7)
La cittadinanza mondiale non esiste perché il Mondo non è una città, né una nazione né uno stato e quindi una cittadinanza mondiale non ha alcun senso, nemmeno come auspicio e utopia, allo stesso modo che non esiste una fratellanza mondiale.Non esiste alcun diritto alla cittadinanza del mondo, poiché non esiste alcuna cittadinanza del mondo!
La cittadinanza esiste soltanto legata alle varie città, ai vari paesi, alle varie nazioni e ai vari stati.
L'idea della cittadinanza mondiale è come quella funesta secondo cui la proprietà è un furto;
oppure come quella, altrettanto funesta, che la terra sarebbe in ogni sua parte indistintamente di tutti;
o come quella che le religioni sono tutte uguali e che gli idoli di ogni religione sono D-o;
o come quella che il terrorista assassino Maometto, fondatore del nazismo maomettano sia stato un santo, un uomo buono paragonabile all'ebreo Cristo e che l'Islam è una religione/ideologia politico religiosa che migliora l'umanità, che diffonde l'amore, la pace e la fratellanza.
Diritti Umani Universali che non esistonohttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =25&t=2584 La proprietà non è un furto e un male ma un bene prezioso e rubare non è un bene ma un malehttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2495La proprietà può essere un bene pubblico o privato.
Il territorio di uno stato è una proprietà o bene pubblico, di tutti i cittadini, come la terra e la casa di un qualsiasi cittadino è una proprietà e un bene privato.
Violare la proprietà di un privato è un reato, un delitto; allo stesso modo violare il territorio di uno stato è un reato, un delitto contro la proprietà pubblica.
La terra non è proprietà di tutti gli uomini indistintamente ma ogni territorio è proprietà di una qualche comunità particolare e pertanto chi non appartiene a quella comunità non può esercitare alcun diritto di proprietà.
Anche la cittadinanza è un bene pubblico, della città o paese o nazione che appartiene a tutti i suoi cittadini.
La cittadinanza come i suoi diritti e doveri civili di cittadinanza non sono beni umani universali ma beni che appartengono soltanto ai membri di quella comunità, di quella città.
Nell'elenco dei Diritti Umani Universali vi sono anche il diritto alla proprietà e alla cittadinanza ma tali diritti, ogni uomo, li esplica o li può esercitare soltanto nella propria terra e nella propria città o paese o nazione o stato e non in quella degli altri.
Demenzialità irresponsabile che viola i diritti umani, civili e politici degli indigeni e cittadini italiani ed europei.
Quanta ignoranza nell'intervento di questo fanatico sinistrato, in particolare laddove afferma che i terroristi nazi maomettani di Charlie Hebdo erano francesi. No, non erano francesi di nazionalità ma afroalgerini con la doppia cittadinanza franco-algerina e nazi maomettani. I veri francesi sono altro da questi.La Cittadinanza universale del Movimento Utopiadi Giada Frana
http://www.vita.it/it/article/2015/03/2 ... ia/131894/Un nuovo Trattato Internazionale sui diritti dei migranti e sulla Cittadinanza universale: è ciò che propone il Movimento Utopia, che prende il nome dal celebre libro di Thomas More ed è stato fondato nel 1996 in Francia. Obiettivo principale del movimento? La costruzione collettiva di una nuova società, le cui fondamenta vengono poste in maniera democratica e seguendo “i cinque pilastri per un nuovo spazio mondiale”: 1. ambiente, bene comune dell’umanità; 2. accesso universale ai diritti e ai beni fondamentali; 3. sovranità alimentare; 4. libertà di circolazione e d’installazione delle persone e 5. sviluppo di nuovi spazi di democrazia. Dei diritti di migranti abbiamo parlato con Franck Pupunat, fondatore del movimento ed ora animatore dello stesso. «Il nostro movimento fa parte di una coalizione di associazioni all’interno di un’organizzazione che si chiama Organizzazione per la Cittadinanza universale, per nuovi diritti per i migranti e la libertà di circolazione. Ogni piccola resistenza al giorno d’oggi è utile. Ci auguriamo che ognuno nel suo piccolo si mobiliti per andare contro Frontex, contro queste politiche migratorie inumane».
Parlando di migrazioni e libertà di circolazione, non si può non pensare al Mare Mediterraneo, che negli ultimi anni è diventato sempre più un cimitero a cielo aperto per tutti coloro che hanno tentato di raggiungere l’Europa su mezzi di fortuna…
I Paesi del Nord hanno una responsabilità per tutti i drammi che accadono quotidianamente: ogni giorno, ogni morto in più, costituisce una responsabilità supplementare. Proprio per questo il nostro movimento ha delle proposte al riguardo.
