I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

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Messaggioda Berto » gio set 20, 2018 7:00 pm

Migranti, ora l'Ungheria sfida l'Onu: "Gli illegali non entreranno mai"
Francesco Curridori - Mer, 19/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lun ... 78121.html

Peter Szijjarto, ministro degli Esteri dell'Ungheria ha accusato l'Onu di "diffondere bugie" sulla politica migratoria del suo paese ma ha assicurato: "Non faremo entrare alcun immigrato illegale"

"L'Ungheria non sarà mai un paese di migranti, proteggeremo sempre la sicurezza del popolo ungherese". A dirlo al Consiglio Onu per i diritti umani a Ginevra è Peter Szijjarto, ministro degli Esteri ungherese che ha anche accusato le Nazioni Unite di "diffondere bugie" sulla politica migratoria del suo paese.

"E' ovvio che i funzionari Onu, che diffondono bugie sull'Ungheria, sono funzionari di parte, pro-migrazione", ha detto il ministro degli Esteri ungherese ribadendo che Budapest"non permetterà mai ad un singolo immigrato illegale di entrare nel paese". Intanto Pal Volner, segretario di Stato del ministero della Giustizia, ha confermato all'agenzia di stampa Mti che la legge che punisce chiunque aiuti i migranti non sarà ritirata. "Difende il nostro paese e l'Europa", ha sostenuto. La Commissione europea ha aperto un procedimento per infrazione contro il pacchetto di leggi che prevede fino a un anno di carcere per aiuto all'immigrazione clandestina, anche fornito attraverso l'ospitalità in casa. L'obiettivo del Parlamento ungherese, che, poi, ha approvato una legge che introduce una tassa straordinaria del 25% alle ong che "appoggiano l'immigrazione illegale", è quello di impedire che la composizione etnica della popolazione sia modificata "attraverso una volontà esterna".

Mercoledì scorso il Parlamento europeo aveva votato l'attivazione dell'articolo 7 del Trattato di Lisbona contro l'Ungheria in quanto Paese ritenuto irrispettoso degli standard comunitari. Sarà il prossimo Consiglio europeo a decidere se e che tipo di sanzioni comminare a Budapest, in un meccanismo di voto che prevede l'unanimità.
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Messaggioda Berto » ven set 21, 2018 8:13 pm

Il ministro Trenta: "Sbloccata missione in Niger per il controllo dei flussi migratori"
L'annuncio del ministro Trenta
Luca Romano - Gio, 20/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78473.html

"Ce l'abbiamo fatta: dopo 8 mesi di impasse abbiamo sbloccato la missione in Niger per il controllo dei flussi migratori".

A dichiararlo il ministro della Difesa Elisabetta Trenta su Facebook. "L'Italia entrerà in pieno supporto del governo nigerino e assisterà le autorità locali attraverso delle unità di addestratori, uomini e donne delle Forze Armate con alte specialità e professionalità, articolati in Mobile Training Teams che formeranno le forze nigerine al fine di rafforzare il controllo sul territorio. Tutto questo, seguendo ovviamente le esigenze, le richieste e le necessità di Niamey".

E ancora: "Nello specifico, l'obiettivo sarà arginare, insieme, la tratta di esseri umani e il traffico di migranti che attraversano il Paese, per poi dirigersi verso la Libia e in definitiva imbarcarsi verso le nostre coste. Si tratta di un grandissimo risultato di questo governo, dopo mesi e mesi di immobilismo durante il quale, l'Italia, ha tuttavia continuato a dare il suo supporto alla popolazione sul piano umanitario, inviando medicinali. Ringrazio l'esecutivo nigerino e lo ringrazierò di persona ad ottobre, quando avrò il piacere di ricevere il mio omologo, il ministro della Difesa, a Roma. Sarà un piacere accoglierlo e dargli il benvenuto a nome del Paese".
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Messaggioda Berto » sab set 22, 2018 8:38 am

Matteo Salvini, la crisi con il Quirinale sul decreto migranti: Mattarella non vuole firmare
21 Settembre 2018

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... sione.html

La prima vera crisi politica che si sta affacciando sul governo Lega-M5s rischia di scoppiare sul decreto migranti voluto a gran forza da Matteo Salvini e di fatto frenato da un duplice fronte. Il primo è quello grillino, una sorta di ritorsione dopo i messaggi di cautela della Lega sulla manovra che allontanano il progetto del reddito di cittadinanza. Il secondo ben più serio arriva dal Quirinale, che nel decreto salviniano non ravvede il carattere di urgenza. Sergio Mattarella non sarebbe del tutto convinto su alcune disposizioni, come riporta Repubblica, tanto da essere tentato di non firmarlo.

Dal Colle non ammetteranno mai l'esistenza di un vero e proprio braccio di ferro con il Viminale, Salvini però non ne fa segreto. I dubbi di Mattarella si sarebbero concentrati sulle norme contenute nel testo, dove potrebbero essere violati alcuni principi costituzionali. Salvini ha imposto come scadenza lunedì, ma per il momento il Capo dello Stato sembra poco intenzionato a firmare il testo, non trovando motivi di urgenza tipici di un decreto.

Tra i punti che creano perplessità c'è la restrizione dei permessi umanitari, primo passaggio per ottenere l'asilo politico. Poi c'è la revoca della cittadinanza italiana agli stranieri per reati sempre più numerosi. In più la sospensione del processo di cittadinanza in alcuni casi fissati dal provvedimento. La linea del decreto è dichiaratamente anti-immigrati, la preoccupazione di Mattarella è il rispetto dei principi costituzionali. Il braccio di ferro è appena cominciato.



Ecco il decreto anti-clandestini: "Risparmieremo 1,5 miliardi"
Chiara Giannini - Gio, 20/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78203.html

Oggi il testo in Consiglio dei ministri: centri in ogni regione e stretta sui permessi. Il ministro: no a cattivismo o fascismo

Andrà oggi in discussione al Consiglio dei ministri, insieme a quello per la sicurezza, il decreto immigrazione voluto da Matteo Salvini.

