Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 02, 2022 9:00 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mer ago 03, 2022 9:35 pm

50)
Le molestie e le violenze sessuali di Milano sono la continuazione delle marocchinate

https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 3540701749



Le molestie e le violenze sessuali perpetrate a Milano la notte di capodanno, da parte di alcuni africani marocchini e islamici (taluni nati in Italia da genitori immigrati dal Marocco e dall'Africa) non riguardano donne africane, marocchine e islamiche ma soltanto donne europee, bianche e cristiane e ciò sta a significare in modo incontrovertibile che tali male azioni non sono motivate da arcaiche prepotenze maschiliste dovute ad una perdurante e incivile ideologia patriarcale ma da motivazioni più abbiette e cioè da disprezzo e sopraffazione etnico razziale e ideologico religiosa da perseguire con la legge Mancino.
Si tratta di chiare ed evidenti manifestazioni criminali del nazismo maomettano e del razzismo africano.

Marocchinate
https://it.wikipedia.org/wiki/Marocchinate


Alberto Pento

Questi crimini dovrebbero essere perseguiti con la Legge Mancino
https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino
La legge 25 giugno 1993, n. 205 è un atto legislativo della Repubblica Italiana che sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all'odio, l'incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l'utilizzo di emblemi o simboli.



La violenza sulle donne e in particolare sulle donne delle altre tribù, delle altre etnie e razze, degli altri paesi e nazioni, delle altre culture e religioni ha principalmente motivazioni di inciviltà e disumanità "culturale e religiosa" aggravate da razzismo e nazismo, in questo caso di tratta del nazismo maomettano e del razzismo africano verso le donne specialmente bianche e cristiane, verso gli europei e gli occidnetale, verso i bianchi e la razza bianca.
Chi lo nega o nasconde o sminuisce, chi giustifica o ne altera e confonde le cause con assurdi paragoni si rende responsabile e complice. Tra i più grandi responsabili per il cattivo esempio dato a livello planetario è stato Bergoglio che ha negato la violenza dell'Islam e santificato questa ideo-teologia e pratica politico-religiosa attribuendo la violenza esclusivamente a una minoranza di integralisti che interpreterebbero malamente sia l'esempio di Maometto che le prescrizioni sociali e politiche del Corano, quando in realtà è l'Islam nelal sua totalità ad essere criminalmente violento.


Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male
viewtopic.php?f=199&t=2933
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604



Le 4 verità sulle violenze di Capodanno a Milano
Corrado Ocone
9 Gennaio 2022,

https://www.nicolaporro.it/le-4-verita- ... -a-milano/

Certe notizie fanno fatica a farsi spazio nei media: prima vengono ignorate, poi sottovalutate e ridotte quasi a semplici smargiassate, poi prendono una qualche consistenza ma con tanti, troppo, distinguo. Solo dopo molti giorni assumono la loro reale dimensione, ma ormai non sono più “fresche” e vengono relegate nelle pagine interne di cronaca. Quel che è successo la notte di Capodanno a Milano, con almeno cinque casi di donne circondate e aggredite, minacciate e molestate, da branchi di energumeni, segue questo copione. Che fu lo stesso che fu messa in scena sui media tedeschi sei anni fa dopo un’altra drammatica e simile notte di Capodanno a Colonia. Perché ciò sia potuto e possa accadere è presto detto: la notizia, i suoi dettagli, sembra fatta apposta per smentire più di uno dei miti progressisti che i media, anche quelli che fingono di essere “imparziali” (e forse, chissà?, lo credono veramente), hanno fatto acriticamente propri. Proviamo ad elencarli, almeno i principali.

1. Il luogo. Milano, la capitale “morale” dell’Italia. Non un’oscura periferia, ma il centro pulsante e ideale della città: Piazza Duomo. Una smart city ove tutti sono felici e “sostenibili”.

2. Il primo cittadino. Milano è guidata da un sindaco, Beppe Sala, che non si accontenta di essere quel bravo city manager che probabilmente è (le cui qualità sono riconosciute anche dagli avversari e che comunque è stato votato dalla maggioranza dei suoi cittadini); ma vuole anche essere il paladino della Milano figa e ipocrita dei salotti e della “sinistra al caviale”. Di qui non solo la retorica dell’innovazione e della modernità, industriale o post-industriale poco cambia, ma anche quella dell’ inclusività, del no gender gap, dell’ambientalismo ideologico à la Greta, e chi più ne ha più ne metta. Scoprire che, dopo tanta retorica sui diritti e le quote di genere, una donna a Milano può anche essere umiliata in questo modo, e semplicemente non essere sicura quando esce, mette a nudo tutta l’ipocrisia di un certo modo di fare e di pensare.

3. Gli autori del gesto. Le testimonianze parlano chiaro: gli assalitori parlavano arabo, quindi molto probabilmente erano di religione islamica come quelli di Colonia. Ovviamente, ciò non giustifica nessun automatismo mentale, ma segnala, da una parte, un cortocircuito nella retorica progressista del sindaco e della Milano benpensante e correttista che lo sponsorizza, e dall’altro, richiama i problemi dell’integrazione che non sono affatto scontati e che sono sicuramente ostacolati dall’ideologia dell’inclusività acritica e dell’apertura delle frontiere a prescindere. Il cortocircuito consiste nel fatto che non puoi predicare e praticare il multiculturalismo, mettere sullo stesso piano tutte le culture, e poi lagnarti se le donne vengono considerate poco più che degli oggetti. Quanto invece all’apertura delle frontiere, non puoi stendere tappeti rossi a Carola Rackete quando viene a propagandare il suo verbo nella tua città, e avallare quindi il suo agire illegale e la sua idea di far entrare chiunque senza permesso, quindi senza controllo, e poi pretendere che tutti i nuovi entrati siano integerrimi seguaci di un modo di vivere, il tuo, che fra l’altro non hanno mai conosciuto.



