Mostruosità italiane o italiche

Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » gio dic 28, 2017 8:01 am

Vittorio Feltri, è finita la legislatura peggiore di sempre
27 Dicembre 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... trump.html

C' è chi esulta perché domani il presidente Mattarella scioglierà le Camere mandando a casa tutti i parlamentari, tra i peggiori della storia repubblicana. L' evento non dispiace neppure a noi, ma saremmo più contenti se sapessimo o sperassimo che dal prossimo giro elettorale uscisse un ceto politico più decente di quello che ci accingiamo ad archiviare. Non è così.

Dalle urne sortiranno soltanto problemi e nessuna soluzione, a meno che Berlusconi, Salvini e Meloni saranno in grado di essere finalmente se stessi, cioè persone di destra come Trump, il quale dopo aver promesso di abbassare le tasse le ha abbassate sul serio. Il nodo centrale infatti è quello fiscale. L' unico modo per rilanciare l' economia e aumentare i consumi, e quindi l' occupazione, è quello di comprimere le imposte. Più soldi nelle tasche degli imprenditori e dei loro dipendenti significa creare posti di lavoro e incentivare gli acquisti.

Lo Stato deve fare un passo indietro, comprimere la spesa pubblica, abbassare i costi del welfare, smettere di pagare la sanità ai ricchi e cessare di sprecare denaro per regalare esami di laboratorio a chi non ne ha bisogno. Il reddito di inclusione o di cittadinanza ai nullafacenti è un lusso che non ci possiamo permettere. Occorre che la gente vada a sgobbare, è inammissibile si faccia mantenere dalla pubblica amministrazione. Inoltre è necessario sospendere il finanziamento degli immigrati, evitare di ospitarli gratis in mancanza delle risorse che ci consentano di farlo. Impariamo dall' Austria a regolarci in proposito. Vengano qui soltanto gli stranieri che abbiano l' opportunità di guadagnarsi da vivere. È inammissibile sia l' Europa a decidere ciò che debba avvenire nei singoli Paesi. I quali hanno il diritto di agire secondo la loro convenienza.

Purtroppo la nostra sinistra non è capace di amministrare l' Italia cum grano salis ed è per questo che ci troviamo in una situazione drammatica. Non sa che fare e quel poco che fa è sbagliato: vuole aiutare tutti e non aiuta nessuno, spreca soldi per assistere chi non merita di essere assistito, pensa allo ius soli (cittadinanza a chiunque) per ottenere consensi, dice che la priorità è il lavoro e, in realtà, combatte coloro - gli industriali - che avrebbero i mezzi per darne ai disoccupati.
I progressisti sono una autentica iattura, odiano il capitale e lo spremono senza spingerlo a progredire. Hanno un solo obiettivo: ammazzare i cittadini di tributi, ma l' unico risultato che raggiungono è l' esplosione della evasione. Sono asini patentati.

Hanno costruito negli anni un mastodonte burocratico inefficiente e costoso. Non li sopportiamo più. Agli ex comunisti si sono poi aggiunti i fessi del Movimento 5 Stelle che predicano male e si comportano malissimo, basta vedere come agiscono nelle città che governano con il posteriore. Il mix grillino e democratico produce una miscela di imbecillità che minaccia di sfasciare il Paese. Ci auguriamo che gli italiani non siano tanto stolti da affidarsi alla feccia rampante e tornino a votare con l' intento di non suicidarsi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » sab dic 30, 2017 7:55 am

L’AGENZIA DELLE ENTRATE FALSIFICA UN DOCUMENTO PER VINCERE UN RICORSO
Angelo Dornetti More

http://padova.deciba-professional.it/bl ... un-ricorso

Succede a Bari, l’Agenzia delle Entrate trucca documento per vincere una causa di rimborso Iva; una data cancellata e riscritta in fotocopia: per i giudici tributari è una grossolana contraffazione.

A volte c’è chi presenta carte false per vincere un processo. Ma se la «grossolana contraffazione» su una lettera di diniego a un istanza di rimborso proviene dall’Agenzia delle Entrate, è il segno che qualcosa non va nel rapporto tra Fisco e contribuente. Una fotocopia galeotta, una data ritoccata, la firma su documento apposta da un dirigente che in quel momento prestava servizio altrove. La storia ruota intorno a questi elementi. Protagonista, suo malgrado, è un noto gruppo industriale della provincia di Bari.

