Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:22 pm

IL PROGETTO
Niram Ferretti
29 giugno 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Bisogna dire che sono bravi, hanno grandi risorse economiche e sprattutto possono godere del sostegno di un apparato massmediatico articolatissimo. A chi mi riferisco? Ai fautori dell'immigrazione come necessità assoluta, ineluttabilità storica, Fato.

Dalla loro hanno tutto l'armamentario classico della sinistra. I migranti sarebbero i nuovi Lumpenproletariat a cui donare coscienza di classe spiegando loro quello che ci dice Douglas Murray nel suo essenziale, "The Strange Death of Europe".

“Nel 2015 il finanziere miliardario George Soros ha speso considerevoli somme di denaro per finanziare gruppi di pressione e istituzioni promuoventi i confine aperti e il libero movimento dei migranti dentro e intorno all’Europa. Insieme a un sito internet chiamato Welcome2EU, la sua Open Society Foundations ha pubblicato milioni di volantini allo scopo di informare i migranti su cosa fare. I volantini li informavano su come arrivare in Europa, quali fossero i loro diritti una volta lì e cosa potessero fare e non fare le autorità. I gruppi sostenevano apertamente la ‘resistenza contro il regime europeo dei confini’”.

Sì. Il "regime europeo dei confini", ovvero lo Stato sovrano, deve essere violato il più possibile, con la finalità di rimuovere l'ingombro, di distruggerlo. Esattamente quello che sarebbe accaduto secondo Marx una volta con la società borghese, sarebbe stata rimpiazzata con la società priva di classi in cui l'essenza dell'umanità avrebbe trionfato senza più vincoli, barriere, paratie.

Oggi il migrante è l'araldo di questa nuova società annunciata dalla sinistra che tiene in mano le leve della UE e ha occupato gramscianamente i gangli operativi della cultura e dell'informazione. A lui, dalle elite progressiste, sono offerti in dotazione i nuovi strumenti della consapevolezza, i Diritti Umani, così come ai proletari di inizio Novecento veniva data l'arma ideologica di considerarsi sfruttati.

Chi si oppone ai Diritti Umani non può che essere un individuo bieco, un paria e dunque un nazista, un fascista, ecc. Chi si oppone ai Diritti Umani non è un uomo. Questo è il ricatto posto in essere. O sei con noi o sei feccia.

Per la nuova koinè i migranti sarebbero come gli ebrei durante la Shoah, questo è il paragone che va per la maggiore, i centri di accoglienza sono campi di concentramento, chi respinge i migranti è come un Kapò di Bergen Belsen. Salvini, Trump e Orban dovrebbero essere processati per crimini contro l'umanità.

In nome dell'Umanità e del Progresso si vuole distruggere ciò che è consolidato, ciò che è accorpato intorno a memorie storiche, tradizioni, modi di sentire ancestrali. E' un ulteriore attacco alla civiltà occidentale, a ciò che resta di essa, e durerà ancora molti, molti anni.



Ebrei, zingari, clandestini: accostamenti immondi e impossibili
viewtopic.php?f=205&t=2780
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:48 pm

Uno degli arrestati per inchiesta su torture a bambini inneggiava a Carola Rackete
Giovanni Giacalone - Ven, 28/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18053.html

Federica Anghinolfi, arrestata per l'inchiesta su maltrattamenti ai bambini nel reggiano, inneggiava su Facebook a favore della "capitana" di SeaWatch e contro il Ministro Salvini

Oltre al sindaco PD di Bibbiano, Andrea Carletti, c'è un'altra "ultrà" dell'accoglienza finita agli arresti per l'inchiesta denominata "Angeli e Demoni" che ha portato a 18 arresti e con un totale di 27 indagati, tutto tra le province di Reggio Emilia e Torino.

La persona in questione è la 57enne Federica Anghinolfi, originaria di Montecchio (Re), responsabile del servizio sociale dell'Unione della Val d'Enza e indicata dagli inquirenti, secondo quanto emerso su Reggio Sera, come uno degli elementi di spicco della rete.

La Anghinolfi infatti, nella nottata tra il 26 e il 27 giugno, pubblicava sulla propria bacheca Facebook un'immagine in grande della "capitana" di SeaWatch, Carola Rackete, con tanto di commento "Ognuno ha i capitani che si merita. Io scelgo Carola Rackete". La donna prendeva poi di mira il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, pubblicando una serie di immagini che lo ritraggono con in mano mitra e crocifisso e accostando la foto a quella della Madonna con le due pistole del libro "Educazione Siberiana", tatuaggio rappresentante la mafia russa e con tanto di commenti del tipo: "Parole non scritte. Parole non dette. Parlano i simboli fra loro contrastanti. Non sono paradossi ma linguaggi". E ancora: "Parla a parti, sub personalità e linguaggi subliminali". In un'altra immagine pubblicata sempre dalla Anghinolfi c'è sempre Matteo Salvini, in veste Barney dei Flintstones con a fianco Donald Trump.

In un'altra immagine del settembre 2018 la Anghinolfi viene immortalata assieme al sindaco Carletti all'innagurazione del progetto "La Cura", fortemente voluto dall'Unione Comuni Val d'Enza in collaborazione con la Ausl di Reggio Emilie e la Casina dei Bimbi.

Le indagini degli inquirenti hanno però fatto emergere una realtà ben diversa e raccapricciante, con bambini strappati alle proprie famiglie e dati in affidamento ad amici e conoscenti, dietro compenso e attraverso l'utilizzo di false certificazioni, lavaggi del cervello, l'impersonificazione di personaggi terrificanti travestiti in rappresentazione dei genitori e persino vere e proprie torture messe in atto nei confronti dei bambini, tra cui scosse elettriche per alterare lo stato di memoria dei piccoli in prossimità dei colloqui giudiziari.

Inoltre, come già riportato dal Corriere della Sera, dopo l’allontanamento dalle famiglie d’origine i minori sarebbero stati addirittura vittime di stupro all’interno delle famiglie affidatarie (tra cui il titolare di un sexy shop) e delle comunità. Come se non fosse sufficiente, i Servizi Sociali per lunghi anni hanno omesso di consegnare ai bambini lettere e regali dati dai genitori naturali che i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato in un magazzino dove erano accatastati.

Come documentato da ReggioSera, assieme alla Anghinolfi e ad Andrea Carletti, sono stati posti agli arresti domiciliari Francesco Monopoli, 34enne di Correggio, assistente sociale dell’Unione Val d’Enza; Nadia Bolognini, 49 anni, psicoterapeuta della onlus piemontese Hansel e Gretel; Claudio Foti, 68 anni, psicoterapeuta, anch'egli della onlus Hansel e Gretel, marito di Nadia Bolognini e Marietta Veltri, 63 anni, di Quattro Castella, coordinatrice dei servizi sociali dell’Unione.

Divieto di svolgere per sei mesi la propria professione invece nei confronti di Annalisa Scalabrini, 27enne di Casalgrande; Imelda Bonaretti, 42enne di S. Ilario, psicoterapeuta dell’Ausl di Montecchio distaccata ai servizi sociali; Nadia Campani, 46enne di Quattro Castella responsabile dell’Ufficio Piani dell’Unione; Barbara Canei, 43enne di Reggio Emilia istruttore direttivo amministrativo dei Servizi sociali dell’Unione; Sara Gibertini, 38enne di Bibbiano; Cinzia Magnarelli, 32enne di San Polo; Maria Vittoria Masdea, 32enne di Parma educatrice; Matteo Mossini, 43 anni di Parma, psicologo dell’Ausl di Montecchio distaccato ai servizi sociali e Sarah Testa 32enne di Torino psicoterapeuta della “Hansel e Gretel”.

Risultano poi indagati anche l’avvocato Marco Scarpati, il direttore dell’Ausl Fausto Nicolini, la dirigente della comunicazione Federica Gazzotti e quello della struttura organizzativa Attilio Mattioli oltre ad alcuni psicologhe ed educatrici.

Riceviamo e pubblichiamo:

A seguito di alcune immagini recentemente circolate sui media, in qualità di presidenti di Casina dei Bimbi ONLUS e dell'Associazione Nazionale Sentire Le Voci APS, riteniamo doveroso puntualizzare l'assoluta estraneità delle nostre due associazioni nei confronti dei fatti dell’indagine "Angeli e Demoni" relativa al progetto de "La Cura" di Bibbiano. Precisiamo, infatti, che "La Cura" ha fatto ricorso negli anni alle competenze di numerosi soggetti e il ruolo di Casina dei Bimbi ONLUS è stato esclusivamente quello di fornire l’arredamento della struttura prima che iniziasse il progetto, in virtù della nostra pluriennale esperienza nell'allestimento di spazi in luoghi di cura pediatrici. Solo per questa ragione il logo dell'associazione compare sugli arredi dei locali utilizzati dal progetto stesso. Non abbiamo svolto alcun altro ruolo, nessun' altra forma di collaborazione è mai nata e neppure stata richiesta da "La Cura" all'Associazione Nazionale Sentire le Voci APS sul fenomeno delle allucinazioni uditive. Ė, quindi, nostro dovere difendere la serietà del nostro operato e di quello dei tanti volontari, sostenitori e professionisti grazie ai quali è possibile assistere, come nel caso di Casina dei Bimbi ONLUS, quasi 9.000 bambini ospedalizzati e le loro famiglie nelle strutture ospedaliere di Reggio e Modena o a domicilio per casi oncologici in compresenza di medici, paramedici e familiari. Per difendere la storia, i valori e la reputazione di Casina dei Bimbi Onlus e dell'Associazione Nazionale Sentire le Voci APS non esiteremo a intraprendere azioni giudiziarie - tramite il nostro legale, copiato nel presente messaggio - nei confronti di chiunque affianchi, a qualsiasi titolo, i nomi delle nostre associazioni ai reati contestati ai soggetti coinvolti nell'indagine in corso.

Claudia Nasi, Presidente Casina dei Bimbi Onlus

Cristina Contini, Presidente Associazione Nazionale Sentire le Voci APS
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 8:04 pm

C’è solo un modo per evitare altre Sea Watch: cambiare il trattato di Dublino
Lidia Baratta
29 Giugno Giu 2019

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... anti/42704

Lo abbiamo già visto con la Diciotti, con la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans e con le Sea Watch 1 e 2. Se davvero avessero voluto evitare tutto questo, la Lega avrebbe potuto votare la riforma del Trattato di Dublino anziché astenersi senza partecipare neanche ai negoziati

Non sarà certo un decreto sicurezza salviniano, che sia anche bis, a risolvere la gestione dei flussi migratori. Né servirà l’ultimo caso dell’ennesima nave ferma a poche miglia dalle coste italiane, la Sea Watch 3, a farlo. Lo abbiamo già visto con la Diciotti, con la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans e con le Sea Watch 1 e 2. Navi che diventano simboli dell’assenza volontaria di una politica europea sull’immigrazione. Davanti alle quali Matteo Salvini non fa altro che sfregarsi le mani, chiudendo gli occhi su barchini e barche a vela che continuano comunque ad arrivare sulle nostre coste mentre lui è impegnato a urlare all’emergenza e a sfidare la capitana di turno Carola Rackete, che prevedibilmente ha chiamato «sbruffoncella» nelle sue dirette Facebook. Con tanto di applausi del pubblico loggato.

Se davvero avessero voluto evitare tutto questo, in primis la sofferenza dei migranti a bordo, bloccati da giorni in mare in condizioni disumane dopo mesi di violenze e una traversata in mano agli scafisti, i colleghi della Lega salviniana qualche mese fa avrebbero potuto votare ad esempio al Parlamento europeo la riforma del Trattato di Dublino. Quella che per la prima volta elimina il criterio del primo Paese d’accesso e prevede il meccanismo del ricollocamento automatico dei richiedenti asilo tra i Paesi europei. Esattamente quello che il social Capitano senza nave chiede nelle sue dirette-comizio. E invece no, la Lega si è astenuta, dopo che nessun eurodeputato leghista si sia mai presentato in nessuna delle 22 riunioni del tavolo dei negoziati. Mentre i Cinque Stelle hanno addirittura contro, cambiando improvvisamente la rotta, in linea con propaganda elettorale delle “taxi del mare” imposta da Luigi Di Maio.

Se davvero avessero voluto evitare tutto questo, i colleghi della Lega salviniana qualche mese fa avrebbero potuto votare ad esempio al Parlamento europeo la riforma del Trattato di Dublino. E invece si sono astenuti

Quel voto trasversale a Strasburgo di novembre 2018, con l’approvazione della riforma che mise d’accordo i partiti più distanti, fu l’ultimo e unico atto di vera politica europea sui temi migratori. L’Europa, quella dei deputati eletti, trovò la soluzione. Una soluzione che è finita poi inevitabilmente per affondare in Consiglio, dove sono gli Stati a prevalere e non l’Europa. Una differenza da tenere a mente, per esser precisi, quando si dice “l’Italia è stata lasciata sola dall’Europa”.

