Razzismo dei neri contro i bianchi

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:02 pm

Grazie Trump, hai fatto una cosa buona e giusta contro le menzogne e le calunnie razziste internazi comuniste contro i bianchi per demonizzarli e criminalizzarli.


Stamattina quando ho sentito la notizia ho pensato fosse una fake news, infatti ci sono passato sopra senza pensarci o controllarne la veridicità.

Finalmente qualcosa si muove nel verso giusto.

Per anni e anni io e tanti altri siamo stati tacciati di essere cospirazionisti e nazisti perché parlavamo della propaganda anti-bianchi attuata dai marxisti che infesta numerose istituzioni.

Ma oggi Trump, finalmente, ha riconosciuto l'esistenza di questa propaganda, e ha detto basta lì dove può dire basta, cioè nelle agenzie governative.

"viene indicato a tutte le agenzie di iniziare ad identificare tutti i contratti o altre spese legate ad ogni corso sulla 'critical race theory', "privilegio bianco', o ogni altro corso o impegno propagandistico che insegna o suggeriste che (1) gli Stati Uniti sono un paese intrinsicamente razzista o malvagio (2) che una qualsiasi razza o etnia sia intrinsicamente razzista o malvagia"

Il memo dice anche "impiegati nell'Executive Branch sono stati costretti a seguire corsi in cui gli è stato detto che 'virtualmente tutti i bianchi contribuiscono al razzismo' o dove vengono costretti a dire che 'beneficiano dal razzismo'"
https://www.facebook.com/groups/8991042 ... 724133596/




Trump bans 'anti-American' diversity training
5 settembre 2020

https://www.bbc.com/news/world-us-canada-54038888

Image caption The president has previously said he does not believe the US has a systemic racism problem

US President Donald Trump has ordered federal agencies to stop racial sensitivity training, labelling it "divisive, anti-American propaganda".

A memo to government agencies says it has come to his attention that millions of dollars of taxpayers' money have funded such "trainings".

The document says these sessions only foster resentment in the workforce.

Mr Trump has previously said he does not believe systemic racism is a problem in the US.

The memo comes amid the social justice protests that have swept the nation in recent months.

Friday's two-page document from Office of Management and Budget Director Russell Vought is addressed to the heads of federal executive departments and agencies.

"All agencies are directed to begin to identify all contracts or other agency spending related to any training on 'critical race theory,' 'white privilege,' or any other training or propaganda effort that teaches or suggests either (1) that the United States is an inherently racist or evil country or (2) that any race or ethnicity is inherently racist or evil," it says.

Media playback is unsupported on your device
Media captionGeorge Floyd death: What’s changed, 100 days later?

The memo says that "according to press reports, employees across the Executive Branch have been required to attend trainings where they are told that 'virtually all White people contribute to racism' or where they are required to say that they 'benefit from racism'."

Again citing press reports, the text says that some of the training sessions "have further claimed that there is racism embedded in the belief that America is the land of opportunity or the belief that the most qualified person should receive a job.

"These types of 'trainings' not only run counter to the fundamental beliefs for which our Nation has stood since its inception, but they also engender division and resentment within the Federal workforce."

It was not clear which reports Mr Vought was referring to or what prompted the memo. But such training sessions have been highlighted by the Discovery Institute, a conservative non-profit think tank based in Seattle.

Media playback is unsupported on your device
Media captionOne thing Americans find hard to talk about

Chris Rufo, one of its research fellows, told Fox News this week that the US Department of Treasury is among federal agencies that have hired such trainers.

Mr Rufo says his public records requests show these sessions have included teaching employees that white people uphold America's system of racism, and sending white male executives to mandatory training in which they write letters of apology to minorities.

Democratic presidential candidate Joe Biden, who will challenge Mr Trump for the White House in November, has vowed to fight systemic racism if elected.

"For generations, Americans who are black, brown, Native American, immigrant, haven't always been fully included in our democracy or our economy," the former vice-president said in July.



Le demenze razziste dei democratici contro i bianchi

"Gli studenti prepareranno un articolo descrivendo gli avvenimenti della storia americana che hanno condotto gli americani ebrei ed irlandesi ad avere un privilegio razziale" ...

En Californie, les démocrates imposent aux élèves de suivre un cours d’études ethniques accusant les Juifs de « privilège racial »
Sep 03, 2020
https://www.europe-israel.org/2020/09/e ... ge-racial/

«Ils en apprendront davantage sur les systèmes imbriqués d’oppression et de privilèges qui affectent toutes les personnes de couleur», indique le programme proposé.
La législature californienne a adopté l’AB-331 lundi, faisant un pas de plus pour devenir le premier État américain à obliger tous les lycéens à suivre un cours d’études ethniques pour obtenir leur diplôme.
Le cours suivrait un programme d’études modèle d’études ethniques qui accuse les Juifs de posséder un «privilège racial».


LOTTA AL POLITICAMENTE CORRETTO
6 settembre 2020

https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... __tn__=K-R

Il Presidente Donald J. Trump ha ordinato di cessare immediatamente qualunque corso di formazione all'interno del Governo federale (ministeri e agenzie) che insegni ai propri dipendenti teorie per le quali gli Stati Uniti siano una nazione razzista e teorie stupide sul privilegio bianco che hanno il solo scopo di dividere ancora di più il Paese e i suoi cittadini.

Sotto la direzione del presidente, l'Office of Management and Budget ha ordinato a tutte le agenzie federali di "cessare e desistere" da qualsiasi programma di formazione governativo che includa qualsiasi riferimento alla "teoria critica della razza" o al "privilegio bianco".

La teoria è stata a lungo in voga tra gli accademici. Trump ora cerca di sradicarla all'interno dello Stato. Tra le idee alla base della CRT (critical race theory), ora formalmente condannata dalla Casa Bianca, c'è che la legge e tutte le istituzioni sono intrinsecamente razziste, e che la razza in sé non ha basi biologiche. Il concetto di etnia è, invece, il prodotto di una società bianca che utilizza sistemi e istituzioni per promuovere i propri interessi a scapito delle minoranze.

Perché è importante questa tesi accademica? Perché guida l'azione del governo. E perché, durante questa estate di disordini in seguito alla morte di George Floyd per mano di un agente di polizia di Minneapolis, al presidente è stato chiesto numerose volte se crede che il razzismo sistemico sia un problema in America. La sua risposta è stata sempre no e un'immagine più chiara del suo pensiero arriva sotto forma di un memo scritto dal direttore dell'OMB (Office of Management and Budget) Russ Vought.

"È giunto all'attenzione del presidente che le agenzie del ramo esecutivo hanno speso milioni di dollari dei contribuenti fino ad oggi 'addestrando' i lavoratori del governo a credere alla propaganda anti-americana che è divisiva", scrive Vought nel promemoria, ottenuto per primo da RealClearPolitics.

"Ad esempio, secondo i resoconti della stampa, i dipendenti di tutto il ramo esecutivo sono stati tenuti a partecipare a corsi di formazione in cui viene detto loro che" praticamente tutti i bianchi contribuiscono al razzismo "o dove sono tenuti a dire che" traggono vantaggio dal razzismo "

Mentre il paese è alle prese con questioni di razza e uguaglianza nella polizia, Trump ha ordinato che qualsiasi programma relativo al "privilegio bianco" finisca immediatamente. Secondo la Casa Bianca, tali idee sono "propaganda contro gli americani".

Il crossover tra teoria accademica e programmi di formazione sul lavoro federale, scrive Vought, è "contrario alle convinzioni fondamentali per le quali la nostra nazione si è battuta sin dal suo inizio" e inoltre "genera divisione e risentimento all'interno della forza di lavoro federale".

"Non possiamo accettare che i nostri dipendenti ricevano una formazione che cerchi di minare i nostri valori fondamentali come americani e guidare la divisione all'interno della nostra forza lavoro", si legge nel promemoria a tutte le agenzie federali.

Le agenzie federali sono incaricate di identificare eventuali contratti o spese che finanziano programmi che insegnano ai dipendenti federali la teoria critica della razza e / o sui privilegi bianchi. Ciò include, ha appreso RCP, qualsiasi tentativo di insegnare o suggerire che "gli Stati Uniti sono un paese intrinsecamente razzista o malvagio" o che "qualsiasi razza o etnia è intrinsecamente razzista o malvagia".

Il promemoria arriva dopo che sono emerse lamentele su iniziative guidate dal governo che cercano di correggere convinzioni di vecchia data sulla razza che sono state recentemente ritenute offensive. Come riporta Fox News, la NASA ha annunciato che avrebbe eliminato tutti i riferimenti a frasi come "Nebulosa eschimese" e "Galassia gemella siamese". E all'inizio dell'anno, il National Museum of African American History & Culture è stato pubblicamente ridicolizzato per una grafica che metteva in relazione concetti come "famiglia nucleare" e "autosufficienza" alla base della cosiddetta cultura bianca.

La Casa Bianca si impegna a garantire pari opportunità e trattamento per tutti i cittadini. Il presidente Trump, tuttavia, non è disposto a convalidare tesi che affermino che le strutture di potere all'interno del paese, o che la nazione stessa, è razzista.

"Il presidente ha una comprovata esperienza di difesa di coloro la cui voce è stata a lungo ignorata e che non sono riusciti a beneficiare di tutto ciò che il nostro paese ha da offrire, e intende continuare a sostenere tutti gli americani, indipendentemente da razza, religione o credo. ", Scrive Vought.

"La propaganda divisiva, falsa e umiliante del movimento critico per la teoria della razza è contraria a tutto ciò che rappresentiamo come americani e non dovrebbe avere posto nel governo federale", ha concluso.

https://www.whitehouse.gov/wp-content/u ... stream=top


Elezioni Usa: il discorso di Donald Trump dopo avere battuto Hillary Clinton.
[Italiano Integrale]
9 nov 2016
https://www.youtube.com/watch?v=jN1VKzTnsUA


Il testo integrale, senza censure, del discorso di Donald Trump
INFORMAZIONECATTOLICA
14 Maggio 2020

https://www.informazionecattolica.it/20 ... ald-trump/

È un po’ lungo ma prendetevi un po’ di tempo. Una pietra miliare per farsi un’idea autonoma, per capire perché mancano 67 giorni alla sua rielezione.