Quali sarebbero?
Proponiamo l’eliminazione del visto, per sostituirlo con un passaporto di cittadinanza universale, in modo che ogni persona possa circolare liberamente da un Paese all’altro. E’ una richiesta molto difficile, abbiamo sentito qualche Stato sul soggetto. Ad esempio l’America latina è interessata, ma è complicato. Poi abbiamo un altro progetto: proporre l’adozione di un nuovo trattato internazionale sulla questione dei diritti dei migranti e sulla cittadinanza universale. Quest’ultimo sta procedendo molto bene: nelle prossime settimane, se tutto va bene, in nome della società civile e delle associazioni del Forum Sociale Mondiale, trasmetteremo all’Onu e a tutti i Paesi del mondo un primo testo al riguardo.
In cosa consiste questo nuovo trattato internazionale che proponete?
Il trattato internazionale si sviluppa sui seguenti assi: nessun essere umano deve essere considerato illegale; i migranti devono poter accedere ai diritti fondamentali nel paese d’accoglienza (educazione, cura, lavoro, partecipazione alla vita democratica); il riconoscimento del diritto d’asilo come diritto inalienabile, che deve essere applicato alle vittime del cambiamento climatico ed infine l’OIM (Organizzazione Internazionale dei Migranti) deve essere integrata all’Onu e discutere annualmente sulle politiche di restrizione e di libertà di circolazione e di installazione delle persone. Quando il trattato sarà ratificato, verrà ritrasmesso e trascritto nelle leggi nazionali.
Eliminare i visti può essere davvero una soluzione per evitare le morti in mare?
È l’unica soluzione di questi tempi. Non ci si può chiudere su se stessi: come ha fatto l’umanità ad evolversi? Grazie alle migrazioni, all’incontro tra i diversi popoli, incontro che arricchisce dal punto di vista culturale. Conoscere un altro popolo, la loro storia e cultura è un arricchimento. In ogni caso non è certo alzando dei muri che si fermerà l’immigrazione, al contrario. Chi al giorno d’oggi pensa che con dei muri e con delle politiche migratorie restrittive si possa fermare l’immigrazione, si sbaglia di grosso.
Di questi ultimi tempi, c’è chi pensa che politiche migratorie restrittive e lo sbarramento delle frontiere possa aiutare ad evitare il terrorismo e l’estremismo…
Vorrei sottolineare che non siamo per l’abolizione delle frontiere: siamo per il diritto di circolazione e di installazione, per far sì che qualsiasi persona al mondo possa installarsi dove vuole. Non bisogna confondere la possibilità e il diritto di migrazione e di installazione con le questioni di sicurezza. In più, per l’attentato in Francia a Charlie Hebdo si trattava di francesi e anche in Tunisia gli attentatori erano tunisini, quindi non si tratta di persone giunte dall’esterno. E poi, se si rinunciasse a promuovere questa libertà di circolazione e di installazione, il terrorismo potrebbe vincere. Io penso che la migliore risposta al terrorismo non sia rinchiudersi su se stessi, ma proprio tendere la mano al prossimo.
"Cittadini Cosmopoliti": L’utopia di un “mondo-senza-confini”Vittorio Pieroni
24 giugno 2020
https://www.didatticaermeneutica.it/202 ... a-confini/L’utopia cosmopolita
Seppure abbattere i “confini” entro cui si barricano gli Stati-nazione al momento appartiene ancora al mondo delle utopie, si può tuttavia far rientrare questa ipotesi in quelle prospettive di futuro auspicabili da raggiungere.
I criteri dello jus sanguinis e dello jus soli, infatti, non possono più costituire i pilastri fondativi di una cittadinanza-a-senso-unico. Anche se non esistono ancora regolamenti istituzionali sovranazionali per ragionare in termini di cittadinanza “cosmopolita”, è un dato di fatto che la globalizzazione in atto ha innescato i processi che richiedono di andare in quella direzione senza un ritorno: inglobati in questi processi i cittadini, infatti, “indossano” una pluralità di identità (su scala glocale, nazionale, sovranazionale…) contestualmente abbinata/sommata ad una altrettanta molteplicità di appartenenze (familiare, culturale, etnica, religiosa, professionale…).
