Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:04 am

20)
Monza, magrebini fumano sul bus e pestano autista che li rimprovera

Federico Garau - Sab, 16/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... eltUOkaip4

I nordafricani, che non hanno per nulla gradito i rimproveri loro rivolti dal dipendente Net, hanno aggredito il 49enne tempestandolo di pugni in faccia e mandandolo al pronto soccorso

Nuovo episodio di aggressione su un autobus da parte di cittadini extracomunitari, avvenuto a Monza questa mattina poco dopo le 7.

Vittima l’autista 49enne della Net, che si trovava in quel momento alla guida di un mezzo della linea Z206. Poco prima di mettere in moto per partire dal capolinea di via Luca della Robbia, il conducente ha notato che due giovani nordafricani, seduti tranquillamente a bordo, stavano fumando nonostante i divieti esposti.

L’uomo ha pertanto rimproverato gli stranieri, esortandoli a scendere dal bus se avessero voluto continuare a fumare. Per tutta risposta, i due magrebini si sono avventati contro il 49enne e lo hanno tempestato di pugni in pieno volto, prima di scendere di corsa dal mezzo pubblico e far perdere le proprie tracce. Tramortito e sotto choc, il conducente è stato trasportato in codice giallo al Policlinico di Monza in via Amati, per essere sottoposto ad alcuni accertamenti.

Le indagini da parte dei carabinieri del nucleo radiomobile di Monza sono state immediatamente avviate. Tuttavia dei responsabili, per il momento, non si sa ancora nulla, eccetto le poche informazioni che la vittima è riuscita a fornire al pronto soccorso.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:28 am

21
“Vi taglio la testa!”, clandestino minaccia e aggredisce clienti e carabinieri

Federico Garau - Gio, 21/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 49655.html

Il marocchino, un clandestino pluripregiudicato ubriaco, è stato trovato anche in possesso di merce rubata all’interno dello stesso centro commerciale: per lui 8 mesi di reclusione con obbligo di firma

Paura in un centro commerciale di Carrara, dove uno straniero in palese stato di ebbrezza ha dato in escandescenze, terrorizzando gli avventori ed aggredendo i rappresentanti delle forze dell’ordine, intervenuti per bloccarlo.

In un più che evidente stato di alterazione psicofisica, il nordafricano ha iniziato a molestare i clienti, ad insultarli ed a gridare minacce nei loro confronti. Qualcuno ha contattato pertanto il 112 per richiedere l’intervento dei carabinieri sul posto. I militari del comando di Carrara sono stati attaccati dall’extracomunitario il quale, come riportato da “La Nazione”, ha esteso le intimidazioni anche nei loro confronti. “Vi spezzo le ossa! Vi taglio la testa!”, avrebbe urlato il facinoroso all’indirizzo dei carabinieri, che sono comunque riusciti ad avere la meglio su di lui.

L’uomo, un 43enne originario del Marocco, aveva anche rubato all’interno dell’esercizio commerciale, portando via delle birre ed un pollo, occultati dentro il giubbotto. Dopo gli accertamenti è risultato anche il suo stato di clandestino sul territorio nazionale, oltre ad una lunga lista di precedenti penali.

Stando a quanto riferito dai quotidiani locali, l’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri, anche se la notizia è stata diffusa solo nella giornata di oggi dai carabinieri. Il giudice del tribunale di Massa Giovanni Maddaleni ha infatti condannato con rito abbreviato il marocchino. Per lui otto mesi di reclusione con obbligo di firma, oltre al divieto di far nuovamente ritorno nel medesimo centro commerciale in cui in più di un’occasione aveva già commesso crimini e creato disordini.
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Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:28 am

22)
«Mio figlio picchiato e ridotto in fin di vita: tra gli aggressori c'era Farah»

2019/03/04

https://www.cronachemaceratesi.it/2019/ ... PQxMve8EMU

IL DRAMMA DI PORTO RECANATI - Il padre di un ragazzo di vent'anni racconta quello che accadde il 4 settembre 2017. Un gruppo di marocchini dopo un litigio in discoteca avevano fermato l'auto su cui si trovavano 4 ragazzi fermani. Il 34enne arrestato ieri per omicidio stradale era stato denunciato per quell'episodio

L’incidente lungo la Adriatica

«Non riesco a capire perché, dopo quanto avvenuto nel 2017, questo soggetto ancora circolasse. Davvero non me ne capacito, da padre di un ragazzo pestato a sangue, c’è una grande amarezza. Quello che chiediamo è giustizia per quanto avvenuto a mio figlio ed ai suoi amici».

