I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

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Messaggioda Berto » mar apr 07, 2020 8:31 pm

Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra, il nostro continente!
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Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra, il nostro continente!
Bianchi ci ha fatto la natura e la storia millenaria dell'uomo e bianchi ci piace essere e restare.
I verdi i rossi i neri e i gialli se desiderano venire in Europa lo possono fare chiedendoci il permesso e debbono essere estremamente rispettosi e riguardosi verso di noi se no aria, il Mondo è grande e possono sempre tornare a dove sono venuti!
Se non vi piace il colore della nostra pelle e l'odore dei nostri corpi state lontano da noi e dalla nostra vista,
andatevene e tornate ai vostri paesi di origine che nessuno vi trattiene da noi.

Siamo stanchi di essere demonizzati
perché bianchi e occidentali;
perché secolarizzati, laici, atei o aidoli e non più religiosi,
perché trasformiamo la terra con il nostro lavoro e beneficiamo così l'intera umanità;
siamo stanchi di essere discriminati, di subire le vostre invasioni, di dovervi ospitare e mantenere e di essere da voi disprezzati, stuprati e uccisi, come se fossimo meno delle bestie o fossimo delle mostruosità umane a cui ogni male è lecito fare;
siamo stanchi di essere accusati di aver invaso, colonizzato, depredato, schiavizzato e sterminato perché se nel passato qualcuno e solo qualcuno di noi l'ha fatto, non ha fatto altro che fare come hanno sempre fatto gli uomini in ogni continente, solo che noi nei secoli siamo cambiati e migliorati e certe cose non le facciamo più, altri invece continuano a farle e non accennano a cambiare.

La nostra Europa è la terra dell'uomo di buona volontà e la sua spiritualità è quella naturale e universale che ci è stata data in dote con la creazione e l'evoluzione che ispira la scienza e il lavoro; la vita e non la morte è la nostra religione.
Ovunque nel Mondo ove nel passato sono migrati gli Europei, colonizzando interamente le terre e i paesi, quei luoghi oggi sono tra i più civili e prosperi della Terra come l'Australia, la Nuova Zelanda e l'America del Nord.

Nel nostro continente vi è naturalmente posto per le ragionevoli religiosità ebraica e cristiana che hanno contribuito alla nostra civiltà europea ma non vi può essere posto alcuno per le idolatrie mostruose, incivili e disumane come quella nazi maomettana, non vi può essere posto alcuno per presuntuosi ignoranti e invasati razziatori, discriminatori, assassini e stragisti come Maometto e i suoi seguaci che hanno già fatto fin troppo del male all'umanità intera in questi 1400 anni di storia, da noi non vi è alcun spazio per deità mostruose e disumane come Allah!
L'Islam o nazismo maomettano questa tribale e incivile ideologia politico religiosa di supremazia e di morte va bandita dal Mondo civile, come andrebbe tacitato e bandito chi irresponsabilmente la santifica come portatrice di fraternità, di spiritualità e di pace.

Noi non dobbiamo niente a nessuno, non dobbiano scontare alcuna colpa e alcuna pena, non dobbiamo ripagare/risarcire chichessia di alcun danno, non abbiamo promesse e obblighi e doveri da mantenere se non quelli che assumiamo liberamente e volontariamente verso chi ci rispetta, ci ama e merita il nostro aiuto.
Chi viene da noi con rispetto chiedendoci il permesso e che poi ci ama e si integra è ben accetto come uno di Noi, tutti gli altri assolutamente no, questi vanno respinti e cacciati o espulsi.
Noi siamo uomini liberi, siamo bianchi, europei e occidentali e l'Europa è la nostra terra, chi non ci rispetta e non ci ama ci faccia il piacere di levarsi di torno, noi ci piaciamo così come siamo e vogliamo continuare ad esserlo finché la vita e Dio lo vorranno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mar apr 07, 2020 8:34 pm

L'Austria respinge le quote di migranti
7 aprile 2020

https://www.islamnograzie.com/laustria- ... -migranti/

L’Austria conferma di mantenere la sua politica in materia di migrazione e di non accettare più richiedenti asilo, anche se circa 150 ONG hanno fatto pressione sul paese affinché accettasse i migranti mediorientali bloccati in Grecia durante la pandemia di COVID-19.

