Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:25 am

Asia Bibi la cristiana pachistana assolta ma non ancora liberata dopo 10 anni di prigione
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Asia Bibi la pachistana della minoranza cristiana perseguitata dai nazi maomettani, assolta e liberata dalla Corte Suprema pachistana dopo varie condanne e 10 anni di prigione, madre di cinque figli.
I pachistani la vorrebbero uccidere come hanno già ucciso alcuni suoi protettori e difensori



I 1800 giorni di carcere di Asia Bibi. In attesa di «risorgere con Lui»
Leone Grotti 4 maggio 2014 Esteri

«Sono stata condannata perché cristiana. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui»

https://www.tempi.it/i-1800-giorni-di-c ... re-con-lui

Asia Noreen Bibi avrebbe potuto porre fine al suo calvario due anni fa. Sarebbe bastato poco per uscire dalla sua cella senza finestre nella prigione di Sheikhupura, in Pakistan, dove è stata rinchiusa nel giugno del 2009 ed evitare l’impiccagione. Una semplice parola l’avrebbe scagionata nel giro di pochi giorni dalle accuse di blasfemia per cui è stata condannata a morte l’8 novembre 2010. Un giudice, «l’onorevole Naveed Iqbal», come l’ha chiamato lei in una lettera, lo stesso che l’ha destinata «a una morte orribile» pur non avendo prove, un giorno è entrato nella sua cella di isolamento e le ha fatto una proposta che tutti considererebbero ragionevole: «Mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam». Asia Bibi non si è scomposta, anzi l’ha ringraziato «di cuore» per averle offerto una via di salvezza, poi gli ha risposto che preferiva morire «da cristiana» piuttosto che uscire dal carcere «da musulmana». Ed è davanti al suo carnefice che ha fatto la sua semplice e coraggiosa professione di fede: «Sono stata condannata perché cristiana. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».

Per sapere davvero chi è Asia Bibi basta questo. Dilungarsi sui dettagli del suo caso giudiziario serve solo a comprendere fino in fondo il valore della sua testimonianza. La donna pakistana, di fede cattolica, ha marito e cinque figli. Il 14 giugno del 2009, giorno in cui è cominciato tutto, lavorava nei campi come sempre. Era andata a prendere dell’acqua da un pozzo per ristorarsi e poi l’ha offerta alle donne musulmane che lavoravano con lei, ma loro le hanno risposto accusandola di avere infettato la fonte. Perché lei, in quanto cristiana, è un’infedele. Asia Bibi ha respinto quell’appellativo e si è rifiutata di convertirsi all’islam, spiegando quanto fosse grande tutto quello che Dio aveva fatto per lei nella vita. Di conseguenza, le donne l’hanno accusata di blasfemia per insulti al profeta Maometto. Solo cinque giorni dopo, il 19 giugno, il mullah musulmano Qari Muhammad Sallam ha formalizzato l’accusa davanti alla polizia.

Non c’è peggiore disgrazia per un cristiano che essere accusato di blasfemia. La cosiddetta “legge nera” è stata introdotta nel codice penale pakistano nel 1976. Le pene per chi insulta l’islam, Allah o Maometto, includono l’ergastolo e la condanna a morte. Recentemente, la Corte della sharia ha chiesto che la norma venga cambiata e che l’unica sanzione possibile sia la condanna a morte. Nella stragrande maggioranza dei casi la legge viene utilizzata in modo strumentale per vendette personali o ragioni economiche: gli accusati, infatti, sono spesso costretti ad abbandonare le loro proprietà, che vengono rilevate per due soldi o addirittura sequestrate dagli accusatori. Ne è prova il fatto che oltre il 95 per cento di queste accuse si rivelano in sede giudiziaria false e infondate. Ma nonostante questo non c’è scampo per chi viene accusato di blasfemia: molti cristiani sono stati uccisi mentre entravano in tribunale per il processo, perché per i gruppi fanatici islamici non c’è giustizia umana che possa contraddire quella divina. Questo è il motivo per cui sempre più spesso gli imputati non assistono ai dibattimenti in aula e, anche quando vengono assolti, sono costretti a lasciare il paese per sempre.

Gli stessi rischi li corre anche Asia Bibi, portata subito in prigione dopo la formalizzazione dell’accusa e prontamente condannata in primo grado l’8 novembre 2010 dal tribunale di Nankana Sahib. L’11 novembre, gli avvocati della donna hanno formalizzato la richiesta d’appello all’Alta Corte di Lahore ma il processo, a distanza di quasi 4 anni e dopo ben 4 rinvii, l’ultimo sine die, non è ancora cominciato perché il caso è sensibile, nessuno vuole farsene carico e anche i giudici musulmani sanno che assolvendola possono rischiare la vita. Questi infatti non guardano in faccia nessuno e hanno già ucciso i due uomini che più si sono battuti per salvarla: il potente governatore islamico del Punjab, Salman Taseer, assassinato a Islamabad il 4 gennaio 2011, e il ministro cattolico delle Minoranze Shabhaz Bhatti, crivellato di colpi nella capitale il 2 marzo dello stesso anno. «Quante altre persone devono morire a causa della giustizia?», si è chiesta in una lettera Asia Bibi, che in questi anni di prigionia ha sofferto per sé, per loro e per la sua famiglia, che oggi vive in un luogo nascosto «ed è terrorizzata», come dichiarato dall’avvocato della donna a tempi.it.

Asia Bibi è stata trasferita nella prigione di Multan, vive in carcere da ormai quasi 1800 giorni ma non si scoraggia, si rallegra perché in prigione una guardia «mi ha fatto il dono di insegnarmi a leggere» la Bibbia e trae dalla sua fede in Dio la forza di andare avanti. A Natale, in una lettera al Papa, ha scritto: «In questo inverno sto affrontando molti problemi: la mia cella non ha riscaldamento e non ha una porta adatta a ripararmi dal freddo pungente, anche le misure di sicurezza non sono adeguate, non ho abbastanza soldi per le necessità quotidiane e sono molto lontana da Lahore, dunque i miei familiari non riescono ad aiutarmi». Ma «ho fiducia nel progetto che Dio ha per me e magari vorrà realizzare l’anno prossimo».

A Pasqua, a chi è andato a visitarla in carcere, ha detto queste parole tra le lacrime: «Oggi per me non c’è posto in tribunale, non c’è occasione o luogo dove possa dimostrare la mia innocenza. Prego e spero che un giudice riceva luce da Dio e abbia il coraggio di vedere la verità. Mi specchio nella croce di Cristo, nella certezza che tanti fratelli e sorelle nel mondo mi sono vicini e stanno pregando per me. Quando Cristo risorgerà, nel giorno di Pasqua, Egli deciderà per me una nuova strada di giustizia, mi terrà con Lui in un regno dove non vi sono ingiustizia e discriminazione. Credo con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze e la mia mente che risorgerò. La salvezza verrà presto anche per me. Cristo ha promesso che risorgerò con Lui».
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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:28 am

Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 2627887829

Un paese di 197 milioni di persone, armato di testate nucleari, al 98 per cento musulmano, dove per anni si è rifugiato Osama Bin Laden, che arma e sostiene i Talebani, il 12esimo stato più fallito al mondo, è impazzito per la sorte di questa piccola donna cristiana, Asia Bibi. Non soltanto l’hanno torturata per anni segregandola in una cella senza finestre, privandola del marito e dei figli, adesso che Asia è stata scagionata ce ne sono milioni pronti a farle la pelle. Marciano da 24 ore con la sua foto e il cappio al collo. Sono gli stessi che hanno massacrato i bambini cristiani in un parco a Lahore. Schifosi.


Asia Bibi l’hanno tradita tutti.

