Questo è un demente anti americano e antisemita che racconta un mucchio di menzogne e istiga all'odio verso i bianchi e l'occidente, gli ebrei e Israele, dovrebbe essere bandito dai social e perseguito penalmente.OttolinaTv ha pubblicato un video nella playlist I pipponi del Marrucci.
USA FONDATA SUL GENOCIDIO 6 dicembre 2022
https://www.facebook.com/salvatore.vita ... &ref=notif perchè lo sterminio sistematico dei nativi del nord america non ci ha mai scandalizzato più di tanto
ma voi ci pensate mai a sta cosa che l’autoproclamato paese leader del mondo libero è sostanzialmente l’unico al mondo ad essere letteralmente fondato sul genocidio?
la rimozione dalla coscienza collettiva dello sterminio sistematico dei nativi del nord america è probabilmente la più gigantesca operazione propagandistica della storia umana
il primo tassello: convincerci fin nel profondo del nostro inconscio che prima dell’arrivo dei coloni bianchi in missione per conto di Dio, in tutto quel continente, inspiegabilmente, non ci fosse sostanzialmente una seganiente
“la loro terra è spaziosa e vuota, sono pochi, e non fanno altro che correre sull’erba come le volpi e le bestie selvagge. non sono operosi e non possiedono le facoltà necessarie per usare la terra o i suoi prodotti, tutto si deteriora ed è sciupato. come gli antichi patriarchi, è legittimo prendere questa terra che nessuno usa e utilizzarla” scriveva nel 1622 un colono
andrebbe chiesto ad esempio a quelli che fino ad allora erano vissuti piuttosto serenamente lungo le coste dell’attuale california
il primo a incontrarli e a descriverli era stato nel 1542 l'esploratore portoghese juan rodriguez cabrillo. parlava di aree densamente popolate, e sopratutto di “bellissime valli piene di mais e cibo”
“in generale si può affermare che le piante commestibili del nuovo mondo superavano di gran lunga in varietà ed efficacia le colture che erano disponibili in europa al tempo della scoperta dell’america. gli antichi indiani che si occupano della selezione delle piante fecero decisamente un buon lavoro”
fagioli, zucche e altre verdure, in particolare il mais che in quanto a rendimento e varietà di utilizzo era notevolmente superiore a qualsiasi prodotto europeo, crescevano in campi che erano così curati da sembrare immensi giardini anzichè terre coltivate
buona parte della regione era attraversato da vie di comunicazione, e gli scambi commerciali tra le varie tribù erano floridi
alcuni popoli, come quello degli hohokam, avevano costruito una vasta e complessa rete di canali per l’irrigazione, grazie alla quale erano riusciti a rendere molto fertile un'area di oltre 30 chilometri quadrati di deserto
le comunità chacoan presenti tra colorado e new mexico erano fortemente urbanizzate, e i centri urbani erano caratterizzati da complessi di edifici su più piani, come quello di pueblo bonito “un singolo edificio a 4 piani composto da circa 800 camere, con dozzine di spazi comuni”. nessun’altra struttura negli stati uniti ha ospitato così tante persone fino al XIX secolo, quando furono costruiti gli enormi condomini di new yor city
sulla costa occidentale della florida i calusa avevano sviluppato sofisticate tecniche di pescicultura
un resoconto di un missionario spagnolo del XVI secolo”afferma che l’abitazione di un capo era sufficientemente ampia per ospitare duemila persone senza essere eccessivamente affollata”
la società calusa era fortemente stratificata: “capi supremi, al comando di un esercito permanente di guerrieri professionisti, governavano direttamente su decine di città e ne controllavano indirettamente molte altre attraverso un sistema di tributi. la società era suddivisa in nobili, cittadini comuni e schiavi (principalmente prigionieri di guerra)”
altrove invece l’organizzazione sociale e politica era decisamente più democratica
secondo molti studiosi la confederazione delle cinque nazioni della lega irochese, fondata verso la metà del XV secolo, fu addirittura un modella per la costituzione degli Stati Uniti