Non solo il blocco dei muri di Visegrad, ma tutti Stati membri, non avendo alcun obbligo di deliberare entro una certa scadenza, hanno ignorato il testo arrivato dal Parlamento, facendosi scudo dietro il no di Orban e colleghi. Sul tavolo del Consiglio sono state per lo più presentate proposte per evitare i ricollocamenti obbligatori. Inclusa l’ipotesi di creare dei capannoni ai confini dei primi Paesi d’accesso. Laddove prevale la politica elettorale, non interessa a nessuno trovare davvero una soluzione per i migranti. Né nell’Italia di Salvini, né nell’Europa degli Stati. Tutti hanno fatto melina, anche rispetto alla più blanda proposta che arrivò durante il semestre di presidenza bulgaro.

Se davvero Salvini avesse avuto a cuore la risoluzione del problema dei flussi migratori, si sarebbe potuto almeno presentare ai vertici europei che si sono tenuti in questi mesi sul tema, e che invece ha puntualmente disertato nell’85% dei casi per andare in giro a fare campagna elettorale tra le piazze e le poltrone di Barbara D’Urso

Se davvero Salvini avesse avuto a cuore la risoluzione del problema dei flussi migratori, si sarebbe potuto almeno presentare ai vertici europei che si sono tenuti in questi mesi sul tema, e che invece ha puntualmente disertato nell’85% dei casi per andare in giro a fare campagna elettorale tra le piazze e le poltrone di Barbara D’Urso. Pronto a sfregrarsi le mani, in attesa dell’ennesimo scontro in mare con la ong e la capitana cattiva di turno.

Ora Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e altri stati membri dell’Ue hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i 40 naufraghi a bordo della Sea Watch 3. Ma non sarà questo “sforzo di solidarietà”, come lo ha definito la portavoce del commissario all’immigrazione Dimitri Avramopoulos, a risolvere la questione migrazione. Non basterà il collocamento o lo sbarco di 40 persone a gestire le partenze dalla Libia. Non basterà uno “sforzo di solidarietà”, davanti a un fenomeno di portata storica di questo tipo.

L’unica decisione che potrebbe aiutare l’Italia è una riforma strutturale del trattato di Dublino. Quella a cui i partiti dell governo gialloverde si sono opposti, pur dicendo ora di volere la redistribuzione dei migranti contro gli Stati europei egoisti, Olanda in primis, che invece li respingono. Giochi politico-elettorali di una politica, non solo italiana, che guarda alle percentuali di consenso di domani, senza neanche spingere oltre il naso per capire cosa potrebbe accadere dopodomani. E l’immigrazione, si sa, è uno dei temi che più può spostare l’indice del gradimento elettorale. Urlando “al lupo al lupo” contro una ong con 40 migranti a bordo, di fronte a un continente di oltre 700 milioni di persone.

La battuta di Jean Asselborn, ministro degli esteri del Lussemburgo, alla fine potrebbe rivelarsi profetica: «Per Pasqua avremo un compromesso sulla riforma di Dublino. Ma non so di quale anno».





"Carola eroina con i nostri soldi". Feltri la inchioda: dove va spedita la Capitana con i suoi migranti
29 Giugno 2019
Vittorio Feltri

https://www.liberoquotidiano.it/news/op ... g.facebook

Non nutro alcuna antipatia per la cosiddetta capitana Carola, tedesca, impegnata al timone di una nave che raccoglie in mare i soliti disperati in cerca di approdo, di ospitalità e ovviamente di sussistenza gratuita. Costoro chiedono aiuto perché nei loro Paesi di provenienza vivono da cani, e probabilmente lo meritano dal punto di vista umano. Siamo cinici ma non al punto da negare che le persone disagiate non vadano abbandonate all'impeto delle onde.

La Capitana che si dà da fare con la sua imbarcazione battente bandiera olandese è degna di tutto rispetto, e noi la rispettiamo, tuttavia non la consideriamo ammirevole.

Per una semplice ragione che mi accingo a spiegare. Soccorrere il prossimo, da amare come noi stessi ma non di più, è cosa buona e giusta, però farlo scaricandone gli oneri su altri non è una operazione di generosità, bensì di egoismo.

Dedicarsi alla beneficenza con i propri soldi è un atto di eroismo morale e, quindi apprezzabile; farla attingendo sostanze dalle tasche di terzi è una furbata la quale azzera anche le ottime intenzioni che l'hanno animata.

Carola è una brava ragazza, ciò nonostante non ha capito che un bel gesto, quanto quello che ha compiuto, deve essere accompagnato da senso della responsabilità. Ella non può pensare che condurre un bastimento allo scopo di salvare potenziali naufraghi sia sufficiente per conquistare la gloria. Per essere issata sugli altari avrebbe dovuto provvedere a portare in Germania o in Olanda il carico umano raccolto tra i flutti, non rifilarlo a noi obbligandoci a sostenere le spese per accoglierlo e mantenerlo.

Non è onesto fare i froci col culo altrui, diceva volgarmente ma efficacemente un costruttore romano. Il problema in questo caso non è etico: è pratico. Difficile dimostrare il contrario.

Le iniziative della Capitana sono esteticamente molto eleganti e piacciono ai progressisti plaudenti nonché ai cattolici francescani, però non sono digeribili a gente normale che ama aiutare i bisognosi con i propri quattrini e non con quelli della collettività. Carola, torna al tuo paese con i tuoi migranti di cui noi abbondiamo. Tieniti il frutto degli sforzi che hai fatto senza la nostra benedizione.




Sea Watch, ministra olandese dà ragione a Salvini: 'Rackete poteva andare in Libia o Tunisia. Mai chiesto di venire qui'
30 Giugno 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... elO_yHSzUY

Mittente: Ankie Broekers-Knol, ministra liberal-conservatrice dell’immigrazione dell’Olanda, la nazione di cui la Sea Watch 3 batte bandiera. Il destinatario è il Viminale. La lettera, scrive il Corriere della Sera, è stata spedita il 29 giugno intorno alle 22 e in sostanza sposa la sostanza del Salvini-pensiero sulla nave della ong tedesca rimasta 17 giorni in mare in attesa di sbarcare a Lampedusa. Sbarco che è avvenuto in violazione del nuovo decreto Sicurezza e per le modalità del quale (tra scontri e speronamenti) la capitana Carola Rackete è ai domiciliari. Pur specificando che “l’Olanda è pienamente impegnata a rispettare l’obbligo di salvataggio della gente in mare imposto dalla legge internazionale” precisa: “come lei (Salvini) giustamente dice, le operazioni della Sea Watch 3 non dovrebbero contribuire alle attività criminali dei trafficanti”. Vicino al ministro dell’Interno anche la posizione sulla capitana Carola Rackete. L’Olanda, dice ancora la ministra, non condivide “come lei (Salvini)” la decisione che ha preso di sbarcare sulle coste italiane, visto che poteva andare in Libia, in Tunisia o anche nel porto olandese di competenza. Ma “contrariamente a quanto lei (la capitana) dichiara nella sua lettera, non ha mai chiesto di sbarcare in Olanda“.

Invitando l’Italia a collaborare a una riforma sul sistema di asilo europeo basato su “solidarietà e responsabilità”, Broekers-Knol aggiunge che sarà necessario mettere a punto “una procedura obbligatoria europea di espulsione ai confini esterni”. E poi il giudizio definitivo sul ricollocamento nel caso dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. “È uno spreco di sforzi e risorse finanziarie dei contribuenti che dovrebbe essere evitato”. Posizioni chiare che sono la premessa di una lettera dove l’Olanda premette tre punti fondamentali. Il primo: il fatto che una nave batta bandiera di un certo Stato, non implica che quello Stato debba imbarcare le persone soccorse. Secondo: visto che una soluzione “concreta e strutturale come quella indicata nel Consiglio europeo del giugno 2018″ non c’è, l’Olanda “non parteciperà più oltre agli schemi di sbarco ad hoc”.

In più l’Olanda ricorda di avere “esplicitamente dichiarato che non prenderà più migranti delle operazioni Sar (soccorso in mare) in un’area ampiamente colpita dalle attività dei trafficanti di esseri umani”. Ankie Broekers-Knol poi, è consapevole di tutta la “pressione migratoria sull’Italia negli ultimi anni”, specie fino alle metà del 2017. Consapevolezza che ha dimostrato anche nell’adesione al principio dei ricollocamenti. E la pressione migratoria oggi non si è neanche affievolita sull’Olanda: “Abbiamo registrato – spiega la ministra al Corriere – in questo periodo successivo alla crisi migratoria un continuo, alto numero di richiedenti asilo, molti dei quali provenienti dall’Italia. Questi movimenti sono un altro problema che dobbiamo affrontare”. Tutti punti di cui la ministra discuterà direttamente con Salvini, visto che ha annunciato che si recherà a Roma per “colloqui bilaterali”.


L'ex toga contro la "capitana": "Sdegnato davanti alla sua prepotenza"
Giorgia Baroncini
Dom, 30/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... FsOR5dQVkQ

Carlo Nordio si è scagliato contro Carola Rackete: "Chiunque abbia un minimo di rispetto per il nostro Paese non può che reagire sdegnato"

Carlo Nordio si è scagliato contro la capitana Carola Rackete. L'ex magistrato, dopo aver definito la violazione di legge della Sea Watch "una provocazione programmata verso il nostro Paese", è tornato a tuonare contro la Ong e la sua comandante.

"Non pensavamo che l'irresponsabile arroganza della capitana sarebbe giunta al punto di sfidare una nostra imbarcazione militare con un gesto che, in altri Paesi, le sarebbe costato ben peggio di un comodo arresto domiciliare sotto il cielo di Lampedusa", ha scritto Nordio sul Messaggero riferendosi alla manovra pirata della capitana al porto.

"Chiunque abbia un minimo di rispetto per il nostro Paese - e non si limiti a sgolarsi con l'Inno Nazionale durante i campionati - non può che reagire sdegnato davanti a tanta vituperevole e sfrontata prepotenza", ha spiegato l'ex magistrato.

"Ora sarà la Magistratura a definire le responsabilità penali di Carola Rackete - ha concluso Nordio -. Ma al di là del giudizio penale - dal quale ci auguriamo che la Capitana non esca come una paladina ma nemmeno come una terrorista - resta la perniciosa confusione politica che questa storia ha creato. Mentre sembrava impantanato in una situazione senza uscita, Salvini ha trionfato su tutta la linea. Non così si può dire del Partito Democratico".



E il 40% chiede misure più severe
Renato Mannheimer - Dom, 30/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... LyZnJQP2Sk

Il 60% approva il rigore. I buonisti ridotti a meno del 20%

La tormentata vicenda della Sea Watch ha riportato al centro dell'attenzione la questione, peraltro mai sopita, della regolazione dei flussi migratori.

È infatti da molto tempo che gli italiani prestano una crescente attenzione alla problematica degli immigrati. E, malgrado le polemiche di questi giorni, il loro atteggiamento si è fatto sempre più severo nei confronti degli arrivi, anche di quelli di coloro che possono essere a tutti gli effetti considerati profughi da guerre o da eventi naturali.

I risultati dalle ricerche sono eloquenti: se diversi anni fa prevaleva l'atteggiamento di apertura e grossomodo la metà degli intervistati dichiarava addirittura di approvare l'idea di «accogliere tutti gli immigrati, anche perché l'Italia è un paese cattolico», oggi questa percentuale è drasticamente crollata, sino a diminuire a meno del 20%. E si è di converso fortemente accresciuta la quota di chi dice che «dobbiamo respingerli tutti» o, come sostiene la maggioranza relativa, che «dobbiamo accettare solo i profughi da guerre o eventi naturali e respingere tutti gli immigrati per motivi economici». Insomma, siamo diventati sempre più contrari a nuovi arrivi (e alla permanenza degli irregolari) o, per alcuni, quantomeno molto più selettivi.

Tra tutti i politici, Matteo Salvini ha saputo e voluto - più di altri cogliere e interpretare (e, spesso, stimolare) questo trend dell'opinione pubblica del nostro paese e farlo proprio in modo dirompente e talvolta provocatorio. Le sue scelte hanno suscitato, come si sa, molte critiche, ma la maggioranza degli elettori pare a tutt'oggi condividere la sua linea e le sue azioni.

Ma il consenso alla «linea dura» va addirittura oltre la mera accettazione delle scelte del Governo: da un recente sondaggio (effettuato dall'Istituto EumetraMR, intervistando un ampio campione della popolazione al di sopra dei 17 anni di età) emerge come, secondo gran parte degli intervistati, l'azione dell'esecutivo appaia loro non solo positiva, ma addirittura ancora insufficiente rispetto alle esigenze del paese. E che vada incrementata.

