione pianificata arriva dopo che Antifa, Black Lives Matter e altri teppisti dell’estrema sinistra hanno deturpato e abbattuto monumenti in tutta la Gran Bretagna lo scorso fine settimana.
Queste azioni spregevoli, tuttavia, non hanno soddisfatto le ambizioni della folla. Dopo gli eventi dello scorso fine settimana, BLM e altri attivisti marxisti – come parte della loro “rivoluzione culturale” in corso – hanno pubblicato una lista di 60 cosiddette “statue razziste” che vorrebbero vedere abbattute.
Tommy Robinson e il DFLA dovrebbero essere raggiunti da patrioti britannici, militari delle forze armate britanniche ed ex-forze armate. Insieme, difenderanno i monumenti britannici dai vandali di sinistra che non vorrebbero altro che vedere la storia britannica completamente cancellata.
Gli attivisti pro-britannici hanno programmato di riunirsi presso la statua di Winston Churchill e dal Cenotafio intorno alle 11 del mattino.
In risposta all’evento previsto, Ken Marsh, il capo della Met Police Federation, ha detto ai media britannici: “Abbiamo la tempesta perfetta davanti a noi questo fine settimana, abbiamo previsto proteste delle organizzazioni di sinistra e ora si aggiunge Tommy Robinson e i suoi sostenitori”.
A Central Manchester, una manifestazione anti-antifa si svolgerà sabato alle 11:00.
Gli organizzatori delle manifestazioni hanno accolto tutti i colori, le fedi e gli orientamenti per partecipare a quella che dovrebbe essere una risposta pacifica al furto della libertà, di sinistra.
Sabato scorso, giorno che ha segnato il 76o anniversario del D-Day – l’inizio dell’invasione congiunta anglo-americana della Francia occupata dai nazisti – attivisti Antifa e BLM hanno deturpato una famosa statua di Sir Winston Churchill – il leader britannico che ha contribuito a orchestrare quella stessa operazione militare.
Lo stesso giorno, i teppisti BLM e Antifa hanno deturpato una statua di Abraham Lincoln – il presidente americano che ha liberato gli schiavi neri – durante una “protesta” a Londra.
All’inizio di questa settimana la Muslim Public Affairs Committee UK si è unita alla mafia di Black Lives Matter e agli attivisti dell’Antifa e chiedono la demolizioni di molte altre statue in Gran Bretagna.
Alberto Pento
Certo, certo, allora per essere coerenti bisognerebbe bruciare tutti i Corano e demolire tutte le moschee perchè promuovono il nazismo maomettano che è l'ideologia fidestico politico religiosa più razzista, discriminante, violenta e omicida della storia e della terra.
Une banderole « Justice pour les victimes du racisme anti-blanc » déployée au moment du rassemblement pour Adama Traoré (MàJ)
Francois le 13/06/2020
http://www.fdesouche.com/1387613-une-ba ... ama-traoreRivoluzione Culturale 2020 - Caratteri Liberi
Mario Frascione
13 giugno 2020
http://caratteriliberi.eu/2020/06/13/ag ... rale-2020/ Nata come reazione per l’ingiusta morte di George Floyd durante un fermo di polizia, la grande ondata di proteste, saccheggi, rivolte e disordini si è abbattuta su Stati Uniti ed Europa.
Negli Stati Uniti non hanno esitato a cavalcarla gli oppositori politici di Trump, mettendo da parte qualsiasi cautela sull’opportunità di incoraggiare dinamiche difficilmente controllabili e forse illudendosi di poterle tesaurizzare politicamente alle prossime elezioni.
Su un altro fronte, che riguarda invece l’intero Occidente, non si può che osservare con smarrimento l’innesco di un focolaio virulento quanto la pandemia Covid: la deflagrazione del movimento di pensiero incarnato dal global network Black Lives Matter e soprattutto dei suoi eccessi.
Una sorta di autodafé interno al mondo della cultura occidentale e bianca, che ha trasformato la morte di Floyd nell’occasione propizia per assumere su di sé il peso colossale del male del mondo, declinato secondo tutti gli “ismi” che siamo ormai soliti sentire evocare (razzismo, colonialismo, sessismo, etnocentrismo bianco, ecc… ) purtroppo e per fortuna spesso a sproposito.