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 2997497069

L’ha tradita il Consiglio dei diritti umani dell’Onu, troppo preso ad accusare Israele e che non ha mai parlato a favore della cristiana pakistana. L’ha tradita il giornalismo, troppo preso a mettere in copertina su Vogue quella falsa palestinese di Ahed Tamimi. L’ha tradita la politica europea che (tranne Tajani pochi giorni fa) non se l’è mai filata. L’hanno tradita i laici, gli intellettuali, gli umanisti, questi braghettoni. L’hanno tradita i musulmani che non hanno mai parlato per lei (l’unico, il governatore pakistano Salman Taseer, ha pagato con la vita). L’hanno tradita le femministe, che non le hanno mai portato i fiori per l’8 marzo. Asia Bibi è uscita di carcere grazie soltanto alla sua forza di volontà, alla sua fede, alla sua famiglia, a quei pochi cristiani che l’hanno aiutata e sostenuta e a una manciata di giornalisti (mi ci metto dentro) che hanno tenuto alta l’attenzione sul suo caso allucinante. Di questa storia verrà ricordato, ma mai perdonato, il tradimento dell’Occidente.



Ecco i tre eroi che hanno reso possibile alla cristiana pakistana Asia Bibi di non morire sulla forca

01/11/2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 5283954229

Due sono stati uccisi, il terzo è un dead man walking. Il governatore musulmano e liberale Salman Taseer, fatto fuori da una delle sue guardie del corpo con nove colpi alla testa, perché difendeva Asia e i cristiani perseguitati. Il ministro cattolico del Pakistan Shahbaz Bhatti, ammazzato con trenta colpi di arma da fuoco dopo aver fatto visita alla madre, anche lui morto per aver difeso Asia. E l'avvocato di Asia, Saif-ul-Mulook, che ieri ha detto: “Questo è il giorno più bello e più felice della mia vita. Ma non ho alcuna sicurezza. Nessuna sicurezza e io sono l'obiettivo più facile ... chiunque può uccidermi. Se conduci questi casi, devi essere pronto alle conseguenze. Penso che sia meglio morire da uomo coraggioso e forte che morire come un topo”. Non sappiamo niente in Occidente di questi tre eroi. Tre giganti morali in un tempo di nani e codardi.


I criminali nazi maomettani non l'hanno ancora liberata
Giulio Meotti

https://www.facebook.com/antonello.busa ... 9321823482

Si mette male per Asia Bibi. Rimandata la liberazione della donna cristiana a causa delle proteste di massa in Pakistan, dove ieri sono state bruciate anche le foto di questa povera madre torturata per 10 anni. Sono falliti i colloqui fra il governo e gli islamisti che ieri hanno detto: “Siamo pronti a morire per amore del Profeta”. Arrestati due detenuti che volevano strangolarla in carcere. Urge un blitz di qualche intelligence straniera per prelevarla e portarla in salvo, prima che questi luridi fanatici le facciano fare la fine di Maria Antonietta.



Alberto Pento
Con questi criminali occorre solo la forza e la violenza, se serve per legittima difesa vanno uccisi e se necessario sterminati in massa così potranno morire per il loro profeta criminale.



Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 1246143280

Sono stati zitti durante i 3.422 giorni in cui la cristiana Asia Bibi è stata internata in isolamento neanche fosse pazza. Sono stati zitti dopo che il Pakistan l’ha prosciolta. E sono zitti ora che i trogloditi islamisti hanno gettato il paese nel caos e reclamano lo scalpo della cristiana. Aspettano il morto prima di parlare? Dove sono quelli che “no alla pena di morte”, “rispetto per le minoranze”, “abbasso il femminicidio” e “viva la libertà di espressione”? Ha troppo da fare la Boldrini per spendere due paroline su questa mamma cristiana che rischia la vita se esce dal carcere? E la Mogherini, a parte stendersi sui binari per gli iraniani, non puó castigare le violenze vergognose di chi vorrebbe linciare Asia? Ed Emma Bonino? E i giornalisti, nessuno che gli venga in mente di sentire cosa ne pensano i pakistani che vivono in Italia? La vigliaccheria dilaga.



Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 2744950743

Il governo pakistano ha appena firmato la “condanna a morte” di Asia Bibi. Il suo avvocato, Saif-ul-Mulook, questa mattina è fuggito dal paese: "Ho bisogno di rimanere vivo perché devo ancora combattere la battaglia per Asia Bibi". Il governo pakistano ha siglato un accordo con gli islamisti che vogliono uccidere Asia, cedendo a molte delle loro richieste di fronte alle massicce proteste in tutto il paese durate tre giorni. Il governo ha promesso di non opporsi a una petizione per fermare la liberazione di Bibi. Si è anche impegnato a mettere il nome della madre cristiana sulla “lista di controllo di uscita” (ECL) che le impedirà di lasciare il paese. Oggi il marito di Asia, Ashiq Masih, ha fatto domanda di asilo negli Stati Uniti, Canada e Inghilterra. Se Asia Bibi dovesse morire, sarebbe una grandissima vittoria islamista contro i cristiani paragonabile alla loro cacciata dall’Iraq. A questo punto è legittimo temere il peggio per Asia Bibi, specie considerando che in Occidente a una settimana sulla sua drammatica vicenda ci sono soltanto sbadigli.


Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 6264048712

All’inizio immaginavo che il Papa e la diplomazia vaticana pensassero di non intervenire sul caso di Asia Bibi per non mettere in pericolo i cristiani del Pakistan. Ma a una settimana dalla sua assoluzione e dal rientro di questa povera donna cristiana in un terribile limbo che puó costarle la vita, fra le urla islamico-isteriche di massa di chi vorrebbe stringerle il cappio al collo, comincio a pensare che il silenzio del Papa sia, sì, un tantino colpevole. Parli. Era ieri il momento dell’attesa silente. Oggi é quello di gridare l’ingiustizia.



Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 2000952131

Hanno iniziato con Asia Bibi e hanno continuato con un diplomatico europeo. In Pakistan è stata appena rafforzata la sicurezza attorno all’ambasciatrice olandese, Ardi Stoios-Braken, minacciata di morte. Bruciano la foto di Asia Bibi. Bruciano la foto di Wilders. Bruciano le bandiere americane e israeliane. Bruciano i libri. Bruciano vive coppie di cristiani. Bruciano i manichini di Rushdie. Bruciano le croci e le chiese. Se continueremo a fischiettare e non ci opporremmo loro con tutta la forza politica, diplomatica, culturale, morale, e se necessario con la forza bruta, finiranno per bruciare tutto.
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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:29 am

Pakistan. Dopo 3.420 giorni di carcere, Asia Bibi è libera
LeoneGrotti
https://www.tempi.it/pakistan-asia-bibi ... a-processo

La madre cattolica di cinque figli dopo quasi 10 anni di prigione è stata finalmente assolta dalle false accuse di blasfemia. Lo ha annunciato stamattina il presidente della Corte suprema. Quando Asia Bibi disse a Tempi: «Credo che Gesù compirà il miracolo e mi darà libertà, proprio come ha fatto con Pietro»

Dopo 3.420 giorni di carcere ingiusto e ingiustificato, Asia Bibi è finalmente libera. La madre cattolica di cinque figli è stata definitivamente assolta dalla Corte Suprema, che stamattina ha comunicato pubblicamente il verdetto. Dopo essere stata condannata in primo e secondo grado per false accuse di blasfemia, l’8 ottobre si è tenuta a Islamabad l’udienza finale del processo, presieduta dal presidente della Corte suprema, Mian Saqib Nisar. In quell’occasione, i giudici hanno preso una decisione ma hanno tenuta segreta la sentenza, vietando ai media di parlare del caso a motivo della sua estrema delicatezza. Attualmente, 300 agenti sono stati schierati a guardia del tribunale.

IL CALVARIO DI ASIA BIBI

Oggi Asia Bibi è libera, ma il suo calvario è durato un tempo che pare infinito. Era il 14 giugno 2009 quando la donna cattolica bevve un bicchiere d’acqua per ristorarsi dal lavoro nei campi e fu accusata da due donne musulmane di avere infettato la fonte, in quanto infedele. Ai tentativi delle colleghe di convertirla all’islam, lei rispose: «Il mio Gesù è morto sulla croce per redimere i peccati di tutta l’umanità, Maometto cosa ha fatto per voi?». Asia Bibi venne insultata e picchiata da una folla di musulmani chiamati a raccolta dai muezzin delle moschee. Dopo 5 giorni, il 19 giugno 2009, il mullah musulmano Qari Muhammad Sallam, che non aveva assistito all’alterco, formalizzò l’accusa di blasfemia davanti alla polizia e la madre cattolica fu arrestata e portata via dalla sua casa del villaggio di Ittar Wali (Punjab).