Radio24 Il Sole24Ore

Questo è uno dei peggiori media sulla scena dell'informazione italiana, Radio24 Il Sole24Ore, che manipola l'informazione sul clandestini afro asiatici e sui nazi maomettani, stamattina sulle violenze a Milano a capodanno, ha riunito 3 personaggi emblematici (a-b-c) per demolire le accuse che chiamano in causa l'Islam, con argomentazioni demenziali, una peggiore dell'altra:

Torniamo ad un fatto di cronaca che ha indignato Milano...
Il capodanno del branco
https://www.radio24.ilsole24ore.com/pro ... 24-AE93BT7

a) Claudio Burgio, cappellano al Beccaria e fondatore comunità Kayros
b) Souad Sbai, ex deputata, presidente dell'associazione delle donne marocchine in Italia
e
c) Valentina Furlanetto di Radio 24 che cura la trasmissione Figli di Enea i nuovi italiani

per
a (il prete) le colpe e le responsabilità sono da attribuire all'incoscienza giovanile aggravata dall'alcool e da droga, il disagio e marginalità sociale delle periferie senza adulti di riferimento e centri di aggregazione, della povertà e della mancanza d'integrazione, cultura dei social, da soli non l'avrebbero fatto, il gruppo; nessuna colpa delle famiglie, la donna è rispettata nell'Islam specialmente la mamma, nessun fattore culturale;

b (la marocchina islamica buona che si dice di cultura arabo-mussulmana e buona mussulmana), si è trattato di una serata premeditata come già successo a Torino a Colonia; le colpe e le responsabilità sono degli islamisti radicali che sarebbero i cattivi islamici che manovrano sotto e intorno cole la Fratellanza Mussulmana e non dell'Islam perché l'Islam è buono e lei ne sarebbe la dimostrazione; gli islamisti si vogliono prendere i giovani islamici delle periferie degli immigrati;

c (la giornalista politicamente corretta) non centra nulla la “Taharrush gamea” (lo stupro collettivo islamico); solo responsabilità della povertà culturale maschilista patriarcale e del testosterone che è universale e non legato a particolari etnie/culture/religioni e razze e cita il caso della giornalista italiana molestata in diretta televisiva fuori dello stadio dopo la partita (un tifoso le ha toccato il culo), poi cita il capodanno a Cortina con risse fra gruppi di italiani, molestie quotidiane alle donne ovunque in Italia ad opera di italiani; povertà educativa ed economica di chi cresce nelle periferie marginali e che si sente emarginato e non accettatto e ai confini della società e che quindi sviluppa del risentimento; nessuna regia degli islamisti o altro come rilevato dal questore;
in sintesi per lei le cause so da attribuire solo il testosterone, all'alcool, al gruppo che monta i singoli individui;

Testimonianze degli ascoltatori:
1) un tranviere a Torino conferma il fattore culturale e i cattivi comportamenti da parte dei marocchini/tunisini/algerini da almeno 10 anni;
2) uno non meglio identificato identifica la causa come difficoltà culturali verso la donna di certi stranieri e l'impunità dei reati che vi sarebbe in Italia;
3) Luca da Roma è invece convinto che l'etnia non c'entri petrché la violenza sulla donna è presente in ogni etnia, per esempio la violenza contro la donna da parte degli italiani con i femminicid. LìIslam non c'entra è una religione come il cristianismo dove peraltro il concetto della donna non è molto evoluto forse più arretrato che nell'Islam e cita l'esempio delle suore sempre relegate nel ruolo di cameriere, di inferiori e di serve all'uomo maschio prete;
4) una giovane donna, traccia un paragone tra i fatti di Milano con le banlieue francesi islamizzate dove la polizia non entra;
5) un sinistrato demenziale odiatore, giustifica la violenza di questi giovani stranieri della seconda generazione di immigrati, perché sarebbero vittime del potere che li ha fatti venire per poi marginalizzarli e sfruttarli, seconda generazione naturalmente e giustamente incazzata e non più accomodante che si vendica con ogni possibile violenza;
6) uno poi ha citato il caso del figlio di Grillo per sostenere che tutto il mondo è paese e che gli stupratori si trovano dappertutto e che l'etnia e l'Islam non c'entrano nulla.


La sinistra elitaria cieca sui crimini degli immigrati
Andrea Indini
11 Gennaio

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 01384.html

Da Pamela a Desirée, da Saman ai fatti di Milano: quando a commettere violenze contro le donne sono immigrati, la sinistra perde la voce e volta lo sguardo dall'altra parte

Per ora il numero dei casi, il numero delle ragazze molestate in piazza Duomo l'ultimo dell'anno, è salito a nove. Per ora gli indagati per quelle barbare violenze, frutto di una cultura che teorizza le incursioni sessuali contro le donne, sono dodici. Tutti ragazzi piuttosto giovani. Le età vanno dai quindici ai ventun anni. Almeno tre del branco che ha preso di mira le giovani in piazza a far festa sono minorenni. Tutti (nessuno escluso!) sono stranieri o comunque italiani di origine nordafricana. Il ché non cambia il succo. Perché, esattamente come a Colonia nel 2016, hanno messo in pratica una "spedizione punitiva" rituale, il taharrush gamea (letteralmente dall'arabo "aggredire e molestare le donne in strada"), che anni fa ha iniziato ad essere praticata in Egitto in concomitanza con la festività di Id al-fitr. Eppure, nonostante tutto questo, non aspettatevi di vedere, con il passare delle ore, progressisti, femministe e ultrà dell'immigrazione denunciare un'integrazione impossibile (o perlomeno mancata) o anche solo inginocchiarsi per le vittime.

È un vero e proprio cliché. Da Pamela Mastropietro, la 19enne di Macerata ammazzata, mutilata, infilata in una valigia e sbattuta sul ciglio di una strada, a Desirée Mariottini, la sedicenne uccisa in uno stabile abbandonato nel quartiere di San Lorenzo a Roma. Da Saman Abbas, la 18enne scomparsa a Novellara l'anno scorso e mai più ritrovata, alle brutali molestie dell'ultimo dell'anno a Milano. I casi di cronaca nera non sono più campanelli d'allarme isolati e, sebbene molto diversi l'uno dall'altro, hanno un drammatico comun denominatore: l'imbarazzante silenzio della sinistra nostrana incapace di fare i conti con le violenze commesse dagli immigrati. Sempre in fila a denunciare i femminicidi o più in generale i soprusi contro le donne (vi ricordate il caso di Greta Beccaglia?), quando a commetterli è uno straniero, inspiegabilmente perdono tutti quanti la voce. Ne avevamo già parlato proprio nei giorni in cui si cercava in lungo e in largo il corpo di Saman, sparito dopo che questa era entrata in contrasto con la famiglia per il suo stile di vita troppo occidentale. Al tempo, in una interessantissima intervista alla Nazione, il sociologo Luca Ricolfi aveva spiegato che le ragioni di questo silenzio colpevole andavano ricercate nell'"occhio di riguardo" che i progressisti riservano all'islam. "La sinistra - spiegava - teme che i lati più imbarazzanti di quella cultura, e in particolare il suo modo di trattare la donna, compromettano il progetto politico di diventare i rappresentanti elettorali di quel mondo, grazie all'allargamento del diritto di voto agli immigrati".

