Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:11 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:12 pm

14)
Trump si ricandida e lo annuncia informalmente in un comizio in Texas



DONALD TRUMP: 'Probabilmente dovrò farlo di nuovo'

(Newsmax)
L'Osservatore Repubblicano
https://www.facebook.com/ossrepubblican ... z9bgGKbx8l

L'ex presidente Donald Trump ha fatto intendere di volersi candidare nuovamente alla Casa Bianca nel 2024 sabato sera al suo comizio Save America a Robstown, in Texas, davanti ad una folla entusiasta.
"E ora, per rendere il nostro Paese di nuovo sicuro, di successo e glorioso, probabilmente dovrò farlo di nuovo" ha detto.
Ha promesso di reprimere il crimine, di sostenere la polizia, di chiudere le frontiere, di ridurre l'inflazione e di riportare l'economia americana ai livelli che la sua amministrazione aveva raggiunto prima che il COVID-19 arrivasse dalla Cina.
"Siamo contrari al 'togliere i fondi alla polizia' ma siamo a favore del taglio dei vivieri ai cartelli della droga messicani". "Dobbiamo lasciare in pace la nostra polizia e farle fare il suo lavoro", chiedendo la pena di morte per chiunque uccida un agente di polizia. La folla dei texani è esplosa sulle note dell'inno nazionale urlando in coro "USA! USA! USA!", "We love Trump" e "Let's go Brandon!".
Trump ha anche rimproverato le indagini su di lui e su chiunque lo sostenga.
"Se volete salvare i vostri diritti e le vostre libertà, dovete dare un duro colpo a questi maniaci radicali", denunciando le "indagini" infinite, dicendo che il Congresso non fa altro che indagare sui Repubblicani e su chiunque abbia il cognome "Trump".
"Se sorvoliamo uno Stato democratico, riceviamo un mandato di comparizione davanti al Gran Giurì", ha detto Trump. "Hanno indagato su di me per molto tempo... non hanno trovato nulla". "Hanno trovato solo questo: Io, come voi, amo questo Paese".
Trump ha anche criticato la procuratrice generale di New York, Letitia James, "una razzista", che ha fatto una campagna elettorale solo per "catturare Trump". "Ho sentito che sta perdendo", ha aggiunto a proposito delle speranze di rielezione della James. "Non sarebbe incredibile?".
Trump ha poi ribadito l'importanza delle prossime elezioni di metà mandato e che sarà il suo obiettivo prima di fare un annuncio ufficiale per la campagna del 2024.
"Queste elezioni sono la vostra occasione per far sentire il vostro voto", ha aggiunto.


Gino Quarelo

Speriamo che vinca e che sia con l'Ucraina e l'Europa contro la Russia nazi fascista di Putin.




Caro Trump
ti prego di fare pulizia tra i tuoi amici e sostenitori e di bandire gli antisemiti come questo demenziale nero.




Dalla moda a Hollywood il rapper Kanye West e' alle corde: seguendo l'esempio di Gap e Balenciaga, il colosso tedesco Adidas dell'abbigliamento sportivo ha rotto i ponti con l'ex marito di Kim Kardashian mentre era stata l'agenzia di talenti Caa a prendere le distanze: "I discorsi di odio non vanno mai bene", ha detto Kardashian.

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/no ... 74cf3.html

"Non è più loro cliente", ha detto una fonte dell'agenzia citando la recente tirata antisemita del cantante, stilista e imprenditore fino a poco tempo fa sulla cresta dell'onda.

Dalle stelle alla polvere: considerato uno dei piu' influenti artisti hip hop del nostro tempo - 24 Grammy e 160 milioni di dischi venduti - Kanye si è autodistrutto nell'arco di pochi anni mentre l'attenzione dei media si concentava, anziche' sul suo talento creativo, sulle controverse esternazioni in politica (amico di Donald Trump e di commentatori di estrema destra come Tucker Carlson e Candace Owens) e i problemi mentali: soffre di disordine bipolare.

Spotify critica Kanye West per la tirata antisemitica che a Hollywood lo ha messo all'indice e provocato il boicottaggio di giganti della moda come Balenciaga, Gap e da ieri Adidas. (ANSA)

Il divorzio dal clan Kardashian (Kim e la vasta famiglia di cui era stato un tempo una delle 'K eccellenti') aveva accelerato la parabola in discesa. Adidas aveva messo Kanye (che adesso si fa chiamare Ye) sotto processo all'inizio di ottobre: lo stesso avevano fatto Twitter, Facebook e Instagram inducendo il rapper a buttarsi nell'acquisto di Parler, il social 'rifugio' di frange estremiste perchè non frena la libertà di parola. "Le recenti affermazioni e azioni di Ye sono inaccettabili, piene di odio e pericolose", si legge nel comunicato di Adidas che annuncia la fine di una partnership valutata in miliardi di dollari: la linea Yeezy, immediatamente archiviata, rappresentava l'8% delle vendite del gruppo.
Non è da oggi che Ye testa i confini del comportamento accettabile, ma l'ultimo mese ha visto un'accelerata delle provocazioni. A Parigi per la sfilata della sua linea YZYSZN9 Kanye ha indossato una maglietta con la scritta 'White Lives Matter' adottata dal movimento dei suprematisti. Sui social e in interviste dopo lo show aveva fatto affermazioni antisemite minacciando gli ebrei di morte. Era scattato l'ostracismo dei social.


Kanye West acquisterà Parler, il social “senza censura”
Lo stessi social network ha annunciato l’accordo con il rapper e produttore, che accusa Facebook e Twitter di oscurare i suoi contenuti
https://www.wired.it/article/kanye-west-parler/

Kanye West ha raggiunto un accordo per l’acquisto di Parler, la “principale piattaforma globale per la libertà di parola”. In una nota pubblicata anche sullo stesso social network, Parlement Technologies, che possiede la piattaforma, ha annunciato l’accordo con il rapper e produttore discografico, oggi noto anche con lo pseudonimo Ye. “L’acquisizione - si legge - garantisce a Parler un ruolo futuro nella creazione di un ecosistema non cancellabile in cui tutte le voci sono benvenute”.
L'accordo

L’operazione arriva a una settimana di distanza dall’esclusione temporanea da Twitter e da Instagram che aveva colpito Ye a causa della pubblicazione di contenuti antisemiti che violavano le regole di condotta dei due social network. In quell’occasione il rapper, che non è nuovo a episodi di questo tipo, aveva accusato Meta e Twitter di censurarlo. "In un mondo in cui le opinioni conservatrici sono considerate controverse - ha affermato - dobbiamo assicurarci di avere il diritto di esprimerci liberamente".

L’accordo, i cui termini finanziari non sono stati ancora resi noti, dovrebbe essere finalizzato entro la fine dell’anno e prevederà la cessione del 100% delle quote di Parler a West. Contestualmente, Parlement Technologies continuerà a mantenere il proprio ruolo di supporto tecnico, nonché gli accessi ai servizi di cloud privati e al data center della piattaforma.
Che cos'è Parler

Parler è stato reintrodotto sul Google Play Store il mese scorso. Ne era stato escluso in seguito all’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021 poiché gli era stato riconosciuto un ruolo di incitamento alla violenza. Per questo motivo, la piattaforma è considerata un rifugio per i conservatori e ha attratto tantissimi fan dell’ex presidente Donald Trump, molti dei quali sono stati bannati da Twitter.

Fondata a Nashville nel 2018 da John Matze e Rebekah Mercer, figlia del fondatore di Cambridge Analytica e di Breitbart Robert Mercer, è stata implementata solo lo scorso anno con un livello di moderazione dei contenuti. L’obiettivo della società era quello di farla reinserire nell'App Store di Apple. Proprio sulle app iOS e Android, secondo dati condivisi dalla piattaforma di market intelligence Sensor Tower con TechCrunch, Parler ha accumulato poco più di 250mila utenti attivi al mese.

“Questo accordo - ha dichiarato l'ad di Parler George Farmer - cambierà il mondo e cambierà il modo in cui il mondo pensa alla libertà di parola. Ye sta facendo una mossa rivoluzionaria nello spazio della libertà di parola e non dovrà mai più temere di essere rimosso dai social media".


Kanye West, Adidas e il mondo della moda scaricano il rapper dopo le frasi antisemite
In fumo una partnership valutata miliardi di dollari. Kanye West era considerato uno dei più influenti artisti hip hop: 24 Grammy e 160 milioni di dischi venduti
25 ott 2022

https://www.ilgiorno.it/mondo/kanye-wes ... -1.8217126

Dalla moda a Hollywood il rapper Kanye West è alle corde: seguendo l'esempio di Gap e Balenciaga, il colosso tedesco dell'abbigliamento sportivo ha oggi rotto i ponti con l'ex marito di Kim Kardashian mentre ieri era stata l'agenzia di talenti Caa a prendere le distanze. «Non è più loro cliente», ha detto una fonte dell'agenzia citando la recente tirata antisemita del cantante, stilista e imprenditore fino a poco tempo fa sulla cresta dell'onda.

Dalle stelle alla polvere: considerato uno dei più influenti artisti hip hop del nostro tempo - 24 Grammy e 160 milioni di dischi venduti - Kanye si è autodistrutto nell'arco di pochi anni mentre l'attenzione dei media si concentrava, anzichè sul suo talento creativo, sulle controverse esternazioni in politica (amico di Donald Trump e di commentatori di estrema destra come Tucker Carlson e Candace Owens) e i problemi mentali.

Il rapper soffre infattidi disordine bipolare. Il divorzio dal clan Kardashian (Kim e la vasta famiglia di cui era stato un tempo una delle 'K eccellentì) aveva accelerato la parabola in discesa.
Adidas aveva messo Kanye (che adesso si fa chiamare Ye) sotto processo all'inizio di ottobre: lo stesso avevano fatto Twitter, Facebook e Instagram inducendo il rapper a buttarsi nell'acquisto di Parler, il social 'rifugio di frange estremiste perchè non frena la libertà di parola. «Le recenti affermazioni e azioni di Ye sono inaccettabili, piene di odio e pericolose», si legge oggi nel comunicato di Adidas che annuncia la fine di una partnership valutata in miliardi di dollari: la linea Yeezy, immediatamente archiviata, rappresentava l'8% delle vendite del gruppo.

Ma la pressione dell'opinione pubblica è stata inevitabile: «Il vostro silenzio è un pericolo per tutti gli ebrei», aveva twittato ieri Jonathan Greenblatt, il ceo della Anti-Defamation League, dopo che un gruppo suprematista aveva affisso uno striscione su una freeway di Los Angeles («Kanye ha ragione»), mentre il Consiglio Centrale degli ebrei tedeschi prendeva posizione criticando
Adidas per la sua inazione. Per Adidas la polemica ha evocato un passato doloroso: il fondatore dell'azienda bavarese, Adi Dassler, aveva la tessera del partito nazista e la sua azienda fu costretta a produrre munizioni negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.