Quasi il 40% del campione intervistato nell'ambito dello studio afferma infatti che «Il Governo dovrebbe contrastare l'immigrazione in misura maggiore e più efficace». Quindi, in altre parole, intensificare (e non ridurre, come alcuni esponenti politici propongono) le scelte di freno rigoroso agli sbarchi. Lo dicono con maggiore frequenza gli uomini, le persone con basso titolo di studio e, come ci si poteva facilmente aspettare, gli elettori della Lega, ove questa convinzione raggiunge il 60%. Solo in parte meno convinti appaiono gli elettori di Forza Italia, tra i quali il 42% condivide l'opinione in questione. Seguiti dai votanti per il M5s ove il consenso raggiunge il 38%. Ovviamente ostili a questa presa di posizione sono invece gli elettori del Pd, ove essa convince solo il 14%.

Sul fronte opposto delle opinioni, il 29% degli intervistati nel sondaggio sostiene invece che «Il Governo dovrebbe ridurre le politiche di contrasto all'immigrazione» (lo dicono, com'è intuitivo, in particolare gli elettori del Pd), diminuendo cioè l'intensità della propria azione. Mentre il restante 23% (oltre al 9% di chi non sa o non vuole esprimere un'opinione al riguardo) assume una posizione di soddisfazione per la situazione attuale senza volerla cambiare granché, dato che sostiene che «l'azione del Governo nei confronti dell'immigrazione va bene così com'è ora». In definitiva, nell'insieme, oltre il 60% dei cittadini approva le scelte dell'esecutivo o le vorrebbe ancora più restrittive.

Dunque, anche sulla base di questi risultati - che, come si è detto, non fanno che confermare un trend dell'opinione pubblica in atto da tempo è facile comprendere come il tema dell'immigrazione rappresenti oggi uno dei più trattati nella comunicazione politica e che lo sarà probabilmente anche nei prossimi mesi. Ancora, questi dati suggeriscono come le scelte di Salvini corrispondano almeno sino a questo momento al sentiment prevalente tra la popolazione e gli portino quindi una seguito considerevole. È ragionevole pensare, quindi, che anche l'episodio della Sea Watch e i suoi ultimi sviluppi finiscano, in fondo, forse, col favorire (paradossalmente, se si vuole) lo stesso leader della Lega.
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Messaggioda Berto » dom giu 30, 2019 6:03 am

Manipolazioni giuridiche


Sea Watch 3: la lezione di diritto di Carola
27 giugno 2019
Francesca De Vittor *

https://www.cattolicanews.it/sea-watch- ... -di-carola

La comandante della nave Sea Watch 3, Carola Rackete, ha deciso di non rispettare il divieto di ingresso nel mare territoriale italiano e portare finalmente i migranti soccorsi il 12 giugno scorso verso un porto sicuro per lo sbarco. Nonostante la si accusi ora di aver violato le leggi dello Stato italiano, e in particolare il divieto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina previsto dall’art. 12 del d.lgs. 186/1998 e il divieto di ingresso imposto dal Ministro dell’Interno sul fondamento del DL 53/2019, c.d. sicurezza-bis, la comandante Rackete, fin dall’inizio dei soccorsi, non ha fatto altro che rispettare un obbligo imposto dal diritto internazionale e dalle leggi sia italiane sia del suo stato di bandiera. Ciò che in tutta questa vicenda appare invece manifestamente illegittimo, sia dal punto di vista del diritto costituzionale italiano sia del diritto internazionale è proprio il c.d. decreto sicurezza bis.

L’obbligo di soccorso in mare è previsto sia dal diritto internazionale consuetudinario (che nel nostro ordinamento ha valore di diritto costituzionale in base al rinvio operato dall’art. 10 Cost.), sia dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (CNUDM) e dalla Convenzione di Amburgo sulla ricerca e il soccorso in mare (SAR) (entrambe ratificate dall’Italia e che nel nostro ordinamento hanno valore di legge, anzi superiore alla legge per l’art. 117 Cost.). Per previsione espressa di quest’ultima Convenzione il soccorso si conclude solo con lo sbarco delle persone in un porto sicuro, che è un porto in cui la loro vita non è più in pericolo e i diritti umani fondamentali sono loro garantiti.

L’unico porto di sbarco che era stato indicato alla Sea Watch 3 è il porto di Tripoli, dove nessuno sbarco di migranti è lecito perché in ragione delle gravissime violazioni dei diritti umani fondamentali che i migranti subiscono in Libia, nonché del conflitto in corso, la Libia non può essere in alcun modo considerata un porto sicuro (si veda da ultimo la Raccomandazione agli stati della Commissaria ai diritti umani del Consiglio d’Europa). Come deciso dal GIP di Trapani in una recente sentenza l’essere riportati in Libia avrebbe costituito un’offesa ingiusta alla quale i migranti stessi avrebbero potuto opporsi anche con la forza in legittima difesa (art. 52 c.p.).

Una volta chiarito che verso Tripoli la Sea Watch non avrebbe in alcun caso potuto dirigersi, la comandante si è lecitamente diretta verso il porto sicuro più vicino, e quindi Lampedusa. Tutti gli stati membri della Convenzione SAR hanno l’obbligo di cooperare affinché il comandante della nave che ha prestato soccorso sia liberato dalla propria responsabilità (ovvero possa far sbarcare le persone soccorse) nel minor tempo possibile e con la minor deviazione dalla propria rotta.

L’aver individuato Lampedusa come luogo di sbarco costituisce quindi non solo un comportamento legittimo, ma anche il più ovvio da parte della Comandante che aveva una legittima aspettativa di vedersi assegnare lì un luogo di sbarco. Starà alla magistratura valutare eventuali responsabilità penali a carico della comandante e dell’equipaggio della nave, ma è presumibile che anche qualora eventuali comportamenti illeciti siano constatati venga comunque riconosciuta la scriminante dello stato di necessità (art. 54 c.p.) o dell’aver commesso il fatto in adempimento di un dovere (art. 51 c.p.). Va in ogni caso ricordato che in nessuno dei casi in cui sono state aperte indagini a carico di Ong per i soccorsi in mare si è mai giunti a una condanna: quando i giudici si sono pronunciati hanno sempre considerato legittimo il comportamento di chi aveva prestato il soccorso in mare.

Se di responsabilità si vuole parlare, sarebbe meglio parlare di quelle dell’Italia. Va infatti considerato che la nave, probabilmente già da prima, ma sicuramente da quando è entrata nelle acque territoriali italiane, si trova sotto la giurisdizione dell’Italia per l’applicazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, pertanto il prolungarsi del trattenimento a bordo della nave dei migranti, già estremamente provati, integra da parte dello Stato italiano una violazione dell’art. 3 e dell’art. 5 della Convenzione (su questa conclusione non incide il rifiuto della Corte di imporre all’Italia misure cautelari ed urgenti, tale pronuncia, infatti, non è sul merito della vicenda ma appunto solo sulla misura cautelare).

In un periodo in cui le più fondamentali norme dell’ordinamento internazionale e costituzionale sono sempre più spesso violate da politiche di ostacolo alle operazioni di soccorso in mare, studiosi e operatori del diritto sono chiamati a confrontarsi nel tentativo di fare chiarezza sul contenuto del diritto nazionale e internazionale applicabile e sulle conseguenze della sua violazione. È questo lo scopo della tavola rotonda su “La politica dei porti-chiusi. Questioni di legittimità e responsabilità nazionale ed internazionale” organizzata in Università Cattolica lunedì 15 luglio dalle 16.30 alle 18.30.

* docente di Diritto internazionale e Diritti dell’uomo alla facoltà di Giurisprudenza


La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare
viewtopic.php?f=194&t=2665
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1291917795
Non soccorrere in mare e non accogliere chi ti può fare del male, chi abusa della legge del mare per invaderti clandestinamente, per depredarti, per ridurti in schiavitù e per ucciderti, lascialo al mare.

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare riguarda eventi straordinari e fortuiti e non invasioni pianificate dolose e criminali.
La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare vale solo quando non si trasforma in abuso e strumento di violazione dei diritti umani altrui poiché in tal caso il suo originario valore si annulla, estingue e si trasforma in un qualcos'altro di criminale come la pirateria, l'immigrazione irregolare e clandestina, l'invasione terroristica.
In tal caso questa convenzione perde ogni valore, non può essere in alcun modo rispettata e viene meno ogni diritto di chichessia ad invocarla, anzi chi la rispettasse diventerebbe complice dei crimini che conseguono al suo abuso.

Non si tratta di veri naufragi ma di naufragi artefatti, finti e dolosi per provocare e costringere l'intervento dei soccorsi e che in taluni casi procano la morte di numerose persone.


Rifugianti, asilanti, migranti, clandestini, diritti umani, obblighi e realismo
viewtopic.php?f=194&t=1811


L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità, la nostra umanità!
Migrare e invadere la casa e il paese altrui non è un diritto ma un crimine, ed è un dovere impedirlo
viewtopic.php?f=205&t=2813
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
viewtopic.php?f=194&t=2498



Il Viminale smonta la capitana: "Nessun migrante stava male"
Andrea Indini - Sab, 29/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18757.html

Rackete ha forzato il blocco delle motovedette invocando lo "stato di necessità" per i 40 migranti a bordo. In realtà stavano tutti bene: così il Viminale smonta le sue bugie

Quello che ha raccontato Carola Rackete quando è scesa dalla Sea Watch 3 non corrisponde affatto alla verità.

Per giustificare la folle manovra, che ha portato l'imbarcazione dell'ong tedesca nel porto di Lampedusa speronando una motovedetta della Guardia di Finanza, la capitana ha invocato lo "stato di necessità" per i quarantun immigrati clandestini che si trovavano a bordo. In realtà, come confermano fonti del Viminale al Giornale.it, nessuno di loro stava male. "Resta quindi da capire a cosa si riferisse l'ong per giustificare l'attracco non autorizzato", ci spiegano.

La situazione è precipitata la notte scorsa quando la Rackete ha deciso di forzare il blocco delle motovedette. Intorno all'1.50 la nave della ong tedesca, battente bandiera olandese, è entrata nel porto commerciale di Lampedusa (guarda il video). Subito dopo è salita a bordo la Guardia di Finanza e, intorno alle 3 di notte, la capitana è stata portata via in stato d'arresto co l'accusa di violazione dell'articolo 1100 del codice della navigazione, che richiama il comportamento del comandante o dell'ufficiale che commetta atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, ed è punibile con la reclusione da tre a dieci anni. "Entrare nel porto di Lampedusa anche senza le autorizzazioni è stata una decisione dell'equipaggio della Sea Watch e non solo della capitana", ha detto l'avvocato dell'ong tedesca, Leonardo Marino. "Siamo orgogliosi del nostro capitano, ha agito nel modo giusto. Ha insistito sulla legge del mare e ha portato la gente al sicuro", ha fatto eco il ceo della Sea Watch, Johannes Bayer.

Nelle prossime ore gli inquirenti accerteranno sicuramente cosa è successo durante le procedure di attracco, quando la motovedetta della Guardia di finanza si è accostata al molo mentre la nave della ong continuava ad avvicinarsi all'unità militare fino a speronarla. Nel frattempo, però, il Viminale ha già accertato che lo "stato di necessità" invocato dalla Rackete non aveva alcuna fondamenta. "Nessuno dei 41 immigrati scesi dalla Sea Watch presenta malattie o problemi particolari come scabbia o disidratazione", fanno sapere fonti del Viminale asicurando, tra le altre cose, che tutte le persone che si trovavno a bordo "sono stati rifocillati" e "hanno passato una notte serena". Per nessuno di loro è stato, dunque, disposto alcun accertamento specifico né il trasferimento in elisoccorso verso l'ospedale di Palermo. La notizia non sembra sorprendere il ministero dell'Interno che probabilmente si aspettava che lo stato di salute degli extracomunitari non fosse al centro delle preoccupazioni della capitana. I malati e i bambini con i loro accompagnatori erano stati già fatti scendere a terra nei giorni scori con il via libera del governo italiano. "Resta quindi da capire a quale 'stato di necessita" si riferisse la ong - si chiedono le stesse fonti - per giustificare l'attracco non autorizzato con speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza".


Alberto Pento
Basta chiamarli migranti, si tratta di clandestini e come tali di criminali.



Amnesty, Noury: "Carola ha fatto benissimo, siamo con lei"
https://www.youtube.com/watch?v=Z5Ph8GW ... ture=share

Accoglienza e ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » lun lug 01, 2019 9:39 pm

Ora Sea Watch accusa la Gdf: "Manovra ostruttiva irresponsabile"
Chiara Sarra - Dom, 30/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 19077.html

L'ong difenda la capitana: "Non si è pentita". E accusa i finanzieri di essersi volontariamente infilati tra nave e banchina

A ormai quasi due giorni dall'arresto di Carola Rackete, la Sea Watch le prova tutte per scagionare la sua capitana.

Persino ribaltando le accuse circa l'incidente con la motovedetta della Guardia di Finanza, rimasta schiacciata tra la banchina e lo scafo della nave quando la comandante tedesca ha forzato il blocco per attraccare a Lampedusa.

