Forza Polonia respingi questi criminali senza rispetto, con ogni mezzo!
Il Giornale demenziale.
Non è la Polonia che schiaffeggia l'Europa ma è la demenziale Europa che non tutela la Polonia e i suoi cittadini.
I lavori a dicembre: sarà lungo 180 chilometri, alto 5 metri e dotato di sensori. Merkel chiama Lukashenko
Un altro schiaffo all'Europa: la Polonia costruisce il muro
16 Novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1637062174
Si estenderà per 180 chilometri, sarà alto 5,5 metri e per realizzarlo «verranno utilizzate le soluzioni più moderne», telecamere e sensori. Costo totale: 366 milioni di euro. Un altro muro si alza ai confini dell'Europa, dopo il più noto e tecnologico costruito dall'Ungheria di Viktor Orbán al confine con la Serbia nel 2015, dopo quello tra Estonia e Russia, tra Turchia e Grecia, tra Turchia e Bulgaria e così via. L'ultimo annuncio arriva dalla Polonia, alle prese con la crisi dei migranti mediorientali che premono alla frontiera e che il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko, protetto dallo scudo russo, usa come arma per destabilizzare l'Europa e per ottenere la fine delle sanzioni contro il suo regime. E invece proprio nel giorno in cui la Ue approva un nuovo pacchetto di sanzioni contro i responsabili (funzionari, compagnie aeree, agenzie di viaggi) dei flussi di migranti dalla Bielorussia all'Ue, Varsavia fa sapere che i lavori per il muro partiranno a dicembre. Il via libera del Parlamento era arrivato a ottobre, ma per la Polonia non c'è tempo da perdere. Si comincia fra qualche settimana per finire nella prima metà del 2022. «Gli accordi con i contraenti saranno conclusi entro il 15 dicembre», fa sapere il governo. «I lavori saranno eseguiti in parallelo da diverse società. In quattro sezioni, 24 ore al giorno su tre turni», spiega il ministro dell'Interno polacco Mariusz Kaminski.
La notizia fa il paio con il via libera, votato solo venerdì scorso, a un altro muro al confine con la Bielorussia, deciso stavolta dal Parlamento della Lettonia, l'altro Paese che con la Lituania è nel mirino della «guerra ibrida» combattuta da Lukashenko attraverso una tratta organizzata di essere umani tramite voli internazionali dal Medio Oriente. Entrambe le decisioni arrivano mentre all'interno dell'Unione europea il dibattito sul finanziamento dei muri si fa sempre più acceso. Tredici Stati europei hanno chiesto risorse alla Ue per potersi proteggere. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha spiegato una settimana fa, aprendo uno spiraglio, che è «legalmente possibile finanziare infrastrutture per la protezione dei confini dell'Unione». Ma la presidente della Commissione Ursula von der Leyen è stata chiara sul fatto che la decisione di non ergere barriere è di natura politica, una «posizione di lunga data» delle istituzioni europee.
Eppure le pressioni montano, nonostante sul tema ieri sia intervenuta anche la Cei, definendo la scelta polacca di erigere il muro «antistorica», «una sconfitta della democrazia», «un modo per non affrontare il dramma» di migliaia di persone in fuga.
Con le pressioni per il finanziamento europeo dei muri monta anche la tensione al confine tra Polonia e Bielorussia e lo sdegno per la situazione di migliaia di migranti, tra cui molti bambini, respinti dai militari e dalle forze di frontiera polacche e costretti a trascorrere ore all'addiaccio nella speranza di entrare in Europa. Da Bruxelles l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri spiega: «Dobbiamo fare qualcosa e aiutarli. Non possono morire congelati nella foresta». Durissima anche l'analisi del presidente, Sergio Mattarella, che definisce «sconcertante» quanto avviene in più luoghi ai confini dell'Unione. «È sorprendente - ha detto il capo dello Stato dall'Università di Siena, dove si trovava per l'inaugurazione dell'anno accademico - il divario tra i grandi principi proclamati e il non tener conto della fame e del freddo cui sono esposti esseri umani ai confini dell'Unione».
Le cancellerie sono al lavoro per una de-escalation, come «hanno concordato» al telefono il leader russo Putin e il francese Macron, mentre la Lituania preme per una «no-fly zone» su Minsk «per tutti i voli che potrebbero portare migranti». Telefonata di un'ora anche tra la cancelliera Merkel e Lukashenko. E se da una parte il dittatore bielorusso nega la regia della crisi e apre all'arrivo di operatori umanitari dell'Onu, dall'altra minaccia proprio la Germania, se la Polonia non aprisse un corridoio umanitario: «Invieremo i migranti a Monaco con i nostri aerei, se necessario».