Tutto ha inizio nel 2010 quando il Fisco contesta nove avvisi di accertamento del valore di svariati milioni di euro per vendite di beni tra società della holding a prezzi che la direzione provinciale di Bari dell’Agenzia delle Entrate riteneva non congrui. Al termine del giudizio, la società, assistita legalmente, vince in appello. Ma la partita prosegue. Il contribuente dal lontano 2006 vanta un credito Iva per oltre 200mila euro. Le istanze di rimborso vengono sistematicamente respinte: con iscrizioni a ruolo pendenti non si poteva rimborsare l’Iva, ragiona il Fisco. L’ultimo rigetto risale al 4 marzo 2014. Sin qui, nulla da dire.

Nel 2016, però, forte della vittoria nel contenzioso principale, la società presenta la consueta istanza, confidando, questa volta, nel suo accoglimento. Macché: l’Agenzia delle Entrate non risponde e la società impugna il «silenzio-rifiuto». In giudizio, arriva il colpo di scena: l’Amministrazione sostiene l’inammissibilità della domanda. A sostegno della tesi, deposita un diniego dell’istanza datato 4 marzo 2016. L avvocato della società sostiene che quella lettera altro non era che la raccomandata di due anni prima rivista e corretta: nella parte riservata alla data, con un tocco di magia, il «4» diventa «6» e il gioco è fatto. Come passa il tempo.

Una tesi condivisa dalla Commissione tributaria provinciale. «È provato in atti – si legge nella sentenza – che la nota del 4 marzo 2016 è mera riproduzione fotostatica della lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate in data 4 marzo 2014 in risposta ad altra e precedente istanza di rimborso». Non solo: «la nota del 4 marzo 2016, che mostra chiari segni di grossolana contraffazione della data aggiornata al 2016 è addirittura inesistente dal punto di vista giuridico»: il dirigente che, nel 2016, avrebbe dovuto firmare, in realtà era stato trasferito in un altro ufficio. Insomma, rimborso Iva riconosciuto e Agenzia delle Entrate condannata a rimborsare le spese. La sentenza, non impugnata, è ora è definitiva. Altro che «prove di dialogo» tra Amministrazione e «tartassati» qui è necessario capire che è sempre bene far controllare da professionisti la propria posizione creditizia anche quando si pensa d’essere in torto perché le istituzioni potrebbero esserlo ancor di più come dimostra questo caso recente.
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » dom dic 31, 2017 6:47 pm

Orrori italiani e vittime dello stato italiano
viewtopic.php?f=139&t=1775
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » gio gen 04, 2018 7:52 am

Torino, se il marito picchia la moglie ogni tanto «non si può parlare di maltrattamenti in famiglia»
Giovanni Falconieri
18 gennaio 03
(L'uomo che sia un maomettano africano o asiatico e che ciò venga nascosto?)


http://torino.corriere.it/cronaca/18_ge ... 2ba9.shtml

TORINO - Nella sua requisitoria, il pubblico ministero aveva sottolineato le «continue aggressioni fisiche» e le «umiliazioni morali» che la donna era stata costretta a subire. Aveva parlato di calci, pugni e schiaffi, di lancio di oggetti e di offese quasi quotidiane. Ma al momento della sentenza, il giudice ha stabilito che si era trattato di «atti episodici» avvenuti in «contesti particolari» e non in grado di causare nella vittima «uno stato di prostrazione fisica e morale». E ha aggiunto che non ci sarebbero stati «atti di vessazione continui tali da cagionare un disagio incompatibile con normali condizioni di vita». In parole povere, se le aggressioni non sono «frequenti e continue» non si può parlare di «maltrattamenti in famiglia». Soprattutto se non c’è una sopraffazione sistematica della vittima. La quinta sezione penale del Tribunale di Torino ha così accolto la tesi dell’avvocato difensore Vincenzo Coluccio, che assisteva un 41enne disoccupato finito sotto processo con l’accusa di aver maltrattato la moglie per anni.
Referti medici e liti