Secondo la ong tedesca, infatti, i finanzieri avrebbero dovuto - una volta capìta la manovra spericolata messa in atto dalla Rackete - semplicemente spostarsi e lasciar passare l'imbarcazione olandese. "Noi crediamo che sia irresponsabile che anche nel momento in cui è stato violato un alt si faccia questo tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare", ha detto la portavoce Giorgia Linardi, "La Guardia di Finanza ha deciso di infilarsi nello spazio già ridotto tra la nave e la banchina nel momento in cui la nave stava già attraccando. La Gdf era già davanti alla banchina e faceva avanti e indietro mentre la Sea watch proseguiva con la sua manovra. È rimasta in quello spazio che inevitabilmente si sarebbe chiuso. È stata una manovra molto difficile che non si aspettava di dover fare".

Poi ha spiegato che la capitana non si è pentita della sua decisione: "Carola si è effettivamente scusata con la Guardia di Finanza ma non per essere entrata in porto", ha aggiunto, "Mi ha detto che non aveva scelta perché non poteva fare un'altra notte in mare. Carola si è sacrificata per portare a portare a terra i 40 naufraghi a bordo. Anche dopo l'arresto ha chiesto solo una cosa: se sono state sbarcate le persone".




Sea Watch, il presidente della Germania: "Rackete non è una criminale"
Angelo Scarano - Dom, 30/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 19017.html


Il presidente tedesco Steinmeier difende la capitana della Sea Watch: "Ci aspettiamo una gestione diversa del caso da parte dell'Italia"

La Germania attacca nuovamente l'Italia e critica fortemente il governo per l'epilogo della vicenda Sea Watch.

Da Berlino arriva una stoccata pesante da parte del presidente tedesco, Frank Walter Steinmeier. Le parole del presidente della Germania aprono uno scontro tra il nostro governo e lo Stato tedesco. Di fatto Berlino chiede tra le righe alle autorità italiane di non trattare come una criminale Carola Rackete. La manovra spericolata della capitana della nave ong nel porto di Lampedusa ha fatto scattare le manette con l'accusa (oltre a quella per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina) di "tentato naufragio". Steinmeier difende la ragazza e afferma: "Può darsi che ci sia una legislazione italiana su quando una nave può entrare in porto e quando no, e può anche essere che ci siano reati amministrativi o reati penali. Tuttavia - ha detto Steinmeier alla Zdf - l'Italia non è uno Stato qualsiasi, è al centro dell'Ue, è uno Stato fondatore dell'Ue. Ed è per questo che ci aspettiamo che affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano vite umane non possono essere criminali".

Parole che fanno salire la tensione tra Roma e Berlino. "Al presidente tedesco chiediamo cortesemente di occuparsi di ciò che accade in Germania e, possibilmente, di invitare i suoi concittadini a evitare di infrangere le leggi italiane, rischiando di uccidere uomini delle forze dell’ordine italiane", ha ribattuto Matteo Salvini, "A processare e mettere in galera i delinquenti ci pensiamo noi".

La capitana in questo momento si trova agli arresti domiciliari e entro domani il giudice dovrà confermare se convalidare il fermo. Al centro dello scontro tra la Germania e l'Italia c'è la condotta della capitana che ha violato le leggi ripetutamente. In un primo caso ha sfondato il blocco imposto dal Viminale entrando nelle acque territoriali italiane. Poi la seconda violazione quando in modo arbitrario la capitana ha deciso di avvicinarsi all'imbocco del porto di Lampedusa. Poi l'epilogo con la prova di forza e l'ingresso di notte nel porto dell'isola siciliana ignorando le indicazioni della Guardia di Finanza che aveva ripetutamente intimato l'alt. Il finale è noto con la nave che ha bloccato una motovedetta delle fiamme gialle, rimasta schiacciata tra la stessa imbarcazione dell'ong e la banchina del molo. Per tutto questo la capitana rischia grosso e un prcesso per direttissima. Ma per Berlino tutto questo è niente e chiede la scarcerazione della Rackete.


Il giurista. «Sulla Sea Watch non c'erano trafficanti: sbagliato bloccare l’approdo»
Paolo Lambruschi domenica 30 giugno 2019
Il giurista Paquale De Sena conferma: qualunque sia la ragione per cui una persona è in difficoltà in mare, è obbligatorio per ogni nave intervenire per salvarla

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... walu4SHvyA

Il processo alla capitana Carola Rackete è necessario. Non solo per accertare le responsabilità individuali e statuali nella complessa vicenda della Sea Watch 3, ma soprattutto per riportare la discussione, distorta dalla propaganda sui social, su binari di civiltà giuridica e di civiltà tout court. Anche se potrebbero esserci sorprese.

Con Pasquale De Sena, ordinario di Diritto internazionale alla Cattolica di Milano, proviamo a rileggere i fatti delle ultime settimane nel Mediterraneo centrale fino all’epilogo lampedusano. A partire dal salvataggio. Sui social giravano distinzioni tra i naufraghi e migranti che navigano su canotti sgonfi o carcasse in procinto di affondare. Quindi non sarebbe stato obbligatorio salvarli. Vero? «Falso. Qualunque sia la ragione che ha portato una persona a trovarsi in difficoltà in mare – afferma De Sena – è obbligatorio per ogni nave intervenire per salvarla. Fosse anche un criminale. Questo è un punto fermo. La comandante ha, in principio, assolto agli obblighi che scaturiscono da convenzioni internazionali e dal diritto internazionale consuetudinario».

Seconda cosa da chiarire, la destinazione ove portare i naufraghi. Su questo tema la discussione è stata lunga e accesa. La comandante della Sea Watch 3 doveva dirigersi verso il porto sicuro più vicino. Ma le viene contestata la scelta di Lampedusa. C’era chi sosteneva che i naufraghi dovessero venire riportati in Libia, oppure a Malta e in Tunisia, più vicine dell’isola pelagica. Per il giurista questo è uno dei punti chiave. «Chiariamo una volta per tutte che non potevano esser riportati in Libia perché organi imparziali e indipendenti dell’Onu e del Consiglio d’Europa hanno in più occasioni dichiarato, com’è stato riconosciuto ieri dalla Farnesina, che la Libia non è "porto sicuro". Inchieste indipendenti condotte da tali organi hanno accertato che in Libia vengono perpetrate continue e gravissime violazioni dei diritti umani. Le alternative? Se Rackete dice il vero, come credo, Malta ha negato l’autorizzazione allo sbarco; la Tunisia, a sua volta, non può dirsi "porto sicuro", sia perché non è in regola con la protezione internazionale dei migranti, sia perché di recente una nave con 75 migranti a bordo è stata tenuta ferma per giorni. Comunque gli eventi potranno essere ricostruiti nel processo anche tramite documentazione di bordo».

Terzo punto, il braccio di ferro in mare. Ha agito correttamente il governo italiano bloccando la Sea Watch prima dell’ingresso in acque territoriali e successivamente nel porto di Lampedusa dopo aver fatto scendere i più vulnerabili? Per il docente «se Roma ha fatto bene a tutelare i più vulnerabili, non può dirsi che lo Stato abbia correttamente cooperato all’adempimento degli obblighi internazionali bloccando l’accesso al mare territoriale. Altro sarebbe stato se la Sea Watch avesse praticato un traffico di esseri umani, di cui non vi è prova. D’altronde, la nave ha chiesto apertamente all’Italia l’autorizzazione ad entrare avendo svolto operazioni di soccorso. Mi pare chiaro che Roma avesse l’obbligo di cooperare con la comandante per ultimare il soccorso. Questo non avrebbe implicato obbligo di accoglienza stabile, se non per alcune persone». Responsabilità invocata anche per l’Olanda perché la barca batte bandiera olandese. «Perlomeno in parte il governo olandese ha assolto ai propri obblighi, definiti dal diritto internazionale del mare. In ogni caso è giuridicamente privo di fondamento invocare la responsabilità olandese per venir meno alla nostra. Potevamo solo chiedere, e lo abbiamo fatto male, che le autorità olandesi - il cui comportamento è discutibile - cooperassero».

Infine, l’accusa alla comandante di aver usato violenza contro una nave da guerra. «Va accertato se lo ha fatto volontariamente, ovvero se è stata una manovra maldestra, come lei sostiene. Ma se dimostrerà di aver agito per adempiere agli obblighi di soccorso del diritto internazionale o in stato di necessità, potrebbe essere esente da responsabilità penali, avendo proceduto per salvare vite umane. Bene tutelato da norme positive internazionali e interne, dotate di rango costituzionale, dunque superiori al Decreto sicurezza. Molto probabilmente la Consulta sarà chiamata a pronunciarsi, mentre la Corte europea, che aveva respinto la richiesta di sbarco, dovrà decidere nel merito. Allora gli scenari potrebbero cambiare».




Sea Watch, il presidente tedesco: "Da Roma ci aspettiamo un comportamento diverso"
di ALESSANDRA ZINITI
2019/06/30

https://www.repubblica.it/politica/2019 ... 4Ru5dT31Jc

Nuovo giorno, altro attacco di Matteo Salvini alla capitana Carola Rackete. Mentre la Germania critica il nostro governo, il ministro dell'Interno è tornato a contestare l'attracco in porto a Lampedusa della comandante della Sea Watch, che intanto ha trascorso la prima notte ai domiciliari: "La comandante fuorilegge - ha twittato Salvini - ha giustificato il folle attracco che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza dicendo che c'era uno 'stato di necessità'. Ma se nessuno dei 42 immigrati a bordo aveva problemi di salute, di quale necessità stava parlando?" (in realtà i migranti rimasti a bordo erano 40, due erano scesi poche ore prima proprio per motivi di salute).

A Salvini sullo stato di necessità a bordo replica Graziano Delrio, presidente dei deputati dem, che è stato per giorni a bordo della Sea Watch con un gruppetto di parlamentari di Pd, Si e +Europa. "C'erano persone con problemi di salute a bordo - ha detto ospite di In mezz'ora - problemi di salute sono anche quelli di uno che sta impazzendo, che vede altre persone scendere perché stanno male e allora pensano 'ora mi faccio male anch'io, così scendo'. Dopo 16-17 giorni in mezzo al mare, sotto 45 gradi... Solo un comandante, guardando questi ragazzi negli occhi, può capire quanto fosse importante" attraccare.

Di Maio: confiscare le navi che provocano il nostro Paese
Il vicepremier Luigi Di Maio invece propone su Facebook la confisca delle navi che violano la legge: "Dobbiamo fare in modo che le navi che provocano il nostro Paese, compromettendo anche la sicurezza delle nostre forze dell'ordine com'è accaduto in questi giorni, restino in dotazione allo Stato italiano. Se entri nelle nostre acque violando la legge, perdi definitivamente l'imbarcazione, senza attenuanti e multe che incidono ben poco. Se forze armate, capitaneria o corpi di polizia lo vorranno, daremo a loro le navi confiscate".

Le critiche della Germania
Reazioni arrivano intanto dalla Germania dove il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier critica l'arresto della comandante della Sea Watch. "Può darsi che ci sia una legislazione italiana su quando una nave può entrare in porto e quando no, e può anche essere che ci siano reati amministrativi o reati penali. Tuttavia - ha detto Steinmeier alla Zdf - l'Italia non è uno Stato qualsiasi, è al centro dell'Ue, è uno Stato fondatore dell'Ue. Ed è per questo che ci aspettiamo che affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano vite umane non possono essere criminali", ha concluso.


Conte: Rackete? A Merkel chiederò di condannati Thyssen
Il premier Giuseppe Conte, interpellato sulla vicenda Sea Watch a margine del Consiglio europeo, alla domanda se parlerà con Merkel di Carola Rackete, risponde: "Io personalmente ho poco da dire al riguardo: se la Merkel mi parlerà non lo so, ma potrebbe essere l'occasione per chiedere a che punto è la Germania con l'esecuzione della pena dei due manager della Von Thyssen che sono stati condannati in Italia dopo regolare processo che si è esaurito in tutti i gradi di giudizio".

L'Europa è con Carola
Salvini, dunque, è tornato a sposare la linea dura criticata da molte capitali europee. Da Parigi e Berlino innanzitutto, che ieri hanno precisato: "Salvare vite non è un reato". Mentre il ministro degli esteri del Lussemburgo ha chiesto di rilasciare la comandante. Diversa la posizione dell'Olanda, con l'Aja che ha criticato la scelta della capitana di dirigersi verso Lampedusa ("Sarebbe potuta andare in Tunisia") e si è tirata indietro dalla responsabilità sulla sorte dei migranti salvati.

L'idea del leader leghista è comunque, se l'arresto di Carola Rackete non dovesse essere confermato, di procedere con un decreto di espulsione nei confronti della comandante. Senza un pericolo di fuga, il giudice potrebbe infatti trasformare gli arresti domiciliari in divieto di dimora con un territorio ancora da definire. L'equipaggio è tornato a prendere posizione oggi. E difende Carola: "Siamo orgogliosi di lei. Non volevamo fare male a nessuno. Gli insulti sul molo sono stati uno shock".
Il "muro" anti-migranti di Fedriga
Tra le tanti voci indignate che si sono levate in queste ore contro la politica del governo sull'immigrazione, c'è anche quella di Fabio Fazio: "L'arresto di Carola Rackete, l'idea del muro sul confine in Friuli... Ma che mondo stiamo immaginando? L'esclusione costruisce solo odio e rancore", ha twittato.