Marouane Farath

Lo sconcerto dopo aver appreso la notizia, la memoria che torna alla notte del 4 settembre 2017, a quella aggressione subita da 4 ragazzi di Fermo da parte di un gruppo di 6 marocchini. Tra loro Farah Marouane, il 34enne oggi in arresto dopo il tragico incidente di Porto Recanati, costato la vita a Gianluca Carotti, 47 anni, e alla compagna Elisa Del Vicario, 40enne, entrambi di Castelfidardo. E’ emerso che Marouane era alla guida ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in più a casa aveva anche un panetto di hashish. Oltre all’accusa di omicidio stradale plurimo aggravato, si aggiunge anche quella di possesso di stupefacenti. Il dramma di Porto Recanati ha riaperto una ferita profonda nei cinque ragazzi fermani e nelle loro famiglie, facendo loro rivivere quello che successe il 4 settembre di due anni fa, in prossimità della rotonda di Grottammare. Quel nome, Farah Marouane, ha riacceso ricordi dolorosi e allo stesso tempo una grande rabbia. «C’è la denuncia – racconta il padre di uno dei ragazzi – oltre al fatto che quando hanno aggredito i nostri figli a Farah Marouane è caduto portafogli con i documenti. Quando hanno speronato mio figlio ed i suoi amici, avevano un’Audi A6, lo stesso modello dell’incidente di Porto Recanati. Quello che mi fa riflettere è che i suoi altri connazionali sono ancora in giro».

Era una serata di fine estate del 2017, la comitiva di amici fermani, tra cui anche una ragazza e il suo fidanzato, si era recata in uno chalet-discoteca di San Benedetto per divertirsi e ballare. Proprio all’interno del locale viene a crearsi un battibecco con alcuni ragazzi marocchini che stavano importunando la ragazza della comitiva. Ne è nato uno scambio verbale e poi l’apparente chiarimento. A fine serata, attorno alle 4 del mattino, la comitiva di fermani esce per prendere la macchina e fare ritorno a casa. Giovani che però erano del tutto ignari del fatto che il gruppo di marocchini li stava seguendo. Dopo essere saliti a bordo della propria auto per far ritorno a casa si sono accorti che un’auto dietro di loro stava facendo di tutto per bloccarli. In prossimità della rotatoria di Grottammare il veicolo con a bordo i marocchini e guidato da Farah Marouane li ha speronati costringendoli a fermarsi. Ed è qui che è iniziata l’aggressione quanto mai cruenta, in vero stile Arancia Meccanica. I marocchini sono usciti, hanno aperto le portiere della macchina con a bordo i ragazzi fermani e la ragazza che era stata importunata nel locale. Per difenderla uno dei giovani fermani è uscito dall’auto. Appena messo piede fuori dal veicolo è stato colto da dietro e aggredito dai marocchini. Ancora oggi resta difficile capire con cosa sia stato colpito visto che il gruppo aveva con sé chiavi inglesi, bottiglie.

Nonostante il ragazzo abbia perso coscienza i marocchini hanno continuato a picchiarlo saltandogli sopra la colonna vertebrale e prendendolo a calci in faccia riducendolo in fin di vita. Nel frattempo un altro giovane della comitiva era stato trascinato in auto per essere picchiato. Un altro ragazzo è invece riuscito a difendersi con maggiore decisione. Il ventenne ridotto in fin di vita riportò la frattura di 4 vertebre oltre che una serie di gravi lesioni e venne trasportato all’ospedale di San Benedetto. Durante il primo intervento chirurgico i medici estrassero un pezzo di metallo dalla testa del giovane. Da li venne trasferito all’ospedale Torrette di Ancona, nel reparto maxillo-facciale per un intervento al volto. Ne ha avuto per oltre un anno.