CONDANNA A MORTE

Condannata a morte in primo grado in base all’articolo 295-C del codice penale l’11 novembre 2010, Asia Bibi è rimasta in isolamento da allora. Dopo aver passato un primo periodo nel carcere di Sheikhupura, è stata trasferita in quello di Multan. La donna ricorda così l’udienza:

«Piansi sola, con la testa tra le mani. Non posso più sopportare la vita di persone piene di odio, che applaudono per l’uccisione di una povera bracciante. Ora non li vedo più, ma li sento ancora, la folla che tributa il giudice con una standing ovation, gridando: “Uccidetela, uccidetela! Allahu Akbar. Vendetta per il santo profeta. Allah è grande!”».

LA PISTOLA ALLA TEMPIA IN TRIBUNALE

I giudici pakistani hanno usato il tempo come arma crudele contro Asia Bibi: il processo di appello infatti è stato rinviato senza motivo cinque volte in quattro anni. Il 16 ottobre 2014 la corte d’appello di Lahore ha confermato la condanna a morte. Nonostante le prove siano sempre state nulle e inattendibili nel caso di Asia BIbi, come confermato dalla Corte suprema, i giudici in primo e secondo grado hanno avallato la condanna a morte sia per inadeguatezza di alcuni avvocati difensori della donna sia per timore di essere uccisi dagli estremisti islamici. Per far capire il clima durante le udienze, Sardar Mushtaq Gill, attivista cristiano per i diritti umani costretto a fuggire dal Pakistan pochi anni fa, raccontò a Tempi: «Durante il primo grado di processo, il suo avvocato difensore è stato accolto in tribunale dal cancelliere, che gli ha puntato direttamente una pistola alla testa. È questo che intendo quando parlo di pressioni da parte degli estremisti islamici».

L’APPELLO FINALE

Il 24 novembre 2014 la difesa di Asia Bibi ha presentato istanza di appello presso la Corte suprema. Da allora, l’udienza definitiva è stata rinviata per svariati motivi due volte nel 2015 e due volte nel 2016. L’ultima volta, il 13 ottobre 2016 perché uno dei tre giudici, Iqbal Hameedur Rehman, si rifiutò di giudicare il caso.

OMICIDI NEL NOME DI ALLAH

Negli anni in cui Asia Bibi viveva in isolamento, in una cella senza finestre, costretta a farsi da mangiare da sola per non essere avvelenata, tutte le più importanti cariche dello Stato che si sono azzardate a difenderla sono morte. Il 4 gennaio 2011 è stato assassinato il governatore musulmano del Punjab, Salman Taseer, che aveva definito quella sulla blasfemia una “legge nera” da cambiare. Il 2 marzo 2011 è stato invece crivellato di colpi il ministro cattolico per le Minoranze Shahbaz Bhatti, che si era detto disposto a morire pur di ottenere il rilascio di Asia Bibi e la modifica della legge sulla blasfemia.

IL MARTIRIO DI ASIA BIBI

Ora che Asia Bibi è libera e il suo martirio è finito, e nella speranza che i giudici abbiano atteso un mese a comunicare il verdetto per dare il tempo di predisporre tutto per la sua fuga dal Pakistan, dove non può più restare visto che sulla sua testa pende ancora una taglia da 500 mila rupie (10 mila dollari), non si può dimenticare che il martirio è stato consapevolmente scelto da Asia Bibi. Scrisse la donna in una lettera datata dicembre 2012:

“Un giudice, l’onorevole Naveed Iqbal, un giorno è entrato nel­la mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha of­ferto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam. Io l’ho ringraziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta one­stà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musul­mana. «Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto –. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui»”.

3.420 GIORNI, POI IL MIRACOLO

Asia Bibi è rimasta in carcere 3.420 giorni, quasi 10 anni nei quali non ha potuto vedere i suoi cinque figli Imran, Nasima, Isha, Sidra e Isham, e lo ha fatto per non rinnegare la sua fede in Gesù. Come ha dichiarato a Tempi nel 2014, «il mio più grande desiderio è di poter tornare a vivere con la mia famiglia e mio marito». Come dichiarato ancora a Tempi, non ha mai smesso di credere nella sua liberazione: «Io credo nel nome di Gesù che la potenza della Sua mano mi darà la libertà, proprio come ha fatto con Pietro. Quando si trovava in carcere, lo Spirito Santo è venuto e ha aperto la porta della sua cella. Io mi aspetto un miracolo come questo». Oggi il miracolo è finalmente accaduto.



Blasfemia, assolta la cristiana Asia Bibi. In Pakistan la rabbia degli islamisti
emiliano guanella
2018/11/01

https://www.lastampa.it/2018/11/01/este ... agina.html

La parola fine a un calvario di quasi dieci anni l’ha messa il presidente della Corte suprema pachistana Saqib Nisar. «La tolleranza è il principio base dell’islam», ha spiegato nella sentenza di assoluzione di Asia Bibi. E dunque era impossibile condannare la 47enne cristiana, madre di cinque figli, sulla base di accuse, oltretutto infondate, di blasfemia. La decisione è arrivata in una Islamabad in stato d’assedio, con 300 agenti a guardia del tribunale. Asia Bibi non era in aula, non ha ascoltato le parole che annullavano la condanna a morte e le restituivano la libertà dopo 3.422 giorni di prigionia. Ora si trova in una località sconosciuta assieme alla famiglia. E’ libera, ma vivere in Pakistan è diventato impossibile.

Il suo destino è stato segnato in una giornata afosa, il 14 giugno 2014. Asia Bibi lavora nei campi nel suo villaggio di Ittanwali, nel Punjab. Le compagne le chiedono di andare a prendere un secchio d’acqua. Lei non resiste e beve una sorsata dal pozzo. Le altre donne, musulmane, l’accusano di averlo «contaminato». Scoppia un litigio. Asia ribatte che «Gesù avrebbe visto la cosa in maniera differente da Maometto». Le donne la picchiano. Poi si rivolgono all’imam del villaggio che la denuncia. L’8 novembre del 2010 viene condannata a morte per impiccagione. Associazioni cristiane e a difesa dei diritti umani si mobilitano. In difesa di Asia si esprime anche il governatore del Punjab, Salman Taseer, un musulmano.

La battaglia si sposta dalle aule dei tribunali alle strade. Nasce un nuovo partito islamista, Tehreek-e-Labaik Pakistan, il Tlp, con primo obiettivo quello di stroncare ogni voce in difesa della donna. Nel 2011 il governatore Taseer viene assassinato dal suo autista. La stessa sorte tocca a Shahbaz Bhatti, cattolico, ministro delle Minoranza religiose. Ieri il leader del Tlp, Muhammad Afzal Qadri, ha chiesto le dimissioni del premier Imran Khan ed emesso un «editto» che chiede che i giudici «siano puniti con la morte». Khan ha risposto con un appello alla nazione, ha chiesto ai cittadini di «restare calmi» e di tenersi lontani dagli estremisti. Poi ha avvertito i mullah salafiti: «Non sfidate lo Stato o ci saranno conseguenze estreme». Ma il clima è da guerra civile e linciaggio. Una taglia da 50 milioni di rupie, 350 mila euro, è già stata posta sulla testa di Asia Bibi. Lo stesso Qadri ha dato istruzioni su come assassinare i tre giudici della Corte. «Lo possono fare gli uomini della sicurezza, i loro autisti, o i loro cuochi: Chiunque abbia possibilità di avvicinarli ha il dovere di ucciderli, prima che faccia notte».