Ricolfi non è l'unico a pensarla così. All'interno del Partito democratico bisogna andare fino a Reggio Emilia per trovare qualcuno che sollevi il problema. Proprio parlando della povera Saman, il consigliere dem Marwa Mahmoud aveva ammesso che al Nazareno "c'è timore a intervenire su questi temi. Negli ultimi vent'anni c'è stata sottovalutazione". Una sottovalutazione (o, meglio ancora, un calcolo politico) che ha spinto i vari segretari che si sono avvicendati ai vertici del Pd a voltare lo sguardo dall'altra parte e i big del partito a non denunciare certi crimini quando non fanno il loro "gioco" politico. Un'incapacità a leggere la realtà che nei giorni scorsi ha spinto la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani a dire che le violenze di piazza Duomo sono "comportamenti figli di una cultura patriarcale" insita nella nostra società. Una mostruosità smentita dai fatti ma che Enrico Letta si è sentito in dovere di difendere quando il viceministro leghista Alessandro Morelli ha ricordato ai dem l'imprescindibile legame tra quanto accaduto a Milano e la mancata integrazione frutto di un'immigrazione senza controllo. Non a caso gli inquirenti hanno trovato inquietanti similitudini con le cosiddette "bande fluide" che la sera del 3 luglio 2017, durante la proiezione della finale di Champions Juventus-Real Madrid, avevano scatenato il panico in centro a Torino. Una violenza che cova nelle banlieue del Nord Italia, ormai abbandonate da una sinistra sempre più elitaria.

Prima di Saman Abbas c'è stato il brutale omicidio di Sana Cheema. E prima ancora c'è stato quello di Hina Saleem. Casi fotocopia. Lo stesso vale per le molestie dell'ultimo dell'anno. Il precedente di Colonia aveva fatto tanto parlare, sei anni fa, anche qui in Italia. Forse anche di più di quanto non stia facendo parlare quanto accaduto a Milano. Che fine hanno fatto le femministe? E gli ultrà del politicamente corretto? E i talebani dell'integrazione? Perché nessuno si inginocchia in parlamento? Perché nessuno sfila per queste giovani? Perché nessuno dice che questa cultura che fa scempio del corpo delle donne non deve trovar spazio nel nostro Paese e che, se a commettere certi crimini sono gli immigrati di seconda generazione (quelli con la carta d'identità italiana nel portafogli), allora vuol dire che la tanta decantata integrazione è solo un miraggio a cui solo la sinistra può ancora credere?


Milano, l'affondo di Toni Capuozzo sull'Islam: "La violenza di gruppo è una tradizione con le sue tecniche"
Secolo d'Italia
di Adriana De Conto
martedì 11 Gennaio 2022

https://www.secoloditalia.it/2022/01/mi ... -tecniche/

“È un caso che esista un termine in arabo per definire le violenze di gruppo?“. Toni Capuozzo lancia un interrogativo e lascia sempre il segno ogniqualvolta è ospite in tv su temi forti. Non si tira indietro, non teme il politicamente corretto e sulle violenze di Milano a Capodanno ha una visione precisa, che rigira agli ospiti di Nicola Porro. Il giornalista, scrittore e inviato di lungo corso a Quarta Repubblica, su Rete 4, nella puntata di lunedì 10 gennaio, ha circoscritto in modo molto preciso i fatti avvenuti a Capodanno in piazza Duomo dove sono state stuprate nove ragazze. Si tratta di una cosa ben diversa dalle molestie, si tratta quasi di un “rituale” proprio di un certo mondo islamico.

Violenze di Milano, Capuozzo: “È una tradizione con una sua tecnica”

“È una tradizione con delle sue tecniche- spiega Capuozzo- . Succede che nel gruppo si dividono i compiti”, spiega il giornalista. “C’è un gruppetto che isola le ragazze, un gruppo che fa cerchio per evitare che qualcuno le difenda; e c’è un gruppo che fa finta di stare dalla parte delle vittime”. Questo tipo di aggressioni, prosegue Toni Capuozzo, “sono avvenute più volte anche al Cairo. Succede anche in India dove c’è una larga maggioranza musulmana”. Insomma, conclude l’inviato Mediaset, “ci troviamo di fronte a un fatto nuovo: questo non è uno stupro fuori dalla discoteca: qui parliamo di violenza perpetrata in un luogo pubblico in presenza di molte persone. Il che rende ancora più difficile l’intervento delle forze dell’ordine“.


“Taharrush gamea”: lo stupro collettivo

Capuozzo ci tiene a far uscire il triste caso delle violenze a Milano fuori dal recinto delle banalità. Come ha fatto il mondo della sinistra. Che se la prende con la nostra società patriarcale, la mancata integrazione, preferendo il litigio politico alla comprensione della realtà. Così come accadde per gli stupri di Colonia.Capuozzo non è il primo ad avere evocato la “tecnica” inquietante. “La tecnica degli assalti sessuali in gruppo ha un termine ben preciso perché rappresenta un costume abbastanza radicato nel Nordafrica: “taharrush gamea””. Significa letteralmente “molestia collettiva”. Con questo nome si designa un‘aggressione sessuale di massa ai danni di una donna, che può anche sfociare nello stupro.Lo scrive su Fb lo scrittore Alfonso Piscitelli. “In quel tipo di società si reagisce al fenomeno in due modi il primo è la segregazione della donna. Il secondo è la mano pesante della legge. La prima risposta è assolutamente irricevibile in una società europea. Certo è che non si può pensare di continuare con il lassismo giudiziario di fronte a queste emergenze delle società multiculturali”.


Sansonetti: “La religione non c’entra”

Non è d’accordo con questa interpretazione Piero Sansonetti, anche lui ospite di Porro: “A Milano è successo che delle persone hanno aggredito una donna. Avevano una caratteristica: erano maschi. Poi andremo a vedere la nazionalità, ma innanzitutto erano maschi”, commenta il giornalista. “Cinque anni fa non eravamo molto doversi dagli arabi, poi qui è arrivato il femminismo, che ha travolto la cultura maschilista”. Non ne ha fatto una questione di religione il direttore del “Riformista”. Che derubrica i fatti gravissimi come dialettica maschilismo-femminismo. I fatti parlano da sé: sono nove i casi di abusi accaduti la notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano. Gli autori delle violenze farebbero parte di un “branco” di giovani ragazzi, molti dei quali di origine nordafricana, filmati in alcuni video circolati poi sul web. Intanto è stato aperto dalla Procura un fascicolo per violenza sessuale di gruppo. Ad agire potrebbe essere stato un unico gruppo ma non si esclude che nelle aggressioni siano coinvolti gruppi diversi, appunto, ognuno con “compiti” diversi, come analizzato da Capuozzo.



Alberto Pento
Anche il povero Sansonetti, come la giornalista di Radio24, attribuisce la responsabilità al testosterone maschile e non all'etnia e alla religione.
Sansonetti, come la Furlanetto di Radio24, non si sccorge che queste donne molestate e violentate non sono donne marocchine o africane o islamiche o nere ma sono le nostre donne, italiane, europee, bianche e in buona parte cristiane e che questa violenza è pura predazione sessuale tribale razzista ed etnico-religiosa nazi maomettana.