“Resta un no”, ha detto Claudia T’rtscher, portavoce del ministro degli Esteri Alexander Schallenberg, del Partito Popolare Austriaco del Cancelliere Sebastian Kurz. Fonte: Kronen .

Ha fatto riferimento al precedente avvertimento del Cancelliere Kurz contro il trasferimento di tutti i migranti dalla Grecia da parte dell’UE e il tentativo di ridistribuirli tra gli Stati membri.

“Milioni di persone potrebbero intraprendere il loro viaggio verso l’Europa se fallisce il confine turco-greco o se avranno l’impressione di poter passare”, ha detto Kurz il mese scorso, definendo le mosse del presidente turco Recep Tayyip Erdogan un attacco all’Unione europea.

Inoltre, alla fine della scorsa settimana, il ministra per l’Europa Karoline Edtstadler ha affermato che l’Austria si rifiuta di ripetere la situazione degli anni 2015 e 2016 quando la cancelliera tedesca Angela Merkel, e successivamente l’UE nel suo complesso, hanno costretto tutti gli Stati membri a ridistribuire i migranti sulla base di un sistema di quote. Il paese è contrario a qualsiasi nuovo tentativo di una simile politica comune di asilo.

“È chiaro che la distribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo nell’UE è fallita”, ha affermato Edtstadler.

Dopo il fallimento del sistema delle quote, l’UE ha cercato di concordare una politica di asilo per gestire la migrazione di massa attraverso l’accettazione obbligatoria di tutti i migranti che entrano nel blocco.

Il ministro austriaco per l’Europa ha sottolineato che è essenziale che ogni Stato membro scelga come intende contribuire al programma comune di asilo basato su un “sistema di solidarietà impegnata” anziché sulle quote.

Secondo Edtstadler, i paesi potrebbero quindi decidere se accogliere i migranti, inviare personale per contribuire alla protezione delle frontiere dell’UE o semplicemente inviare sostegno finanziario.

Le osservazioni di Edtstadler sono state rese quando la Corte di giustizia dell’UE ha stabilito che l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Polonia non avevano adempiuto ai loro obblighi ai sensi del diritto dell’UE quando si sono rifiutati di accettare la quota di 160.000 migranti che dovevano essere distribuiti tra gli Stati membri.

I politici cechi hanno contrassegnato il verdetto come irrilevante.

“L’unico punto è che non accetteremo alcun migrante e che le quote nel frattempo sono scadute , soprattutto grazie a noi”, ha detto il primo ministro ceco Andrej Babià.

L’Ungheria ha lo stesso atteggiamento nei confronti delle quote migratorie dell’Austria e della Repubblica ceca.

“La sentenza non ha ulteriori conseguenze”, ha dichiarato il ministro della Giustizia ungherese Judit Varga in una dichiarazione. “Dal momento che le decisioni sulle quote hanno perso a lungo la loro validità, non abbiamo alcun obbligo di assumere richiedenti asilo”.

Già nel mese di gennaio, il primo ministro Viktor Orbàn ha salutato l’austriaco Sebastian Kurz come un “partner naturale” nella lotta contro l’immigrazione clandestina di massa.

Kurz ha sempre sostenuto l’Ungheria sulle quote di migranti e in una riunione congiunta con il primo ministro ungherese Viktor Orban, ha già chiesto la fine delle quote dei migranti nel 2018.

L’Austria, insieme alla Polonia, ha recentemente inviato oltre 100 poliziotti di frontiera al confine greco per contribuire alla difesa delle frontiere della Grecia.

