Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:22 am

Preti pedofili e gay pro invasione clandestina e irresponsabile accoglienza scriteriata e indiscriminata
viewtopic.php?f=194&t=2978
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:23 am

Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2713
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:24 am

Prete trovato ubriaco e in mutande con due immigrati: nuovo scandalo nella diocesi Albenga Imperia
30 Luglio 2016

https://www.ivg.it/2016/07/prete-trovat ... a-imperia/

Albenga. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto hanno trovato un immigrato, lo stesso che aveva chiamato il 118 dicendo che il parroco era incosciente nel suo letto. Lo straniero era in mutande in mezzo alla strada barcollante che continuava a bussare alla porta dell’abitazione del sacerdote.

Uscendo dall’abitazione infatti l’uomo aveva chiuso la porta e i soccorritori per poter entrare hanno dovuto chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e, non sapendo cosa era accaduto dentro la casa, anche i carabinieri.

I vigili del fuoco giunti sul luogo dell’emergenza, temendo che fosse successo qualcosa di grave, hanno fatto irruzione nell’appartamento scoprendo il prete, pure lui in mutande che probabilmente aveva alzato un po’ troppo il gomito e un altro immigrato seminudo. Insomma pare fosse in corso un festino. La reazione del prete, alla vista di tutti quei soccorritori, è stata tutt’altro che tranquilla. Senza motivo li avrebbe mandati a quel paese.

E alla fine si è scoperto che uno dei due stranieri, pluripregiudicato, era già stato colpito da un decreto di espulsione e quindi è stato denunciato dai carabinieri che gliene hanno notificato un secondo.

La storia del “festino” nella casa del sacerdote, parroco ad Imperia, si aggiunge ad altri episodi “poco chiari” che riguardano la Diocesi di Albenga e Imperia con preti che scappano con la cassa, altri condannati per pedofilia o allontanati per la stessa storia.

Da oltre un anno è arrivato a mettere ordine in Diocesi Guglielmo Borghetti, già vescovo della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Inviato da papa Francesco ad Albenga, per affiancare il vescovo titolare Mario Oliveri. Prima mossa l’espulsione dal seminario diocesano di “preti deboli” che successivamente hanno dato scandalo: preti accusati di pedofilia, che sono fuggiti con le casse della parrocchia, che importunavano donne, preti tatuati o barman in locali notturni, preti che si mostravano nudi su Facebook. Il vescovo Guglielmo Borghetti era stato chiaro: “I futuri sacerdoti della diocesi saranno persone provenienti dal territorio diocesano”.

La decisione di inviare un “tutor” per Oliveri era stata comunicata dal Vaticano il 10 gennaio, dopo segnalazioni su una gestione pastorale della diocesi che appariva “disinvolta”. E l’ultimo caso accaduto ad Imperia, probabilmente, agiterà nuovamente il sonno del vescovo coadiutore che ha già convocato il sacerdote in Curia. Un incontro chiarificatore per essere informato su quanto accaduto due sere fa nell’abitazione della parrocchia di Imperia. Al momento non ci sono provvedimenti, ma la storia è finita sulla bocca di tutti e nel frattempo uno dei due immigrati dovrà lasciare l’Italia entro una settimana.

Il sacerdote ha spiegato l’accaduto e raccontato la sua versione: clicca qui per l’articolo.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:24 am

Vibo Valentia, atti sessuali con minori stranieri: arrestato ex parroco di Zungri
Era già stato condannato in via definitiva per induzione alla prostituzione minorile
10 settembre 2020

https://www.adnkronos.com/vibo-valentia ... JgrbdNqB9m

Don Felice La Rosa, 44enne ex parroco di Zungri (Vv) già condannato in via definitiva per induzione alla prostituzione minorile, è stato arrestato dagli uomini del commissariato di Gioia Tauro con l’accusa di atti sessuali con minori stranieri. Nello specifico, al parroco, che ora si trova ai domiciliari nella sua casa di Calimera (frazione di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia), viene contestato di aver dato denaro a un sedicenne di nazionalità bulgara in cambio di rapporti sessuali, mentre in una secondo caso il delitto sarebbe stato solo tentato.