Il riferimento è al muro proposto a Est dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (ne ha parlato anche oggi in un'intervista al Fatto Quotidiano). E su questo scoppia subito una grana con i Cinquestelle. "Una coglionata di proporzioni bibliche, pazzesca! Non servono altre parole", ha detto Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera ed esponente del M5S. "La commento così per derubricarla subito, non possono andare così oltre. Questa iniziativa non ha né capo né coda, non se ne dovrebbe nemmeno parlare. Non è in agenda né nel contratto di governo, quelli della Lega non possono spararla sempre più grossa...".

In merito interviene anche Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi: "Questa follia ideologica del muro quanto costerebbe agli italiani? Per 100 Km di reticolato al confine tra Usa e Messico il congresso americano ha autorizzato a Trump la spesa di 1,3 miliardi di dollari. E quindi - si chiede Bonelli - per 243 Km di reticolato in Italia? Il costo sarà di circa 2 miliardi di euro".
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » lun lug 01, 2019 9:39 pm

I presuntuosi "Salvatori del Mondo" in religione, in politica e in umanità sono di sicuro i peggiori, quelli che fanno più del male all'umanità e al Mondo.


I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del Mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0904548886


Utopie demenziali e criminali - falsi salvatori del Mondo e dell'umanità
viewtopic.php?f=141&t=2593

Utopie che hanno fatto e fanno più male che bene e molto più male del male che pretenderebbero presuntuosamente e arrogantemente di curare.
Totalitarismi e imperialismi maomettano (mussulmano o islamista), comunista (internazicomunista), nazista (fascista e nazista), globalista, idolatria cattolico-ecumenista, ...


Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
viewtopic.php?f=205&t=2668
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2617721208
Questi non salvano vite ma ci tolgono la vita; questi sono criminali che violano i nostri diritti umani e civili.




GLI INCIDENTI DELLA STORIA E IL VIRUS DELLA DEBOLEZZA
Niram Ferretti
4 luglio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

“Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”, ha dichiarato il neo-presidente del parlamento europeo, David Sassoli.

I non incidenti della storia sono sempre stati, nel suo corso, le nazioni e prima delle nazioni gli imperi, e prima degli imperi i regni, attraverso cui popoli anche di etnie diverse riconoscevano la loro comune appartenenza a una visione del mondo fondata sulla coesione e l'identità, sulla condivisione di valori forti, di miti fondanti, di tradizioni condivise e sacralizzate. Le rivalità tra regni, imperi e nazioni è stata l'inevitabile conseguenza di conflitti di interessi, di lotte per l'egemonia.

L'Unione Europea è una costruzione artificiale creata sopra gli Stati, avente la pretesa che la storia sia giunta alla sua fine, che i popoli, le loro diversità culturali, le loro specifiche idiosincrasie, le loro rivalità, non avranno più alcun bisogno del mestiere delle armi per salvaguardarsi.

La storia sarebbe ormai avviata a un compimento pacifico, e a sua salvaguardia vi sarebbero Bruxelles e Strasburgo sotto l'egida franco tedesca.

Il credo dell'Unione Europea è la pace perpetua in un mondo che non ha più bisogno della guerra, ma se non ha più bisogno della guerra non ha neanche più bisogno degli eserciti, e se non ha più bisogno degli eserciti non ha neanche più bisogno della sua difesa. Questo è il senso di superiorità alla rovescia dell'Unione Europea, quella di pensare che la propria ideologia debole, il proprio pensiero debole, sia il futuro dell'umanità.

“Credono, (gli europei) di essere messi in pericolo da quelle nazioni che fino ad oggi hanno deciso di non potersi permettere di finire preda dei falsi sogni di riuscire a districarsi dai pericoli del mondo restando in uno stato di torpore o inginocchiandosi al cospetto di un attacco“, scrisse qualche anni fa John Bolton, l'attuale Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti.

Le nazioni a cui alludeva Bolton sono gli Usa e Israele, due paesi ancora fortemente ancorati a un senso della storia legato alla consapevolezza di avere una missione di salvaguardia di ciò che sono e dei propri valori fondanti, sempre a rischio in un mondo in cui non sono certo scomparse potenze illiberali, antidemocratiche che sanno agire senza scrupoli, quando agiscono, appena si abbassa la guardia.

Il pericolo oggi non è nei nazionalismi, e USA e Israele due paesi con una forte identità nazionale non negoziabile, non annacquabile, lo dimostrano, ma da chi pensa che i nemici della democrazia e della libertà si possano sconfiggere attraverso il venire meno di una identità forte e coesa pronta a mettersi in gioco radicalmente per difendere le proprie prerogative. Non con le idee. Non con l'Inno alla Gioia, non tenendosi per mano. Non con regole di bilancio. Non bastano a costringere il nemico a cedere le armi.

Quando dentro il corpo è inoculato il virus della debolezza, non solo non si sa combattere ma non si vuole più neanche farlo.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » lun lug 01, 2019 9:40 pm

I diritti umani valgono per tutti gli uomini della terra
(e implicano anche valori condivisi e doveri senza dei quali non possono esistere diritti)
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

I diritti umani valgono per tutti gli uomini della terra e non solo per i gli ultimi, per i poveri, per i deboli, per gli ammalati, per i cattivi, per i neri dell'Africa, gli indios delle americhe, per gli altri, ...
ma valgono anche per te e per me, valgono anche per i bianchi, per i ricchi, valgono anche per i forti e per i sani, valgono anche per gli occidentali e per gli europei.
Un uomo non è più uomo e non ha più diritti perché ultimo, povero, debole, ammalato, cattivo, nero o indios;
come un uomo non è meno uomo e con meno diritti perché primo, forte, sano, ricco, bianco, occidentale, europeo.




Non è un diritto umano ridurre il prossimo in schiavitù o depredarlo in nome della solidarietà e della fraternità umana, in nome degli ultimi, dei poveri e degli sfortunati.

Non è un diritto umano l'esercizio di una religione che opprime, discrimina, minaccia, uccide, stermina ogni altro e diversamente religioso e pensante.

Non è un diritto umano invadere la casa, la proprietà e i paesi altrui, tanto meno derubare i ricchi o chi ha più di te.

Non è un diritto umano essere accolti e ospitati a spese altrui e beneficiare dei diritti sociali e civili degli altri paesi che mancano nel proprio.

Non è un diritto umano abusare della convenzione internazionale sul soccorso in mare, approntanto finti naufragi per invadere i paesi altrui, essere soccorsi, accolti e ospitati a spese altrui e a prescindere dalla volontà altrui.

Non è un diritto umano essere accolti e ospitati come rifugiati per motivi umanitari, ambientali e climatici, di guerra e politici, ... indipendentemente dalla volontà, dalle possibilità economiche degli altri e dalle compatibilità civili, politiche, culturali e religiose.
Come non esiste alcun un obbligo assoluto di accogliere rifugiati politici, profughi di guerra e discriminati sociali, tanto meno veri o finti profughi climatico-ambientali ed economici, ma tutto è relativo e dipende innanzi tutto dalla volontà politica dei cittadini di ogni paese, dalle loro possibilità economiche, sociali e civili di assorbire, integrare e offrire una prospettiva di vita, dalla compatibilità civile, culturale e religiosa dei richiedenti.
È un diritto umano naturale universale e civile rifiutare qualsiasi accoglienza quando non non vi sono le possibilità economiche e civili, quando esiste un pericolo per la sicurezza dei cittadini e del paese, quando non vi sono le compatibilità politiche, religiose e culturali.



Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
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Berto
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » mar lug 02, 2019 9:39 pm

Un'altro caso simile del male travestito da bene è quello dei bambini di Reggio Emilia, che solo il disumano Mondo dei sinistrati di sinistra, progressisti e liberal, salvatori assoluti del Mondo, degli ultimi, dei deboli, dei poveri, del terzo mondo, delle minoranze "discriminate" spesso presuntuose e senza rispetto per le maggioranze, ... della strumentale e pretestuosa falsa bontà in generale, poteva generare.



Reggio Emilia, lavaggio del cervello e falsi documenti per allontanare bambini dai genitori
Diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, raggiunte da misure cautelari. Sono accusate di aver sottratto i minori alle famiglie per darli in affido retribuito a conoscenti. Tra gli affidatari anche titolari di sexy shop. Il premier Conte: "Sconvolgente". Una vicenda analoga di 20 anni fa raccontata dall'inchiesta "Veleno"
27 giugno 2019

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2 ... slaXUnEFbQ

REGGIO EMILIA - Come 20 anni fa, in quel paese della Bassa Padana raccontato dall'inchiesta "Veleno" di Pablo Trincia. Ore e ore di intensi lavaggi del cervello durante le sedute di psicoterapia, bambini suggestionati anche con l'uso di impulsi elettrici, spacciati ai piccoli come "macchinetta dei ricordi", un sistema che in realtà avrebbe "alterato lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari". Sono alcune contestazioni che emergono dall'inchiesta Angeli e Demoni sulla rete dei servizi sociali della Val D'Enza, nel Reggiano, che ha portato a misure cautelari per diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti. E poi politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Moncalieri, "Hansel e Gretel", perquisita questa mattina.

Le misure cautelari sono state eseguite dai carabinieri di Reggio Emilia. Il sindaco è agli arresti domiciliari. Uguale provvedimento per la responsabile del servizio sociale integrato dell'Unione di Comuni della Val d'Enza, una coordinatrice del medesimo servizio, un'assistente sociale e due psicoterapeuti della Onlus torinese. Ulteriori otto misure di natura interdittiva (divieto temporaneo di esercitare attività professionali) sono state eseguite a carico di altrettanti dirigenti comunali, operatori socio-sanitari, educatori. Tra i 27 indagati anche Fausto Nicolini, direttore generale dell'Ausl di Reggio Emilia.

L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi, ha dell'incredibile: vede al centro la rete dei servizi sociali della Val D'Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. E non solo.


Il caso Veleno, scatta la revisione del processo
di GIUSEPPE BALDESSARRO

Secondo il quadro accusatorio, quello che veniva spacciato per un modello istituzionale da emulare sul tema della tutela dei minori abusati, altro non era che un illecito business ai danni di decine e decine di minori sottratti alle rispettive famiglie. I destinatari delle misure cautelari sono accusati, a vario titolo, di frode processuale, depistaggio, abuso d'ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d'uso.

I minori venivano allontanati dalle rispettive famiglie attraverso le "più ingannevoli e disparate attività". Tre queste, sempre secondo la ricostruzione dei militari, relazioni mendaci, disegni dei bambini artefatti attraverso la mirata "aggiunta" di connotazioni sessuali, terapeuti travestiti da personaggi "cattivi" delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, falsi ricordi di abusi sessuali ingenerati con gli elettrodi.

Il podcast Il caso "Veleno": nel paese dei bambini perduti di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli

Il tutto durante, spiegano gli investigatori, i lunghi anni nei quali i Servizi sociali omettevano di consegnare ai bambini lettere e regali dati dai genitori naturali che i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato in un magazzino dove erano accatastati. Tra gli affidatari dei minori anche titolari di sexy shop, persone con problematiche psichiche e con figli suicidi. Infine secondo il quadro accusatorio ci sarebbero stati due casi di abusi sessuali presso le famiglie affidatarie ed in comunità, dopo l'illegittimo allontanamento. In un caso, stando a fonti investigative, si tratterebbe di un bimbo stuprato da un cugino della coppia affidataria.

Alcune vittime dei reati, oggi adolescenti, "manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo" evidenziano i carabinieri di Reggio Emilia, che hanno svolto gli accertamenti.

Le indagini sono iniziate alla fine dell'estate 2018 dopo un'anomala escalation di denunce all'autorità giudiziaria, da parte dei servizi sociali coinvolti, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze a danni di minori commessi da parte dei genitori. L'analisi dei fascicoli vedeva puntualmente approdare le indagini verso la totale infondatezza di quanto segnalato. Da questo spunto si è sviluppata l'indagine che ha svelato numerosi falsi documentali, redatti secondo l'accusa dai servizi sociali in complicità con alcuni psicologi.

Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, da poco rieletto con il 79% dei voti, è indagato per abuso d'ufficio in concorso con altri: secondo la Procura reggiana avrebbe omesso di effettuare una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di psicoterapia. Anche Nicolini risponde dello stesso reato per il quale sono cinque gli indagati (anche Federica Anghinolfi, Nadia Campani e Nadia Bolognini). Secondo l'accusa si sarebbero incontrati il 10 dicembre 2018 e, "in violazione del nuovo codice degli appalti del 2016 e delle connesse linee guida dell'anticorruzione", avrebbero dato "illecita prosecuzione" al servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40.000 euro, procurando così "un ingiusto vantaggio al centro Hansel e Gretel".
"Ricordi che hai paura di papà?": l'ordinanza
Una bambina che ribadisce di non capire il motivo per cui non poteva più vedere i genitori naturali, dicendo di volerli riabbracciare. E le psicologhe, le assistenti sociali, insieme alla coppia di affidatari - tutti indagati - che le rispondono, martellandola, con un'incalzare di frasi e domande per instillarle il dubbio. E' uno dei dialoghi shock, citati nell'ordinanza del Gip Luca Ramponi, che spiega come i bambini venissero di fatto plagiati, in modo da formare false relazioni, nel sistema smantellato dai carabinieri in provincia di Reggio Emilia.

"Ma io non mi ricordo perché non li posso più vedere", dice la bambina, le cui parole, di ottobre 2018, furono captate da un'intercettazione ambientale. "Ma non ti ricordi che hai detto che (tuo padre, ndr) non lo volevi più rivedere? Io ricordo questo", risponde la psicologa. Ma la bambina: "Non ho detto questo". "Sì, hai detto che non volevi vederlo perché avevi paura che ti facesse del male... che si potesse vendicare... o che ti potesse portare via. Ti ricordi la paura che hai sentito. Te la ricordi adesso?", le viene risposto dall'affidataria. Subito si inserisce una psicologa: "Quello che tu dirai al giudice il tuo papà non lo saprà, neanche la tua mamma".

Di nuovo una psicoterapeuta poco dopo: "Forse sono io che mi ricordo male, ma quando ti hanno detto che non avresti più visto il tuo papà tu eri contenta, te lo ricordi?". La bambina: "Non mi viene in mente, non mi ricordo di aver detto così". "Tu vorresti incontrarli", le chiede la psicoterapeuta. "Mi piacerebbe - la risposta della bambina - anche per rivederli, anche fisicamente. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci del papà".

Le reazioni. Conte: "Sconvolgente"
Da Osaka dove si trova per il G20 summit il premier Giuseppe Conte commenta la vicenda: "Tutto ciò che riguarda i bambini rischia di essere drammatico. Ho letto le notizie su Reggio Emilia. Se fossero confermate, si tratta di ipotesi accusatorie sconvolgenti e raccapriccianti".

Il vicepremier Luigi Di Maio parla di "una galleria di atrocità assolute che grida vendetta" e ha dato indicazione ai suoi uffici di scrivere immediatamente una lettera al ministro Fontana per chiedere una verifica immediata di tutto il sistema di affidi nazionale, perchè "orrori simili non sono accettabili". Di Maio attacca il Pd: "Quello che viene spacciato per un modello nazionale a cui ispirarsi sul tema della tutela dei minori abusati, il modello Emilia proposto dal Pd, si rivela oggi come un sistema da incubo".

Il ministro Matteo Salvini annuncia di aver chiesto una commissioned'inchiesta sulle case famiglia: "Al di là del fatto incredibile di Reggio Emilia ho tantissime segnalazioni, che sto valutando col ministro della Famiglia, di abusi e veri e propri sequestri in nome del vantaggio economico. Ci sono tante case famiglia che fanno bene il loro lavoro ma proprio per tutelare queste, bisogna beccare quelle che sequestrano i minori".

Su Facebook la ministra Giulia Grillo scrive: "Non c'è niente di più sacro e intoccabile dei bambini. La storia venuta a galla grazie all'inchiesta dei magistrati è raccapricciante. Ci vuole rigore assoluto e severità massima nel punire le responsabilità che eventualmente emergeranno".

"Schifoso e orribile quanto emerge dall'inchiesta 'Angeli e Demoni' sulla gestione di minori. Si vada avanti, fino in fondo, per accertare le responsabilità, la verità e per punire i colpevoli senza esitazione. Patetici i tentativi di strumentalizzare politicamente questo dramma" scrive su Twitter il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti.

I parlamentari emiliani Dem Graziano Delrio, Vanna Iori, Antonella Incerti e Andrea Rossi annunciano che il Pd si costituirà parte civile: "Oltre ai minori e alle famiglie, vengono colpiti l'immagine e il lavoro di tanti professionisti che operano nei tanti servizi socio-sanitari che hanno fatto sì che questo territorio rappresenti una eccellenza nelle politiche a sostegno e supporto delle persone in difficoltà. Per questo è utile che il Pd si costituisca parte civile nel processo".

La giunta del Comune di Bibbiano esprime solidarietà al sindaco Andrea Carletti ora ai domiciliari: "Abbiamo assoluta certezza che abbia sempre operato nel rispetto delle norme. Prima che come sindaco, conosciamo Andrea come uomo e siamo assolutamente convinti della sua estraneità ai fatti".

“Ciò che sta emergendo ha contorni che, se confermati, sarebbero di una gravità inaudita. In quel caso, è chiaro che la Regione si troverebbe ad essere parte lesa. E, soprattutto, in quel caso, la Regione si aspetta che i delinquenti siamo puniti severamente, come meritano” afferma Sergio Venturi, assessore regionale alla Sanità.


Alberto Pento
Solo il disumano Mondo dei sinistrati di sinistra, progressisti e liberal, salvatori assoluti del Mondo, degli ultimi, dei deboli, dei poveri, del terzo mondo, delle minoranze "discriminate" spesso presuntuose e senza rispetto per le maggioranze, ... della strumentale e pretestuosa falsa bontà in generale, poteva generare una mostruosità simile.



Scandalo affidi a Reggio Emilia, le intercettazioni choc: come manipolavano i bambini
28 giugno 2019

https://www.open.online/2019/06/28/scan ... no-bambini

Sono iniziati nella mattinata di oggi, venerdì 28 giugno, gli interrogatori di garanzia dell’operazione ‘Angeli e Demoni’ sul presunto giro di affidamenti illeciti di bambini nella provincia di Reggio Emilia.

Davanti al Giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi, Federica Anghinolfi, dirigente dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza, considerata dagli inquirenti figura chiave del ‘sistema’ e l’assistente sociale Francesco Monopoli, entrambi agli arresti domiciliari e accusati di aver praticato il «lavaggio del cervello» ai bambini coinvolti attraverso diverse metodologie.

«Mi sono occupato di fatti molto provanti di ‘Ndrangheta per dieci anni, ma quest’inchiesta è umanamente devastante», dice il procuratore capo di Reggio Emilia, Marco Mescolini. «Per la velocità con cui tutto è emerso, restituisce un quadro assai allarmante. Ma conta il giudizio della legge». Il capo dei pm reggiani aggiunge che «è stato sequestrato altro materiale ora al vaglio degli investigatori. Le indagini proseguiranno e nulla sarà intentato».


Le intercettazioni ambientali

Il quadro che emerge dalle intercettazioni è oltre l’immaginazione. In una intercettazione di una seduta di psicoterapia, per esempio, si consiglia al bambino di organizzare il funerale del padre da cui il bimbo è stato allontanato, «per elaborare il lutto».

Poi c’è la storia di una bimba, riportata dalla Gazzetta di Reggio. Non capisce, e lo ripete, perché non può vedere i genitori. Li vuole vedere, le mancano «gli abbracci di papà». Ma le psicologhe, le assistenti sociali, la coppia affidataria la incalzano. Con domande, dubbi, ribaltando le parole della bambina.

«Ma io non mi ricordo perché non li posso più vedere», dice la piccola, secondo la ricostruzione della Gazzetta di Reggio in base a un’intercettazione ambientale dell’ottobre dell’anno scorso. «Ma non ti ricordi che hai detto che (papà) non lo volevi più rivedere?», dice la psicologa. «Non ho detto questo», risponde la bimba. «Non ho detto che non volevo vederlo». «Sì, hai detto che non volevi vederlo perché avevi paura che ti facesse del male… che si potesse vendicare… o che ti potesse portare via. Ti ricordi la paura che hai sentito. Te la ricordi adesso?», dice la donna che l’ha avuta in affidamento. «Quello che tu dirai al giudice il tuo papà non lo saprà, neanche la tua mamma», ricorda la psicologa. «Forse sono io che mi ricordo male, ma quando ti hanno detto che non avresti più visto il tuo papà tu eri contenta, te lo ricordi?», dice una terapeuta. «Non mi ricordo di aver detto così». «Guarda che non c’è niente di male! Perché se tu hai vissuto una situazione che ti hanno fatto stare tanto male… d’accordo, tu come bimba puoi dirlo che stai proprio male e che non hai voglia di star male così», incalza l’affidataria. «Non è che se tu hai detto che stavi tanto male e non volevi più vederlo sei una brutta bambina». Poi la domanda della psicoterapeuta: «Vorresti incontrarli?». «Mi piacerebbe. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci del papà», risponde la bambina.


La “Carta di Noto”

Dialoghi agghiaccianti, ma non sono i soli. La ‘Carta di Noto’, cioè il protocollo con le linee guida deontologiche per lo psicologo forense, quando si trova di fronte ad abusi su minori, viene definita nelle intercettazioni da uno degli indagati «una roba scritta da quattro pedofili». A parlare è Matteo Mossini, psicologo dell’Asl di Montecchio cui è stato vietato di esercitare l’attività professionale per sei mesi, in un dialogo con la psicoterapeuta Nadia Bolognini, ai domiciliari.

Nel valutare la sua posizione, il Gip parla di «disprezzo per i metodi comunemente adottati di valutazione e audizione nonché di approccio terapeutico con i minori sospette vittime di abusi».





Affidi illeciti Reggio Emilia, chi è la dirigente al centro dell'inchiesta
ALESSANDRA CODELUPPI e DANIELE PETRONE
Reggio Emilia, 29 giugno 2019

https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio ... -1.4669841

Obbligava gli assistenti sociali a redigere e firmare verbali dove si attestava il falso riguardo allo stato familiare o al contesto abitativo dei bambini. Che poi decideva a chi affidare (elargendo addirittura contributi doppi fino a 1.200 euro rispetto alle ‘rette’ previste), influenzata tra l’altro dal suo attivismo nel mondo gay, per la lotta in favore dell’adozione alle coppie omosessuali, ma anche dai suoi intrecci sentimentali. E stabiliva pure a quali psicoterapeuti bisognava mandare in cura i piccoli una volta strappati dalle famiglie naturali. Assume quasi il volto di una zarina dei servizi sociali Federica Anghinolfi, dirigente dell’Unione val d’Enza, finita ai domiciliari con numerose accuse tra cui falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, violenza privata e lesioni personali gravissime, nelle carte dell’inchiesta 'Angeli e Demoni', lo scandalo scoppiato in provincia di Reggio Emilia sul presunto sistema illecito di affidamenti dei minori strappati alle famiglie naturali con falsificazioni di atti e altri escamotage: 16 misure cautelari emesse, 27 indagati.

AGGIORNAMENTO Affidi illeciti, quei regali mai dati ai bimbi

La donna, 57 anni – che ieri si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip nel primo degli interrogatori di garanzia assieme all’assistente sociale indagato Francesco Monopoli – è ritenuta la figura chiave. A partire dall’inizio del ‘sistema’ collaudato secondo gli inquirenti. Arrivava quasi a ricattare giovani operatrici con contratto a tempo determinato, esercitando dunque la sua posizione di potere, affinché redigessero verbali che attestassero muffa sui soffitti, poco cibo in frigo o assenza di giocattoli. Era il primo passaggio – con le presunte falsificazioni delle dichiarazioni degli stessi bimbi al fine di screditare madri e padri naturali – che serviva per ottenere il decreto di allontanamento. Poi l’affidamento, spesso ad altre coppie ‘amiche’ o a lei vicine. E addirittura con un legame affettivo passato.



Qui i nomi degli indagati - La procura di Modena si attiva dopo il caso Reggiano

La Anghinolfi, omosessuale dichiarata, ha avuto una relazione – provata dagli inquirenti – con Fadia Bassmaji, anch’essa indagata, alla quale è stata data in affido la piccola Francesca (nome di fantasia) assieme alla compagna Daniela Bedogni (anche lei nel registro della pm Valentina Salvi).
Queste ultime due – si legge nell’ordinanza – avrebbero «imposto un orientamento sessuale» alla minore vietando tassativamente alla piccola di lasciarsi i capelli sciolti, perché ritenuto dalle due «matrigne» atteggiamento di vanità e di richiamo appetibile per i maschietti a scuola. Il gip definisce questo episodio in modo molto forte come un «comportamento ideologicamente e ossessivamente orientato». Procura e inquirenti stanno infatti scavando nel mondo Lgbt. Nella vicenda è finito ai domiciliari, con le accuse di abuso d’ufficio e falso, anche il sindaco pd di Bibbiano, Andrea Carletti che ieri tramite il legale ha dichiarato di «non aver mai fornito copertura politica a fatti illeciti».
Il procuratore reggiano Marco Mescolini, dopo aver premesso che non bisogna estendere le accuse a tutto il mondo degli affidi, ieri ha commentato così l’operazione: «Mi sono occupato di fatti molto provanti di ‘ndrangheta per dieci anni, ma quest’inchiesta è umanamente devastante».