Per evitare proteste violente e sommosse il governo ha disposto il blocco dei telefoni cellulari dalle 9 del mattino alle 9 della sera. Il timore è che scatti una caccia all’uomo generalizzata. I cristiani sono il 2 per cento dei 210 milioni di pachistani ma nel mirino ci sono anche gli sciiti, circa il 20 per cento, i sufi, gli induisti, i sikh. La legge sulla blasfemia è stata uno dei pilastri dell’islamizzazione forzata condotta dal generale Mohammed Zia, con la consulenza diretta del predicatore Abul Ala Maududi, uno dei maggiori teorici del salafismo jihadista, citato a man bassa da Al Qaeda e dall’Isis. L’architettura giuridica del Pakistan si fonda ancora su quei principi. L’assoluzione di Asia Bibi è il primo passo di un lungo cammino.



Pakistan, cancellata la condanna a morte per Asia Bibi. Islamisti in piazza: "Morte ai giudici"
di FRANCESCA CAFERRI
2018/10/31

https://www.repubblica.it/esteri/2018/1 ... -210439381

Islamabad - La Corte Suprema del Pakistan ha assolto in appello la cristiana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia nel 2010, con l'accusa di aver offeso il profeta Maometto. "La pena di morte viene annullata. Asia Bibi è assolta da tutte le accuse", ha detto il giudice Saqib Nisar leggendo il verdetto della Corte emesso mercoledì. Nisar, ora minacciato di morte dagli islamisti, ha citato il Corano nella sua sentenza, scrivendo: "La tolleranza è il principio fondamentale dell'Islam" e notando che la religione condanna l'ingiustizia e l'oppressione.

Bibi, madre di quattro figli, fu denunciata nel 2009 da una donna che l'accusò di aver insultato l'Islam durante una discussione nel Punjab, nell'est del Paese. Una presunta "blasfemia", una frase buttata lì durante un battibecco con altre lavoratrici stagionali di un frutteto che l'avevano umiliata per aver bevuto un bicchiere dal pozzo a lei proibito, in quanto "infedele cristiana" e quindi "impura".

Il processo e la gioia dei familiari
Lei, secondo le testimonianze dell'accusa, si sarebbe difesa appellandosi alla sua fede: "Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell'umanità. Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l'umanità?".

Nel 2010 venne condannata a morte per blasfemia, perse il ricorso dinanzi alla Corte di Lahore, capitale del Punjab, nel 2014, ma nel 2015 la Corte suprema decise fermare l'esecuzione dopo aver accettato di studiare il suo fascicolo.

Ora l'assoluzione, che arriva perchè "ci sono contraddizioni nelle testimonianze". "Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre. Finalmente le nostre preghiere sono state ascoltate!", ha detto Eisham Ashiq, la figlia minore di Asia Bibi, all'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre dopo l'assoluzione della madre.

"E' la notizia più bella che potessimo ricevere", ha dichiarato il marito di Asia, Ashiq Masih, "è stato difficilissimo in questi anni stare lontano da mia moglie e saperla in quelle terribili condizioni. Ora finalmente la nostra famiglia si riunirà, anche se purtroppo dubito che potremo rimanere in Pakistan".

Sin dall’udienza dell’8 ottobre scorso, infatti, i fondamentalisti hanno messo in atto manifestazioni e campagne attraverso i social, contro l’assoluzione della "maledetta" Asia, invocandone l’impiccagione e minacciando di morti i giudici e chiunque l’avesse difesa.

La reazione degli islamisti
La sentenza potrebbe ora di nuovo far salire la tensione: il partito politico radicale Tehreek-e-Pakistan Labbaik (Tlp) aveva già minacciato "conseguenze pericolose" se i giudici avessero dichiarato innocente Asia Bisi. Numerosi sostenitori del Tlp sono scesi in strada in diverse zone del Pakistan per protestare contro la decisione della Corte suprema.

I vertici del Tlp hanno invocato la morte per il presidente della Corte Suprema, Saqib Nisar, e per gli altri due giudici che hanno emesso la sentenza: Asif Saeed Khosa e Mazhar Alam Khan Miankhel. Il Tlp ha chiesto anche le dimissioni del primo ministro Imran Khan.

Il leader del partito estremista, Khadim Hussain Rizvi, si è rivolto ai suoi sostenitori perchè scendessero in piazza in tutte le maggiori città del Paese. Centinaia di fedeli del Tlp hanno bloccato la strada principale che collega Rawalpindi alla capitale, Islamabad. Scene simili si sono registrate a Karachi, Peshawar e numerose altre città.

La famiglia: "Ora abbiamo paura"

"Abbiamo molta paura di quanto potrà succedere. In questo paese ci sono molti fondamentalisti", ha dichiarato ad ACS Saif ul-Malook, a capo del collegio difensivo di Asia. A Malook non è stato permesso di informare personalmente la sua assistita.

Come spiega l’avvocato ci vorranno alcuni giorni prima che la donna venga liberata. "Il verdetto deve essere consegnato all’Alta Corte di Lahore e poi alla prigione di Multan".

Secondo fonti di Repubblica, un volta scarcerata potrebbe essere trasferita in Canada, che le ha offerto protezione. A rischio non c'è solo Asia ma tutta la sua famiglia e chi le ha offerto protezione. "Io e la mia famiglia siamo in grave rischio", dice Maloof, "specie perché per i fondamentalisti io sono un musulmano che difende una cristiana che ha commesso blasfemia».

Le autorità pachistane hanno intensificato la sicurezza in tutto il Paese, soprattutto nelle aree dove vivono i cristiani e le altre minoranze. Si temono massacri anticristiani come quelli avvenuti a Gojra nel 2009 e a Joseph Colony nel 2013. "La situazione è tesa", afferma l’avvocato, "ma oggi ringraziamo Dio per questo momento storico in cui Asia Bibi, dopo 9 anni e mezzo, ha finalmente avuto giustizia".

Le persecuzioni contro le minoranze
In Pakistan il caso è diventato un pretesto per azioni violente di gruppi e partiti islamisti ed è stato all'origine di almeno due omicidi. Nel 2011 l'ex governatore del Punjab, Salman Taseer, fu ucciso per aver difeso pubblicamente la causa di Bibi da una delle sue guardie del corpo, Mumtaz Qadri, che, a sua volta, fu giustiziato nel 2016 e sepolto in seguito come un eroe.

Nello stesso anno un ministro cristiano delle Minoranze, Shahbaz Bhatti, che da tenpo si batteva per difendere i diritti dei cristiani pachistani, venne ucciso sulla soglia di casa per aver difeso Bibi e per aver chiesto di impugnare la legislazione contro la blasfemia.

Il Pakistan infatti ha una delle leggi sulla blasfemia più dure del mondo: nata per proteggere l’Islam, la religione di Stato, per le ong è stata usata per perseguitare le minoranze religiose. Dal 1990 62 persone sono state uccise in seguito ad accuse di blasfemia, secondo l’Economist. La cristiana Bibi è la più famosa fra i condannati a morte per blasfemia. Si è sempre detta innocente. Oggi l'assoluzione.


Asia Bibi è una vera perseguitata: accogliamola in Italia
Gian Micalessin - Gio, 01/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 95566.html

Non illudiamoci. Asia Bibi non è ancora salva. Una volta fuori dalla galera, dove ha trascorso gli ultimi 9 anni, non sarà una donna libera.