secondo J.N.B. Hewitt della “alcune idee alla base della lega delle 5 nazioni erano fin troppo radicali persino per gli artefici più innovatori della Costituzione americana. Dovettero trascorrere più di centocinquan’tanni prima che l’uomo bianco accettasse il suffragio femminile che era parte fondamentale del governo indiano. Ancora oggi non si è giunti all'abolizione della pena capitale come avevano stabilito gli irochesi. e la legislazione per la tutela dell'infanzia, essenziale nella struttura sociale irochese, dovette aspettare un secolo o più prima di essere riconosciuta dall’uomo bianco”
il gesuita pierre charlevoix rimase particolarmente colpito dai metodi educativi: usare violenza verso un bambino era sostanzialmente inconcepibile. “alcuni indiani”, puntualizzava, “iniziano a castigare i loro figli, ma questo accade solo tra quelli che si sono convertiti al cristianesimo o si sono stabiliti nella colonia”
a colpirlo in particolare il fatto che ciò nonostante i giovani adulti apparissero decisamente educati e rispettosi
anche nella gestione della cosa pubblica
jean de brebeuf, altro missionario gesuita, racconta lo stupore nell'assistere alle riunioni dei capi indiani. “una delle caratteristiche più straordinarie del comportamento”, scrive, “è la cautela e la moderazione nel parlare”
"durante queste assemblee ogni procedimento è svolto con saggezza” rilancia il missionario pierre francois Charlevoix. “una calma e una cognizione di causa, ma anche un'integrità, che avrebbero fatto invidia all’atene dei giorni migliori. nulla è risolto in modo precipitoso”
il contrasto tra le maniere regali dei capi indiani e quelle dei sovrani britannici era particolarmente accentuato durante questa prima fase degli insediamenti dei coloni in Virginia, perché l’inghilterra era allora governata da re giacomo I, noto per la sua mancanza di pulizia personale, per il modo volgare di parlare e perchè mangiava e beveva di tutto producendo suoni tipo branco di cinghiali. un po’ come me
la civiltà dei nativi affascinò tanti
benjamin franklin si lamentava perchè “un bambino indiano cresciuto tra noi, che ha imparato la nostra lingua e ha appreso le nostre abitudini, se torna tra la sua gente, non vorrà più ritornare tra noi. ma se un bianco è stato preso prigioniero dagli indiani quand’era giovane e ha vissuto con loro, benchè riscattato dai suo amici e trattato con tutta la tenerezza possibile per convincerlo a rimanere tra gli inglesi, in breve tempo è disgustato dalle nostre maniere, e coglie la prima occasione per scappare di nuovo”
“migliaia di europei sono divenuti indiani, mentre non abbiamo nemmeno un esempio di un aborigeno che per scelta sia diventato europeo”, scriveva hector de crevecoeur
peccato non sia mai stato un ostacolo a perpetrare i massacri più cruenti
nel 1607 sbarcano a jamestown nell’attuale virginia 104 coloni inglesi. un’area dove il capo tribù dei powathan, la tribù di pocahontas, era riuscito a mettere assieme 30 tribù diverse residenti in gran parte nella Virginia orientale, chiamata Tenakomakah, che significa "Terra densamente abitata". terra di nessuno stocazzo
in realtà all’epoca erano già state violentemente decimate dal contatto con i primi esploratori
è lo sterminio causato dalle virus e dai batteri importati dall’europa, che spesso è stato utilizzato per dare una pennellata di fatalità allo sterminio
effettivamente le malattie hanno fatto più morti dei fucili. ma tra i due aspetti c’è sempre stata una felice collaborazione. si moriva per malattia anche a causa delle condizioni imposte dalla deprivazione, e poi chi si salvava riceveva la cura del piombo
nonostante la decimazione nel 1607 i powathan erano ancora 15 mila. alla fine del secolo ne erano rimasti poco più di 500
non erano stati tutti sterminati però
è la dottrina berkley, che della virginia è stato a lungo governatore