Il vicepremier ha spiegato ieri che all'interno del documento ci sono «alcuni passaggi che faciliteranno le espulsioni. Penso al raddoppio dei tempi di trattenimento dei clandestini nei Cpr (che passa a 180 giorni), penso ai nuovi centri per il rimpatrio che saranno ultimati entro fine anno: ne abbiamo chiesto uno in ogni Regione, quello che non c'è nel decreto sono i nuovi accordi per i rimpatri con i Paesi di provenienza. Stiamo lavorando con tutte Regioni, c'è collaborazione, l'unico buco, evidentemente per un pregiudizio politico, è in Toscana».

Nei 15 articoli del documento si parte dall'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Sarà eliminata «la possibilità per le Commissioni territoriali e per il questore di valutare, rispettivamente, la sussistenza dei gravi motivi di carattere umanitario e dei seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano». Saranno sostituiti con permessi per meriti civili o per cure mediche o se il Paese di origine vive una calamità naturale. È prevista anche la revoca della protezione umanitaria ai così detti «profughi vacanzieri», ovvero a coloro che hanno lo status di profugo e poi tornano in ferie nella Patria d'origine. I fondi destinati ai rimpatri saranno pari a 500mila euro per l'anno in corso, e un milione e mezzo di euro per i prossimi due. E di costi parla anche Salvini a Stasera Italia su Rete4: «Stiamo raddoppiando i centri, stiamo riducendo i costi: queste operazioni e minori sbarchi - da 100mila a 20mila - significano un risparmio di almeno un miliardo e mezzo di euro all'anno». Dei risparmi «una piccola parte, circa 400 milioni li reinvestiremo in assunzioni di poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco».

Un punto fondamentale è poi quello della protezione internazionale. Ciò che il Viminale sta facendo è cercare di ampliare il catalogo di reati che «in caso di condanna definitiva - si legge - comportano il diniego o la revoca della protezione internazionale, inserendovi ipotesi delittuose di particolare gravità che destano allarme sociale». Si pensa in particolare a violenza sessuale, detenzione di stupefacenti, minaccia a pubblico ufficiale, mutilazione degli organi genitali, rapina ed estorsione.

Sarà poi più difficile ottenere la cittadinanza, anche in considerazione del periodo ad alto rischio terroristico. Sarà limitata, pertanto, la possibilità di essere cittadini italiani «ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo status civitatis italiano del loro ascendente». Si cancellerà, però, il trattamento discriminatorio «che aveva colpito le donne che avevano perduto la cittadinanza avendo contratto matrimonio con un cittadino straniero». La cittadinanza sarà, invece, tolta a coloro che costituiranno un pericolo per la sicurezza nazionale.

Salvini dichiara guerra anche agli avvocati che si arricchiscono proponendo cause, spesso assurde, in difesa dei migranti. Il documento «allinea la disciplina prevista per il processo civile a quella già in vigore per il processo penale, escludendo che il difensore della parte ammessa al gratuito patrocinio abbia diritto all'anticipazione di spese e onorari a carico dell'erario quando l'impugnazione è dichiarata improcedibile o inammissibile». Si pensa anche a snellire la gestione delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, per evitare che si possa presentare più volte la domanda allo scopo di impedire un provvedimento di allontanamento. «Non credo - conclude Salvini - che ci siano rilievi di incostituzionalità, di cattivismo, di razzismo o di fascismo».



Accoglienza, negli Sprar solo i rifugiati
Antonella Aldrighetti - Ven, 21/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78613.html

Gli immigrati da identificare andranno nei Cas e nei Cara. Protesta l'Anci

È in arrivo la stretta sulla cosiddetta seconda accoglienza negli Sprar. Al Viminale i funzionari sono già al lavoro per rivedere i termini di attuazione delle norme che regolano l'erogazione dei servizi per i richiedenti asilo e i rifugiati.

Sprar appunto. E con i tagli da realizzare ritornerà nelle casse dell'erario anche una fetta importante di denaro pubblico: almeno 50 milioni di euro all'anno che non verranno più erogati ai comuni ospitanti ma anche altrettanti 200 milioni di fondi per i progetti di inclusione e inserimento lavorativo.

Insomma dopo l'approvazione del dl immigrazione e sicurezza le forbici passano all'accoglienza diffusa, quella che interessa, a oggi, circa 3mila degli 8mila comuni della penisola. Quanto ai beneficiari, circa 5mila, il primo tassello della modifica riguarderà proprio loro. L'immigrato che verrà accolto e inserito nei progetti di accoglienza diffusa, d'ora in avanti, sarà soltanto quello che ha acquisito il titolo di rifugiato oppure ha passato una prima selezione tra i richiedenti asilo. Vale a dire che il cittadino eritreo, somalo o siriano, di cui la commissione territoriale ha potuto verificare la reale provenienza ha buona possibilità di ottenere l'asilo in quanto proveniente da aree in cui sono in atto conflitti bellici. Gli altri immigrati invece, privi di documenti, identità e provenienza certa o ancora, di minore età non facilmente certificabile dovranno attendere che la propria domanda venga processata e infine accolta. Piuttosto che nei consessi destinati allo Sprar rimarranno ospiti delle strutture di prima accoglienza, i grandi centri Cas o Cara. Ossia l'accoglienza straordinaria.

Certo è che questo disegno di revisione sistematica non piace alla maggioranza di coloro che negli ultimi anni si sono occupati di accoglienza diffusa. Queste stesse realtà si sono riunite a consiglio per chiedere unanimemente di discutere i nuovi dettati di Matteo Salvini e i correlati attuativi, pregando inoltre il premier Conte di bloccarne l'approvazione. Se l'idea del Viminale è quella di preparare gli stranieri all'integrazione già nei centri di accoglienza dove possono essere esaminati comportamenti e propensioni, l'Anci è di tutt'altra idea. L'associazione dei comuni italiani si dice fortemente critica in merito all'impatto i sui territori anche in termini di ordine pubblico. Eppure il risvolto di questa posizione non è di poco conto: l'introito che la fondazione dell'Anci, Cittalia, gestisce. Una ventina di milioni di euro a biennio per la ripartizione dei migranti nei comuni, o semplicemente per contare gli ingressi nella seconda accoglienza dei richiedenti asilo.
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I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

Messaggioda Berto » dom set 23, 2018 9:04 pm

Migranti, il Papa: dilagano nuove forme di xenofobia e razzismo
ANDREA TORNIELLI
2018/09/20

https://www.lastampa.it/2018/09/20/vati ... agina.html

Il Papa denuncia il «dilagare di nuove forme di xenofobia e di razzismo», nel discorso consegnato ai partecipanti ad una conferenza promossa a Roma in questi giorni dal Vaticano, «sentimenti che a molti parevano superati», punta il dito contro chi, in politica, cede «alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali» e promette a coloro che «traggono giovamento economico» dal «sistema di precariato e di sfruttamento» in cui vivono gli stranieri, che «dovranno rendere conto davanti a Dio delle scelte che hanno operato». Francesco ha richiamato alla loro responsabilità educatori, mass media, leader religiosi, e in particolare i cristiani, la cui fede «è una chiamata ad andare controcorrente, a riconoscere, accogliere e servire Cristo stesso scartato nei fratelli».

“Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto delle migrazioni mondiali” è il tema della conferenza organizzata in questi giorni a Roma dal Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal World Council of Churches (Wcc), con la collaborazione del pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani.

«Cari amici, buongiorno! Ho scritto un discorso da leggere, ma è un po’ lunghetto…», ha esordito il Papa. «Per questo preferisco dirvi due o tre parole dal cuore e poi salutarvi ad uno ad uno: questo per me è molto importante. Vi prego di non offendervi». Nel discorso consegnato ai presenti e diffuso dalla Sala Stampa vaticana, Jorge Mario Bergoglio afferma: «Viviamo tempi in cui sembrano riprendere vita e diffondersi sentimenti che a molti parevano superati. Sentimenti di sospetto, di timore, di disprezzo e perfino di odio nei confronti di individui o gruppi giudicati diversi in ragione della loro appartenenza etnica, nazionale o religiosa e, in quanto tali, ritenuti non abbastanza degni di partecipare pienamente alla vita della società. Questi sentimenti, poi, troppo spesso ispirano veri e propri atti di intolleranza, discriminazione o esclusione, che ledono gravemente la dignità delle persone coinvolte e i loro diritti fondamentali, incluso lo stesso diritto alla vita e all’integrità fisica e morale. Purtroppo – prosegue il Papa – accade pure che nel mondo della politica si ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali».

«La gravità di questi fenomeni non può lasciarci indifferenti. Siamo tutti chiamati, nei nostri rispettivi ruoli, a coltivare e promuovere il rispetto della dignità intrinseca di ogni persona umana, a cominciare dalla famiglia – luogo in cui si imparano fin dalla tenerissima età i valori della condivisione, dell’accoglienza, della fratellanza e della solidarietà – ma anche nei vari contesti sociali in cui operiamo», secondo il Papa, che si rivolge poi a diverse categorie di persone, a partire dai formatori e gli educatori, «ai quali è richiesto un rinnovato impegno affinché nella scuola, nell’università e negli altri luoghi di formazione venga insegnato il rispetto di ogni persona umana, pur nelle diversità fisiche e culturali che la contraddistinguono, superando i pregiudizi» e da chi lavora nei mass media, che ha «il dovere di porsi al servizio della verità e diffondere le informazioni avendo cura di favorire la cultura dell’incontro e dell’apertura all’altro, nel reciproco rispetto delle diversità».

«Coloro, poi, che traggono giovamento economico dal clima di sfiducia nello straniero, in cui l’irregolarità o l’illegalità del soggiorno favorisce e nutre un sistema di precariato e di sfruttamento – talora a un livello tale da dar vita a vere e proprie forme di schiavitù – dovrebbero fare un profondo esame di coscienza, nella consapevolezza che un giorno dovranno rendere conto davanti a Dio delle scelte che hanno operato», secondo Francesco.

«Di fronte al dilagare di nuove forme di xenofobia e di razzismo, anche i leader di tutte le religioni hanno un’importante missione», afferma ancora il Pontefice argentino nel discorso consegnato ai suoi ospiti: «Quella di diffondere tra i loro fedeli i principi e i valori etici inscritti da Dio nel cuore dell’uomo, noti come la legge morale naturale. Si tratta di compiere e ispirare gesti che contribuiscano a costruire società fondate sul principio della sacralità della vita umana e sul rispetto della dignità di ogni persona, sulla carità, sulla fratellanza – che va ben oltre la tolleranza – e sulla solidarietà. In particolare – prosegue – possano le Chiese cristiane farsi testimoni umili e operose dell’amore di Cristo. Per i cristiani, infatti, le responsabilità morali sopra menzionate assumono un significato ancora più profondo alla luce della fede».

La «dignità di tutti gli uomini, l’unità fondamentale del genere umano e la chiamata a vivere da fratelli, trovano conferma e si rafforzano ulteriormente nella misura in cui si accoglie la Buona Notizia che tutti sono ugualmente salvati e riuniti da Cristo, al punto che – come dice san Paolo – “non c’è giudeo né greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti (… siamo) uno in Cristo Gesù”. In questa prospettiva, l’altro è non solo un essere da rispettare in virtù della sua intrinseca dignità, ma soprattutto un fratello o una sorella da amare. In Cristo, la tolleranza si trasforma in amore fraterno, in tenerezza e solidarietà operativa. Ciò vale soprattutto nei confronti dei più piccoli dei nostri fratelli, fra i quali possiamo riconoscere il forestiero, lo straniero, con cui Gesù stesso si è identificato». Essere cristiani, per il Papa, che nel discorso ringrazia per le iniziative già esistenti ed incoraggia ad ulteriore collaborazione i cristiani delle diverse confessioni, «è una chiamata ad andare controcorrente, a riconoscere, accogliere e servire Cristo stesso scartato nei fratelli».

Nel documento finale licenziato ieri sera, peraltro, i partecipanti alla Conferenza hanno invitato «tutti i cristiani e tutti coloro che sostengono i diritti umani fondamentali per respingere le iniziative populiste incompatibili con i valori del Vangelo». Il nazionalismo populista, si legge tra l’altro nel documento, «è una strategia politica che cerca di appoggiarsi e promuovere i timori dei singoli e dei gruppi al fine di affermare la necessità di una politica autoritaria per proteggere gli interessi del gruppo sociale o etnico dominante presente in un certo territorio. È in nome di questa “protezione” che i leader populisti giustificano il rifiuto di offrire rifugio, ricevere e integrare i singoli o i gruppi di altri paesi, culture o contesti religiosi.
Ma il rifiuto di riceve e aiutare i bisognosi è contrario all'esempio e alla chiamata di Gesù Cristo. Dicendo di proteggere valori o comunità cristiane chiudendo le porte a coloro che cercano un rifugio dalla violenza e dalla sofferenza è inaccettabile e minaccia la testimonianza cristiana nel mondo, e suscita i confini nazionali come idoli».