Vero è che il terreno era ben preparato da decenni di persuasione ed epurazione, specie nelle istituzioni culturali e nell’insegnamento universitario.
A completare l’opera delle riformattazioni sessantottesche venne la lunga e fatale siccità del politically correct, col risultato di inaridire quasi completamente le possibilità di una coscienza critica e libera, capace di guardare alle storture del nostro mondo, ma anche di apprezzarne le faticose conquiste distillate in secoli di sintesi hegeliane, senza cessare di impegnarsi per migliorarlo sotto le costellazioni della libertà e della responsabilità, che ci unisono ai predecessori e ai posteri.
Oggi divampano le fiamme dell’iconoclastia politica, che trasferisce su simulacri l’odio per ciò che si pensa rappresentino.
Si sarebbe portati a comprendere l’abbattimento delle statue di un dittatore che ha vessato il popolo opprimendolo senza pietà, ma quando a farne le spese sono le effigi di Cristofolo Colombo (che scoprì le Americhe per sbaglio), Edward Colston (commerciante di schiavi ma anche popolare filantropo) e perfino Winston Churcill (umanissimo ma indiscusso campione della nostra libertà) si intuisce che siamo di fronte a qualche cosa di nuovo e fortemente collegato col malessere che serpeggia nella cultura occidentale.
Infine apprendiamo che perfino Sadiq Khan, di origini pachistane (e in quanto sindaco di Londra non esattamente una dimostrazione di becera discriminazione occidentale), annuncia una commissione per verificare il rispetto della diversità nei monumenti e nelle titolazioni toponomastiche della capitale britannica.
Ogni rivoluzione politica coltiva sempre l’illusione di rompere col passato mentre ne segue spesso i funesti modelli. L’evento sciagurato della morte di George Floyd fornisce così l’innesco per autocombustione di quanto resta di un Occidente malfermo sulle proprie gambe, spesso stanco di una libertà che non ricorda più di aver pagato a carissimo prezzo, profondamente dimentico della propria storia se non perfino ostile a se stesso nel rifiuto profondo per la propria identità (oicofobia).
Una cultura percepita come equivalente se non inferiore a quelle di altre parti del mondo di cui lo seducono, per contrasto, la compattezza e i contorni che la distanza e il processo di idealizzazione dell’Altro fino ad ora hanno potuto lasciare sfocati.
Questo ramo più spiccatamente politico culturale della rivolta odierna (ancorché selettivamente cieco su enormi contemporanee ingiustizie perpetrate da non bianco/occidentali), bisognoso di epurare qualsiasi elemento della propria eredità semplicemente perché in odore di “razzismo” o “colonialismo”, è una manifestazione tipica della dimensione ideologica del totalitarismo.
Esso è sciaguratamente simile alla Rivoluzione Culturale Cinese con cui Mao Zedong tra 1966 e 1976 conquistò e amministrò un potere assoluto e tirannico, schiacciando qualsiasi opposizione interna al partito e rendendo sistematica la demolizione di tutto quanto (anche se appartenente al passato) non rientrava nei dettami della sua personale teoria socialista della società.
Ma c’è di più, e badate alle tragiche assonanze col presente: Mao chiedeva alle nuove generazioni di ribellarsi contro i quattro vecchi: vecchie correnti di pensiero, vecchia cultura, vecchie abitudini e vecchie tradizioni, elementi che avrebbero ostacolato la realizzazione di un paese veramente socialista.
Fatte le debite trasposizioni lessicali col presente ci percorre un brivido. Con lo stesso zelo, e a ricordarci che l’ideologia pur cambiando le sue declinazioni è tutt’altro che morta come i postmodernisti avevano immaginato, analogamente alle Guardie Rosse della Rivoluzione Culturale, molti del global network Black Lives Matter di oggi si scagliano con empito contro statue, simboli, istituzioni e saperi che non rientrano nella propria idea di giustizia, senza tenere conto della storia.