Ecco i comandamenti discriminatori, violenti, razzisti e omicidi del Corano e tra questi vi la predazione sessuale etnico religiosa.

I comandamenti demenziali e criminali del Corano
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2984


Violenze islamiche sulle donne: il silenzio dei media
Lorenza Formicola
20 Luglio 2018

https://www.filodiritto.com/violenze-is ... -dei-media

In un momento storico in cui la violenza sulle donne è un mantra, uno stereotipo, forse anche una corrente di pensiero, si nota, allo stesso tempo, un immenso vuoto circa la materia.

C’è un tipo di violenza sulle donne, infatti, del quale i talk show non si occupano, per il quale l’Occidente non organizza manifestazioni. È il genere di violenza che sono costrette a subire le donne in Medio Oriente e che l’immigrazione ha importato anche nell’Ovest - nel mondo secolarizzato e “libero”. Le donne che sono costrette a portare il velo, che, no, non è il sintomo di un “progresso eccitante”, ma un’imposizione dell’ideologia islamica, ne sono le protagoniste. Quelle donne che in quanto donne sono considerate inferiori e che sono trattate come tali senza troppi mezzi termini.

Eppure, tra esse, esiste un sottogenere. Si tratta delle non musulmane, le “infedeli”, le cristiane, equiparate alle bestie. Forse anche meno. L’odio e il disprezzo islamico è rivolto in particolare a loro. È la donna non musulmana l’oggetto preferito della persecuzione islamica. Stando ad un recente studio pubblicato da Open Doors, «le donne cristiane sono tra le più violate al mondo, forse in una maniera che non ha precedenti». I dati diffusi certificano la media di sei donne stuprate ogni giorno solo perché cristiane. «Dobbiamo alzare la nostra voce, tutto ciò è ormai prassi», ha denunciato il presidente e CEO di Open Doors USA, David Curry.

È la sharia a prescrivere queste violenze. La legge islamica nota per la sua severità, e che dà agli uomini il diritto, l’autorità di picchiare le donne. Nell’immaginario islamico la donna è paragonata al cane o all’asino; la donna è in sè motivo di disturbo per gli uomini, li distrae dalla preghiera; occorrono due donne per una testimonianza che possa avere la stessa valenza di quella di un uomo - una da sola non basta; una donna che disobbedisce va punita e percossa. E se la donna in questione è una “crociata”, ogni cosa assume dimensioni terrificanti.

Sono tanti i versetti del Corano, come il 4:24, che incoraggiano e giustificano l’asservimento sessuale delle donne non musulmane nel contesto della jihad. In Iraq un’anziana signora, da poco convertita al cristianesimo, un bel dì ha ricevuto la visita di islamici a casa sua. Quando hanno scoperto che possedeva crocifissi e icone cristiane l’hanno “costretta a sputare sulla croce”, come racconta lei stessa, e poi l’hanno maltrattata.
Lo scorso gennaio, in Uganda, circa cento islamici hanno fatto irruzione in una chiesa durante un incontro di preghiera. Dopo aver bastonato gli uomini, hanno legato alle colonne quindici donne e le hanno violentate. Sempre da quelle parti, invece, a Capodanno, Sandra, una ventiquattrenne che durante le celebrazioni del Natale si era convertita al cattolicesimo, è stata costretta ad ingerire veleno per punizione. Risale alla scorsa primavera, invece, la notizia di una bambina di tre anni violentata da un uomo musulmano perché appartenente a una famiglia cristiana.

È così che va. Le donne non musulmane sono subumane che gli islamici, e le organizzazione jihadiste, dall’Isis a Boko Haram, vendono, comprano, stuprano, mutilano, spellano, bruciano. E non solo nel lontanissimo Medio Oriente. Le pratiche hanno una diffusione sproporzionata nella civile Europa. Recentemente, il governo inglese ha redatto un rapporto che, nell’esaminare l’applicazione della legge della sharia in Inghilterra e Galles, ha rivelato “la discriminazione sistematica contro le donne”. Anche per le nostre strade le donne vengono perseguitate per la loro fede. Le ragazze cristiane sono considerate “cose” di cui godere e da manomettere a piacimento. Bottino di guerra, e abusarne non può essere un crimine. E la pratica è uno dei fenomeni che abbiamo importato.

È in Austria che una settantenne è stata violentata da un afghano; è in Belgio che una ragazzina è stata drogata e violentata da un migrante dopo aver chiesto la strada per la stazione; è in Germania che una diciassettenne è stata pugnalata a morte dopo aver interrotto la sua relazione con un migrante; è in Italia che le donne vengono violentate da migranti o sezionate; è in Olanda che una donna è stata violentata da un gruppo di africani; è in Svezia che una donna su una sedia a rotelle è stata stuprata da una gang islamica; è in Svizzera che sei donne sono state aggredite sessualmente da uomini “dalla pelle scura”; è in Germania che sono stati messi in commercio strani pantaloni con allarmi di sicurezza incorporati per respingere le aggressioni sessuali dei migranti.

“Sarà offensivo?”, si è chiesto qualcuno. È in Francia che esistono caffé che sono diventati “zone vietate alle donne”. Ad ogni modo si tratta solo di alcuni esempi tratti a campione dai faldoni. Un unico comune denominatore: le vittime sono tutte donne bianche e “infedeli”. Dove sono le femministe? Dove sono le manifestazioni per queste donne o tutte quelle abusate dall’eminenza grigia Tariq Ramadan?


Violenza e stupri africano asiatico maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2679
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9555204147
Violenza e stupri africano asiatico maomettani, aggravati dal disprezzo e dall'odio etnico ideologico politico religioso, dalla ferocia bestiale e disumana, dall'abuso dell'ospitalità e dalla clandestinità, da certa rivalsa razziale e continentale istigata da demenziali e criminali ideologie antioccidentali, antieuropee, anticristiane e antibianchi;
resa ancora più tragica dalla mancanza di adeguata tutela dei cittadini da parte dello stato italiano e degli stati europei, delle irresponsabilità dei loro governi e dei loro organi giudiziari e di polizia, nonché delle chiese cristiane, dei media e di tanti opinionisti schierati contro le vittime bianche europee e cristiane e a giustificazione, attenuazione e favore nei confronti dei carnefici asiatici, africani, islamici.