“il piano di berkeley consisteva nel massacrare tutti i maschi adulti, ma risparmiare le donne e i bambini, che andavano invece venduti come schiavi. in questo modo la guerra di sterminio si sarebbe ripagata da se”, spiega david stannard, l’autore di olocaustso americano, il testo da cui abbiamo estratto il grosso delle informazioni di questo video
nel frattempo gli inglesi fondano anche la colonia del new england, all’estremo nord della costa orientale USA, a cavallo tra gli attuali stati del maine, Vermont, New Hampshire, Massachusetts, Connecticut e Rhode Island
anche qua una bella botta iniziale era stata data con le malattie, che aveva portato alla sostanziale estinzione di intere tribù, come quella dei patuxet. l’ultimo membro della tribù, noto come tisaquantum è morto nel 1622. due anni prima aveva aiutato i pellegrini sbarcati a plymouth a non morire di fame, insegnandoli come far crescere i raccolti in quella terra a loro sconosciuta. non ricevette una grande ricompensa
“tutta, via non era sufficente”, sottolinea stannard. “alcuni indiani sopravvissero”
e furono i più sventurati
come i 600 pequot che furono bruciati vivi durante un singolo agguato
"in poco più di un’ora, il mondo fu liberato da 5-600 selvaggi di cui sopportava il peso”, esultò il teologo puritano cotton mather
a guidare l’agguato fu john mason, che grazie alla sua lucida follia da sterminatore inflessibile più avanti fu premiato col ruolo di vicegovernatore
li coglievano di sorpresa anche perchè di solito i nativi avevano un’idea un po’ diversa della guerra
come spiegava un nativo a un colono britannico nel XVII secolo “siamo inclini a vivere in pace: se intendiamo combattere contro di te, te lo facciamo sapere e ti spieghiamo le ragioni, e se tu ci dai risposte soddisfacenti allora non ti faremo la guerra. e se tu intendi dichiararci guerra, dovresti comunicarci le tue intenzioni e le motivazioni. se non ti diamo risposte soddisfacenti, puoi farci la guerra. altrimenti non dovresti”
ovviamente ai nostri occhi è ingenuità. ma magari è semplicemente saggezza
come scrisse ruth benedict “la mancanza di comprensione che dimostrarono verso la guerra era abissale. nella loro cultura non esistevano le basi su cui si fonda l’idea della guerra”
di sicuro c’è che la pagarano carissima
in new hampshire e in parte del vermont la tribù degli abenaki occidentali contava circa 12 mila unità. un secolo dopo l’arrivo degli inglesi ne erano rimasti 250
nel massachussets la tribù dei pocumtuck contava 18 mila membri. cinquan’tanni dopo erano in 900
ed era già la seconda ondata. la prima appunto era stata quella caratterizzata dal diffondersi delle malattie. e poi di ondate arrivò anche la terza
a fine secolo del popolo dei norridgewock erano rimasti appena 10 individui. nel 1726 si erano ulteriormente ridotti. 25. ancora peggio andò al popolo degli androscoggin, che a fine secolo erano rimasti in 160. nel 1726 erano 10
in virgia in general, si registrò un calo del 93% della popoolazione indigena tra il 1685 e il 1790, cioè dopo che nel secolo precendete c’era già stata una riduzione del 95% della popolazione, che a sua volta aveva seguito lo sterminio del secolo precedente a causa delle malattie
“nella zona orientale del sud e del nord carolina, il declino tra il 1685 e il 1790 fu del 97%, in luisiana del 91, e in florida dell’88: duemila inidividui in tutto. nel 1520 erano 700 mila” riassume stannard
lo sterminio finale e totale delle tribù era stato architettato scientemente attraverso lo sterminio sistematico di donne e bambini
ma non era ancora finita
ad attenderli c’era una quarta ondata di stermini
era la guerra di indipendenza. per quanto gli inglesi avessero sistematicamente perpetrato il genocidio, per gli eroi della guerra d’indipendenza non era abbastanza
nel 1779 george washington diede ordine al generale sullivan di attaccare gli irochesi e di “devastare tutti gli insediamenti circostanti. il paese non deve essere solo invaso, ma distrutto. la esorto a non prendere in considerazione nessuna offerta di pace prima della totale distruzione dei loro insediamenti”