Solo la testimonianza giurata di un amico ebreo avevano permesso a Dassler di fondare il colosso col marchio oggi famoso. Non è da oggi che Ye testa i confini del comportamento accettabile, ma l'ultimo mese ha visto un'accelerata delle provocazioni. A Parigi per la sfilata della sua linea YZYSZN9 Kanye ha indossato una maglietta con la scritta 'White Lives Matter' adottata dal movimento dei suprematisti. Sui social e in interviste dopo lo show aveva fatto affermazioni antisemite minacciando gli ebrei di morte. Era scattato l'ostracismo dei social. Ari Emanuel di Endeavour (la parent company dell'agenzia Wme) aveva chiesto a Hollywood di non lavorare più con lui.
Balenciaga aveva tagliato i ponti e rimosso le immagini di Kanye dai suoi account - compresa quella dell'ultima sfilata della maison che Ye aveva aperto - così come aveva fatto 'Vogue Runway'. La stessa Kim Kardashian, attraverso la linea di 'shapewear' Skims che Kanye aveva aiutato a disegnare, l'ha liquidato come «un piccolo azionista di minoranza», senza più alcun ruolo nell'azienda.
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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:12 pm

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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:13 pm

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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:15 pm

15)
I sinistrati dementi ci riprovano con le calunnie come nel 2020, sperando di cambiare il corso della storia e la loro sicura disfatta alle prossime elezioni di mezza legislatura



Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump
viewtopic.php?f=196&t=3014#p39966
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 8N5pPoxdal


Il patto segreto tra Trump e Putin per spartirsi Casa Bianca e Ucraina: il "piano Mariupol" svelato dal New York Times
Il Riformista
Carmine Di Niro
3 Novembre 2022

https://www.ilriformista.it/il-patto-se ... es-327741/

Un lungo filo che unisce New York a Mosca, passando per l’Ucraina. In una inchiesta pubblicata dal New York Times agita le acque della politica americana e non solo, evocando nuovamente legami tra l’ex presidente Donald Trump e Vladimir Putin: sul piatto ci sono non solo gli interventi degli hacker russi durante la campagna elettorale del 2016 per colpire l’allora candidata dei Democratici Hillary Clinton, ma addirittura l’invasione dell’Ucraina.

Secondo la ricostruzione del Nyt affidata all’articolo di Jim Rutenberg, la data chiave è da considerare quella del 28 luglio 2016, quando Clinton accetta la nomination per il Partito Democratico, decidendo di correre per la Casa Bianca. È in quel momento che l’avvocato e lobbista Paul Manafort, direttore della campagna di Trump, riceve una mail da Mosca da parte del suo socio Konstantin Kilimnik, cittadino russo legato all’esercito che gestiva la società di consulenza di Manafort a Kiev.

In un incontro tenuto di persona tra i due, al Grand Havana Room, circolo esclusivo al 39° piano di un grattacielo sulla Fifth Avenue di New York, Kilimnik mostra a Manafort quelle che viene definito il “Piano Mariupol”, dal nome dell’ormai nota città dell’Ucraina.

Un progetto che contiene molto di quanto poi effettivamente accaduto in questi mesi: l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, la creazione di una ‘repubblica autonoma’ nell’est del Paese da affidare all’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych, scappato in Russia nel 2014 dopo le proteste di Maidan.

Il ruolo di Trump in questo piano sarebbe stato quello di “garante”: il Cremlino gli avrebbe garantito la vittoria alle elezioni, e infatti nelle settimane successive inizieranno gli attacchi degli hacker russi per danneggiare Clinton e aiutare Trump a vincere le elezioni, il tycoon in cambio non avrebbe posto ostacoli al progetto di Vladimir Putin. In effetti la presidenza Trump è segnata dal tiepido appoggio del tycoon nei confronti dalla Nato, dal blocco degli aiuti a Kiev e anche dal ‘rischio’ di riconoscere come russa la Crimea annessa illegalmente dal regime russo nel 2014 con un referendum illegale e non riconosciuto dalla comunità internazionale.

Tra le prove della ricostruzione fornita dal New York Times, citato dal quotidiano della Grande Mela, è una nota inviata nel 2005 da Manafort a un oligarca russo vicino a Putin, Oleg Deripaska, e citata in un report della commissione Intelligence del Senato. Già all’epoca l’avvocato e poi direttore della campagna di Trump si spendeva in favore di Yanukovych, elezione che poteva “portare grandi benefici al governo di Putin”.

A complicare i piani arriverà però per Trump, Manafort, Kilimnik e Putin la sconfitta nel 2020 del tycoon americano. Sconfitta che, sommata anche all’arresto e alla condanna per bancarotta di Manafort (graziato poi da Trump), non fermerà però il progetto: lo scorso 24 febbraio, come noto, le truppe russe hanno effettivamente invaso l’Ucraina dando il via alla sanguinosa guerra ancora in corso.


I sinistrati dementi ci riprovano con le calunnie come nel 2020, sperando di cambiare il corso della storia e la loro sicura disfatta alle prossime elezioni di mezza legislatura



Cosa ha stabilito alla fine il rapporto sul Russiagate

Russiagate Trump rapporto mueller
MANDEL NGAN, Nicholas Kamm, Saul LOEB / AFP
25 marzo 2019

https://www.agi.it/estero/russiagate_tr ... 019-03-25/

Alla fine di una domenica convulsa, scossa dall'annuncio improvviso che il ministro della Giustizia, William Barr, avrebbe consegnato al Congresso nel giro di un'ora la relazione sull'inchiesta Russiagate, il commento a caldo di Rudolph Giuliani, consigliere di Donald Trump, sintetizzava lo stato d'animo dei repubblicani alla vigilia: "Pensavo peggio".

Nelle quattro pagine inviate al Congresso, il ministro della Giustizia Usa, William Barr e il suo vice, Rod Rosenstein, hanno scritto che il procuratore speciale, Robert Mueller, non ha trovato prove di cospirazione di Donald Trump e del suo staff con la Russia per interferire sulle presidenziali del 2016. Non sono state inoltre riscontrate prove sufficienti per incriminare il presidente per ostruzione della giustizia, ma l'inchiesta "neanche lo esonera".

La lettera che riassume le principali conclusioni di due anni di indagini, sulla quale Mueller non è stato consultato, conferma che il procuratore non chiederà nuove incriminazioni, ma il punto chiave ruota attorno al reato di "ostruzione alla giustizia". "Non ci sono prove che vadano al di là di ogni ragionevole dubbio", scrive Barr, ma "neanche lo esonerano".

Su questa formula che non incrimina ma neanche assolve il presidente si innesterà lo scontro politico delle prossime settimane, anche perché é emerso un altro elemento di dubbio: la decisione di non procedere all'incriminazione di Trump per ostruzione alla giustizia non è stata presa dal procuratore Mueller, ma decisa da Barr e da Rosenstein.

Non a caso, il primo tweet di Trump, che in meno di un'ora aveva superato le centomila interazioni, aveva puntato su due aggettivi: "completa" e "totale" assoluzione. Poco dopo, lasciando West Palm Beach, in Florida, per tornare a Washington, Trump ha ribadito con forza i due aggettivi. "E' stato appena annunciato che non c'è stata collusione con la Russia, né ostruzione né altro. È una completa e totale assoluzione, è un vergogna che il nostro Paese abbia dovuto passare attraverso questa vicenda. A essere onesti, è una vergogna che il vostro presidente abbia dovuto affrontarla".

"Questo è stato - ha aggiunto - un tentativo illegale di eliminarmi che è fallito e ora spero che qualcuno vada a dare un'occhiata dall'altra parte". Cosa intendesse per "altra parte" non è chiaro. Di sicuro il caso Russiagate non si esaurirà con la lettera di Barr. L'assoluzione c'è, ma non "completa e totale", come avrebbe voluto il presidente.

Inoltre il voluminoso rapporto Mueller, pieno di nomi e fatti ricostruiti in ventidue mesi di inchiesta, non è ancora diventato pubblico. Sul piede di guerra i democratici, secondo i quali Mueller non scagiona Trump, che continuano a chiedere di rendere pubblico l'intero rapporto e accusano il ministro della Giustizia di non essere neutrale.


Finché Twitter era filo democratico e demonizzava e censurava Trump e i repubblicani andava benissimo, ora che grazie al nuovo proprietario Elon Musk Twitter è filo repubblicano, il demente Biden grida al pericolo per la democrazia contenuto nella propaganda menzognera dei repubblicani.

Joe Biden lancia l'allarme su Elon Musk: Twitter "sparge bugie in tutto il mondo"
Lamenta l'ascesa dei nuovi media *ancora una volta*
"In America non ci sono più editori
(Breitbart News)
L'Osservatore Repubblicano
5 novembre 2022

https://www.facebook.com/ossrepubblican ... iASxbhVa7l

Joe Biden ha segnalato venerdì, durante una raccolta fondi a Chicago, tutta la sua frustrazione per l'acquisto di Twitter da parte del miliardario Elon Musk.
"Ora di cosa siamo tutti preoccupati? Elon Musk esce e si compra un'azienda che manda... che sparge bugie in tutto il mondo", ha detto.
"Non ci sono più editori in America", ha aggiunto, riprendendo un tema di cui si è lamentato durante questo ciclo elettorale. "Come possiamo aspettarci che anche i bambini siano in grado di capire la posta in gioco?".
Ad ottobre, Biden si era lamentato del declino della capacità dei media tradizionali di controllare la narrazione politica.
"La capacità dei giornali di avere un grande impatto è 'de minimis'", aveva detto durante una raccolta fondi con Nancy Pelosi, usando una locuzione latina che significa "priva di significato o di importanza".
"Sono stati superati da Internet", ha detto lamentando l'ascesa dei nuovi media.
"Guardate cosa è successo ora. Tutto sta cambiando perché la tecnologia è cambiata", ha detto. "Non ci sono più redattori. Non ci sono più redattori".
Durante l'evento, Biden ha anche segnalato tutta la sua frustrazione per il fatto che gli americani non siano in grado di distinguere la verità se non ci fossero degli editori a guidarli nella giusta direzione.
"Come fa la gente a conoscere la verità?", ha chiesto. "Come fanno - come fanno - a tracciare una distinzione tra fatti e finzione? C'è così tanto, così tanto in giro. E noi ci siamo in mezzo".
Joe Biden è consapevole del potere dei social media ed ha parlato di come invenzioni come la stampa e la televisione abbiano influenzato le elezioni grazie alla capacità di diffondere informazioni.
"Ha cambiato la politica del mondo", ha detto. "E questo va avanti fino a tutto il resto, a partire dai cambiamenti elettronici".