Oggi, due anni dopo, l’orrore di quella notte resta indelebile nonostante. Ieri però è arrivata la doccia gelata. Leggere nei quotidiani online e sentire su tutti i telegiornali quel nome, che insieme ad altri due connazionali ha provocato l’incidente costato la vita ai due genitori di Castelfidardo che viaggiavano in auto con i loro bambini, ha riacceso un profondo sconcerto. Marouane si trova ricoverato all’ospedale di Civitanova, piantonato in attesa della convalida dell’arresto e del suo trasferimento nel carcere di Montacuto. La speranza è che gli venga data una pena esemplare.
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Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:28 am

23)
Napoli, rapinano turisti e si danno alla fuga: arrestati due african
i
Federica Grippo - Dom, 10/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/napoli/na ... 59827.html

La Polizia di Napoli ha bloccato e arrestato due giovani africani extracomunitari che avevano rapinato due turisti in centro: dopo una breve fuga sono finiti entrambi in manette

Un altro caso di rapina ai danni di alcuni turisti si è verificato ieri a Napoli, in pieno centro.

La Polizia è dovuta infatti intervenire nei pressi di corso Umberto per fermare due giovani africani, che avevano compiuto poco prima una rapina. L'episodio è avvenuto nella serata di ieri a Napoli: due turisti sono stati rapinati mentre passeggiavano per le strade della città.

I colpevoli sono due giovani africani extracomunitari, un senegalese di 25 anni e un gambiano di 23, fermati dai poliziotti del commissariato Vicaria-Mercato, che si trovavano in quella zona per svolgere le normali attività di controllo. Gli agenti sono intervenuti dopo aver sentito le urla di un uomo, che in preda al panico, indicava i due soggetti, facendo chiaramente intendere che era stato appena derubato.

Dopo essersi accorti della presenza delle forze dell'ordine, i due africani hanno tentato di darsi alla fuga, ma sono stati immediatamente fermati. I due extracomunitari avevano rubato un'agenda elettronica al turista che si trovava poco prima in corso Umberto, in più, nello zaino del gambiano 23enne sono stati anche rinvenuti due telefoni cellulari e una telecamera. Uno dei due, il senegalese di 25 anni, ha già dei precedenti penali alle spalle ed è risultato anche essere irregolare sul territorio italiano. Entrambi sono stati denunciati per il reato di tentata rapina, in più il 23enne di origine gambiana è stato denunciato anche per il reato di ricettazione. Tutti e due saranno giudicati per il reato commesso con rito per direttissima, che si svolgerà nella giornata di domani 11 marzo.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:29 am

24)
Torino, 27enne fermato Said Machaouat un marocchino, per l'omicidio di Stefano Leo: ha confessato, trovato coltello

31 marzo 2019

https://www.ilmessaggero.it/italia/tori ... 2EZ8dUZmLU

C'è un sospettato per l'omicidio del 34enne Stefano Leo, avvenuto il 23 febbraio a Torino, nella zona dei Murazzi. Un uomo di 27 anni ha confessato. Stefano fu ucciso a coltellate, in pieno giorno e in mezzo alla strada.

A poche ore dalla 'passeggiata' di amici e parenti in riva al Po per chiedere di far luce sul delitto, un 27enne con piccoli precedenti penali ha rivelato di essere stato lui, lo scorso 23 febbraio, a uccidere la vittima con un fendente alla gola. I carabinieri del Comando provinciale di Torino, coordinati dai sostituti procuratori Ciro Santoriello e Enzo Bucarelli, hanno già trovato i primi riscontri alla confessione.

Nei suoi confronti è stato disposto il fermo di indiziato di delitto. L'uomo, Said Machaouat, un italiano di origini marocchine, è stato trattenuto fino alla tarda serata di domenica in via Valfrè, negli uffici dell'Arma, dove è stato portato dopo che si era presentato spontaneamente in Questura.