Alberto Pento
La CEI confonde la realtà e scambia per non democrazia il diritto a difendere il proprio paese e per democrazia l'invasione dei paesi altrui.
La CEI è una mostruosità umana che viola i X comandamenti.
Polonia, migranti respinti con lacrimogeni e idranti: “Ci hanno attaccato”. Russia: “Inaccettabile”. Minsk: “Avviamo indagine”
16 novembre 2021
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/1 ... e/6394638/
Lacrimogeni e idranti contro migranti accampati al confine tra Polonia e Bielorussia. La polizia di Varsavia ricorre all’uso della forza contro le migliaia di persone bloccate nella zona di confine che da settimane è ormai terra di scontro tra l’Unione europea e il governo del presidente Aleksander Lukashenko che si gioca sulla pelle delle persone in fuga da Medio Oriente e Asia centrale. Oggi, dopo il sostegno ricevuto nelle scorse ore da parte dei vertici di Bruxelles sulla legittima difesa dei confini esterni dell’Ue, l’esecutivo guidato da Mateusz Morawiecki ha usato le forze di confine per respingere i tentativi di superare le barriere da parte dei migranti. Non è chiaro se la decisione sia stata presa, come sostiene l’esecutivo, dopo il lancio di sassi da parte dei migranti al di là del filo spinato, o se lo scontro è nato come reazione all’azione della polizia che è stata condannata sia dalla Bielorussia che da Mosca.
Nelle immagini circolate si vedono chiaramente i getti d’acqua sparati contro le persone al confine, completamente bagnate, al valico di Kuznica-Bruzgi, uno dei punti d’accesso scelti da centinaia di migranti ammassati al freddo da giorni nel tentativo di entrare in Polonia. Il ministero della Difesa si è giustificato sostenendo che l’azione dei militari è stata la risposta a un “attacco” dei migranti, i quali avrebbero lanciato pietre e altri oggetti contro i soldati. E aggiungono che sono stati proprio i bielorussi a fornire loro anche anche granate assordanti. Negli scontri di oggi, un poliziotto polacco è stato gravemente ferito da un colpo di pietra alla testa, ha aggiunto su Twitter la polizia polacca, precisando che l’uomo è stato evacuato dalla zona.
Adesso, assicurano da Varsavia, la situazione è stata “pacificata”. Il portavoce della polizia, Mariusz Ciarka, ha dichiarato che i migranti avevano assaltato la barriera di separazione alla frontiera, equipaggiati con lacrimogeni forniti loro dalle forze bielorusse, lanciando sassi contro gli agenti. Questi avevano risposto con lacrimogeni e idranti e monitorato la situazione usando un drone. La portavoce della Guardia di frontiera, Anna Michalska, ha dichiarato che circa 2mila migranti si trovavano al valico e sono circa un centinaio quelli coinvolti in quello che è stato definito un “attacco alle forze polacche”.
Il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, ha condannato l’uso di gas lacrimogeni da parte della Polonia definendolo inaccettabile, mentre la guardia di frontiera bielorussa ha annunciato che avvierà un’indagine sull’uso della forza da parte delle forze di Varsavia in territorio straniero: “Sono considerate azioni violente contro persone che sono sul territorio di un altro Paese”, ha dichiarato il portavoce bielorusso Anton Bychkovsky, citato dall’agenzia Belta. Il governo di Minsk ha poi aggiunto di essere pronto ad accogliere tutti i migranti in un centro logistico vicino al valico di frontiera di Bruzgi, come riferito dall’assistente presidenziale bielorusso nella regione di Grodno, Yuri Karayev: “Tutti i migranti potranno rimanere nel centro fino a quando la questione non sarà risolta”, ha sottolineato. Piccoli gruppi di migranti si stanno già spostando verso il centro logistico che si trova a circa 1,5 chilometri dal confine polacco ed è dotato di materassi, con circa 2mila coperte in arrivo da Minsk.
Polonia, cannoni ad acqua contro i migranti al confine con la Bielorussia
Forze di sicurezza polacche hanno usato idranti contro i migranti dal lato bielorusso del confine. Notizie non confermate parlano anche dell'uso di gas lacrimogeni. Al valico di Kuznica-Bruzgi, uno dei diversi luoghi della terra di nessuno al confine dove migliaia di migranti sono al freddo da giorni nel tentativo di entrare in Polonia, i soldati di Varsavia hanno allontanato le persone usando cannoni ad acqua.