#MIDTERM Herschel Walker: "La più grande minaccia per la democrazia è la presenza di Joe Biden alla Casa Bianca"
(Breitbart News)
L'Osservatore Repubblicano
5 novembre 2022

https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 5205224145
Durante un'apparizione a "Jesse Watters Primetime" su Fox News, il candidato repubblicano al seggio al Senato della Georgia, Herschel Walker, ha risposto al discorso di Joe Biden, che la sera prima aveva dichiarato che "l'elemento dell'estremismo MAGA nel Partito Repubblicano" sia una "minaccia per la democrazia".
Walker ha replicato dicendo che Biden stesso minaccia la democrazia, vista la gestione della criminalità in America da parte della sua amministrazione e dei Democratici.
"Quel discorso non è andato affatto bene perché la più grande minaccia alla democrazia è la presenza di Joe Biden alla Casa Bianca", ha detto. "La più grande minaccia alla democrazia è rappresentata dal senatore Warnock e da Joe Biden con questa inflazione elevata. E questa è una minaccia per la democrazia. La più grande minaccia alla democrazia è la criminalità che hanno lasciato dilagare per le strade. E tutto questo è accaduto in meno di due anni di sua permanenza alla Casa Bianca. E penso che sia triste. Penso che sia una vergogna. È uno dei motivi per cui ho deciso di candidarmi, perché è ora di cambiare, non sembra che si preoccupino di questo Paese".
"Non si preoccupano di questo Stato, non si preoccupano affatto della gente, e cercano di trovare scuse per spaventare tutti. Beh, non succederà sotto i miei occhi. Mi batterò, farò sapere alla gente la verità. E la verità è che possiamo abbassare le tasse, rendere sicuro il nostro confine, tornare ad essere indipendenti dal punto di vista energetico, ma quello che dobbiamo fare è smettere di ascoltare persone come Joe Biden ed il senatore Warnock."


Donald Trump: "I Democratici tagliano i fondi alla polizia, i Repubblicani li tagliano ai cartelli della droga"
L'Osservatore Repubblicano
(Breitbart News)
5 novembre 2022

https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 2588596740

L'ex presidente Donald Trump ha messo in guardia gli elettori dell'Iowa dal votare per i Democratici alle elezioni di metà mandato della prossima settimana, sostenendo che questi ultimi "toglieranno i fondi alla polizia", mentre i Repubblicani "toglieranno i fondi ai cartelli" della droga messicani.
In uno dei suoi ultimi comizi prima dell'Election Day, Donald Trump ha sottolineato i successi della sua amministrazione nella messa in sicurezza del confine meridionale degli Stati Uniti ed ha incoraggiato gli abitanti dell'Iowa a votare per i Repubblicani per tornare a quelle politiche di successo.
"Abbiamo avuto gli anni migliori degli ultimi 31 anni per quanto riguarda l'arresto dell'afflusso di droga, il traffico di esseri umani e tutte le altre cose", ha detto Donald Trump. "Ma oggi sono aumentati del 2.500 per cento. E ora è un'industria da 13 miliardi di dollari l'anno. Riuscite a crederci? È come un'industria".
"La scelta in queste elezioni è molto semplice", ha aggiunto Donald Trump. "I Democratici toglieranno i fondi alla polizia. I Repubblicani toglieranno i fondi ai cartelli, e noi lo stavamo facendo".
Donald Trump ha sottolineato i suoi successi in materia di immigrazione, che includono, tra le altre cose, la fine della politica del c.d. "catch-and-release" al confine e l'attuazione della politica del "Remain in Mexico".
"Sotto la mia guida, abbiamo fatto la guerra ai cartelli. Abbiamo posto fine alle catture ed al rilascio subito dopo, abbiamo fermato la frode delle richieste d'asilo ed abbiamo cacciato dal nostro Paese i membri delle bande di stranieri illegali a decine di migliaia. Ed abbiamo fatto in modo che i loro Paesi li accettassero. Sotto la precedente amministrazione non li avrebbero accettati. Li abbiamo fatti accettare. Ho detto: "Quanto paghiamo a quei Paesi?". Tre Paesi, sapete. "Signore, sono 750 milioni di dollari all'anno". Ho detto: "Dite loro che non li pagheremo più se non se li riprenderanno". E loro: "Signore, ci piacerebbe molto riprenderli. Nessuno ci ha mai chiesto una cosa del genere. Non proprio così".
Donald Trump ha anche incoraggiato gli elettori a presentarsi in massa il giorno delle elezioni e a creare una "gigantesca onda rossa" per i Repubblicani al Congresso.
"C'è solo una scelta per porre fine a questa follia. Se sostenete il declino e la caduta dell'America, allora votate per i Democratici della sinistra radicale. È molto semplice", ha detto. "Ma se volete fermare la distruzione, salvare il nostro Paese e salvare il sogno americano, allora questo martedì dovete votare repubblicano in una gigantesca onda rossa, una gigantesca onda rossa".


#MIDTERM Blake Masters: I Democratici "non credono nei confini"
(Breitbart News)
L'Osservatore Repubblicano
5 novembre 2022

https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 5171931815

I "moderni radicali" del Partito Democratico "non credono nei confini", ha dichiarato il candidato repubblicano per il seggio al Senato dell'Arizona Blake Masters in un'intervista con John Hook di Fox 10.
"Non credo che la sinistra moderna e i moderni radicali che gestiscono il Partito Democratico, le persone che dicono a Mark Kelly cosa pensare, le persone che stanno davvero gestendo la Casa Bianca di Biden, non credo che credano nell'America".
"Penso che se ne vergognino. Ecco perché hanno imposto ai nostri figli il programma di storia 1619. Non credono nei confini, non credono nella sovranità".
Quando gli è stato chiesto perché fosse qualificato per essere il prossimo senatore degli Stati Uniti dell'Arizona, Blake Masters ha parlato del suo curriculum imprenditoriale, dicendo: "Ho avuto successo negli affari. Ho scritto il libro più venduto sull'innovazione imprenditoriale delle startup di questo secolo. Ho lavorato con Peter Thiel. Quindi ho visto l'innovazione in prima persona".
Ha anche detto di aver visto "come il governo può mettersi in mezzo e distruggere le cose. È qualcosa che stiamo sperimentando ogni giorno sotto la cosiddetta leadership di Joe Biden".
"Ma in realtà, credo che dobbiamo tornare al modello del cittadino statista".
"Penso che l'Arizona sia andata nella direzione sbagliata negli ultimi due anni. La criminalità è in aumento, le frontiere aperte, l'inflazione, il fentanyl... l'inflazione a doppia cifra. Sapevo che avrei potuto partecipare a questa corsa e battere Mark Kelly e mettere sotto scacco Joe Biden", ha proseguito.
"Penso che questa sia una qualifica sufficiente. Mi preoccuperò davvero dei cittadini dell'Arizona. Non è una cosa che vedo in molti dei nostri leader di oggi", ha aggiunto.
Blake Masters è in corsa contro il democratico in carica Mark Kelly alle elezioni di midterm. Kelly ha sempre votato contro la sicurezza delle frontiere, nonostante rappresenti uno Stato di confine che è colpito in modo sproporzionato dall'immigrazione clandestina.


Tutti antirepubblicani e antitrumpiani?!
Twitter, Musk licenzia migliaia di dipendenti: «Ci ha bloccato il pc e scaricati con una mail di notte»
5 novembre 2022

https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo ... 5d46be006b

Impossibile accedere alle e-mail. Anche il Mac non si accende: i dipendenti di Twitter nel Regno Unito sono stati licenziati alle 3 del mattino e hanno appreso di essere disoccupati solo quando si sono svegliati. È la brutale politica di licenziamenti di massa iniziata da Elon Musk, il multimiliardario che ha acquisito l'azienda Twitter e ha annunciato che avrebbe licenziato 3.700 dipendenti in tutto il mondo.

Annunciati 3700 licenziamenti

Elon Musk ha annunciato che avrebbe licenziato 3700 dipendenti in tutto il mondo dopo aver acquistato il gigante dei social media per 44 miliardi di dollari. Il nuovo dirigente ha detto che tutti i dipendenti nel Regno Unito riceveranno una mail entro le 16 che indicherà "il tuo ruolo dentro Twitter". In molti casi, potrebbe essere un licenziamento.

Ma i licenziamenti sono già iniziati: alcuni membri del personale britannico stavano dormendo quando hanno scoperto che i loro laptop erano stati "cancellati a distanza" e il loro accesso a Slack e Gmail era stato revocato.

La rabbia dei diendenti: «Licenziati con una mail nella notte»

«Tutti hanno ricevuto un'e-mail in cui si diceva che ci sarebbe stata una forte riduzione del personale, e poi circa un'ora dopo, i dipendenti hanno visto negato l'accesso ai propri laptop da remoto e a Slack e Gmail è stato revocato», ha detto un dipendente alla BBC.

«La maggior parte dei dipendenti del Regno Unito probabilmente stanno dormendo e non lo sa ancora. Lavoro a Los Angeles ed ero ancora sveglio quando è successo» racconta un altro. Quando sono iniziati i licenziamenti, altri dipendenti licenziati hanno iniziato a pubblicare con l'hashtag "#OneTeam" sulla piattaforma, esprimendo tristezza e gratitudine per il tempo trascorso a lavorare lì.

Negli Stati Uniti, dove i licenziamenti sono già iniziati, alcuni dipendenti hanno citato in giudizio l'azienda per i licenziamenti effettuati senza preavviso in violazione della legge federale e della California.


La mamma : «Sono incinta, è il mio ultimo giorno in azienda»

Tra le dipendenti colpite dai licenziamenti anche storie difficili come quella di Rachel Bonn, dipendente americana incinta all'ottavo mese e mamma di un bimbo di 9 mesi: «Giovedì scorso nell'ufficio di San Francisco, in realtà l'ultimo giorno in cui Twitter è stato Twitter. Sono incinta di 8 mesi e ho un bambino di 9 mesi. Sono appena stato interrotto dall'accesso al laptop #LoveWhereYouWorked» ha twittato.


Twitter, vuoti gli uffici a Londra

La sede londinese di Twitter a Piccadilly Circus è deserta questa mattina. In molti sono a casa in attesa della mail che li informerà sul loro futuro lavorativo. Twitter ha affermato che i suoi uffici saranno temporaneamente chiusi. Musk ha anche ordinato ai team di Twitter di trovare fino a $ 1 miliardo (£ 896 milioni) di risparmi annuali sui costi delle infrastrutture, secondo due fonti che hanno familiarità con la questione e un messaggio interno di Slack.

Prima di acquistare Twitter, Musk ha twittato che la società sotto la sua proprietà "sarà molto concentrata sull'ingegneria del software, sulla progettazione, sull'infosec e sull'hardware del server". E la scorsa settimana si è lamentato in un tweet che "sembra che ci siano 10 persone che "gestiscono" ogni persona che codifica".