Il razzismo «è un peccato, sia nelle espressioni individuali che comunitarie, radicalmente incompatibile con la fede cristiana. È presente sia nei Paesi di origine che nei Paesi di approdo.
Le persone di fede devono condannare il razzismo perché nega la dignità umana e il reciproco appartenere ad una unica famiglia umana, e disfa l'immagine di Dio in ogni essere umano». E certo «le preoccupazioni di molte persone e comunità che si sentono minacciate dai migranti – per motivi di sicurezza, ragioni economiche o culturali – devono essere riconosciute e esaminate» tramite il «dialogo» ma «in base ai principi della nostra fede cristiana e dell'esempio di Gesù Cristo, cerchiamo di puntare a una narrativa di amore e speranza, contro la narrativa populista dell'odio e della paura».


Alberto pento
Questo Papa è un bugiardo matricolato, manipolatore della realtà e dei diritti umani, un vero razzista nei confronti di nativi e cittadini italiani ed europei. Questa Papa è una mostruosità idolatra nazi cristiana.
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Messaggioda Berto » lun set 24, 2018 8:00 pm

Migranti, Spagna al collasso: bimbi costretti a dormire in commissariato
Ivan Francese - Lun, 24/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/mig ... 79810.html

La denuncia in procura della polizia catalana: "A decine dormono nei nostri commissariati di Barcellona". Dall'anno scorso gli arrivi sono raddoppiati

La Catalogna non riesce più ad accogliere tutti i migranti minorenni e la situazione è così drammatica che i vertici della polizia hanno sporto una denuncia alla procura dei minori di Barcellona.

I giovani stranieri a decine dormono per terra nei commissariati e sopravvivono solo grazie alla generosità degli agenti, che portano loro cibo e generi di conforto da casa.

Da mesi infatti, la Spagna è travolta da un'ondata di immigrazione che non ha precedenti negli ultimi anni e le strutture di accoglienza non sempre bastano. Di certo non sono sufficienti nella comunità autonoma catalana, dove tutti i centri di accoglienza messi a disposizione dalla Generalitat sono ormai al completo.

Così almeno trenta migranti minorenni, per la stragrande maggioranza di origini nordafricane, da giorni sono ospitati nei commissariati dei Mossos d'Esquadra dei quartieri Sant-Montjuic, Eixample e Ciutat Vella di Barcellona. Strutture che - va da sè - non sono pensate per accogliere dei richiedenti asilo, specialmente se minorenni non accompagnati. Qui dormono per terra o quando va bene sulle panche in legno della sala d'attesa.

La media dei migranti arrivati in Catalogna a luglio e ad agosto è di 125 a settimana, oltre il doppio dell'anno precedente. Nell'ultimo anno a Barcellona ne sono arrivati 2mila Le strutture per accoglierli tutte sono già sottoposte a un'immensa pressione e così le autorità locali hanno chiesto la cooperazione della polizia.

Tuttavia i poliziotti di Barcellona hanno risposto picche: sono sì disposti ad aiutare, ma facendo il loro lavoro e non ospitando nelle proprie caserme "bambini che stanno in condizioni peggiori di quelle che troverebbero in qualsiasi struttura, per quanto sovraffollata", come ha denunciato un agente alla stampa locale. E l'emergenza non si limita solo alla capitale catalana: episodi simili a quelli di Barcellona si registrano in molte altre città della regione, a partire da Tarragona e Girona.
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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 6:06 am

???


Papa Francesco: "Accogliere e integrare i migranti senza minacciare la propria identità"
Sergio Rame - Mer, 26/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 80743.html

Papa Francesco torna a parlare di accoglienza e integrazione. Ma avverte: "Va fatto nella misura che non sia una minaccia contro la propria identità"

"Nei popoli baltici il messaggio sull'apertura è abbastanza avanti. Non ci sono fuochi forti populisti".

Sul volo BT7103, che da Tallinn lo riporta a Roma, papa Francesco incontra i giornalisti per fgare il punto su alcuni temi a lui cari. Si parla del nuovo accordo con la Cina, ma anche della pena di morte e della guerra. Poi, ancora una volta, si finisce per toccare il tema dell'accoglienza. Ma, in questa occasione, Bergoglio invita a farlo "nella misura che non sia una minaccia contro la propria identità".

Durante il volo di ritorno da Tallinn, come riferisce il sito specializzato Vaticaninsider, papa Francesco riferisce che nei discorsi fatti con i presidenti dei paesi baltici, che ha incontrato nei giorni scorsi, le parole "accoglienza" e "apertura" sono state ripetute frequentemente. Questo indica, a suo avviso, "una voglia di universalità nella misura in cui si possa, con lo spazio, il lavoro, l'integrazione, nella misura che non sia una minaccia contro la propria identità". Una condizione che sembra toccare molto il Santo Padre. Che in aereo ci tiene a precisare: "Apertura prudente e ben pensata".

Durante la conferenza stampa sull'aereo che lo riportava a Roma da Tallinn, papa Francesco ha poi rilevato che non ci sono "forti fuochi populisti in Lituania, anche in Estonia e Lettonia". "Sono popoli aperti che hanno voglia di integrare i migranti ma non massicciamente perché non si può, integrarli con la prudenza del governo - riferisce il Pontefice - abbiamo parlato coi due dei tre capi di Stato su questo e Credo che il messaggio è stato ricevuto". Secondo Bergoglio, l'emergenza immigrazione è, in tutto il mondo, "un problema grave e non è facile di studiarlo e in ogni Paese" dal momento che "in ogni luogo ha diverse connotazioni".