***

Amici, delegati e ospiti illustri: stasera sono davanti a voi onorato dal vostro sostegno, orgogliosi degli straordinari progressi che abbiamo fatto insieme negli ultimi quattro anni e pieni di fiducia nel brillante futuro che costruiremo per l’America nei PROSSIMI quattro anni!
All’inizio di questa serata i nostri pensieri sono con le persone meravigliose che sono appena scampate dall’ira dell’uragano Laura. Stiamo lavorando a stretto contatto con i funzionari statali e locali in Texas, Louisiana, Arkansas e Mississippi, senza risparmiare sforzi per salvare vite umane. Mentre l’uragano è stato feroce, uno dei più forti in 150 anni, le vittime e i danni sono stati molto inferiori a quanto si potesse immaginare solo 24 ore fa. Ciò è dovuto al grande lavoro della FEMA, delle forze dell’ordine e dei singoli stati. Andrò questo fine settimana. Siamo un’unica famiglia nazionale e ci proteggeremo, ci ameremo e ci prenderemo sempre cura l’uno dell’altro.
Qui stasera ci sono le persone che hanno reso possibile il mio viaggio e hanno riempito la mia vita di tanta gioia.
Per il suo incredibile servizio alla nostra nazione e ai suoi bambini, voglio ringraziare la nostra magnifica First Lady.
Voglio anche ringraziare la mia fantastica figlia Ivanka per questa presentazione, e a tutti i miei figli e nipoti: vi amo più di quanto le parole possano esprimere.
So che mio fratello Robert ci sta guardando dall’alto proprio ora dal Cielo. Era un grande fratello ed era molto orgoglioso del lavoro che stiamo facendo. Dedichiamoci anche un momento per mostrare il nostro profondo apprezzamento per un uomo che ha sempre combattuto al nostro fianco e ha difeso i nostri valori – un uomo di profonda fede e ferma convinzione: il vicepresidente Mike Pence. Insieme a lui la sua amata moglie, insegnante e mamma militare, Karen Pence.
Miei concittadini americani, questa sera, con il cuore pieno di gratitudine e di sconfinato ottimismo, accetto con orgoglio questa nomina a Presidente degli Stati Uniti.
Il Partito Repubblicano, il partito di Abraham Lincoln, va avanti unito, determinato e pronto ad accogliere milioni di Democratici, Indipendenti e chiunque creda nella GRANDEZZA d’America e nel cuore giusto del popolo americano.
In un nuovo mandato come presidente, costruiremo di nuovo la più grande economia della storia, tornando rapidamente alla piena occupazione, ai redditi in aumento e alla prosperità record! Ci difenderemo da tutte le minacce e proteggeremo l’America da tutti i pericoli. Guideremo l’America verso nuove frontiere di ambizione e di scoperte e raggiungeremo nuove vette di conquista nazionale. Riaccenderemo una nuova fede nei nostri valori, un nuovo orgoglio per la nostra storia e un nuovo spirito di unità che può essere realizzato solo attraverso l’amore per il nostro paese. Poiché comprendiamo che l’America non è una terra ammantata di oscurità, l’America è la torcia che illumina il mondo intero.
Riuniti qui nella nostra bellissima e maestosa Casa Bianca – conosciuta in tutto il mondo come la Casa del Popolo – non possiamo fare a meno di meravigliarci di fronte al miracolo che è la nostra Great American Story. Questa è stata la casa di personaggi straordinari come Teddy Roosevelt e Andrew Jackson che hanno radunato gli americani verso visioni audaci di un futuro più grande e luminoso. Tra queste mura vivevano generali tenaci come i presidenti Grant ed Eisenhower che guidarono i nostri soldati per la causa della libertà. Da questi terreni, Thomas Jefferson ha inviato Lewis e Clark in un’audace spedizione per attraversare un continente selvaggio e inesplorato. Nelle profondità di una sanguinosa guerra civile, il presidente Abraham Lincoln guardò da queste stesse finestre un monumento a Washington mezzo completato e chiese a Dio, nella sua Provvidenza, di salvare la nostra unione.
Due settimane dopo Pearl Harbor, Franklin Delano Roosevelt ha dato il benvenuto a Winston Churchill e hanno avviato la nostra gente sulla rotta per la vittoria nella seconda guerra mondiale.
Negli ultimi mesi, la nostra nazione, e l’intero pianeta, è stata colpita da un nuovo e potente nemico invisibile. Come quei coraggiosi americani prima di noi, stiamo affrontando questa sfida. Stiamo erogando terapie salvavita e produrremo un vaccino prima della fine dell’anno, o forse anche prima! Sconfiggeremo il virus, porremo fine alla pandemia e ne usciremo più forti che mai.
Ciò che ha unito le generazioni passate è stata una fiducia incrollabile nel destino dell’America e una fede incrollabile nel popolo americano. Sapevano che il nostro paese è benedetto da Dio e ha uno scopo speciale in questo mondo. È questa convinzione che ha ispirato la formazione della nostra unione, la nostra espansione verso ovest, l’abolizione della schiavitù, il passaggio dei diritti civili, il programma spaziale e il rovesciamento del fascismo, della tirannia e del comunismo.
Questo imponente spirito americano ha prevalso su ogni sfida e ci ha portati al vertice dell’impegno umano.
Eppure, nonostante tutta la nostra grandezza come nazione, tutto ciò che abbiamo ottenuto è ora in pericolo. Questa è l’elezione più importante nella storia del nostro Paese. Mai prima d’ora gli elettori hanno affrontato una scelta più chiara tra due partiti, due visioni, due filosofie o due ordini del giorno.
Questa elezione deciderà se salveremo il sogno americano o se permetteremo ad un’agenda socialista di demolire il nostro destino.
Deciderà se creeremo rapidamente milioni di posti di lavoro ben retribuiti o se distruggeremo le nostre industrie e invieremo milioni di questi posti di lavoro all’estero, come è stato stupidamente fatto per molti decenni.
Il vostro voto deciderà se proteggere gli americani rispettosi della legge o se dare libero sfogo a violenti anarchici, agitatori e criminali che minacciano i nostri cittadini.
E queste elezioni decideranno se difenderemo lo stile di vita americano o se permetteremo a un movimento radicale di smantellarlo e distruggerlo completamente.
Alla Convenzione Nazionale Democratica, Joe Biden e il suo partito hanno ripetutamente aggredito l’America come una terra di ingiustizie razziali, economiche e sociali. Quindi stasera, vi faccio una domanda molto semplice: come può il Partito Democratico chiedere di guidare il nostro paese quando in realtà spende così tanto tempo a demolire il nostro paese?
Nella visione al contrario della sinistra, non vedono l’America come la nazione più libera, giusta ed eccezionale della terra. Invece, vedono una nazione malvagia che deve essere punita per i suoi peccati.
I nostri avversari dicono che la redenzione per voi può venire solo dal dare loro potere. Questo è un refrain stanco pronunciato da ogni movimento repressivo nel corso della storia.
Ma in questo paese, non guardiamo ai politici in carriera per la salvezza. In America, non ci rivolgiamo al governo per restaurare le nostre anime, ma riponiamo la nostra fede in Dio Onnipotente.
Joe Biden non è il salvatore dell’anima dell’America: è il distruttore di America’s Jobs e, se gli verrà data la possibilità, sarà il distruttore della grandezza americana.
Per 47 anni, Joe Biden ha preso le donazioni dei colletti blu, ha dato loro abbracci e persino baci, e ha detto loro che sentiva il loro dolore e poi è tornato a Washington e ha votato per spedire i loro lavori in Cina e in molte altre terre lontane. Joe Biden ha trascorso tutta la sua carriera esternalizzando i sogni dei lavoratori americani, delegando i loro posti di lavoro, aprendo i loro confini e inviando i loro figli e le loro figlie a combattere in infinite guerre straniere.
Quattro anni fa mi sono candidato alla presidenza perché non potevo più assistere a questo tradimento del nostro Paese. Non potevo stare a guardare come politici in carriera lasciare che altri paesi si approfittassero di noi sul commercio, sui confini, sulla politica estera e sulla difesa nazionale. I nostri partner della NATO, ad esempio, erano molto indietro nei pagamenti per la difesa. Ma su mia forte sollecitazione, hanno deciso di pagare 130 miliardi di dollari in più all’anno. Questo alla fine andrà a $ 400 miliardi. Il segretario generale Stoltenberg, a capo della NATO, è rimasto sbalordito e ha affermato che il presidente Trump ha fatto ciò che nessun altro era in grado di fare.
Dal momento in cui ho lasciato la mia vita precedente alle spalle, ed è stata una bella vita, non ho fatto altro che combattere per voi.
Ho fatto ciò che il nostro sistema politico non si sarebbe mai aspettato e non avrebbe mai potuto perdonare, infrangendo il governo cardinale della politica di Washington.
E ho mantenuto tutte le mie promesse.
Insieme, abbiamo posto fine al dominio della classe politica fallita e loro sono disperati per riavere il loro potere con ogni mezzo necessario. Sono arrabbiati con me perché invece di metterli al primo posto, io metto l’AMERICA AL PRIMO POSTO!
Alcuni giorni dopo l’insediamento, abbiamo scioccato l’establishment di Washington e ci siamo ritirati dalla Trans Pacific Partnership dell’ultima amministrazione. Ho quindi approvato i gasdotti Keystone XL e Dakota Access, ho posto fine all’ingiusto e costoso accordo sul clima di Parigi e mi sono assicurato, per la prima volta, l’indipendenza energetica americana.
Abbiamo approvato tagli fiscali e regolamentari da record, a un ritmo che nessuno aveva mai visto prima. In tre brevi anni abbiamo costruito l’economia più forte nella storia del mondo.
Gli addetti ai lavori di Washington mi hanno chiesto di non oppormi alla Cina – mi hanno supplicato di lasciare che la Cina continuasse a rubare i nostri posti di lavoro, derubandoci e derubando il nostro paese. Ma ho mantenuto la parola data al popolo americano. Abbiamo intrapreso l’azione più dura, più audace, più forte e più dura contro la Cina nella storia americana.
Dissero che sarebbe stato impossibile terminare e sostituire il NAFTA, ma ancora una volta si sbagliavano. All’inizio di quest’anno, ho posto fine all’incubo NAFTA e ho firmato il nuovissimo accordo USA Messico Canada trasformandolo in legge. Ora le aziende automobilistiche e altri stanno costruendo i loro stabilimenti e fabbriche in America, senza licenziare i loro dipendenti e abbandonarci.
Forse in nessun campo gli interessi speciali di Washington si sono sforzati di fermarci più della mia politica di immigrazione filoamericana. Ma mi sono rifiutato di fare marcia indietro – e oggi i confini dell’America sono più sicuri che mai.
Abbiamo messo fine al sistema “cattura e rilascio”, fermato le frodi in materia di asilo, annichilito i trafficanti di esseri umani che depredavano donne e bambini e abbiamo rimpatriato 20.000 membri di gang e 500.000 criminali stranieri.
Abbiamo già costruito 300 miglia di Border Wall e aggiungiamo 10 nuove miglia ogni singola settimana. Il Muro sarà presto completato e sta funzionando oltre le nostre più rosee aspettative.
Questa sera siamo raggiunti dai membri del sindacato delle pattuglie di frontiera, che rappresentano i coraggiosi agenti di frontiera del nostro paese. Grazie a tutti.
Quando ho saputo che la Tennessee Valley Authority ha licenziato centinaia di lavoratori americani e li ha costretti a formare i loro sostituti stranieri meno pagati, ho prontamente rimosso il presidente del consiglio. E ora, quei talentuosi lavoratori americani sono stati riassunti e sono tornati a fornire energia a Georgia, Alabama, Tennessee, Kentucky, Mississippi, North Carolina e Virginia. Hanno riavuto i loro vecchi lavori e alcuni sono qui con noi questa sera. Per favore alzatevi.
Il mese scorso ho affrontato Big Pharma e ho firmato ordini che ridurranno enormemente il costo dei tuoi farmaci da prescrizione e per dare ai pazienti in condizioni critiche l’accesso a cure salvavita, abbiamo superato i decenni tanto attesi dalla legislazione DIRITTO DI PROVARE. Abbiamo anche superato la VA Accountability con la VA Choice.
Entro la fine del mio primo mandato, avremo approvato più di 300 giudici federali, inclusi due nuovi grandi giudici della Corte Suprema. Per portare prosperità alle nostre città interne dimenticate, abbiamo lavorato duramente per approvare la storica riforma della giustizia penale, la riforma carceraria, le zone di opportunità, il finanziamento a lungo termine di college e università storicamente neri e, prima che arrivasse il Virus
Cinese, abbiamo prodotto la migliore disoccupazione numeri mai registrati per afro-americani, ispano-americani e asiatici-americani. Ho fatto di più per la comunità afroamericana di qualsiasi presidente da Abraham Lincoln, il nostro primo presidente repubblicano.
Ho fatto di più in tre anni per la comunità nera di quanto abbia fatto Joe Biden in 47 anni, e quando sarò rieletto, il meglio deve ancora venire!
Quando sono entrato in carica, il Medio Oriente era nel caos totale. L’ISIS imperversava, l’Iran stava espandendo la sua influenza e la guerra in Afghanistan non aveva una fine in vista. Mi sono ritirato dal terribile accordo unilaterale sul nucleare iraniano. A differenza di molti presidenti prima di me, ho mantenuto la mia promessa, ho riconosciuto la vera capitale di Israele e ho trasferito la nostra ambasciata a Gerusalemme. Ma non solo ne abbiamo parlato come un sito futuro, ma l’abbiamo fatto costruire.
Invece di spendere $ 1 miliardo per un nuovo edificio come previsto, abbiamo preso un edificio esistente già di proprietà in una posizione migliore e lo abbiamo aperto a un costo inferiore a $ 500.000. Abbiamo anche riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan e questo mese abbiamo raggiunto il primo accordo di pace in Medio Oriente in 25 anni. Inoltre, abbiamo cancellato il 100% del califfato dell’ISIS e ucciso il suo fondatore e leader Abu Bakr al-Baghdadi. Quindi, in un’operazione separata, abbiamo eliminato il terrorista numero uno al mondo, Qasem Soleimani.
A differenza delle precedenti amministrazioni, ho tenuto l’America fuori da nuove guerre e le nostre truppe stanno tornando a casa. Abbiamo speso quasi 2,5 trilioni di dollari per ricostruire completamente il nostro esercito, che era molto esaurito quando sono entrato in carica. Ciò include tre aumenti di stipendio separati per i nostri grandi guerrieri. Abbiamo anche lanciato la Space Force, il primo nuovo ramo dell’esercito degli Stati Uniti da quando l’Air Force è stata creata quasi 75 anni fa.
Abbiamo trascorso gli ultimi quattro anni a rimediare ai danni inflitti da Joe Biden negli ultimi 47 anni.
Il record di Biden è un vergognoso appello ai tradimenti e agli errori più catastrofici della nostra vita. Ha trascorso tutta la sua carriera dalla parte sbagliata della storia. Biden ha votato per il disastro del NAFTA, il peggior accordo commerciale mai stipulato; ha sostenuto l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio, uno dei più grandi disastri economici di tutti i tempi. Dopo quelle calamità di Biden, gli Stati Uniti hanno perso 1 posto di lavoro nel settore manifatturiero su 4. I lavoratori licenziati in Michigan, Ohio, New Hampshire, Pennsylvania e molti altri stati non volevano le vuote parole di empatia di Joe Biden, volevano indietro il loro lavoro!
In qualità di vicepresidente, ha sostenuto la Trans Pacific Partnership che sarebbe stata una condanna a morte per l’industria automobilistica statunitense; ha appoggiato l’orrendo accordo commerciale della Corea del Sud, che ha portato via molti posti di lavoro dal nostro paese. Ha ripetutamente sostenuto l’amnistia di massa per gli immigrati illegali. Ha votato per la guerra in Iraq; si è opposto alla missione di eliminare Osama bin Laden; si opponeva all’uccisione di Soleimani; ha supervisionato l’ascesa dell’ISIS e ha acclamato l’ascesa della Cina come “uno sviluppo positivo” per l’America e il mondo. Ecco perché la Cina sostiene Joe Biden e vuole disperatamente che vinca.
La Cina sarebbe proprietaria del nostro paese se Joe Biden fosse eletto. A differenza di Biden, li riterrò pienamente responsabili della tragedia che hanno causato.
Negli ultimi mesi, la nostra nazione, e il resto del mondo, è stata colpita da una pandemia unica che la Cina ha permesso di diffondere in tutto il mondo. Siamo grati di essere raggiunti questa sera da molti dei nostri incredibili infermieri e primi soccorritori – per favore alzati e accetta i nostri profondi ringraziamenti. Molti americani hanno purtroppo perso amici e cari a causa di questa orribile malattia. Come una sola nazione, piangiamo, soffriamo e conserviamo per sempre nei nostri cuori i ricordi di tutte quelle vite così tragicamente prese. In loro onore, ci uniremo. Nella loro memoria supereremo questo momento.
Quando il virus cinese ha colpito, abbiamo lanciato la più grande mobilitazione nazionale dalla seconda guerra mondiale. Invocando il Defence Production Act, abbiamo prodotto la più grande fornitura mondiale di ventilatori. A nessun americano che abbia avuto bisogno di un ventilatore ne è stato negato uno. Abbiamo spedito centinaia di milioni di mascherine, guanti e camici ai nostri operatori sanitari in prima linea. Per proteggere gli anziani della nostra nazione, abbiamo spedito forniture, kit di test e personale alle case di cura e alle strutture di assistenza a lungo termine. Il Corpo degli ingegneri dell’esercito ha costruito ospedali da campo e la Marina ha schierato le nostre grandi navi ospedale.
Abbiamo sviluppato da zero il più grande e avanzato sistema di test al mondo. L’America ha testato più di ogni paese d’Europa messo insieme e più di ogni nazione dell’emisfero occidentale combinato. Abbiamo condotto 40 milioni di test in più rispetto alla nazione seconda in questa classifica.
Abbiamo sviluppato una vasta gamma di trattamenti efficaci, incluso un potente trattamento con gli anticorpi noto come plasma convalescente che salverà migliaia di vite. Grazie ai progressi di cui siamo stati pionieri, il tasso di mortalità è stato ridotto dell’80% da aprile.
Gli Stati Uniti hanno tassi di mortalità tra i più bassi di tutti i principali paesi del mondo. Il tasso di mortalità dei casi dell’Unione europea è quasi tre volte superiore al nostro. Complessivamente, le nazioni europee hanno registrato un aumento del 30% maggiore della mortalità in eccesso rispetto agli Stati Uniti.
Abbiamo promulgato il più grande pacchetto di aiuti finanziari nella storia americana. Grazie al nostro Paycheck Protection Program, abbiamo salvato o supportato più di 50 milioni di posti di lavoro americani. Di conseguenza, abbiamo assistito alla più piccola contrazione economica di qualsiasi grande nazione occidentale e ci stiamo riprendendo molto più velocemente. Negli ultimi tre mesi abbiamo ottenuto oltre 9 milioni di posti di lavoro, un nuovo record.
Purtroppo, fin dall’inizio, i nostri avversari si sono mostrati capaci di nient’altro che di una capacità di critica di parte. Quando ho intrapreso un’azione coraggiosa per emettere un divieto di viaggio in Cina, Joe Biden l’ha definito isterico e xenofobo. Se avessimo ascoltato Joe, centinaia di migliaia di americani sarebbero morti in più.
Invece di seguire la scienza, Joe Biden vuole infliggere una dolorosa chiusura all’intero paese. La sua chiusura avrebbe inflitto danni impensabili e duraturi ai bambini, alle famiglie e ai cittadini della nostra nazione di ogni provenienza.
Il costo della chiusura di Biden sarebbe misurato in aumento di overdose di droga, depressione, dipendenza da alcol, suicidi, attacchi di cuore, devastazione economica e altro ancora. Il piano di Joe Biden non è una soluzione al virus, ma piuttosto una resa.
La mia amministrazione ha un approccio diverso. Per salvare quante più vite possibili, ci stiamo concentrando sulla scienza, sui fatti e sui dati. Stiamo proteggendo in modo aggressivo le persone a più alto rischio, in particolare gli anziani, consentendo agli americani a basso rischio di tornare in sicurezza al lavoro ea scuola.
Ancora più importante, stiamo mobilitando il genio scientifico americano per produrre un vaccino in tempi record. Nell’operazione Warp Speed, abbiamo tre diversi vaccini nella fase finale delle prove in questo momento, anni prima di quanto è stato raggiunto prima. Li stiamo producendo in anticipo, in modo che centinaia di milioni di dosi saranno rapidamente disponibili.
Avremo un vaccino sicuro ed efficace quest’anno e insieme distruggeremo il virus.
Alla convention dei Democratici, avete sentito a malapena una parola sulla loro agenda. Ma non è perché non ne hanno una. È perché la loro agenda è la serie più estrema di proposte mai avanzata da un importante candidato al partito. Joe Biden potrebbe affermare di essere un “alleato della Luce”, ma quando si tratta della sua agenda, Biden vuole tenerti completamente all’oscuro.
Ha promesso un aumento delle tasse di $ 4 trilioni su quasi tutte le famiglie americane, che farà crollare completamente la nostra economia in rapido miglioramento e ancora una volta record dei mercati azionari. D’altra parte, proprio come ho fatto nel mio primo trimestre, taglierò ulteriormente le tasse per mamme e papà che lavorano sodo, non li aumenterò. Forniremo anche crediti d’imposta per riportare i posti di lavoro fuori dalla Cina in America e imporremo tariffe a qualsiasi azienda che lasci l’America per produrre posti di lavoro all’estero. Faremo in modo che le nostre aziende e i nostri posti di lavoro rimangano nel nostro paese, come ho già fatto. L’agenda di Joe Biden è Made in China. La mia agenda è MADE IN USA.
Biden ha promesso di abolire la produzione americana di petrolio, carbone e gas naturale, devastando le economie di Pennsylvania, Ohio, Texas, North Dakota, Oklahoma, Colorado e New Mexico. Milioni di posti di lavoro andranno persi e i prezzi dell’energia aumenteranno. Queste stesse politiche hanno portato a paralizzanti interruzioni di corrente in California solo la scorsa settimana. Come può Joe Biden affermare di essere un “alleato della Luce” quando la sua stessa festa non riesce nemmeno a tenere le luci accese?
La campagna di Joe Biden ha persino pubblicato una piattaforma politica di 110 pagine, coautrice con il senatore di estrema sinistra Bernie Sanders. Il Manifesto Biden-Bernie chiede di sospendere tutte le rimozioni di stranieri illegali, implementando il Catch-and-Release a livello nazionale; e fornire agli stranieri illegali avvocati finanziati dai contribuenti. Joe Biden ha recentemente alzato la mano sul palco del dibattito e ha promesso di regalare i vostri dollari per l’assistenza sanitaria agli immigrati illegali. Supporta anche le letali Sanctuary Cities che proteggono gli illegal aliens criminali. Ha promesso di porre fine ai divieti di viaggio per la sicurezza nazionale delle nazioni jihadiste e si è impegnato ad aumentare le ammissioni di rifugiati del 700%. Il Piano Biden eliminerebbe i confini dell’America nel mezzo di una pandemia globale.
Biden ha anche promesso di opporsi a School Choice e chiudere le Charter Schools, diminuendo le opportunità di scelta dei bambini neri e ispanici.
Inoltre aumenteremo le scuole charter e forniremo la libertà di scelta scolastica ad ogni famiglia in America. E tratteremo sempre i nostri insegnanti con l’enorme rispetto che meritano.
Joe Biden afferma di provare empatia per i vulnerabili, ma il partito che guida sostiene l’estremo aborto tardivo di bambini indifesi fino al momento della loro nascita. I leader democratici parlano di decenza morale, ma non hanno problemi a fermare il battito del cuore di un bambino nel nono mese di gravidanza.
I politici democratici si rifiutano di proteggere la vita innocente, e poi ci fanno lezioni sulla moralità e sul salvare l’anima dell’America? Stasera, dichiariamo con orgoglio che tutti i bambini, nati e non nati, hanno il DIRITTO ALLA VITA DATO DA DIO.
Durante la Convenzione Democratica, le parole “Under God” sono state rimosse dal Pledge of Allegiance – non una, ma due volte. Il fatto è che è da qui che vengono.
Se la sinistra prenderà il potere, demoliranno i sobborghi, confischeranno le vostre armi e nomineranno giudici che spazzeranno via il vostro Secondo Emendamento e altre libertà costituzionali.
Biden è il cavallo di Troia per il socialismo. Se Joe Biden non ha la forza di resistere a marxisti stravaganti come Bernie Sanders e i suoi compagni radicali, allora come farà a difendersi?
L’aspetto più pericoloso della piattaforma Biden è l’attacco alla sicurezza pubblica. Il Manifesto Biden-Bernie chiede l’abolizione della cauzione in contanti, liberando immediatamente 400.000 criminali nelle tue strade e nei vostri quartieri.
Quando gli è stato chiesto se sostiene il taglio dei fondi per la polizia, Joe Biden ha risposto: “Sì, assolutamente”. Quando il membro del Congresso Ilhan Omar ha definito il dipartimento di polizia di Minneapolis un cancro che è “marcio alla radice”, Biden non ha rifiutato il suo sostegno e rifiutato il suo sostegno e lo ha mostrato con orgoglio sul suo sito web.
Non commettete errori, se date il potere a Joe Biden, la sinistra radicale sconfiggerà i dipartimenti di polizia in tutta l’America. Passeranno la legislazione federale per ridurre l’applicazione della legge a livello nazionale. Faranno sembrare ogni città come Portland in Oregon, gestita dai Democratici. Nessuno sarà al sicuro nell’America di Biden.
La mia amministrazione starà sempre con gli uomini e le donne delle forze dell’ordine. Ogni giorno, gli agenti di polizia rischiano la vita per tenerci al sicuro e ogni anno molti sacrificano la propria vita per svolgere il proprio dovere.
Uno di questi incredibili americani era il detective Miosotis Familia. Faceva parte di una squadra di American Heroes chiamata NYPD o New York’s Finest. Tre anni fa, il fine settimana del 4 luglio, la detective Familia era in servizio nel suo veicolo quando è stata vittima di un’imboscata subito dopo mezzanotte e uccisa da un mostro che la odiava solo per indossare il distintivo.
La detective Familia era una mamma single: di recente aveva chiesto il turno di notte in modo da poter passare più tempo con i suoi figli. Due anni fa, mi trovavo di fronte al Campidoglio degli Stati Uniti accanto a quei bambini e tenevo la mano della nonna mentre piangevano la loro terribile perdita e onoravamo la vita straordinaria del detective Familia.
I tre figli del detective Familia sono con noi questa sera. Genesis, Peter e Dalilah, siamo così grati di avervi qui stasera. Vi prometto che faremo tesoro di vostra madre nei nostri ricordi per sempre.
Dobbiamo ricordare che la stragrande maggioranza degli agenti di polizia in questo paese è nobile, coraggiosa e onorevole. Dobbiamo restituire alle forze dell’ordine, alla nostra polizia, il loro potere. Hanno paura di agire. Hanno paura di perdere la pensione. Hanno paura di perdere il lavoro e, avendo paura, non sono in grado di svolgere il loro lavoro. E quelli che soffrono di più sono le grandi persone che vogliono così disperatamente proteggere.
Quando c’è una cattiva condotta della polizia, il sistema giudiziario deve ritenere i trasgressori pienamente e completamente responsabili, e lo farà.
Ma quello che non possiamo mai avere in America – e non dobbiamo mai permettere – è che i violenti impongano la legge.
Nei termini più forti possibili, il Partito Repubblicano condanna le rivolte, i saccheggi, gli incendi dolosi e la violenza che abbiamo visto nelle città gestite dai Democratici come Kenosha, Minneapolis, Portland, Chicago e New York.
Vi è violenza e pericolo nelle strade di molte città controllate dai Democratici in tutta l’America. Questo problema potrebbe essere facilmente risolto se lo volessero. Dobbiamo sempre avere la legge e l’ordine. Tutti i crimini federali vengono indagati, perseguiti e puniti nella misura massima consentita dalla legge.
Quando gli anarchici hanno iniziato a demolire le nostre statue e monumenti, ho firmato un ordine, dieci anni di prigione, e tutto si è fermato.
Durante la loro convenzione, Joe Biden ei suoi sostenitori sono rimasti completamente in silenzio sui rivoltosi e i criminali che diffondevano il caos nelle città governate dai democratici. Di fronte all’anarchia di sinistra e al caos a Minneapolis, Chicago e in altre città, la campagna di Joe Biden non l’ha condannata: l’hanno sostenuta. Almeno 13 membri dello staff della campagna di Joe Biden hanno donato ad un fondo per salvare vandali, piromani, saccheggiatori e rivoltosi dalla prigione.
Qui stasera c’è la famiglia in lutto del capitano di polizia in pensione David Dorn, un veterano di 38 anni del dipartimento di polizia di St. Louis. A giugno, il capitano Dorn è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre cercava di proteggere un negozio da rivoltosi e saccheggiatori. Siamo onorati di essere raggiunti questa sera da sua moglie Ann e dagli amati membri della famiglia: Brian e Kielen. A ciascuno di voi: non dimenticheremo mai l’eroica eredità del capitano David Dorn.
Finché sarò Presidente, difenderò il diritto assoluto di ogni cittadino americano di vivere in sicurezza, dignità e pace.
Se il Partito Democratico vuole schierarsi con anarchici, agitatori, rivoltosi, saccheggiatori e bruciatori di bandiere, dipende da loro, ma io, come vostro presidente, non ne farò parte. Il Partito Repubblicano rimarrà la voce degli eroi patriottici che mantengono l’America al sicuro.
L’anno scorso, oltre 1.000 afroamericani sono stati assassinati a causa di crimini violenti in sole quattro città gestite dai democratici. Le prime 10 città più pericolose del paese sono gestite dai Democratici e lo sono da decenni. Altre migliaia di afroamericani sono vittime di crimini violenti in queste comunità Joe Biden e la sinistra ignorano queste vittime americane. NON LO FAR MAI.
Se la sinistra radicale prenderà il potere, applicherà le loro politiche disastrose a ogni città, paese e sobborgo d’America.
Immaginate solo se i cosiddetti manifestanti pacifici nelle strade fossero responsabili di ogni leva del potere nel governo degli Stati Uniti.
I politici liberali affermano di essere preoccupati per la forza delle istituzioni americane. Ma chi li sta attaccando esattamente? Chi assume i professori, i giudici e i pubblici ministeri radicali? Chi sta cercando di abolire l’applicazione dell’immigrazione e stabilire codici vocali progettati per imbavagliare il dissenso? In ogni caso, gli attacchi alle istituzioni americane sono condotti dalla sinistra radicale.
Ricordate sempre: mi stanno dando la caccia, perché sto combattendo per voi.
Dobbiamo rivendicare la nostra indipendenza dai mandati repressivi della sinistra. Gli americani sono esausti nel cercare di stare al passo con l’ultimo elenco di parole e frasi approvate e con i decreti politici sempre più restrittivi. Molte cose hanno un nome diverso ora e le regole cambiano continuamente. L’obiettivo dell’annullamento della cultura è far vivere gli americani decenti nella paura di essere licenziati, espulsi, svergognati, umiliati e cacciati dalla società come la conosciamo.
L’estrema sinistra vuole costringerti a dire quello che sai essere falso e spaventarti a non dire quello che sai essere vero.
Ma il 3 novembre, puoi inviare loro un messaggio fragoroso che non dimenticheranno mai!
Joe Biden è debole. Prende i suoi ordini di marcia da ipocriti liberals che guidano le loro città dal sottosuolo mentre si nascondono scappando lontano dalla scena del naufragio. Questi stessi liberals vogliono eliminare la scelta scolastica, mentre iscrivono i loro figli nelle migliori scuole private del paese. Vogliono aprire i nostri confini mentre vivono in complessi e comunità recintate. Vogliono togliere finanziamenti alla polizia, mentre hanno guardie armate per loro stessi.
Questo novembre, dobbiamo voltare pagina per sempre con questa classe politica fallita. Il fatto è che io sono qui e loro non lo sono – e questo grazie a voi. Insieme, scriveremo il prossimo capitolo della Great American Story.
Nei prossimi quattro anni, faremo dell’America la superpotenza produttiva del mondo. Espanderemo le zone di opportunità, porteremo a casa le nostre catene di approvvigionamento medico e porremo fine alla nostra dipendenza dalla Cina una volta per tutte.
Continueremo a ridurre le tasse e le normative a livelli mai visti prima.
Creeremo 10 milioni di posti di lavoro nei prossimi 10 mesi.
Assumeremo più poliziotti, aumenteremo le sanzioni per le aggressioni alle forze dell’ordine e sposteremo i pubblici ministeri federali in comunità ad alto tasso di criminalità.
Vieteremo le mortali Sanctuary Cities e assicureremo che l’assistenza sanitaria federale sia protetta per i cittadini americani, non per gli stranieri illegali.
Avremo confini solidi, abbatteremo i terroristi che minacciano il nostro popolo e terremo l’America fuori da infinite e costose guerre estere.
Nomineremo pubblici ministeri, giudici e giudici che credono nell’applicazione della legge, non nella loro agenda politica.
Garantiremo uguale giustizia per i cittadini di ogni razza, religione, colore e credo.
Sosterremo la vostra libertà religiosa e difenderemo il tuo diritto del Secondo Emendamento di tenere e portare armi.
Proteggeremo il
Medicare e Social Security.
Proteggeremo sempre, e con forza, i pazienti con condizioni preesistenti, e questo è un impegno dell’intero Partito Repubblicano.
Porremo fine alla fatturazione medica a sorpresa, richiederemo trasparenza dei prezzi e ridurremo ulteriormente il costo dei farmaci da prescrizione e dei premi dell’assicurazione sanitaria.
Amplieremo notevolmente lo sviluppo energetico, continuando a rimanere il numero uno al mondo e manterremo America Energy Independent.
Vinceremo la corsa al 5G e costruiremo la migliore difesa informatica e missilistica del mondo.
Ripristineremo completamente l’educazione patriottica nelle nostre scuole e proteggeremo sempre la libertà di parola nei campus universitari.
Lanceremo una nuova era dell’ambizione americana nello spazio. L’America farà atterrare la prima DONNA sulla luna e gli Stati Uniti saranno la prima nazione a piantare la propria bandiera su Marte.
Questa è l’agenda nazionale unificante che porterà il nostro paese, insieme.
Quindi stasera lo ripeto a tutti gli americani: questa è l’elezione più importante nella storia del nostro Paese. Non c’è mai stata una tale differenza tra due partiti, o due individui, in ideologia, filosofia o visione di quanto ce ne sia adesso.
I nostri avversari credono che l’America sia una nazione depravata.
Vogliamo che i nostri figli e le nostre figlie conoscano la verità: l’America è la nazione più grande ed eccezionale nella storia del mondo!
Il nostro paese non è stato costruito cancellando la cultura, i codici vocali e la conformità che schiaccia l’anima. Non siamo una nazione di spiriti timidi. Siamo una nazione di patrioti americani fieri, orgogliosi e indipendenti.
Siamo una nazione di pellegrini, pionieri, avventurieri, esploratori e pionieri che hanno rifiutato di essere legati, trattenuti o tenuti a freno. Gli americani hanno l’acciaio nelle loro spine dorsali, la grinta nelle loro anime e il fuoco nei loro cuori. Non c’è nessuno come noi sulla terra.
Voglio che ogni bambino in America sappia di fare parte dell’avventura più emozionante e incredibile della storia umana. Non importa da dove viene la tua famiglia, non importa il tuo background, in America chiunque può avere successo. Con il duro lavoro, la devozione e l’impulso, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo e raggiungere ogni ambizione.
I nostri antenati americani hanno navigato attraverso il pericoloso oceano per costruire una nuova vita in un nuovo continente. Sfidarono gli inverni gelidi, attraversarono i fiumi impetuosi, scalarono i picchi rocciosi, camminarono nelle foreste pericolose e lavorarono dall’alba al tramonto. Questi pionieri non avevano soldi, non avevano fama, ma avevano l’un l’altro. Amavano le loro famiglie, amavano il loro paese e amavano il loro Dio!
Quando se ne presentò l’opportunità, raccolsero la Bibbia, impacchettarono le loro cose, salirono su carri coperti e partirono verso ovest per la prossima avventura. Allevatori e minatori, cowboy e sceriffi, agricoltori e coloni – hanno continuato oltre il Mississippi verso la Wild Frontier.
Li sono nate leggende: Wyatt Earp, Annie Oakley, Davy Crockett e Buffalo Bill.
Gli americani hanno costruito le loro belle fattorie sull’Open Range. Ben presto ebbero chiese e comunità, poi città e, con il tempo, grandi centri industriali e commerciali. Ecco chi erano. Gli americani costruiscono il futuro, non abbattiamo il passato!
Siamo la nazione che ha vinto una rivoluzione, ha rovesciato la tirannia e il fascismo e ha liberato milioni di persone. Abbiamo stabilito le ferrovie, costruito le grandi navi, innalzato i grattacieli, rivoluzionato l’industria e avviato una nuova era di scoperte scientifiche. Abbiamo stabilito le tendenze nell’arte e nella musica, nella radio e nel cinema, nello sport e nella letteratura – e abbiamo fatto tutto con stile, sicurezza e talento. Perché questo è ciò che siamo.
Ogni volta che il nostro modo di vivere veniva minacciato, i nostri eroi rispondevano alla chiamata.
Da Yorktown a Gettysburg, dalla Normandia a Iwo Jima, i patrioti americani corsero a colpi di cannone, proiettili e baionette per salvare American Liberty.
Ma l’America non si è fermata qui. Guardammo il cielo e continuammo ad andare avanti. Abbiamo costruito un razzo da 6 milioni di libbre e lo abbiamo lanciato a migliaia di miglia nello spazio. Lo abbiamo fatto in modo che due coraggiosi patrioti potessero alzarsi in piedi e salutare la nostra meravigliosa bandiera americana piantata sulla faccia della Luna.
Per l’America, niente è impossibile.
Nei prossimi quattro anni ci dimostreremo degni di questa magnifica eredità. Raggiungeremo incredibili nuove vette. E mostreremo al mondo che, per l’America, nessun sogno è al di là della nostra portata.
Insieme, siamo inarrestabili. Insieme, siamo imbattibili.
Perché insieme siamo orgogliosamente cittadini degli Stati Uniti d’America. E il 3 novembre renderemo l’America più sicura, renderemo l’America più forte, renderemo l’America più orgogliosa e renderemo l’America più grande che mai!
Grazie.
Dio vi benedica.
God Bless America!