L'orrore di Reggio: bambini affidati a persone malate e stupratori
28giugno 2019

https://www.lapressa.it/notiziario/la_n ... L6THUrm1rE


Dall'inchiesta condotta dai Carabinieri emerge una realtà inquietante, da film horror. Due casi accertati di stupro nelle famiglie affidatarie

Affidi pilotati che facevano finire i minori in mano ad amici e conoscenti degli assistenti sociali, ma anche a persone in alcuni casi discutibili e in altre senza ombra di dubbio problematiche. Ci sono anche due casi stupro accertati nelle nuove famiglie assegnatarie. E' sempre più inquietante, e sta assumendo i caratteri di un film horror, la vicenda che a più livelli vede coinvolti, nella complessa indagine dei Carabinieri, addetti dei servizi sociali dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza e il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti (Pd), arrestato.

Quello che emerge dall'indagine è un business illecito ai danni di decine e decine di minori che sono stati sottratti alle rispettive famiglie con la complicità di politici, medici, assistenti sociali, che per anni hanno alterato documenti, ed addirittura i disegni dei bambini, in un ‘sistema’ orientato ad una catena di affidi pilotati, con bambini affidati ad amici e conoscenti degli operatori dei servizi sociali, tra cui titolari di sexy shop, persone con problematiche psichiche o con figli suicidi. Si registrano - scrive l'agenzia Dire - anche due casi accertati di stupro nelle famiglie affidatarie ed in comunità.

Le misure sono scattate sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare: sono coinvolti politici, medici, assistenti sociali e liberi professionisti. Come spiegano i militari in una nota, da diversi anni gli arrestati avevano messo in piedi un illecito e redditizio sistema di “gestione minori”. I minori protagonisti di questa vicenda, alcuni oggi adolescenti, manifestano profondi segni di disagio come tossicodipendenza e gesti di autolesionismo.

I reati contestati ai 16 indagati, a vario titolo, sono frode processuale, depistaggio, abuso ’ufficio,
maltrattamentisu minori, lesioni gravissime (nei confronti dei minori), falso in atto pubblico, violenza privata, entata estorsione, peculato d’uso.

Nella nota, i Carabinieri spiegano di avere intercettato “ore e ore di intensi lavaggi del cervello durante le sedute di psicoterapia effettuate sui minori, anche di tenera età, dopo che gli stessi erano stati allontanati dalle rispettive famiglie attraverso le più ingannevoli e disparate attività, tra le quali:relazioni mendaci, disegni dei bambini artefatti attraverso la mirata ‘aggiunta’ di connotazioni sessuali, terapeuti travestiti da personaggi ‘cattivi’ delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, falsi ricordi di abusi sessuali ingenerati con gli elettrodi di quella che veniva spacciata ai bambini come ‘macchinetta dei ricordi’”.

Bambini dati in affido anche a persone con problemi psichici

Stando a quanto emerso dalle indagini, i bambini allontanati in modo illegittimo dalle loro famiglie (suggestionati psicologicamente per convincerli della cattiveria dei genitori o di abusi mai avvenuti) venivano poi affidati ad amici e conoscenti degli operatori dei servizi sociali, tra cui titolari di sexy shop, persone con problematiche psichiche o con figli suicidi. E, secondo i Carabinieri che indagano, si registrano due casi accertati di stupro nelle famiglie affidatarie ed in comunità.

In tutto 16 le persone indagate: sei sono state sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Tra loro c’è il sindaco di Bibbiano (Reggio Emilia) Andrea Carletti appena rieletto e una responsabile del Servizio sociale integrato dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza. Arrestati anche una coordinatrice del medesimo servizio, un’assistente sociale edue psicoterapeuti di una onlus torinese.

Altre otto misure cautelari di natura interdittiva, costituite dal divieto temporaneo di esercitare attività professionali sono state eseguite a carico di altrettanti soggetti, nelle relative qualità di dirigenti comunali, operatori socio-sanitari ed educatori.

Infine ci sono due misure coercitive del divieto di avvicinamento ad un minore, che hanno colpito una coppia affidataria accusata di maltrattamenti.

Le indagini sono iniziate alla fine dell’estate del 2018 dopo l’anomala escalation di denunce all’autorità giudiziaria, da parte dei servizi sociali coinvolti, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze a danni di minori che sarebbero stati commessi dai genitori. L’analisi dei fascicoli vedeva però puntualmente approdare le indagini verso la totale infondatezza di quanto segnalato.

Nonostante ciò, i servizi sociali coinvolti proseguivano nel percorso psicoterapeutico richiesto più volte. Da qui si è sviluppata l’intensa indagine che ha svelato i numerosi falsi documentali redatti dai servizi sociali in complicità con alcuni psicologi, artatamente trasmessi all’autorità giudiziaria.

Come funzionava il meccanismo

In pratica si realizzava la diagnosi di una mirata patologia post traumatica a carico dei minori, condizione questa necessaria a garantirne la presa in carico da parte di una Onlus di Torino. Il pagamento delle prestazioni psicoterapeutiche avveniva quindi in assenza di procedura d’appalto: gli affidatari venivano incaricati dai servizi sociali di accompagnare i bambini alle sedute private di psicoterapia e di pagare le relative fatture a proprio nome. Mensilmente le stesse persone che avevano i minori in affido ricevevano rimborsi sotto una simulata causale di pagamento, falsando così i bilanci dell’Unione dei Comuni coinvolti. I Servizi sociali dell’Unione dei Comuni e l’associazione erano quindi legati a doppio filo. E si scambiavano favori.

Da un lato la onlus era affidataria dell’intero servizio di psicoterapia voluto dall’ente e dei relativi convegni e corsi di formazione, organizzati in provincia. Dall’altra, alcuni dipendenti dello stesso ente ottenevano incarichi di docenza retribuiti nell’ambito di master e corsi di formazione tenuti sempre dalla onlus. Il sistema era talmente consolidato che ha portato all’apertura di un centro specialistico regionale per il trattamento del trauma infantile derivante da abusi sessuali e maltrattamenti (che di fatto è risultata una costola della onlus). In questa struttura, infine, veniva garantita l’assistenza legale ai minori attraverso la sistematica scelta, da parte dei servizi sociali, di un avvocato, anch’egli indagato per “concorso in abuso d’ufficio”, attraverso fraudolente gare d’appalto gestite dalla dirigente del servizio per favorirlo. Gli investigatori stanno ora vagliando le posizioni di decine e decine di minori seguiti negli anni passati proprio dai servizi sociali.



Affidi illeciti Emilia, ex candidata sindaca M5s si dimette: difende la dirigente del Servizio sociale indagata
Stefano Galeotti
1 Luglio 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ta/5293955

La consigliera grillina e avvocata ha deciso di lasciare il suo posto in Comune. Sarà la legale di Federica Anghinolfi, accusata di essere una delle figure chiave del sistema di affidamento dei minori emerso nell'indagine Angeli e demoni

Una scelta di carattere personale, per evitare ulteriori malumori all’interno del Movimento reggiano, già reduce da un risultato per niente positivo alle recenti elezioni amministrative. Rossella Ognibene, candidata sindaco dei Cinquestelle lo scorso 26 maggio, si è dimessa dall’incarico di consigliera comunale, ottenuto insieme ad altri tre candidati pentastellati in virtù del 14% dei voti raccolto al primo turno. La decisione, presa in autonomia e senza rilasciare, al momento, nessuna dichiarazione ufficiale, è strettamente legata allo scandalo degli affidi in Emilia: la Ognibene è infatti l’avvocata di Federica Anghinolfi, dirigente del Servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza che la procura di Reggio Emilia considera figura chiave del sistema illecito di affidamenti dei minori descritto nelle carte dell’inchiesta “Angeli e Demoni”. E se è vero che la posizione professionale della Ognibene non è in conflitto con il ruolo di consigliera, questa suo impegno sarebbe politicamente poco compatibile con la dura condanna espressa dai vertici nazionali e locali del Movimento, i primi a prendere una posizione molto netta sulla vicenda.

“Che voi siate maledetti. Carcere a vita e buttare la chiave”, aveva commentato a caldo la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, volto reggiano dei Cinquestelle, molto vicina al vicepremier Luigi Di Maio. La battaglia politica sul tema si è inasprita anche per il coinvolgimento nell’inchiesta del sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti, ai domiciliari con l’accusa di abuso d’ufficio e “consapevole della totale illeicità del sistema”. E tra i 27 indagati, di cui 16 sottoposti a misure cautelari, c’è anche la Anghinolfi, ai domiciliari con le accuse di falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, violenza privata e lesioni personali gravissime. Per i pm, era lei che aveva affidato la psicoterapia all’interno di una delle strutture coinvolte alla onlus Hansel e Gretel, firmando le determine delle spese relative a prestazioni che arrivavano anche a 135 euro all’ora, nonostante la Ausl di Reggio Emilia potesse utilizzare i propri professionisti gratuitamente. Ed era sempre la Anghinolfi, secondo l’accusa, che in alcuni casi era arrivata a obbligare gli assistenti sociali a redigere e firmare falsi verbali sul contesto familiare e abitativo in cui vivevano i bambini, che poi decideva di affidare in modo arbitrario. La Ognibene, oltre a difendere la Anghinolfi, si trova anche molto vicina a Marco Scarpati, suo collega di studio, un avvocato molto stimato in città per il suo storico impegno a difesa dei minori vittime di abusi e il cui nome figura ora tra quello degli indagati nell’inchiesta che ha scosso l’Emilia.

Le dimissioni della Ognibene rischiano però di creare un’altro problema per i Cinquestelle reggiani: a subentrarle sarà infatti l’ex consigliere comunale Cristian Panarari, primo dei non eletti con le sue 138 preferenze ottenute il 26 maggio. Su di lui, ex wrestler, però pende una richiesta di espulsione mossa in prima persona dalla Spadoni per un post relativo alla Nazionale italiana di calcio femminile pubblicato su Facebook: “Forza Azzurre, regalate ‘notti magiche’ agli italiani”, aveva scritto sul social Panarari, allegando una foto allusiva di Laura Giuliani,la portiere delle Azzurre, durante un’azione di gioco. Il nome di Panarari aveva diviso il Movimento locale anche prima dell’uscita sessista: a ridosso del ballottaggio, per il quale la stessa Ognibene non aveva dato indicazioni di voto ai suoi elettori, l’ex consigliere aveva invece espresso la propria preferenza per il candidato sindaco del centrodestra Roberto Salati, poi comunque nettamente sconfitto dal primo cittadino uscente del Pd, Luca Vecchi. Una presa di posizione che era costata a Panarari la segnalazione da parti di alcuni attivisti pentastellati per la sua mancata imparzialità.



“Io accusato di omofobia per togliermi il figlio e darlo a una coppia gay”
Costanza Tosi - Lun, 01/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 5esawl6u2w


"Mi dissero che io ero omofobo. E che dovevo cominciare ad abituarmi alle relazioni di genere"

Da un lato bambini traumatizzati, plagiati dagli psicologi e strappati dall'affetto dei loro cari.

Dall'altro i loro genitori che non si danno pace. Tutte vittime di una rete di donne e uomini disposti a tutto, come si legge nelle carte dell'inchiesta "Angeli e demoni".

Ma non solo. Incontriamo un uomo - che ci chiede di restare anonimo e che chiameremo Michele - che inizia a parlarci. La sua odissea inizia nel 2017, quando gli vengono strappati i figli per darli in adozione a una coppia gay. Tutto inizia con una denuncia per maltrattamenti (adesso archiviata dal tribunale di Reggio Emilia) fatta dalla sua ex moglie. I servizi sociali della Val D'Enza cominciano a monitorare la famiglia, come ci racconta lo stesso uomo: "Venivano a controllare in continuazione. Mi contestavano che la casa non fosse idonea a far vivere i miei figli. Mi hanno detto che la camera dei bambini era troppo pulita, quasi che loro non avessero mai dormito in quella stanza. I giocattoli erano riposti nell'armadio e anche questo a loro non tornava. Cercavano sempre delle scuse, a volte banali".

Ispezioni assidue e incontri continui. Gli assistenti stilavano lunghe relazioni, spesso fantasiose, secondo Michele. Relazioni che però non corrispondevano alla realtà dei fatti in qunato falsificavano gli eventi. Tra le righe delle relazioni infatti ci sarebbero racconti di fatti che però non sarebbero mai avvenuti. Mese dopo mese, anzi, i servizi sociali aggiungevano ulteriori dettagli per creare la figura del "papà cattivo", un pretesto - per gli inquirenti - per togliere i bambini al genitore e affidarli alla madre che, dopo essere andata via di casa, viveva con la sua nuova compagna. Michele doveva quindi diventare l’orco cattivo, il padre violento sia con i figli che con la moglie.