Papa nei Paesi baltici: in Lettonia, ci dicono di discriminare, ma scegliamo la fraternità
AsiaNews.it
24/09/2018

http://www.asianews.it/notizie-it/Papa- ... 45029.html

Celebrando la messa nel santuario della Madre di Dio di Aglona, Francesco invita all’accoglienza, “in tempi nei quali sembrano ritornare mentalità che ci invitano a diffidare degli altri, che con statistiche ci vogliono dimostrare che staremmo meglio, avremmo più prosperità, ci sarebbe più sicurezza se fossimo soli”.

Riga (AsiaNews) – “Scommettere di nuovo sul fratello, sulla fraternità universale” anche oggi, “in tempi nei quali sembrano ritornare mentalità che ci invitano a diffidare degli altri, che con statistiche ci vogliono dimostrare che staremmo meglio, avremmo più prosperità, ci sarebbe più sicurezza se fossimo soli”. Accogliere “senza discriminazioni” è l’invito che papa Francesco ha rivolto oggi pomeriggio dalla Lettonia, Paese del quale stamattina aveva lodato a più riprese la capacità di vivere insieme, celebrando messa davanti al santuario della Madre di Dio di Aglona.

Sotto un cielo che a tratti lascia scendere la pioggia, ci sono decine di migliaia di fedeli (nella foto). Giovani in abiti tradizionali e i canti malinconici di questi Paesi che non hanno dimenticato decenni di oppressione. Torna a parlarne anche il Papa, ricordando mons. Boleslavs Sloskans, vescovo lettone sepolto qui, che fu arrestato sia dalla Gestapo che, a più riprese, dalle autorità sovietiche, ma per sottolineare il suo invito: “non lasciate che la vendetta o l’esasperazione si facciano strada nel vostro cuore”.

“Maria e i discepoli di queste terre ci invitano ad accogliere” è la chiave dell’omelia di Francesco. “Maria si mostra in primo luogo così: accanto a coloro che soffrono, a coloro dai quali il mondo intero fugge, accanto anche a quelli che sono processati, condannati da tutti, deportati. Non soltanto vengono oppressi o sfruttati, ma si trovano direttamente ‘fuori dal sistema’, ai margini della società (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 53). Con loro c’è anche la Madre, inchiodata sulla croce dell’incomprensione e della sofferenza”.

“Maria ci mostra anche un modo di stare accanto a queste realtà; non è fare una passeggiata o una breve visita, e nemmeno è un ‘turismo solidale’. Occorre che coloro che patiscono una realtà di dolore ci sentano al loro fianco e dalla loro parte, in modo fermo, stabile; tutti gli scartati della società possono fare esperienza di questa Madre delicatamente vicina, perché in chi soffre permangono le piaghe aperte del suo Figlio Gesù. Lei lo ha imparato ai piedi della croce. Anche noi siamo chiamati a ‘toccare’ la sofferenza degli altri. Andiamo incontro alla nostra gente per consolarla e accompagnarla; non abbiamo paura di sperimentare la forza della tenerezza e di coinvolgerci e complicarci la vita per gli altri (cfr ibid., 270)”.

E se è vero che “a volte, quando ci siamo aperti agli altri, questo ci ha fatto molto male” e che “nelle nostre realtà politiche, la storia dello scontro tra i popoli è ancora dolorosamente fresca”, “Maria si mostra come donna aperta al perdono, a mettere da parte rancori e diffidenze”.

“Sempre costa l’armonia quando siamo diversi, quando gli anni, le storie e le circostanze ci pongono in modi di sentire, di pensare e di fare che a prima vista sembrano opposti. Quando con fede ascoltiamo il comando di accogliere e di essere accolti, è possibile costruire l’unità nella diversità, perché non ci frenano né ci dividono le differenze, ma siamo capaci di guardare oltre, di vedere gli altri nella loro dignità più profonda, come figli di uno stesso Padre (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 228)”.

“In questa, come in ogni Eucaristia, facciamo memoria di quel giorno. Ai piedi della croce, Maria ci ricorda la gioia di essere stati riconosciuti come suoi figli, e suo Figlio Gesù ci invita a portarla a casa, a metterla al centro della nostra vita. Lei vuole donarci il suo coraggio, per stare saldamente in piedi; la sua umiltà, che le permette di adattarsi alle coordinate di ogni momento della storia; e alza la sua voce affinché, in questo suo santuario, tutti ci impegniamo ad accoglierci senza discriminazioni, e che tutti in Lettonia sappiano che siamo disposti a privilegiare i più poveri, a rialzare quanti sono caduti e ad accogliere gli altri così come arrivano e si presentano davanti a noi”.

Al termine del rito il Papa ha offerto all’immagine della Vergine una speciale corona del Rosario e si è recato all’eliporto di Aglona per prendere l’elicottero che lo riporta a Vilnius, in Lituania.



In Lettonia papa Francesco invita a scommettere sull’accoglienza
25 settembre 2018
di Simone Baroncia

http://www.korazym.org/30799/in-lettoni ... ccoglienza

“Cari fratelli e sorelle, al termine di questa celebrazione, ringrazio il vostro Vescovo per le parole che mi ha rivolto. E voglio dire grazie di cuore a tutti coloro che in diversi modi hanno collaborato per questa visita. In particolare, esprimo viva riconoscenza al Presidente della Repubblica e alle Autorità del Paese per la loro accoglienza. Offro in dono alla Santa Madre di Dio, in questa ‘Terra Mariana’, una speciale corona del Rosario: la Vergine vi protegga e vi accompagni sempre”.

Con queste parole papa Francesco ha salutato il popolo lettone, che lo ha accolto con grande entusiasmo, come ha detto mons. Janis Bulis,vescovo di Rēzekne-Aglona e presidente della Conferenza episcopale lettone: “La Sua visita capita nel 100° anniversario dell’indipendenza del Paese. Il cammino del nostro popolo è stato un cammino molto difficile.

Pur essendo stati privi di libertà, siamo rimasti fedeli alla nostra fede cristiana. E’ stato per noi un grande onore e un’immensa gioia poterLa accogliere. Grazie per essere venuto, per aver visitato il popolo dei fedeli, per averci incoraggiato a guardare al futuro con speranza e per averci avvicinato a Dio”.