I sondaggi mostrano inoltre che la maggioranza dei cittadini è a favore della dell’austriaco Kurz, con il 61 per cento che afferma di respingere l’approccio dell’UE alla distribuzione dei migranti.
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Messaggioda Berto » gio lug 02, 2020 7:28 am

Lampedusa "oscura" la porta d'Europa: "Stanchi di chi favorisce l'immigrazione"
Sofia Dinolfo - Mer, 03/06/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1591197415

Inaugurata nel luglio del 2008, la Porta d'Europa rappresenta il simbolo dell'accoglienza dei migranti. Il gesto è stato rivendicato su Facebook contro la politica del governo centrale pro-immigrazione

Lampedusa non ce la fa più: il flusso dei migranti in arrivo non si arresta e i cittadini iniziano a lanciare i segni dell’insofferenza.

A testimonianza di questo stato di “stanchezza” un gesto forte e inaspettato: questa mattina la “Porta d’Europa” è apparsa imballata con dei sacchi neri avvolti da nastri adesivi. Simbolo dell’isola, installata per la memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare, la Porta così oscurata ha voluto rappresentare in maniera inequivocabile la chiusura all’accoglienza dei migranti che approdano sull’isola maggiore delle Pelagie dopo aver affrontato i viaggi della speranza via mare.

Un gesto forte che nelle pagine di Facebook ha trovato anche chi, attraverso alcune righe, ha rivendicato l’atto: “Lampedusa comincia a essere stufa di sbarchi e di un governo che favorisce l’immigrazione”. Queste le parole che si leggono sul social alle quali si uniscono altre affermazioni polemiche verso la politica dell’accoglienza: “Siamo in emergenza Covid- si legge-in tutta Italia tranne che per Lampedusa dove proseguono gli sbarchi e le procedure sanitarie non esistono”. Su Porta d’Europa si dice ancora che è stata “impacchettata a dovere e spedita alla Ue e a questo governo pro-immigrazione”. Ed infine: “Vogliamo vivere di turismo non di immigrazione”.

L’opera, realizzata da Mimmo Pedalino, è stata inaugurata nel luglio del 2008 e, da allora, è divenuta il simbolo dell’accoglienza. Ma quest’ultima sembra proprio aver stancato i lampedusani i quali ogni giorno fanno i conti con numerosi sbarchi. Gli arrivi non si sono fermati nemmeno in questa fase così delicata caratterizzata dall’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. Negli ultimi due mesi gli abitanti dell’isola hanno dovuto fare i conti con diverse centinaia di sbarchi e questo ha contribuito a scaldare gli animi già preoccupati per la forte crisi economica che il territorio sta vivendo a causa del lockdown. E proprio negli ultimi giorni non sono mancate le proteste e la richiesta della chiusura dell’hotspot. In tal senso è stata avviata anche una raccolta firme indirizzata al governo nazionale e regionale. Ed in merito a quanto accaduto questa mattina è intervenuto il sindaco Salvatore Martello: “La Porta d'Europa è uno dei simboli della nostra isola e della nostra comunità”.

“È un'opera conosciuta a livello internazionale- ha proseguito Martello- e vederla sfregiata in modo così volgare è una ferita che fa male e che ci preoccupa”. Ma il sindaco non ha mancato di sottolineare come l’isola abbia da sempre adempiuto al dovere di accogliere i migranti pur essendo spesso da “sola”: “Lampedusa si è sempre sobbarcata il peso di un'accoglienza che ha urgente bisogno di regole certe e condivise, e continua a farlo nonostante l'emergenza Coronavirus che sta determinando una crisi economica e sociale che sull'isola non ha precedenti e che rischia di essere terreno fertile per chi vuole sobillare tensioni, divisioni e pericolosi atti di ribellione nei confronti delle Istituzioni”.