«Quello in riva al Po l'ho ucciso io», ha detto in modo confuso agli agenti, che hanno subito allertato i carabinieri, titolari dell'indagine. Trasferito al Comando provinciale, alla presenza del suo legale di fiducia, avvocato Basilio Foti, è iniziato l'interrogatorio, durato oltre tre ore. Il lavoro investigativo condotto in questo mese dai militari dell'Arma e dai magistrati ha consentito loro di trovare i primi riscontri alla confessione. Tra cui la presunta arma del delitto, un affilato coltello da cucina nascosto in una cassetta dell'Enel di piazza d'Armi. Restano però ancora molto punti da chiarire, a cominciare dal movente di un delitto tanto efferato quanto misterioso.

Originario di Biella, una laurea in Giurisprudenza, Leo viveva dallo scorso novembre a Torino. Dopo un lungo periodo trascorso all'estero, tra Cina, Giappone e Australia, era commesso in un negozio d'abbigliamento del centro. Sempre puntuale, sempre preciso, tutte le mattine per recarsi al lavoro faceva una passeggiata in lungo Po Macchiavelli. L'ha fatta anche quella mattina del 23 febbraio, un sabato, ignaro che stava andando incontro al suo assassino. Un uomo, rimasto sconosciuto fino ad oggi, che lo ha ucciso senza un apparente motivo con una coltellata alla gola.

«Siamo ancora increduli. Quello che è accaduto a Stefano non deve più succedere a nessuno», dicevano ancora ieri i suoi amici, un centinaio di palloncini rossi liberati in cielo, dal luogo del delitto, per chiedere «verità e giustizia». Era presente anche la sindaca, Chiara Appendino, per manifestare la vicinanza della Città alla famiglia Leo. Che ora attende di conoscere gli ultimi sviluppi dell'inchiesta, nella speranza che sapere chi ha ucciso Stefano porti loro un po' di pace.



Uccise Stefano Leo, un italiano "a caso": 30 anni in cella

mercoledì 1 luglio 2020

https://www.secoloditalia.it/2020/07/om ... no-a-caso/


“Giustizia è fatta”, hanno commentato i genitori di Stefano Leo, oggi in aula per assistere alla condanna, da parte del tribunale di Torino, a 30 anni di carcere Said Mechaquat. Il giovane di origine marocchina era accusato di aver ucciso il 23 febbraio del 2019 con una coltellata alla gola ai Murazzi del Po Stefano Leo, il giovane 33enne di origine biellese che stava recandosi al lavoro.

Giudicato con rito abbreviato, per lui la procura aveva chiesto 30 anni mentre l’avvocato difensore aveva invocato il vizio parziale di mente e le attenuanti generiche. In aula, alla lettura della sentenza, c’era la mamma della vittima ma era presente anche l’imputato, che nei giorni dell’arresto si era lasciato andare a manifestazioni provocatorie nei confronti degli inquirenti e delle forze dell’ordine (foto in alto, e nel riquadro, Stefano Leo).


La confessione del killer di Stefano Leo

“La questione è molto semplice, volevo prendere a Torino un ragazzo, giovane quanto me, toglierli tutte le promesse di figli che avrebbe voluto fare, toglierli generazione che avrebbe pensato di fare togliere l’amore ai suoi genitori. Così è stato. Quello era il mio intento. Volevo colpire uno a caso“. Questa era stata l’agghiacciante confessione resa da Said nei mesi che hanno preceduto il processo.

Ricostruendo i fatti davanti agli inquirenti, il marocchino raccontò così la dinamica: “Piglio il coltello con la mano sinistra, mi alzo tranquillo (dalla panchina, ndr) lo raggiungo, gli passo davanti leggermente, gli do il colpo al collo, guardo se glielo dato bene poi l’ho superato. Lui già faceva fatica respirare, si è accasciato a terra”.