L’arresto, disposto dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della procura, poggia sull’inchiesta condotta dai poliziotti del commissariato di Gioia Tauro, che un anno fa hanno sorpreso l’ex parroco in auto col sedicenne bulgaro. Nel prosieguo delle indagini, poi, gli inquirenti hanno accertato gli atti sessuali che l’ex parroco avrebbe compiuto o tentato di compiere con minorenni bulgari fra Rosarno e San Ferdinando, sempre in cambio di denaro. Nel settembre del 2019, don Felice La Rosa era stato arrestato in seguito alla condanna a 2 anni e 4 mesi per induzione alla prostituzione minorile, una pena che ha già scontato. L’ex parroco è inoltre imputato in un diverso procedimento per possesso di materiale pedopornografico.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:24 am

Don Francesco Spagnesi arrestato a Prato con il compagno Alessio Regina: la confessione
Marco Gasperetti
23 settembre 2021

https://www.corriere.it/cronache/21_set ... 0cab.shtml

Il prete pusher di Prato: «La droga mi ha spinto a raccontare menzogne, mi ha fatto compiere azioni delle quali mi vergogno. Sono sieropositivo, ai partner non lo dicevo. Chiedo a tutti perdono»

Chi è davvero don Francesco, il giovane parroco laureato, colto e brillante destinato a scalare i vertici ecclesiastici? Che cosa è diventato? «Non lo so neppure io. Non mi riconosco più, il vortice della cocaina mi ha inghiottito — dice in lacrime il sacerdote davanti ai suoi avvocati —. La droga mi ha fatto tradire i miei parrocchiani, mi ha spinto a raccontare menzogne, mi ha fatto compiere azioni delle quali mi vergogno. Adesso sono sieropositivo all’Aids. Chiedo a tutti perdono».

Poi, Francesco Spagnesi, 40 anni, pratese di buona famiglia con madre, padre e due fratelli dalla moralità irreprensibile e molto religiosi, ha quasi un sussulto. E promette: «Restituirò i soldi che per acquistare la droga ho sottratto alla curia e alla carità dei miei parrocchiani. Saranno rimborsati. Venderò tutto quello che è di mia proprietà, anche la casa di montagna». Insieme ai suoi legali ha iniziato a redigere un elenco dei parrocchiani che hanno fatto le donazioni. Tanti nomi, seguiti dalle cifre, spesso importanti, che dovevano servire per poveri e bisognosi.
Non sarà un’impresa facile. L’ex parroco dell’Annunciazione della Castellina, quartiere altolocato di Prato, arrestato insieme al fidanzato, Alessio Regina 40 anni, per spaccio e importazione internazionale di droga e accusato di appropriazione indebita. E da ieri anche di truffa. A quanto pare i soldi dei fedeli li girava sul suo conto corrente.

Complessivamente dovrà restituire almeno 200 mila euro (forse 300 mila), perché in anni di tossicodipendenza e di crisi di astinenza sempre più forti, di denaro ne ha speso tanto. Raccontando di giorno ai fedeli che sarebbe servito per opere pie e poi, di notte, utilizzandolo per acquistare la cocaina ma anche Gbl (la droga dello stupro) per organizzare orge insieme al compagno e partner insospettabili quali medici, manager, bancari e imprenditori contattati via Internet. Già, i festini. Che sono costati al sacerdote un’ultima accusa, la più pesante, formalizzata poco prima dell’interrogatorio di garanzia: quella di tentate lesioni gravissime. La Procura di Prato sospetta che il sacerdote possa aver infettato più persone (tra cui il fidanzato che martedì si è sottoposto a un test Hiv ma pare sia risultato negativo) senza avvertirle, della sua sieropositività, prima dei rapporti. «Non ho detto niente — ha confermato Spagnesi — perché ero in cura, prendevo dei medicinali anti virali e dunque non ero contagioso anche se per alcuni mesi ho interrotta la terapia».