«Non c’è collegamento — ha spiegato il legale in aula — tra i referti medici portati dall’accusa e le liti o le presunte aggressioni». Tesi che ha trovato conferma nella sentenza pronunciata dal giudice: «Dall’esame della persona offesa e dei testi non è emersa una situazione tale da cagionare un disagio continuo e incompatibile con le normali condizioni di vita». Risultato: il 41enne imputato è stato assolto, anche in virtù del fatto che le aggressioni sono state ritenute configurabili come «atti episodici» avvenuti in «contesti particolari». E questo anche se la donna, a quanto risulta, è corsa in ospedale nove volte in otto anni perché aveva il naso rotto o una costola incrinata. Però, scrive il Tribunale nelle motivazioni della sentenza, «non tutti gli episodi sono riconducibili ad aggressioni da parte dell’imputato». Episodi che la moglie ha ricollegato genericamente a una lite, ma per i quali non è stata in grado di fornire, a parte per l’ultimo, una descrizione dettagliata. «Tali fatti non paiono perciò riconducibili, proprio perché traggono origine da situazioni contingenti, a un quadro unitario di un sistema di vita tale da mettere la vittima in uno stato di prostrazione fisica e morale». I litigi in casa erano all’ordine del giorno e anche la donna si scagliava a volte contro il marito. Tant’è che sia i figli della coppia sia i vicini di casa non sono stati in grado, in alcune occasioni, di indicare chi tra marito e moglie avesse usato violenza per primo nei confronti del coniuge. L’imputato è stato comunque condannato a sei mesi di reclusione per l’abbandono della casa familiare e per il «mancato contributo al mantenimento dei figli minorenni».
«Sconcerto e preoccupazione»

In una «revisione del giudizio in appello» spera la senatrice Francesca Puglisi (Pd), presidente della Commissione parlamentare contro il Femminicidio: «La sentenza del Tribunale di Torino — spiega la parlamentare — suscita sconcerto e preoccupazione. La minimizzazione della violenza all’interno di un rapporto affettivo non solo rischia di pregiudicare la richiesta di giustizia da parte delle vittime, ma costituisce fattore disincentivante rispetto alle istanze di tutela. Fermare la violenza si può e si deve. Spero in una revisione del giudizio in appello».


Torino, la sentenza "Se le aggressioni non sono frequenti, non sono maltrattamenti in famiglia"
Una donna magistrato assolve un disoccupato di 41 anni: la compagna si era presentata nove volte in otto anni al pronto soccorso
di CARLOTTA ROCCI
03 gennaio 2018

http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -185715715

Se le aggressioni non sono frequenti e continue non c’è il reato di maltrattamenti in famiglia. Suona più o meno così la motivazione della sentenza choc che assolve dall’accusa un disoccupato di 41 anni che all’epoca dei fatti viveva a Collegno, alle porte di Torino. A pronunciare la sentenza e a motivarla è stata la giudice Maria Iannibelli della quinta sezione penale del tribunale di Torino. Il magistrato parla di “atti episodici” avvenuti in “contesti particolari”. Per quei fatti il pm Dionigi Tibone aveva chiesto più di tre anni portando in tribunale un faldone di certificati medici per documentare le aggressioni dell’uomo nei confronti della compagna costretta a subire “continue aggressioni fisiche e umiliazioni morali” che le avrebbero causato “uno stato di prostrazione fisico e morale”. Proprio su questo punto la giudice contesta le motivazioni dell’accusa e accoglie la tesi della difesa sostenuta dall’avvocato Vincenzo Coluccio. “Non c’è collegamento tra i referti medici portati dall’accusa e le liti o le presunte aggressioni”, spiega il legale. E la giudice conferma: “Dall’esame della persona offesa e dei testi non è emersa una situazione tale da cagionare un disagio continuo e incompatibile con le normali condizioni di vita".