Donald J. Trump
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio set 10, 2020 3:03 pm

Razzismo africano contro i bianchi
Sudafrica: una croce bianca per ogni agricoltore ucciso:

https://www.facebook.com/102notizie/vid ... 529907578/
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » ven gen 15, 2021 8:44 am

Prestigiosa università francese affronta accuse di razzismo contro i bianchi
14 Gennaio 2021

https://www.islamnograzie.com/prestigio ... i-bianchi/

L’istituto di studi politici d’élite di Parigi, noto anche come Sciences Po Paris, sta vivendo un crescente aumento delle ideologie razziste, decoloniali e anti-bianche.

Molte conferenze, documenti di ricerca e corsi sono sotto l’influenza e la supervisione di piccoli ma aggressivi gruppi militanti ideologici. Sebbene le discussioni su questo argomento siano per lo più ai margini del mainstream mediatico francese, il tradizionale quotidiano Le Figaro ora mette in guardia dalla situazione.

Science Po Paris è una prestigiosa università con diverse filiali in altre città dove i futuri studi di élite politica ed economica francese.

“Negli ultimi mesi abbiamo superato un traguardo molto preoccupante”, ha detto uno degli studenti di Sciences Po, che non nasconde le sue preoccupazioni ma preferisce l’anonimato per paura di ritorsioni.

Come molti dei suoi amici, vede la crescente ascesa di ideologie razziste e anti-bianche.

“Al momento della pandemia di coronavirus, l’unica connessione che abbiamo con la nostra scuola è via Internet. E quasi ogni due settimane incontriamo una nuova polemica creata da uno di questi piccoli gruppi”, ha detto il giovane a Le Figaro.

Secondo lui, c’è il rischio che varie organizzazioni che promuovono una delle ideologie menzionate utilizzeranno il blocco per aumentare il loro controllo sulla famosa scuola di Parigi. Provocano ripetutamente polemiche, a volte attraverso una lista di lettura approvata, a volte chiedendo corsi obbligatori sulla “teoria critica della razza” e sui privilegi bianchi. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere i giovani studenti “non razziali” (bianchi) che, secondo i gruppi di ultrasinistra, “mantengono il razzismo a scuola, consapevoli del loro atteggiamento razzista”.

“Vogliamo ispirare un vero cambiamento nel modo in cui la scuola affronta le questioni razziali. Vorremmo anche chiedere una riflessione critica sui problemi del razzismo radicati nella società francese data la storia coloniale del paese e la costruzione sociale della razza che ne è emersa”, hanno detto gli studenti di uno di questi gruppi ideologici a Le Figaro.

Sebbene questo attivismo non sia nuovo, “sempre più studenti e insegnanti hanno sostenuto questo tipo di idee negli ultimi anni”, ha detto Antonin Ferreira, segretario generale del Partito Repubblicano a Sciences Po e funzionario studentesco all’università.

Molti studenti si lamentano della cancellazione o dell’interruzione delle lezioni a causa delle azioni di questi attivisti dell’ultrasinistra. Nel 2019, ad esempio, la conferenza del noto filosofo Alain Finkielkraut è stata interrotta dall’associazione “Sciences Po en Lutte – Institut Clément Méric”, che ha persino richiesto l’intervento della polizia.