Una giornata trascorsa dal papa in Lettonia con molti incontri e conclusasi con la celebrazione eucaristica nella grande piazza del Santuario Internazionale della Madre di Dio, in cui ha sottolineato la fermezza della Madre di Dio nello stare ai piedi della croce:

“Con loro c’è anche la Madre, inchiodata sulla croce dell’incomprensione e della sofferenza. Maria ci mostra anche un modo di stare accanto a queste realtà; non è fare una passeggiata o una breve visita, e nemmeno è un ‘turismo solidale’. Occorre che coloro che patiscono una realtà di dolore ci sentano al loro fianco e dalla loro parte, in modo fermo, stabile; tutti gli scartati della società possono fare esperienza di questa Madre delicatamente vicina, perché in chi soffre permangono le piaghe aperte del suo Figlio Gesù.

Lei lo ha imparato ai piedi della croce. Anche noi siamo chiamati a ‘toccare’ la sofferenza degli altri. Andiamo incontro alla nostra gente per consolarla e accompagnarla; non abbiamo paura di sperimentare la forza della tenerezza e di coinvolgerci e complicarci la vita per gli altri”.

Ed ha ricordato il martirio di mons. Sloskans sull’esempio di Maria: “Maria e i discepoli di queste terre ci invitano ad accogliere, a scommettere di nuovo sul fratello, sulla fraternità universale. Ma Maria si mostra anche come la donna che si lascia accogliere, che accetta umilmente di diventare parte delle cose del discepolo.

In quel matrimonio che era rimasto senza vino, col pericolo di finire pieno di riti ma arido di amore e gioia, fu lei a ordinare che facessero quello che Lui avrebbe detto loro. Ora, come discepola obbediente, si lascia accogliere, si trasferisce, si adatta al ritmo del più giovane”.

E nella cattedrale di san Giacomo a Riga il papa ha ricordato l’epistola dell’apostolo sulla costanza cristiana: “Vi incoraggio ad essere anche voi, in seno alle vostre famiglie e alla vostra patria, esempio di entrambi questi atteggiamenti: sopportazione e speranza, tutt’e due impregnate di pazienza.

Così continuerete a costruire il vostro popolo. Voi, che avete attraversato molte stagioni, siete testimonianza viva di costanza nelle avversità, ma anche del dono della profezia, che ricorda alle giovani generazioni che la cura e la protezione di quelli che ci hanno preceduto sono gradite e apprezzate da Dio, e che gridano a Dio quando sono disattese. Voi che avete attraversato molte stagioni, non dimenticatevi che siete radici di un popolo, radici di giovani germogli che devono fiorire e portare frutto; difendete queste radici, mantenetele vive perché i bambini e i giovani si innestino lì…”.

Il papa nell’incontro ecumenico ha chiesto unità ai cattolici dalla cattedrale evangelica luterana, partendo dall’armonia musicale: “Se la musica del Vangelo smette di essere eseguita nella nostra vita e si trasforma in una bella partitura del passato, non saprà più rompere le monotonie asfissianti che impediscono di animare la speranza, rendendo così sterili tutti i nostri sforzi.

Se la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna di qualunque provenienza, rinchiudendoci nel ‘mio’, dimenticandoci del ‘nostro’: la casa comune che ci riguarda tutti.

Se la musica del Vangelo smette di suonare, avremo perso i suoni che condurranno la nostra vita al cielo, trincerandoci in uno dei mali peggiori del nostro tempo: la solitudine e l’isolamento. La malattia che nasce in chi non ha alcun legame, e che si può riscontrare negli anziani abbandonati al loro destino, come pure nei giovani senza punti di riferimento e opportunità per il futuro”.

Ed in mattinata, salutando le autorità civili al suo arrivo, papa Francesco aveva ricordato l’indipendenza del Paese: “Sono lieto di sapere che nel cuore delle radici che costituiscono questa terra si trova la Chiesa Cattolica, in un’opera di piena collaborazione con le altre Chiese cristiane, il che è segno di come sia possibile sviluppare una comunione nelle differenze.

Realtà che si verifica quando le persone hanno il coraggio di andare al di là della superficie conflittuale e si guardano nella loro dignità più profonda”.



Migranti, vescovi critici. Salvini non cede: "Mi pagano gli italiani"
Roberto Scafuri - Ven, 28/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 81614.html

Bassetti (Cei) contro il decreto sicurezza: "Alcune norme sono incostituzionali"

Visto dall'alto delle Mura Aureliane, il ministro dell'Interno Matteo Salvini non dovrebbe avere propriamente le sembianze di quell'acclamato salvatore della Penisola dall'invasione dei migranti, come mediaticamente forse appare.

E per quanto Sua Santità Francesco abbia ammesso che il segreto di una buona accoglienza sta nella necessaria organizzazione del Paese ospitante che ne sappia curare l'integrazione, i vescovi sono preoccupati dalla politica salviniana. L'aveva anticipato il segretario della Cei, monsignor Galatino, qualche giorno fa, giudicando «brutto segnale» il fatto che «si parli di immigrati all'interno del decreto sicurezza: significa giudicare già l'immigrato pericolo pubblico per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere».

Ma ieri, al termine del Consiglio Episcopale Permanente, è stato lo stesso presidente della Cei, Gualtiero Bassetti a esprimere in chiaro questi timori profondi nutriti Oltretevere. «Un decreto dovrebbe fronteggiare un periodo di emergenza e, per quello che ho letto, il nostro decreto abolisce i permessi per motivi umanitari...», ha esordito. Per poi entrare nel dettaglio: «In sostanza, si toglierebbe a prefetti e giudici quella discrezionalità sulla protezione umanitaria mentre rimarrebbero solo permessi per cure mediche o per necessità di rientro nei paesi d'origine per breve tempo». Ciò però che il capo dei vescovi ritiene addirittura incostituzionale è l'espulsione al primo grado di condanna. «Se basta questo, mi sembra si faccia qualcosa che non è proprio in pieno con quanto previsto dalla Carta, perché non tiene conto dei tre gradi di giudizio».