La donna si è presentata in pronto soccorso nove volte in otto anni: una volta con una costola rotta, un’altra con il setto nasale fratturato ( anche se aveva detto di esserselo rotto in un incidente stradale) “Non tutti gli episodi sono riconducibili ad aggressioni da parte dell’imputato”, scrive Iannibelli nelle motivazioni della sentenza. Episodi che “la teste ha ricollegato genericamente a una lite ma non è stata in grado di fornire, a parte per l’ultimo, una descrizione dettagliata”. Per tutte queste ragioni questi fatti “non paiono riconducibili, proprio perché traggono origine da situazioni contingenti, a un quadro unitario di un sistema di vita tale da mettere la vittima in uno stato di prostrazione fisica
e morale”. Nessun maltrattamento in famiglia dunque, ma anche nessuna lesione come era stato chiesto in subordine dal legale che chiedeva l’assoluzione che è arrivata con formula piena: il fatto non sussiste. L’uomo è stato invece condannato a sei mesi, con sospensione condizionale della pena per altri due reati minori di cui era imputato: l’abbandono della casa familiare e il “mancato contributo al mantenimento dei figli minorenni”.


IL CASO A TORINO. «Le botte episodiche alla compagna non sono maltrattamenti in famiglia»

https://cronacaqui.it/cronaca/caso-tori ... iglia.html

Se le aggressioni alla compagna ci sono state, si tratta comunque di “atti episodici” nati “da situazioni contingenti e particolari”. E l’imputato, secondo una giudice del tribunale di Torino, va assolto dall’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Maltrattamenti che, sosteneva il pm, Dionigi Tibone, sarebbero proseguiti per otto anni. Con pestaggi brutali che l’imputato, 41 anni, disoccupato, avrebbe compiuto “colpendo” la convivente anche davanti ai figli “con pugni in faccia, prendendola a calci e facendola cadere a terra, lanciandole oggetti addosso, insultandola reiteratamente con epiteti” irripetibili, “costringendola a subire continue aggressioni fisiche e umiliazioni morali e così facendola vivere in uno stato di prostrazione sia fisica che morale”.

Uno “stato” che però non viene ravvisato dalla giudice, che nelle motivazioni ripercorre la vicenda, sottolineando che “sin dall’inizio il rapporto era stato difficile”, e i due “litigavano continuamente”.

Quanto ai maltrattamenti, “dall’esame della persona offesa e dei testi non è emersa una situazione di sottoposizione” della donna “a una serie di atti e vessazioni continui tali da cagionare un disagio continuo e incompatibile con normali condizioni di vita”. E i certificati prodotti dal pm rilasciati dal pronto soccorso in cui lei una volta raccontò di essersi rotta una costola cadendo dalle scale, un’altra volta di aver sbattuto un occhio contro una mensola, un’altra ancora di essersi rotta il naso in un incidente stradale, sono comunque “nove in un arco temporale di circa otto anni”.

“Non tutti poi- sottolinea il giudice – sono riconducibili ad aggressioni da parte dell’imputato”. Quanto agli altri “la teste li ha ricollegati genericamente a una lite, ma non è stata in grado di fornire, a parte per l’ultimo, una descrizione più dettagliata”. Per il magistrato “si tratta allora di atti episodici che, se autonomamente, qualora ne sussistano i presupposti, possono integrare i delitti contro la persona, non paiono riconducibili, proprio perché traggono origine da situazioni contingenti e particolari, a un quadro unitario di un sistema di vita tale da porre la vittima in una stato di prostrazione sia fisica, sia morale”.

Il fatto, dunque, non sussiste, come aveva sostenuto l’avvocato difensore, Vincenzo Coluccio, che nulla ha potuto fare per il capo di imputazione relativo alla violazione degli obblighi assistenziali.

L’imputato, infatti, ha “abbandonato la casa familiare” quando la convivente ha scoperto che lui la tradiva con un’amica, e non avendo in alcun modo “contribuito al mantenimento dei figli minorenni”, va condannato con sospensione condizionale e beneficio della non menzione a sei mesi. Molti meno dei tre anni e 9 che aveva chiesto il pubblico ministero.
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » gio gen 04, 2018 9:36 pm

La donna derubata era "distratta". Per la ladra scatta lo sconto di pena
Gio, 04/01/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 79714.html

Salta l'aggravante della "destrezza". E così il processo è da rifare

La giustizia la decide la Cassazione. E non è la prima volta che così, alla fine, il senso che si provi , di fronte alla sentenza definitiva, sia quello dell'ingiustizia.