La prima settimana di Musk come proprietario di Twitter è stata segnata da caos e incertezza. Erano previste due riunioni a livello aziendale, per poi essere annullate poche ore dopo. Ai manager è stato vietato convocare riunioni del team o comunicare direttamente con il personale, ha affermato un dipendente senior di Twitter, aggiungendo che erano monitorati. "Sembra che stiamo lavorando con la Gestapo", ha detto la persona.




Obama avverte che “demonizzare” gli oppositori porta alla violenza, mentre Biden definisce i Repubblicani una minaccia per la democrazia
Joel B. Pollak, Breitbart News

Tratto e tradotto da un articolo di Joel B. Pollak per Breitbart News

4 novembre 20022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... bart-news/

L’ex presidente Barack Obama ha avvertito i Democratici di non demonizzare gli avversari politici, anche se Joe Biden ha tenuto un discorso in cui ha attaccato ancora una volta i “Repubblicani MAGA” e li ha collegati all’aggressione subita la settimana scorsa dal marito della presidente della Camera Nancy Pelosi.

Obama ha detto ad un comizio a Phoenix, in Arizona, che demonizzare gli avversari con una retorica “esagerata” potrebbe portare alla violenza fisica:

“Una cosa è chiara: l’abitudine sempre più crescente di demonizzare gli avversari politici, di urlare e di pensare non solo che non sono d’accordo con qualcuno, ma anche che quello sia malvagio e in errore”, ha detto Bracak Obama. “Questo crea un clima pericoloso. E quando abbiamo politici e funzionari eletti in posizioni di leadership che continuano a promuovere una retorica eccessiva o a fare luce su di essa… sempre più persone si faranno male“.

Obama non ha citato specificamente Biden, il suo ex vicepresidente. Biden ha tenuto un discorso alla Union Station di Washington, D.C. in cui ha ripreso alcuni degli attacchi del suo discorso del 1° settembre all’Independence Hall di Philadelphia, definendo i Repubblicani come estremisti e pericolosi per la democrazia:

Solo pochi giorni fa, poco prima delle 2:30 del mattino, un uomo ha sfondato le finestre posteriori e si è introdotto nella casa della Presidente della Camera dei Rappresentanti, il terzo funzionario più alto in grado in America.

Queste sono le stesse parole usate dalla folla che il 6 gennaio ha preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti rompendo finestre, sfondando porte, attaccando brutalmente le forze dell’ordine, vagando per i corridoi a caccia di funzionari ed erigendo forche per impiccare l’ex vicepresidente Mike Pence.

Si trattava di una folla inferocita che era stata mandata su tutte le furie da un Presidente che ripeteva in continuazione la Grande Bugia secondo cui le elezioni del 2020 erano state rubate.

Una bugia che ha alimentato il pericoloso aumento della violenza politica e dell’intimidazione degli elettori negli ultimi due anni.

Sapete, la democrazia americana è sotto attacco perché l’ex presidente degli Stati Uniti sconfitto si rifiuta di accettare i risultati delle elezioni del 2020. Si rifiuta di accettare la volontà del popolo. Si rifiuta di accettare il fatto che ha perso.

Ha abusato del suo potere e ha anteposto la fedeltà a se stesso alla fedeltà alla Costituzione. E ha fatto della Grande Bugia un articolo di fede del Partito Repubblicano MAGA – la minoranza di quel partito.

Joe Biden ha però ignorato la violenza politica usata dalla Sinistra per attaccare l’ex presidente Donald Trump e i suoi sostenitori, come ad esempio:

Attacchi violenti da parte di attivisti di sinistra contro i sostenitori di Trump che lasciavano un comizio in California nel giugno 2016.
Rivolte nel novembre 2016 in diverse città gestite dai Democratici dopo l’annuncio del vincitore delle elezioni, Donald Trump.
Disordini a Washington, D.C. durante l’inaugurazione del presidente Donald Trump nel gennaio 2017.
La retorica violenta alla Marcia delle donne e le minacce ai sostenitori di Trump durante tutta la sua presidenza.
La sparatoria ed il ferimento nel 2017 di membri del Congresso del Partito Repubblicano su un campo da baseball da parte di un folle uomo armato di sinistra.
L’estate dei disordini dei sostenitori di Black Lives Matter – tollerati ed incoraggiati dagli stessi Democratici – nell’estate del 2020.
Le minacce di sommosse prima delle elezioni presidenziali del 2020, che costringevano le imprese delle città gestite dai Democratici a chiudere le serrande e proteggere le vetrine con dei pannelli.
Il tentato accoltellamento del candidato repubblicano alla carica di governatore di New York, Lee Zeldin, durante un comizio elettorale.
L’omicidio di un adolescente a settembre, dopo che un uomo del North Dakota aveva detto di sospettare che il ragazzo fosse Repubblicano.
Il violento pestaggio di un volontario del Sen. Marco Rubio (R-FL) da parte di uomini che hanno detto che i Repubblicani non erano ammessi nell’area.
Le morsicate ad un sostenitore della candidata repubblicana alla carica di governatore del Michigan Tudor Dixon da parte di un fan del governatrice Gretchen Whitmer (Democratica).
Minacce di morte la settimana scorsa contro il candidato governatore repubblicano Darren Bailey in Illinois.
Un’aggressione fisica al candidato repubblicano al Senato del New Hampshire Don Bolduc (presumibilmente da parte di un libertario locale).
Il tentativo di assassinio del giudice Brett Kavanaugh in seguito alla fuga di notizie sulla decisione Dobbs della Corte Suprema che ribalta la sentenza “Roe vs Wade”.
L’incendio e l’attacco ai centri di gravidanza e alle chiese cattoliche da parte di attivisti pro-aborto in seguito alla decisione della Corte Suprema.

Nelle sue osservazioni fatte a settembre, Joe Biden aveva detto che “Donald Trump e i Repubblicani MAGA rappresentano un estremismo che minaccia le fondamenta stesse della nostra repubblica” e che un Partito Repubblicano che sostiene Donald Trump è “una minaccia per questo Paese”.

Barack Obama, che a sua volta aveva più volte affermato che i suoi stessi avversari politici facessero “causa comune” con i nemici dell’America perché si opponevano al suo accordo sul nucleare con l’Iran, ha anche messo in guardia contro “l’erosione delle regole di civiltà di base e delle norme democratiche” in America oggi.



BLACK LIVES MATTER: IL MIGLIORE ALLEATO DI TRUMP ALLE ELEZIONI USA DI MARTEDI ?
Per chi non si accontenta di sputare contro l'avversario politico, ma vuole capire cosa succede....ecco un interessante articolo di Federico Rampini che spiega perché i repubblicani americani stanno recuperando sui democratici: sicurezza (se perfino gli afroamericani votano a destra perché sentono salire la violenza e gli omicidi nei loro quartieri, mentre la sinistra del partito democratico taglia i fondi alla Polizia seguendo le indicazioni di Black Lives Matter) e inflazione i punti chiave.
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(...) noi americani votiamo per rinnovare la Camera dei deputati, un terzo del Senato, 36 governatori di altrettanti Stati, più innumerevoli sindaci, procuratori. Come al solito ci sono anche un bel po’ di referendum locali fissati in concomitanza con queste legislative di metà mandato, sicché ci aspettano delle schede elettorali lunghe come tovaglie.
A una settimana dallo scrutinio – che decine di milioni di elettori in realtà hanno già assolto, avvalendosi del voto anticipato o per corrispondenza – l’atmosfera è pessima per il presidente e per il suo partito.
I repubblicani continuano a salire negli ultimi sondaggi, i democratici a scendere. La media delle indagini demoscopiche dà per certa la riconquista della maggioranza alla Camera da parte della destra e forse perfino un sorpasso in extremis al Senato.
Le due illusioni svanite per i democratici
La prima si chiama 6 gennaio: cioè la speranza che l’inchiesta parlamentare sull’assalto al Campidoglio nel 2021 avrebbe spostato elettori nel campo di chi considera Donald Trump un golpista, un pericolo per la democrazia. Non ha funzionato. Quell’indagine parlamentare ha convinto solo i democratici, che non ne avevano bisogno.
L’altra illusione si chiama aborto. Ad un certo punto della campagna elettorale, in primavera, la sentenza della Corte suprema che cancellava il diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza parve balzare in cima alle priorità degli elettori, e soprattutto delle elettrici. I democratici sperarono che una forte affluenza alle urne delle donne di sinistra avrebbe cambiato la dinamica di queste elezioni di mid-term. Ma col passare dei mesi l’aborto è scivolato più in basso nell’attenzione dell’opinione pubblica, stando ai sondaggi.
Il prezzo che Biden paga per l’alleanza con la sinistra del partito
Le analisi sugli spostamenti di voti andranno fatte dopo l’8 novembre, per adesso sembra probabile che Biden paghi due prezzi per la sua alleanza con l’ala sinistra del partito democratico.
Il primo prezzo è sull’ordine pubblico. In tutta l’America c’è un aumento della criminalità, inclusi gli omicidi. Molti, anche fra le minoranze etniche come gli afroamericani e i latinos, associano questa insicurezza alle campagne dell’antirazzismo radicale (Black Lives Matter) che hanno delegittimato le forze dell’ordine. Gli organici della polizia sono in calo dappertutto dopo ondate di dimissioni: il mestiere dell’agente è già abbastanza pericoloso e ingrato, esercitarlo diventa insopportabile quando si è circondati dalla diffidenza o accusati indiscriminatamente di razzismo. A questo si aggiunge che diversi sindaci di sinistra hanno tagliato fondi alla polizia.
Il secondo prezzo, Biden lo paga sull’inflazione. I repubblicani sono riusciti a far passare questa narrazione: la benzina costa troppo cara perché questo presidente si è piegato alle pressioni degli ambientalisti più radicali, ha ostacolato in ogni modo l’estrazione e la produzione di energie fossili di cui l’America è ricca. L’accusa è in parte eccessiva, ma non del tutto infondata. Suona convincente, e così anche il carovita determinato dallo shock energetico viene addebitato al partito del presidente. (....)



Save America
Save Europa
Save Occidente
Save Ucraina


https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6057367491

Alle prossime elezioni di mezza legislatura vinceranno alla grande i repubblicani di Trump che conquisteranno la maggioranza del Congresso USA vanificando le politiche demenziali della banda politicamente corretta di Biden Biden.
La maggioranza degli americani non ne può più di questi scriteriati che hanno aperto i confini esterni all'invasione clandestina e i confini interni ai criminali, ai suprematisti neri, internazi comunisti, LGBT e fuori ai nazisti maomettani e al nucleare iraniano.
La sola cosa che auspico è che Trump e i suoi repubblicani non smettano di aiutare massicciamente l'Ucraina e di contrastare con ogni mezzo il nazifascimo criminale del suprematismo imperialista di Putin.