Un delitto senza un movente

Quanto al coltello. il marocchino disse che lo aveva già fuori quando il Stefano Leo gli passò davanti. “Non si è accorto di nulla. Di me – aggiunge – non si è accorto nessuno”. E agli investigatori che gli chiesero perché avesse colpito al collo e non, per esempio, alla schiena, il marocchino rispose: “perché il collo era più sicuro, se buchi il polmone rischi che non muore, è logica”.

Il movente non c’era, ma Said fece riferimento a una vendetta nei confronti della moglie che non gli faceva vedere il figlio. “E come se io fossi tua moglie e ti dico che non puoi andare a prendere il bambino…” e agli investigatori che osservarono che da tempo la moglie non gli faceva vedere il bambino, rispose: “Ma non è per quello è una questione morale di cuore perché è come se tu dici ‘non è normale se ci stanno accoppiati bene e io invece mi sono ritrovato questa che mi ha rubato l’unica cosa che io volevo’”, e concluse con “capisce?”.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:29 am

25)
"In Marocco si usa così". E 8 immigrati lo massacrano

Federico Garau - Dom, 14/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/mi ... efLinYfvjk


L’episodio si è verificato sabato scorso, mentre il giovane, la ragazza e due amici si trovavano sull’Alzaia Naviglio Pavese. Provvidenziale l’intervento di un vigilante ad evitare il peggio

È stato letteralmente pestato da 8 stranieri mentre con la ragazza e due amici si trovava lungo l’Alzaia Naviglio Pavese (Milano).

I fatti risalgono alla notte tra sabato e domenica scorsi, quando uno dei ragazzi viene avvicinato da un gruppo composto da 8 persone, con la classica scusa di una sigaretta. “Il mio amico risponde ‘non ce l’abbiamo’, e subito viene preso a schiaffi”, racconta la vittima sulle pagine de “Il Giorno”. “Io mi avvicino, lasciando la mia ragazza lontano, li invito ad allontanarsi ma scatta il pestaggio”. Secondo quanto riferito dal giovane si tratterebbe di 8 ragazzi definitisi “italomarocchini”, tutti intorno ai 20 anni, che hanno fatto scattare il raid punitivo dopo aver ricevuto una risposta negativa alle loro richieste, ovviamente una scusa per attaccare briga. “Ho sentito dire ‘In Marocco si usa così’. E sono partiti i colpi”.

“Il mio amico ha preso un pugno in faccia e se l’è cavata con qualche livido”, ha continuato a racconare il ragazzo. “Io ho ricevuto dei pugni e nel mentre sentivo dei colpi in testa con un oggetto che non saprei identificare. Forse una cassa jbl, ha raccontato poi chi ha assistito alla scena”.

Il violento pestaggio si è interrotto solo grazie al pronto intervento di un vigilante, che ha poi immediatamente allertato le forze dell’ordine ed il 118, mentre la vittima si trovava distesa a terra e sanguinante. “Sono stato soccorso e accompagnato al Policlinico di Milano, dove mi hanno medicato e cucito le ferite. Il giorno dopo ho sporto denuncia ai carabinieri”.

Ovvio che non si trattasse di un’aggressione motivata dall’intento di rapinare le vittime. “È stata violenza gratuita. Se avessero voluto rapinarci avrebbero potuto benissimo farlo, non hanno puntato né agli smartphone e né ai portafogli, volevano solo farci male. La mia ragazza era scioccata, cerco di farle forza”.

La paura dopo il pestaggio, comunque, rimane, così come la consapevolezza che il fatto si sarebbe potuto evitare. “Non sarebbe male se si incrementassero i controlli”.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:30 am

26)
Ragusa, uccidono uomo a sprangate e violentano la compagna: fermati 4 braccianti tunisini

2 Maggio 2015

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... -3uLRg8nlI

Ucciso con una sprangata in testa. La sua donna di 53 anni violentata da tre uomini più volte, a turno. Per l'omicidio di Nicu Radicanu, romeno di 38 anni, la squadra mobile di Ragusa con lo Sco di Roma, e il commissariato di Vittoria, ha fermato Nizar Brahim 23 anni, Marouane Tebra, 27 anni, Anwari Tebra di 23 e Hamdi Boukhobna 24 anni, braccianti agricoli tunisini. Sono accusati anche del sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata della convivente della vittima.