Sarà soltanto un cadavere che cammina. Non potrà gioire e godersi l'amore di suo marito e l'affetto dei due figli finalmente ritrovati. Potrà soltanto attendere l'arrivo dei propri carnefici. Gli stessi che il 4 gennaio 2011 fecero fuori il governatore del Punjab Salmaan Taseer colpevole di essersi opposto alla legge sulla blasfemia e alla messa sotto processo di Asia Bibi. Gli stessi che, neanche due mesi dopo, il 2 marzo 2011, crivellarono di colpi Shahbaz Bhatti, il ministro degli Affari delle Minoranze colpevole di essersi battuto per difendere dalla persecuzione i propri correligionari cristiani.
La vera ineludibile sentenza di morte è già stata pronunciata dai vertici del partito integralista Tehreek-e-Pakistan Labbaik e da numerose autorità islamiche convinte che solo Maometto possa perdonare un blasfema. Quella condanna a morte viene quotidianamente ripetuta e rilanciata dalle migliaia di fedeli islamisti che, fedeli alle indicazioni dei loro leader, scendono in piazza inneggiando non solo all'uccisione di Bibi, ma anche dei giudici colpevoli di averla assolta e degli avvocati responsabili della sua difesa. Da quella barbarie non c'è scampo. Statene sicuri le istituzioni e il governo pakistano infiltrati dal fanatismo islamista non potranno, né oseranno, muovere un dito per salvarla.
Se vogliamo che quest'eroina cristiana sopravviva all'inciviltà e alla crudeltà dobbiamo sottrarla alla cultura dell'odio che la circonda. Dal 2014 ad oggi l'Italia ha accolto 700mila rifugiati. Gran parte di loro non avevano né i titoli, né le sembianze di perseguitati. Ora è tempo che si muova in fretta e con decisione sullo scenario internazionale per salvare questa martire vivente e la sua famiglia facendoli arrivare al più presto nel nostro paese.
Perché la vita di Bibi, simbolo luminoso della cristianità perseguitata, vale almeno quanto le migliaia di ignobili e finti perseguitati trasformatisi, una volta arrivati qui, in sostenitori di quello stesso Islam barbaro e farneticante pronto, in queste ore, ad inneggiare alla sua morte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:30 am

In tutti paesi a dominio nazi maomettano i cristiani sono perseguitati, uccisi e sterminati come anche gli ebrei e ogni altro diversamente religioso e pensante; proprio come ha fatto Maometto e prescritto dal Corano.


Islam e persecuzione e sterminio dei cristiani (cristianofobia)
viewtopic.php?f=181&t=1356

Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
viewtopic.php?f=188&t=2526
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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:31 am

Francesco Birardi
Quanta risonanza mediatica per la Tamimi e per Asia Argento..... Ecco, non poteva esserci miglior evidenza dell'ipocrisia e falsità della Sinistra (tutta), delle "femministe" e della Chiesa, nonché della decadenza dell'Occidente, del confronto fra la vicenda di Asia Bibi e quella di Asia Argento.

Alberto Pento
Asia Bibi con la sua forza e resistenza ha dimostrato al mondo il valore della dignità e della libertà umane, da difendere sempre fino in fondo anche a rischio della vita.

... Bibi, madre di quattro figli, fu denunciata nel 2009 da una donna che l'accusò di aver insultato l'Islam durante una discussione nel Punjab, nell'est del Paese. Una presunta "blasfemia", una frase buttata lì durante un battibecco con altre lavoratrici stagionali di un frutteto che l'avevano umiliata per aver bevuto un bicchiere dal pozzo a lei proibito, in quanto "infedele cristiana" e quindi "impura".

Il processo e la gioia dei familiari
Lei, secondo le testimonianze dell'accusa, si sarebbe difesa appellandosi alla sua fede: "Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell'umanità. Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l'umanità?". ...

Infatti cosa ha mai fatto Maometto per l'umanità se non uccidere chi non lo pensasse come lui; consegnando ai suoi seguaci l'ordine politico religioso di fareb altrettanto.


Come i nazi maomettani fanno con i cristiani così fanno anche con gli ebrei, ovunque, così fanno anche i nazi palestinesi con gli ebrei di Israele e con Israele.


Francesco Birardi
La vera tragedia è la nostra ipocrisia e ignavia.... A volte penso che davvero la nostra Civiltà sia in grave declino e alle soglie di un nuovo spaventoso medioevo di barbarie, miseria e sangue. I segnali, specie in Europa, ci sono tutti.....

Livio Braga
Lei scrive molto bene...l'ipocrisia del decadente OCCIDENTE....va a bombardare la Siria, la Libia, crea i terroristi del DESCH....sconvolge l'intero Medio Orinte....ma non riesce a intervenire per salvare una persona innocente...vittima dell'islam radicale.....

Alberto Pento
Le responsabilità dell'Occidente nei conflitti in Medio Oriente, in Libia, nella penisola Arabica, nell'Africa nazi maomettana, secondo me, sono secondari alle responsabilità dei vari paesi islamici o maomettani.
L'occidente vi è coinvolto suo malgrado per vie delle alleanze geopolitiche e spesso non può tirarsi indietro, ma la responsabilità prima e le colpe sono esclusivamente dei maomettani e dei loro paesi.
L'ONU filo islamico ha molte più responsabilità dell'Occidente.

Livio Braga
Francesco Birardi diciamo che sostanzialmente è vero il suo discorso ma l ‘Occidente poteva evitare questo disastro anzi poteva fare di meglio.... e forse l Islam radicale si poteva domare

Alberto Pento
L'Islam è l'Islam radicale, la versione moderata è solo uno specchietto per le allodole, per chi vuole illudersi. L'Islam è solo quello vissuto, predicato e scritto da Maometto e nel Corano. L'Islam non si può domare si deve solo distruggere.
Già al tempo di Maometto gli ebrei, i cristiani e tutti gli altri diversamente religiosi della Mecca hanno compiuto l'errore tragico e mortale di esiliare il criminale Maometto a Medina, anziché giustiziarlo, non continuiamo a ripetere questo errore.

Francesco Birardi
L'Islam "moderato" o l'Islam "politico" non esiste. Esiste l'Islam, e basta. Esistono invece gli islamici moderati, che non sono però buoni islamici.... e che saranno anche la maggioranza, ma faranno la fine di tutte le maggioranze "passive" in balìa di minoranze fanatiche.... un po' com'è successo ai tedeschi nel 1935.... la maggioranza era sicuramente brava gente, ma poi si è visto la fine che ha fatto.
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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:31 am

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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 7:33 am

Per capire il motivo di tanta indignazione nel mondo musulmano per l’assoluzione dall’accusa di blasfemia di Asia Bibi, dobbiamo tenere presente un concetto centrale dell’islam.

https://www.facebook.com/Islamicamentan ... 7730202395

Il monoteismo islamico è radicato nella pre-eternità dell’uomo. Prima ancora che nasca, l’uomo è hanif, monoteista islamico. Dunque, ogni deviazione dall’appartenenza “naturale” alla sottomissione musulmana, equivale a violare “l’ordine naturale”.
Un concetto ben più radicale, potente e limitativo di quello della “morale naturale” (http://www.vatican.va/archive/catechism ... 3a1_it.htm ), baricentro dei principi etici del cristianesimo e dell’ebraismo.
Le conseguenze di questo dogma sono dirompenti sul piano teologico, sul piano normativo e ancor più su quello politico. Innanzitutto esso struttura un senso di “superiorità”, di naturale egemonia del musulmano e della sua umma, nei confronti dei “devianti” non musulmani, in piena sintonia con l’ordine intrinseco del Creato. Un immotivato senso di superiorità, un immenso super ego collettivo e corale. Quella superiorità che motiva ed esalta i terroristi.
Questo dogma ha una conseguenza tragica perché vede l’apostasia, la conversione ad altra fede, l’idolatria e la blasfemia non già come manifestazioni del pensiero e della libera volontà umana, ma come “DELITTI CONTRO L’UMANITÀ ”, contro l’ordine naturale delle cose. In termini coranici qui si concretizza quello «spargere la corruzione sulla terra» (Corano 5:32) che impone al musulmano di uccidere il “reo”.


Francesco Birardi
Capisci bene questo DELIRIO..... ed è questo che rende l'Islam (tutto l'Islam, non solo quello estemo o politico, ecc.) totalmente incompatibile con la nostra Civiltà.... e con qualsiasi altra. L'Islam, semplicemente, andrebbe messo FUORI LEGGE......

Francesco Birardi
La Spagna del 1500 si è salvata unicamente perché ha cacciato via i musulmani o li ha costretti a un'abiura totale..... una vera e propria pulizia etnica, civile e religiosa... Una cosa che questa Europa ormai non può più fare.... ed è per questo che è condannata : con l'Islam non c'è NESSUNA possibilità di mediazione.... O noi o loro. E la scelta, qui in Europa occidentale, ormai temo sia già stata fatta.