NON SI DICA
Niram Ferretti
12 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Avere importato il Taharrush, la pratica di assalto e molestia di giovani donne, assai in voga in Egitto da parte di maschi arabi, si può rubricare tra le specificità antropologiche di una cultura altra che non deve essere demonizzata a causa di qualche carenza. Chi siamo noi per giudicare?
A Piazza Tahrir al Cairo nel 2011, la bionda Lara Logan, corrispondente della CBS, venne assalita da centinaia di uomini che la circondarono mettendole le mani addosso, tirandole i capelli , strappandole i vestiti.
Il caso della giornalista americana fece conoscere al di fuori dell'Egitto una pratica invalsa e di cui i casi documentati erano già numerosi.
Gli uomini si avvicinano in cerchio alle donne da molestare e procedono a vicenda a palparle, a denudarle, a percuoterle ad abusarle intimamente con le dita. Sono in numerosi, prima una avanguardia e poi dopo un'altro cerchio di uomini che apparentemente potrebbe fare pensare che vadano in soccorso delle malcapitate ma invece fanno parte dell'orda.
A Colonia, nel 2016, abbiamo visto un esempio di Taharrush, e a Capodanno a Milano, un altro esempio.
Non si dica che questa forma di attacco alle donne è una specificità araba, non si osi dire che il Corano afferma che le donne infedeli possono essere utilizzate sessualmente in modo legittimo, sarebbe davvero troppo.
Sarebbe "razzista". Sarebbe "islamofobo". L'importante è relativizzare, perché, ovviamente, la violenza nei confronti delle donne avviene ovunque, a ogni latitudine, e dunque prendersela con dei poveri ragazzi nordafricani e con la cultura da cui provengono e li ispira, soprattutto quando questa cultura ha un fondamento religioso, è davvero ignobile.

Alberto Pento
È davvero ignobile ma è la cruda e nuda verità!



Il racconto della notte da incubo: "Cosa mi hanno fatto in piazza Duomo"
Valentina Dardari
7 gennaio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/milano/m ... 00453.html

A Milano la notte di Capodanno non è stata solo festeggiamento e scambio di auguri per il nuovo anno. In piazza Duomo una ragazza di 19 anni, studentessa fuori sede, è stata salvata dagli agenti in tenuta antisommossa dopo che era stata bloccata e palpeggiata in mezzo alla folla. Quando è stata liberata da quell’intreccio di braccia era sconvolta e in lacrime. Sopra un piumino rosso per proteggerla dal freddo, e sotto un maglione strappato sotto l’ascella, uno strappo dovuto verosimilmente a quelle mani che l’avevano strattonata, tirata e avvolta impedendole di scappare.

La notte di terrore a Milano

Cinquanta secondi di terrore puro, in cui la giovane non sapeva come riuscire a liberarsi, non vedeva una via d’uscita, una salvezza. Un video postato sui social e reso pubblico sul profilo ‘MilanoBellaDaDio’ ha immortalato quegli attimi ed è stato condiviso anche dalla pagina Facebook ‘Noi poliziotti per sempre’, accompagnato dal commento: “Il grave episodio è accaduto la notte di capodanno durante i festeggiamenti in piazza Duomo ed è stato filmato da alcuni passanti che lo hanno poi postato su Instagram. Nel filmato, reso pubblico sul profilo MilanoBellaDaDio, è chiaramente visibile la vittima circondata da almeno una trentina di ragazzi che la spintonano e la molestano. Il filmato ritrae decine di ragazzi attorno a una giovane durante i festeggiamenti a Milano per Capodanno”.

Come riportato dal Corriere, la vittima ha poi raccontato piangendo: “Sembrava scherzassero. Ma poi qualcuno mi ha strattonato con forza. Si sono fatti violenti. Ho pensato volessero rapinarmi e gli ho dato la borsa. Ma non mi lasciavano. Mi sono spaventata e ho iniziato a urlare”. Si trovava insieme a un’amica, erano arrivate nella piazza principale del capoluogo lombardo per festeggiare insieme ad alcuni amici. Ma quella folla urlante le ha inglobate, proprio nel momento in cui si erano allontanate dal gruppo per cercare un bagno. Una trentina di giovani, dei quali molti erano stranieri, le hanno circondate. L’altra ragazza è riuscita a scappare grazie all’intervento di un amico. Ma per la 19enne non vi è stata la stessa sorte ed è stata invece risucchiata, strattonata, palpeggiata da mani sconosciute. Può solo urlare e provare a divincolarsi. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per violenza sessuale di gruppo. Al lavoro ci sono gli uomini della squadra Mobile, guidati da Marco Calì, che stanno guardando più volte tutti i video, amatoriali e non, per cercare di identificare gli aggressori. Nei prossimi giorni la 19enne verrà ascoltata ancora dal pool ‘fasce deboli’, coordinato dall'aggiunto Letizia Mannella.

"Milano come Colonia"

Ma quella notte a Milano ci sono state anche altre aggressioni. Un nuovo video, pubblicato dal sito Alanews.it, mostra un altro episodio di presunte violenze, avvenute sempre la notte di Capodanno in centro a Milano, e sempre nella medesima piazza. Come si vede nel filmato, poco prima della mezzanotte due ragazze straniere sono state accerchiate da alcuni giovani che le hanno schiacciate contro le transenne. Nelle ultime immagini si vedono le due salvate dagli uomini in divisa che si lasciano andare in un pianto a dirotto, spaventate da quanto appena subito. Sono quindi due le aggressioni ai danni di ragazze avvenute quella notte da incubo a Milano. Così come due sono i video che hanno immortalato quanto avvenuto nei due episodi. Il primo riguarda la 19enne con il piumino rosso, mentre il secondo le due ragazze straniere spinte contro le transenne. La gang ad aver messo in scena i due assalti sembra essere la stessa.

Ma anche rapine e risse in quella notte milanese che avrebbe dovuto essere solo di festa. Un 18enne è stato ferito alla testa da una bottigliata. Tanti i ragazzi, tra i 15 e i 20 anni, che si erano dati appuntamento in centro, come fanno spesso, molti dei quali nati in Italia ma figli di immigrati, che vivono in periferia ma vengono nella grande città per trovarsi e chiacchierare al tavolo di un fast-food. Spesso litigano e arrivano alla rissa, con conseguenze a volte molto spiacevoli.

Sulla sua pagina Facebook la leghista Silvia Sardone ha commentato i video postati sui social che immortalano una notte di violenza: “Il nuovo video su quanto successo la notte di Capodanno in Piazza Duomo apre scenari sempre più inquietanti e drammatici. La scena di due povere ragazze costrette agli abusi di decine di ragazzi si somma alla denuncia di violenza già inviata da un’altra giovane e alle segnalazioni di altre molestie e rapine. Ci sono state quindi violenze sessuali di gruppo e diverse ragazze sono state abusate e picchiate”.