È il caso che riguarda una signora di Bergamo derubata in un supermercato da una abile manolesta. Una ladra, E.Q., 51 anni, che le aveva sfilato il portafogli dalla borsetta mentre la vittima faceva la spesa. Ma ecco qua l'ennesimo inghippo leguleio, l'interpretazione della legge che cambia a secondo dei punti di vista. Secondo la Suprema corte un po' di colpa ce l'avrebbe la vderubata. Già, poiché era distratta, anzichè tenere la borsa ben stretta a tracolla, sorvegliata a vista, lei, ingenua, l'avea appoggiata nel carrello della spesa. Sembrerebbe di disquisire del «sesso degli angeli», invece la questione alla fine è finita in Cassazione, e qui i togati hanno annullato la sentenza per furto di portafogli del tribunale di Bergamo, del 2014 che era stata poi confermata in appello nel 2016.

Tutto in punta di diritto: in questo caso l'aggravante del furto con destrezza. Quella «abilità» che può fare aumentare una pena compresa tra 6 mesi e 3 anni al 2-6 anni.

Cosi la Suprema corte- come riporta il sito del Corriere della Sera- ha eliminato l'aggravante rimandando ai giudici d'Appello la rideterminazione della pena per la colpevole.

La difesa sosteneva che l'imputata avesse solo approfittato di un momento di distrazione della proprietaria della borsa. Si sarebbe limitata a cogliere l'occasione propizia, «una condotta ordinaria priva di connotati di rimarchevole efficienza aggressiva che caratterizzano l'aggravante». Secondo il tribunale di Bergamo, invece, la condotta era «caratterizzata da una particolare accortezza e velocità, in quanto l'imputata ha approfittato della distrazione della persona offesa e del posizionamento del portafogli nel carrello».

Per conoscenza: persino le diverse sezioni della stessa Cassazione da anni non si mettono d'accordo sulla questione.
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » ven gen 05, 2018 6:47 pm

Spiaggia romana
https://www.facebook.com/rainews.it/vid ... 9686690981


Un emigrato siciliano in Germania torna a casa in Sicilia e trova questo
https://www.facebook.com/LambrenedettoX ... 0972010299


Il sud della penisola italica - i meridionali
viewtopic.php?f=139&t=2581
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » ven gen 05, 2018 11:15 pm

Le infiltrazioni delle cosche mafiose dei meridionali nelle comunità padanovente sono una conseguenza del soggiorno obbligato:


Mala del Brenta
https://it.wikipedia.org/wiki/Mala_del_Brenta
L'arrivo di alcuni esponenti della mafia siciliana costretti al soggiorno obbligato nelle province di Venezia e Padova, in particolare Totuccio Contorno, Antonio Fidanzati, Antonino Duca e Rosario Lo Nardo sul finire degli anni settanta e l'inizio degli ottanta, fu la base per la nascita di un gruppo paramafioso che potesse fare da ponte tra il Nord e il Sud.
All'ombra di questi personaggi crebbero e trovarono maturazione le locali giovani leve di una criminalità dai contorni ancora rurali, che tentava generalmente di mutuarne le gesta, le caratteristiche e le imprese.


'ndrangheta in Lombardia
https://it.wikipedia.org/wiki/%27Ndrang ... _Lombardia
La 'ndrangheta in Lombardia si è insediata in tutte le province ma soprattutto in quelle di Milano, Varese, Como, Lecco, Brescia e Pavia. La sua infiltrazione è cominciata negli anni '50 con elementi di spicco provenienti dalla Locride.
Tra il 1965 e il 1975 con il provvedimento del soggiorno obbligato nella provincia di Como arrivano 44 boss.


http://milano.corriere.it/notizie/crona ... 1b92.shtml


Camorra in Veneto
http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/ ... -1.1028176


Mafie e briganti terronici
viewtopic.php?f=22&t=2259
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » mar gen 09, 2018 9:07 pm

