Esemplare, da leggere e condividere, questo intervento di Marco Paganoni:
Emanuel Segre Amar
12 dicembre 2021
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 2233911528
Questa è troppo gustosa per lasciarsela scappare. Breve premessa. Quei rompiscatole di Palestine Media Watch si sono presi la briga di leggere 17 numeri pubblicati fra dicembre 2014 e settembre 2021 di Waed, un giornaletto edito dal movimento giovanile di Fatah che viene distribuito nelle scuole e nei campi estivi ai ragazzini palestinesi fra i 6 e i 15 anni (https://palwatch.org/.../Waed-The-PA-Fatah-Vision-for...). Waed esalta i terroristi che ammazzano israeliani e sostiene la cancellazione dello stato ebraico con relativa cacciata degli israeliani dal Paese. Per i redattori di Waed, infatti, gli israeliani non sono altro che “invasori ebrei venuti da ogni angolo della Terra, che non conoscevano la Palestina e non vivevano in essa: né loro, né i loro padri e antenati”. Per sostenere la tesi, Waed reinventa la storia, con un popolo “arabo palestinese cananeo” (sic) che si sarebbe stabilito nel paese cinquemila anni fa.
E qui arriva la perla. A pagina 17 del numero 40, Waed pubblica l’immagine di un siclo di Giudea definendolo un esempio di “moneta palestinese”. Facendo notare che porta la stessa immagine che compare sul moderno shekel israeliano, aggiunge: “Che ladri, vero?”. Come dire: quegli impostori di israeliani ci rubano anche la storia coniando il loro moderno shekel a immagine dell’antico siclo palestinese. Peccato che sull’antico “siclo palestinese” si legga distintamente la scritta Yehud, Giudea, in caratteri ebraici. Non si saprebbe se definire più patetico o più svergognato un tentativo così goffo di taroccare la storia. Ma suvvia, in fondo non è peggio dei propagandisti palestinesi che spacciano Gesù di Nazareth come palestinese, anzi come “il primo profugo palestinese” e persino come “il primo martire palestinese” (https://palwatch.org/database/213), ignorando serenamente che Gesù era ebreo in base a ogni nozione storica (e per la dottrina cristiana). Sanno, ma tacciono, che l’Impero Romano cambiò in “Palestina” il nome della Terra d’Israele, e della regione di Giudea, solo cento anni dopo l’epoca di Gesù, e che lo fece appunto per cancellare ogni legame fra il Paese e gli ebrei. Per questo, sentir parlare di “Gesù palestinese” o della “Palestina in cui visse Gesù” stride quanto sentire che Giulio Cesare conquistò la Francia.
Conosciamo la difesa d’ufficio di questi strafalcioni. Palestinese è solo un aggettivo che significa, come da vocabolario, “relativo alla regione dell’Asia sud-occidentale tra il Mediterraneo e il tavolato transgiordanico, storicamente indicata con varie denominazioni fra cui quella di Palestina”. Come avrebbe detto von Metternich, una mera espressione geografica. In questo senso, se l’antico siclo di Giudea è “palestinese” per mera collocazione geografica, allora è palestinese anche lo shekel di oggi. Se Gesù era palestinese, allora aveva ragione Golda Meir a definirsi palestinese (https://www.youtube.com/watch?v=GZPyyAWGK0w), e aveva ragione l’Onu nel ’47 a parlare di popolo ebraico palestinese. E sarà forse per questo che fino a tutta la prima metà del XX secolo, “palestinesi” in Palestina erano gli ebrei e le loro istituzioni (mentre gli arabi si guardavano bene dal definirsi a quel modo). E dunque, sono palestinesi gli ebrei che vivono a Tel Aviv come quelli che vivono a Gerusalemme (est e ovest). Ma, un momento. Waed dice una cosa un po’ diversa. Come tutti i dirigenti, gli imam, gli insegnanti e i propagandisti palestinesi, Waed dice che no, gli ebrei non sono affatto palestinesi, sono colonialisti stranieri imposti dall’esterno e se ne dovrebbero andare. E dicono che “palestinese” significa distintamente “arabo e musulmano”. Lo hanno anche sancito per legge. La Legge fondamentale dell’Autorità Palestinese approvata a Ramallah il 29 maggio 2002 stabilisce, all’art.1, che “il popolo palestinese fa parte della nazione araba” e all’art. 4 che “l’islam è la religione ufficiale della Palestina” e che “i principi della shari’a islamica sono la fonte primaria della legislazione”. Riassumendo. Quando vogliono fabbricare una storia antica che delegittimi Israele, “palestinese” è solo un generico aggettivo che si può candidamente applicare anche a Gesù e al siclo in caratteri ebraici. Quando invece si tratta di sovranità e autodeterminazione, ecco che “palestinese” significa esclusivamente “arabo e musulmano” e vadano al diavolo Gesù, gli ebrei, la loro storia e le monete che coniavano duemila anni fa. Insomma, un volgare imbroglio da pataccari. Cerchiamo di ricordarcene quando a Natale ci sentiremo ripetere che – testuale – “Gesù è palestinese e coloro che lo hanno combattuto duemila anni fa stanno ora distruggendo il suo popolo”
Il demenziale pentastellato sinistrato Di Battista
Nell'era dell'ipocrisia e della strumentalizzazione facile basta esprimere solidarietà al popolo palestinese per essere accusati di antisemitismo.
Alessandro Di Battista
5 gennaio 2022
https://www.facebook.com/dibattista.ale ... 5875298775
Nell'era dell'ipocrisia e della strumentalizzazione facile basta esprimere solidarietà al popolo palestinese per essere accusati di antisemitismo. Tra l'altro anche i palestinesi sono un popolo di origine semita. Ma il punto qui è un altro. Oggi è sempre più difficile esporsi a favore dei diritti di un popolo martoriato, ghettizzato e sotto occupazione come quello palestinese. Si rischia il “linciaggio” a mezzo social. La solita disavventura mediatica è appena capitata ad Emma Watson, la popolare attrice britannica. Per aver pubblicato su instagram una foto di una manifestazione pro-Palestina con la frase "La solidarietà è un verbo" si è beccata la solita accusa di antisemitismo. Sono i consueti “manganelli” mediatici e servono a bastonare coloro che osano esprimere solidarietà ai palestinesi. In passato hanno colpito Roger Waters, Oliver Stone, Ken Loach e tutti coloro che hanno osato schierarsi. Colgo l'occasione per ripubblicare un reportage che ho scritto per TPI sui campi profughi palestinesi in Libano. Evviva Hermione Granger e abbasso la pavidità!
“GLI ULTIMI TRA GLI ULTIMI”
"Sul lungomare di Sidone, a pochi metri dal castello che i crociati costruirono su un isolotto che ospitava un tempio fenicio, decine di pescatori lanciano le lenze nel Mediterraneo orientale. Per molti la pesca non è più solo un hobby. E' il modo per rimediare un pasto in un Paese dilaniato dalla povertà. L'esplosione nel porto di Beirut del 2020 ha peggiorato le condizioni economiche del Paese già deficitarie per via della guerra civile del 1975, dei bombardamenti israeliani del 2006 e della crisi economica del 2019. Il Libano è uno dei paesi più piccoli al mondo. L'Abruzzo è più grande. Gli abitanti sono poco più di 6,5 milioni e tra questi, oltre 400.000, sono rifugiati palestinesi. A pochi km dal lungomare di Sidone c'è il campo profughi più grande del Libano. Si chiama Ein al-Hilweh ed è un mondo a parte. Qui i primi profughi palestinesi, costretti a lasciare le loro terre, arrivarono nel 1948. Da 73 anni sperano di tornare a casa. I primi arrivati sono ormai morti mentre la maggior parte degli attuali abitanti di Ein al-Hilweh non hanno visto altro che il campo. Prigionieri sebbene non abbiano commesso alcun reato. Oggi ai palestinesi si sono aggiunti i profughi siriani fuggiti dall'ennesima guerra per procura combattuta per ragioni che nulla hanno a che vedere con i diritti umani. Ein al-Hilweh è diviso per zone ed ognuna di esse è sotto il controllo delle organizzazioni politiche palestinesi e dei lori rispettivi bracci armati. Ci sono settori controllati da Al-Fatah, il partito di Abū Māzen per anni guidato da Arafat e altri governati da Hamas. Esercito e polizia libanese qui non entrano. In cambio, davanti alle moschee, uomini armati di kalashnikov sono responsabili della sicurezza del campo. Sebbene Ein al-Hilweh sia il campo più popoloso del Libano la povertà non è paragonabile a quella di Burj Albarajne, un campo che si trova tra l'aeroporto ed il centro storico di Beirut. E' difficile trovare al mondo un altro luogo con una carenza tale di diritti. La maggior parte degli abitanti di Burj Albarajne sono indigenti. Il sistema fognario è precario, l'acqua è salata a tal punto da essere imbevibile, il sovraffollamento è spaventoso e la rete elettrica, oltre ad essere deficitaria, uccide. Sì uccide. Ogni anno, mediamente, una dozzina di abitanti del campo muore fulminata da un filo della luce esposto che viene giù per via della pioggia o per l'assenza della minima manutenzione. Se nel Libano di oggi è sempre più complicato accedere alle cure o procurarsi una medicina, nei campi profughi risulta spesso impossibile. Tuttavia, oltre all'intollerabile mancanza di diritti economici e sociali, è l'assenza di diritti civili e politici a dare il voltastomaco. Nel mondo occidentale si parla spesso di profughi. Politici ed opinionisti si dividono su come gestire i flussi migratori, sul pagare o meno Erdogan che minaccia l'Europa con l'arma dei rifugiati, su come comportarsi con i migranti che vivono nei campi nella periferia di Atene o con quelli che tentano di attraversare il canale di Sicilia o lo stretto di Gibilterra. Ma sui profughi palestinesi non si divide nessuno perché, semplicemente, nessuno ne parla. I palestinesi sono gli spettri del mondo alla rovescia che è meglio non mostrare. Poveri, disoccupati, profughi e senza una patria dove un giorno far ritorno o, quantomeno, sognare di farlo. Ai profughi palestinesi manca addirittura la speranza, una delle poche cose che tiene in vita. Questo in virtù dell'ipocrisia che caratterizza la politica mondiale. “Sostengo l'idea di due popoli e due Stati” dicono i farisei moderni. Salvo poi dimenticare che esistono due popoli ma non esistono due Stati. Lo Stato di Palestina in pochi hanno il coraggio di riconoscerlo e soprattutto, di fatto, non esiste. La maggior parte delle terre lasciate dai profughi palestinesi sono oggi occupate dagli israeliani ma anche la Cisgiordania è sotto occupazione. Lo sanno i perbenisti di oggi che anche nelle enclave palestinesi della Palestina continuano a crescere illegalmente le colonie israeliane? Lo sanno gli ipocriti moderni che i soldati israeliani fanno il bello ed il cattivo tempo anche a Ramallah, Hebron o nei quartieri arabi di Gerusalemme? Lo sanno i sepolcri imbiancati della pseudo-sinistra che in Cisgiordania la moneta che si usa è lo shekel israeliano? Probabilmente no, ma anche se lo sapessero insisterebbero con la litania dei “due popoli e dei due Stati”, tanto per lavarsi le mani come tanti Ponzio Pilato moderni. Se ne lavano le mani delle tragedie che necessitano risposte politicamente scorrette. Oppure si voltano dall'altra parte. Quel che non possono fare gli abitanti di Burj Albarajne i quali, dovunque guardino, vedono miseria, mura pericolanti, infiltrazioni di acqua e di rabbia che l'ignavia dei potenti non fa altro che alimentare. La questione palestinese, che negli anni 80' era oggetto di dibattiti parlamentari, di consigli di ministri o dei discorsi alla nazione del Presidente della Repubblica, pare oggi non interessare più a nessuno. Non interessa l'angosciosa sopravvivenza dei profughi palestinesi perché interessa sempre meno schierarsi in un modo governato dal conformismo. Meglio dimenticarsi di Shatila, del suo massacro, dei suoi carnefici e delle migliaia di persone che oggi vivono in questo campo profughi tra immondizia ed indigenza. Meglio convincersi del fatto che i palestinesi siano solo fantasmi. Così se dovesse capitare di legger qualcosa sull'apartheid che vivono dentro e fuori la Palestina, si potrebbe sempre pensare ad una visione, una fantasticheria, un brutto sogno di cui scordarsi presto. Nulla a che vedere con l'incubo che vivono da 73 anni i palestinesi. Un incubo difficile da dimenticare perché non è mai finito".
Luisa Morgantini
Grazie molto di fare informazione giusta, anche in Italia sono stati fatti attacchi vergognosi alla già Presidente della Camera Laura Boldrini per avere ospitato due Ong palestinesi come Al Haq e Addameer, accusati senza prove di terrorismo.Laura ha difeso la Costituzione e la sovranità del parlamento visto l'ingerenza dell' Ambasciata Israeliana
Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e nazi cristiano)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2804