In questa occasione il primo cittadino ha fatto anche un appello al governo nazionale e alla Comunità Europea “affinché a Lampedusa si intervenga al più presto con azioni di concreta solidarietà e sostengo alla comunità locale, prima che un'ondata di odio sociale travolga tutto". Dopo la denuncia del sindaco, la porta d’Europa è stata resa nuovamente “libera” dai sacchi e dal nastro adesivo che la ricoprivano.
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Messaggioda Berto » gio lug 02, 2020 7:29 am

La Grecia progetta una barriera marittima per respingere i migranti
Autore Andrea Massardo
1 luglio 2020

https://it.insideover.com/migrazioni/la ... ranti.html

Non era iniziato nel migliore dei modi il 2020 della Grecia, di nuovo assediata dai flussi migratori proveniente dalla Turchia a seguito dell’apertura dei confini da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. La mossa turca, da intendersi in un discorso più ampio di pressione sull’Unione europea ed una vendetta per la concorrenza greco-cipriota nel mercato energetico, aveva portato nuovi flussi migratori a riversarsi lungo le rive dell’Evros e a prendere il mare in direzione di Lesbo. E in questo scenario, la Grecia ed il suo popolo si sono sentiti nuovamente assediati, nell’impossibilità di gestire una nuova crisi migratoria nonostante il potenziamento dei canali ricettivi messo in campo dal governo guidato dal conservatore Kiriakos Mitsotakis.


Nuove ondate all’orizzonte?

La situazione, degenerata sul finire dello scorso mese di febbraio, era nuovamente rientrata all’inizio di marzo, quando lo scoppio della pandemia in Europa ed i primi segnali anche in Turchia avevano condotto le leadership mondiali ad una rapida serrata dei confini. Durante questi tre mesi, infatti, la situazione in Grecia si è quasi completamente allentata, nonostante alcune criticità limitate però a lassi temporali molto brevi. Adesso, però, con la riapertura dei confini nazionali anche il flusso dei migranti sembra indirizzato verso una rapida ripresa, spaventando una Grecia che in questo modo teme lo scoppio di nuovi e imponenti focolai. Considerando il clima che si sta vivendo già da diversi mesi sulle isole dell’Egeo, il rischio per Atene è che da ciò possa nascere una nuova serie di scontri tra popolazione e forze armate sulla questione migratoria. E questo scenario sarebbe proprio quello che Mitsotakis vorrebbe scongiurare in tutti i modi possibili, anche ricorrendo a misure innovative volte al contenimento della migrazione clandestina.


La Grecia studia una barriera marittima

Come riportato dalla testata tedesca DerSpiegel, la Grecia starebbe lavorando all’attuazione di una barriera marittima volta a bloccare – o almeno limitare – gli accessi dei migranti che partono dalle coste di Smirne e sono diretti verso le isole greche dell’Egeo. In questo modo, Lesbo, Samos e Chios dovrebbero essere in grado di gestire il numero più contenuto di arrivi, dando il tempo alle autorità competenti di portare a termine la redistribuzione dei profughi.

La mossa, che in realtà era già da tempo sui tavoli del governo di Atene e che venne rallentata soltanto dalla pandemia di coronavirus che aveva spostato l’attenzione sulla gestione della situazione interna, assume un carattere sperimentale in Unione europea. Inoltre, data la delicatezza della questione e le prime osservazioni già fatte mesi addietro, la scelta della barriera marittima è destinata a far discutere in tutto il territorio dell’Unione europea, oltre a spostare nuovamente l’attenzione sulla questione migratoria e sulla ripartizione interna delle persone accolte.

Forse, però, la durezza della mossa messa in campo d’Atene potrebbe essere l’unica soluzione volta a dare “una svegliata” alla Commissione europea, che nonostante le promesse non ha ancora messo a punto un ammodernamento del sistema d’accoglienza comunitario. E in questo scenario, realisticamente, un nuovo silenzio da parte di Bruxelles potrebbe significare un totale disinteresse verso la questione, aprendo la strada a nuovi approcci nella stessa fase di prima accoglienza.
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Messaggioda Berto » mer ago 19, 2020 8:59 pm

La rivolta del Nord contro la Lamorgese: "Non accogliamo più immigrati"
Luca Sablone - Gio, 30/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 80489.html

L'avvertimento: "A rischio la tenuta e la sicurezza del nostro sistema sanitario e sociale". Ma gli sbarchi continuano: "C'è approssimazione, superficialità e impotenza"

La media è spaventosa: tra le ore 23.00 di martedì 28 luglio e le 8.00 di ieri mattina, Lampedusa ha contato 23 sbarchi con 334 immigrati, corrispondente a un ritmo di due sbarchi e mezzo ogni ora.