Chi sono gli aggressori

Una vicenda che riporta alla mente quanto accaduto a Colonia qualche anno fa. "Anche in questo caso, come si evince dai video e dalle testimonianze, i protagonisti sono giovani stranieri visto che si sente chiaramente che parlano non in italiano.", fa notare infatti la eurodeputata e consigliere comunale a Milano, “Nulla che sorprenda, l'idea della "donna sottomessa" è una costante in molte comunità islamiche non moderate. Se non ci fossero stati gli interventi delle forze dell’ordine presenti in piazza saremmo qui a parlare di decine di violenze. A questo punto vogliamo la verità: cosa è successo in Piazza Duomo? Quanti sono i casi simili? Come mai si è permessa questa situazione? È ormai evidente che ci fossero branchi di stranieri pronti a reati e a violenze sulle donne. Tra l’altro mi chiedo dove siano le femministe di fronte a chiari abusi verso le donne. Forse sono più interessate alla questione del linguaggio di genere”. La Sardone ha ricordato poi le parole dell’assessore alla sicurezza del Comune di Milano che “disse ‘tanta gente, tanti botti, nessun problema’ su quanto avvenuto in piazza. Una sottovalutazione incredibile a cui si aggiungono il silenzio del Sindaco e della sinistra. Evidentemente a loro non interessa se nella principale piazza di Milano, in un giorno di festa, diverse giovani donne siano abusate, tra pianti e urla, da decine di delinquenti”.


TAHARRUSH
Voce Italia
IlPunto di Maryan Ismail
(un'altra islamica buona come Souad Sbai che difende l'Islam buono da quello cattivo, peccatio che l'islam cattivo sia proprio quello praticato da Maometto e prescritto nel Corano).
https://www.facebook.com/groups/2097364 ... 5019651529
Così come ci siamo giustamente allarmate e indignate per la pacca sul sedere in diretta alla giornalista Greta Beccaglia, altrettanta e ancor più forte preoccupazione desta quello che è accaduto in piazza del Duomo nella notte di Capodanno.
Guardando i video che girano nel web si evince che si trattavano di vere Taharrush Jama'i (assalti e aggressioni sessuali).
Le vittime sarebbero almeno 9 e i presunti aggressori indagati sono giovani e giovanissimi ragazzi stranieri e italiani con i genitori di origine nordafricana. Non è un caso che i video girano nei social di lingua araba. Qualora fossero responsabili non dovranno avere attenuanti culturali, ma essere giudicati per violenza sessuale di gruppo.
Per comprendere che si è trattato di Taharrush Jam'i bisogna sapere come si svolgono le aggressioni. Le vittime, come in altri casi precedenti, sono state isolate e assalite con azioni precise, che prevede la formazione di 3 cerchi stretti di uomini e/o ragazzi.
Il primo è quello che violenta fisicamente la ragazza. Il secondo cerchio filma, fotografa e si gode lo spettacolo, infine il terzo cerchio distrae la folla vicina con urla e rumori per non far comprendere cosa accade.
Il compito più odioso è svolto da uno o due maschi del primo cerchio che si fingono "protettori e salvatori" e che rassicurano la vittima convincendola che sono lì per aiutarla (nel video con le ragazze tedesche si notano due giovani che "cercano" di spingerle fuori dalle transenne), ma che poi essi stessi partecipano attivamente alla violenza di gruppo. La tecnica di protezione ha lo scopo di disorientare la ragazza e di spezzarne la resistenza perché non sa più di chi fidarsi. Patisce così anche un ulteriore e drammatico supplizio di tipo psicologico.
È bene sapere che la vittima subisce palpeggiamenti, svestimenti, percosse, morsi, penetrazioni digitali o di corpi estranei e se ci sono condizioni di tempo, violenza sessuale vera e propria.
Il fenomeno è esploso in Egitto nel 2011 durante la caduta di Mubarak ed è stato ben documentato dalla giornalista della CBS Lara Logan, vittima di un assalto in Piazza Tahrir mentre svolgeva un servizio televisivo.
Da allora anche se con molta difficoltà sono state raccolte altre testimonianze di vittime e si sono messe in atto una serie di precauzioni e di tutela per le donne che possono essere esposte a violenza di gruppo in circostanze di eventi pubblici, raduni, concerti o feste religiose.
Nessuna è al sicuro. Vengono assalite donne con o senza il velo, di qualsiasi religione o provenienza e di tutte le età (dai 7 ai 70).
Nel mondo arabo islamico il problema viene affrontato a tutti i livelli, senza nascondere che è specificamente culturale. Trattasi di ulteriori forme di devianza misogina, patriarcale e maschilista.
Il senso di questa specifica violenza di genere è il dominio e il controllo sulle donne, Sono aspetti che non si nascondono o si giustificano.
Ora questo terribile fenomeno sbarca in Europa e non solo (si sono registrati casi in India, Pakistan, Indonesia ecc).
Lo abbiamo visto accadere a Colonia e all'inizio dell'anno ha sfregiato anche la nostra Milano e le sue cittadine.
Affrontare questa nuova forma di violenza senza sminuirne l'importanza e la specificità per paura di passare per islamofobici o razzisti è urgente e necessario per la sicurezza di noi tutte.
Sarà utile mettere da parte le ideologie del caso e lavorare tutti insieme. Forze dell'ordine, istituzioni e famiglie.
Non vi è bisogno di assumere vigili, esercito o poliziotti in più (quanto altro tempo dobbiamo attendere?), ma di mettere in atto un urgente e serio programma d'intervento nelle periferie, scuole, parrocchie, consultori, ambulatori, stadi e centri di aggregazione. In altri termini ripensare al controllo del territorio con una visione di prevenzione e tutela ex ante/ex post.
Donne, ragazze, giovani, coesione sociale, integrazione, cittadinanza positiva e dialogo tra comunità o tra le religioni sono in serio pericolo.
Ed è bene non far finta di nulla sperando che passato il momento tutto ritorna come prima. Non è così e ormai i campanelli d'allarme sono parecchi.
Ps : esprimo la mia solidarietà a Silvia Roggiani insultata per aver espresso le sue idee e a Deborah Giovanati sminuita e sbeffeggiata nel suo esercizio di critica politica. Sono due donne che militano in partiti opposti, ma solo perché "donne" oggetto di derisione e violenza verbale, che al netto delle diversità culturali e dalla forza bruta messa in campo, non sono dissimili dalla mentalità maschilista che cerchiamo tutte/i di superare.



Violenze di Capodanno a Milano: ecco chi c’era nel branco
MASSIMILIANO MINGOIA e NICOLA PALMA
12 gennaio 2022

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/ ... -1.7237821

Milano - I ragazzi delle periferie abbandonate di Torino. E otto egiziani che gravitano tra via Imbonati e la Centrale, l’hinterland e la Bergamasca, compresi irregolari, richiedenti protezione internazionale e minori non accompagnati. È l’identikit dei diciotto (quindici maggiorenni e tre minorenni) perquisiti all’alba di ieri a valle dell’indagine-lampo di Squadra mobile e commissariato Centro sugli assalti di Capodanno in piazza Duomo: di questi, dodici risultano già iscritti nel registro degli indagati per rispondere a vario titolo di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni. L’inchiesta degli agenti guidati dal dirigente Marco Calì – alimentata pure dal determinante contributo degli specialisti della Scientifica che hanno inserito i volti immortalati quella notte da telecamere e smartphone nel software Sari per il riconoscimento facciale – ha chiarito che ad aggredire le nove ragazze che finora hanno denunciato non è stato un unico branco, bensì tre gruppi distinti entrati in azione nel giro di un’ora senza una regìa unica; e non è escluso che le stesse bande abbiano colpito pure in altre zone per accerchiare, rapinare e molestare. Oltre ai tabulati telefonici, a incastrare alcuni dei componenti ci sarebbero anche commenti postati sui social il giorno dopo.