«Ma anche in questo caso — precisa l’avvocato Febbo — il mio cliente probabilmente non era contagioso perché l’effetto immunizzante cessa soltanto dopo diversi mesi». Nell’agenda del presule c’erano 300 contatti, ma i rapporti intimi durante i festini pare abbiano interessato una trentina di persone. Don Francesco (da ieri in cura al Sert di Prato) racconta di avere avuto una scissione: «Volevo essere il pastore dei miei fedeli, guidarli verso le vie del Signore e sono finito nel vizio e nella perdizione». E ancora: «Ho iniziato a drogarmi saltuariamente una decina di anni fa quando mi sono innamorato del mio compagno. Poi sono entrato nel gorgo della tossicodipendenza. E i soldi non bastavano mai. Così è iniziato il mio calvario e quello degli altri».

Eppure i primi anni di sacerdozio di Spagnesi erano stati straordinari. «Colto, era uno dei preti più stimati, lo consideravano un enfant prodige, era stato nominato correttore dell’Arciconfraternita della Misericordia, un ruolo molto prestigioso — racconta l’avvocato Febbo —. Una mente brillante, molto carismatica. Caduta nel baratro della cocaina».


Prato, il prete arrestato per traffico di droga è sieropositivo: è indagato per tentate lesioni gravissime
21 Settembre 2021

https://www.open.online/2021/09/21/prat ... opositivo/

Secondo le prime indagini, l’uomo negli ultimi anni avrebbe speso per delle feste a base di sesso e droga circa 10 mila euro. Tutti provenienti dalle offerte dei fedeli

Continuano ad emergere nuovi particolari sul caso di don Francesco Spagnesi, il prete di 40 anni della provincia di Prato arrestato per traffico di droga e appropriazione indebita. Nei giorni scorsi aveva confessato ai giudici di aver organizzato insieme al suo compagno Alessio Regina una serie di feste a base di sesso, cocaina e Gbl, la sostanza conosciuta come “droga dello stupro”. Ora una nuova ipotesi di reato. Spagnesi infatti era sieropositivo, una condizione di cui non avrebbe parlato con gli altri partecipanti alle feste. Non è chiaro se il suo compagno ne fosse a conoscenza. Alle feste partecipavano regolarmente dalle 20 alle 30 persone, due di queste hanno già dichiarato di essere sieropositive. Tutto era finanziato dai fedeli. Dalle prime ricostruzioni è emerso che il prete negli ultimi anni avrebbe speso per questi incontri un totale di 10 mila euro, tutti provenienti da 30 parrocchiani. Spagnesi aveva detto loro che questi soldi servivano per aiutare una famiglia in difficoltà che doveva badare a una donna malata.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:25 am

Arrestato direttore Caritas per pedofilia: prete anti-Salvini aveva foto raccapriccianti di bambini stuprati
12 novembre 2021

https://www.facebook.com/groups/1059950 ... 5035931670

Don Nicola De Blasio aveva fatto parlare di sè per le sue intemerate contro il decreto Salvini. Aveva invitato il presidente Mattarella a non firmare il decreto che incrementava la paura per migranti e sposava la posizione di Gino Strada. Il sacerdote campano aveva attaccato l’allora ministro dell’Interno di voler cavalcare la paura dei migranti, dicendosi addirittura preoccupato che avrebbe messo in pericolo la «capacità democratica del nostro Paese perché non viene assicurata la protezione umanitaria, e questo non è da Paese civile».
La vicenda ha destabilizzato la sinistra beneventana, da sempre vicina al prete pro-migranti. Oggi si scoprono tutti garantisti, se non addirittura innocentisti a prescindere, come Angelo Moretti, esponente di spicco della sinistra beneventana. «Don Nicola – ha scritto il consigliere comunale su Facebook – sa che questa è la strada ordinaria che tocca in sorte a persone controcorrente come lui. Ma non è solo stasera, siamo in tanti a gridare: forza Don Nik!».
Tuttavia, i capi d’imputazione restano pesantissimi. Così come il materiale raccolto nell’inchiesta che coinvolge il sacerdote sannita: contenuti definiti raccapriccianti dagli investigatori, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati. Spetta quindi alla magistratura fare chiarezza. Per tutti gli altri è più decente tacere.



Orrore e schifo alla Caritas: Don Nicola De Blasio, il prete anti-Salvini, in manette per pedofilia.
Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento, è stato arrestato nove giorni fa, ma la notizia è tornata d’attualità in queste ore.