Alberto Pento
Questo della Spagna è un buon esempio, forse l'unico; mi pare che anche la Cina lo stia seguendo.

Alberto Pento
Reconquista
https://it.wikipedia.org/wiki/Reconquista
La Reconquista ([rekoŋˈkista], spagnolo e portoghese per "riconquista") fu il periodo durato 750 anni in cui avvenne la riconquista dei regni moreschi musulmani di al-Andalus (dall'arabo الأندلس: come i musulmani chiamavano la parte di Penisola iberica da loro dominata dove si trovano le attuali Spagna e Portogallo meridionali) da parte degli eserciti cristiani, che culminò il 2 gennaio 1492, quando Ferdinando e Isabella, Los Reyes Católicos ("I Re Cattolici"), espulsero dalla penisola l'ultimo dei governanti musulmani, Boabdil di Granada, unendo gran parte della Spagna odierna sotto il loro potere (la Navarra verrà incorporata solo nel 1512). Il Portogallo invece era già nato nel 1139 come regno completamente autonomo.

Alberto Pento
Moriscos
https://it.wikipedia.org/wiki/Moriscos_ ... _religioso)
Col nome di moriscos (in spagnolo, da moro) e mouriscos (in portoghese) si indicano i discendenti dei musulmani di al-Andalus (mori) dopo che furono forzati ad abbracciare la religione cristiana fra il 1492, anno del completamento della Reconquista, e il 1526.
Col nome di moriscos si indicano i musulmani di Spagna che abbracciarono forzatamente la religione cristiana fra il 1492, anno della fine della Reconquista, e il 1526. Il nome fu peraltro usato, con connotazione dispregiativa, anche per i loro discendenti, fino alla definitiva espulsione dei musulmani, decretata nel quinquennio 1609-1614.
Per i musulmani cui - in cambio di un tributo - era stato invece consentito vivere nei territori cristiani precedenti la Reconquista della Penisola iberica, si era usata invece la parola castigliana mudéjar o quella catalana mudeixar.

Francesco Birardi
Peccato solo che lo stesso destino sia stato riservato anche agli ebrei (i "marrani"), che non c'entravano niente, ma erano altri tempi e altra gente. E la cosa realmente importante era cacciar via i musulmani. Ora stanno tornando in gran forze... e noi non abbiamo più né un Cid Campeador né un Santiago Matamoros....
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Re: Asia Bibi cristiana liberata dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 8:10 am

Uiguri: repressione cinese contro i musulmani dello Xinjiang
di Laura Filios

https://www.osservatoriodiritti.it/2018 ... e-xinjiang

«Le guardie ci hanno detto che noi uiguri, insieme ai kazaki, siamo i nemici della Cina, che ci vogliono uccidere, che ci vogliono far soffrire e che non ci possiamo fare niente». A parlare è Nur (pseudonimo), ex prigioniero prima in un centro di detenzione poi in un “campo di rieducazione”. Strutture, queste ultime, che le autorità cinesi hanno costruito nella regione occidentale dello Xinjiang per sradicare la cultura e l’identità della minoranza turcofona musulmana che la abita e che da sempre rivendica una propria autonomia da Pechino.

A raccogliere la sua testimonianza è stata Maya Wang, ricercatrice senior per la Cina di Human Rights Watch e una delle autrici del rapporto Sradicare i virus ideologici: la campagna di repressione cinese contro i musulmani dello Xinjiang, presentato oggi dalla ong.

La colpa di Nur? Forse il fatto che un suo parente abbia chiesto asilo politico all’estero. Ma ancora oggi non ne ha la certezza:

«Alle 10 del mattino, cinque agenti di polizia si sono presentati a casa mia senza alcun mandato. Mi sono rifiutato di andare, ma loro mi hanno preso con la forza. Mi hanno detto che avevo “messo in pericolo la sicurezza dello stato” e che avevo “ospitato terroristi” – un mio parente aveva cercato asilo politico all’estero – quindi forse si riferivano a questo, ma non hanno detto nient’altro. Allora ho chiesto che prove avessero. Come potevano trattenermi senza ragione? E loro hanno risposto che dovevo firmare un documento, ma io mi sono rifiutato».

Il rapporto conferma: un milione di detenuti uiguri

Fino a qualche mese fa si aveva un’idea approssimativa degli effetti collaterali di “Strike Hard”, la campagna contro “l’estremismo religioso” che aveva colpito duramente gli uiguri lanciata da Pechino nel 2014, dopo una serie di attentati in questa lontana regione della Repubblica Popolare. Ma il documento presentato oggi da Human Rights Watch non sembra lasciare alcun margine ai fraintendimenti.

newsletter osservatorio dirittiIl rapporto, che parla di oltre un milione di detenuti nei cosiddetti campi di rieducazione, si basa principalmente sulle testimonianze di 58 ex residenti, tra cui 5 ex prigionieri e 38 parenti di detenuti, raccolte tra marzo e agosto del 2018. Diciannove degli intervistati hanno lasciato il paese nell’ultimo anno e mezzo.

Dal Tibet la soluzione contro “l’estremismo” in Xinjiang

Il livello di repressione nei confronti degli uiguri è aumentato con l’arrivo nel 2016 dell’ex segretario del Partito Comumista in Tibet, trasferito qui due anni fa.

«Dopo l’arrivo di Chen Quanguo, le autorità dello Xinjiang hanno diviso le persone in tre categorie: quelle di cui ci si può fidare, una più “generica” e quelle di cui non ci si può fidare. Poi hanno fatto sapere che quelle di cui non ci si può fidare devono essere messe “in luoghi sicuri”. E quali sarebbero questi “luoghi sicuri”? I campi di rieducazione», spiega Ilham (pseudonimo), che nel 2017 ha deciso di lasciare il paese.

Campi di rieducazione, strutture fuori dalla legge

Da allora, gli agenti hanno intensificato le detenzioni arbitrarie di massa nei centri di reclusione preventiva e nelle carceri, entrambi strutture formali, ma anche nei campi di rieducazione politica, che invece non hanno alcun fondamento secondo la legge cinese. Qui i turco-musulmani sono costretti a imparare il cinese e a lodare il Partito comunista. Coloro che resistono o che si ritiene non abbiano “imparato” vengono puniti.

A chi viene riunchiuso in questi campi non viene mossa alcuna accusa formale, per questo non hanno diritto né a un processo, né possono contattare gli avvocati o vedere la famiglia.

Nel rapporto ci sono nuove prove relative ad arresti, torture, maltrattamenti e a controlli sempre più pervasivi nella vita quotidiana delle persone. A quanto pare, infatti, le autorità cinesi sottopongono gran parte della popolazione uigura (circa 13 milioni in tutto) a restrizioni così straordinarie sulla vita personale che, per molti aspetti, essere rinchiuso o essere libero non fa una gran differenza.

Una combinazione di misure amministrative, checkpoint e controlli del passaporto che limitano in modo del tutto arbitrario i movimenti. Non solo. L’indottrinamento politico è persistente anche al di fuori dai campi e comprende l’essere presenti agli alzabandiera del partito, a incontri politici e la frequenza obbligatoria di “scuole serali” di mandarino.

Il grande fratello cinese: controllato tutto il territorio

Gli sforzi per monitorare gli uiguri includono l’uso di tecnologie moderne e spesso all’avanguardia, di sorveglianza e biometriche. Uno stato di controllo totale, reso sistematico da un’altra campagna lanciata a dicembre del 2017 sempre dal governo centrale, Becoming Family (Diventando famiglia)

Si tratta di un programma di soggiorno obbligatorio, applicato sopratutto nelle zone rurali, per cui più di un milione di quadri del partito comunista trascorrono almeno cinque giorni ogni due mesi nelle case degli abitanti dello Xinjiang.