“Un giorno - racconta Michele a ilGiornale.it - mentre mi stava per salutare, mio figlio ha iniziato a piangere perché non voleva andare con la madre. Io non riuscivo a capire, ma siamo riusciti a calmarlo e tutto si è sistemato. Poi è andato via con lei". Ma non solo. Poco dopo Michele scopre dei dettagli agghiaccianti, nelle relazioni dei servizi sociali: "Scopro che Beatrice Benati, che aveva redatto la relazione, nel raccontare i fatti scriveva: 'I bambini si riferivano al padre, insultandolo'. Lì ho capito che c’era qualcosa di strano. Perché avrebbero dovuto scrivere una cosa per un'altra? A che scopo? Ancora oggi me lo chiedo".

Il 15 giugno del 2018 Michele viene convocato dagli assistenti sociali. Incontra Federica Anghinolfi e Beatrice Benati (oggi agli arresti domiciliari) che gli comunicano che non potrà più vedere i suoi figli se non “in forma protetta una volta ogni 21 giorni.”

La motivazione? "Lei è omofobo!", gli spiega la Anghinolfi, responsabile dei servizi sociali, e attivista Lgbt. "Io ero sconvolto, non volevo crederci - spiega Michele- Chiesi spiegazioni e mi dissero che io ero omofobo. E che dovevo cominciare ad abituarmi alle relazioni di genere". Adesso, dopo un anno, Michele pensa solo ai suoi figli, soprattutto al più piccolo. A causa delle pressioni psicologiche e dei traumi subiti durante il percorso di allontanamento dal padre ora il bambino soffre di problemi psichici. "Sta soffrendo molto, questa situazione lo sta distruggendo e io ho le mani legate. Ha degli atteggiamenti preoccupanti, me lo hanno detto anche le insegnati di scuola - sospira Michele, che fa fatica a parlare e ha la voce rotta dal dispiacere - Dice spesso che non sa che farsene della sua vita, che vuole morire". Sono questi i pensieri di un bambino allontanato dalla propria famiglia. Pensieri che nessuno dovrebbe mai fare. Soprattutto un bambino.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » mar lug 02, 2019 9:40 pm

Anche il comportamento di Bergoglio (il Papa cattolico romano) che demonizza i cristiani che non vogliono accogliere i clandestini, rinunciare alla loro vita, alla loro libertà e sovranità e alla loro terra per diventare schiavi dei "migranti-rifugianti" dal Terzo mondo secondo una innaturale, infelice e assurda fraternità e solidarietà umana tutta ideologica e idolatra, appartiene a questo demenziale, falso e disumano Mondo sinistrato del male che appare come bene.

Non da meno sono l'atteggiamento e le parole di Bergoglio che ha giustificato l'orrore, il terrore e la violenza del nazismo maomettano, come nel caso della strage di Charlye Hebdo, quando ha paragonato la libera e giusta critica e satira al criminale assassino e invasato Maometto, ad un'offesa alla mamma che è universalmente santa in quanto mamma. Per questo personaggio demenziale, il Papa cattolico romano che presuntuosamente si crede Salvatore del Mondo, Maometto l'invasato assassino che ha inventato Allah e il nazismo maomettano sarebbe un santo la cui santità, onorabilità e reputazione merita di essere difesa anche con la violenza e la strage.


L'udienza. Papa Francesco: «Chi ha l'egoismo nel cuore non è un cristiano»
mercoledì 26 giugno 2019

https://www.avvenire.it/papa/pagine/udi ... 26-06-2019

La Chiesa è “fraternità” che “sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi”. Fare delle nostre comunità “luoghi in cui accogliere”.

Non c'è posto per l'egoismo nell'anima di un cristiano: se il tuo cuore è egoista, non sei cristiano, sei un mondano che soltanto cerca il suo favore, il suo profitto".
Lo ha detto papa Francesco nell'udienza generale, nella quale ha proseguito il suo ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli. "Diversamente dalla società umana, dove si tende a fare i propri interessi a prescindere o persino a scapito degli altri - ha spiegato il Pontefice -, la comunità dei credenti bandisce l'individualismo per favorire la condivisione e la solidarietà".
"Luca ci dice che i credenti stanno insieme - ha quindi proseguito -. La prossimità e l'unità sono lo stile dei redenti: vicini, preoccupati l'uno per l'altro, non per sparlare dell'altro, no, per aiutarsi e per avvicinarsi".

"Condividere, immedesimarsi con gli altri e a dare secondo il bisogno di ciascuno", gli imperativi dei discepoli di Cristo: "Un modo questo di ascoltare il grido del povero, cosa che piace molto a Dio, e di restituirgli quello che gli corrisponde", ha raccomandato il Papa, secondo il quale "la Chiesa è la comunità capace di condividere con gli altri non solo la Parola di Dio, ma anche il pane. Per questo essa diventa matrice di un’umanità nuova capace di trasfigurare il mondo, di immettere nella società il fermento della giustizia, della solidarietà e della compassione". "Preoccuparsi dell’altro", l’invito a braccio: "visitare gli ammalati, coloro che sono nel bisogno e hanno bisogno di consolazione".

"Proprio perché sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi, questa fraternità che è la Chiesa può vivere una vita autentica".

Nel libro degli Atti degli Apostoli si legge che i credenti "ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo". Il racconto degli Atti, per Francesco, "ci ricorda che il Signore garantisce la crescita della comunità: il perseverare dei credenti nell'alleanza genuina con Dio e con i fratelli diventa forza attrattiva che affascina e conquista molti, principio grazie al quale vive la comunità credente di ogni tempo". "Preghiamo lo Spirito Santo – l’auspicio finale – perché faccia delle nostre comunità luoghi in cui accogliere e praticare la vita nuova, le opere di solidarietà e di comunione, luoghi in cui le liturgie siano incontro con Dio, che diviene comunione con i fratelli e le sorelle, luoghi che siano porte aperte sulla Gerusalemme celeste”.

IL SALUTO DEL PAPA AI PELLEGRINI MESSICANI «ACCOGLIENTI CON I MIGRANTI»

Un saluto particolare ai pellegrini messicani, perché "tanto accoglienti con i migranti". Così papa Francesco nei saluti ai fedeli in lingua spagnola, si rivolge a braccio fedeli provenienti dall'arcidiocesi di Tlalnepantla, guidati da monsignor Josè Antonio Fernandez Hurtado, alla delegazione dello Stato di Tlaxcala, di Saltillo, Città del messico e alla parrocchia San Antonio de Padue di Guadalajara.
Il saluto del Pontefice arriva proprio quando dal Messico, si documenta l'ennesima dolorosa tragedia dei migranti: un padre (cittadino salvadoregno) e sua figlia di 23 mesi morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine con gli Stati Uniti, evitando il muro che si sta costruendo su volere del presidente Trump. La foto dei due corpi, riversi a faccia in giù nell'acqua, sta indignando l'America.


Rete 4. Attacchi e offese alla Chiesa e ad Avvenire. Se questa è informazione
Andrea Fagioli venerdì 5 luglio 2019

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... ano-rete-4

Nella puntata di giovedì sera di "Fuori dal coro" Giordano (e prima Maglie) con il pretesto della questione dell'immigrazione ha sferrato insulti, colpi bassi e autentiche fake news

Un attacco diretto alla Chiesa, premeditato e circoscritto. "Fuori dal coro", il programma di Rete 4, condotto da Mario Giordano, approdato da giovedì in prima serata, ha picchiato duro, mentre il pubblico, sul fronte immigrazione, era già stato scaldato contro i cattolici e soprattutto contro questo giornale da "Stasera Italia estate". Ma, a parte le offese infamanti di Maria Giovanna Maglie nei confronti del «pernicioso» "Avvenire", i veri colpi alla Chiesa sono stati assestati con quelle che Giordano ha il coraggio di chiamare «inchieste per capire come stanno le cose». E per farlo è partito dalle «case d’oro della Chiesa».

Per dire che i cattolici, con in testa ancora "Avvenire", invocano l’accoglienza, l’apertura dei porti, ma poi chiudono le loro grandi e lussuose abitazioni come quelle dei cardinali. Ma non solo, ricordando monsignor Krajewski, ribattezzato irrispettosamente "cardinal Bolletta", Giordano ha contrapposto la vicenda dell’Elemosiniere del Papa a quella di alcune suore che invece di riattaccare la corrente l’hanno tolta per rientrare in possesso di loro edifici occupati abusivamente.

Infine, senza mai accennare minimamente a quello che la Chiesa fa per i migranti, è arrivata, a giudizio del conduttore, «la cosa più pazzesca che abbiamo trovato»: la casa di 16mila metri quadrati per un prete solo, ovvero la Certosa di Firenze. Il concetto è passato così, al punto che TvBlog, sito specializzato nel seguire i programmi televisivi, ha sintetizzato affermando che "Fuori dal coro" «entra nella casa di un prete che possiede una casa di 16mila metri quadrati, superficie pari a quella di piazza Duomo a Milano». TvBlog può avere ecceduto nella sintesi, ma quella è l’idea passata nella testa dei telespettatori (nemmeno pochi: 1 milione e 262mila).

Eppure è un falso, un’autentica fake news. Quei «se-di-ci-mi-la-me-tri» che Giordano sillaba con la faccia dentro la telecamera sono di proprietà del Demanio, quindi dello Stato, non della Chiesa che li ha avuti in concessione tramite l’Arcidiocesi di Firenze per garantire la continuità della funzione e dell’eredità spirituale e culturale dopo il venir meno della presenza della comunità cistercense. A sua volta la diocesi ha affidato l’animazione alla Comunità di San Leolino, che avendo sede nei pressi di Panzano in Chianti può al momento garantire la presenza fissa di un solo componente, di fatto una sorta di guardiano. Ma non solo: lo stesso Demanio ha mantenuto per sé alcuni spazi come deposito e centro di restauro che permetterà allo Stato un risparmio di 160mila euro di affitti passivi. C’è persino una pinacoteca con opere del Pontormo e di altri grandi artisti. Insomma, chiedere che i migranti siano ospitati alla Certosa è come chiederlo agli Uffizi. In quest’ultimo caso le sale sarebbero anche più ampie delle celle che il servizio con telecamera nascosta vorrebbe far passare per resort.

Mentre Giordano, più showman che giornalista, che ha pure strumentalizzato la presenza forzatamente silenziosa o quasi di un parroco di montagna tenuto lì come su un trespolo, continua a urlare dentro la telecamera: «24 appartamenti di cui 18 su tre piani, tanti cattolici rimangono basiti quando vedono cose come queste». Si spera che i cattolici siano un po’ meno ignoranti (Maria Giovanna Maglie, permettendo) e sappiano come sono fatte e a cosa servivano le celle dei monaci.


Alberto Pento
Che Bergoglio e la sua chiesa e tutte le altre chiese parassite, mi restituiscano l'8xmille che mi hanno finora estorto con la violenza coercitiva dello stato e mi liberino da questa loro criminale e mafiosa violenza estorsiva.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » mar lug 02, 2019 9:40 pm

Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
viewtopic.php?f=194&t=2754
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674



Francesca Peirotti condannata: l’attivista italiana aiutò 8 migranti a passare in Francia
21 luglio 2018
https://www.fanpage.it/esteri/francesca ... in-francia
Sei mesi di carcere (pena sospesa) per Francesca Peirotti, attivista trentunenne di Cuneo arrestata nel novembre 2016 a Mentone. Questa la sentenza d’appello pronunciata al tribunale di Aix-en-Provence, in Francia. Una sentenza più pesante di quella arrivata un anno fa del tribunale di Nizza, quando la giovane italiana era stata condannata al pagamento di una multa di mille euro. Peirotti era stata fermata dalle autorità francesi mentre guidava un furgone con il logo della Croce rossa e otto migranti nascosti all'interno. Secondo l'accusa, ha tentato di far passare gli stranieri da Ventimiglia oltre il confine francese. Tra loro, c'era anche un bambino. Sarebbe “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in territorio francese”. L’attivista di Cuneo fa parte dell'associazione “Nice Habitat&Citizenship” e, secondo quanto riporta il Nice-Matin, il suo avvocato dovrebbe fare ricorso alla Cassazione.

Il commento dell’attivista: “Una brutta notizia, la solidarietà non può essere un reato” – “Una brutta notizia, ma io sto bene – il commento di Francesca al portale targatocn.it – Già non avevo accettato la multa, in primo grado, di 1000 euro, e ovviamente non posso accettare questa seconda sentenza. Il mio avvocato mi ha già detto che arriveremo alla Corte di Giustizia Europea. Non ci fermiamo: la solidarietà non può essere un reato”. Francesca Peirotti, laureata in Economia con master, era stata arrestata l’8 novembre 2016 sulla A8, all’altezza di Mentone. La giovane attivista era alla guida di un furgoncino bianco con a bordo sette eritrei e un cittadino del Ciad. Una pattuglia mista di poliziotti italiani e francesi la seguiva da Ventimiglia, dove aveva fatto salire i migranti. Il procuratore aveva chiesto otto mesi di reclusione e due anni di interdizione dal territorio francese.
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