12 novembre 2021

https://www.ith24.it/orrore-e-schido-al ... pedofilia/


Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino hanno infatti concluso un’operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all’esecuzione di 26 decreti di perquisizione e a indagare altrettanti soggetti, responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori degli anni 18. Tre arresti in totale: in Piemonte, Campania e Puglia. Sequestrati migliaia di file.

Già dal mese di febbraio 2021 i poliziotti avevano attivato un servizio di monitoraggio su una piattaforma di messaggistica che vanta garanzie di ampio anonimato per gli utilizzatori, concentrando la propria attenzione su alcuni canali aperti, frequentati prevalentemente da utenti italiani.

Don Nicola De Blasio, c, ha già fornito ai magistrati la sua versione dei fatti. I file i suo possesso definiti “raccapriccianti” dagli inguirenti, «appartenevano a un dossier che il sacerdote stava raccogliendo nel periodo 2015/16 per documentare il fenomeno della pedopornografia nella Chiesa». Il sacerdote ha quindi giustificato l’ingente somma trovata in suo possesso (170mila euro) come risparmi della parrocchia di San Modesto, di cui è parroco, per opere di ristrutturazione della chiesa.

Attraverso i suoi difensori, riporta un sito locale, don Nicola si è detto “dispiaciuto” per aver rovinato l’immagine della Chiesa, se pure “inconsapevolmente”: si sente un “prete finito” in quanto è stato sollevato dall’incarico come parroco della Chiesa di San Modesto, al Rione Libertà, e come direttore della Caritas.

Don Nicola De Blasio aveva fatto parlare di sè per le sue intemerate contro il decreto Salvini. Aveva invitato il presidente Mattarella a non firmare il decreto che incrementava la paura per migranti e sposava la posizione di Gino Strada. Il sacerdote campano aveva attaccato l’allora ministro dell’Interno di voler cavalcare la paura dei migranti, dicendosi addirittura preoccupato che avrebbe messo in pericolo la «capacità democratica del nostro Paese perché non viene assicurata la protezione umanitaria, e questo non è da Paese civile».

La vicenda ha destabilizzato la sinistra beneventana, da sempre vicina al prete pro-migranti. Oggi si scoprono tutti garantisti, se non addirittura innocentisti a prescindere, come Angelo Moretti, esponente di spicco della sinistra beneventana. «Don Nicola – ha scritto il consigliere comunale su Facebook – sa che questa è la strada ordinaria che tocca in sorte a persone controcorrente come lui. Ma non è solo stasera, siamo in tanti a gridare: forza Don Nik!».

Tuttavia, i capi d’imputazione restano pesantissimi. Così come il materiale raccolto nell’inchiesta che coinvolge il sacerdote sannita: contenuti definiti raccapriccianti dagli investigatori, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati. Spetta quindi alla magistratura fare chiarezza. Per tutti gli altri è più decente tacere.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:26 am

Molestie sessuali su un ragazzo africano, prete 76enne condannato a un anno e dieci mesi
Martedì 23 Aprile 2019

https://www.ilgazzettino.it/italia/cron ... 47209.html

Un anziano prete di Marsala, Nicolò Genna, di 76 anni, è stato condannato per violenza sessuale su minore a un anno e 10 mesi di carcere, con pena sospesa. Per circa quarant'anni è stato parroco della chiesa di contrada Addolorata. Secondo l'accusa avrebbe tentato di abusare sessualmente di un minore originario del Gambia. Alla vittima avrebbe offerto denaro e un lavoro in cambio di rapporti intimi.

Il prete avrebbe adescato il ragazzo africano, ospite di un centro di accoglienza, mentre camminava. Con la scusa di un passaggio, lo avrebbe fatto salire in auto e poi l'avrebbe palpeggiato. Il giovane, però, lo ha denunciato. Il fatto è datato 14 agosto 2017. Il prete è stato, inoltre, condannato dal Tribunale di Marsala all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, nonché al pagamento al giovane africano, costituitosi parte civile, di un risarcimento danni di 5 mila euro.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:26 am

Padova, sacerdote cacciato: non ha rispettato celibato. Lui: “Faccio l’elenco dei preti pedofili, gay o che hanno fatto abortire le loro donne”
Giuseppe Pietrobelli
14 gennaio 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... e/5670134/