Il potere di questi piccoli gruppi di ultrasinistra è così enorme che l’Unione nazionale degli studenti francesi (UNEF), tradizionalmente di sinistra, ha iniziato ad affrontare la questione.

“Abbiamo cercato di lavorare con loro in passato, ma non è possibile”, ha detto a Le Figaro Thomas Le Corre, presidente dell’UNEF di Science Po.

“Come puoi lavorare con persone che ti dicono che sei bianco, quindi non puoi partecipare a una discussione?”, ha aggiunto.

Immagine del titolo: Striscioni con la didascalia “Studenti contro la dittatura di Macron, Qui sono cresciuti coloro che selezionano, bloccano la scuola d’élite, Macron, la tua scuola è bloccata” sulle finestre di una voce bloccata all’Istituto di studi politici (IEP) o Sciences Po, a Parigi, Francia, mercoledì 18 aprile 2018. Gli studenti francesi intensificarono i blocchi delle università sulla riforma del governo. (AP Photo/Francois Mori)



“L’uomo bianco è responsabile di tutti i mali sulla terra”
Giulio Meotti
6 febbraio 2021

https://meotti.substack.com/p/luomo-bia ... e-di-tutti


“Gli uomini bianchi sono, nell'inconscio collettivo, responsabili di tutti i mali della terra”. Le parole di Camelie Jordana, cantante francese in grande ascesa, non sono passate inosservate. “L'attuale antirazzismo, che dovrebbe piuttosto essere qualificato come neo-razzismo, funziona solo se tutte le infamie sono attribuite all'uomo bianco, il capro espiatorio universale”, risponde su Valeurs Actuelles lo scrittore e saggista francese Pascal Bruckner. “L'obiettivo finale dei più radicali non è altro che distruggere da cima a fondo la civiltà occidentale, schiavista, colonialista per natura. Se l'uomo bianco è il bersaglio di tre ideologie ben precise - neofemminismo, antirazzismo e decolonialismo - è innanzitutto perché si candida alla propria fustigazione”. E un antirazzismo che si fa regime.

Se nelle scuole canadesi stanno entrando in vigore i corsi obbligatori di antirazzismo, nelle università americane ci sono professoroni che vorrebbero cancellare i Classici perché all’origine del suprematismo bianco.

Dan-el Padilla Peralta, professore di Storia romana a Princeton omaggiato con un ritratto su New York Times come “l’uomo che salverà le materie classiche”, dice che per sconfiggere il razzismo si devono censurare i Classici (si cita Cicerone). D’altronde, si è già arrivati a bandire Omero da una scuola, a chiedersi se Aristotele non fosse uno schiavista sul New York Times e a lanciare petizioni contro le statue degli imperatori romani nelle università.

Questa storia finirà male….


https://it.wikipedia.org/wiki/Cam%C3%A9lia_Jordana
Camélia Jordana Aliouane, [1] (Tolone, 15 settembre 1992), è una cantante e attrice francese, nota per aver partecipato allo show televisivo Nouvelle Star (versione francese di Pop Idol) nel 2009, nel quale si è classificata al terzo posto.

https://fr.wikipedia.org/wiki/Cam%C3%A9lia_Jordana
Camélia Jordana Aliouane naît dans une famille bourgeoise1 le 15 septembre 1992 à Toulon. Petite-fille d’immigrés algériens, baignée dans cette culture, elle est la fille d'un chef d'entreprise de transport de béton et d'une thérapeute en développement personnel. Sa grand-mère, aînée d'une fratrie pauvre de neuf enfants, vient vivre en France avec son mari, travaillant ensemble pour cultiver des pêches dans le Var dans les années 1950. En Algérie, son grand-père était un référent local du Front de libération nationale (FLN), parti politique indépendantiste4.





Ecco gli ANTIFA che aggrediscono un bianco che manifesta per Trump in Oregon
la polizia ha arrestato lui che si difendeva anziché arrestare il branco criminale che lo aveva aggredito con violenza

Man draws handgun on Antifa, is arrested in Salem, Oregon
https://www.facebook.com/watch/?ref=sav ... 8826868250
A man drew a handgun on Antifa activists after they sprayed mace toward him and smashed his car window in Salem, Oregon Sunday evening. The Antifa group had been confronting participants in a right-wing caravan around the Oregon State Capitol.
The man was immediately arrested by police, who pushed the Antifa activists back but did not immediately make additional arrests.

Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

Un uomo ha puntato una pistola contro gli attivisti dell'Antifa dopo che questi gli hanno spruzzato il gas lacrimogeno e rotto il finestrino della sua auto a Salem, Oregon, domenica sera. Il gruppo Antifa aveva affrontato i partecipanti di una carovana di destra intorno al Campidoglio dell'Oregon.
L'uomo è stato immediatamente arrestato dalla polizia, che ha respinto gli attivisti dell'Antifa ma non ha effettuato immediatamente altri arresti.

Oregon a guida democratica
https://it.wikipedia.org/wiki/Oregon
Salem a guida democratica
https://it.wikipedia.org/wiki/Salem_(Oregon)




“Il razzismo contro i bianchi è considerato buono e lodevole”
Giulio Meotti
6 aprile 2021

https://meotti.substack.com/p/il-razzis ... onsiderato


“Quest'epoca sarà ricordata per la sua estrema ridicolaggine”. Scrive così su El Pais il maggiore scrittore spagnolo vivente, Javier Marías. “Francisco Franco, forse i giovani non sanno, censurava i baci dai film, cambiava i dialoghi e copriva le scollature delle attrici. Ovviamente non sono così sicuro che la censura sia considerata oggi ridicola e grottesca ed è probabile che alcune femministe della quarta ondata la trovino di grande successo”.

Una giovane poetessa che ha declamato i suoi versi all'inaugurazione di Joe Biden, Amanda Gorman, è diventata famosa non tanto per la qualità della sua poesia (che ora conta poco), quanto per essere una donna, giovane e nera. “Voleva che le sue parole fossero tradotte in olandese e Marieke Lucas Rijneveld si era assunta l'incarico. Secondo la stampa, ‘il profilo di Rijneveld, una giovane donna non binaria, era adatto’. Confesso di ignorare cosa significhi ‘non binario’”. Rijneveld, come altri dopo di lei, ha perso il lavoro perché ora Gorman deve essere tradotta da una giovane donna nera.

“Secondo questo ragionamento non avrei mai dovuto tradurre Wystan Auden o Frank O'Hara, essendo loro omosessuali e io eterosessuale” commenta Marías. “Neanche Joseph Conrad, dato che non sono polacco di nascita. E davvero non so come ho osato con Sterne, Stevenson, Faulkner, Hardy, Nabokov, Yeats, tutti morti e io vivo. E nessun nero o asiatico o eterosessuale o donna dovrebbe tradurre Proust, così come nessun omosessuale o donna o nero dovrebbe farlo con Hemingway”.

Conclude Marías: “La faccenda è così ridicola che non so nemmeno perché me ne occupo. Ma il fatto è che riflette troppo bene uno dei grandi problemi del nostro tempo: perché nessuno - Rijneveld, l'editore, il giornale o la stessa Gorman - si oppone mai al cretinismo prevalente?”.

Marías è stato molto attaccato dopo questo articolo, così ne ha scritto un altro, sempre su El Pais, per mettersi ancora di più nei guai:

“Dopo la rubrica di domenica scorsa, ho continuato a pensare alla domanda. Si trattava della suprema imbecillità di pretendere che i traduttori del giovane poeta Gorman fossero come lei, donne nere e attiviste. Immaginate, se possibile, se il veto fosse stato al contrario. Cioè, un giovane poeta bianco americano sarà tradotto, in Olanda o altrove, da una donna nera. Le reti sono in rivolta. Il traduttore nero si dimette immediatamente. Tutto questo è inimmaginabile oggi. Ci sarebbe un putiferio. Il grido ‘razzismo’ risuonerebbe in tutto il pianeta. Accuse - giustificate - di suprematismo, di discriminazione basata sul sesso, l'età e il colore della pelle si susseguirebbero”.

Marías dice che ora c’è un razzismo al contrario: “Una licenza per il razzismo sfacciato contro i bianchi, come se tutti noi di questa razza fossimo proprietari di piantagioni e punitori di schiavi, come se fossimo da biasimare per ciò che altri hanno fatto un secolo e mezzo fa e più. Questo razzismo è accettabile e buono in sé? A quanto pare sì. E anche lodevole, visto che non mancano i bianchi che si frustano per il colore della loro pelle, tale è la paura di essere etichettati come ‘razzisti’ se non ci si odia. Paragonata a tale autocritica, l'autocritica di Stalin nelle sue purghe è quasi benevola”.

Conclude Marías, e forse la sua è davvero la parola fine a questa grottesca vicenda: “Si arrabbino gli attuali inquisitori. Dato che non ho un account Twitter, non potranno bloccarmi. Forse potrei essere cacciato da questa pagina. Non importa, perché non vedo il senso di scrivere sulla stampa per evitare di dire la verità o solo per quello che molti scrivono: farsi belli”.



La commedia della NBC "Rutherford Falls" dice che non vale la pena essere amici dei bianchi.
L'Osservatore Repubblicano
15 maggio 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 6866589316

"Rutherford Falls", una commedia della NBC che ora va in onda sul servizio di streaming della rete Peacock, è piena di umorismo "deadpan" anti-bianchi.
Lo show è incentrato su Nathan Rutherford (Ed Helms), un bianco che è un arrogante leader della città che difende ciecamente il suo antenato che ha fondato questa città fittizia che si trova a nord di New York nel 1683. Quel fondatore, Lawrence Rutherford, fondò la città rompendo un trattato con la tribù fittizia dei Minishonka e la serie segue i cittadini bianchi mentre difendono la loro città e i gruppi indiani locali che li contestano perché sono, beh... dei "bianchi cattivi".
Dall'altra parte c'è Terry Thomas (Michael Greyeyes), un leader nativo che possiede il casinò indiano della zona. Egli giustifica la sua versione spietata del capitalismo insistendo sul fatto che si tratti di una vendetta nei confronti dei "bianchi cattivi" che hanno tenuto in poca considerazione la sua gente e rubato le loro terre.
In un episodio, per esempio, Thomas - che mostra con orgoglio una foto di se stesso con Michelle Obama - sostiene che il suo capitalismo è diverso da quello "dei bianchi" perché il suo casinò "ridistribuisce le entrate" ai membri della sua tribù.
"L'America sostiene solo una forma di capitalismo, le grandi corporazioni, che devo sottolineare che non pagano le tasse, mentre noi Sì. Tengono tutti i soldi per quelli che stanno in alto. Il capitalismo tribale ridistribuisce le entrate, in questo caso le entrate del casinò, a tutti i membri della tribù", dice Thomas.
Il capitalismo "americano" funziona allo stesso modo. Gli azionisti ricevono i benefici del successo di una società.
I personaggi nativi della serie stanno così antipatici ai bianchi che Reagan (Jana Schmieding), che gestisce un centro culturale Minishonkan situato all'interno del casinò, è ritratta in un episodio come giudice dei progetti degli studenti che esaltano le virtù della tribù. Reagan trova un film studentesco intitolato "Faceless Minishonka". Il film parla dell'oppressione che la tribù ha subito e Reagan loda il film. Finché non scopre che il film è stato realizzato da un ragazzo bianco. Allora si inasprisce.
"Sì, ma mi fa piacere sapere che il film è stato fatto da un ragazzo bianco, anche se apparentemente sveglio. Devo solo mettere in dubbio il suo intento di fare arte sulla mia gente", dice Reagan del film. Poi ammette che se lo stesso identico film fosse stato fatto da uno studente della tribù Minishonka, "Standing ovation. Dategli tutti gli Oscar!".
Gli attacchi ai bianchi continuano per tutta la serie, finché in un episodio, Terry Thomas dice a chiare lettere che non c'è ragione di essere amico di un bianco. "Così tanto dramma. Ecco perché non vale la pena essere amici dei bianchi", dice Thomas.
La serie è, naturalmente, supposta essere una commedia e gli atteggiamenti sopra le righe esibiti da tutti i personaggi sono studiati per far ridere. Ma le battute anti-bianchi si trovano ormai spesso nella serie della NBC, con i bianchi ritratti come "colonizzatori" e ladri, e i nativi ritratti come "vittime innocenti". Le prime recensioni sono state tutt'altro che entusiastiche.
"... Ma basandosi sui primi quattro episodi (la porzione inviata ai critici), la serie non è ancora del tutto degna di essere seguita. La più grande insidia di Rutherford Falls è il suo ritmo cedevole - l'episodio pilota, che dura mezz'ora (e piuttosto poco divertente), sembra lungo il doppio", nota The Hollywood Reporter.


George Floyd… un anno dopo
28 maggio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... anno-dopo/

Proponiamo un articolo di Lauren Chen pubblicato su RT News a un anno dalla morte di George Floyd. Mentre i nostri media giustificano le rivolte che hanno messo le città americane a ferro e fuoco e celebrano il movimento marxista Black Lives Matter, la giornalista conservatrice analizza i danni e la spaccatura che hanno causato alla politica e all’interno della società americana.
La morte di George Floyd ha portato a un anno di proteste e sconvolgimenti, ma tutto ciò che abbiamo ottenuto è un paese più diviso che mai

Un anno fa, un uomo di nome George Floyd ha usato una banconota da venti dollari contraffatta nel negozio all’angolo. Un gruppo di agenti, tra cui un certo Derek Chauvin, venne chiamato sulla scena per effettuare un arresto.

Ciò che ne seguì avrebbe portato a una copertura giornalistica internazionale e avrebbe plasmato la discussione sulla polizia non solo in America, ma in tutto il mondo.

‘I can’t breathe’

Come molte persone, mi sono imbattuta per la prima volta nel video di Floyd bloccato a terra da Chauvin sui social media. Non avevo idea di quale fosse il contesto, e al momento sembrava che nessuno lo sapesse. Ma a prescindere, ciò che è stato ripreso in video sembrava così chiaro, così ovviamente indifendibile, che nient’altro aveva importanza. Nell’era dei telefoni cellulari, internet non è estraneo ai filmati di cattiva condotta della polizia, ma questa volta era diverso.

L’indignazione è cresciuta quando milioni di persone hanno visto Chauvin inginocchiarsi sul collo di Floyd mentre quest’ultimo implorava: “Non riesco a respirare“, prima di perdere i sensi. E quando i notiziari hanno confermato che George Floyd era effettivamente morto, l’idea che tutti noi ci siamo fatti era quella di un’esecuzione pubblica che ha suscitato disgusto da entrambe le parti dello spettro politico. A tempo debito, la morte di Floyd avrebbe finito per aumentare le divisioni tra coloro che sostengono e si oppongono al movimento Black Lives Matter (BLM), ma per un breve periodo di tempo, il mondo è stato unito dietro all’unanime condanna.

Nessuna giustizia sociale

Anche prima del 2020, il movimento BLM era noto per aver causato danni alle proprietà. Dopo che il caso di Floyd ha ricevuto una grande copertura mediatica e ha dominato l’opinione pubblica nazionale, la scorsa estate ha visto un numero senza precedenti di grandi città in tutto il paese incendiate, aziende saccheggiate o completamente distrutte. Gli attivisti che hanno alimentato queste aggressioni hanno sostenuto che “le rivolte sono il linguaggio degli inascoltati“, e che dunque, a meno che il resto del paese non provasse la stessa pressione che è presumibilmente messa sulle spalle della comunità afroamericana ogni singolo giorno, il cambiamento non sarebbe mai arrivato.

Utilità politica a parte, questo aumento delle rivolte e dei saccheggi come nuova forma di “protesta” è stato senza dubbio il maggiore impatto della morte di Floyd per l’americano medio urbanizzato, e ha scatenato una grande divisione politica. Tradizionalmente, la “Destra” americana si è dipinta come la parte che è più “inflessibile contro il crimine”, in contrasto con lo “scetticismo progressista” nei confronti delle pratiche della polizia nell’applicazione della legge e delle condanne penali esemplari. Mentre questa divergenza nelle preferenze politiche non è nuova, alla luce della morte di Floyd e dei successivi disordini, molti a Destra hanno calcato sulle pene severe nei confronti di coloro che si sono impegnati nella distruzione della proprietà, nei saccheggi o nella “disobbedienza civile”. La Sinistra, d’altra parte, ha ampiamente scelto di vedere le rivolte come il veicolo di un messaggio di dolore da parte di gruppi oppressi che vivono sotto un trattamento disumano e che avevano esaurito ogni altra opzione.

Queste differenze politiche sono effettivamente quantificabili, poiché gli studi ora mostrano che mentre il sostegno alla campagna Black Lives Matter ha visto un aumento in tutte le identità politiche immediatamente dopo la storia di Floyd, è rapidamente sceso per i Repubblicani, ma è rimasto relativamente stabile per i Democratici. Allo stato attuale, i sentimenti pro-BLM tra i Democratici hanno visto un aumento di 10 punti percentuali rispetto a prima della morte di Floyd, mentre tra i Repubblicani è sceso di quasi 20 punti percentuali. Come molti degli eventi del 2020, come la pandemia di Covid-19 e le elezioni presidenziali, sembra, tristemente, che la morte di Floyd abbia avuto un effetto polarizzante sulla società.

Defund the Police

In termini di politica, l’anno scorso il contraccolpo contro le azioni di Chauvin hanno anche visto una crescita esponenziale di critici che credono che la polizia sia “razzista” e che semplicemente sostenere “poliziotti migliori” o “una migliore formazione” non sia più sufficiente. Invece, si afferma che smantellare, abolire e togliere fondi alla polizia sia l’unico modo per garantire la sicurezza dei cittadini afroamericani.