Tutto questo rimanda al concetto di cittadino-avente-diritto-ad-avere-diritti in quanto “persona” cosmopolita e non più soltanto “barricato” dentro uno Stato-Nazione. Nell’era dell’interdipendenza, dell’organizzazione dei rapporti di cooperazione, della mondializzazione dell’economia far parte, in quanto “cittadino”, di questa realtà significa acquisire una dimensione cosmopolita.
All’atto pratico, una cittadinanza-a-dimensione-cosmopolita richiede tuttavia l’elaborazione di strumenti giuridici e di norme valoriali e comportamentali da trasmettere al cittadino per formarlo ad attuarle e a rispettarle.
A. Papisca (p. 282) elenca al riguardo alcuni principi a cui devono richiamarsi i sistemi educativi per formare il “cittadino cosmopolita”:
– inclusione cosmopolita: afferisce al bisogno di educare ad un concetto di “democrazia” che prevede la partecipazione di tutti ai processi decisionali che riguardano il bene comune;
– responsabilità cosmopolita: afferisce al bisogno che l’azione politica venga orientata e attuata nell’interesse di “tutti”.
Per M. Santerini (2009, p. 37) un modello di educazione alla cittadinanza che mira a preparare il cittadino a partecipare al processo di cambiamento su scala planetaria, richiede:
– l’assunzione di responsabilità, a livello individuale e collettivo;
– l’accoglienza e la difesa delle differenze culturali;
– la maturazione del pensiero critico;
– l’attitudine a trovare soluzioni non violente ai conflitti;
– la disponibilità a cambiare stile di vita a favore della difesa dell’ambiente;
– la sensibilità per la difesa dei diritti umani;
– la partecipazione politica a livello locale, nazionale e sovranazionale.
Lo spirito cosmopolita del cittadino
Al centro dell’educazione deve esserci perciò la preoccupazione di formare un cittadino responsabile, dotato di una elevata coscienza critica, una solida cultura della legalità e del rispetto delle regole e, in particolare, di uno “spirito cosmopolita”.
La sfida che ci attende, di conseguenza, è quella di un’educazione orientata a diventare “cittadini-del-mondo”, a dimensione cosmopolita, basata sulla consapevolezza dell’appartenenza ad un mondo sempre più interdipendente nei suoi valori umani (pace, giustizia, fratellanza…) e di sostenibilità (finanza, economia, sfruttamento delle risorse, rispetto dell’ambiente…).
Sul piano pedagogico, fondare una nuova “cultura-della-cittadinanza” richiede di promuovere/sperimentare percorsi di inclusione in grado di coinvolgere progressivamente i diversi attori di una comunità, da quelli più sensibili e responsabili (insegnanti, figure varie di educatori…) a quelli più distanti (per ideologia, visione politico-partitica, insensibilità…).
Allargare le “frontiere” (mentali, legislative, istituzionali) è quindi oggi un imperativo di non ritorno nel dare nuova forma e dignità a una “cittadinanza” in grado di fronteggiare i fenomeni che caratterizzano le società post moderne.
Vittorio Pieroni
Bibliografia
Chiosso G., “Cittatinanza”, in Prellezo J.M. – G. Malizia – C. Nanni (a cura di), Dizionario di Scienze dell’Educazione, Roma, LAS, 2008, 2° ed.
Della Torre G., Confini. Pensieri di un giurista su una tematica di frontiera, in Chistolini S. (a cura di), Cittadinanza e convivenza civile nella scuola europea, Roma, Armando, 2006
Mortari L., Per una cittadinanza planetaria, attiva, interculturale, in Mortari L. (a cura di), Educare alla cittadinanza, Milano, Mondadori, 2008
Papisca A., Cittadinanza e cittadinanze, ad omnes includendos: la via dei diritti umani, in Mascia M. (a cura di), Dialogo interculturale, diritti umani e cittadinanza plurale, Venezia, Marsilio, 2007
Pieroni V.-A. Santos Fermino, In cammino per Cosmopolis. Unità di laboratorio per l’educazione alla cittadinanza, Roma, CNOS-FAP, 2012
Pieroni V.-A. Santos Fermino, La valigia del “Migrante”. Per viaggiare a Cosmopolis, Roma, CNOS-FAP, 2010
Santerini M., Educare alla cittadinanza. La pedagogia e le sfide della globalizzazione, Roma, Carocci, 2001
Santerini M., Educazione alla cittadinanza tra locale e globale, in Luatti L. (a cura di), Educare alla cittadinanza attiva, Roma, Carocci, 2009
Vitali E., Cittadinanza e sfide globali. Una proposta agli educatori, in Tarozzi M. (a cura di), Educazione alla cittadinanza. Comunità e diritti, Milano, Guerini e Associati, 2005