Il primo raid in ordine di tempo è andato in scena qualche minuto dopo la mezzanotte: due studentesse tedesche di 20 e 21 anni si sono ritrovate all’improvviso in balìa della ressa, spintonate contro le transenne e palpeggiate, salvo poi riuscire a trovare una via di fuga per raggiungere un nucleo di pronto impiego della Finanza. Per questo caso, gli investigatori, coordinati dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, hanno passato al setaccio i domicili di cinque egiziani: tra loro, figurano un diciannovenne e un ventenne (che vive a due passi da piazzale Selinunte) che erano in attesa di risposta alle loro richieste di riconoscimento dello status di rifugiati, un ventunenne domiciliato a Rozzano con permesso di soggiorno di lungo periodo, un sedicenne irregolare arrivato in Italia da minore non accompagnato e un diciassettenne residente in zona Gambara e titolare di un permesso di soggiorno per motivi familiari. "Spero li trovino e che sia fatta giustizia per noi e per tutte le altre ragazze che sono state molestate quella sera", l’auspicio di una delle due universitarie.

E passiamo al secondo blitz, quello emerso già nelle prime ore, avvenuto attorno all’una, che ha riguardato una diciannovenne lombarda – circondata e quasi spogliata di giubbotto e maglione nello spazio compreso tra le aiuole delle palme e la corsia riservata ai taxi tra via Mazzini e via Mengoni – e due amiche arrivate in suo soccorso: a colpire, sempre stando alle indagini, un gruppo di almeno tredici giovani. Di questi, dieci – tutti nati a Torino da genitori italiani o immigrati dal Nordafrica – fanno parte di una comitiva arrivata apposta dal capoluogo piemontese per trascorrere il Capodanno in Duomo: il più giovane ha compiuto 15 anni ad aprile, il più grande ne farà 23 tra pochi giorni; provengono tutti dalle periferie problematiche di Barca e Bertolla (territori confinanti e di confine così abbandonati che nell’aprile scorso i rappresentanti dei commercianti hanno paventato la "secessione" da Torino per passare sotto la competenza del Comune di fianco) e hanno frequentato o frequentano per la gran parte un istituto professionale del quartiere Barriera di Milano.

I cognomi di quattro di loro fanno pensare a due coppie di fratelli; e gli scatti che condividono regolarmente su Facebook rimandano le solite pose da duri che vogliono dimostrare più anni di quelli indicati sulle carte d’identità, con indumenti molto simili a quelli immortalati il primo gennaio dal video reso virale dai profili social di "Milanobelladadio" e sequestrati dalla polizia nel corso del blitz di 24 ore fa.

A loro, sempre stando ai primi esiti degli accertamenti investigativi, si sono aggiunti quella notte, quasi certamente senza averli mai visti prima, tre egiziani che gravitano su Milano: un diciottenne irregolare e già colpito da un decreto di espulsione, un ventenne con permesso di soggiorno domiciliato in un borgo di cinquemila anime della Bergamasca e un diciottenne regolare che risulta domiciliato in un centro d’accoglienza della periferia est della città. Quest’ultimo, stando a quanto risulta, sarà chiamato a rispondere pure dell’ultimo agguato, quello avvenuto nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele poco prima dell’una: a finire nel mirino una diciannovenne milanese, rapinata di cellulare e borsetta e palpeggiata, e tre coetanee originarie della Toscana che hanno provato invano ad aiutarla. Nel pomeriggio di ieri, le vittime sono state nuovamente ascoltate in Procura, anche in videoconferenza: a loro sono stati mostrati gli abiti sequestrati e i volti dei presunti aggressori.

"Mi sembra che a dieci giorni dai fatti la risposta di oggi su quanto avvenuto in piazza Duomo all’ultimo dell’anno sia stata adeguata e rapida", ha affermato il questore Giuseppe Petronzi. In serata è intervenuto anche il sindaco Giuseppe Sala: "Non ho parlato fino a oggi perché sapevo dell’indagine in corso che seguivo con il questore – ha detto al Tg1 –. Gran parte del branco arriva da fuori Milano, però queste cose non possono accadere. Sono vicino alle ragazze. Mi scuso a nome mio e della città, e il Comune si costituirà parte civile nel processo: spero in pene severe". Detto questo, per il primo cittadino sono necessari più uomini e donne in campo: "Porterò in Giunta nei prossimi giorni una delibera per assumere 500 vigili, lo avevo promesso in campagna elettorale. E spero che lo stesso faccia la polizia di Stato: serve più gente sul territorio". Per quanto riguarda la tecnologia al servizio della sicurezza, "già quella che c’è aiuta, e infatti sono stati individuati rapidamente i colpevoli, ma serve qualcosa che al momento, non retroattivamente, faccia in modo che certi episodi non avvengano più".





Questi criminali non sono italiani e la doppia o tripla cittadinanza non trasforma questi stranieri in italiani, ma solo in cittadini anche italiani oltre che dei paesi da dove provengono i loro genitori.

Questi criminali non sono italiani ma caso mai naturalizzati italiani, stranieri con anche la cittadinanza italiana oltre a quella dei genitori. Avere anche la cittadinanza italiana non rende italiani in senso etnico culturale (poi tutti costoro hanno anche la cittadinanza dei paesi di provenienza dei loro genitori, quindi sono di doppia cittadinanza e quindi non sono italiani ma caso mai anche in parte italiani).

Chi manca di rispetto alle donne italiane in questa maniera non è certamente italiano (appartenente alla fratellanza italiana quella del Tricolore e dell'Inno di Mameli) ma uno straniero criminale senza rispetto che dovrebbe essere privato della cittadinanza italiana ed espulso assieme a tutta la sua famiglia che è da ritenersi responsabile della sua cattiva educazione.

È del tutto sbagliato chiamarli italiani sia da un punto di vista della cittadinanza (perché ne hanno due se non tre) sia da un punto di vista etnico-culturale anche se parlano italiano.
Una volta condannati dovrebbero perdere automaticamente la cittadinanza italiana ed essere espulsi per indegnità.
Bisognerebbe riformare l'istituto della cittadinanza e concederla solo agli stranieri che la maturano e che la meritano.
La cittadinanza andrebbe concessa in due modalità:
a) piena e con la sovranità politica e diritto di voto a chi rinuncia alle altre cittadinanza
e
b) parziale e senza diritto di voto a chi ha già altre cittadinanze attive a cui non rinuncia.