Napoli, metropolitana linea 6: tunnel stretto, i treni non passano
09/011/2018

https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca ... 69406.html


La Linea 6 rischia di trasformarsi nella Waterloo dell'Anm. Chiusa dal 2013 per i lavori di estensione della tratta, la metropolitana leggera, che collega Fuorigrotta a Mergellina, dovrebbe riprendere l'esercizio entro la fine di quest'anno. A dicembre, è prevista, infatti, l'apertura delle stazioni San Pasquale e Arco Mirelli, costruite da Ansaldo su appalto del Comune di Napoli, mentre nel 2019 dovrebbe essere la volta di Chiaia. Ma il personale non c'è. Servirebbero 62 dipendenti, tra macchinisti, operai e agenti di stazione, al costo di 2,5 milioni l'anno, ma Anm non ha bandito nessun concorso, mentre per riqualificare quelli già in forza occorrono 6-8 mesi di formazione.

I treni, poi, sono pochi e vecchi. Al momento sono disponibili solo 6 moduli a due casse da 25 metri. Si tratta dei vecchi tram comprati per i mondiali di Italia '90, riadattati a metropolitana, di cui, peraltro, oggi si fatica anche a trovare i pezzi di ricambio. I moduli nuovi a tre casse, previsti dal contratto, stesso modello del metrò di Genova, invece, non possono essere utilizzati, perché sono lunghi 39 metri, e non è possibile al momento farli scendere all'interno dei tunnel. L'unica apertura si trova a piazzale Tecchio, nei pressi della stazione Mostra, dove nel sottosuolo è stato realizzato un deposito-officina temporaneo e dove attualmente sono stoccati i 6 treni-tram.

L'unico modo per far entrare le carrozze è calarle dal buco con una gru. Il problema è che il foro misura 27 metri: è più piccolo dei nuovi moduli. Per farli accedere sulla linea occorrerà costruire un deposito a raso. Al momento, c'è solo il progetto, che prevede di realizzarlo nell'area Campegna-Arsenale, verso Bagnoli. Una volta affidato, serviranno almeno 5 anni di lavori.

La conseguenza è che nelle nuove stazioni potranno circolare i treni di 30 anni fa.
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » sab feb 10, 2018 8:35 pm

Riabilitato dopo il fango: Bertolaso assolto per il G8
Patricia Tagliaferri - Ven, 09/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 92402.html

Lui, l'uomo delle emergenze, colui che accorreva dove c'era pericolo e risolveva i problemi, ha dovuto convivere per otto anni con l'accusa di essere un corrotto, uno che favoriva gli amici imprenditori negli appalti, talvolta anche solo per un massaggio a luci rosse.

Nulla di tutto ciò è mai accaduto. Solo fango. Un calvario contro il quale Guido Bertolaso, un medico prima di essere funzionario di Stato, ha combattuto per la sua dignità e per quella della Protezione civile che ha guidato tanti anni e che dopo di lui non è stata più la stessa.

Fino a ieri, quando il Tribunale di Roma lo ha completamente riabilitato assolvendolo con formula piena, «perché il fatto non sussiste», nonostante la Procura di Roma avesse sollecitato la richiesta di prescrizione. «Questo vale come una doppia assoluzione - ha commentato su Facebook - grazie alla mia famiglia e a chi mi è stato vicino in questi anni. Sono innocente, come ho sempre detto. Ora lo hanno dichiarato anche i giudici». L'ex capo della Protezione civile, dunque, non faceva parte della cosiddetta «cricca», per usare le parole del gip Rosario Lupo, composta da un gruppo di imprenditori e pezzi delle istituzioni, che operava «in un sistema gelatinoso» ed era capace di condizionare i maggiori appalti degli ultimi anni, dai Mondiali di nuoto a Roma del 2009 al G8 della Maddalena (poi trasferito a L'Aquila), fino alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. La seconda assoluzione per lui, dopo quella per l'accusa di omicidio colposo nel processo Grandi Rischi bis per il terremoto del 2009. Bertolaso l'ha festeggiata creando un gruppo WhatsApp chiamato «assolto», che ieri in poche ore ha raccolto centinaia di messaggi, congratulazioni e attestati di stima da parte di amici, parenti e collaboratori. «Questa assoluzione certifica che questo processo non doveva neanche cominciare, resta il rammarico che si sono dovuti attendere otto lunghi anni nel corso dei quali si è messa fuori campo una persona che certamente costituisce una risorsa per il Paese», ha commentato il suo avvocato, Filippo Dinacci.