https://video.repubblica.it/dossier/mig ... 514/402224
La battaglia dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia
Mauro Mondello
17 novembre 2021
https://www.lastampa.it/esteri/2021/11/ ... 1.40928632
L’ottavo giorno di crisi al valico di Kuznica-Bruzgi comincia con un assedio. Sul confine polacco-bielorusso, dove 3.500 persone restano a pochi passi dal sogno proibito di richiedere asilo politico sul territorio dell’Unione Europea, volano pietre, bottiglie, pezzi di legno, pale e picchetti usati per montare le tende. Vengono lanciate da un centinaio di migranti verso i militari polacchi, schierati appena dietro il muro di filo spinato che divide Bielorussia ed Europa. Sono quasi tutti giovani ragazzi iracheni che cercano di aprire un varco fra le maglie della recinzione, ma che vengono respinti dai getti dei cannoni ad acqua esplosi dalle camionette blu delle guardie di frontiera. Sembra roba da niente, ma con il termometro che nella notte è sceso 3 gradi sotto lo zero restare inzuppati significa rischiare l’assideramento. Il fragore delle sirene supera la cortina d’emergenza che dalla frontiera e verso l’interno nessuno può superare in territorio polacco. Sono le ambulanze che trasportano i militari feriti dagli scontri, alla fine saranno sette in tutto, fra cui uno grave, ma fuori pericolo, con il cranio fratturato. Mentre i convogli si allontano verso l’ospedale di Bialystok salgono in cielo colonne di fumo grigiastre, le ultime tracce dei fuochi di bivacco notturni accesi dai migranti nell’ennesima notte passata nel cuore della regione orientale della Podlachia. Si spandono in direzione degli elicotteri che pattugliano la linea di frontiera e che ancora ieri hanno contribuito al respingimento di altre 224 persone, con cinque arresti e 29 decreti di espulsione immediata dal Paese. «Non ne abbiamo intenzione ma, se necessario, saremo pronti a utilizzare le armi», ha dichiarato in conferenza stampa la portavoce delle guardie di frontiera polacche, Anna Michalska, secondo cui tra i gruppi di migranti ci sarebbero anche ufficiali bielorussi in abiti civili, fra i principali responsabili nel coordinamento dell’attacco di ieri. Di parere opposto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, per il quale l’esercito polacco, usando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro i migranti, ha violato le norme del diritto umanitario internazionale. Lavrov, inoltre, ha nuovamente rigettato le accuse contro la Russia riguardo al coinvolgimento di Mosca nella crisi migratoria. Dopo il primo contatto di lunedì il dittatore Lukashenko, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa bielorussa Belta, avrà un secondo colloquio telefonico con Angela Merkel nel corso di questa settimana, per approfondire la posizione europea sulla proposta di Minsk per risolvere la crisi. L’ipotesi di apertura di un tavolo arriva subito dopo l’approvazione da parte dell’Ue di nuove sanzioni contro la Bielorussia e mentre comincia a delinearsi il progetto dei voli di rimpatrio che dovrebbero far rientrare i migranti, su base volontaria, verso Baghdad. «Stiamo lavorando per questo con le autorità bielorusse», ha affermato il console iracheno per Russia e Bielorussia, Majid al-Kinani, che ha annunciato il primo viaggio di evacuazione per giovedì. Finora sarebbero circa 200 gli iracheni già a Minsk registratisi per ritornare a casa, con molti altri al confine che avrebbero espresso la volontà di essere rimpatriati ma che, secondo al-Kinani, sarebbero al momento bloccati dalle autorità bielorusse, che non permettono ai migranti di rientrare verso la capitale.
Per scongiurare nuove partenze il capo della polizia federale tedesca Dieter Romann ha inviato ieri un messaggio trasmesso in diretta sulla televisione curdo-irachena RUDAW TV, spiegando che «il confine polacco è e rimarrà chiuso».
Continua la discussione diplomatica sulla possibilità che Lituania, Lettonia e Polonia richiedano l’attivazione dell’articolo numero 4 del trattato Nato, che prevede consultazioni in caso di minaccia all’integrità territoriale, all’indipendenza politica o alla sicurezza di un Paese membro. «Se la situazione dovesse degenerare, è possibile che vengano chiusi ulteriori valichi di frontiera con la Bielorussia - ha annunciato martedì a Tvp, la televisione di stato polacca, Marcin Przydacz, vice capo del Ministero degli Affari Esteri - che ha poi espresso la speranza che la Polonia non debba utilizza-re l’art. 4 del Trattato Nord Atlantico. «Spero non sia necessario, ma è una delle opzioni sul tavolo qualora la situazione dovesse peggiorare». Le dichiarazioni di Przydacz fanno il paio con quelle del ministro della Difesa Mariusz Błaszczak, che ringraziando i soldati impegnati alla frontiera ha annunciato premi in denaro per i militari polacchi che stanno gestendo la crisi. Appena lunedì scorso, d’altronde, Adam Glapiński, il presidente della Narodowy Bank Polski, la banca centrale della Polonia, aveva comunicato la decisione di emettere una serie di monete e banconote commemorative dedicate alla difesa del confine orientale polacco, un ulteriore segnale di come il governo nazionali-sta guidato da Mateusz Morawiecki si stia impegnando a fondo per trasformare la crisi in una prova di forza nei confronti dell'Unione Europea e in un enorme spot elettorale sul fronte interno.