È lei che ha raccontato le fasi del film dell'orrore di cui è stata protagonista il 26 aprile scorso all'uscita della discoteca «Playa del Sol» a Scoglitti frazione marinara di Vittoria (Rg) quando col suo compagno si stavano dirigendo a piedi verso casa.

«Ci hanno assaliti alle spalle - ha detto - Un nord africano ha colpito Nicu e un altro mi ha tappato la bocca. Un altro uomo mi ha spogliato e poi a turno mi hanno violentata. Un quarto uomo dopo l'omicidio è scappato. Poi minacciandomi con una spranga di ferro mi hanno portato nuda vicino un casolare abbandonato nei pressi di una serra e lì mi hanno violentato di nuovo. Poi verso le 7 del mattino mi hanno abbandonata minacciandomi che se avessi denunciato le violenze mi avrebbero uccisa».

Dopo estenuanti indagini i poliziotti hanno identificato i presunti assassini e violentatori e la vittima li ha riconosciuti. Alcuni indagati hanno fornito particolari sulle violenze e sul delitto confessando.

«Eravamo ubriachi - ha detto uno di loro - ci avevano fatto andare via dalla discoteca perchè molestavamo le donne presenti e non volevano risse, appena fuori dal locale uno di noi ha proposto di divertirci un pò con la donna rumena che era uscita poco prima con il compagno che era ubriaco pure lui». «Un altro ha detto: »Il mio amico ha preso una spranga staccandola dalla recinzione, io ho tirato giù per terra l'uomo e lui lo ha colpito, gli altri due hanno subito azzittito la donna spogliandola e iniziando a violentarla.

Lì non passava nessuno ma l'uomo era ancora vicino alla strada quindi in due lo abbiamo trascinato, ho sentito che respirava ancora quindi ho preso la spranga e l'ho colpito più volte, non ricordo quante, in testa. Poi sono andato dagli altri che stavano violentando la donna che li implorava di non ucciderla perchè aveva figli in Romania e sono fuggito per paura«.

«È un risultato importantissimo quello raggiunto dalla Polizia di Stato, in quanto aver assicurato alla giustizia simili criminali, permette di scongiurare la paura di un branco che avrebbe potuto reiterare condotte criminali. Per la particolare gravità dei fatti, questi soggetti erano in grado di poter ripetere gli stessi reati senza comprenderne la portata». dice il dirigente della squadra mobile ragusana Antonino Ciavola.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:30 am

27)
Napoli, morto il tabaccaio aggredito da un nigeriano richiedente asilo

4 luglio 2019

https://www.ilmessaggero.it/italia/napo ... RPH9A8hgUA

Il tabaccaio napoletano di 52 anni aggredito a pugni da un nigeriano richiedente asilo è morto all'ospedale Cardarelli di Napoli. L'aggressione era avvenuta lo scorso 9 giugno nella stazione Chiaiano della metropolitana di Napoli. L'uomo, che si chiamava Ulderico Esposito, a causa dell'aggressione con un pugno in testa per futili motivi ,versava da tempo in gravi condizioni.

L'immigrato, un 36enne, venne arrestato dalla Polizia di Stato con l'accusa di aggressione e lesioni gravi, reato destinato ora a trasformarsi in omicidio preterintenzionale. Il pm della Procura di Napoli ha disposto l'esame autoptico sulla salma di Esposito che dal coma farmacologico indotto subito dopo il ricovero al Cardarelli era purtroppo passato al coma. Nelle ultime ore è sopraggiunta la morte. L'immigrato venne bloccato, anche grazie all'aiuto delle guardie giurate, subito dopo l'aggressione. A ricondurre le responsabilità dell'accaduto su di lui furono le indagini del Commissariato Scampia di Napoli, diretto dal primo dirigente Bruno Mandanto, che ha competenza anche su Chiaiano.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:31 am

28)
Rimini, gang di magrebini pesta e manda in coma 18enne dopo un furto

Federico Garau - Lun, 08/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 1e0RT_JK2I

Uno dei nordafricani ha rubato il cappellino al giovane, il quale ha prontamente tentato di recuperare ciò che era suo, prima di venire accerchiato e pestato a sangue: gravissime le sue condizioni

Pestato a sangue a Riccione (Rimini) per un cappellino, viene ridotto in fin di vita da una gang di nordafricani.