Don Marino Ruggero, ormai ex parroco di Albignasego, era già noto per le sue posizioni politiche, i provini al Grande Fratello e le parole contro i rom. Il suo trasferimento, però, è stato ordinato per altri motivi. E sul Gazzettino il presule ha deciso di sfogarsi, minacciando di creare uno scandalo nella diocesi del capoluogo euganeo

Altro che accuse di essere un prete leghista. O preoccupazione per alcune prese di posizione sul tema dei migranti e della legittima difesa. Oppure per la partecipazione alle selezioni del Grande Fratello. È soltanto una vicenda di mancato rispetto dell’osservanza del celibato all’origine del trasferimento di don Marino Ruggero dalla parrocchia di San Lorenzo in Roncon di Albignasego, in provincia di Padova. Lo ha annunciato la curia, probabilmente indispettita dalle interviste concesse dall’ex parroco. Ma questo, anziché sopire il caso, rischia di ampliarlo. Perché don Marino reagisce a sua volta minacciando rivelazioni su preti pedofili o su aborti suggeriti da sacerdoti ad alcune donne che avevano messo incinta. Una bufera che imbarazza la diocesi e il vescovo Claudio Cipolla.

Partiamo dalla struttura ecclesiastica. “Si comunica che in data 13 gennaio 2020 è iniziato, su mandato del vescovo di Padova, il processo canonico nei confronti di don Marino Ruggero, presso il Tribunale ecclesiastico diocesano”. Insomma, il parroco è sul banco degli imputati. “A don Marino, alla luce di precise accuse avvalorate da prove, vengono contestati comportamenti non consoni allo stato clericale, inerenti agli impegni derivanti dall’obbligo del celibato per i preti”. Trovano così conferma le voci che circolavano ad Albignasego su frequentazioni personali del sacerdote, ma che l’interessato aveva respinto. La Curia confuta alcune dichiarazioni del prete che avevano alimentato il sospetto di una persecuzione immotivata. “Don Marino Ruggero – contrariamente a quanto finora egli stesso ha dichiarato pubblicamente – era a piena conoscenza dell’ambito delle accuse a lui rivolte, che hanno portato il vescovo a disporre un’indagine previa e successivamente al fermo invito a dimettersi spontaneamente, proprio per dargli la possibilità di difendersi nelle sedi adeguate (tribunale ecclesiastico), dalle accuse che gli sono state rivolte”.

Una doccia fredda ad Albignasego dove un migliaio di fedeli hanno già firmato una petizione per chiedere che il sacerdote torni ad essere il loro parroco. Anzi, in un primo tempo, dalla curia era venuto l’annuncio di un trasferimento temporaneo e non definitivo. Probabilmente si trattava di una forma di cautela, visto che il processo è solo iniziato. Al momento la parrocchia è retta da don Giovanni Brusegan, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo, che fu mandato dal vescovo anche a San Lazzaro, a Padova, tre anni fa, quando ci fu lo scandalo di don Andrea Contin, il prete che organizzava incontri a luce rosse, perfino con annunci sui giornali.

La reazione di don Marino, intervistato da Il Gazzettino rischia di attizzare ancor di più il caso. “Se loro si comportano in modo così grave e scorretto nei miei confronti, allora io sono vendicativo. Non mi aspettavo assolutamente quel comunicato. Lo reputo un comportamento fortemente scorretto da parte della Curia. Secondo me è opera del vicario generale, può essere che il vescovo non sapesse nemmeno di questo comunicato”. Ma il processo? “Io sapevo di alcune accuse, certo, ma non c’è ancora niente di accertato. Mi pare vergognoso scrivere certe accuse quando non si sa ancora se siano vere o meno. Questo la Curia non avrebbe dovuto farlo. È solo una delle tante accuse che mi vengono fatte, dall’essere leghista in poi. Ci sono stati i provini al Grande Fratello, le mie posizioni sui Rom, le comunioni a separati e divorziati. Evidentemente sono considerato un prete scomodo e i preti scomodi vogliono eliminarli”. Don Marino sfida la Curia. “Se questo è il metodo che usano, allora io inizio a fare l’elenco, con tanto di prove, di preti pedofili, gay o che hanno la donna che ha abortito, che sono a capo di grandi parrocchie della Diocesi di Padova. So bene chi sono e dove sono, ma i loro nomi non sono mai stati resi pubblici. Il trattamento deve essere uguale per tutti”.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:27 am