28 cittadine su 30 del popolo seneca vennero totalmente spazzate via. e le truppe vittoriose si divertivano a scorticare i corpi delle vittime “dalla anche in giù per fare coperture per gli stivali o gambali”
Jefferson nel 1807 diede istruzioni al ministro della guerra affinché tutti gli indiani che opponevano resistenza all'espansione “incontrassero l’accetta”. nel 1812 ribadiva: i nativi dovevano essere “estirpati dalle terre” o trasferiti fuori dalla portata americana. come ricorda stawnnard, “le stesse parole, proclamate da un capo di stato tedesco nel 1939 e dirette agli ebrei europei, si sarebbero scolpite nella memoria dell’uomo”. “tuttavia” continua, “poiché sono state pronunciate da uno dei padri fondatori americani, proprietario di schiavi del sud, e stimato filosofo della libertà, sono state dimenticate da moltissimi storici che per secoli hanno celebrato la saggezza e l’umanità di jefferson”
per sentire tutto l’impatto della quarta ondata i cherokee dovettero attendere il 1828, quando venne eletto andrew jackson. lo stesso che una volta aveva scritto che "L'intera nazone cherokee dovrebbe essere frustrata”, che aveva guidato diversi agguati ad accampamenti pacifici e che si vantava “di aver sempre conservato lo scalpo di quelli che aveva ucciso”
appena nominato presidente, la Georgia rivendicò il possesso di un'enorme porzione di territorio cherokee, che fecero ricorso alla corte suprema. e lo vinsero pure. solo che nel frattempo i coloni si erano già insediati ovunque, e riuscirono a imporre un trattato. per quanto ridicolo. come osservò alexis de tocqueville, “è impossibile distruggere gli uomini con un maggiore rispetto delle leggi”
dopo il trattato ebbe inizio quello che viene definito “Il cammino delle lacrime”, e cioè la deportazione. “ho combattuto durante la guerra civile e ho visto uomini fatti a pezzi e massacrati a migliaia, ma il trasferimento dei cherokee è stato l’avvenimento più crudele cui abbia mai assistito" dichiarerà un colonnello delle forze confederate
dei 17 mila che partirono, raggiunsero la destinazione finale meno della metà
nel 1863 in colorado un quotidiano locale, il rocky mountain news, lancia una campagna incendiaria che esortava lo sterminio degli indiani “sono una razza dissoluta, vagabonda, brutale e ingrata e dovrebbe essere cancellata dalla faccia della terra”. fu solo il primo d'una lunga serie. fino a che non avvenne il casus belli che tutti stavano aspettando
come spiega sstannard “una famiglia di coloni fu uccisa da un gruppo di naini. di quali daini si trattasse nessuno si interessò. il governatore però emise un provvedimento di emergenza: si autorizzava la formazione spontanea di reggimenti di cittadini armati che potevano uccidere tutti gli indiani ostili che trovavano. in cambio, si potevano impossessare di tutti i loro beni”
in questo clima il colonello chivington condusse un battaglione di ben 700 soldati armati fino ai denti fino a uno dei principali insediamenti indigeni rimasti. vi trovarono 600 persone. solo 35 erano guerrieri. non era un caso, gli era stato comunicato che il grosso sarebbero stato fuori per la caccia. e sapeva anche che nel villaggio non c’erano sostanzialmente armi. “il governo considerava quegli indiani prigionieri di guerra innocui e disarmati, e il colonnello ne era informato", spiega stannard. furono sterminati tutti senza pietà. passò alla storia come il massacro di sand creek
“a quelle persone era stato inflitto ogni genere di sofferenza, li avevano scotennati, avevano fatto loro saltare le cervella; gli uomini usarono i coltelli, sventrarono le donne, bastonarono i ragazzini, li colpirono alla testa con i fucili, li ammazzarono di botte, mutilarono i loro corpi, in tutti i sensi. comprese le donne, e i bambini di due o tre mesi” riporta una testimonianza
secondo il presidente teodore roosevelt si trattò di “un’impresa virtuosa e benefica come quella compiute alla frontiera”
nel 1906 gli dettere il nobel per la pace