1)
Alle prossime elezioni di mezza legislatura vinceranno alla grande i repubblicani di Trump che conquisteranno la maggioranza del Congresso USA vanificando le politiche demenziali della banda politicamente corretta di Biden Biden.
La maggioranza degli americani non ne può più di questi scriteriati che hanno aperto i confini esterni all'invasione clandestina e i confini interni ai criminali, ai suprematisti neri, internazi comunisti, LGBT e fuori ai nazisti maomettani e al nucleare iraniano.

2)
La sola cosa che auspico è che Trump e i suoi repubblicani non smettano di aiutare massicciamente l'Ucraina e di contrastare con ogni mezzo il nazifascimo criminale del suprematismo imperialista di Putin.



Violenza e odio



IL VOTO DEGLI AMERICANI BOCCIA IL LINGUAGGIO DELL’ODIO
19 novembre 2022

https://www.facebook.com/groups/1807630 ... ently_seen

Joe Biden e i democratici non hanno perduto, come sembrava annunciato dai sondaggi di ogni tipo, le elezioni di Midterm negli Usa. Non c’è stata l’«onda rossa» repubblicana né la «magnifica notte» profetizzata da Donald Trump. Solo John Kennedy, dal dopoguerra, era riuscito nell’impresa di guadagnare seggi al Senato. Joe Biden, dopo aver sconfitto Trump due anni fa, ha ottenuto un risultato non solo lusinghiero per lui e per il suo partito, ma costituisce, in questo delicato momento della storia, un importante elemento di stabilizzazione.
Il vero sconfitto di questa tornata è Trump e la coalizione estremista che scaldava i muscoli, ai margini del campo, per tornare in campo prepotentemente con la sua attitudine alla destrutturazione dei linguaggi e delle regole tradizionali della democrazia. Persino la rete Fox News, ieri molto vicina al magnate repubblicano, ha sottolineato che i candidati appoggiati da Trump hanno perso tutti o quasi al voto e che la responsabilità deve essere attribuita proprio all’ex presidente. Tra i repubblicani, anche dopo la vittoria di Ron DeSantis — comunque non certo un moderato — si fa strada l’idea che non sia bene, per le prossime elezioni, considerare automaticamente certa la candidatura di Trump, annunciata martedì.
Tra le fila dei conservatori americani si era già aperta una faglia dopo il tentativo di sovvertire le elezioni presidenziali del 2020 culminato con l’invasione del Campidoglio. Le famiglie Bush e Cheney avevano espresso la loro diversità da quell’approccio estremista. Così come un leader del Congresso come Mitch McConnell. Per tacer di John McCain che non volle neanche partecipasse ai suoi funerali l’allora presidente degli Usa del quale aveva detto, profeticamente: «Fidarsi di uno come Putin è tradire l’America».
È un fatto che molti dei candidati del movimento Maga, quello di Trump, sono stati sconfitti e che la politica del presidente degli Usa non dovrà subire soverchie modificazioni dopo il voto. La Camera dei Rappresentanti è stata perduta (si attendono ancora i risultati definitivi) con uno scarto di molto inferiore alle previsioni, ma al Senato la maggioranza democratica è solida come e più di prima. È riuscito in questa operazione un presidente democratico che i social, e non solo, non hanno mai smesso di bersagliare. Per la sua età, per qualche incertezza fisica.
Non è giovane, Joe Biden. È un uomo politico esperto, non viene dal nulla e non è un tycoon. È un democratico legato ai valori profondi inscritti nella storia del suo partito. E questi rappresenta con coerenza. Come facevano, d’altra parte, Reagan e George W. Bush.
Si dice, da anni, che non esistano più differenze tra destra e sinistra, tra reazionari e progressisti. Non sono certo quelle del passato, per fortuna. Non hanno a che fare con le ideologie del Novecento. Ma le differenze, sfidate dalla grande crisi che viviamo, esistono e si rafforzano. Ad esempio le posizioni sull’emergenza climatica di Trump, che ritirò la firma dagli accordi di Parigi, e quella espressa da Biden nel coraggioso discorso della Cop 27 rendono evidente che quella differenza esiste, eccome. Lo stesso sull’aborto. Due approcci opposti al tema del diritto delle donne a decidere autonomamente sulla propria maternità. Sull’Ucraina Biden ha ritenuto che si dovesse operare per contrastare l’invasione russa e Trump ha reso giustizia, invece, alla profezia di John McCain.
Le differenze esistono, ma la cosa peggiore che può accadere in una democrazia, è se queste vengono manifestate nella forma più estremista. I populismi si chiamano, si desiderano, si spingono alla radicalizzazione reciproca.
Biden, come prima Obama, si è mostrato capace di essere fedele ai suoi ideali e valori ma, al tempo stesso, di rappresentarli con rispetto delle regole e senso di responsabilità. Forse questo, contro tutte le previsioni, ha consentito un risultato elettorale inedito nella storia recente delle presidenze democratiche.
«My country, right or wrong» è stato per lungo tempo il cemento che ha tenuto insieme la società americana e ha consentito ad essa di superare prove difficili non evitando la bellezza del conflitto politico anche più aspro, come sulla guerra in Vietnam o sull’11 settembre. Strappare questa tela ha reso non solo gli Usa, ma il mondo intero più fragile ed esposto. Non ha sbagliato quindi Joe Biden, fin dall’inizio del suo mandato, a insistere sul rischio della crisi delle democrazie. La libertà di tutti è fondata sul conflitto e sul rispetto delle regole comuni. Se uno solo di questi due pilastri crolla la tensione diventa pericolosa.
Le elezioni di Midterm mandano perciò un segnale chiaro di responsabilità che progressisti e conservatori, nel loro fecondo e netto contrapporsi, possono interpretare senza ricorrere alla più pericolosa delle scorciatoie per il consenso: il linguaggio dell’odio.
Walter Veltroni – Corriere della Sera


Alberto Pento

La Camera ai repubblicani e il Senato ai democratici ma solo perché la vicepresidente democratica Harris vale 2 voti e perché una minoranza di repubblicani ha remato contro durante le elezioni di mezzo.
Poi a dire il vero, l'odio ideologico e non solo (come la violenza) a me pare che caratterizzino maggiormente l'area democratica che repubblicana.



Il Washington Post ha sganciato in sordina una “bomba” sul raid dell’FBI a Mar-A-Lago contro Trump pochi giorni dopo le elezioni di midterm
Trendigpolitics

30 novembre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... gpolitics/

“I colloqui dell’FBI con i testimoni finora non hanno indicato alcuno sforzo deleterio da parte di Donald Trump per sfruttare, vendere od utilizzare i segreti governativi. Invece, l’ex presidente sembrava motivato da un desiderio più elementare di non rinunciare a ciò che riteneva fosse di sua proprietà…”

Era tutta una bufala. L’incursione senza precedenti dell’amministrazione Biden nella residenza privata dell’ex presidente Donald Trump a Mar-a-Lago si sta rivelando uno dei più gravi abusi di potere mai commessi dalla Casa Bianca.

È ormai quasi indiscutibile che si sia trattato di un’incursione a sfondo politico per una disputa su dei documenti che equivale non solo a una palese interferenza nelle elezioni di metà mandato del 2022, ma anche a un colpo d’avvertimento sparato sull’allora presunto rivale di Joe Biden alle elezioni del 2024.

L’incursione dell’FBI su richiesta della National Archives and Records Administration non ha portato alla luce i “segreti nucleari” che il Washington Post aveva riferito ad agosto essere in possesso di Donald Trump. Invece, pochi giorni dopo un’elezione molto combattuta in cui i Democratici si sono basati in parte sulle notizie infondate per mantenere il nome di Donald Trump nel ciclo delle notizie, e quindi per far crescere la base del loro Partito, il Washington Post ha effettivamente fatto una amissione di colpevolezza: Non c’è nulla.

Il Washington Post riferisce ora che “un esame da parte di agenti e procuratori non ha trovato alcun interesse particolare percepibile nella conservazione dei documenti di Mar-a-Lago, hanno detto persone che sono a conoscenza della questione”.

“Come parte dell’indagine, le autorità federali hanno esaminato i documenti classificati recuperati dalla casa e dal club privato di Trump a Mar-a-Lago, cercando di rilevare se i tipi di informazioni contenute in essi indicassero un qualsiasi tipo di schema o progetto di sorta, secondo queste persone, che hanno parlato a condizione dell’anonimato per discutere un’indagine in corso”, ha riferito il giornale.

“Tale esame non ha rilevato alcun vantaggio di business anche solo apparente per i tipi di informazioni classificate in possesso di Trump, hanno riferito queste persone”, prosegue il resoconto. “I colloqui dell’FBI con i testimoni finora non indicano alcuno sforzo deleterio da parte di Trump per sfruttare, vendere od utilizzare i segreti governativi. Invece, l’ex presidente sembrava motivato da un desiderio più elementare di non rinunciare a ciò che riteneva fosse di sua proprietà, hanno affermato queste persone. Trump ha ripetutamente detto che il materiale era suo, non del governo, spesso con termini impropri, hanno detto due di queste persone”.

Si tratta dell’ennesimo smantellamento di una “teoria del complotto” della Sinistra, secondo la quale Donald Trump sarebbe in qualche modo coinvolto in un comportamento qualificabile come tradimento a causa del possesso di documenti classificati che avrebbe raccolto durante il suo mandato da presidente. Si tratta, come ha definito l’ex presidente, di una “bufala” nucleare.

“La questione delle armi nucleari è una bufala, proprio come il Russiagate era una bufala, i due Impeachment erano una bufala, l’indagine di Mueller era una bufala e molto altro“, ha detto Donald Trump in un post pubblicato su Truth Social. “Sono coinvolte le stesse squallide persone. Perché l’FBI non ha permesso l’ispezione delle stanze di Mar-a-Lago con i nostri avvocati o altri presenti. Li ha fatti aspettare fuori al sole, non li ha lasciati nemmeno avvicinare – ha detto “ASSOLUTAMENTE NO”. Qualcuno sta piazzando delle informazioni? Mi ricorda il dossier di Christopher Steele!”.

Ancora una volta si scopre che Donald Trump aveva ragione. Si aggiunge ad altre rivelazioni post-elettorali che hanno fuorviato gli elettori Democratici: Un tribunale federale che ha annullato l’ormai defunto “condono dei prestiti agli studenti” di Joe Biden, la conferma da parte dell’FBI di avere più informatori legati ai gruppi estremisti che hanno attaccato il Campidoglio il 6 gennaio, e il crollo della FTX sotto la guida di Sam Bankman-Fried, il donatore numero due di Joe Biden.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:15 pm

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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:15 pm

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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:17 pm

16)
Twitter di Elon Musk riabilita Trump che aveva ragione




Twitter, Musk riattiva l'account di Trump ma l'ex presidente Usa: «Truth funziona meglio»
Domenica 20 Novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/social/twit ... 64398.html

Affidandosi alla sovranità popolare, Elon Musk ha deciso di riammettere Donald Trump su Twitter dopo il referendum lampo di 24 ore tra gli utenti, con oltre 15 milioni di voti, di cui il 52% a favore e il 48% contro. «Il popolo ha parlato. Trump sarà riammesso», ha twittato Musk, citando la sentenza d'antica tradizione medievale «Vox Populi, Vox Dei», per significare che opinioni e giudizi popolari, o comunemente accettati, devono o possono ritenersi veri e giusti. Una sorta di populismo social, dove a decidere è l'opinione della massa, non un organismo indipendente qualificato o uno staff ad hoc come era stato nell'era pre- Musk.