Don Paolo Zambaldi, il prete “ribelle” che non crede al diavolo e ai miracoli
Difende i migranti, si batte per le famiglie di fatto e la parità di genere nella Chiesa, e contro l'omofobia. E' cappellano nella parrocchie Tre Santi e Visitazione di Bolzano
Luca Fregona
28 settembre 2019

https://www.giornaletrentino.it/cronaca ... -1.2138117

BOLZANO. In ordine sparso, don Paolo Zambaldi è favorevole a: il sacerdozio femminile, le famiglie di fatto, l’abolizione del celibato. E contro: l’accanimento terapeutico, la chiusura dei porti, l’omofobia, il capitalismo, il decreto Pillon, il decreto sicurezza. Ha scritto una lettera aperta a Papa Ratzinger contestandogli duramente i silenzi sui preti pedofili. Sul suo blog donpaolozambaldi.it ha una sezione dedicata ai diritti Lgbt (lesbiche, gay, trans, per intenderci), un’altra sulle donne nella bibbia («Un intero universo al femminile “fagocitato” dalla narrazione maschilista»). E poi teologia della liberazione, diritti dei migranti e degli indios dell’Amazzonia, economia equa, ambiente. Post e post d’indignazione nel periodo soffocante del salvinismo col rosario del Papeete («Si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934»).

È un “don” che non crede al diavolo né ai miracoli. Che contesta alla Chiesa (e a Papa Francesco) «la ricomparsa in pompa magna di Satana, sollecitazione di paure medioevali». 34 anni appena, bolzanino, un prete di sinistra, che il vescovo Muser ha voluto come cappellano ai Tre Santi, e - da una settimana - anche “aiuto” alla Visitazione in Viale Europa. «Le etichette non mi piacciono - dice lui -. Applico solo quello che ha detto Gesù Cristo. Primo: rispettare i diritti delle persone».

Quando parla di “famiglia”, sta attento a non dire madre e padre. Perché per lui può anche essere padre-padre, madre-madre, solo padre, solo madre. «Non mi interessa da chi è composta. La persona viene prima di ogni altra cosa. La Chiesa come la intendo io accoglie tutti. Abbiamo, ad esempio, tantissimi omosessuali che frequentano le parrocchie. Che ci siedono accanto durante la messa. Che pregano con noi. Perché dobbiamo trattarli come malati, come peccatori? Dov’è la nostra capacità di immedesimarsi nell’altro?». Stesso discorso per il sacerdozio femminile. «Una donna può predicare bene quanto un uomo. Non c’è nessuna differenza. Uomo, donna, gay, etero, bianco, nero che importanza ha? Basta che tu sia in grado di portare il Vangelo. Sarei contento di avere delle consorelle». E sul celibato: «Un’istituzione di cui non vedo la necessità. Non è che se sei sposato, non puoi essere un bravo prete. Dev’essere una libera scelta». Qualche ultrà cattolico ha già chiesto la sua testa. Le gerarchie per ora non intervengono, anzi. «Mai avuto richiami».