È la pretesa folle di ogni movimento rivoluzionario, partorita da una Ragione sfuggita dall’orbita gravitazionale di altri valori e approdata al sibilo della ghigliottina per i nemici del popolo.
Niente e nessuno è esente dal sospetto: basta un’incertezza nell’applaudire, un dubbio sul pensiero unico, un’esitazione nell’unirsi ai corifei del Politicamente Corretto e del Nuovo Umanitarismo.
Il delirio è sempre il medesimo: fare una tabula rasa del passato, azzerare tutto e costruire il mondo nuovo. Ovviamente per partorire nuovi e peggiori orrori.
Pugni chiusi e genuflessi
Marcello Veneziani
12 giugno 2020
http://www.marcelloveneziani.com/artico ... enuflessi/ Se i simboli e i riti vogliono dire qualcosa e raccontano la realtà più dei fatti e delle parole, quei pugni chiusi, quelle città messe a ferro e fuoco dagli antifa, quella parodia di religione con la genuflessione e la stola arcobaleno al collo e i minuti di penitenza in ginocchio, vogliono dire che una nuova religione fanatica e un nuovo comunismo stanno sorgendo in Occidente. Una religione preterintenzionale, al di là delle intenzioni di chi l’abbraccia: per tanti che si sono inginocchiati in favore di telecamera e hanno simulato un rito religioso, c’era un obbiettivo più basso: schiacciare sotto un ginocchio, il Nemico, la Bestia, Donald Trump. Tutta una messinscena mondiale perché si avvicinano le elezioni. Si rovescia su Trump un brutale assassinio di cui non ha alcuna colpa, un assassinio come tanti della polizia americana, sotto amministrazioni democratiche e repubblicane. Altrettanti, va pure detto, ne subisce la polizia americana, ad opera della delinquenza. Perché l’America resta una società violenta, a tratti selvaggia, sotto la crosta di progresso, tecnologia, ciccia e lattine. Inginocchiarsi per una vittima, quando ogni giorno la delinquenza comune, la persecuzione religiosa e le dittature ne uccidono migliaia, è solo malafede.
Ma una religione si va formando nelle società occidentali intorno al catechismo politically correct. Quella religione è il supporto morale di qualcosa di colossale che sta avvenendo nei nostri giorni, sopra le nostre teste e sotto i nostri occhi. Quel che per anni è stato definito Pensiero Unico sta diventando Potere unico. Come ogni sistema totalitario si fonda su un assoluto: nel nostro caso è l’assoluto sanitario, l’imperativo di salvarci la pelle a ogni costo. Proteggerci dal male, amen; il male è il contagio. Ma la pandemia si presenta in due forme: il covid e il fascio, cioè il virus e l’insubordinazione in forma di assembramento, protesta sociale, obiezione di coscienza al vaccino, alle restrizioni più assurde, al tentativo di renderle permanenti e alle profilassi più fanatiche e insensate. I dogmi imposti dalla scienza e dai virologi sono usati dal potere per allargarsi e durare il più possibile. Il modello implicito è la fonte stessa del virus, di cui ogni giorno si scoprono le gravi responsabilità: la Repubblica totalitaria cinese. Contagio e omertà, restrizioni conseguenti e durature, popolazioni militarizzate, controllo totalitario e molecolare, divieto di manifestazione, repressione del dissenso, uso totalitario della scienza e della tecnologia, dominio commerciale globale; e sullo sfondo il comunismo come orizzonte. Il modello cinese diventa il paradigma in Italia e in alcuni settori progressisti occidentali. Dopo decenni di collusioni tra capitalismo e radical-progressismo, ora si delinea, a viso aperto, quel connubio: il ponte tra capitalismo e comunismo è l’uso imperativo della scienza e l’applicazione totalitaria del controllo. Il fine, come nel comunismo, è sempre il bene dell’umanità, il mondo migliore, l’uomo nuovo, magari transumano per essere più nuovo.
Di dittatura sanitaria ne parlai agli inizi di marzo, quando si stava appena profilando. L’Italia stava candidandosi a diventare il paese pilota, la cavia di laboratorio per l’esperimento. Oggi, dopo tre mesi di pratica, le analisi e le denunce in questo senso sono tante. Vorrei citare due filosofi diversi tra loro e ambedue lontani dal pensiero reazionario, cattolico-tradizionalista o addirittura fascista. Mi riferisco a Giorgio Agamben che denuncia l’inquietante connubio tra religione medica e capitalismo, alla base di un nuovo sistema totalitario, incline a sospendere la libertà e la democrazia; la religione cristiana e in particolare la Chiesa di Francesco soccombe ai loro diktat sanitari e ritiene la salute prioritaria rispetto alla salvezza.
Da altri versanti, un giovane filosofo, Michel Onfray, che teorizzò l’ateismo e criticò la religione, denuncia ora, sulla scia di Orwell, l’avvento di una dittatura globale fondata su sette comandamenti: distruggere la libertà e ridurre a fascisti tutti i dissidenti e gli insubordinati; impoverire la lingua per manipolare le menti; abolire la verità tramite il bipensiero; sopprimere la storia e riscriverla per gli usi del presente; negare la natura, a partire dalla natura umana; propagare l’odio e fondare l’Impero, progressista e nichilista. Non resta, per Onfray, che darci all’ateismo sociale per non “inginocchiarsi” davanti ai nuovi dei arcobaleno. Usa proprio il verbo inginocchiarsi, non sapendo dell’uso mistico-elettorale di questi giorni, scimmiottando la religione (il diavolo, per la Bibbia, è simia dei, scimmia di dio).
Entrambi, Agamben e Onfray, denunciano la matrice teologica del nuovo totalitarismo, il tentativo di sostituire dio con una nuova divinità. I nuovi fanatici si chiamano antifa, contrazione global di antifascisti; e il fatto che l’elemento di odio – anti – sopravviva al sostantivo, la dice lunga. Il nemico globale è Trump, il nemico complementare è Putin, il nemico ideologico è tutto ciò che viene definito sovranismo. Il piano prevede tre sostituzioni: la fede medico-progressista al posto della fede in Dio, sacra e trascendente; la popolazione mobile dei migranti al posto di popoli o nazioni restanti; il postumano secondo scienza e volontà al posto dell’uomo secondo natura e procreazione. Non c’è un piano globale prestabilito e non ci sono pianificatori; alcuni vi concorrono consapevolmente, molti inconsapevolmente.
L’Italia per la sua fragilità, la sua teatralità, il trasformismo e il servilismo, l’impreparazione del governo, il residuo ideologico depositato dal comunismo e dall’antifascismo, è il tampone esemplare. Da noi la cialtroneria, come già scrivevamo, tempera il totalitarismo nell’inefficienza e nella comicità. Ma il pugno chiuso è nemico della mente aperta.
Una religione fanatica e un nuovo comunismo stanno sorgendo in Occidente
Marcello Veneziani
12 giugno 2020
https://www.adhocnews.it/una-religione- ... occidente/ Se i simboli e i riti vogliono dire qualcosa e raccontano la realtà più dei fatti e delle parole, quei pugni chiusi, quelle città messe a ferro e fuoco dagli antifa, quella parodia di religione con la genuflessione e la stola arcobaleno al collo e i minuti di penitenza in ginocchio, vogliono dire che una nuova religione fanatica e un nuovo comunismo stanno sorgendo in Occidente.
Religione preterintenzionale
Una religione preterintenzionale, al di là delle intenzioni di chi l’abbraccia: per tanti che si sono inginocchiati in favore di telecamera e hanno simulato un rito religioso, c’era un obbiettivo più basso: schiacciare sotto un ginocchio, il Nemico, la Bestia, Donald Trump. Tutta una messinscena mondiale perché si avvicinano le elezioni. Si rovescia su Trump un brutale assassinio di cui non ha alcuna colpa, un assassinio come tanti della polizia americana, sotto amministrazioni democratiche e repubblicane.