Musk, sondaggio social su Twitter: «Riammettere Trump?». Poi messaggio a Salvini: «Non vedo l'ora di incontrarvi»

Lo scorso maggio, prima di acquistare Twitter, Musk aveva già preannunciato che avrebbe fatto tornare il tycoon, che era stato bandito dal social dopo aver istigato l'assalto al Capitol il 6 gennaio 2021: una vicenda per la quale è ancora nel mirino delle indagini di una commissione parlamentare ed ora anche di un procuratore speciale appena nominato. La decisione di cacciarlo dalla piattaforma era stata definita da Musk «moralmente sbagliata e assolutamente stupida». Il nuovo patron di Twitter nei giorni scorsi aveva già preso la decisione - con criteri non trasparenti - di riabilitare alcuni account che erano stati sospesi, come quelli di Kathie Griffin, Jorden Peterson e Babylon Bee, ma per l'ex presidente ha preferito non assumersi una responsabilità diretta e si è affidato al popolo di Twitter con una delle sue trovate. Il sondaggio in effetti ha acceso i riflettori sulla piattaforma, distraendo dal caos che Musk ha causato, tra licenziamenti ed esodi di massa. Ma Trump lo ha gelato, escludendo per ora un ritorno ai cinguettii poco prima che finisse il referendum online, nonostante il suo account sia tornato ufficialmente visibile. «Votate con positività ma non preoccupatevi, non andrò da nessuna parte», ha scritto sul suo social Truth definendolo «speciale». E in un video collegamento con l'assemblea della Republican Jewish Coalition, pur lodando Musk, ha affermato che Truth «funziona meglio» mentre Twitter «ha molti problemi», «molti bot e account falsi». Resta da vedere se in futuro il tycoon rinuncerà davvero al megafono con cui ha plasmato la sua presidenza.



Quel giornalaccio da culo de Il Post

Donald Trump è stato infine riammesso su Twitter
- Il Post
Lo ha deciso Elon Musk con un sondaggio: in passato però l'ex presidente americano aveva detto di non essere più interessato
domenica 20 Novembre 2022

https://www.ilpost.it/2022/11/20/trump- ... o-twitter/


L’account Twitter dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato ripristinato dopo quasi due anni di sospensione. Lo ha deciso il nuovo capo di Twitter, l’imprenditore miliardario Elon Musk, che venerdì pomeriggio aveva pubblicato un sondaggio sul suo social network per chiedere agli utenti se secondo loro l’account di Trump dovesse essere riattivato. Dai risultati visibili sulla piattaforma, 15 milioni di utenti avevano risposto e poco più della metà di loro aveva votato per il sì.

Trump era stato bloccato da Twitter, Facebook, Instagram e YouTube a gennaio del 2021, poco dopo l’attacco al Congresso degli Stati Uniti compiuto dai suoi sostenitori. Allora, quando Twitter non era ancora di proprietà di Musk, l’azienda aveva spiegato che Trump aveva violato per più volte le regole imposte dalla piattaforma, che impediscono di incitare alla violenza.

«Il popolo ha parlato», ha scritto Musk in un tweet per giustificare la propria decisione. Lui stesso però non sembra credere molto in questo tipo di sondaggi e in un altro tweet ha dato per scontato che molti dei voti del sondaggio provenissero da bot, cioè sistemi automatici, e non da persone reali. In generale, in passato Musk aveva già detto che se fosse diventato capo di Twitter avrebbe riabilitato l’account di Trump: «Penso che non sia stato giusto bloccare Donald Trump», aveva detto a maggio, «perché questo ha alienato gran parte del paese».

Oltre al suo profilo, negli ultimi giorni Musk aveva annunciato di aver ripristinato altri account che erano stati bloccati dalla precedente gestione di Twitter.

Dopo essere stato sospeso da Twitter, Trump aveva creato una sua piattaforma, TRUTH Social. Alle dichiarazioni di Musk sull’intenzione di riammetterlo sulla piattaforma aveva risposto che anche se questo fosse accaduto lui sarebbe comunque rimasto sul suo social network. Sabato, durante l’incontro annuale della Republican Jewish Coalition, a chi gli aveva chiesto se sarebbe tornato a usare Twitter una volta sbloccato, Trump aveva risposto: «Non ne vedo la ragione». Lo stesso giorno però aveva condiviso il sondaggio di Twitter su TRUTH Social per chiedere ai suoi sostenitori di votare a favore. Nel post aveva scritto: «Votate ora a favore, ma non preoccupatevi, non andiamo da nessuna parte. Truth Social è speciale!».

La decisione di Musk di ripristinare l’account arriva pochi giorni dopo l’annuncio che Trump si candiderà alla presidenza degli Stati Uniti nel 2024. A maggio Musk aveva detto pubblicamente che non avrebbe più votato il Partito Democratico e che avrebbe dato il proprio voto al Partito Repubblicano, quello di Trump.

Da quando è stato ripristinato l’account di Trump su Twitter è passato da 25 milioni a oltre 85 milioni di follower, un numero simile a quello che aveva prima di essere bloccato. Aveva sempre usato questo social network in modo demagogico e populista, riscuotendo in una parte dell’elettorato statunitense la simpatia che aveva portato alla sua vittoria nel 2016. Per ora sul suo profilo Twitter non ha pubblicato niente.


Donald Trump e le altre vittime della furia anti-libertà di espressione di Twitter reintegrati con Elon Musk
Le persone che in precedenza erano state ingiustamente bannate da Twitter sono state riammesse sulla piattaforma con Elon Musk al timone
Tratto e tradotto da un articolo di Jordan Boyd per The Federalist
The Federalist
22 novembre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ederalist/

Poche settimane dopo aver acquisito Twitter, Elon Musk si è mosso per ripristinare alcuni utenti della piattaforma che erano stati ingiustamente esclusi e censurati, tra cui l’ex presidente Donald Trump.

In precedenza, Elon Musk si era impegnato a porre fine alla soppressione della libertà di espressione da parte della società di Big Tech. Ora sta iniziando a dare seguito a quella promessa, ripristinando i profili degli utenti come The Babylon Bee, a cui era stato bloccato l’account per essersi rifiutato di cancellare un tweet che ironizzava sulla premiazione, da parte dei media della Sinistra, di uomini biologici a “donne dell’anno”, Jordan Peterson, Project Veritas, Andrew Tate, Kanye West, James Lindsay, Juanita Broaddrick e la deputata Marjorie Taylor Greene.

“Sono l’unico membro del Congresso che i grandi oligarchi tecnologici non eletti hanno bannato in maniera permanente. Il 2 gennaio 2022 hanno violato la mia libertà di parola e la mia capacità di fare campagna elettorale e di raccogliere fondi gridando “disinformazione”. Il mio account è tornato”, ha twittato lunedì Marjorie Taylor Greene dal suo account precedentemente bloccato.

Anche la commediante di sinistra Kathy Griffin, sospesa da Twitter per aver impersonato Elon Musk, ha riavuto il suo account.

Non è chiaro quale criterio Twitter utilizzi per sbloccare o ripristinare gli account precedentemente sospesi. Tanto più che Elon Musk ha dichiarato che la nuova politica sulla libertà di parola di Twitter assicura ancora che “i tweet negativi o di odio saranno al massimo deboostati e demonetizzati, quindi niente pubblicità od altri introiti per Twitter”. Elon Musk ha giurato di non permettere ad utenti come Alex Jones di tornare sulla piattaforma.

Ciò che è chiaro è che la decisione di Elon Musk di reintegrare Donald Trump, nello specifico, non è stata solo sua. Invece che affidarsi al contributo di un “consiglio di moderazione dei contenuti con punti di vista ampiamente diversificati” per determinare “decisioni importanti sui contenuti o sul reintegro degli account”, come si era impegnato a fare in precedenza, Elon Musk ha messo il destino di Trump su Twitter nelle mani degli utenti attraverso un sondaggio digitale.

Dei 15.085.458 utenti che hanno votato nel sondaggio durante il fine settimana, il 51,8% ha detto che Twitter dovrebbe ripristinare l’account di Donald Trump, mentre il 48,2% ha votato contro.

“Il popolo ha parlato. [L’account di Donald] Trump sarà ripristinato“, ha scritto Elon Musk sabato. “Vox Populi, Vox Dei“.

Dopo aver censurato per mesi i tweet di Donald Trump, impedendo anche agli utenti di interagire con il video del presidente che invitava alla pace il 6 gennaio, Twitter ha bandito definitivamente il presidente due giorni dopo la rivolta in Campidoglio. La società di Big Tech ha orchestrato la rimozione con il pretesto che i tweet del presidente potessero rappresentare un “rischio di ulteriore incitamento alla violenza“.

Il trattamento riservato da Twitter a Donald Trump non è stato però isolato. Per anni, la società di Big Tech ha usato il suo potere per mettere a tacere i nemici politici dei Democratici e sopprimere le informazioni contrarie alla narrazione dei media aziendali corrotti.

Solo il tempo ci dirà, tuttavia, se Elon Musk farà in modo di far tornare su Twitter anche altri utenti, come il mio collega John Daniel Davidson, infamato per il peccato di aver detto la verità sulla biologia dell’assistente segretario alla Sanità degli Stati Uniti, Rachel Levine.



Chi e perché ha paura di Musk: Twitter nel mirino di Bruxelles e Washington
Federico Punzi
3 Dicembre 2022,

https://www.nicolaporro.it/atlanticoquo ... ashington/

Le ultime rivelazioni sulla “collusione” FBI-Big Tech per censurare gli account social

Twitter si conferma il principale campo di battaglia della guerra per il free speech. Per quanto possa sembrare assurdo, siamo purtroppo arrivati al punto in cui dalla policy di moderazione dei contenuti di una piattaforma social può dipendere il volto dell’Occidente nei prossimi decenni.

La posta in gioco

La posta in gioco è nientemeno che la riaffermazione del free speech o, al contrario, il tradimento di uno dei principi fondanti dell’Occidente moderno e la sua deriva cinese.

L’acquisizione del social media da parte di Elon Musk ha terremotato le certezze di quanti, dalla fine del 2016, dall’elezione di Donald Trump, credevano di aver conquistato il controllo delle principali piattaforme social, dove ormai volenti o nolenti si svolge una fetta rilevante del dibattito pubblico, e tramite esse di poter mantenere il controllo della narrazione sulle questioni da cui più dipende la credibilità dei governi agli occhi dei cittadini.