Il cinismo verso le forze di polizia è sempre esistito nella Sinistra radicale, tuttavia, dopo che il filmato di Floyd sul marciapiede è diventato virale, il sentimento anti-polizia ha raggiunto nuovi livelli, e le richieste di smantellare la polizia sono diventate da mainstream. Anche politici eletti, come le rappresentanti Rashida Tlaib (D-Michigan), Alexandria Ocasio-Cortez (D-New York) e Ilhan Omar (D-Minnesota), hanno tutti espresso vari livelli di sostegno per abolire o smantellare la polizia oltre che abolire l’attuale sistema di giustizia penale.

In alcune città come New York, San Francisco e Minneapolis tali politiche sono state effettivamente attuate, in gran parte con risultati disastrosi. I crimini violenti sono saliti alle stelle in tutte e tre le città e, con brutale ironia, le vittime di questi crimini che sono risultati – contrariamente alla retorica di BLM, in gran parte gli stessi afroamericani.

Ad accompagnare questo aumento del crimine e dell’ostilità verso la polizia c’è, prevedibilmente, un’ondata di dimissioni di agenti nelle aree metropolitane. Lo scorso anno solo a Seattle 200 agenti si sono dimessi citando il clima “anti-poliziotto”. Le tensioni erano già alte tra la polizia e le comunità urbane prima del 2020 e, all’indomani della morte di Floyd, è difficile dire che le cose siano migliorate per entrambi i gruppi.

Black Lives Matter

Un anno dopo, la reazione alla morte di Floyd serve come una specie di cartina di tornasole politica, simile allo stesso Black Lives Movement. Se la morte di Floyd sia stata responsabile della creazione del disordine civile o se l’abbia semplicemente fatto esplodere dipende molto da chi lo chiede. E con altre vittime di sparatorie della polizia come quella a Daunte Wright e ad Adam Toledo che continuano a polarizzare il discorso politico, è probabile che l’America rimanga divisa nel suo sostegno al BLM.


La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzista
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2951
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3230758840
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio lug 01, 2021 6:26 am

Il razzismo mostruoso di Biden e dei democratici americani

Un tribunale USA sentenzia contro il razzismo mostruoso e demenziale di Biden e dei democratici americani bianchi e neri
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8850869108

Un tribunale ha respinto l’agevolazione COVID di Joe Biden basata sul colore della pelle
18 giugno 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... lla-pelle/

Il razzismo mascherato da “antirazzismo” sostenuto dai Democratici, dai media e dal mondo accademico ha subito finalmente un colpo d’arresto in Tribunale.

In questo editoriale del Washington Examiner dell’8 giugno è stato affrontato il problema del razzismo mascherato da “antirazzismo” nel quale, negli Stati Uniti, almeno stando a quanto dice la dottrina scellerata della “Teoria Critica della Razza” – sostenuta dai Democratici, dai media e da una parte del mondo accademico – tutto si sintetizza come uno battaglia contro il “privilegio dei bianchi“, dove – ovviamente – i bianchi sarebbero macchiati dal “peccato originale” del razzismo e quindi dovrebbero diventare cittadini di “serie B” a causa del loro passato da oppressori e per garantire “l’equità” alle minoranze, ma dove le stesse minoranze – per quanto alberghino anche in esse dei sentimenti “anti-bianchi” – per via della loro etnia o colore della pelle, non potranno mai essere tacciate di razzismo. Il razzismo sarebbe, in questo caso, solamente a senso unico: solo un bianco può essere “razzista” – anzi lo è per definizione secondo queste teorie.

I Democratici negli ultimi provvedimenti legislativi in sostegno all’economia a causa della pandemia di Coronavirus, nel concedere dei sussidi, hanno determinato dei requisiti razziali in favore delle minoranze, quindi, per fare un esempio, ad un ristoratore o ad un agricoltore bianco in difficoltà economica, sulla base di questi criteri e solo perché ha il colore della pelle sbagliato – secondo i Democratici – dovrebbe essergli negato il sussidio.

Ovviamente, i Tribunali hanno iniziato a bocciare questi provvedimenti che, oltre ad essere incostituzionali, sono senza ombra di dubbio razzisti

Di seguito la traduzione dell’editoriale.
Joe Biden ha ricevuto un avvertimento dal Tribunale che ha respinto il sussidio COVID basato sul colore della pelle

Dato che il presidente Joe Biden sta portando avanti le iniziative che ha annunciato a inizio giugno per “aiutare a ridurre il divario razziale nella ricchezza”, dovrebbe prestare attenzione ad un avvertimento di fine maggio della Corte d’Appello degli Stati Uniti del 6° Circuito secondo cui il trattamento preferenziale basato sulla razza sia da ritenersi non valido.

Questo è come dovrebbe essere. È giusto che i tribunali, in nome della giustizia, abbattano le preferenze razziali, un razzismo pernicioso e buonista che travolge scuole, aziende e media. Tratta tutta l’esperienza americana attraverso il filtro della razza. Sarebbe ancora peggio se il razzismo che sta dietro alla cosiddetta “Teoria Critica della Razza” fosse sostenuto dalla forza del governo.

Biden ha ragione a volere che tutti i segmenti della società prosperino. Se elaborate senza criteri razziali, le sue iniziative per aiutare ad avviare le imprese impoverite e svantaggiate o ad incrementare il valore delle abitazioni nei quartieri in difficoltà sarebbero anche le benvenute. Ma le dichiarazioni della Casa Bianca si concentrano costantemente sulle “disparità razziali“, e la chiara implicazione è che le soluzioni proposte implicheranno inevitabilmente delle preferenze razziali.

È qui che entra in gioco la sentenza del 6° Circuito. Nella decisione 2 a 1 del 27 maggio in Vitolo vs. Guzman, la Corte ha affermato che il governo non possa assegnare del denaro per i sostegni dovuti al Coronavirus sulla base della razza o del sesso.

La Small Business Administration (SBA) aveva distribuito 29 miliardi di dollari in sovvenzioni nella risposta al COVID-19 ai proprietari di ristoranti in base a delle regole che permettevano ai sussidi stessi di essere destinati solamente a quei ristoranti che erano di proprietà per almeno il 51% da donne o proprietari non bianchi. Scrivendo per la Corte, il giudice Amul Thapar ha spiegato che il precedente della Corte Suprema (per non parlare della semplice equità) permette tali preferenze solo in funzione di un interesse pubblico “convincente”, un termine d’arte con tre criteri rigorosi. Un mero e vago desiderio di porre rimedio alle discriminazioni del passato non è sufficiente a permettere al governo stesso di favorire o sfavorire dei cittadini, altrimenti idonei, solo perché sono bianchi.

Ma istituzionalizzando questa discriminazione che viene imposta dal governo, la SBA offendeva illogicamente sia la Costituzione che l’equità. Antonio Vitolo e sua moglie, che è ispanica, possiedono ciascuno la metà di un ristorante, il che significa che c’è solo il 50% – invece che il 51% – era detenuto da una proprietaria donna ed ispanica. Così, sulla base di una distinzione razziale di dubbia importanza, ai Vitolo era stato negato l’accesso al sussidio. Se per ipotesi il signor Vitolo avesse venduto anche solo l’1% della sua proprietà alla moglie oppure anche ad un’altra donna o ad un latinoamericano, il ristorante avrebbe potuto ricevere i fondi federali.

L’assurdità della quota arbitraria del 51% come “soglia etnica” è evidente. Altrettanto assurda, come ha notato Thapar, è la politica della SBA che concede “preferenze ai pakistani ma non agli afgani; ai giapponesi ma non agli iracheni; agli ispanici ma non ai mediorientali”. Il risultante “Spoil System etnico” è la definizione stessa discriminazione razziale.

Se l’amministrazione Biden cerca di appellarsi alla decisione del 6° Circuito e far rivivere le pratiche palesemente discriminatorie della SBA, perderà sicuramente presso una Corte Suprema il cui giudice capo, John Roberts, ha notoriamente insistito sul fatto che “il modo per fermare la discriminazione sulla base della razza è smettere di discriminare sulla base della razza”.

Oggi, una patologia ossessionata dalla razza sta infettando le istituzioni che esercitano il potere culturale. Sotto la falsa bandiera dell’antirazzismo, coloro che diffondono la patologia trattano la nostra intera vita nazionale come una battaglia ineluttabile tra il “privilegio bianco” e il perpetuo vittimismo delle minoranze etniche (escludendo in particolare gli asiatici). In questa narrazione, tutti i bianchi sono intrinsecamente razzisti, macchiati dall’equivalente razzista di un “peccato originale“, e devono diventare cittadini di seconda classe al fine di ristabilire l’equità. Ma nel frattempo, nessuna persona afroamericana o ispanica potrà mai essere razzista, non importa quanto grande ed ovvio sia il suo animus contro i bianchi (o gli asiatici, se è per questo) sulla base della loro razza.

Questa dottrina postula che i bianchi non hanno la capacità di pentirsi, espiare o imparare dalle loro colpe collettive. Non possono essere né migliorati né educati. Secondo un conferenziere celebrato alla Yale University School of Medicine, c’è, infatti, un “Problema Psicopatico della Mentalità Bianca“, come se tutti i bianchi fossero incapaci di pensieri o azioni individuali ma fossero, piuttosto, un unico – ed irrimediabilmente corrotto – organismo conglomerato.

Questa folle ideologia abbracciata dal mondo accademico e dal Partito Democratico è psicopatica. Poiché discrimina solo sulla base della razza, la sua risposta è premiare e punire indiscriminatamente. Il suo scopo è quello di abolire le differenze fondamentali come il libero arbitrio individuale e di sostituirlo con una “colpevolezza collettiva“, il “vittimismo collettivo” e con la “responsabilità collettiva” che non ha alcuna somiglianza con l’equa giustizia per la quale questa nazione si batte.

I nuovi razzisti, come i peggiori bigotti di un tempo, rifiutano la verità che la razza non sia un indicatore di colpevolezza o di innocenza. I tribunali devono ora intervenire per impedire la resurrezione e l’istituzionalizzazione di questa ideologia. In caso contrario, il razzismo e la “discriminazione alla moda” – ma ripugnante – verrebbero approvati a livello nazionale.




Teoria critica della razza

La Teoria Critica della Razza spiegata bene | America Uncovered - Epoch Times Italia
Di Chris Chappell
6 giugno 2021

https://www.epochtimes.it/news/teoria-c ... gata-bene/

Cosa è la Teoria Critica della Razza? E perché alcuni Stati americani la hanno vietata?

Benvenuti ad America Uncovered da Chris Chappell. Iscrivetevi al canale e cliccate mi piace. Potrete vedere per primi i nuovi episodi settimanali.

Per iscriverti al canale di Ntd Italia: https://www.youtube.com/channel/UCaNuBP ... -J-nDQeawQ

Genitori, avete difficoltà a “spiegare” questo ai vostri figli? Sapete, a parlarne… Proprio così: spiegare come il razzismo sia un problema sistemico, insito in ogni aspetto della società e della storia americana.

Non è semplice per un genitore esporre queste cose. Ma non preoccupatevi, non siete soli: c’è chi vi aiuta. È la scuola pubblica. Insegnerà ai vostri figli tre cose: leggere, scrivere e… il razzismo. Esatto: ci penseranno gli insegnanti e i presidi delle scuole. Non dovete fare altro che sedervi, staccare il cervello e rilassarvi. La Teoria Critica della Razza, sta entrando nella scuola.

Davvero! Le scuole americane primarie e secondarie, in tutto il Paese, adottano sempre più programmi come: pedagogia antirazzista, insegnamento culturalmente reattivo, educazione all’equità e… “Se è bianco, non va bene”. Scherzavo… sull’ultima cosa. Ma le altre sono vere.

Questi programmi si basano, in qualche modo, su una certa Teoria critica della razza. E la diffusione di queste idee nel sistema educativo di queste scuole, desta allarme.

Un tale allarme, che recentemente l’Idaho ha proibito l’insegnamento di questa Teoria ai ragazzi. Anche il Tennessee… l’Oklahoma… e tanti altri Stati, discutono se vietare l’insegnamento di questi cosiddetti “concetti discriminatori” nelle scuole.

Sono: Georgia, Arkansas, Sud Dakota, Utah, Arizona, New Hampshire, Iowa, Louisiana, Missouri, Rhode Island, West Virginia e, naturalmente, il Texas. Praticamente ovunque ci sia un barbecue decente… Più Rhode Island e New Hampshire. Non sono pochi. Allora, ritengo sia giusto che USA Today faccia su questa improvvisa ondata di leggi sulla Teoria Critica della Razza, un “dibattito nazionale”.

Nel frattempo, il sito Atlantic la definisce “un’ossessione dei repubblicani”. E lo zio Jimmy “lavaggio del cervello del deep state comunista”. È vero che le leggi che vietano la Teoria della Razza Critica o “concetti discriminatori”, sono tutte proposte dai repubblicani. E alcuni affermano che l’attenzione repubblicana su questa Teoria sia una montatura. Che sia un finto “spauracchio”, un “fantasma” e un “mostro sotto il letto”. Insomma, come i repubblicani vedono Hillary Clinton.

Teoria? Permettetemi di definirla in poche parole. La Teoria Critica della Razza è un modo di interpretare tutto quello che accade nella società.

Ideologicamente, è un derivato del marxismo. Tutta la società viene vista come un perenne conflitto sociale. Cosa c’entra il marxismo con questo?… Vedete, il marxismo è molto più dell’idea che lo Stato debba controllare i mezzi di produzione e che tutti abbiano una parte uguale.

Questa è solo una piccola parte. Più piccola della razione di pane che la gente riceveva in Unione Sovietica. Il marxismo è una filosofia più vasta. Karl Marx ha scritto che tutta la storia umana deve essere vista come una lotta di classe tra gruppi di persone.

Nel marxismo, non esiste una situazione vincente per tutti: se una parte, vince, l’altra, deve perdere. Ogni forma di società è basata su “oppressori e oppressi”. Beh, almeno fino a quando la rivoluzione popolare non rovescia lo statu quo. Allora i posti si invertono… con i marxisti in alto. E quando arrivano al potere, non opprimono mai nessuno. Creano solo utopie.

Per esempio… La Teoria Critica della Razza prende l’idea della lotta di classe del marxismo, e la applica alla razza anziché alla classe. Secondo la Teoria Critica della Razza, non è la borghesia che opprime il proletariato, sono i bianchi che opprimono quelli di colore. E la lotta *razziale* diventa la forza motrice della storia umana. Dopo, naturalmente, la sopravvivenza, la riproduzione, e il tentativo di provare che tuo padre si sbagliava su di te. Vedrai, papà!… Vedrai!… No, scusate… questa è la Teoria Critica del padre.

Questa nuova Teoria ha portato cose come il Progetto 1619: una versione rivisitata della Storia. L’America non è stata fondata nel 1776 sulla Dichiarazione d’Indipendenza, che chiedeva la libertà. No: è stata fondata nel 1619, anno in cui furono deportati i primi schiavi. Perché la schiavitù e la lotta razziale, sono il fondamento dell’America, non la libertà!

Ci sono diverse definizioni di questa Teoria, e la maggior parte dice che il razzismo sistemico è profondamente radicato nella società americana.

Secondo questa visione, il rimedio più semplice per sistemare la società sarebbe la motosega. Allora.. chi beneficia maggiormente del razzismo… sono gli scoiattoli. Non c’è da stupirsi che sappiano camminare sui cavi elettrici.

Il privilegio dei bianchi è questo. In ogni caso, il marxismo sostiene che gli obiettivi non si raggiungono con le riforme, ma solo con la sovversione delle condizioni sociali esistenti”.

Basandosi su questa ideologia, la Teoria Critica della Razza, intende smantellare le istituzioni americane, che giudica razziste, come per esempio la polizia. L’idea di base della lotta per il potere razziale esiste da tempo, e in forme diverse. Comprese quelle “scomode” di cui parlare.

Ma questa teoria, fino agli anni ’70, non si chiamava così. A quel tempo, era solo un oscuro corso universitario, utile per aggiungere disperatamente crediti nel semestre.

Negli ultimi anni, ha cambiato volto. È stata ribattezzata “Antirazzismo” da “studiosi” come Ibram X. Kendi, autore di How to Be an Antiracist, e Robin DiAngelo, autore di White Fragility, entrambi bestseller.

Secondo l’antirazzismo, ogni esito iniquo per i non bianchi, è dovuto alla “cultura della supremazia bianca”. Quindi, la “cultura della supremazia bianca”, è il motivo per cui Joe Biden, che è bianco, ha ottenuto la nomina democratica, al posto di un candidato non bianco, come…. Elizabeth Warren!

L’antirazzismo ha avuto un’impennata di popolarità intorno al 2018, quando è comparso nelle sessioni di formazione del lavoro e nei piani di studio scolastici. E, nel 2020, ha preso più piede, dopo l’uccisione di George Floyd, che ha scatenato numerose proteste, per lo più pacifiche.

La rapida diffusione della Teoria Critica della Razza, ha spinto l’ex presidente Trump, nel settembre del 2020, a vietarla nelle sessioni di formazione federale. Biden, al secondo giorno di incarico, l’ha ripristinata. Voleva disfarsi di tutte le cose di Trump. Ma non può liberarsi dall’essere un vecchio uomo bianco, accusato di violenza sessuale, che occupa lo Studio Ovale. Questo è difficile da azzerare.