stesso copione in sud dakota. è il massacro di wounded knee. 300 dei 350 componenti del villaggio vennero trucidati a colpi di cannone. i restanti vennero poi rincorsi nei boschi e trucidati a mazzate
poco prima il direttore dell’aberdeen saturday pioneer, il principale giornale locale, aveva scritto: “la nobiltà dei pellerossa si è estinta e quei pochi che sono rimasti non son altro che cagnacci che guaiscono e leccano le mani che li percuotono. i bianchi, per la legge della conquista, per la giustizia della civiltà, sono padroni del continente americano. e la sicurezza degli insediamenti di frontiera potrà essere assicurata solo con il totale annientamento dei pochi rimasti”
si chiamava Frank Baum. 10 anni dopo diventò celebre in tutto il mondo per aver dato alla luce il libro per ragazzi “il fantastico mondo di oz”
nel frattempo in california a condurre lo sterminio erano direttamente le missioni francescane
veri e propri campi di concentramento, dove il 36% dei bambini che venivano internati morivano entro 12 mesi, e i 3 quarti morivano entro la pubertà. gli andava comquneu meglio che a quelli che nelle missioni ci nascevano: il 93% non raggiungeva i 10 anni
nelle strutture, come dice stannard “lo spazio a disposizione era forse appena appena superiore a quello a cui erano costretti gli africani prigionieri nelle stive delle navi negriere. ovviamente, in simili condizioni le malattie introdotte dagli spagnoli dilagavano violentemente. anche perchè non mangiavano. l’apporto calorico medio era circa un terzo di quello garantito agli schiavi neri delle piantagioni. nonostante i campi che lavoravano regalassero raccolti strepitosi”
e così “nel 1845, dopo circa 80 anni di storia delle missioni, la popolazione indigena della california era stata ridotta di tre quarti”
non gli era andata poi malissimo. quando successivamente subentrò il governo americano, sarebbe diminuita di un altro 80% in appena 25 anni
era il frutto di una campagna di sterminio totale dei nativi annunciata ufficialmente dal governatore della california nel 1851: “è già in corso una guerra, ma deve continuare fino a quando gli indiani non si saranno estinti”, aveva dichiarato. negli 8 anni successivi la popolazione indigena passò da 85 mila unità a 35 mila
“mai razze inferiori erano state estirpate come erbacce nel giardino dell'umanità attraverso processi organici e consapevoli, rapidamente come oggi. questo è inevitabile,e non privo di giustificazioni. la pietà e la compassione, afferma Nietzsche, sono oggi una malattia, e siamo chiamati a mostrarci superiori ai principi morali e a ripulire il mondo per la sopravvivenza di coloro che sono più adatti perchè più forti”. ad affermarlo è stanley hall. il principale pedagogista statunitense dell’800
riformulato, è lo stesso concetto che il celebre giornalista del wall street journal christopher hitchens ha ribadito in diversi editoriali alla vigilia del columbus day, le grandi celebrazioni che nel 1992 festeggiarono i 500 anni di stermini che presero il via dallo sbarco di Colombo nella americhe
dichiarava che era innegabile che i nativi americani avessero sofferto pene indicibili dall’arrivo dei coloni inglesi in poi, ma definiva quelli che se ne lamentavano "ridicoli autodisprezzatori, ignoranti e incapaci di comprendere il semplice fatto che la distruzione massiccia di popoli tecnologicamente più arretrati è il motore della storia”. “questi secoli di orrore sarebbero invece da celebrare con grande vigore e gusto”, ha affermato
le analogie con lo sterminio degli ebrei europei e degli zingari non possono che saltare all’occhio. ma c’è una differenza piuttosto importante. quello dei nativi dell’america settentrionale è stato probabilmente l’unico genocidio ad aver compiutamente raggiunto lo scopo per cui è stato perpetrato. gli ebrei hanno oggi un loro stato, fanno parte a pieno titolo della comunità internazionale, il loro genocidio viene universalmente riconosciuto e celebrato, ed anzi viene spesso utilizzato per zittire ogni forma di critica nei confronti del regime di sostanziale apertheid che vige in israele