Vi ricordate come rispondevano alle obiezioni alla chiusura degli account e alla censura dei contenuti con la scusa della disinformazione, delle fake news? “Sono società private, possono fare come vogliono”. Ebbene, ora che Musk ha acquisito Twitter e cambiato la policy di moderazione, non la pensano più tanto così.

La senatrice Elizabeth Warren, a precisa domanda, ora risponde che “un essere umano non dovrebbe essere in grado di entrare in una stanza buia da solo e decidere ‘Oh, quella persona viene ascoltata, quella persona no.’ Non è così che dovrebbe funzionare”. Che è esattamente ciò che Musk ha contestato alla precedente gestione di Twitter.

Obiettivo: fermare Musk

Washington e Bruxelles si stanno muovendo come un sol uomo per fermare il progetto di Musk di ripristinare la libertà d’espressione su Twitter.

In uno stupefacente commento, qualche settimana da, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre l’aveva già detto espressamente: chi è contro il pensiero di maggioranza sarà considerato dall’amministrazione un estremista (testuale: ”When you are not with what majority of Americans are, then you know, that is extreme. That is an extreme way of thinking”).

Detto fatto, il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen ha annunciato una revisione dell’acquisizione del social da parte di Musk, facendo seguito alla minaccia del presidente Biden subito dopo le midterm (“la sua cooperazione con Paesi stranieri va osservata, ci sono molti modi”).

Yellen ha menzionato il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, che esamina le transazioni che coinvolgono ”investimenti esteri… per vedere se creano un rischio per la sicurezza nazionale”. Aggiungendo: “Non commentiamo i lavori in corso. Ma se ci sono rischi del genere, sarebbe opportuno che il Comitato ci desse un’occhiata”.


La minaccia di Bruxelles

Ma ancor più grave, nelle stesse ore, Bruxelles ha minacciato di spegnere Twitter nei Paesi Ue – già, proprio come avviene in Cina – a meno che il nuovo proprietario non aderisca alle sue rigide regole sulla moderazione dei contenuti.

La minaccia, come riportato dal Financial Times, è arrivata da Thierry Breton, il commissario europeo incaricato dell’attuazione del Digital Service Act, che mercoledì, durante una video call, ha intimato a Musk di aderire ad un elenco di regole, tra cui l’abbandono di un approccio “arbitrario” al ripristino degli utenti bannati e la lotta “aggressiva” alla cosiddetta disinformazione.

Musk è stato avvertito che, a meno che non si attenga a tali regole, Twitter rischia di violare il nuovo Digital Services Act dell’Ue, la legge che stabilisce lo standard globale per il modo in cui Big Tech deve controllare i contenuti su Internet. Breton ha ribadito che secondo la legge, in caso di violazione, Twitter potrebbe subire un divieto a livello europeo o multe fino al 6 per cento del fatturato globale.

Il proprietario di Twitter, sempre secondo il FT, avrebbe affermato ripetutamente di ritenere il DSA “molto ragionevole”, “aggiungendo di aver letto la legislazione e di aver pensato che dovrebbe essere applicata ovunque nel mondo”.

Da parte dell’Ue, ha commentato l’ex segretario di Stato Usa Mike Pompeo, “prendere in considerazione la possibilità di vietare Twitter mentre consente a TikTok di essere dentro le porte dell’Europa, fondamentalmente fraintende il rischio per le persone che è suo dovere proteggere. Lo stato di sorveglianza del PCC, non una società americana privata, rappresenta un chiaro pericolo”.


La “disinformazione” sul Covid

Com’è noto, Musk è determinato a ripristinare la libertà d’espressione sul social e ha già provveduto a ripristinare migliaia di account bannati, tra cui quello dell’ex presidente Donald Trump, che tuttavia non ha ancora ripreso a twittare. La nuova filosofia di Twitter si basa sulla “de-amplificazione” dei contenuti che violano le regole: “freedom of speech, but not freedom of reach”.

Twitter inoltre non sta più applicando la policy per contrastare “l’informazione ingannevole sul Covid-19”, quella politica in base alla quale venivano etichettati o censurati i tweet non allineati alla narrazione ufficiale sul Covid e i vaccini.

Ciò che si è verificato con l’adozione di questa politica è esemplare di come i rischi del free speech siano di gran lunga preferibili ai rischi della censura. Nel corso del biennio pandemico, e fino all’acquisizione di Musk, infatti, dai dubbi sull’origine naturale del virus fino al dibattito sull’efficacia dei vaccini anti-Covid, tesi liquidate come teorie della cospirazione o “disinformazione”, e quindi censurate, si sono poi rivelate più che fondate.

E addirittura, sono emerse di recente prove sempre più evidenti di una regolare collaborazione tra Big Tech a agenzie del governo federale Usa, come FBI e DHS, per censurare notizie e opinioni giudicate dannose per le politiche governative sul Covid, classificandole come “disinformazione”.


Twitter ha interferito nelle elezioni 2020

Non solo Covid. In un tweet pubblicato mercoledì, Musk ha riconosciuto che Twitter ha “interferito nelle elezioni”.

Commentando un articolo di Reuters in cui l’ex capo del team “fiducia e sicurezza” del social affermava che Twitter con Musk “non è più sicuro”, l’utente @EvaFoxU ha postato: “Twitter si è dimostrato non sicuro negli ultimi 10 anni e ha perso la fiducia degli utenti. Il passato team ‘fiducia e sicurezza’ è una vergogna, quindi non ha alcun diritto di giudicare ciò che viene fatto ora”.

A questo tweet Musk ha replicato: “Esattamente. L’ovvia realtà, come sanno gli utenti di lunga data, è che Twitter ha fallito in termini di fiducia e sicurezza per molto tempo e ha interferito nelle elezioni“. Aggiungendo che il “Twitter 2.0 sarà molto più efficace, trasparente e imparziale”.


La storia del laptop di Hunter Biden

In che modo Twitter avrebbe “interferito nelle elezioni”? Il riferimento di Musk è alla censura, negli ultimi giorni della campagna per le presidenziali 2020, della storia – vera – del laptop di Hunter Biden, addirittura bannando l’account del media che l’aveva raccontata, il New York Post, non esattamente un bollettino di cospirazionisti ma uno dei principali quotidiani Usa.

Pochi giorni fa, infatti, Musk aveva concordato con Alex Lorusso, uno dei giornalisti bannati, secondo cui lo stesso Musk “dovrebbe pubblicare le discussioni interne di Twitter sulla decisione di censurare la storia del New York Post sul laptop di Hunter Biden subito prima le elezioni del 2020, nell’interesse della trasparenza”.

“È necessario per ripristinare la fiducia del pubblico”, è stata la risposta di Musk, che qualche giorno dopo ha annunciato: “I documenti di Twitter sulla soppressione della libertà di parola saranno presto pubblicati su Twitter stesso. Il pubblico merita di sapere cosa è realmente accaduto…”

Ricordiamo che allora Twitter aveva impedito a qualsiasi utente di condividere il link all’inchiesta del Post, sia pubblicamente che tramite messaggio diretto, e bloccato l’account personale dell’ex portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany, nonché l’account della campagna dell’ex presidente Trump, per averlo condiviso, ma anche sospeso l’account del giornale.

Ad aprile, quindi mesi prima dell’acquisizione della piattaforma, Musk aveva twittato che “sospendere l’account di un’importante testata giornalistica per aver pubblicato una storia veritiera è stato ovviamente incredibilmente inappropriato“.

L’ex ceo di Twitter, Jack Dorsey, ha dovuto scusarsi davanti al Congresso per la soppressione di notizie risultate essere accurate e verificate. E in tempi recenti, persino il Washington Post, il New York Times e CBS News hanno dovuto riconoscere l’autenticità della storia del laptop.

Ma cosa può venir fuori dai documenti interni di Twitter sulla decisione, promessi da Musk? Qualcosa di simile a ciò che ha raccontato Mark Zuckerberg nel podcast di Joe Rogan, quando ha ammesso che Facebook fu indotta a censurare la storia dalle indicazioni dell’FBI secondo cui si trattava di disinformazione russa – il che sarebbe poi emerso essere un completo depistaggio.


La collusione FBI-Big Tech

Sull’accusa di collusione tra alti funzionari governativi e Big Tech finalizzata alla censura e alla soppressione della libertà di parola sui social è in corso una causa, intentata dagli Attorney General di Missouri e Louisiana contro il governo federale.

Secondo la loro denuncia, in seguito ad un mandato di comparizione di terze parti, Meta ha identificato la Task Force sull’interferenza straniera dell’FBI, e in particolare l’agente Elvis Chan, come coinvolti nelle comunicazioni tra l’FBI e Meta che hanno portato alla soppressione da parte di Facebook della storia del laptop di Hunter Biden.

Ascoltato lo scorso 14 novembre, secondo quanto riporta Fox News l’agente Chan ha parlato di “incontri settimanali” dell’FBI con le società Big Tech nella Silicon Valley prima delle elezioni presidenziali del 2020 per discutere della “disinformazione” sui social media e avere informazioni sugli sforzi compiuti per censurarla.

Secondo la sua testimonianza, l’FBI invia regolarmente alle società di social media elenchi di URL Internet e account che dovrebbero essere rimossi perché “disinformazione” da “operazioni di influenza straniera maligna”. L’FBI chiede quindi alle piattaforme se hanno effettivamente rimosso i contenuti. E in molti casi, queste eliminano gli account segnalati dall’FBI.

Insomma, quello che emerge è un vero e proprio schema di censura. Come ha spiegato efficacemente Max Balestra, quello che è accaduto in questi anni è che il governo federale ha preteso che i principali social, come Facebook e Twitter, agissero come suoi proxy per la censura. La richiesta a Musk da parte di Washington e Bruxelles è che Twitter continui ad esserlo.


Tregua con Apple

Chiarimento, invece, tra Musk e Tim Cook, il ceo di Apple. Nei giorni scorsi Musk aveva accusato Apple di una riduzione ostile della sua spesa per la pubblicità su Twitter e di aver minacciato di rimuovere l’app dal suo store.

Martedì scorso era duramente intervenuto sulla questione il governatore della Florida Ron DeSantis, avvertendo in conferenza stampa che se Apple dovesse escludere Twitter dal suo store, dimostrerebbe di esercitare un potere monopolistico e il Congresso dovrebbe occuparsene:

Sentiamo che Apple sta minacciando di rimuovere Twitter dall’app store perché Elon Musk lo sta effettivamente aprendo alla libertà di parola e sta ripristinando molti account che sono stati ingiustamente e illegittimamente sospesi per aver diffuso informazioni accurate sul Covid. Se Apple rispondesse eliminandoli dall’app store, penso che sarebbe un errore enorme, enorme, e sarebbe davvero un esercizio di puro potere monopolistico.