Però, aspettate, molti Stati non volevano che Biden annullasse la politica di Trump. Immaginate quanti Stati non sono d’accordo.

Ma il ministero dell’istruzione di Biden, sovvenziona le scuole che adottano le idee in linea con questa teoria, come il Progetto 1619 e il libro di Kendi “Come essere antirazzista”.

E questo ci riporta agli Stati che hanno vietato la Teoria della Razza Critica nel 2021. Diversi repubblicani degli Stati portano avanti quello che Trump ha iniziato, e cercano di fermare la diffusione delle idee marxiste. Anche se in questo, l’anno scorso, il Texas ha fallito, quando ci sono state lunghissime code per il cibo.

I repubblicani contrari all’introduzione nelle scuole di questa teoria, dicono che è propaganda anti-americana, che alimenta la divisione razziale. E che promuova la teoria che l’America sia intrinsecamente razzista e malvagia, mentre non è così.

I sostenitori affermano che, insegnarla, renda gli studenti consapevoli del razzismo sistemico, e che sia necessario combatterlo, per contrastarne gli effetti.
Sostengono che gli attuali modelli educativi promuovano una visione impeccabile dell’America,che non sarebbe reale. Quindi: tutti vogliono fermare il razzismo. Ma i conservatori vedono l'”antirazzismo”, di fatto, razzista. E i progressisti vedono… tutto, come razzista. Mentre i razzisti *veri* vedono tutto… attraverso i cappucci bianchi.

Perlomeno credo indossino delle maschere. Quindi, cosa significa per le scuole insegnare questa Teoria? Perché tutto questo chiasso? Vediamo qualche esempio di come viene insegnata nelle scuole.

A New York, la scuola superiore privata Manhattan Grace Church divide gli studenti in “gruppi di affinità”, isolandoli secondo la razza, durante le lezioni e le riunioni obbligatorie.

Poiché questa Teoria è incentrata sul conflitto razziale, vede la separazione delle razze come l’unico modo per proteggere quelle “oppresse”, e per evitare che vengano penalizzate dagli “oppressori”. Sostiene che, a razze diverse, si debbano insegnare cose diverse, perché ognuna ha esperienze radicalmente diverse nella società.

Così, la scuola ha separato gli studenti, per razza, per dare loro un’educazione separata… ma uguale. Sì, sembra che abbiano cercato talmente tanto di non essere razzisti, che sono ridiventati razzisti.

E in quella scuola, ogni dissenso con la teoria veniva attentamente controllato e represso. Nelle e-mail, alcuni docenti sostenevano che si dovesse “‘segnalare ufficialmente gli studenti’ che ‘resistono’ alla ‘cultura che stiamo cercando di stabilire'”, tra cui “‘insistere con l’ideologia daltonica’, ‘suggerire di trattare tutti con rispetto’, ‘un credo nella meritocrazia’ e ‘solo silenzio'”.

In altre parole, se Martin Luther King fosse in quella classe – e dicesse che le persone non dovrebbero essere giudicate dal colore della pelle, ma dal carattere – verrebbe severamente controllato e messo a tacere.

Alcuni studenti della scuola di Manhattan hanno detto all’insegnante di matematica, Paul Rossi, che non osavano contestare il piano di studi antirazzista. Così Rossi ha fatto una riunione su Zoom per soli studenti e docenti bianchi.

E ha fatto qualcosa di veramente spregevole. Ha fatto domande, sperando di intavolare una discussione. In seguito, la scuola lo ha incolpato ufficialmente di razzismo. Rossi ha poi pubblicato una lettera contro l’educazione antirazzista. Ma è stato licenziato.

Quindi, ricapitolando: un insegnante di matematica pensava che introdurre la Teoria della Razza, avrebbe ‘diviso’ la scuola. Quando ne ha parlato, è stato ‘licenziato’. Almeno avrebbe potuto continuare a insegnare matematica.

Per iscriverti al canale di Ntd Italia: https://www.youtube.com/channel/UCaNuBP ... -J-nDQeawQ





Stati che hanno vietato o che limitano la teoria critica della razza, per la quale tutti i bianchi sono intrinsecamente razzisti:
L'Osservatore Repubblicano
17 giugno 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 1020834567

Arizona
Arkansas
Florida
Idaho
Iowa
Louisiana
Mississippi
Missouri
New Hampshire
Nord Dakota
Oklahoma
Rhode Island
Carolina del Sud
Sud Dakota
Tennessee
Texas
Utah
Virginia dell'ovest
Wisconsin



Il Texas diventa l'ultimo stato a vietare la teoria critica della razza
L'Osservatore Repubblicano
17 giugno 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 5774167425

Il governatore repubblicano del Texas Greg Abbott ha firmato martedì 15 giugno una legge per vietare l'insegnamento della teoria critica della razza.
La legislazione dettaglia come e cosa gli educatori possono insegnare in relazione alla storia degli Stati Uniti. Il testo della legislazione non menziona effettivamente la "teoria critica della razza" per nome, anche se vieta agli insegnanti di "richiedere o rendere parte di un corso" il Progetto 1619.
Il Progetto 1619, che un gruppo di giornalisti del New York Times ha creato, valuta la fondazione degli Stati Uniti attraverso la prospettiva della schiavitù, nonostante ci siano stati dubbi sull'accuratezza dei fatti di questo progetto.
Il testo della legge include un linguaggio che vieta l'insegnamento dei fondamenti del Progetto 1619, affermando: "La schiavitù e il razzismo non sono altro che deviazioni, tradimenti o fallimenti nell'essere all'altezza degli autentici principi fondanti degli Stati Uniti".
Diversi stati a guida repubblicana hanno approvato leggi che impediscono l'insegnamento della teoria critica della razza, che sostiene che "il razzismo è una parte normale e ordinaria della nostra società, non un'aberrazione", secondo un seminario sviluppato dal Center on Race, Law, and Justice della Fordham Law School.
La legge impone l'insegnamento di varie figure, tra cui George Washington, Thomas Jefferson, Frederick Douglass, il suffragio femminile e i movimenti per l'uguaglianza dei diritti, e il movimento per i diritti civili.
Gli stati che hanno vietato o limitato la teoria critica della razza o i concetti correlati includono Arkansas, Idaho, North Dakota, Oklahoma e South Dakota, mentre gli stati che hanno discusso e/o parzialmente approvato leggi simili includono Arizona, Florida, Iowa, Louisiana, Mississippi, Missouri, New Hampshire, Rhode Island, South Carolina, Tennessee, Utah, West Virginia e Wisconsin.
I critici dei divieti sostengono che i repubblicani stanno usando la teoria critica della razza come un termine generico per vietare l'insegnamento del razzismo negli Stati Uniti.
"I riferimenti specifici dei repubblicani al divieto della Teoria della Razza Critica e del Progetto 1619 rendono chiaro che vogliono che questa sia una questione di spinta per le gare politiche statali e locali", ha detto il capitolo del Texas dell'American Federation of Teachers in una dichiarazione di maggio. "Il disegno di legge fa parte di un movimento nazionale di conservatori che cercano di seminare una narrativa di studenti indottrinati dagli insegnanti. I nostri membri hanno giustamente espresso indignazione contro questo insulto alla loro professionalità per fornire conversazioni equilibrate con gli studenti su questioni controverse".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio lug 01, 2021 6:27 am

Usa, la scuola promuove un programma anti-bianchi, insegnante si dimette per protesta
Cristina Gauri
30 giugno 2021

https://www.ilprimatonazionale.it/ester ... te-199428/

Il coordinatore di un doposcuola della Northwest Elementary di Manchester (New Hampshire, Usa) si è improvvisamente dimesso dopo aver denunciato l’esistenza di un programma scolastico dell’istituto che sosterrebbe l’odio anti-bianchi e la loro disumanizzazione.

Sangue di Enea Ritter

L’insegnante in questione è Daniel Concannon, 40 anni. Dopo avere sporto reclamo — inutilmente — presso il direttore delle Risorse umane del distretto scolastico e al Consiglio scolastico di Manchester, Concannon ha deciso di fare un passo indietro e rinunciare alla carica. «Ho denunciato l’atteggiamento apertamente anti-bianchi» del programma scolastico, ha spiegato. La formazione del doposcuola è finanziata da fondi del programma 21st Century Community Learning Centers del dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti.

Black Brain
Le dimissioni

Il dibattito sull’introduzione di argomenti quali il «privilegio bianco» e il razzismo nelle scuole di ogni ordine e grado si sta facendo rovente nel New Hampshire. A marzo, Concannon aveva presentato una denuncia per «molestie razziali» contro il distretto, sostenendo che il programma di formazione era discriminatorio nei confronti dei bianchi. In risposta alla denuncia, i funzionari della scuola di Manchester avevano precisato che il programma di formazione non è obbligatorio. Per tutta risposta Concannon ha inviato la sua lettera di dimissioni, datata 28 giugno.

Nella missiva l’insegnante denunciava una serie di elementi «apertamente disumanizzanti nei confronti dei bianchi», quali: l’utilizzo del termine whiteness, l’inserimento di articoli di giornale critici dell’amministrazione Trump e riferimenti al saggio di Peggy McIntosh del 1988 White Privilege: Unpacking the Invisible Knapsack. In esso McIntosh spiega che essere bianchi è come possedere «un patrimonio, non guadagnato onestamente, di cui è possibile incassare i proventi ogni giorno». Nel programma si discute del «razzismo inconsapevole» dei bianchi che pronunciano in modo scorretto i nomi di nativi, immigrati o degli afroamericani. Infine Concannon ha affermato di non essere contrario a discutere di razzismo a scuola, purché questo non sfoci nell’apologia del pensiero anti-bianco. «Ora mi cercherò un lavoro», conclude l’insegnante, «che non richieda come requisito l’odio verso me stesso».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » mar lug 06, 2021 7:55 pm

L'ONU di Michelle Bachelet un organismo criminale razzista


L'Onu si inventa la "tassa" sul razzismo per l'Occidente
Anna Bono
30 giugno 2021

https://lanuovabq.it/it/lonu-si-inventa ... loccidente

L'Alto Commissario per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, presenta un Rapporto in cui si denuncia il razzismo sistemico di Europa e America, figlio di secoli di colonialismo e tratta degli schiavi. E chiede che sia pagato un congruo risarcimento agli africani. È la riproposizione dell'agenda bocciata alla Conferenza di Durban del 2001.

Il 28 giugno l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet ha lanciato un appello urgente agli stati affinché si impegnino a sradicare il razzismo sistemico e istituzionale. Lo ha fatto in occasione della pubblicazione di un rapporto, presentato durante la 47esima sessione del Consiglio per i diritti umani, che contiene una rassegna dettagliata delle violazioni dei diritti economici, sociali, culturali, civili e politici inflitte agli africani e alle persone di origine africana in diversi paesi e giurisdizioni. “La situazione attuale è insostenibile – ha dichiarato l’Alto Commissario – il razzismo sistemico richiede una risposta sistemica. C’è bisogno di un approccio integrale, non frammentario per demolire dei sistemi radicatisi in secoli di discriminazione e violenza. Faccio appello a tutti gli stati affinché smettano di negare e incomincino a eliminare il razzismo, mettano fine all’impunità e creino fiducia, ascoltino le voci delle persone di origine africana, si confrontino con le eredità del passato e risarciscano i danni”.

Nel rapporto si dice che intenzione dell’iniziativa è dare seguito e attuazione alla “Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e altre forme correlate d’intolleranza”, svoltasi a Durban nel 2001 e di cui ricorre il ventennale.

È un bene che lo abbiano precisato, così si spiega l’altrimenti incomprensibile taglio dato al rapporto. La Conferenza di Durban, per chi non lo ricordasse, era stata annunciata come un evento mondiale contro il razzismo, una svolta storica, ma in realtà è stata l’occasione di un attacco a tutto campo contro l’Occidente. Nel testo proposto al voto dell’Assemblea generale, elaborato dalla Commissione ONU per i diritti umani in collaborazione con le Organizzazioni Non Governative che avevano accettato di partecipare ai lavori preliminari e di organizzare un forum parallelo, gli Stati occidentali, e in particolare i membri del G7, venivano accusati di essere “plasmati da secoli di razzismo”, causa e al tempo stesso effetto dello schiavismo e dell’imperialismo coloniale.

Si voleva quindi che i paesi denunciati riconoscessero formalmente di essersi macchiati di crimini contro l’umanità, esprimessero il loro rincrescimento, porgessero scuse ufficiali per i danni materiali e morali arrecati e ammettessero di dover risarcire sia i discendenti degli africani vittime della tratta atlantica degli schiavi sia i paesi africani danneggiati dallo schiavismo e dalla colonizzazione europei. Inoltre si equiparava il sionismo a una “forma di razzismo” e Israele era accusato di politiche razziali discriminatorie nei confronti dei palestinesi.

Vista la situazione, la delegazione Usa e quella israeliana abbandonarono il summit, al quale peraltro avevano inviato una delegazione di basso profilo avendo capito dalla lettura dei documenti preliminari le vere intenzioni degli organizzatori. Che i diritti umani non fossero l’oggetto della Conferenza lo aveva chiarito ad esempio il fatto che la Commissione nazionale indiana per i diritti umani e le organizzazioni non governative indiane di ispirazione cristiana avessero chiesto invano, per mesi, che il sistema delle caste fosse incluso nelle forme di discriminazione da condannare nell’ambito della Conferenza.

Sotto la minaccia anche dei paesi dell’Unione Europea di lasciare Durban, alla fine il testo è stato emendato nelle parti che contenevano le ammissioni di colpevolezza, le richieste di scuse e l’impegno di risarcire, richiesti ai paesi occidentali, che adesso il rapporto dell’Alto commissario per i diritti umani ripropone.

Bachelet infatti si rivolge a “tutti gli stati”, ma nel suo rapporto si parla praticamente solo di paesi occidentali, denunciati e incriminati a ogni pagina, mentre nelle 95 pagine del testo sono nominati solo una volta la Cina, dicendo che nell’ambito dei provvedimenti contro la pandemia in alcune parti del paese si sono verificati comportamenti xenofobi contro degli Africani; l’India, citata per comportamenti ostili nei confronti di Africani e persone di origine africana; l’Egitto, per dire che nel 2015 vi sono state registrate discriminazioni e stigma contro membri della comunità nera e degli stranieri sub-sahariani; la Mauritania, dove nel 2016 gli Haratini e gli afro-mauritani costituivano la maggioranza delle persone che non erano riuscite ad avere una carta d’identità (senza dire che la Mauritania è un paese islamico, che gli Haratini e gli afro-mauritani erano schiavi e che la schiavitù è stata abolita nel 1981, ma è tuttora praticata).

Ripetutamente, in modo addirittura ossessivo, il testo ritorna sulla “troppo a lungo trascurata necessità”, per estirpare il razzismo negli Stati Uniti e nei paesi europei, “di fare i conti con le eredità dello schiavismo, della tratta transatlantica degli schiavi e del colonialismo”.

Tutto il mondo ha praticato lo schiavismo, che in certi paesi non è neanche un “lascito”, ma la realtà attuale. L’Africa ha vissuto tre colonizzazioni: quella delle popolazioni di lingua bantu, poi quella arabo-islamica e, ultima, quella europea, ma nel rapporto solo quest’ultima è presa in considerazione come lascito di cui liberarsi per fare giustizia. Della tratta arabo-islamica, che ha portato via dall’Africa altrettanti schiavi, e più ancora, di quella transatlantica, non si dice una parola. I termini “musulmano”, “islam”, non compaiono mai in tutto il rapporto.


ONU - UNESCO e altri FAO - UNICEF (no grazie!) - e Facebook ?
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5542336059
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2404
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » mar lug 06, 2021 7:55 pm

L'America in rivolta perché a scuola i Dem dividono i bambini in base alla razza
Giulio Meotti
6 luglio 2021

https://meotti.substack.com/p/lamerica- ... e-a-scuola

L'America è in rivolta per la “teoria critica della razza” nelle scuole pubbliche. Una oscura ideologia accademica formulata negli anni Settanta, spiega il Wall Street Journal, è oggi al centro del dibattito politico. I legislatori della California e dei distretti scolastici di Washington e dell'Oregon l’hanno introdotta nel curriculum; i legislatori del Texas, dell'Idaho, dell'Oklahoma e, più recentemente, della Florida, hanno vietato agli insegnanti di promuovere in classe la teoria critica della razza.

Cosa sia lo spiega su Usa Today il ricercatore che segue questo filone da un anno, Christopher Rufo del Manhattan Institute. “La teoria della razza critica è una disciplina accademica che afferma che gli Stati Uniti sono stati fondati sul razzismo, sull'oppressione e sulla supremazia bianca e che queste forze sono ancora alla radice della nostra società. Riformula la vecchia dialettica marxista di oppressore e oppresso, sostituendo le categorie di classe di borghesia e proletariato con le categorie di bianco e nero. Ma la conclusione fondamentale è la stessa: per liberare l'uomo, la società deve essere trasformata attraverso la rivoluzione morale, economica e politica”.