quello dei nativi americani no. neanche dagli ebrei stessi
benny morris è un importante storico della ben gurion university
qualche anno fa ha rilasciato un'intervista al quotidiano haaretz. il titolo è indicativo: “la sopravvivenza dei più forti”
mell’intervista utilizza il genocidio dei nativi americani per giustificare la nakba, la pulizia etnica effettuata dallo stato di israele a danno di 700 mila palestinesi nel 1948: “non puoi fare una frittata senza rompere le uova. anche la grande democrazia americana non sarebbe potuto venire fondata senza l’annichilimento degli indiani. ci sono casi dove il fine ultimo giustifica tutte le crudeltà commesse per raggiungerlo”, ha dichiarato
la storia la scrivano i vincitori. sempre. e così l’unico vero genocidio che rimane, è quello commesso da chi poi la guerra l’ah persa. anche i nazisti, come suggerito da benny morris “perseguivano un fine supremo, che giustificava l’annichilimento degli ebrei, degli zingari e di altri ancora”. in quel caso però, fortunatamente, i nazisti persero, e oggi non c’è nessun equivalente di hitchens che celebra lo sterminio degli ebrei “con grande vigore e gusto”. anzi, giustamente, solo mettere in discussione l’olocausto è un vero e proprio reato
negli USA invece quando cominciò a circolare la voce che la smithsonian institution stava valutando se definire finalmente genocidio lo sterminio dei nativi del nord america, un gruppo di rappresentanti repubblicani gudati da ted stevens minacciò un’iniziativa parlamentare per tagliarne i fondi
il punto non sono i riconoscimenti simbolici. il punto è che senza quei riconoscimenti simbolici, la discriminazione continua, e rimane impunita
alla fine degli anni ‘40, dopo quasi 3 secoli di pulizia etnica, e dopo la ghettizzazione dei nativi nelle riserve, gli USA hanno intrapreso una politica che hanno denominato liquidazione. qualcuno gli ha fatto osservare che ricordava i nazisti troppo da vicino. e allora da sinceri democratici, hanno recepito le critiche, e l’hanno ribattezzata: terminazione
come dice stannard, “bisogna ammettere che effettivamente il termine è adeguato: l’idea era infatti quella di porre definitivamente fine una volta per tutte a tutto ciò che rimaneva di peculiarmente indiano negli individui indiani, abolendo per legge le tribù, e requisendo i terrenti rimasti. una vera e propria campagna di sterminio, anche se non indirizzata agli individui ma alla loro esistenza come etnia, cultura e organizzazione
tra il 1954 e il 1966, oltre 100 tribù vennero eliminate, e oltre 1,3 milioni di acri di terreno requisiti
fortunatamente la lunga stagione delle battaglie per i diritti civili iniziata a fine anni ‘60 ha interrotto questo ulteriore progetto di genocidio culturale, ma i problemi sono ancora tutti irrisolti
attualmente sul territorio statunitense ci sono 310 riserve di nativi americani
sono per lo più localizzate in luoghi remoti, con infrastrutture pietose, acqua potabile inclusa
alcune sono state anche utilizzate come discariche di scorie radioattive. come la riserva dei navajo, dove un quarto delle donne presentano tracce di sostanze radiattive nell’organismo
l’aspettativa di vita degli indiani americani è di 5,5 anni inferiore alla media nazionale, e le condizioni di salute sono disastrose: l’incidenza del diabete è 3,2 volte superiore alla media nazionale, quelle delle malattie croniche del fegato di 4,6 volte, e il tasso di suicidio è più che doppio
il tasso di povertà è superiore al 25%. quello dei bianchi americani non arriva all’8
un indiano americano maschio ha 4 volte più probabilità di essere incarcerato rispetto a un connazionale bianco. 6 volte se è femmina
diciamo che di compiti da fare a casa prima di potersi permettere di andare in giro per il mondo a dare lezioni di rispetto dei diritti umani ne avrebbero a sufficenza
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