Con livelli senza precedenti di repressione delle pratiche religiose, le autorità hanno di fatto messo al bando l’islam. Portare la barba, indossare l’hijab, salutare con la frase in arabo “As-Salaam-Alaikum”, astenersi dal bere alcol o dal fumare, sono tutti atteggiamenti considerati sospetti, motivi per cui si può finire in un campo di rieducazione.

Ma anche il fatto di avere un passaporto straniero, di essere stati all’estero in uno dei 26 paesi “sensibili”, nella cui lista ufficiale compaiono Kazakistan, Turchia, Russia e Emirati Arabi Uniti. Lo stesso vale per l’utilizzo di strumenti di comunicazione stranieri come WhatsApp. Niente che costituisca davvero un crimine.

«Ho conosciuto un ragazzo… è stato preso perché aveva impostato l’orologio con l’ora (non ufficiale) di Urumqi (la capitale dello Xinjiang). Hanno detto che per questo era sospettato di terrorismo. Conosco tre proprietari di ristoranti, loro sono stati presi in custodia perché non permettevano ai clienti di fumare e bere alcolici all’interno dei loro locali. Le autorità hanno bandito tutto ciò che è “islamico”».

Il documento di Human Rights Watch non fa che corroborare quanto ribadito il 13 agosto scorso dal Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (Cerd). In quell’occasione, ad accusare Pechino era stata l’americana Gay McDougall, vice presidente dell’istituzione.

«Sulla base di numerosi rapporti che abbiamo ricevuto, posso affermare che il governo cinese, in nome della lotta all’estremismo religioso e al fine di mantere una stabilità sociale, sta trasformando la regione autonoma della Xinjiang in qualcosa che ha tutto l’aspetto di un immenso campo di internamento avvolto nel segreto, una “no rights zone”, una zona al di fuori del diritto».

La Cina parla di «campi di formazione professionale»

Le accuse sono state respinte dai rappresentanti delle autorità della Repubblica Popolare, che comunque non hanno portato alcuna prova a sostegno della propria tesi. Anzi, l’immagine che Pechino dà dei campi è una versione edulcorata e idealizzata.

«Il governo ne parla in termini di “centri di rieducazione e formazione professionale” per “criminali autori di reati minori”», spiega Wang.

Eppure a nessuno è concesso il permesso per un sopralluogo. Né alle Nazioni Unite, né alle organizzazioni che difendono i diritti umani, né tantomeno ai giornalisti. Anzi, quelli che fanno inchieste sgradite vengono di fatto espulsi. Come è successo a Megha Rajagopalan, capo dell’ufficio pechinese di BuzzFeed News, a cui ad agosto è stato negato il rinnovo del visto dopo la pubblicazione di un suo reportage sulla condizione degli uiguri nello Xinjiang.
Uiguri: violazioni dei diritti umani e geopolitica

Secondo la ong si sta assistendo a una repressione imponente e sistematica, ma che rischia di passare inosservata a causa del peso che la Cina riveste in questo momento storico sullo scacchiere internazionale.

Un ufficiale governativo scansiona un QR code sulla parete di una casa nell Xinjiang per avere accesso alle informazioni personali dei residenti – Fonte: Xinjiang state radio

È evidente che Pechino non prevede un costo politico significativo per la sua campagna di repressione nello Xinjiang, in parte anche a causa della sua influenza all’interno del sistema delle Nazioni Unite, essendo un membro permanente del Consiglio di sicurezza.

«Il governo cinese sta commettendo violazioni dei diritti umani nello Xinjiang su una scala che è rimasta invisibile per decenni», ha affermato Sophie Richardson, direttrice cinese di Human Rights Watch. «La campagna “Strike Hard” è un test chiave per stabilire se le Nazioni Unite e i governi interessati sanzioneranno una Cina sempre più potente per porre fine a questo abuso».



Francesco Birardi
I cinesi (e i russi) non hanno le nostre remore morali (anzi moralistiche) sanno bene in che lingua bisogna parlare ai musulmani (l'unica che capiscono) e non sono quindi come noi avviati al suicidio.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 2:55 pm

I criminali nazi maomettani non l'hanno ancora liberata
Giulio Meotti

https://www.facebook.com/antonello.busa ... 9321823482

Si mette male per Asia Bibi. Rimandata la liberazione della donna cristiana a causa delle proteste di massa in Pakistan, dove ieri sono state bruciate anche le foto di questa povera madre torturata per 10 anni. Sono falliti i colloqui fra il governo e gli islamisti che ieri hanno detto: “Siamo pronti a morire per amore del Profeta”. Arrestati due detenuti che volevano strangolarla in carcere. Urge un blitz di qualche intelligence straniera per prelevarla e portarla in salvo, prima che questi luridi fanatici le facciano fare la fine di Maria Antonietta.



Alberto Pento
Con questi criminali occorre solo la forza e la violenza, se serve per legittima difesa vanno uccisi e se necessario sterminati in massa così potranno morire per il loro profeta criminale.
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Re: Asia Bibi cristiana assolta dopo 10 anni di prigione

Messaggioda Berto » ven nov 02, 2018 3:38 pm

Pakistan: Vita o morte per la "blasfema" cristiana?
Raymond Ibrahim

https://it.gatestoneinstitute.org/13147 ... ibi-apello


Asia Bibi e due dei suoi cinque figli, fotografata prima che venisse rinchiusa nel braccio della morte, nel 2010, per "blasfemia".

Il 9 ottobre, presso la Corte Suprema del Pakistan si è aperta l'udienza finale del processo di una donna cristiana detenuta da quasi un decennio nel braccio della morte con l'accusa di aver offeso il profeta Maometto, fondatore dell'Islam. Il destino della donna è ora segnato: "I giudici hanno emesso la sentenza, ma è riservata", ha riferito Mehwish Bhatti, della British Pakistani Christian Association, il quale era all'esterno del tribunale.

Aasiya Noreen – meglio conosciuta come "Asia Bibi" – è una donna di 47 anni moglie e madre di cinque figli che è stata accusata di aver violato circa un decennio fa la famigerata legge sulla blasfemia.

Secondo la sua autobiografia, Blasphemy: A Memoir: Sentenced to Death Over a Cup of Water, il 14 giugno 2009, Asia Bibi era andata al lavoro in un campo a raccogliere bacche. Sebbene fosse abituata a essere emarginata dalle altre donne impegnate nello stesso lavoro a causa della sua fede cristiana, quell'afoso giorno estivo la situazione precipitò quando la donna si recò a prendere dell'acqua da un pozzo comune.

"Non bere quell'acqua, è haram [impura]!" le urlò una donna lì vicino, la quale, rivolgendosi poi alle altre donne che lavoravano nel campo, disse: "Ascoltate tutte, questa cristiana ha sporcato l'acqua nel pozzo bevendo dalla nostra tazza e immergendola più volte. Ora l'acqua è impura e non possiamo berla! A causa sua!" (Tali convinzioni non sono rare nel mondo musulmano. In un video, un religioso egiziano esprime il suo grande disgusto nei confronti dei cristiani, e figuriamoci come potrebbe bere da una tazza che è stata semplicemente toccata da un cristiano!)

La discussione poi degenerò e le donne iniziarono a chiedere ad Asia Bibi di convertirsi all'Islam per salvarsi. E lei rispose: "Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l'umanità?"

Un articolo sintetizza così quanto accadde dopo:

Dopo questo, [Asia] Bibi disse che le donne iniziarono a urlare, a sputarle addosso e l'aggredirono fisicamente. Lei corse a casa spaventata. Meno di una settimana dopo, Asia Bibi si recò a raccogliere la frutta in un altro campo, e si trovò davanti una folla in rivolta, guidata dalla donna che per prima l'aveva urlato contro.

La folla la circondò, la percosse e la condusse al villaggio, al grido di "Morte! Morte ai cristiani!"

L'imam del villaggio disse: "Mi è stato detto che hai offeso il nostro Profeta. Sai cosa succede a chiunque attacchi il nostro santo Profeta Maometto. Puoi redimerti solo con la conversione o la morte".