Oltre a quella di Bertolaso ci sono state una decina di assoluzioni e prescrizioni, ma anche quattro condanne per associazione a delinquere per i capi della «cricca»: sei anni e sei mesi per l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, sei anni per il costruttore romano Diego Anemone, quattro anni e sei mesi per l'ex provveditore opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis e quattro anni per l'ex generale della Finanza Francesco Pittorru.

L'inchiesta è nata alla Procura di Firenze, dalle indagini sulla costruzione della nuova Scuola Marescialli, e poi è stata trasferita prima a Perugia e poi a Roma per competenza. Secondo i magistrati c'erano Balducci ed Anemone, ai quali veniva contestata la corruzione e l'associazione a delinquere, al centro del gruppo che con favori e denaro si aggiudicava gare milionarie. «Una sorta di corruzione 2.0», aveva detto il pm nella requisitoria parlando di una rete fatta di «rapporti illeciti con soggetti di alto profilo istituzionale». Ma non tutto l'impianto accusatorio ha retto. Anche l'ex commissario straordinario ai Mondiali di nuoto Claudo Rinaldi e l'ex funzionaria alla presidenza del Consiglio Maria Pia Forleo sono stati assolti. Prescritta invece la posizione di Daniele Anemone, fratello di Diego. «Soddisfatti» anche gli avvocati di Rinaldi, Nicola Madia e Livia Lo Turco.
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Re: Mostruosità italiane o italiche

Messaggioda Berto » lun feb 12, 2018 4:04 pm

In pensione da una vita: mezzo milione di italiani prende l’assegno da 37 anni
12 febbraio 2018

https://quifinanza.it/pensioni/in-pensi ... nni/170876

(Teleborsa) – Una vita di lavoro e poi finalmente arriva la meritata e sudata pensione. Funziona così per molti. Ma non per tutti. C’è una bella fetta di italiani che in pensione ci sta praticamente da una vita. Sono oltre 700 mila quelli che ricevono la pensione da prima del 1982. E i numeri non includono i trattamenti di invalidità e le pensioni sociali.

Lo ha reso noto l’Inps che si è messo a fare i conti scoprendo che quasi mezzo milione di italiani, per essere precisi 471.545, ricevono un assegno di vecchiaia, di anzianità contributiva o ai superstiti da oltre 37 anni.

PROFESSIONE PENSIONATO – In pratica, pensionati di professione. Sì, perché stiamo parlando di un vero e proprio esercito di persone che hanno smesso di lavorare prima del 1980 e sono ancora pensionati. Numeri alla mano, sono in pensione da più anni di quelli in cui hanno lavorato.

L’IMPATTO DELLE BABY PENSIONI NEL SETTORE PUBBLICO – L’età alla decorrenza delle pensioni liquidate prima del 1980 è di 49,9 anni per la vecchiaia e di 46,4 per l’anzianità, mentre per i superstiti da assicurato è di 41,5 anni (45,7 per i superstiti da pensionato). Per i pensionati del settore privato l’età è un po’ più alta per i trattamenti di vecchiaia (compresa l’anzianità) con 54,7 anni, mentre è più bassa per i superstiti con appena 40,7 anni al momento della liquidazione della pensione. Il dato dei pubblici risente chiaramente delle pensioni baby e quindi delle uscite dal lavoro con 20 anni di contributi o meno (14 anni sei mesi e un giorno per le donne con figli)

GLI IMPORTI – Se per le pensioni del settore privato l’importo medio degli assegni liquidati prima del 1980 è largamente inferiore a mille euro al mese (807 euro mensili i trattamenti di vecchiaia, 526 euro quelli ai superstiti) per le pensioni dei pubblici l’importo medio supera i 1.660 euro al mese nel caso della vecchiaia e i 1.465 in quello dell’anzianità.
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