Una forma di “marxismo basato sulla razza”, scrive Rufo, che fa molti esempi della sua penetrazione. A Cupertino, in California, una scuola ha costretto i ragazzi di terza elementare a decostruire le loro identità razziali e sessuali e classificarsi in base al loro "potere e privilegio". A Springfield, nel Missouri, una scuola media ha costretto gli insegnanti a collocarsi su una "matrice di oppressione". “Maschi, cristiani, etero di lingua inglese sono i più grandi oppressori”. A Filadelfia, una scuola ha costretto gli alunni di quinta elementare a celebrare il Black Communism e simulare un raduno del Black Power. A New York, un preside di una scuola pubblica ha inviato ai genitori materiale sostenendo la completa "abolizione dei bianchi". A Portland, in Oregon, gli studenti sono istruiti sulla giustizia razziale in termini di “rivoluzione e/o resistenza”. In pratica, scrive Rufo, la teoria critica della razza nelle scuole è una forma di razzismo approvato dallo stato.

La Stanford University ha obbligato i dipendenti a partecipare a “gruppi di affinità” basati sulla razza per riflettere sui propri pregiudizi. Due ebrei hanno denunciato la Commissione sulle pari opportunità per essere stati costretti a partecipare al gruppo dei bianchi, i quali hanno dovuto discutere il loro “privilegio razziale in quanto bianchi” e le “responsabilità dei bianchi”. Rufo ha anche diffuso i documenti relativi alle “sessioni di formazione” imposti dalla città di Seattle: dipendenti comunali e comuni cittadini vengono invitati a elaborare i loro white feelings, sentimenti di “tristezza, vergogna, paralisi, confusione, negazione”.

“Se insegniamo che in qualche modo la fondazione degli Stati Uniti d’America era in qualche modo imperfetta, era corrotta, era razzista, è davvero pericoloso”, ha detto l’ex segretario di Stato Mike Pompeo a “The Cats Roundtable”. “Colpisce le… fondamenta stesse del nostro Paese. Si chiama teoria critica della razza, ma alla fine stanno attaccando le intese centrali che abbiamo condiviso insieme per 245 anni e tentano di dividere il Paese”. “Non dovrebbe essere difficile capire che risolvere il vecchio razzismo con un nuovo razzismo produrrà solo più razzismo” scrive anche Bret Stephens sul New York Times.

Ma voci di rivolta contro questa ideologia arrivano anche dal mondo afroamericano. “I democratici lavorano notte e giorno per mantenere in buona salute l’ideologia della razza”. Lo scrive Barrington Martin II su Newsweek, che definisce la teoria critica della razza “un enorme business e fornisce un importante capitale politico ai democratici che desiderano far credere ai neri americani che il razzismo è onnipresente”. È in nome della teoria critica della razza che “stanno indottrinando questa generazione, invitando i nostri figli a guardarsi per il colore della pelle”.

E non se ne esce. Come dice il ricercatore James Lindsay, uno dei principali critici di questa teoria: “Noti la razza? È perché sei razzista. Non la noti? È perché sei privilegiato, quindi razzista”. Nel dubbio non resta che inginocchiarsi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio dic 16, 2021 8:58 am

Razzismo in Tv: pubblicità natalizia con protagonisti neri, omosessuali e musulmani
22 dicembre 2020

https://www.romait.it/razzismo-in-tv-pu ... lmani.html

Sono certo che il lettore comprenderà lo spirito provocatorio di questo articolo e perdonerà alcune citazioni un po’ colorite che utilizzerò al solo scopo di meglio far comprendere il mio pensiero. Ho 50 anni e quando ero bambino, poi adolescente, poi ancora giovane uomo, non parlavamo di razzismo. Non ce n’era bisogno. Non si parlava di minoranze o di discriminazioni. A parte in casi clamorosi come la segregazione razziale in Sud Africa o l’olocausto degli ebrei.

Sebbene le parolacce fossero vietate in casa, quelle pronunciate dai personaggi dello spettacolo erano in qualche modo accettate, forse perché considerate artistiche e quindi non realmente volgari e offensive.
Ognuno di noi ha un punto debole, fisico o caratteriale

E poi all’epoca le persone comuni, quando volevano punzecchiare qualcuno e farlo arrabbiare, andavano semplicemente a cercare quello che ritenevano fosse il suo punto debole. Tutto qui. Perché a noi che uno fosse alto, basso, pieno di capelli o con il cranio liscio, ebreo, negro (uso apposta questo termine perché non lo consideravo e non lo considero dispregiativo), non ce ne importava nulla.

Allo stadio così come ai giardinetti o a scuola, se litigavi con qualcuno e volevi farlo infuriare gli dicevi, se era piccolo di statura, che era un nano. Se aveva pochi capelli che era pelato. Ad uno alto e molto magro che era un becccafico spilungone, un ebreo lo chiamavi tirchio rabbino, a uno scuro di pelle, negro. Io ero capellone e a me dicevano: “Barbone, tagliati i capelli e vai a lavorare”. Tutti luoghi comuni che però erano efficacissimi per provocare l’antagonista.

Ma in tutto questo non c’era nessuna forma di razzismo, nessuna discriminazione. Era solo un modo per far infuriare il prossimo.
Vuoi la tua pubblicità qui?

Allo stadio se il tifoso era in disaccordo con una decisione arbitrale urlava: “Arbitro cornuto”. Io che tifavo Lazio, ero definito burino.

I film di Tomas Milian e la goliardia

I film di Tomas Milian erano pieni di imprecazioni di ogni genere che oggi verrebbero definite omofobe, razziste o politicamente scorrette. Ma non vi era alcuna volontà o desiderio di discriminare: faceva parte dello spettacolo. Solo goliardia. Per lo stesso principio per cui una barzelletta è quasi sempre tempestata di parolacce e offese di ogni genere.

Nessuno avrebbe mai pensato di dover censurare i film del” Monnezza”, o la canzone “Avventura con un travestito” di Califano. “Disperato erotico stomp” di Lucio Dalla o “I Watussi” di Edoardo Vianello, perché contenevano termini come “negro”, “puttana” o “frocio”. O addirittura un capolavoro del cinema come “Via col vento”.

Poi qualcuno ha deciso che tutto questo rappresentava differenti forme di razzismo. Che certe etichette discriminatorie andavano bandite, financo punite per legge.

Il tempo che passa e il razzismo che avanza

Lo spazzino è diventato operatore ecologico, il bidello è diventato operatore scolastico. I nani sono diversamente alti, i calvi tricologicamente privati e via dicendo. Abolendo termini della lingua italiana, modi di dire popolari o etichette tuttalpiù goliardiche e provocatorie ma nulla di più. Finendo per introdurne di nuove, spesso forzate e ridicole.

Termini che abbiamo pronunciato e udito pronunciare a scuola, in tv, dai nostri genitori e dai nonni, come scopino, bidello, nullafacente, trovatello, sono considerati oggi quasi offensivi. Sarebbe stato interessante domandare a coloro a cui indirizzavamo questi termini se li sentivano come offensivi o discriminatori. Io penso di no.

Così qualcuno ha poi anche deciso di elevarsi a paladino in difesa di quelle che ha stabilito fossero delle minoranze. Minoranze alle quali, nella maggioranza dei casi, non importava nulla di tutto questo e che minoranze probabilmente non si sentivano affatto.

Negri, neri, di colore. Quale?

Perché gli africani o gli afroamericani che un tempo chiamavamo normalmente negri senza alcuna accezione razzista, ora dobbiamo chiamarli neri o di colore. Anche se tra loro usano appellarsi col termine negro, specie nella comunità afroamericana.

Inoltre non sono neri. Tuttalpiù sono marroni. Non esistono esseri umani dalla pelle realmente nera. E gli asiatici non sono gialli, casomai sono pallidi e gli indiani non sono rossi, semmai sono un po’ olivastri. I caucasici non sono bianchi, sono rosa o beige.

E non vedo perché qualcuno dovrebbe offendersi se gli dicono negro ma accettare di essere chiamato nero, visto che di fatto appunto nero non è. Oppure di colore. Siamo tutti “di colore” in fondo e comunque questo modo di descrivere la pelle rappresenta anch’esso una forma di discriminazione.

I supereroi super speciali

Fino ad arrivare al paradosso di spingere la Marvel a concepire supereroi afroamericani omosessuali o transessuali, senza così rispettare gli originali personaggi dei fumetti. E l’organizzazione del premio Oscar dovrà valutare i destinatari dell’omonimo riconoscimento anche sulla base di un nuovo criterio che prevede l’obbligo, da parte delle produzioni cinematografiche, di inserire nel cast dei film attori di differenti etnie, pena la non candidatura della pellicola cinematografica.

Di questo vento politicamente corretto è stata vittima anche Netflix che produce una serie tv sulla guerra di Troia in cui Zeus e Achille sono interpretati da attori afroamericani. Forzature storiche e culturali che finiscono ancora di più a sottolineare differenze che differenze non sono.

Un po’ come la storia delle quote rosa da noi in Italia. O le pubblicità in tv in questi giorni sul Natale, in cui i protagonisti sono quasi esclusivamente neri, asiatici, omosessuali e musulmani.
Nasceranno associazioni a tutela dei calvi, dei barbuti, dei capelloni, dei nasoni e dei nasini

Per cui alla fine se non fai parte di queste categorie finisci per essere discriminato perché “ordinario”. Uno qualunque. Pazzesco.

Quelli che un tempo erano considerati normali da quelli che avevano deciso che gli altri fossero minoranze da tutelare sono diventati oggi paradossalmente delle minoranze escluse.

Viviamo in un mondo contorto che non fa che rendere le cose più complicate. Ci stiamo incartando da soli. E i diritti umani non c’entrano davvero nulla con questa mania del politicamente corretto. Hanno bandito etichette a dir loro razziste e discriminatorie, per poi sostituirle con altre etichette.

Perché in fondo sono tutti pronti a manifestare, giustamente, se un afroamericano viene brutalmente ucciso da un poliziotto. Ma tutte le vittime di medesimi atti ingiustificati che abbiano la pelle di colore diverso dal nero non invadono i giornali o le trasmissioni televisive.

E chi abbatte la statua di Cristoforo Colombo considerandolo responsabile, avendo scoperto le Americhe, di aver dato via inconsapevolmente alla tratta degli schiavi (una assurdità clamorosa) non si preoccupa forse di acquistare uno smartphone sapendo che il materiale col quale è costruito, il coltan, viene estratto dai nuovi schiavi, moltissimi dei quali bambini. Che lavorano in miniere africane, al soldo di multinazionali occidentali. Stiamo forse piombando in un nuovo puritanesimo tanto ipocrita quanto inutile.

Chissà se Edoardo Vianello nei suoi concerti avrà dovuto cambiare il testo della propria canzone e canterà: “Siamo i Watussi…gli altissimi uomini di colore”.

Attenzione! Truffa su WhatsApp ai danni di ignari utenti della piattaforma

Quando il carnefice è donna. Inchiesta sulle violenze subite dagli uomini
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Razzismo dei neri contro i bianchi

Messaggioda Berto » gio dic 16, 2021 8:59 am

Il Politicamente corretto (PC): il peggiore crimine contro l'umanità
Il Politicamente Corretto è l'ideologia del male e dell'inversione assurda elevate a bene e assunte come diritto, è l'ideologia dell'odio e del caos.
La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120

La violenza della menzogna del PC precede e anticipa la violenza fisica del suo totalitarismo sociale e politico istituzionale, poliziesco, giuridico e militare.



DAVIDE GIRI, IL NEW YORK TIMES MINIMIZZA L'UCCISIONE DEL RICERCATORE ITALIANO
di Federico Rampini, Il Corriere della Sera
Niram Ferretti
6 dicembre 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Appartiene a una delle più feroci gang newyorchesi il 25enne Vincent Pinkney, il killer che ha troncato la vita di Davide Giri . Era un pregiudicato, più volte arrestato per crimini violenti, condannato a una pena lieve, rilasciato prima di averla scontata. Era a piede libero nonostante fosse sospettato di aver commesso un’aggressione recente. Si sa quasi tutto di colui che ha selvaggiamente aggredito il ricercatore italiano mentre rientrava alla Columbia University dopo una partita di calcio. Ma nessuna di queste notizie è visibile sul New York Times. Giornale di riferimento per la città e per la nazione. Eppure distratto e reticente su una tragedia avvenuta nel cuore di Manhattan. Nome, cognome, età dell’assassino sono le scarne notizie fornite ai lettori.
L’articolo di cronaca è stato confinato nelle pagine locali, con scarsa visibilità. Sul sito del giornale, alla prima versione non è seguito alcun aggiornamento. Brevi testimonianze dei colleghi di studio, una dichiarazione del rettore della Columbia University, compongono un articolo evasivo e lacunoso. Zero notizie sull’autore di quella che poteva essere una strage. Dopo aver pugnalato Giri alle 22.55 di giovedì all’angolo fra Amsterdam Avenue e la 123esima Strada, un quarto d’ora dopo Pinkney feriva un turista italiano, Roberto Malaspina, a poca distanza sulla Morningside Drive; ancora pochi minuti e tentava l’aggressione a una coppia a Central Park.
Perché su Pinkney i lettori del New York Times non sanno nulla, a parte l’età e il cognome? L’interesse del quotidiano, e il vigore investigativo messo in campo, sarebbero stati diversi se le parti fossero state rovesciate. Se cioè la vittima fosse stata afroamericana e l’omicida un bianco; a maggior ragione se quel bianco fosse stato un membro di qualche organizzazione che predica e pratica la violenza, per esempio una milizia di destra. La tragedia sarebbe finita in prima pagina, un team di reporter sarebbe stato mobilitato per indagare l’ambiente dell’omicida, la sua storia e le sue motivazioni.
Pinkney è un afroamericano residente a Washington Heights, un’area di Harlem. La polizia lo ha riconosciuto come un membro di Ebk, acronimo di Everybody Killas («uccidiamo tutti»), una gang la cui base operativa è nel quartiere di Queens. Ebk è nata da altre bande criminali con le quali mantiene stretti rapporti: i Bloods, i Crips, i Nightingale. Il raggio d’azione di Ebk si estende fino alla California dove un rapporto della procura di San Joaquim la descrive come «una gang che ha come politica la guerra aperta». Si finanzia con il narcotraffico; è coinvolta in una lunga serie di sparatorie. Pinkney era stato arrestato 11 volte dal 2012 per crimini gravi. Nel 2018 era stato condannato a quattro anni di carcere per aver partecipato a una feroce aggressione di branco. Fu liberato dopo due anni.
Per trovare queste notizie, diffuse dalle forze dell’ordine, bisogna andare sui siti di qualche tv locale, oppure di un tabloid populista, il New York Post. Il New York Times ha scelto una reticenza che sconfina nell’autocensura, coerente con la linea editoriale degli ultimi anni. I canoni del giornalismo americano sono stati stravolti, in particolare durante gli anni di Donald Trump quando nelle redazioni dei media progressisti è diventato un vanto praticare il «giornalismo resistenziale». La ricerca di equilibrio o imparzialità è stata considerata una debolezza: il fine giustifica i mezzi.
Con l’omicidio dell’afroamericano George Floyd da parte di un agente bianco il 25 maggio 2020 a Minneapolis, e il rilancio del movimento antirazzista Black Lives Matter, i principali quotidiani hanno abbracciato slogan come «tagliamo fondi alla polizia». Gli episodi di saccheggi e violenze avvenuti con il pretesto dell’antirazzismo sono stati minimizzati. Il New York Times si è fatto promotore di un’iniziativa, The 1619 Project, che rilegge l’intera storia americana come una derivazione dello schiavismo che condizionerebbe tuttora ogni istituzione, l’intero sistema legale, la cultura e la scuola. Una purga all’interno della redazione ha allontanato diversi reporter che non erano allineati con il radicalismo di Black Lives Matter.
Qualche voce dissenziente resiste isolata, come l’opinionista Bret Stephens che ancora una settimana fa ammoniva: in passato quando la sinistra americana è stata lassista sull’escalation del crimine, ha favorito una potente riscossa della destra. A New York gli omicidi sono aumentati del 42% dal 2019. La prima reazione politica c’è già stata: l’elezione del nuovo sindaco Eric Adams, un afroamericano che viene dai ranghi della polizia. Lo hanno plebiscitato i gruppi etnici meno privilegiati, vittime principali dell’escalation di violenza.
«Le vite dei neri contano» è uno slogan che per Black Lives Matter sembra applicarsi solo quando gli assassini sono bianchi e razzisti; la stragrande maggioranza delle morti violente, tra i Black come tra gli ispanici, passano inosservate perché i killer appartengono allo stesso gruppo etnico. La reticenza del Times include il tema della scarcerazione facile. Il giornale appoggia le procure «progressiste» che mettono in libertà anche criminali pericolosi, professionisti della violenza, che rappresentano una minaccia costante per la comunità. All’indomani della morte di Giri un editoriale della direzione confermava questa linea, attaccando quei procuratori che non procedono abbastanza speditamente a svuotare le carceri. Il dolore per l’assurda morte di Giri non verrebbe risarcito da una diversa attenzione della stampa, però questa vicenda offre uno sguardo inquietante sul «nuovo giornalismo», militante e condizionato dalla sua agenda ideologica. Anche la cronaca nera si piega a questa logica tribale.