Trattandosi di fatti e legislazioni interne a un altro Stato, ovviamente il cardinale ha ammantato le sue critiche di prudenza, sottolineando che «il decreto è ancora in fieri, quello che dico lo dico a pelle, non ho avuto tempo di leggerlo e di approfondirlo, e sembra poi che possa essere ancora ritoccato: deve intervenire ancora il presidente della Repubblica ed, essendo questa una bozza, credo che le osservazioni della Chiesa possano essere utili...». Parole ulteriormente interpretabili come auspici, se non come veri e propri suggerimenti in vista di modifiche parlamentari o, persino, quando sarà, dinieghi di controfirma e promulgazione da parte di Mattarella. Certo è, ha ancora sottolineato Bassetti, che «noi siamo pastori e come tali ci interessa la solidarietà e l'integrazione anche se ci vogliono criteri, come ha precisato il papa. Francesco ha detto che l'accoglienza è un conto, l'integrazione è importante, ma serve poi un discernimento... Si tratta di capire di quanti ogni Stato si può far carico ance se non in un modo indiscriminato. Però, nel momento in cui accolgo, mi impegno e do la cittadinanza». L'accoglienza ricevuta da tali preoccupazioni da parte di Salvini, invece, non è stata diversa da quella che ci si poteva immaginare, e non molto diversa dal «pensino alle anime» dichiarato qualche giorno fa dal suo collega Centinaio. Da Tunisi, Salvini ha tagliato corto: «Mi fa piacere che in Vaticano e altrove ci sia gente che si occupa di migranti in Italia, ma il mio stipendio è pagato da 60 milioni di italiani che vogliono sicurezza... Vogliamo garantire persone che scappano davanti a vere guerre e vogliamo dichiarare invece guerra agli scafisti, ai mafiosi e ai trafficanti di esseri umani. Siamo riusciti a ridurre il numero di clandestini, portandolo a 20mila dai 100mila di un anno fa».
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I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

Messaggioda Berto » sab set 29, 2018 7:06 am

Il Viminale offre più motovedette ma Tunisi dice no ai rimpatri lampo
Chiara Giannini - Ven, 28/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 81612.html

Intesa sui migranti rinnovata senza ottenere tempi più rapidi

Roma - La strategia è ormai chiara: Matteo Salvini (nella foto) punta a migliorare gli accordi bilaterali già esistenti tra l'Italia e la Tunisia per bloccare i flussi migratori.

«Come Italia - ha detto ieri a margine della visita istituzionale a Tunisi - lavoreremo per risvegliare l'Unione Europea che anche nei confronti della Tunisia dorme». Il ministro dell'Interno punta a canali di immigrazione regolare, a bloccare quella clandestina, condividendo i risultati con altri Paesi.

«So che voi, come noi, - ha detto il vicepremier ai rappresentanti delle istituzioni tunisine - avete dei problemi con gli organismi economici internazionali. Vedremo di affrontare queste battaglie insieme». Il ministro tunisino Fourati ha risposto: «Ecco perché dobbiamo ragionare insieme e riflettere su soluzioni comuni, in particolare il tema dell'immigrazione. Non possiamo contrastare questo fenomeno solo parlando di sicurezza». Per il nostro ministro dell'Interno i tunisini «stanno facendo sforzi notevoli, non sempre sostenuti da grandi risultati». Ciò a cui il vicepremier tiene di più è il mantenimento di quei rapporti creati anni fa con il governo Berlusconi. Quegli accordi tenevano e, nel 2011, nel post primavera araba e all'alba dell'uccisione di Gheddafi, funzionavano, tanto che molti barconi furono rimpatriati dalla guardia costiera tunisina. Si mira a risultati importanti. Per Salvini si tratta di un «rapporto imperdibile e l'Italia è il primo partner» di quel Paese.

Il titolare del Viminale ha detto ancora: «Ringrazio chi fa impresa: io posso portare motovedette, convincere la Ue, ma l'unico modo è fare impresa e convincere i ragazzi tunisini a stare qua». Salvini ha fatto presente anche che entro la fine del mese di ottobre l'Italia consegnerà «due motovedette sistemate dal governo italiano e altre 4 nei prossimi tempi» alla Tunisia. Per quanto riguarda i rimpatri, il ministro dell'Interno Hichem Fourati ha chiarito che avverranno solo «con viaggi organizzati e settimanali e non rimpatri istantanei». Salvini dalla sua ha chiarito con un tweet: «Le relazioni bilaterali Italia-Tunisia sono ottime. Tunisi è un modello di democrazia per tutta l'Africa e intendiamo sostenerla con determinazione anche in difesa dalle minacce terroristiche». E ancora: Gli incontri saranno l'occasione per intensificare i rapporti tra i due Paesi, anche al fine di promuovere nuovi investimenti italiani e il sostegno alle 800 imprese nazionali che operano in Tunisia e garantiscono 63 mila posti di lavoro diretti più l'indotto».
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Messaggioda Berto » sab ott 06, 2018 7:47 am

Danimarca, stop ai richiedenti asilo: "Facciamo fatica a integrare"
Renato Zuccheri - Gio, 04/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/dan ... 83984.html

L'annuncio arriva direttamente dal ministro dell'Immigrazione e dell'Integrazione. Almeno fino alla fine del 2018, Copenaghen non prenderà in carico altri rifugiati secondo l'accordo con l'Unhcr

La Danimarca dice basta ai richiedenti asilo. Almeno fino alla fine quest'anno.

Il ministro per l'Immigrazione e l'Integrazione, Inger Stojberg ha annunciato che, almeno fino al termine del 2018, non accetterà alcun altra persona richiedente asilo, in riferimento all'accordo siglato fra Copenhagen e l'Unhcr nel 1989.

"Anche se abbiamo fatto molti progressi nel controllo dei flussi in entrata, dobbiamo comunque affrontare una situazione in cui facciamo fatica a integrare i molti rifugiati arrivati in Danimarca in questi anni", ha ammesso il ministro Ua confessione che scardina l'immagine di integrazione e di welfare data in questi anni dalla Danimarca e che invece, come rivelato anche da questo reportage, era ben lontana dalla realtà.

L'accordo che intercorre fra Copenaghen e Unhcr, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, prevede che il governo danese accolga ogni anno 500 rifugiati. Il problema è che, solo nel 2015, durante il picco degli arrivi dalla Siria in Europa, in Danimarca ne sono arrivati 20mila di rifugiati. E da quel momento, la Danimarca ha iniziato una graduale stretta sull'immigrazione.