Altrettanti, va pure detto, ne subisce la polizia americana, ad opera della delinquenza. Perché l’America resta una società violenta, a tratti selvaggia, sotto la crosta di progresso, tecnologia, ciccia e lattine. Inginocchiarsi per una vittima, quando ogni giorno la delinquenza comune, la persecuzione religiosa e le dittature ne uccidono migliaia, è solo malafede.
Catechismo politically correct
Ma una religione si va formando nelle società occidentali intorno al catechismo politically correct. Quella religione è il supporto morale di qualcosa di colossale che sta avvenendo nei nostri giorni, sopra le nostre teste e sotto i nostri occhi. Quel che per anni è stato definito Pensiero Unico sta diventando Potere unico. Come ogni sistema totalitario si fonda su un assoluto: nel nostro caso è l’assoluto sanitario, l’imperativo di salvarci la pelle a ogni costo.
Proteggerci dal male, amen; il male è il contagio. Ma la pandemia si presenta in due forme: il covid e il fascio, cioè il virus e l’insubordinazione in forma di assembramento, protesta sociale, obiezione di coscienza al vaccino, alle restrizioni più assurde, al tentativo di renderle permanenti e alle profilassi più fanatiche e insensate. I dogmi imposti dalla scienza e dai virologi sono usati dal potere per allargarsi e durare il più possibile. Il modello implicito è la fonte stessa del virus, di cui ogni giorno si scoprono le gravi responsabilità: la Repubblica totalitaria cinese.
Controllo totalitario e molecolare
Contagio e omertà, restrizioni conseguenti e durature, popolazioni militarizzate, controllo totalitario e molecolare, divieto di manifestazione, repressione del dissenso, uso totalitario della scienza e della tecnologia, dominio commerciale globale; e sullo sfondo il comunismo come orizzonte. Il modello cinese diventa il paradigma in Italia e in alcuni settori progressisti occidentali. Dopo decenni di collusioni tra capitalismo e radical-progressismo, ora si delinea, a viso aperto, quel connubio: il ponte tra capitalismo e comunismo è l’uso imperativo della scienza e l’applicazione totalitaria del controllo. Il fine, come nel comunismo, è sempre il bene dell’umanità, il mondo migliore, l’uomo nuovo, magari transumano per essere più nuovo.
Di dittatura sanitaria ne parlai agli inizi di marzo, quando si stava appena profilando. L’Italia stava candidandosi a diventare il paese pilota, la cavia di laboratorio per l’esperimento. Oggi, dopo tre mesi di pratica, le analisi e le denunce in questo senso sono tante. Vorrei citare due filosofi diversi tra loro e ambedue lontani dal pensiero reazionario, cattolico-tradizionalista o addirittura fascista. Mi riferisco a Giorgio Agamben che denuncia l’inquietante connubio tra religione medica e capitalismo, alla base di un nuovo sistema totalitario, incline a sospendere la libertà e la democrazia; la religione cristiana e in particolare la Chiesa di Francesco soccombe ai loro diktat sanitari e ritiene la salute prioritaria rispetto alla salvezza.
Sulla scia di Orwell
Da altri versanti, un giovane filosofo, Michel Onfray, che teorizzò l’ateismo e criticò la religione, denuncia ora, sulla scia di Orwell, l’avvento di una dittatura globale fondata su sette comandamenti: distruggere la libertà e ridurre a fascisti tutti i dissidenti e gli insubordinati; impoverire la lingua per manipolare le menti; abolire la verità tramite il bipensiero; sopprimere la storia e riscriverla per gli usi del presente; negare la natura, a partire dalla natura umana; propagare l’odio e fondare l’Impero, progressista e nichilista. Non resta, per Onfray, che darci all’ateismo sociale per non “inginocchiarsi” davanti ai nuovi dei arcobaleno. Usa proprio il verbo inginocchiarsi, non sapendo dell’uso mistico-elettorale di questi giorni, scimmiottando la religione (il diavolo, per la Bibbia, è simia dei, scimmia di dio).
Entrambi, Agamben e Onfray, denunciano la matrice teologica del nuovo totalitarismo, il tentativo di sostituire dio con una nuova divinità. I nuovi fanatici si chiamano antifa, contrazione global di antifascisti; e il fatto che l’elemento di odio – anti – sopravviva al sostantivo, la dice lunga. Il nemico globale è Trump, il nemico complementare è Putin, il nemico ideologico è tutto ciò che viene definito sovranismo.
Tre soluzioni
Il piano prevede tre sostituzioni: la fede medico-progressista al posto della fede in Dio, sacra e trascendente; la popolazione mobile dei migranti al posto di popoli o nazioni restanti; il postumano secondo scienza e volontà al posto dell’uomo secondo natura e procreazione. Non c’è un piano globale prestabilito e non ci sono pianificatori; alcuni vi concorrono consapevolmente, molti inconsapevolmente.
L’Italia per la sua fragilità, la sua teatralità, il trasformismo e il servilismo, l’impreparazione del governo, il residuo ideologico depositato dal comunismo e dall’antifascismo, è il tampone esemplare. Da noi la cialtroneria, come già scrivevamo, tempera il totalitarismo nell’inefficienza e nella comicità. Ma il pugno chiuso è nemico della mente aperta.
Londra, pugnalato un rabbino L’aggressore è stato bloccato dall’intervento di 2 fratelli ebrei
14 Giugno 2020
Carlo Breme
https://www.italiaisraeletoday.it/londr ... lli-ebrei/ La polizia di Londra ha arrestato a Stoke Newington High Street un uomo con l’accusa di tentato omicidio dopo che pugnalato in pieno giorno un rabbino ortodosso della sinagoga Satmar Yeshiva a Stamford Hill, nel nord di Londra.
L’aggressore è stato bloccato a terra da due fratelli ebrei, Lazar e David Friedlander, che hanno un negozio da quelle parti. ” E’ stata accoltellato mentre camminava da solo, un attacco all’improvviso. Aveva il volto insaguinato, io e mio fratello non ci abbiamo pensato due volte ad intervenire. Vedere un ebreo come noi pugnalato senza alcune ragione una situazione dolorosa…”
Omer Yankelevitch
Il rabbino Alter Yaakov Schlesinger, è stato ferito ed è stato trasportato all’ospedale da dove dopo alcune ore è stato però dimesso. La polizia ha aperto una indagine ma non ci sono dubbi sulla matrice dell’aggressione: l’antisemitismo.
Per il Ministro degli Affari della Diaspora, Omer Yankelevitch, : “L’allarmante accoltellamento antisemita di Londra dimostra che gli ebrei nella diaspora continuano ad affrontare la minaccia dell’antisemitismo. Il programma per combattere l’antisemitismo è garantire le esigenze di sicurezza degli ebrei in tutto il mondo.”
Magdi Cristiano Allam
14 giugno 2020
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... __tn__=K-R Nel nome dell'anti-schiavismo e dell'anti-razzismo e per simbiosi dell'anti-colonialismo e dell'anti-fascismo, nell'Occidente civile, laico, liberale e democratico si è scatenata l'iconoclastia, con masse inferocite che distruggono, vandalizzano o ottengono la rimozione delle statue di personaggi storici accusati di essere razzisti e colonialisti, tra cui spiccano Cristoforo Colombo e Winston Churchill. Siamo di fronte alla follia suicida dell'Occidente che odia se stesso al punto da rinnegare e voler annientare il proprio passato senza cui non ci sarebbe stata la civiltà che salvaguarda la vita, la dignità e la libertà di tutti, compresi questi nuovi barbari nemici della nostra civiltà dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe
Cari amici, l'episodio scatenante della follia iconoclasta suicida dell'Occidente è stato l'uccisione per soffocamento da parte di un poliziotto «bianco» di George Floyd, cittadino «nero», indicato nel lessico ufficiale come «afroamericano», lo scorso 25 maggio a Minneapolis nel Minnesota, dopo che un negoziante aveva denunciato alla Polizia che Floyd spacciava banconote false.
Strumentalizzando un caso specifico e la responsabilità singola di un poliziotto, in poche ore Floyd è stato elevato a «martire» e simbolo dell'anti-razzismo da parte del Movimento «Black Lives Matter», che significa «Le vite dei neri contano». E sull'onda di un'ondata di una violenza terrificante, con il dilagare del teppismo urbano, l'assalto e la devastazione dei negozi e delle proprietà private, il ferimento e l'uccisione di cittadini innocenti, l'America si è inginocchiata di fronte alla violenza, in un atto di sottomissione che ha coinvolto la Polizia, autorità politiche, americani «bianchi» che pubblicamente in ginocchio hanno chiesto coralmente scusa non solo per l'uccisione di Floyd ma per l'insieme dello schiavismo, del razzismo e del colonialismo presenti nella Storia degli Stati Uniti.
La condanna dell'uccisione di Floyd non può che essere assoluta e il poliziotto omicida deve essere sanzionato a norma di legge. Ma non si può non tener presente che Floyd era stato un criminale che aveva trascorso buona parte della sua vita in carcere, condannato per ben 5 volte a pene detentive per possesso e spaccio di droga, furto a mano armata, e che nel 2007 aveva fatto irruzione nella casa di una donna incinta e l’aveva minacciata colpendola alla testa e alla pancia con la pistola carica. Dall'autopsia è risultato che Floyd il giorno della sua morte, oltre ad essere positivo alla Sars-Cov-2, era strafatto di fentanyl e metanfetamine, droghe più letali dell'eroina.
Sconvolge pertanto che un personaggio autorevole come l'ex vice presidente Joe Biden, candidato democratico alla Casa Bianca, si è fatto ritrarre in ginocchio per commemorare Floyd e nel suo videomessaggio al funerale di Floyd, dopo aver affermato che «ora è il momento della giustizia razziale», si è spinto a sostenere che Floyd «ha cambiato il mondo».
La Presidente della Camera Nancy Pelosi, anche lei ritratta in ginocchio per commemorare Floyd, ha chiesto la rimozione delle statue di undici soldati degli Stati Confederati dal Campidoglio, sede del Congresso americano: «Monumenti a uomini che hanno promosso la crudeltà e la barbarie per raggiungere un fine così chiaramente razzista sono un grottesco affronto agli ideali americani di democrazia e libertà. Queste statue sono un omaggio all'odio e non un'eredità. Devono essere rimosse».
A Londra il Sindaco Sadiq Khan, musulmano praticante di origine pachistana, ha annunciato l'istituzione di una commissione per revisionare tutte le statue della città e accertare che rispettino «gli standard di diversità». La «Commissione per la diversità esaminerà le statue, i murales, l’arte di strada, i nomi delle vie e altri monumenti e valuterà quali lasciti debbano essere celebrati», ha detto il Sindaco Khan, aggiungendo: «È una scomoda verità che la nostra nazione debba gran parte della propria ricchezza al suo ruolo nel commercio di schiavi, ma mentre ciò si riflette nel nostro regno pubblico, il contributo di molte delle nostre comunità alla vita nella nostra capitale è stato volontariamente ignorato».
Nadhim Zahawi, Sottosegretario di Stato per il business, cittadino britannico del Partito conservatore di origine curdo-iracheno, ha dichiarato che non dovrebbero esserci effige di schiavisti in Gran Bretagna: «La mia opinione è che qualsiasi commerciante di schiavi non dovrebbe avere una statua ma non infrangerei la legge per abbattere le statue, dovrebbe essere fatto attraverso il nostro processo democratico»
Cari amici, che succederà ora? Verranno distrutte tutte le statue e i monumenti egizi, sumeri, fenici, greci e romani perché legittimavano e praticavano la schiavitù, la discriminazione razziale, il colonialismo e si fondavano su regimi autocratici assimilabili al fascismo? E per le stesse ragioni verranno distrutte tutte le statue e i monumenti di epoca coloniale e fascista? Significherebbe la cancellazione di tutta la nostra Storia antica, medioevale, moderna e contemporanea. Di fatto ci comporteremmo come chi si sveglia al mattino e dice: «La Storia inizia oggi con me. Tutto ciò che mi ha preceduto deve essere annullato». È esattamente quello che fece Maometto che ha annullato tutta la Storia precedente l'imposizione dell'islam, condannandola come «Jahiliya», ovvero «ignoranza» o «oscurantismo». I nuovi barbari che stanno distruggendo, vandalizzando o esigendo la rimozione delle statue si comportano come Maometto e i terroristi islamici dei Talebani e dell'Isis.