Davide Giri, il New York Times minimizza l'omicidio a opera di Vincent Pinkney
Federico Rampini
7 dicembre 2021

https://www.corriere.it/esteri/21_dicem ... 387e.shtml

Nessun interesse per la storia del killer afroamericano: se l’ autore dell’omicidio fosse stato un bianco e la vittima un nero, tutto sarebbe stato diverso. II rischi del «nuovo giornalismo» militante

Appartiene a una delle più feroci gang newyorchesi il 25enne Vincent Pinkney, il killer che ha troncato la vita di Davide Giri . Era un pregiudicato, più volte arrestato per crimini violenti, condannato a una pena lieve, rilasciato prima di averla scontata. Era a piede libero nonostante fosse sospettato di aver commesso un’aggressione recente. Si sa quasi tutto di colui che ha selvaggiamente aggredito il ricercatore italiano mentre rientrava alla Columbia University dopo una partita di calcio. Ma nessuna di queste notizie è visibile sul New York Times. Giornale di riferimento per la città e per la nazione. Eppure distratto e reticente su una tragedia avvenuta nel cuore di Manhattan. Nome, cognome, età dell’assassino sono le scarne notizie fornite ai lettori.

L’articolo di cronaca è stato confinato nelle pagine locali, con scarsa visibilità. Sul sito del giornale, alla prima versione non è seguito alcun aggiornamento. Brevi testimonianze dei colleghi di studio, una dichiarazione del rettore della Columbia University, compongono un articolo evasivo e lacunoso. Zero notizie sull’autore di quella che poteva essere una strage. Dopo aver pugnalato Giri alle 22.55 di giovedì all’angolo fra Amsterdam Avenue e la 123esima Strada, un quarto d’ora dopo Pinkney feriva un turista italiano, Roberto Malaspina, a poca distanza sulla Morningside Drive; ancora pochi minuti e tentava l’aggressione a una coppia a Central Park.

Perché su Pinkney i lettori del New York Times non sanno nulla, a parte l’età e il cognome? L’interesse del quotidiano, e il vigore investigativo messo in campo, sarebbero stati diversi se le parti fossero state rovesciate. Se cioè la vittima fosse stata afroamericana e l’omicida un bianco; a maggior ragione se quel bianco fosse stato un membro di qualche organizzazione che predica e pratica la violenza, per esempio una milizia di destra. La tragedia sarebbe finita in prima pagina, un team di reporter sarebbe stato mobilitato per indagare l’ambiente dell’omicida, la sua storia e le sue motivazioni.

Pinkney è un afroamericano residente a Washington Heights, un’area di Harlem. La polizia lo ha riconosciuto come un membro di Ebk, acronimo di Everybody Killas («uccidiamo tutti»), una gang la cui base operativa è nel quartiere di Queens. Ebk è nata da altre bande criminali con le quali mantiene stretti rapporti: i Bloods, i Crips, i Nightingale. Il raggio d’azione di Ebk si estende fino alla California dove un rapporto della procura di San Joaquim la descrive come «una gang che ha come politica la guerra aperta». Si finanzia con il narcotraffico; è coinvolta in una lunga serie di sparatorie. Pinkney era stato arrestato 11 volte dal 2012 per crimini gravi. Nel 2018 era stato condannato a quattro anni di carcere per aver partecipato a una feroce aggressione di branco. Fu liberato dopo due anni.

Per trovare queste notizie, diffuse dalle forze dell’ordine, bisogna andare sui siti di qualche tv locale, oppure di un tabloid populista, il New York Post. Il New York Times ha scelto una reticenza che sconfina nell’autocensura, coerente con la linea editoriale degli ultimi anni. I canoni del giornalismo americano sono stati stravolti, in particolare durante gli anni di Donald Trump quando nelle redazioni dei media progressisti è diventato un vanto praticare il «giornalismo resistenziale». La ricerca di equilibrio o imparzialità è stata considerata una debolezza: il fine giustifica i mezzi.

Con l’omicidio dell’afroamericano George Floyd da parte di un agente bianco il 25 maggio 2020 a Minneapolis, e il rilancio del movimento antirazzista Black Lives Matter, i principali quotidiani hanno abbracciato slogan come «tagliamo fondi alla polizia». Gli episodi di saccheggi e violenze avvenuti con il pretesto dell’antirazzismo sono stati minimizzati. Il New York Times si è fatto promotore di un’iniziativa, The 1619 Project, che rilegge l’intera storia americana come una derivazione dello schiavismo che condizionerebbe tuttora ogni istituzione, l’intero sistema legale, la cultura e la scuola. Una purga all’interno della redazione ha allontanato diversi reporter che non erano allineati con il radicalismo di Black Lives Matter.

Qualche voce dissenziente resiste isolata, come l’opinionista Bret Stephens che ancora una settimana fa ammoniva: in passato quando la sinistra americana è stata lassista sull’escalation del crimine, ha favorito una potente riscossa della destra. A New York gli omicidi sono aumentati del 42% dal 2019. La prima reazione politica c’è già stata: l’elezione del nuovo sindaco Eric Adams, un afroamericano che viene dai ranghi della polizia. Lo hanno plebiscitato i gruppi etnici meno privilegiati, vittime principali dell’escalation di violenza.

«Le vite dei neri contano» è uno slogan che per Black Lives Matter sembra applicarsi solo quando gli assassini sono bianchi e razzisti; la stragrande maggioranza delle morti violente, tra i Black come tra gli ispanici, passano inosservate perché i killer appartengono allo stesso gruppo etnico. La reticenza del Times include il tema della scarcerazione facile. Il giornale appoggia le procure «progressiste» che mettono in libertà anche criminali pericolosi, professionisti della violenza, che rappresentano una minaccia costante per la comunità. All’indomani della morte di Giri un editoriale della direzione confermava questa linea, attaccando quei procuratori che non procedono abbastanza speditamente a svuotare le carceri. Il dolore per l’assurda morte di Giri non verrebbe risarcito da una diversa attenzione della stampa, però questa vicenda offre uno sguardo inquietante sul «nuovo giornalismo», militante e condizionato dalla sua agenda ideologica. Anche la cronaca nera si piega a questa logica tribale (tribale e criminalmente razzista aggiungo io).


Gli intellettuali "eretici" contro il politicamente corretto
Andrea Indini
7 dicembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 94189.html

Per gentile concessione dell'associazione Nazione Futura pubblichiamo l'articolo di Andrea Indini uscito sull'ultimo numero della rivista.

Lo spartiacque è la morte di George Floyd. L'escalation degenera, infatti, in violenza quando, il 25 maggio dell'anno scorso, un poliziotto ammazza il 46enne afroamericano mentre lo sta arrestando. L'ondata di proteste esplosa nelle vie di Minneapolis dilaga velocemente in tutti gli Stati Uniti fino a trasformarsi in quella che ora è divenuta una delle più ottuse rivolte culturali. Un delirio iconoclasta senza senso che ha portato alla rimozione ignorante di statue e monumenti considerati, talvolta anche solo per futili motivi o per grossolane riletture, razzisti o addirittura schiavisti. Dopo il tritacarne sessuofobico del #MeToo, l'Occidente ha così iniziato a provare sulla propria pelle la brutalità e la ferocia della cancel culture, un movimento nato inizialmente su Twitter nel 2017 e propagatosi poi lentamente nelle università, nelle redazioni dei giornali, a Hollywood e nelle pagine della stragrande maggioranza dei libri mandati in stampa. Un movimento che ha come unico dio il politicamente corretto. Un dio falso, oscurantista e soprattutto illiberale.

Da anni il politicamente corretto rende il clima letteralmente irrespirabile. L'anno scorso, complice la campagna elettorale che ha visto contrapporsi il presidente uscente Donald Trump e il democratico Joe Biden, il livello di scontro si è fatto insostenibile. In sé covava già tutti i germi del #MeToo. Sbattuto in carcere Harvey Weinstein per 23 anni, con una doppia mandata in una cella nell'istituto penitenziario di Rikers Island, i progressisti si sono messi al servizio della cancel culture e dell'ideologia woke innalzando al cielo il degenerato simulacro di quella che il 31 dicembre 2020 il musicista australiano Nick Cave ha brillantemente etichettato come "la più infelice religione del mondo": l'immonda religione del politicamente corretto, appunto, che ha portato a bandire dai programmi di insegnamento testi come Il buio oltre la siepe, La lettera scarlatta e Le avventure di Tom Sawyer. E che dire di Dante condannato per aver spedito all'inferno Maometto? Sbianchettato pure lui.

In Italia, ovviamente, non siamo ancora arrivati a questi livelli di follia. Ma siamo sulla buona strada. Anche qui da noi abbiamo subito la deriva iconoclasta di certe pseudo-associazioni sinistrorse, scimmiottando gli aspetti più grotteschi delle proteste oltreoceano. È il caso, per esempio, dell'assurda crociata contro Indro Montanelli. Poi, in ordine sparso, ci siamo dovuti sorbire: l'imposizione di asterischi e "schwa" per far contente le varie Michela Murgia, gli inginocchiamenti (a fasi alternate) di Laura Boldrini e compagni a sostegno della causa BLM, la storpiatura della lingua italiana per far contente le femministe, la cancellazione di "madre e padre" dai certificati pubblici per appagare i movimenti LGBT, le marce degli ultrà dell'immigrazione a sostegno delle ong, le scampagnate delle Sardine per le cause più improponibili, gli smalti di Fedez e gli articoli liberticidi del ddl Zan, la progressiva cancellazione dei simboli della cristianità per non urtare le altre religioni (leggi: l'islam). E così via. Ci si potrebbe scrivere un libro intero. Salvo poi vederlo finire in una delle tante liste di proscrizione dei radical chic che oggi decidono cosa è degno di essere letto e cosa no. Anche perché questo movimento si sente depositario della Verità e ritiene chiunque non la pensi come loro nel torto.

Dinnanzi a questa delirante guerra, che mina la conoscenza umana, cancella il passato e impoverisce la crescita dei nostri figli, un manipolo di 150 intellettuali coraggiosi ha messo la faccia per dire pubblicamente che finirà "questa atmosfera soffocante" per danneggiare "le cause più vitali del nostro tempo". Il 7 luglio 2020 penne come Noam Chomsky, J.K. Rowling, Salman Rushdie, Margaret Atwood e Francis Fukuyama (non certo estremisti pensatori vicini a Trump) hanno pubblicato su Harper's Magazine "A letter on justice and open debate" per condannare non solo il "conformismo ideologico" al soldo del politicamente corretto ma anche "la gogna pubblica e l'ostracismo" che si sono venuti a creare nel dibattito pubblico. Anche in Italia a sinistra sembra (s)muoversi qualcosa. Non tutti sono più disposti a soccombere al politicamente corretto e così accade che firme storicamente in forza all'esercito progressista hanno iniziato a opporsi al conformismo culturale che da sempre trasforma una sparuta minoranza in maggioranza. È una prima frattura in quella intellighentia rossa che da decenni fa la voce grossa per schiacciare tutte le altre posizioni.

I nomi degli intellettuali italiani che sono usciti da questo giogo non sono molti, ma fanno sicuramente discutere e sono una crepa in un muro che fino a qualche anno fa sembrava indistruttibile. È il caso di Federico Rampini che la scorsa estate si è schierato contro il "fracasso vacuo" sugli atleti inginocchiati in onore dei Black Lives Matter. Ma poi c'è anche Luca Ricolfi che recentemente ha pubblicato con Paola Mastrocola il Manifesto del libero pensiero (La nave di Teseo), un libro che mette in guardia dalla degenerazione del politicamente corretto (la cancel culture, appunto) e dal "razzismo al contrario che colpevolizza il maschio bianco eterosessuale in quanto tale, ossia a prescindere dai suoi comportamenti". E ancora, Paolo Flores d'Arcais che su Micromega sin dall'inizio ha scritto contro il politicamente corretto e in più di un'occasione ha rinfacciato alla sinistra di essere diventata "la paladina della censura". Già nel 2019, parlando del dibattito politico che degenera in turpiloquio, Massimo Cacciari lamentava che "quando si fa strame di un linguaggio si fa strame di un pensiero" (video). Per il filosofo, complice l'emergenza Covid e gli accesi dibattiti che ne sono scaturiti, si è addirittura arrivati al punto in cui "regna un pensiero unico che non ammette neanche l'esercizio del dubbio". Tanto che ora si è ripromesso addirittura di fondare un "gruppo di controinformazione".

A sinistra, per Ricolfi, sono in molti a rendersi conto che la libertà di parola è minacciata ma, come ha spiegato in una intervista a ilGiornale, il problema è che, salvo rari casi (e fa il nome di Piero Sansonetti), la maggior parte "non ha il coraggio di uscire allo scoperto, per paura del fuoco amico dell'establishment" progressista. Non deve quindi stupirci se, quando è approdato a Repubblica, è finito sotto il fuoco incrociato di soloni del calibro di Gard Lerner, Christian Raimo e Michela Murgia. Ed è di quest'ultima il tweet che, più di tutti, la dice lunga sul livello culturale (infimo) della sinistra nostrana: "Leggo Ricolfi su Repubblica e non posso fare a meno di pensare che il clitoride ha 8.000 terminazioni nervose, ma ancora non è sensibile quanto un editorialista italiano maschio bianco eterosessuale quando sente minacciato il suo privilegio".

Finché la sinistra sarà rappresentata da questo odio livoroso non potrà mai fare un passo avanti. E così, dopo il #MeToo, dopo la cancel culture, dopo i woke, spunterà sempre fuori un altro movimento sempre più radical chic, sempre più politicamente corretto, sempre più elitario che epurerà chiunque la pensi diversamente. Per questo la demonizzazione del populismo ha presupposti profondamente sbagliati. "Il populismo è una cosa seria - ha spiegato Mario Tronti, storico fondatore del movimento operaio, in una intervista al Riformista - ha dentro la radice 'popolo'. Alzare il sopracciglio elitario per combatterlo è la cosa politicamente più sbagliata che si possa fare. Ne vanno capite le profonde ragioni sociali, luogo per luogo, tempo per tempo".



Il razzismo contro i bianchi dei cultori del wokism e della cancel culture
Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
16 Dic 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... el-culture

Tra i tanti complessi di colpa che affliggono l’Occidente in questo disgraziato periodo va senza dubbio annoverato quello del razzismo (o, per essere più precisi, del razzismo “bianco”). Gli Stati Uniti sono ormai preda di un delirio nato, guarda caso, negli atenei e negli istituti di istruzione superiore, che pretende di leggere la storia americana – e occidentale in genere – unicamente in termini razziali.

I cultori del politically correct e della cancel culture stanno compiendo sforzi degni di miglior causa per convincerci che le nostre società non sono affatto “aperte”, come si pensava. Esse risulterebbero invece caratterizzate dal “peccato originale” del razzismo, e va da sé che si tratta di un peccato inespiabile. Possiamo soltanto piangere lacrime amare sul nostro passato ed esaltare senza posa altre civiltà immuni da crimini così nefandi.

Ma esistono davvero, o sono esistite in passato, civiltà simili? La risposta è un chiaro “no” se appena si legge la storia privi degli occhiali di comodo forniti dalla cancel culture.

Prendiamo come esempio l’Africa. Nonostante ciò che affermano molti missionari vicini al cattolicesimo di sinistra, i più grandi schiavisti del Continente Nero non sono stati affatto i cristiani, bensì gli islamici. Furono i mercanti di schiavi arabi a creare e poi ad espandere il fenomeno della schiavitù. Senza scordare che i suddetti mercanti non disdegnavano le razzie sulle coste europee per catturare schiavi cristiani.

Eppure non risulta che le nazioni islamiche siano afflitte dagli stessi complessi di colpa che turbano gli occidentali. Al contrario, rivendicano senza problemi la loro storia – incluso lo schiavismo – perché lo giudicano un segno di potenza espansiva che va piuttosto esaltato.

Inoltre le nazioni cristiane iniziarono ben presto a porre limitazioni al traffico degli schiavi, limitazioni spesso accompagnate da scomuniche papali. Nel mentre i mercanti di schiavi islamici continuavano ad arricchirsi mettendo ai ceppi intere tribù africane. Nel loro caso nessuna autorità civile poneva limiti e nessuna autorità religiosa si sognava di comminare scomuniche. Segno, questo, di una diversa sensibilità umana che dovrebbe far riflettere i tanti rappresentanti del wokismo che siedono in cattedra in America e in Europa.

Mette poi conto notare che negli Usa si sta sempre più diffondendo un razzismo “alla rovescia”, coltivato dai neri ai danni dei bianchi. Come hanno giustamente rilevato parecchi giornali italiani, la grande stampa americana, con il New York Times in testa, enfatizza le violenze dei bianchi ai danni dei neri, ma non vale il contrario. Forse come espiazione del succitato “peccato originale”, si ritiene utile ignorare gli episodi d’intolleranza, e persino i crimini, degli afroamericani ai danni dei bianchi, e portare all’attenzione del grande pubblico soltanto quelli contrari. Lo ha notato, com’è noto, anche Federico Rampini, scrivendo dell’assassinio di un ricercatore italiano presso la Columbia University di New York.

Non pare, per nostra somma sventura, un fenomeno destinato ad esaurirsi in breve tempo, anche se alcuni fatti dovrebbero far riflettere gli intellettuali progressisti. Si pensi per esempio al fatto che le nazioni occidentali stanno facendo il possibile per fronteggiare le ondate di migranti che si riversano sui loro confini. E, in genere, li accolgono pur trattandosi di persone estranee ai valori e alla cultura dell’Occidente.

Nulla di simile accade nelle nazioni islamiche, spesso ricchissime, anche se si tratta di profughi che professano la loro stessa religione e le medesime abitudini di vita. Dobbiamo dunque vergognarci, come spesso ci invita a fare la massima autorità della Chiesa cattolica? A me non pare perché, anche in questo caso, è l’Occidente a impartire lezioni di civiltà ai suoi detrattori e ai loro complici intra moenia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Precedente

Torna a Diritti umani, discriminazioni e razzismi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron