Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » mar nov 20, 2018 11:14 pm

Asia Bibi non si muove. E Venezia si fa rossa per i martiri cristiani
Fausto Biloslavo - Mar, 20/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 04503.html

Piazze e palazzi illuminati per i peserguitati. La figlia: "Spero presto visiteremo l'Italia"

Venezia si illumina di rosso per non dimenticare il sangue versato dai cristiani perseguitati. E per ricordare che Asia Bibi, a lungo vittima dell'ingiustizia islamica, è ancora bloccata in Pakistan in attesa del ricorso degli estremisti musulmani che la vogliono sul patibolo.

Questa sera alle 19.30 il ponte di Rialto si illuminerà di rosso, come il palazzo del consiglio regionale del Veneto e altri edifici storici della città. La Basilica della Madonna della Salute avrà il colore del sangue dei cristiani che soffrono nel mondo per la loro fede. E dal Canal Grande si alzerà del fumo che diventerà rosso grazie ad un gioco di luci trasformando Venezia in un simbolo della solidarietà ai cristiani perseguitati nel mondo.

«Spero che molto presto la nostra famiglia sia riunita, libera e possa venire a Venezia» è l'auspicio di Eisham Ashiq, figlia di Asia Bibi, in un video messaggio che verrà proiettato questa sera a Venezia durante la manifestazione. Dopo 8 anni nel braccio della morte la Corte suprema di Islamabad ha cancellato la condanna capitale e liberato la cristiana pachistana ingiustamente accusata di avere offeso il profeta Maometto. Bibi, però, non può ancora lasciare il paese. La donna perseguitata si trova in un luogo segreto sotto protezione del governo. Gli estremisti islamici che siedono in parlamento hanno presentato un ricorso per cancellare l'assoluzione e confermare la condanna a morte.

«Grazie a tutti voi che pregate per mia madre e per i cristiani perseguitati» conclude la giovane figlia di Asia Bibi nel messaggio rivolto a Venezia.

La toccante iniziativa è stata organizzata dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre con il patriarcato e il patrocinio del Comune. L'occasione è il tradizionale pellegrinaggio diocesano alla Basilica della Madonna della Salute. A Venezia ci saranno almeno duemila giovani con qualcosa di rosso, che ricordi i cristiani perseguitati. «Una realtà che non sempre viene illuminata» ha spiegato il patriarca Francesco Moraglia, annunciando che il 20 novembre Venezia si tingerà di rosso. Il caso di Asia Bibi è un modello rispetto al «Cristianesimo in pantofole» secondo il presule, che avrà al suo fianco Botros Fahim Hanna, vescovo di Minia, testimone dei fratelli copti egiziani nel mirino dei terroristi islamici.

«Asia Bibi è un'icona. Salvarla significa dare speranza a tutti i cristiani perseguitati nel mondo» spiega al Giornale, il direttore di Aiuto alla chiesa che soffre, Alessandro Monteduro. «Il pensiero questo sera andrà a tutte le donne condannate, violentate, oppresse per la loro fede cristiana di cui il movimento #MeToo non si occupa» sottolinea l'organizzatore della Venezia in rosso.

La polizia pachistana ha inviato ieri un'informativa a tutti i responsabili di istituti e chiese cristiane in Pakistan mettendoli in guardia da possibili attentati collegati al caso di Asia Bibi. Nella nota si afferma che organizzazioni terroristiche come «Tehrik-i-Taliban Pakistan» e «Jamaat-ul-Ahrar» stanno pianificando attacchi per colpire la comunità cristiana, che potrebbero insanguinare il Natale celebrato anche in Pakistan.

Il Canada e il Belgio avrebbero offerto, almeno a parole, asilo politico ad Asia Bibi. Il ministro dell'interno, Matteo Salvini, ha garantito che l'Italia lavora riservatamente per aiutare la donna cristiana. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, numero due di Forza Italia ha più volte lanciato appelli per salvare Bibi. Il governo di Londra è sotto pressione per concedere ospitalità alla pachistana perseguitata, ma si temono attacchi alle ambasciate e rivolte degli estremisti che vivono nelle grandi città inglesi.
Venezia non ha paura e questa sera si illuminerà di rosso per Asia Bibi e tutti i cristiani perseguitati nel mondo.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » mer nov 21, 2018 8:39 pm

Per salvare la vita ad Asia Bibi e alla sua famiglia servono 7 passaporti. Tutti gli Stati occidentali hanno paura che la violenza di milioni di islamici possa colpire i propri connazionali e i propri interessi in Pakistan
21 novembre 2018

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... =2&theater

Cari amici, servono urgentemente 7 passaporti per salvare la vita a Asia Bibi, suo marito e i loro cinque figli. Finora nessuno Stato occidentale ha fatto dei passi concreti. Al di là delle dichiarazioni pubbliche in cui si è manifestato l’interesse a intervenire, sempre accompagnate dall’esortazione alla cautela, nessuno Stato occidentale ha fatto l’unica cosa che serve per salvare la vita ad Asia Bibi e alla sua famiglia: concedere loro la cittadinanza, dare loro i passaporti ed esigere dal Pakistan la partenza di propri cittadini. L’ha denunciato ieri da Francoforte il suo avvocato Saif ul-Malook, costretto a fuggire in Olanda perché minacciato di morte dagli estremisti islamici (Vedete il video in allegato).
Il fatto che a quasi un mese dall’assoluzione da parte della Corte Suprema, Asia Bibi sia costretta a vivere in clandestinità, con il rischio che per placare la violenza di milioni di estremisti islamici le si vieti di lasciare il Pakistan e si proceda alla revisione della sentenza, è di per sé una vittoria del radicalismo islamico. E, piaccia o meno, è una vittoria del terrorismo islamico sulla civiltà decadente dell’Occidente. Tutti gli Stati occidentali hanno paura della reazione violenta degli estremisti islamici che, non sono poche decine o centinaia o migliaia, ma milioni. Tutti gli Stati occidentali hanno paura per le conseguenze che potrebbero esserci per la vita dei propri connazionali e per il futuro degli interessi economici in Pakistan. E in taluni casi gli Stati occidentali temono anche la reazione violenta dei propri residenti pachistani, che potrebbero anche loro esigere la condanna a morte di Asia Bibi perché sarebbe colpevole di blasfemia.
La tragica vicenda di Asia Bibi, assolta dalla Corte Suprema dello Stato ma condannata in modo inappellabile sulla base della sharia, la legge islamica, ci fa toccare con mano la realtà dell’islam che è fisiologicamente violento ed è intrinsecamente incompatibile con le nostre leggi, le nostre regole, i nostri valori e la nostra civiltà. Non c’è un “islam moderato” e un “islam radicale”. L’islam è unico perché si fonda sul Corano e su Maometto.
Così come la tragica vicenda di Asia Bibi mette a nudo la viltà e la sottomissione dell’Occidente. Di fronte alla paura della violenza islamica ma anche alla paura di perdere gli interessi economici, l’Occidente si piega e si sottomette all’islam. Prendiamo atto che il dio Allah e il dio denaro sono più forti di qualsiasi altro Dio.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » sab nov 24, 2018 4:35 am

Asia Bibi: retata leader protesta
23 novembre 2018

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... 41fe0.html

(ANSA) - ISLAMABAD, 23 NOV - Le forze di sicurezza pachistane hanno compiuto questa sera una vasta operazione in tutto il Paese che ha portato all'arresto di dirigenti e attivisti del partito islamista Tehreek Labbaik Pakistan (Tlp), in prima fila nelle proteste contro l'assoluzione di Asia Bibi, la donna cristiana già accusata di blasfemia. Tra gli arrestati vi è anche Khadim Hussain Rizvi, leader del movimento, che chiede alle autorità di impedire alla donna di lasciare il Paese, nonostante sia stata assolta dalla Corte suprema il 31 ottobre scorso.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » sab dic 08, 2018 10:30 pm

Musulmani, difendete Asia Bibi!
3 Dicembre 2018

https://www.ilfoglio.it/un-foglio-inter ... ibi-227343

“Silenzio radio: il mondo musulmano pare essere accecato dalla sua fede!” scrive un giovane insegnante musulmano algerino, che vive a Parigi. “Esso è sordo e muto quando si tratta di un cristiano, un ebreo, o un non musulmano che subisce ingiustizia. Vi è altra spiegazione? Asia Bibi resta una sconosciuta, anche se gran parte del mondo musulmano era al corrente della sua condanna da parte delle autorità pakistane. Una condanna paragonabile a quella emessa da Daesh contro i cristiani e gli Yazidi [in Iraq]. Nessuno si è indignato; nessun musulmano ha manifestato davanti all’ambasciata di quel Paese. E’ un silenzio complice o solo indifferenza? Sorgono tante domande legittime. Evidentemente, non si domanda chissà cosa, solo un minimo di solidarietà verso una donna che continua a subire ingiustizie, nonostante sia stata scagionata. Asia Bibi è solo uno dei tanti casi sofferti dalle minoranze religiose in Pakistan, un Paese la cui costituzione e giustizia sostengono la sharia sunnita. Un paese che è affondato nell’estremismo religioso, uno stato islamista che detiene delle armi nucleari. In pratica, un Daesh riuscito, come l’Iran e l’Arabia saudita. Un paese dove gli islamisti pesano davanti alle decisioni della Corte suprema pakistana […]. Ciò che è ancora più aberrante è che nonostante la sua domanda di asilo in Gran Bretagna, le autorità inglesi non le hanno accordato questo diritto. Giorni prima, tre imam e eminenti personalità musulmane del Regno Unito hanno scritto una lettera al ministro degli Interni Sajid Javid. Nella lettera essi domandano di dichiarare in maniera “chiara e proattiva” che la Gran Bretagna “sarebbe felice di ricevere la domanda di asilo” da parte di Asia Bibi.

Questo fa capire fino a che punto gli islamisti fanno paura: se le autorità britanniche sono contrarie a ricevere Asia Bibi sul loro suolo, è perché hanno paura di attacchi terroristici. E questo è comprensibile in parte. Ma dico questo perché non capisco come mai questo paese sia contrario all’esilio di una donna cristiana minacciata di morte e, d’altro canto, lo stesso paese sia favorevole ad accogliere islamisti egiziani, algerini, sauditi, pakistani. E’ un grande punto interrogativo. Inoltre mi domando perché dei paesi musulmani non si propongano di accogliere questa donna. In modo evidente, il suo essere cristiana imbarazza e l’integralismo religioso si diffonde in modo dolce, ma sicuro. Altrimenti, nulla può spiegare questa indifferenza verso il caso di Asia Bibi […]. Sono deluso da questa decadenza e dall’integralismo che colpisce il mondo musulmano e di cui l’interpretazione dei testi religiosi è purtroppo la benzina e il motore. Per questo, senza posa, molti imam chiedono una riforma religiosa seria, come quella compiuta a suo tempo dal cattolicesimo in Europa”.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » dom dic 30, 2018 3:59 am

I vicini di casa di Asia Bibi la vorrebbero morta.
Giulio Meotti
28 dicembre 2018

https://www.facebook.com/groups/8991042 ... 7598808921

I vicini di casa di Asia Bibi la vorrebbero morta. Il Daily Telegraph (sia benedetto il giornalismo anglosassone, che pena quello italiano) è andato a parlarci e ha scoperto che dieci anni dopo non esiste perdono per la cristiana “blasfema”. Siamo nel villaggio di Ittan Wali, in Pakistan. “Come possiamo perdonarla?”, dice uno. “Morirei in nome della mia religione e se qualcuno ha commesso bestemmia allora non c'è perdono”, dice un altro. “Merita la condanna a morte”, un altro ancora. Tutto così. Si racconta anche che la casa in cui viveva Asia Bibi con il marito e le figlie è ancora nel villaggio, ma ora ci vive una famiglia musulmana. Non hanno soltanto cancellato una donna, il suo nome, la sua storia, la sua identità, dalla faccia della terra. Non avranno pace finché non ne vedranno rotolare anche la testa. A me la vicenda incredibile di questa povera donna cristiana ricorda la sorte degli ebrei in Europa: anche a loro rubarono le case e li condannarono a morte, ma per gli ebrei non c'era neppure la possibilità della conversione per salvarsi la vita, solo la morte. Ma quanto siamo stati vigliacchi noi occidentali su questa povera donna?
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » lun gen 07, 2019 8:16 pm

PAKISTAN Dichiarazione di Islamabad: più di 500 imam contro il terrorismo e a favore di Asia Bibi
7 gennaio 2018

http://www.asianews.it/notizie-it/Dichi ... 45905.html

Condannano l’utilizzo indiscriminato degli editti islamici da parte di ulema radicali. I fedeli di ogni religione o setta hanno il diritto costituzionale di vivere in Pakistan. Nessuno deve essere ucciso con il pretesto della religione. Sotto la lente d’ingrandimento i rapporti con l’Arabia saudita.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Più di 500 predicatori islamici pakistani hanno firmato la “Dichiarazione di Islamabad” contro il terrorismo islamico, le violenze compiute in nome della religione e le “fatwa” (editti) emanate in maniera indiscriminata dagli ulema radicali. La dichiarazione è stata siglata ieri nella capitale del Pakistan, nel corso della “Seerat-e-Rehmat-ul-Alameen (SAW) Conference”, riunita sotto l’egida del Consiglio pakistano degli ulema (Puc).

L’iniziativa rappresenta una svolta storica per la repubblica islamica del Pakistan, segnata di continuo da attentati contro le minoranze: non solo cristiani, ma anche membri di sette considerate “infedeli”, come gli ahmadi e gli sciiti. Il documento contiene anche un riferimento eccezionale su Asia Masih, meglio conosciuta come Asia Bibi, la madre cristiana condannata a morte e assolta dall’accusa di blasfemia dopo nove anni passati in prigione: il suo caso, per il quale i radicali hanno ottenuto una revisione, deve essere ascoltato con assoluta “priorità”.

Il documento si compone di sette punti e contiene elementi rilevanti per la libertà religiosa. Al punto n. 1, esso condanna gli omicidi compiuti “con il pretesto della religione”, affermando che tutto questo “è contro gli insegnamenti dell’islam”. La dichiarazione afferma che nessun leader religioso ha il diritto di criticare i profeti (n. 2) e nessuna setta deve essere dichiarata “infedele” (n. 3): pertanto nessun musulmano o non musulmano può essere dichiarato “meritevole” di essere ucciso tramite sentenze pronunciate al di fuori dei tribunali e i fedeli di ogni religione o setta hanno il diritto costituzionale di vivere nel Paese in base alle proprie norme culturali e dottrinali.

Da questo aspetto deriva anche il diritto a organizzare in maniera autonoma le proprie congregazioni con il consenso delle amministrazioni locali (n. 4) e il divieto totale di pubblicare materiale (libri, opuscoli, audio) che incitano all’odio religioso (n. 5).

La “Dichiarazione di Islamabad” riconosce che il Pakistan è un Paese multi-etnico e multi-religioso: perciò, in accordo con gli insegnamenti della sharia, al punto n. 6 sottolinea che “è responsabilità del governo proteggere la vita e le proprietà dei non musulmani che vivono in Pakistan. Il governo deve trattare con fermezza gli elementi che minacciano i luoghi sacri dei non musulmani residenti in Pakistan”. L’ultimo punto del documento (n. 7) ribadisce l’importanza di applicare il Piano d’azione nazionale nella lotta al fondamentalismo.

Per contrastare le violenze, i religiosi decretano il 2019 come l’anno dedicato a “sradicare il terrorismo, l’estremismo e la violenza settaria dal Paese”. I leader deplorano anche le fatwa contro i servitori dello Stato e affermano che ogni “incauta decisione politica” nei rapporti tra Arabia saudita e Pakistan “non sarà tollerata”. Da ultimo, ribadiscono che “tutti i non musulmani residenti in Pakistan hanno propri diritti e il governo deve assicurare i diritti fondamentali delle minoranze”.


Alberto Pento
Pochi, molto pochi; l'anno scorso 1800 imam si erano dichiarati contro gli attacchi suicidi.


PAKISTAN Da 1800 imam pakistani una ‘fatwa’ contro gli attacchi suicidi
18 gennaio 2018
Islamabad (AsiaNews/Agenzie)

http://www.asianews.it/notizie-it/Da-18 ... 42864.html

La direttiva islamica è contenuta nel libro “Pakistan’s Message”, edito dal governo di Islamabad. Presidente del Pakistan: “Costruire una società islamica moderata”. Gli attacchi kamikaze sono “haram” (proibiti) e violano i principi del Corano.

Più di 1800 imam pakistani, in rappresentanza di varie correnti islamiche, sottoscrivono una “fatwa” (direttiva islamica) contro gli attacchi suicidi. La fatwa è contenuta nel libro “Pakistan’s Message”, di cui il primo firmatario è il presidente Mamnoon Hussain. I leader religiosi dichiarano che è “haram”, cioè proibito, lasciarsi esplodere o fare atti di violenza in nome del jihad (guerra santa). La direttiva è un’iniziativa significativa in un Paese martoriato da decine di attacchi kamikaze ogni anno, a opera di galassia di gruppi terroristici affiliati sia ai talebani che allo Stato islamico.

Il volume è stato presentato al pubblico il 16 gennaio a Islamabad. È edito dal governo e scritto dalla International Islamic University, di proprietà statale. Nel libro il presidente Hussain scrive: “Questa fatwa fornisce forti basi per la stabilità di una società islamica moderata”. Poi aggiunge: “Questa fatwa può dare le indicazioni per costruire una narrativa nazionale con l’obiettivo di frenare l’estremismo sostenendo i principi dorati dell’islam”.

Gli imam dichiarano che “nessun individuo o gruppo ha l’autorità di dichiarare e condurre un jihad (guerra santa)” senza il consenso dello Stato e ribadito che gli attacchi esplosivi violano i principi degli insegnamenti del Corano.

L’iniziativa del governo è stata salutata come un passo importante per tentare di limitare le azioni terroristiche dei gruppi fondamentalisti, che hanno causato migliaia di vittime dall’inizio degli anni 2000. Allo stesso tempo, esperti nazionali e internazionali criticano l’atteggiamento delle autorità, rimaste sempre troppo silenti di fronte a “predicatori dell’odio” che incitano alla violenza nelle moschee.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » mar gen 29, 2019 6:33 pm

Magdi Cristiano Allam
7 gennaio 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 8032455440

Nuova vittoria della giovane saudita Rahaf, che rischia la vita per aver abbandonato l’islam: ora è sotto la protezione delle Nazioni Unite

Cari amici, la giovane saudita di 18 anni, Rahaf Mohammed Alqunun, ha riportato un nuovo successo ottenendo di essere affidata alla protezione delle Nazioni Unite, specificatamente dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unchr). Ha così potuto lasciare in sicurezza la sua stanza d’albergo sotto la sorveglianza delle forze dell’ordine thailandesi e dirigersi verso una località sconosciuta a Bangkok, nell’attesa che si chiarisca la definizione del suo nuovo status internazionale.
Rahaf chiede un asilo politico perché la sua vita è in pericolo avendo abbandonato l’islam. L’apostasia nell’islam è sanzionata con la condanna a morte.
Nel frattempo a Bangkok è arrivato il padre di Rahaf. Lei ha denunciato di aver subito delle torture fisiche e psichiche da parte della famiglia.
Cari amici, questa giovane saudita ci sta dimostrando che le donne potrebbero rappresentare uno straordinario e imprevedibile fattore di cambiamento delle società islamiche, dove proprio le donne subiscono le conseguenze più pesanti dell’applicazione letterale e integrale di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto. E allora sosteniamo queste donne coraggiose e determinate. Loro ci aiuteranno in modo significativo a liberarci della dittatura islamica ovunque nel mondo.



Rahaf, un'apostata in fuga dai sauditi e dall'islam
Stefano Magni
9 gennaio 2019

http://www.lanuovabq.it/it/rahaf-unapos ... o.facebook

Una ragazza saudita in fuga dalla sua famiglia e dal suo paese è diventata un evento diplomatico internazionale. Inizialmente si pensava che quello di Rahaf Mohammed al Qunun fosse un caso di fuga da una famiglia oppressiva. Ma la ragazza ha rinunciato all'islam e in patria andrebbe incontro a morte sicura.

Rahaf Mohammed al Qunun (al centro)

Una ragazza saudita in fuga dalla sua famiglia e dal suo paese è diventata un evento diplomatico internazionale. Inizialmente si pensava che quello di Rahaf Mohammed al Qunun fosse un caso di emigrazione irregolare, di una donna in fuga dalle tradizioni oppressive di una famiglia altolocata saudita. Ma è qualcosa di molto più grave: la ragazza, stando alle ultime notizie, è un’apostata. Ha lasciato l’islam e in caso di ritorno in patria andrebbe incontro a morte sicura.

La ragazza, diciottenne dall’Arabia Saudita si era recata in Tailandia. Una volta all’aeroporto internazionale di Bangkok, è stata fermata dalle autorità locali e non ha potuto più proseguire il viaggio per l’Australia, suo paese di destinazione. Sia la sua famiglia di origine che l’ambasciata saudita in Tailandia (ma quest’ultima nega ufficialmente di essere intervenuta nella vicenda) ne hanno chiesto il rimpatrio. La polizia tailandese ha dunque deciso di imbarcarla sul primo volo per Kuwait City, dove era attesa dai famigliari. Rahaf a questo punto si è barricata in albergo ed è diventata subito un caso internazionale. Tramite Twitter, rilanciata da attiviste arabe, ha iniziato a chiedere asilo politico, prima di tutto all’Australia, poi a tutti i paesi della anglosfera (Usa, Regno Unito, Canada). Inizialmente sosteneva genericamente di sentirsi in pericolo di vita. Raccontava di essere stata segregata per sei mesi dai suoi famigliari, solo per essersi tagliata i capelli. Sia su Twitter che alla stampa, si è in effetti sempre mostrata senza velo e vestita all’occidentale. L’altro ieri si è fatta strada l’ipotesi che stesse fuggendo da un matrimonio combinato. Le autorità tailandesi hanno comunque considerato il suo caso con la massima serietà, perché lunedì hanno annunciato che il rimpatrio non sarebbe avvenuto. “Questo è il paese dei sorrisi, non mandiamo nessuno a morire”, ha dichiarato il capo della polizia dell’immigrazione, Surachate Hakparn. La ragazza saudita è stata posta sotto tutela dell’Acnur, l’agenzia Onu per i rifugiati, che sta valutando il suo caso.

È a questo punto della vicenda, ieri, che si è fatta strada la notizia più pesante: Rahaf ha dichiarato di essere in fuga dall’Arabia Saudita perché è apostata. Perché ha abbandonato l’islam. Non solo perché fugge da una famiglia blasonata quanto oppressiva. Il condizionale è ancora d’obbligo perché l’account Twitter della ragazza saudita è gestito sia da lei che da altre attiviste che l’appoggiano. Attualmente i social network stanno funzionando come uno specchio rotto: ciascun utente riflette la sua visione della vicenda. Se veramente si tratta di un caso di apostasia, in Arabia Saudita è un reato punito con la morte. E ormai non si torna più indietro: Rahaf, o chi per lei, ha dichiarato a tutto il mondo di aver rinunciato all’islam. Quindi in patria andrebbe incontro a un processo che potrebbe concludersi con la condanna a morte: sono bastati sospetti anche più piccoli per condurre una persona sul patibolo.

Il padre e il fratello della ragazza ora sono a Bangkok, ma non l’hanno potuta incontrare: ora è necessaria l’autorizzazione dell’Acnur. Prudenza anche da parte del governo australiano, che ha rimandato la decisione all’esame dell’agenzia dell’Onu, prima di concedere eventualmente l’asilo politico. È di oggi, comunque, la notizia che l'Acnur ha dato luce verde: Rahaf Mohammed al Qunun ha diritto all'asilo politico. Secondo quanto dichiarato dal governo australiano, ora le è stato riconosciuto lo status di rifugiato.

Il caso impone una serie di riflessioni anche in Italia, benché il nostro paese non sia direttamente coinvolto nella vicenda. La prima va alle donne dell’Arabia Saudita e alla loro condizione. Quello di Rahaf Mohammed al Qunun, infatti, non è il primo caso: nel 2017, prima di lei, un’altra ragazza, Dina Ali Lasloom, 24 anni, stava fuggendo dall’Arabia Saudita per rifarsi una nuova vita in Australia. Fermata mentre faceva scalo a Manila, capitale delle Filippine, era stata rimpatriata. Di lei non si sa più nulla da un anno e mezzo. Nel suo ultimo messaggio sui social network si leggeva tutta la sua paura di essere ammazzata. Se dunque ci siamo scandalizzati nel vedere i posti separati per maschi e “famiglie” nello stadio di Gedda, in occasione della prossima partita Milan-Juventus, dobbiamo sapere che quella è solo la punta dell’iceberg. La condizione della donna saudita è molto peggiore di quanto crediamo. La seconda riflessione, invece, riguarda sempre l'islam. Quando si fonde con la politica, diventa una prigione: i diritti di chi abbandona l'islam non sono garantiti, in 20 paesi a maggioranza musulmana l'apostasia è reato e in 13 (fra cui l'Arabia Saudita) è punito con la morte. Ma dove l'islam lascia che i suoi fedeli si convertano ad altre religioni? Per ora è un problema che riguarda i regimi islamici e i paesi laici a maggioranza musulmana, ma ben presto si porrà (e in una certa misura già si pone) nelle comunità musulmane in Europa. Che fine faranno gli apostati musulmani europei? Sono sufficientemente protetti dalle rappresaglie di chi vuole applicare, privatamente, la legge coranica? Gli oppositori del decreto sicurezza, invece, si dovranno astenere dal fare facili paralleli. Rahaf è apostata, non è solo una ragazza che fugge dai famigliari per una vita migliore all’estero. È una perseguitata religiosa, dunque ha diritto all’asilo politico, non semplicemente ad una protezione umanitaria.




Magdi Cristiano Allam
11 gennaio 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 6395202937

Cari amici, nell’attesa che si conosca la sorte di Rahaf Mohammed Alqunun, la giovane saudita di 18 anni fuggita dall’Arabia Saudita dopo aver abbandonato l’islam ed attualmente riparata a Bangkok, voglio evidenziare il fatto che a concorrere al successo dell’azione che l’ha portata ad essere riconosciuta come profuga e a ottenere l’asilo politico sia da parte dell’Australia sia da parte del Canada, ci sia stata la massiccia mobilitazione internazionale nella Rete e, in particolare, la solidarietà di tante donne saudite anch’esse fuggite dall’Arabia Saudita.
Ebbene ciò che voglio sottolineare è il fatto che queste donne hanno tutte abbandonato l’islam e la cittadinanza saudita. Emerge in modo nitido che la libertà di queste donne si sostanzi dell’affrancamento dalla schiavitù di una religione, o meglio di un sistema di potere, maschilista e misogino, che concepisce la donna come un essere antropologicamente inferiore.
Questa mattina il Capo della Polizia dell'Immigrazione a Bangkok, Surachate Hakparn, ha confermato: "Sì, il governo australiano le ha concesso asilo, ma stiamo aspettando di sapere dove andrà esattamente". Ha aggiunto che anche il Canada si è offerto di accoglierla. Rahaf si trova in questo momento in una località segreta a Bangkok in attesa che venga presa questa decisione finale: "Stiamo fornendo la sicurezza necessaria per lei", ha detto. Rahaf rischia la pena di morte per apostasia avendo abbandonato l’islam.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » mar gen 29, 2019 6:34 pm

Asia Bibi è libera: i giudici confermano l’assoluzione
Monica Ricci Sargentini
29 gennaio 2019

https://www.corriere.it/esteri/19_genna ... e24b.shtml

Come previsto la Corte Suprema pakistana ha respinto l’appello contro la sentenza di assoluzione di Asia Bibi. La donna cristiana accusata di blasfemia (un crimine punito con la pena di morte in Pakistan) ora è finalmente libera di lasciare il Paese e raggiungere le sue figlie che sono già in Canada da qualche giorno. «Questa petizione è respinta» ha detto il giudice Asif Saeed Khosa precisando che non è stato trovato alcun errore nel verdetto di ottobre della Corte Suprema. «Voi pensate che noi potremmo condannare a morte qualcuno sulla base di prove false — ha aggiunto Khosa —. Non c’è una dichiarazione che combaci con l’altra».

Le misure di sicurezza

Il verdetto è arrivato in una capitale blindata dopo le minacce di un gruppo islamista che aveva minacciato di dare il Pakistan«dato alle fiamme» in caso di una decisione «sbagliata». «Non vogliamo che il Paese sia dato alle fiamme per una decisione sbagliata», aveva affermato ieri in un video Shafiq Ameeni, capo ad interim del partito Tehreek-e-Labbaik Pakistan (Tlp), che aveva praticamente paralizzato il Paese per tre giorni quando la donna cristiana fu assolta alla fine di ottobre, dopo otto anni in carcere. Ameeni ha chiesto la presenza di religiosi in tribunale.


Le richieste di asilo

Da subito dopo la sua scarcerazione, lo scorso ottobre, i difensori dei diritti umani avevano chiesto alla comunità internazionale di garantire un rifugio sicuro ad Asia Bibi e alla sua famiglia. Le organizzazioni cristiane si sono appellate soprattutto ai Paesi occidentali. Si ritiene che Australia, Spagna, Canada e Francia abbiano dato la loro disponibilità.


L’accusa

Asia Bibi, contadina cristiana e madre di cinque figli, è stata denunciata per blasfemia nel 2009, dopo una lite con alcune donne nella fattoria in Punjab, dove lavorava. È stata condannata a morte nel 2010, secondo le controverse leggi che in Pakistan puniscono con il carcere o la pena capitale chi profana il Corano o diffama Maometto. Il suo destino sembrava segnato dopo che, nel 2014, l’Alta Corte di Lahore respinse il ricorso contro la condanna alla pena capitale in primo grado, presentato dai suoi difensori. Ma una mobilitazione internazionale freno’ l’esecuzione della sentenza fino a quando, in ottobre, è arrivato il verdetto della Corte suprema, che l’ha assolta e ne ha ordinato la scarcerazione. Nei giorni successivi alla sentenza, l’avvocato della Bibi è riparato in Olanda, spiegando che la sua vita era in pericolo. Il primo ministro pakistano, Imran Khan, è stato accusato di aver ceduto alle pressioni degli estremisti dopo aver acconsentito che la Corte Suprema valutasse la petizione contro la scarcerazione della Bibi. Solo grazie a questa mossa, il partito politico islamista Tehreek-e-Labbaik Pakistan ha messo fine alle proteste. A novembre, la famiglia di Asia ha denunciato che attivisti islamici andavano casa per casa con le loro fotografie per cercare di stanarli e punirli. A fine novembre, inoltre, il governo ha annunciato l’arresto del leader del Tlp, Khadim Hussain Rizvi, insieme a migliaia di attivisti suoi seguaci.


Il primo processo

Il processo ad Asia Bibi, 47 anni, si era basato essenzialmente su testimonianze, in particolare quella dello stesso uomo che l’aveva denunciata, Qari Mohammad Salam, imam della moschea di Ittanwali, il villaggio del Punjab dove Asia è nata da una famiglia contadina ed è sempre vissuta con due sorelle. Durante una giornata passata a lavorare nei campi, era nata una discussione sulla religione con altre donne, in maggioranza musulmane; due di queste, avevano rifiutato di bere alla fontana dove si era abbeverata Asia, considerata «impura». Ne era nato un litigio, con Asia che aveva difeso la sua fede e che era stata anche picchiata. L’imam lo era venuto a sapere e aveva sporto denuncia per blasfemia.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » mar gen 29, 2019 6:42 pm

Magdi Cristiano Allam
29 gennaio 2019

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Evviva! Asia Bibi, cristiana condannata a morte, può lasciare il Pakistan. La Corte Suprema ha respinto il ricorso degli estremisti islamici. Ma tutti i musulmani l’avrebbero condannata se fosse stata provata l’accusa di oltraggio a Maometto

Cari amici, finalmente Asia Bibi potrà lasciare il Pakistan. L’eroica donna cristiana, dopo dieci traumatici anni di carcere in attesa della condanna a morte perché accusata di aver offeso Maometto, dopo aver subito violenze sessuali e torture per obbligarla a convertirsi all’islam, ora è definitivamente libera di andarsene da uno Stato che ufficialmente si chiama “Repubblica Islamica del Pakistan”. Ha vinto lo Stato di diritto laico sulla sharia, la legge islamica. Dobbiamo ringraziare il Canada, probabile terra d’asilo dove andrà Asia e dove già dovrebbero trovarsi le sue tre figlie Asha, Sidra, ed Esham, quest’ultima disabile. Con Asia c’è il marito Ashiq Masih. Non è chiaro dove si trovino gli altri due figli maschi di Asia, Nasim e Imran.
La Corte Suprema del Pakistan ha respinto il ricorso presentato dagli islamici radicali contro la sentenza che il 31 ottobre scorso l'aveva assolta dal reato di blasfemia. «Basandosi sul merito, questa richiesta di revisione è rigettata» ha decretato il Presidente del collegio giudicante Asif Saeed Khosa. Ora Asia ha la conferma che è libera di lasciare il suo Paese. Il Presidente della Corte ha così motivato la decisione: “Il querelante non è stato capace di indicare nessun errore nel verdetto d’assoluzione di Asia Bibi pronunciato dalla Corte suprema”.
Durante l'udienza, l'avvocato Ghulam Ikram, legale del ricorrente Qari Muhammad Salaam, aveva chiesto che a giudicare la richiesta fosse un tribunale più ampio che includesse anche religiosi islamici e ulema. Dura la risposta del presidente: «Il verdetto è stato emesso sulla base di testimonianze. Secondo l'islam una persona dovrebbe essere punita anche se non è stata giudicata colpevole? Ci dimostri cosa c'è di sbagliato nel verdetto». Salaam è lo stesso imam che nel 2009 sporse la denuncia contro Asia Bibi.
Asia Bibi era stata condannata a morte il 7 novembre 2010 da un tribunale del Punjab. Era stata arrestata per oltraggio a Maometto nel giugno dell’anno precedente. Ha trascorso otto anni nel braccio della morte nel carcere di Multan, in attesa dell’attuazione della pena capitale tramite impiccagione.
Dopo la lettura della sentenza che dichiarava la madre cristiana “non colpevole”, a novembre i fondamentalisti del partito Tehreek-i-Labbaik Pakistan (Tlp) hanno bloccato le principali città del Pakistan, minacciato di morte i giudici del Tribunale supremo e l’avvocato della donna, Saiful Malook. Per evitare l’escalation delle violenze il governo del Presidente Imran Khan, un laico, è sceso a patti con i manifestanti e ha concesso la revisione del verdetto dei giudici supremi. In seguito Asia è stata liberata ma non poteva lasciare il Paese in base a quell’accordo con i radicali.
Cari amici, oggi è un nuovo giorno di festa dopo l’assoluzione di Asia Bibi lo scorso 31 ottobre. Una “martire vivente” ha vinto la sua battaglia per la vita. Ha avuto la fortuna che i laici in seno al Governo e alla Suprema Corte hanno prevalso sugli integralisti islamici che ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Ma dobbiamo aver chiaro che i laici hanno vinto solo perché hanno dimostrato l’infondatezza delle accuse. Mentre, qualora le accuse si fossero rivelate attendibili, nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio il fatto che Asia Bibi dovesse essere condannata a morte. Perché nessun musulmano potrebbe mai acconsentire l’oltraggio a Maometto, ad Allah o al Corano, a prescindere se è un laico o un integralista. Ecco perché, nel rispetto dei musulmani come persone che vanno valutati individualmente sulla base delle loro opere, dobbiamo essere consapevoli che l’islam come religione è del tutto incompatibile con le nostre leggi e con i valori che sostanziano la nostra civiltà.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » sab mar 02, 2019 9:02 am

Magdi Cristiano Allam
1 marzo 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3991332510

A quattro mesi dalla sua assoluzione Asia Bibi continua a vivere segregata in una località segreta del Pakistan perché gli estremisti islamici hanno promesso di ucciderla. Il Mondo libero e la Chiesa non si mobilitano per la sua liberazione e di fatto si sottomettono all’islam

Cari amici, Asia Bibi continua a vivere segregata in una località segreta in Pakistan per paura che gli estremisti islamici possano ucciderla, nonostante siano trascorsi quattro mesi dalla sua assoluzione. Asia Bibi è una donna cristiana cattolica madre di cinque figli. Per dieci anni è stata detenuta in carcere nell’attesa di subire la condanna a morte inflittale per il reato di blasfemia, più esplicitamente perché accusata di aver profanato il Corano e oltraggiato Maometto.
Nonostante la Corte Suprema l’abbia assolta lo scorso 31 ottobre e abbia successivamente rigettato la richiesta di revisione del processo avanzata dal partito islamista Tehreek-e-Labaik (Tlp), le autorità pachistane continuano a non consentire ad Asia Bibi di lasciare il Pakistan e trasferirsi all’estero, verosimilmente in Canada dove i suoi figli sarebbero stati accolti ottenendo lo status di rifugiati.
Il fatto che gli estremisti islamici siano determinati ad ucciderla è pubblico e manifesto. Il partito islamista Tlp ha chiamato i propri sostenitori a "tenersi pronti per nuove azioni" dopo la bocciatura del ricorso per la revisione del processo. Un attivista vicino alla "Moschea Rossa" (Lal Masjid), Hafiz Ehtisham Ahmed, ha detto che "Asia Bibi merita la morte, come decreta la sharia. Anche all'estero vivono dei musulmani, no? Chiunque può ucciderla là'".
Cari amici, il fatto che Asia Bibi continui ad essere di fatto reclusa in Pakistan, nonostante una doppia assoluzione definitiva, attesta in modo inequivocabile che l’islam è una religione intrinsecamente incompatibile con i valori fondanti e che sostanziano l’essenza della nostra umanità, a partire dalla sacralità della vita di tutti, della pari dignità tra le persone, della libertà di scelta individuale. Così come attesta la decadenza del mondo libero, dell’Occidente e dell’Europa che, per viltà, paura, odio di se stessi, tradimento della propria civiltà, sottomissione agli interessi materiali, si sono di fatto arresi all’islam. Per la Chiesa cattolica di Papa Francesco è un’altra occasione per dimostrare che ha cessato di adempiere alla missione di evangelizzazione e di difesa dei cristiani e della cristianità nel mondo, avendo sostanzialmente legittimato l’islam come religione e perseguendo il traguardo suicida di una Religione Unica Mondiale in parallelo alla strategia di un Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla grande finanza speculativa globalizzata.
Noi dobbiamo continuare a esigere l’immediata liberazione di Asia Bibi, la sua partenza dal Pakistan, la sua accoglienza in uno Stato libero che tuteli il suo diritto inalienabile alla vita e alla libertà di culto. Lo ribadiamo a quattro mesi dalla sua assoluzione e continueremo a farlo. Rassegnarci alla prigionia a vita di Asia Bibi significa accettare la dittatura dell’islam. Difendere la libertà di Asia Bibi significa salvaguardare la libertà di tutti noi.
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