E Asia Bibi dichiarò: "Non ho fatto nulla. Per favore, ti scongiuro, non ho fatto nulla di sbagliato".

La Bibi fu portata alla stazione di polizia del villaggio, coperta di sangue, e lì la polizia la interrogò e redasse un rapporto. Fu poi fatta salire su un'auto e condotta direttamente in prigione.

E da allora si trova in quella cella.

Nonostante le contraddittorie deposizioni dei testimoni, alla fine del 2010, un tribunale del Punjabi la condannò a morte, davanti a folle esultanti. Da allora, "sono stata rinchiusa, ammanettata e incatenata, bandita dal mondo e in attesa di morire" ha dichiarato Asia Bibi nella sua autobiografia clandestina. "Non so quanto tempo mi rimane da vivere. Ogni volta che si apre la porta della mia cella, il mio cuore batte più forte. La mia vita è nelle mani di Dio e non so cosa ne sarà di me. È una esistenza crudele e brutale".

C'è anche la sofferenza del marito e dei cinque figli: "La amo davvero e mia manca la sua presenza. Non riesco a dormire la notte perché mi manca". Ha spiegato una volta Ashiq Masih:

"Mi manca il suo sorriso. Mi manca tutto di lei. È la mia anima gemella. Non riesco a vederla in prigione. Mi si spezza il cuore. La vita è inesistente senza di lei (...) i miei figli piangono per la loro madre, sono distrutti. Ma cerco di dar loro speranza, dove posso".

Tutto questo per una domanda retorica – "Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l'umanità?" – varianti della quale sono avanzate da secoli dai non musulmani. Verso la fine del 1390, ad esempio, l'imperatore romano Manuele II Paleologo rispose a un gruppo di studiosi musulmani intenzionati a convertirlo all'Islam dicendo:

"Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo e vi troverai soltanto cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava".

Più di 600 anni dopo, nel 2006, quando Papa Benedetto [XVI] menzionò questa affermazione, una serie di tumulti anticristiani scoppiarono nel mondo musulmano, le chiese vennero bruciate e una suora italiana che aveva dedicato la sua vita a occuparsi degli ammalati e dei bisognosi della Somalia fu assassinata in quel paese.

In Pakistan, tuttavia, una simile "giustizia vigilante" è solo un modo per vendicare l'onore di Maometto. Ai sensi dell'articolo 295 comma C del codice penale pakistano:

"Chiunque, oralmente o per iscritto, o con rappresentazioni visive, o con attribuzioni, o con allusioni o insinuazioni, direttamente o indirettamente, profani il sacro nome del Santo Profeta Maometto (la pace sia con lui) verrà punito con la morte e sarà anche soggetto a una multa".

Poiché i non musulmani – in particolare i cristiani, i quali per definizione sono noti per rifiutare la profezia di Maometto – hanno maggiori probabilità di essere sospettati di blasfemia, e poiché la parola di un cristiano non è valida contro la parola di un musulmano, le accuse di blasfemia lanciate dai musulmani nei confronti dei cristiani sono comuni e comportano abitualmente la reclusione in carcere, le percosse e perfino l'uccisione dei cristiani (come quando 1.200 musulmani, nel 2014, bruciarono viva di proposito una giovane coppia cristiana per presunte offese all'Islam).

In altre parole, la storia di Asia Bibi è la famosa punta di un grande iceberg, seppur occulto. Sembra che in Pakistan non passi un mese – a volte nemmeno una settimana – senza che qualche musulmano accusi dei cristiani di offendere Maometto, spesso solo per risolvere una questione personale (si veda qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui) o per appropriarsi dei terreni (si veda qui, qui, qui e qui). Episodi a cui fanno seguito i consueti disordini, gli incendi alle chiese, i pestaggi, l'espulsione dei cristiani e per finire l'arresto e la reclusione del presunto "blasfemo".

Anche se il caso di Asia Bibi ha suscitato indignazione in tutta la comunità internazionale, tutti gli appelli lanciati da quasi dieci anni per il suo rilascio sono caduti nel vuoto. Questo rigetto delle istanze non è tanto dovuto al fatto che le autorità pakistane sono determinate a giustiziarla – un infedele non vale le critiche e il disprezzo da parte del mondo – ma quanto piuttosto al fatto che discolparla per salvare la faccia davanti al mondo intero gli farebbe immediatamente perdere la faccia con molti di loro. Questa considerazione è il motivo per cui, ogni volta che si parla seriamente della possibilità che Asia Bibi possa essere risparmiata, spesso ne derivano proteste e tumulti. Come ha spiegato una volta Ashuq Masih, il marito di Asia Bibi, "i maulvi [le guide religiose] la vogliono morta. Hanno annunciato un premio [in denaro] (...) per chiunque uccida Asia. Hanno perfino dichiarato che se la Corte la assolverà, garantiranno che la pena di morte resti valida".

Anche le autorità che sono solidali o schierate dalla parte di tali "blasfemi" vengono prese di mira. Due dei principali sostenitori di Asia Bibi, ad esempio, il governatore Salmaan Taseer e Shabaz Bhatti, ministro per le Minoranze religiose, furono assassinati nel 2011. Taseer fu ucciso con 27 colpi di pistola da Mumtaz Qadri, la sua guardia del corpo. Dopo l'omicidio, più di 500 religiosi musulmani espressero il loro sostegno a Qadri e lo fecero lanciando petali di rosa.

Questo è forse il motivo per cui le autorità pakistane continuano a procrastinare l'emissione del verdetto finale – per dare alla Bibi il tempo di morire in carcere "per morte naturale" – come è accaduto ad altri cristiani, in circostanze "misteriose". Invece di placare il mondo, facendo però infuriare gli islamisti rilasciandola, o anziché rabbonire gli islamisti, facendo tuttavia inorridire il mondo condannandola a morte, il sistema giudiziario pakistano ha abbandonato da dieci anni Asia Bibi nella trappola mortale di una cella, dove le condizioni terribili, i gravi maltrattamenti, la negazione delle cure mediche, gli abusi psicologici e le percosse avrebbero dovuto portarla alla morte, come è stato fatto a molti altri prima di lei.

Tuttavia, nonostante le vessazioni, "è psicologicamente, fisicamente e spiritualmente forte", ha dichiarato pochi giorni fa il marito di Asia Bibi. "Avendo una fede molto forte, è pronta a morire per Cristo. Non si convertirà mai all'Islam".

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Nella sua autobiografia, Asia Bibi si chiede "se oggi essere cristiani in Pakistan non sia soltanto un fallimento, o una nota a tuo sfavore, ma di fatto un crimine". Il suo interrogativo sta per trovare definitivamente una risposta da parte della Corte Suprema del Pakistan.

"In tutto il Pakistan e anche in molte parti del mondo, il senso di attesa (...) per la sentenza finale del processo ad Asia Bibi è ai livelli massimi", ha asserito Leighton Medley della British-Pakistani Christian Association riguardo alla recente udienza finale. "Qui in Pakistan, si avverte la sensazione che, ancora una volta, si stiano tracciando le linee di battaglia: la battaglia fra coloro che sostengono l'odio e l'intolleranza e coloro che combattono per la pace e la giustizia".

Di conseguenza, negli ultimi giorni, i cristiani di tutto il mondo hanno pregato e digiunato, mentre sui social media i musulmani estremisti hanno invocato tumulti, se la "blasfema" sfuggirà alla morte. In ogni caso, "ci saranno proteste da entrambi i lati e scommetto che ci saranno guai in vista", ha aggiunto Medley.

"È davvero il D-Day per Asia, questo è il countdown finale per Asia e sapremo presto se gli estremisti vinceranno o perderanno. E se ci saranno pace e giustizia in Pakistan o solo più odio, pregiudizi e intolleranza che purtroppo sono arrivati a contraddistinguere oggi il paese."

Raymond Ibrahim è autore di un nuovo libro , Sword and Scimitar, Fourteen Centuries of War between Islam and the West, è Distinguished Senior Fellow press oil Gatestone Institute e Judith Rosen Friedman Fellow presso il Middle East Forum.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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