Noi condanniamo sia la violenza del poliziotto che ha ucciso George Floyd, sia l'ondata di violenza scatenata da teppisti anti-razzisti che hanno ucciso dei civili e devastato le città, sia l'istigazione all'odio e alla cancellazione della nostra Storia per purificarci da qualsiasi traccia di schiavismo, razzismo, colonialismo o fascismo, sia la follia iconoclasta di masse fanatiche che ci fanno toccare con mano la vocazione al suicidio di un Occidente che odia se stesso. Noi ci vogliamo del bene, ci riconosciamo nell'insieme della civiltà che ci ha generato pur prendendo atto delle realtà che non ci appartengono più, aspiriamo ad un futuro in cui anche i nostri figli e nipoti potranno beneficiare dei valori inalienabili della vita, dignità e libertà.
La consigliera di Conte difende i saccheggi: "Colpa del capitalismo"
Luca Sablone - Dom, 14/06/2020
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 70269.html Le devastazioni in atto sarebbero solo una difesa degli oppressi? La denuncia di Bernini (Forza Italia): "Il premier prenda le distanze da questo delirio"
Il capitalismo sarebbe la vera causa che starebbe provocando i saccheggi. Una giustificazione per stare al fianco delle rivolte scoppiate in seguito alla morte di George Floyd che da Minneapolis hanno messo a ferro e fuoco gli Stati Uniti? Non sono mancati vandalismi e furti di massa, ma la situazione pare essere del tutto ignara a Mariana Mazzucato.
A giudizio della consigliera economica di Palazzo Chigi la responsabilità sarebbe esclusivamente del "modello di sviluppo della finanza mondiale". Cosa ne penserà di questa sparata colossale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte?
A chiedere un intervento del premier è stata Anna Maria Bernini, uscita allo scoperto dopo le scritte apparse sui social. Per contrastare il mondo dei "private equity funds" è lecito saccheggiare case e negozi? Le devastazioni in atto sarebbero solamente una difesa degli oppressi dalla cosiddetta finanza d'assalto? "Ma chi occupa un ruolo istituzionale non dovrebbe rileggere ciò che scrive? E, soprattutto, valutarne le conseguenze?". Pertanto il presidente dei senatori di Forza Italia auspica in un intervento da parte del capo del governo giallorosso affinché "prenda immediatamente le distanze da questo delirio".
"Nuovo fascismo di Trump e Salvini"
L'economista, nel corso dell'audizione in Commissione Affari Europei di Montecitorio, ha risposto a una domanda precisa di Filippo Sensi (deputato del Partito democratico) e ha confermato di non aver firmato il rapporto di Vittorio Colao: la donna ha spiegato la situazione, facendo sapere di essersi dedicata maggiormente al lavoro di policy design delle missioni economiche. "Quello di cui sto parlando oggi non è tanto il lavoro con Colao ma quello che stiamo facendo con la nuova squadra, dove ci sono anche giovani bravissimi, e siamo molto onorati di poter lavorare vicini", ha aggiunto. Inoltre, richiamandosi a una frase detta dall'economista Enrico Giovannini, ha speso qualche parola anche nel merito del piano: "Non ero d'accordo con tutte le schede ma, come ha detto Giovannini, non bisognava essere d'accordo su tutte. Il punto è aiutare il Paese".
La Mazzucato ad agosto 2019 era intervenuta sui possibili rischi sulla società di un capitalismo che non cambia e di governi che sbagliano gli interventi, dicendosi molto preoccupata dall'avanzata di un nuovo fascismo. E ha sostenuto che in assenza di una concreta strategia alternativa per la crescita - basata sull'inclusività e non sulla sola redistribuzione a qualcuno - emergono personaggi come Matteo Salvini in Italia o Donald Trump negli Stati Uniti "capaci di intercettare e fare crescere questa onda di insoddisfazione, un po’ come è successo negli anni '30".