Elon Musk rivela come Twitter insabbiò lo scandalo del figlio di Biden
Redazione Agenzia Nova
3 dicembre 2022

https://www.agenzianova.com/news/elon-m ... -di-biden/

Twitter ha adottato una serie di misure straordinarie per “insabbiare” la storia del computer di Hunter Biden, figlio del presidente Joe, pubblicata dal “New York Post” poche settimane prima delle elezioni del 2020. Secondo l’articolo del Post il dispositivo conteneva diversi file, comprese e-mail potenzialmente incriminanti, riguardanti i rapporti d’affari del figlio dell’attuale presidente con Paesi e individui stranieri. A pubblicare su Twitter le mail che mostrano gli scambi tra i dipendenti della piattaforma online è il giornalista statunitense Matt Taibbi, in una serie di tweet condivisi dallo stesso Elon Musk, nuovo proprietario del social network. Twitter, sostiene Taibbi, “ha adottato misure straordinarie per sopprimere la storia, rimuovendo collegamenti e pubblicando avvisi sulla loro possibile non sicurezza. Ne ha persino bloccato la trasmissione tramite messaggio diretto, uno strumento finora riservato a casi estremi, come la pornografia infantile”.

La tesi del giornalista, condivisa da Musk, è che la policy della piattaforma sulle pubblicazioni da censurare fosse dettata da simpatie politiche, e non dai contenuti dei post. Nel 2020, scrive Taibbi, “le richieste di eliminare determinati tweet erano routine. Celebrità e sconosciuti allo stesso modo potevano essere rimossi per volere di un partito politico. Entrambe le parti avevano accesso a questi strumenti. Ad esempio, nel 2020, sono state accolte e onorate le richieste sia della Casa Bianca di Trump che della campagna di Biden”. Tuttavia, sostiene, “questo sistema non era bilanciato in quanto basato sui contatti. E poiché Twitter era ed è composto in modo schiacciante da persone con un determinato orientamento politico, c’erano più canali, più modi per lamentarsi, aperti a sinistra (i democratici) che a destra”.

Il responsabile del dipartimento “integrità” della piattaforma, Yoel Roth, ha sostenuto in un’intervista rilasciata questa settimana di avere ritenuto che l’articolo pubblicato dal “Post” avesse i “tratti distintivi” di un’operazione di hacking e disinformazione russa. L’ex dirigente ha però ammesso di avere commesso un errore.

Il “New York Post” è stato il primo giornale a riferire del computer, abbandonato in un laboratorio di riparazioni di Wilmington, Delaware, e che presumibilmente apparteneva a Hunter Biden. L’oggetto conteneva diversi file, comprese e-mail potenzialmente incriminanti, riguardanti i rapporti d’affari del figlio dell’attuale presidente con Paesi e individui stranieri. In una delle email, Vadym Pozharskyi, cittadino ucraino e terzo al comando della compagnia energetica ucraina Burisma, ringraziava Biden per l’opportunità avuta di incontrare suo padre, allora vicepresidente, e per aver “trascorso del tempo con lui” ad aprile 2015. Hunter Biden, in quel momento, era membro del Consiglio di amministrazione della società.
Circa 50 ex membri di varie agenzie d’intelligence Usa avevano affermato che le informazioni erano false ed erano state create dai russi per interferire nelle elezioni presidenziali, ma nel marzo scorso il “New Yirk Times” ha confermato che il computer e le informazioni che esso conteneva erano autentici, e che sono state ammesse come prove di un’indagine portata avanti dal dipartimento di Giustizia su Hunter Biden e sui suoi affari finanziari e fiscali.



Elon Musk svela il sistema di censura politica su Twitter
Stefano Magni
3 dicembre 2022

https://lanuovabq.it/it/elon-musk-svela ... su-twitter

Da quando l’imprenditore Elon Musk ha comprato Twitter, la sua prima azione è stata quella di reintegrare tutti gli utenti che erano stati ingiustamente banditi per motivi politici. Poi ha incominciato a far luce sulle censure (politiche) del passato, a partire da quella dello scoop su Hunter Biden nel 2020, figlio dell'allora candidato Joe Biden.

La sede di Twitter, a San Francisco

Da quando l’imprenditore Elon Musk ha comprato Twitter ed ha licenziato la sua vecchia classe dirigente, la sua prima azione è stata quella di reintegrare tutti gli utenti che erano stati ingiustamente banditi per motivi politici. Poi è iniziata la sua battaglia per la libertà di espressione, in un ambiente molto più controllato di quanto si creda. Il nuovo proprietario sta rivelando anche come funzionasse la censura sul social network prima del suo arrivo, a partire dal clamoroso caso di soppressione dello scoop sul figlio di Joe Biden, Hunter Biden, alla vigilia delle elezioni.

Musk, mercoledì, ha dichiarato che Twitter ha “interferito nelle elezioni americane”, dunque ha inquinato la democrazia. Ha promesso di pubblicare, sempre su Twitter, una puntata alla volta, tutta la verità su questo sistema di censura. La storia su come era stato soppresso lo scoop riguardante Hunter Biden è stata pubblicata questa mattina (alle 17 di ieri, ora di San Francisco). Quando il New York Post, alla vigilia delle elezioni del 2020, aveva messo le mani sul pc portatile del figlio del candidato presidente, vi aveva trovato molto materiale compromettente, sue storie di corruzione in Ucraina e persino in Cina. Dichiarandola preventivamente “disinformazione”, Twitter aveva sospeso l'account del quotidiano. Non solo, ma aveva sospeso l’account di tutti coloro che rilanciavano la notizia, istituzioni comprese, Casa Bianca inclusa. Era un caso di censura troppo plateale per essere camuffato da normale “tutela” degli utenti.

La storia del "dietro le quinte" è stata raccontata in una serie di tweet a firma del giornalista indipendente Matt Taibbi, rilanciato da Elon Musk stesso. Da informazioni interne risulta che lo staff di Twitter ricevesse pressioni da entrambi i partiti, ma soprattutto dal Partito Democratico. Era normale che richiedesse di revisionare o di cancellare tweet, da quanto risulta. La decisione di censurare lo scoop del New York Post sarebbe stata presa ai massimi livelli. Non è coinvolto l'ex amministratore delegato Jack Dorsey, mentre un ruolo chiave sarebbe stato giocato da Vijaya Gadde, allora a capo della politica legale. La storia dello hackeraggio, per cui era stata attivata la censura, potrebbe essere stata solo una copertura. Non c'era alcuna prova di hackeraggio allora. In compenso il tipo di censura applicato, con il blocco delle condivisioni, oltre che degli account, era ingiustificato, utilizzato solo per censurare reati gravi, come materiale pedopornografico. Non certo un articolo di giornale.

Alla vigilia delle rivelazioni promesse da Musk, un ex dirigente, che aveva rassegnato le dimissioni al cambio di proprietà, ha deciso di parlare del caso. Ha ammesso che la notizia sia stata deliberatamente censurata e che la compagnia, nel farlo, abbia commesso un errore. Yoel Roth, questo il nome dell’ex dirigente, ha dichiarato che, pur nutrendo dubbi sull’autenticità della notizia, anche allora non avesse idea del perché (e sulla base di quale norma o regola interna) dovesse essere soppressa, tanto da impedirne la condivisione da parte degli utenti. L’anno scorso, comunque, anche l’ex amministratore delegato Jack Dorsey, aveva ammesso che censurare il New York Post fosse “un errore”. Sì, però, intanto le elezioni del 2020 sono state vinte da Biden. Magari un solo scoop non avrebbe spostato voti sufficienti a ribaltare il risultato, ma di sicuro si può parlare di interferenza nelle elezioni.

Il mese scorso, dopo un sondaggio aperto al voto in tutto il mondo, Musk ha riattivato l'account dell’ex presidente Donald Trump. Il quale, avendo ormai un suo social network, Truth, non ha voluto tornare a scrivere su quel che era stato il suo strumento preferito di comunicazione. «Mi sta bene che Trump non scriva su Twitter – ha commentato il neo-proprietario – La cosa importante è che Twitter abbia corretto un grave errore, quello di aver bandito il suo account, nonostante non avesse violato alcuna legge o regola di servizio. Togliere la parola al presidente in carica ha distrutto la credibilità di Twitter per la metà degli americani».

Poi il neo-proprietario ha iniziato a cambiare le regole, promettendo una libertà di espressione molto maggiore, fatta salva l’apologia di reato, l’istigazione alla violenza e altri crimini. Per questo ha dovuto bannare di nuovo, ieri, il rapper Kanye West, che era stato riammesso lo scorso 9 ottobre. Dopo aver detto che Hitler “ha fatto anche cose buone”, il rapper aveva postato una grafica provocatoria in cui mischiava la stella di David con la svastica. Il ban è scattato subito, per istigazione. Alle polemiche che ne sono seguite Musk ha risposto: «Twitter è corretto quando fa arrabbiare allo stesso tempo estremisti di destra e di sinistra».

Per il resto, tutti quelli che erano stati silenziati, soprattutto su temi riguardanti Covid e vaccini, stanno tornando a parlare liberamente. Secondo uno studio dei post pubblicato sul New York Times, i discorsi di odio starebbero aumentando, con contenuti razzisti e antisemiti in crescita. I dati raccolti da Musk stesso dimostrerebbero invece l’esatto contrario: in proporzione al numero di utenti, i discorsi di odio sono visti da sempre meno persone. Il punto, però, non è quello di creare un ambiente più corretto, o di migliorare l’educazione degli utenti, ma quello di eliminare ogni forma di censura per motivi politici. Twitter sta tornando a fare il social network, insomma: una bacheca su cui affiggere messaggi, non più un editore che elimina i contenuti fuori dalla sua linea editoriale.

«Questa è una battaglia per il futuro della civiltà. Se la libertà di espressione è persa anche in America, la tirannia è tutto quel che ci attende», aveva scritto Musk il 29 novembre. Attualmente, in un mondo in cui il politicamente corretto ha imposto la sua egemonia laicista, la battaglia per la libertà di informazione interessa i cristiani più di qualsiasi altro gruppo, per questo è strategica per difendere anche la libertà di religione. Ad attaccare la nuova politica del social network sono paradossalmente quelli che di libertà ci vivono o la predicano: i grandi media progressisti, grandi aziende come Apple. E la Commissione europea. Che mercoledì, per bocca del commissario Thierry Breton, ha minacciato: «C’è ancora molto lavoro da fare, perché Twitter dovrà implementare politiche trasparenti per gli utenti, rafforzare in modo significativo la moderazione dei contenuti e proteggere la libertà di parola, affrontare con decisione la disinformazione e limitare la pubblicità mirata». Altrimenti rischia un divieto a livello europeo o multe fino al 6% del fatturato globale. Come in una Cina qualsiasi.
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Re: Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 9:17 pm

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Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

Messaggioda Berto » ven gen 13, 2023 11:04 pm

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