Vittima un 18enne albanese residente a Fidenza (Parma), che si trova ora in coma farmacologico presso l'ospedale Bufalini di Cesena.

Stando a quanto riportato dalla stampa locale, l'episodio si sarebbe verificato nella notte a cavallo tra sabato e domenica scorsi. Il giovane si trovava in piazzale Azzarita quando, intorno alle 2, sarebbe stato avvicinato da un gruppetto di adolescenti magrebini. Uno degli africani ha allungato la mano per sottrargli il cappellino che portava in testa e lui avrebbe prontamente reagito per riaverlo indietro.

Una cosa, questa, che ha provocato la reazione del gruppetto di connazionali del ladro, che hanno accerchiato ed aggredito con brutale violenza il 18enne. Sbattuto a terra, l'albanese è stato tempestato di calci e pugni, indirizzati per la maggior parte al volto. Un vero e proprio pestaggio in piena regola, a seguito del quale la vittima ha perso i sensi.

Immediate le segnalazioni inoltrate a 118 e forze dell'ordine da parte di alcuni testimoni, coi magrebini che hanno comunque avuto tutto il tempo per potersi dileguare e far perdere le proprie tracce.

Sul posto un'ambulanza ed i carabinieri della stazione di Riccione. Il personale sanitario ha assistito il 18enne e, dopo averlo stabilizzato, lo ha trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell'ospedale Infermi di Rimini. La gravità delle condizioni del giovane ha portato al suo immediato trasferimento presso il "Bufalini" di Cesena, dove si trova tuttora ricoverato in coma indotto a causa delle serie lesioni alla testa.

Ancora in corso le ricerche dei responsabili della selvaggia aggressione da parte dei carabinieri.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 8:31 am

29)
Torino, rapinano ed accoltellano un 25enne: ricercati 2 magrebini

Federico Garau - Ven, 12/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 2fzCS_yk7s

Dopo aver subìto il furto di una catenina d'oro, il giovane si è lanciato all'inseguimento dei malviventi, fino a che uno di questi non ha estratto un coltello dalla tasca per affondarne la lama nel suo torace

Si conclude nel sangue un tentativo di rapina avvenuto durante la notte appena trascorsa a Torino.

Secondo quanto riferito dalla stampa locale i fatti si sarebbero svolti intorno alle 4 del mattino, quando le vittime, appena uscite da un locale notturno, si trovavano a percorrere via Verdi. Si tratta di un 25enne di origini egiziane residente a Villastellone e di una ragazza di 23 anni di Trofarello.

La coppia è stata avvicinata da due nordafricani, che avrebbero mostrato fin da subito le proprie intenzioni pretendendo di ricevere del denaro. Il diniego alla propria richiesta ha provocato la reazione dei magrebini, uno dei quali ha strappato al 25enne la catenina d'oro che portava al collo, prima di darsi alla fuga.

La vittima ha prontamente rincorso i rapinatori, riuscendo ad avvicinarli, fino a che uno dei due non ha deciso di porre fine all'inseguimento. Dopo aver estratto un coltello dalla tasca, senza alcuno scrupolo, quest'ultimo ha affondato la lama nel petto del 25enne, finito a terra all'incrocio di via Santa Giulia e via Giulia di Barolo.

Mentre i rapinatori si allontanavano, la 23enne ha chiamato i soccorsi, giunti in breve sul posto insieme ad alcune volanti della questura di Torino.

Trasportato in codice rosso all'ospedale Molinette, nonostante la profonda ferita al torace, il giovane è ora fuori pericolo.

Proseguono le indagini da parte degli inquirenti per risalire ai due responsabili.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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