La situazione preoccupa non solo i cittadini - che temono un nuovo lockdown a causa di una possibile seconda ondata che potrebbe essere importata dall'estero - ma anche i governatori delle Regioni. In tal senso il Nord si è duramente esposto e ha chiarito la propria posizione: dal Friuli al Piemonte, passando anche per Toscana ed Emilia-Romagna, iniziano ad arrivare preoccupazioni per la situazione sanitaria visto che i clandestini positivi al Covid-19 continuano a sbarcare e a circolare tranquillamente nelle varie città del nostro Paese.

Come riportato da La Repubblica, ad alzare la voce è stato il piemontese Alberto Cirio che ha detto "basta" e perciò ha scritto al ministro dell'Interno per informarlo del fatto che il Piemonte non può garantire oltre queste forme di accoglienza e per chiedere di non voler procedere a ulteriori invii "che metterebbero fortemente a rischio la tenuta e la sicurezza del nostro sistema sanitario e sociale". È del tutto evidente che l'emergenza sanitaria incide fortemente anche sulla disponibilità dei territori ad accogliere i profughi, "seppure con test sierologico o con tampone negativo, e concentra soltanto su alcune regioni il peso della redistribuzione".


"Approssimazione e superficialità"

Un attacco è arrivato anche da parte di Nello Musumeci. "C'è approssimazione, superficialità e impotenza da parte degli organi di Stato nell'affrontare il fenomeno migratorio. La nostra pazienza è al limite", ha tuonato il presidente della Regione Sicilia. Ma anche dallo stesso governo giallorosso arrivano sollecitazioni. Luigi Di Maio (che ora fa il duro per imitare Salvini) ha invitato l'Europa ad aprire gli occhi sulla questione e l'ha richiamata ai suoi impegni: "Non dobbiamo avere paura di dire che in questo momento l'Italia da sola non ce la può fare. Serve un'azione di ampio respiro sul tema, che salvaguardi la tenuta sociale del Paese".

Il Viminale adesso sta provando a cercare scuse: secondo un documento diffuso, la gestione dei flussi migratori oggi è molto più complessa rispetto agli scorsi anni a causa dell'emergenza Coronavirus e della crisi economica. La stessa Luciana Lamorgese ha riconosciuto che una situazione del genere non può andare avanti ancora per molto tempo: anzi, anche lei ha preso coscienza del fatto che bisognerebbe agire tempestivamente. "Per noi sono inaccettabili questi arrivi continui, che stanno collassando l'isola di Lampedusa", ha dichiarato l'ex prefetto di Milano.
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Messaggioda Berto » mer ago 19, 2020 9:00 pm

Immigrazione, Vittorio Feltri: "Accoglierli tutti è un reato. Italia allo sbando, finiremo tutti aff***"
Orchidea Colonna
29 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/co ... 8.facebook

L'invasione dei migranti è ripresa alla grande, ormai i barconi che giungono in Italia non si contano più. Da quando Salvini è stato sostituito al Viminale dalla Lamorgese dilaga l'illegalità nel Paese mal governato da politici dilettanti. Non credo sia corretto che migliaia di clandestini arrivino dalle nostre parti, vengano ricoverati in centri di accoglienza (si fa per dire) da cui poi fuggono regolarmente per sparpagliarsi lungo la penisola. Nessuno che controlli gli ingressi abusivi, nessuno che si occupi di opportune sorveglianze nei luoghi in cui vengono ammassati i poveri disgraziati, spesso usati da coloro che li raccolgono quali strumenti di speculazione.