Questi non sono nuovi italiani Figli di Enea, ma sono figli della infernale e mostruosa Iena nazi maomettana e delle iene tribali africane.

La legge italiana stabilisce che: “i figli di genitori stranieri nati in Italia acquisiscano la cittadinanza dei propri genitori” quindi una cittadinanza straniera. Solo al diciottesimo anno di età se nati e vissuti in Italia maturano il diritto di chiedere la cittadinanza italiana.
https://www.avvocatofrancescolombardini ... in-italia/


Alberto Pento
La differenza tra un italiano etnico di cittadinanza italiana e uno straniero naturalizzato italiano ossia divenuto di cittadinanza italiana è che l'italiano etnico resterebbe italiano di etnia anche se dopo aver acquisito un'altra cittadinanza rinunciasse a quella italiana, mentre un non italiano etnico o straniero che dopo aver acquisto la cittadinanza italiana riunciasse a questa perderebbe ogni elemento di italianità.

Violenza e stupri africano asiatico maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2679
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9555204147

Nazionalità e cittadinanza non sono la stessa identica cosa e a volte non coincidono affatto e possono pure essere in contrasto.
viewtopic.php?f=194&t=2991
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0962421133


Considerazioni e riflessioni sulla cittadinanza
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9173095851
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mer ago 03, 2022 9:35 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Africani che uccidono, stuprano, derubano gli italiani

Messaggioda Berto » mar ago 09, 2022 2:20 am

51)
Altro e varie





Lo straniero che rispetta, tipico comportamento dei criminali.


"Devi rispettarmi...". E lo straniero fa scattare la violenza
Un cinquantaquattrenne italiano sarebbe stato picchiato e rapinato da un africano per uno sguardo di troppo: "You must respect me", la frase rivolta dallo straniero nei suoi confronti dopo l'aggressione
Giovanni Fiorentino
8 Agosto 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 57400.html

Uno sguardo di troppo, involontario. E poi l'aggressione e la successiva rapina, iniziata con un pugno da dietro ben assestato al grido di "You must respect me" (ovvero "Devi rispettarmi"). Protagonista della vicenda, un 54enne di Firenze che pochi giorni fa è stato improvvisamente aggredito (e rapinato) da un extracomunitario mentre portava a passeggio il cane sul Lungarno dei Pioppi, nel capoluogo toscano.

Come riportato da La Nazione, l'uomo stava camminando verso il parco delle Cascine tenendo al guinzaglio il proprio animale domestico, quando avrebbe notato poco distante un giovane africano in evidente stato di alterazione. A quel punto avrebbe deciso di transitare altrove, ma la precauzione si sarebbe rivelata inutile: lo straniero lo avrebbe raggiunto e lo avrebbe colpito alle spalle con un cazzotto, sfilandogli gli occhiali. E davanti alla richiesta di spiegazioni avanzata dal malcapitato, avrebbe motivato il suo gesto con un'occhiata di troppo lanciata in precedenza dall'aggredito, pronunciando in inglese la frase con cui lo invitava a portargli rispetto.

L'episodio non sarebbe tuttavia finito qui: il rapinato ha tentato di far ragionare l'interlocutore, chiedendogli di restituire il bene sottratto e minacciando di avvertire in caso contrario le forze dell'ordine. E per tutta risposta, l'extracomunitario si sarebbe allontanato per poi comparire di nuovo dopo pochi minuti, brandendo una bottiglia di vetro a mo' di arma.

Solo la prontezza della persona, che mentre chiamava i carabinieri ha pensato bene di allontanarsi, ha evitato il peggio. I militari gli hanno suggerito di sporgere denuncia e il cittadino starebbe valutando anche questa opzione. Non si tratta peraltro di un caso isolato: i residenti hanno più volte denunciato anche negli ultimi mesi i problemi di sicurezza evidenziati nella area a ridosso del centro storico, invitando l'amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Dario Nardella a trovare una soluzione per contrastare il fenomeno.

“Ormai da una decina d’anni la situazione in zona è peggiorata. E quando esco fuori a passeggiare o fare sport verso le Cascine non porto mai soldi con me, proprio perché purtroppo so che possono accadono queste cose - lo sfogo della vittima, riportato dal quotidiano - sono tuttavia stupito del fatto che sia capitato a me: di solito, queste persone individuano le proprie vittime in anziani o donne, anche in pieno giorno. Non so come sarebbe finita se avessi reagito, ovvero se invece di andarmene gli avessi reso la botta che mi ha dato. Forse sarei stato denunciato, dopo esser stato aggredito".



L'aggressione è avvenuta nel quartiere Chinatown di Prato. Il nigeriano, già pregiudicato e con l'obbligo di firma, è stato inseguito e raggiunto da connazionali della vittima
Prende a bastonate un cinese, poi la rappresaglia: arrestato nigeriano
Rosa Scognamiglio
8 Agosto 2022 - 15:58

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 57416.html

Ha preso a bastonate sulla testa un uomo di nazionalità cinese ma poco dopo, mentre tentava di dileguarsi, è stato braccato da alcuni connazionali della vittima. L'aggressore, un nigeriano di 22 anni già noto alle forze dell'Ordine, è stato fermato e arrestato dalla polizia con l'ipotesi di reato per rapina e lesioni. Il cittadino cinese, invece, è stato accompagnato in ospedale dove i medici del pronto soccorso gli hanno riscontrato diverse ferite e tumefazioni al corpo.

L'aggressione

L'episodio risale al pomeriggio di sabato 6 agosto, nel quartiere Chinatown di Prato. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, il 22enne nigeriano avrebbe preso a bastonate sulle testa il cinese durante un tentativo di rapina in strada. Nella circostanza, un conoscente della vittima ha allertato tempestivamente la polizia. Intanto, un gruppo di uomini orientali si sarebbe messo sulle tracce dell'aggressore con l'intenzione di bloccarlo. Quindi il nigeriano è stato raggiunto dai connazionali della vittima nei pressi di via Pistoiese finendo per essere trattenuto e percosso.

L'intervento della polizia

Allertati dal testimone della brutale aggressione, gli agenti sono arrivati sul luogo della segnalazione appena in tempo per evitare il peggio. La polizia ha sequestrato sul posto una mazza da baseball e uno sfollagenti in metallo. Dalle testimonianze risulta che il nigeriano avesse rapinato il cinese colpendolo violentemente con un bastone sulla testa. Il 22enne, già pregiudicato per reati contro il patrimonio e destinatario dell'obbligo di firma, è stato arrestato. La vittima è stata curata al pronto soccorso per le tumefazioni al capo causate dalle botte.
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