Povertà e castità. Una vocazione tardiva la sua. Tra i 25 e 26 anni, mentre studiava giurisprudenza a Trento. «Intendiamoci: non è che Dio ti chiama al telefono o senti la sua voce. È stata una maturazione iniziata da ragazzo, quando frequentavo le parrocchie e mi interessavo alle sacre scritture. Vengo da una famiglia solidale e accogliente». La mamma Gabriella, il papà Franco che oggi non c’è più, il fratello Francesco. «Mi considero un po’ uno zingaro, un nomade delle parrocchie». Nel senso che dove c’era una testimonianza da ascoltare, un tema da approfondire, lui ci andava. Da bambino frequenta gli scout di Regina Pacis, da ragazzo le scuole e il liceo al Rainerum. Quando scatta il “clic”, lascia Giurisprudenza, si iscrive al Seminario teologico di Bressanone. Cinque anni di studio e uno sul campo. Poi l’ordinazione a diacono, dove già si promette al vescovo di osservare i voti di “povertà e castità”. Impegnativo per un ragazzo di nemmeno 30 anni. «Per me no. Era la vita che volevo». Viene assegnato alle parrocchie Duomo-San Domenico e San Giuseppe ai Piani. Il diacono ha dei compiti liturgici: la predicazione e la lettura del Vangelo, il servizio all'altare in aiuto al sacerdote. Ma poi c’è il servizio alla comunità, al quartiere di riferimento, e il futuro don Paolo non si tira indietro. «Ho sentito che il mio compito più profondo era quello di aiutare chi si trovava più in difficoltà, le persone più sole e più povere, italiani e stranieri». I vecchi, i migranti, le ragazze madri, quelli che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, quelli che hanno deragliato, gli abbandonati. Con alcune volontarie apre ai Piani un “Caffè solidale”, una rete di appoggio agli anziani del rione. Persone che vivono sole, barricate in casa. Spesso con i figli lontani. «In difficoltà anche per le cose più semplici». La spesa, le medicine, gli esami del sangue, la visita dal dottore, trovare una badante. Il diacono Paolo Zambaldi è vicino anche quando la vita si spegne in ospedale o in casa di riposo.

Istantanea di Bolzano. Nel 2016 l’ordinazione sacerdotale. Nel 2018, il vescovo lo sposta a Sacra Famiglia e Tre Santi, come vice del parroco don Jimmy Baldo, altro prete controcorrente. Don Paolo oggi vive in una stanza col bagno nella canonica ai Tre Santi. Sul comodino “I fratelli Ashkenazi” di Israel J. Singer. Dal pc esce “The Times They Are A Changin” dei Byrds. A pranzo e cena cucinano a turno. Una volta lui, una volta don Jimmy. Ospitano anche una famiglia finita per strada e un giovane rifugiato afgano. A differenza dei porti di Salvini, le porte dei Tre Santi restano sempre aperte. «Non sopporto quando si dice che facciamo i soldi sui migranti. Con quello che riceviamo, non riusciamo nemmeno a coprire le spese. Se ce la facciamo, è grazie al buon cuore dei parrocchiani e dei volontari. Senza contare che noi aiutiamo tutti, e la gran parte sono italiani...». Scatta un’istantanea di Bolzano, don Paolo: «La città non è più pericolosa di quando io ero un ragazzo, ma sono aumentate le situazioni di povertà. Tante persone si sentono lasciate indietro. È la povertà che genera insicurezza. Scatena paure e la percezione dell’invasione. Ma è in questo mare sofferente che la Chiesa deve immergersi totalmente e accogliere».

Razzismo sul bus. Sulla questione migranti, don Paolo ha le antenne sempre accese. «C’è un tasso d’odio, razzismo e malafede che richiede una risposta immediata. Non puoi girare la testa. Devi schierarti». Lo dice dall’altare ma anche in strada. Come quella volta che su un bus una signora si è messa a insultare due ragazze perché portavano il velo islamico. È intervenuto a muso duro e l’ha raccontato sul suo blog. «Se stai zitto, sei complice - dice -. Gesù di Nazareth era contro i pregiudizi. Io cerco di spiegare che, prima di tutto, il profugo, il migrante, è una persona. Una persona con sogni, speranze, una professione, e un diritto ad avere un futuro diverso. Se trovo un muro di pregiudizio, provo ad abbatterlo».

Parrocchie aperte. Il suo è un lavoro sette giorni su sette, h24. «È importante esserci sempre in parrocchia, non è un posto dove uno viene su appuntamento. Se bussi e nessuno apre, abbiamo fallito». Una dedizione totale. Sveglia alle 6, la preghiera mattutina del Breviario. «Poi leggo i giornali, perché voglio essere informato su tutto». La messa delle 8, gli incontri coi parrocchiani, con gli anziani, i giovani, le scartoffie burocratiche, la catechesi, i laboratori sulla bibbia. Funerali, battesimi. Gli aiuti economici a chi non ce la fa a pagare la spesa o la bolletta della luce. Il tempo per ascoltare chi ha bisogno di parlare. Alle 18, ancora la messa alla Sacra Famiglia. Una giornata che non finisce mai.