Siamo una nazione allo sbando, nelle mani di gente che festeggia allorché contrae un maxi debito con l'Europa e ignora il particolare che i debiti poi bisogna saldarli. Con quali soldi, quelli che sprechiamo per retribuire i fannulloni e il mantenimento in vita di centinaia di enti inutili costosissimi? Come si può essere più stupidi di così? Non è finita. Domani il Senato decide se processare Matteo Salvini per sequestro di persona. Mi auguro di no. Sarebbe assurdo punire l'ex ministro dell'Interno perché ha frenato gli sbarchi, facendo l'interesse della comunità, e non torcessero un capello a coloro che spalancano i porti e le porte della patria.
Condannato perché non la penso come Casalino?: Vittorio Feltri, l'ultima follia del governo e dei magistrati
"Condannato perché non la penso come Casalino?": Vittorio Feltri, l'ultima follia del governo e dei magistrati

Assurdo ma probabile, conoscendo la bischeraggine dei politici. Solo Giorgia Meloni dimostra di avere un po' di sale in zucca, tanto è vero che il suo partito ha superato la banda del filo di ferro fondata da Grillo. Nei giorni scorsi Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera ha scritto che gli italiani sono in prevalenza di destra però non hanno a disposizione una formazione che li rappresenti. C'è del vero in tale asserzione, ma non tutta la verità: purtroppo essi sono orfani della Democrazia cristiana, la quale non era né di destra né di sinistra, ma un partito-mamma, una versione edulcorata e non violenta del fascismo da cui ereditò stile e uomini.

Ammetto che all'epoca il comunismo minacciava la supremazia dei cattolici, tuttavia non li ha mai superati. Oggi manca un soggetto che prenda il consenso della moltitudine, è un dato di fatto, però non dimentichiamo che sono stati fatti secchi nell'ordine Martinazzoli, Craxi e Berlusconi, tra gli applausi dei compagni che ora sono ridotti a Zingaretti, diminutivo di zingari. C'è un altro particolare da tener presente. Grillo ha fondato il Movimento 5 stelle che ha vinto le ultime elezioni sulla base di un programma avvincente: il vaffanculo. Ovvio che adesso si vada tutti affanculo.
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Messaggioda Berto » mer ago 19, 2020 9:01 pm

La Spagna costruirà il muro anti-migranti più alto del mondo: 10 metri di altezza a Ceuta e Melilla. Ong: "Madrid mai così brutale"
di Pierfrancesco Curzi
19 agosto 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... e/5903729/

Il governo Sanchez ha annunciato l'installazione della barriera fatta di legno e acciaio. Via il filo spinato, per un'opera alta quasi quanto una palazzina di tre piani: un metro in più di quella costruita da Trump lungo il confine con il Messico

La Spagna costruirà il muro anti-migranti più alto al mondo per sigillare ulteriormente le sue due enclave in terra marocchina, Ceuta e Melilla, e annuncia l’intervento come un modello di etica: “Abbiamo tolto il filo spinato in cima ai reticolati dopo che tante persone si sono ferite nel tentativo di scavalcare. L’opera è una nostra priorità”, si sono affrettati a giustificare il premier socialista Pedro Sanchez e il suo ministro dell’interno, Fernando Grande-Marlaska.

Pochi giorni fa sono partiti i lavori per sostituire le attuali barriere, volute e realizzate nel 2005 dall’allora primo ministro Zapatero e alte poco più di sei metri: una doppia fila di reticolato che corre lungo i confini territoriali delle due propaggini geograficamente distaccate della Penisola Iberica e dunque Europa a tutti gli effetti. Entro pochi mesi saranno operative le barriere più alte mai realizzate, con lo scopo di bloccare il passaggio di migranti. L’intervento costerà oltre 17 milioni di euro, cifra più o meno equamente divisa tra le due città.

In una frettolosa corsa sulle dimensioni, la Spagna potrà vantare un muro, sebbene di acciaio e legno, alto 10 metri, quasi un metro in più rispetto all’opera voluta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulla linea di confine col Messico, ferma a 9,1 metri.