La Finlandia avverte che potrebbe chiudere le frontiere a causa della minaccia di una guerra ibrida illegale da parte dei migranti
17 novembre 2021
https://www.islamnograzie.com/la-finlan ... -migranti/
Il governo finlandese ha annunciato che potrebbe sigillare i suoi confini nel caso in cui fosse sottoposto allo stesso tipo di guerra ibrida che la Bielorussia è accusata di condurre contro la Polonia e gli Stati baltici.
Parlando con il giornale svedese Yle la scorsa settimana, il ministro dell’Interno finlandese Maria Ohisalo ha detto che non esiterà a chiudere i confini del paese se il suo fianco orientale inizierà a sperimentare lo stesso tipo di pressione migratoria che Polonia, Lettonia e Lituania stanno vivendo attualmente.
“È abbastanza chiaro che si tratta di un impatto ibrido. La Bielorussia sta cercando di dividere i paesi dell’UE e allo stesso tempo di farli violare le convenzioni internazionali”, ha detto Ohisalo, riferendosi alla crisi dei migranti lungo il confine nord-orientale dell’Unione europea, iniziata a settembre dopo che il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko ha attirato migliaia di migranti mediorientali nella regione con viaggi senza visto.
Il ministro dell’Interno finlandese Maria Ohisalo parla con i media mentre arriva per una riunione dei ministri della giustizia e degli interni dell’UE presso l’edificio del Consiglio europeo a Bruxelles, martedì 31 agosto 2021. I ministri dell’Unione europea si incontrano martedì per discutere dell’Afghanistan e delle questioni migratorie. (AP Photo/Virginia Mayo)
Storicamente, i migranti hanno già usato il confine orientale della Finlandia con la Russia come punto di ingresso nell’Unione europea. Tuttavia, a causa del terreno rigido e del freddo, la cosiddetta “rotta artica” non è mai stata così popolare come i Balcani, il Mediterraneo (ovest, est, centrale) o ora le rotte baltiche.
Ohisalo ha anche parlato della necessità di una politica dinamica per affrontare rapidamente le sfide irregolari.
“Possiamo chiudere i nostri confini se siamo esposti a qualcosa come [la guerra ibrida]”, ha iniziato. “In effetti, abbiamo già chiuso le frontiere in situazioni eccezionali, come durante la pandemia. Allo stesso tempo, naturalmente, bisogna essere consapevoli del fatto che non possiamo pattugliare ogni singolo metro del lungo confine con la Russia. In tal caso, è necessario l’aiuto di metodi di monitoraggio elettronico”.
Il ministro dell’Interno ha affermato che la Finlandia tratterà i richiedenti asilo caso per caso e ha affermato che le persone vulnerabili dovrebbero ricevere protezione, ma ha anche affermato che i migranti ammassati al confine polacco-bielorusso vengono utilizzati da Lukashenko come armi contro l’Unione europea.
L’ottimismo di Ohisalo sul fatto che il fianco orientale della Finlandia possa essere adeguatamente protetto da un’ondata migratoria non è esattamente condiviso dal suo collega Mikko Lehmus, che dirige il Centro di analisi della situazione e dei rischi presso il quartier generale della guardia di frontiera. Secondo Lehmus, i migranti sono già arrivati in Finlandia attraverso la Bielorussia.
“C’è già stato qualche movimento secondario di persone dalla Bielorussia in una certa misura … Circa 30 persone sono già arrivate, sono note per essere arrivate per la prima volta in Polonia, Lettonia o Lituania dalla Bielorussia”, ha detto Lehmus al quotidiano finlandese Ilta Sanomat
“La Finlandia ha una lunga frontiera esterna dell’UE. Deve essere chiaro a tutti che non può essere recintato in modo completo o coperto da altri dispositivi di ostacolo “, ha aggiunto Lehmus.
Lunedì, l’UE ha accettato di schiaffeggiare la Bielorussia con un nuovo ciclo di sanzioni che colpirà “tutti coloro che sono coinvolti” nel facilitare il trasporto di migranti al confine orientale del blocco con la Bielorussia. Sebbene i funzionari non abbiano ancora rilasciato un elenco di sanzioni, gli obiettivi includono compagnie aeree, agenti di viaggio e altre entità come imprese, funzionari governativi e privati che si ritiene siano stati coinvolti nell’ingegneria della crisi.