Il Parlamento di Copenaghen, lo scorso dicembre, ha approvato anche una norma che fa sì che l'esecutivo possa rendere flessibile la quota di migranti, senza dover per forza rimanere ancorata al tetto dei 500 arrivi annuali. Tanto è vero che lo scorso anno le richieste di asilo sono state 3.500, mentre il primo ottobre si sono registrate 2.600 domande: i numeri quindi continuano a scendere.
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Messaggioda Berto » sab ott 06, 2018 7:48 am

Mattarella firma ma scrive a Conte: "Rispetti la Carta sui migranti"
Giovanna Stella - Gio, 04/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 84059.html

Il presidente della Repubblica firma il dl Immigrazione, ma intanto scrive al premier: "Ricordo impegni presi dall'Italia"

Ma mentre firma il decreto, invia una lettera "anomala" al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Mattarella, infatti, nella missiva invita il premier a rispettare la Costituzione, in particolare l'articolo 10, per quanto riguarda i diritti degli stranieri. "Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha emanato in data odierna il decreto legge recante: 'Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica nonchè misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata' e ha contestualmente inviato una lettera al Presidente del Consiglio Prof. Giuseppe Conte", si legge nella nota.

E dopo aver accertato la sua firma, mette le mani avanti con alcune raccomandazioni. "Al riguardo - continua Mattarella - avverto l’obbligo di sottolineare che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano 'fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato' pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall'art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall'Italia".

Con la firma di Mattarella, il dl Immigrazione e Sicurezza diventa applicabile, ma la nota fa pensare a un chiaro messaggio politico. Perché nella lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Presidente della Repubblica ricorda che il decreto deve comunque rispettare gli obblighi contenuti nella Costituzione e nei trattati internazionali a cui aderisce l'Italia.


Il commento di Matteo Salvini

Prima ancora della firma di Mattarella, il ministro Matteo Salvini aveva commentato ai microfoni di Giorgio Zanchini a Radio anch'io: "Con la norma di oggi, un richiedente asilo anche se viene preso a spacciare, a picchiare un carabiniere, a molestare una bambina o a scippare un'anziana, va avanti con la sua domanda di asilo politico, tranquillamente, a spese degli italiani. Con il mio decreto, se viene colto a commettere un reato, verrà convocato in commissione prefettizia, gli viene respinta la domanda, viene portato in un centro per i rimpatri e rispedito a casa. Serve sempre - per l'invio nel cpr - l'ok del magistrato e ci deve essere o la pericolosità sociale stabilita dal questore o una condanna in primo grado".

E dopo la firma del Presidente della Repubblica, non poteva non arrivare la diretta Facebook di Salvini. Il vice premier leghista si è detto "felice della firma di Mattarella". "Il Presidente Mattarella ha firmato il dl Sicurezza del cattivone di Salvini, quindi la settimana prossima il parlamento comincerà a discutere e soprattutto a votare queste decine di articoli che porteranno più sicurezza - dice -. Dopo tante polemiche, dopo i giornali che dicevano non ce la farà mai, Mattarella non firmerà mai, 'ciapa li e porta a cà".

Ma nel suo lungo discorso nel quale affronta diversi temi, Salvini ci tiene a precisare che il governo rispetterà la "Costituzione, ma prima ci sono gli italiani". "Il Presidente Mattarella ha richiamato, con una lettera allegata alla firma del mio decreto, l'articolo 10 della Costituzione - sottolinea il leader del Caroccio - figurarsi, io li voglio rispettare tutti gli articoli della Costituzione, italiana, italiana. Quindi per me la Costituzione vale dal primo all'ultimo articolo. Prima gli italiani significa che mio dovere è rispondere dello stipendio che voi mi pagate, garantendo il diritto alla sicurezza, al lavoro, alla vita, alla pensione, alla salute dei cittadini italiani".

Poi il vice premier leghista presica: "Chi sbarca domani mattina se scappa dalla guerra è un mio fratello, porte aperte, però la stragrande maggioranza di quelli che sono arrivati qua non scappavano dalla guerra, ma la guerra ce l'hanno portata in casa. Ci saranno dei ricorsi, ci sarà qualcuno che si strappa i capelli, i sindacati, i centri sociali".
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Messaggioda Berto » sab ott 06, 2018 7:49 am

Un demosinistro demente - Napoli. Preside porta alunni a manifestazione contro Salvini, FdI chiede rimozione dirigente scolastico
2018/10/03

http://www.larampa.it/2018/10/03/napoli ... scolastico

“Aver organizzato, come se fosse una gita scolastica o una normale attività didattica, la partecipazione dei suoi studenti alla manifestazione contro Salvini è stata una scelta irresponsabile che va punita”. Questa la dura presa di posizione di Luigi Rispoli, componente della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia commentando la decisione del dirigente scolastico del liceo napoletano “Pansini” che ha considerato «assenti giustificati» i suoi studenti per farli partecipare al corteo anti Salvini.

L’ex presidente del Consiglio Provinciale ha poi così continuato: “Salvatore Pace, che è contemporaneamente anche consigliere comunale e v.Sindaco di de Magistris alla Città Metropolitana, è una persona cui non andrebbe affidato un compito così delicato come quello della responsabilità della formazione dei nostri figli. Tra l’altro nutro seri dubbi su come una persona “normale” possa svolgere contemporaneamente tre compiti così delicati ed importanti, a meno che non sia dotato di superpoteri inevitabilmente non riuscirà a svolgere al meglio il suo lavoro. Un Dirigente Scolastico –ha continuato l’esponente del partito di Giorgia Meloni- non può autorizzare la partecipazione a manifestazioni giustificando gli studenti. Questa non è autonomia ma anarchia. L’unico suo compito è quello di far funzionare la scuola con efficienza, competenza e trasparenza. In questo caso, poi, Pace fa anche altro assumendosi la responsabilità di far partecipare giovani studenti ad una manifestazione ad alto rischio incidenti, peraltro non autorizzata dalla Questura mettendo in grave pericolo la loro incolumità. I genitori sanno dei rischi cui questa persona ha esposto improvvidamente i loro figli? Spero che il Ministero della Pubblica Istruzione –ha concluso Luigi Rispoli- intervenga subito per rimuovere il Pace dal delicato compito e che ci sia qualcuno che valuti il suo atteggiamento anche sotto il profilo penale”.


Questo è un nazi democomunista cristiano; un orrore umano.
https://www.facebook.com/96896807995427 ... 8817024488
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