Un notevole salto in avanti. Quanto alla questione etica se ne può discutere. Il progetto della nuova, doppia realizzazione per ‘proteggere’ le due città autonome spagnole sul suolo africano, oltre che nelle dimensioni presenta una novità proprio sulla cima. Al posto del filo spinato i progettisti della ditta che realizzerà materialmente i lavori (un’azienda spagnola che ha già costruito una barriera anti-missili alta 30 metri all’aeroporto israeliano di Eilat) verrà piazzato un cilindro di acciaio del diametro di oltre mezzo metro che renderà praticamente impossibile per i migranti trovare gli appigli necessari per passare dall’altra parte. Il cilindro doveva essere mobile e quindi ancora più pericoloso, poi, alla fine, Madrid ha dato il via libera al blocco fisso.

Niente più ferro tagliente della concertinas, il filo spinato, ma l’insidia di una presa instabile col rischio di precipitare da un’altezza simile a quella di una palazzina di quasi tre piani. La parte bassa della struttura sarà realizzata in legno d’acero, fino a 6 metri, la parte superiore invece in acciaio. La nuova barriera percorrerà la linea di confine tra Marocco e Spagna per 8 chilometri a Ceuta e 12 a Melilla. Eppure è quello di Ceuta l’intervento più complesso, reso difficoltoso dalla conformazione del territorio, con un’estremità sul mar Mediterraneo nei pressi del varco frontaliero di Tarajal II e l’altro capo ai piedi del monte della ‘Donna morta’, nella frazione di Benzù.

Le intenzioni del governo Sanchez sono chiare: fermare l’emorragia di ingressi illegali in Spagna che continuano a ripetersi con una certa frequenza. Il governo, in particolare, vuole evitare fughe di massa come quella capitata nel luglio del 2018, quando oltre 600 migranti, in larga parte sub-sahariani ma con la presenza anche di algerini e marocchini, riuscirono a eludere i controlli valicando il doppio reticolo. In quell’occasione si verificò una falla globale del sistema e proprio quell’episodio spinse le autorità spagnole a mettere in pratica i primi interventi di protezione. Sempre più sofisticato l’impianto di vigilanza, con ben 66 telecamere lungo tutto il tratto frontaliero, di cui 14 a rilevazione termica, sensori di movimento, un’apparecchiatura per il riconoscimento facciale ai varchi di Tarajal II (Ceuta), Beni Enzar, Barrio Chino, Mariguari e Farhana (Melilla).

Dal grande esodo dell’estate di due anni fa i tentativi si sono ripetuti, fino ai fatti più recenti, a cavallo tra il 2019 e il 2020. Da rilevare quello del novembre scorso, quando un furgone con all’interno 52 migranti, tra cui 16 bambini, ha sfondato il varco di frontiera schiantandosi contro la recinzione e provocando diverse vittime. Le misure adottate dal governo Sanchez hanno portato dei risultati, visto che l’anno scorso il numero dei migranti illegali entrati in Spagna è stato 24mila, il 41% in meno rispetto ai 65mila del 2018.

I lavori per il nuovo muro anti-migranti dovevano essere già nel vivo, ma l’emergenza coronavirus ha ritardato l’iter. Pandemia che sta provocando un’altra crisi umanitaria: “Con la scusa del rischio contagio, il governo spagnolo ha chiuso a tempo indeterminato le due frontiere a Ceuta e Melilla – sostiene un attivista di Digmun Ceuta che collabora anche con Alarm Phone, due organizzazioni che si occupano di diritti dei migranti nell’area – Oltre ai migranti chiusi nei centri di accoglienza temporanea, a Ceuta in più ci sono centinaia di minori marocchini e algerini intrappolati nell’area portuale. E poi c’è il dramma delle lavoratrici marocchine che prestano servizio nelle due enclave, penso in particolare alle domestiche, oltre alle donne che trasportano merci. Madrid non è mai stata così brutale come adesso a Ceuta e Melilla”.
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