Dalla scorsa settimana dà una mano anche a don Andrea Bona alla parrocchia Visitazione. La messa del sabato delle 19 e funerali e funzioni “quando serve” durante la settimana. È la parrocchia fondata da don Giuseppe Rauzi nel 1969 in un quartiere spuntato dal nulla. Don Rauzi, un altro “irregolare”. «Da bambino ho assisto ad alcune sue omelie - ricorda don Paolo - , ero piccolo ma già mi sorprendeva la sua capacità di attualizzare il vangelo. Di calarlo nella realtà complessa della nostra società». Veri preti di strada.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Preti pedofili e gay pro invasione clandestina

Messaggioda Berto » sab nov 13, 2021 9:27 am

Laici Libertari Anticlericali Forum » La stanza del peccato
https://laici.forumcommunity.net/?f=1493896


I festini gay sadomaso e cocaina dell'Abate di Montecassino Vittorelli. Ricoverato in overdose
S'è mangiato un monastero coi soldi della carità. Sequestrati 500.000 € dell'8 x 1000. A processo
Io vado a cercà c@zzi, la vita è tiranna e putt@na. I festini gay sadomaso e cocaina dell'Abate di Montecassino., S'è mangiato un monastero coi soldi della carità. Sequestrati 500.000 € dell'8 x 1000. E non l'hanno spretato.
https://laici.forumcommunity.net/?t=60926862

Vaticano, si dimette l’abate di Montecassino
Pietro Vittorelli lascia per motivi di salute. Augusto Ricci è il nuovo amministratore apostolico
12/06/2013

http://vaticaninsider.lastampa.it/vatic ... ano-25595/

Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Abbazia territoriale di Montecassino, presentata dal P. Abate Pietro Vittorelli, in conformità al can. 401 ° 2 del Codice di Diritto Canonico. Ne dà notizia la sala stampa della Santa Sede. Alle dodici di oggi la comunicazione ufficiale delle sue dimissioni con una lettera aperta a fedeli e sacerdoti. «Carissimi tutti, ad un anno dall'evento che ha cambiato la mia vita, debbo comunicare la mia irrevocabile decisione di lasciare l'incarico di Abate e Ordinario della Diocesi di Montecassino per dedicarmi alla piena riabilitazione del mio stato di salute. Ho messo, in questo tempo, tutto l'impegno per non far mancare guida e servizio a questa Chiesa ed alla Comunità Monastica. La mia salute e le terapie che mi sono richieste non mi consentono di continuare sui due fronti. Dopo lunga riflessione e preghiera mi è sembrata la cosa migliore per il bene di tutti. Il Signore che porta a compimento l'opera sua non ci lascerà soli e incustoditi».

«Io - continua l'Abate nella comunicazione ufficiale - vi porterò con me: il tempo trascorso insieme ha segnato profondamente la mia esistenza, se un rimprovero dovrò farmi, e voi stessi mi avete già fatto, è quello di aver trascurato troppo la mia salute per una dedizione senza misura, ma ero felice di non risparmiarmi in nulla. Rimarrò a tutti vicino con l'affetto e la preghiera, spero tanto che dopo un periodo di riposo e di cura che mi attende, possiamo ritrovarci fratelli ed amici come sempre vi ho considerato e amato».

Il Priore del Sacro Speco di Subiaco e direttore della Biblioteca statale del monastero di Santa Scolastica nella cittadina sublacense, Dom Augusto Ricci, è stato nominato Amministratore Apostolico dell'Abbazia di Montecassino dopo le dimissioni dell'Abate Dom Pietro Vittorelli.
La nomina è stata fatta dalla Congregazione dei Vescovi. A lui da oggi sono attribuiti diritti, facoltà e compiti che competono agli Ordinari Diocesani, secondo quanto stabilito dal `Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi´.
Intanto il Priore di Montecassino, Dom Giuseppe Roberti, ringrazia l'Abate dimissionario di Montecassino. «Non è retorica dirle grazie - dice Dom Roberti - soprattutto per la sua dedizione, non si è risparmiato mai. Le vogliamo bene, Montecassino resta la sua casa e lei può sempre contare su di noi».
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