La mia terra non è la tua terra

Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » ven giu 22, 2018 4:42 pm

Migranti, Galantino: «Non li prendo a casa mia perché ci deve pensare lo Stato»
20/06/2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 08867.html

Città del Vaticano - A chi chiede a monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, perché i migranti che arrivano in Italia non li prende a casa sua, risponde così: «Non li prendo a casa mia perché sarei un incosciente presuntuoso a pensare che il problema di ciascuna di queste persone lo possa risolvere io, in casa mia. Non li prendo a casa mia perché per queste persone serve altro e meglio di quello che so fare io, servono pratiche e organizzazioni che sappiano affrontare le necessità di salute, prosecuzione del viaggio, integrazione, lavoro, ricerca di soluzioni. Non li prendo a casa mia perché voglio fare cose più efficaci, voglio pagare le tasse e che le mie tasse siano usate per permettere che queste cose siano fatte bene e professionalmente dal mio Stato, e voglio anche aiutare e finanziare personalmente le strutture e associazioni che lo fanno e lo sanno fare». Galantino ha parlato delle migrazioni durante la presentazione dell'ultimo numero di Limes, a Palazzo della Pigna, dedicato all'Italia. Il segretario della Cei ha ribadito che per un cristiano è impossibile voltarsi dall'altra parte.


Alberto Pento
Le tue tasse vanno prima impiegate a benefico dei cittadini italiani ed europei e poi se ne avanzano per altri, ma solo se ne avanzano e dopo aver pagato tutti i debiti pubblici.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 01, 2018 3:34 am

Malta chiude i porti alle Ong. Proibiti anche i rifornimenti
Federico Malerba - Ven, 29/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 46489.html

Scalo negato a Open Arms, pur senza profughi a bordo. E i maltesi accolgono i migranti con insulti e minacce

L'approdo della nave Lifeline a La Valletta dopo una settimana di odissea e il fatto che ieri anche la Norvegia abbia dato la sua disponibilità per ricevere una parte dei profughi non ha per nulla placato lo scontro tra le Ong e i governi che le accusano di essere dei veri e propri «taxi del mare».

Ieri infatti Malta ha deciso di chiudere definitivamente i suoi porti a tutte le navi delle organizzazioni non governative: «In seguito ai recenti accadimenti dobbiamo accertare che le operazioni di queste navi siano conformi alle norme nazionali e internazionali - si legge in una nota ufficiale del governo dell'isola-, quindi non possiamo consentire che usino il porto per le loro operazioni, né di entrare o uscire».

Il provvedimento, che di fatto era già stato anticipato qualche giorno fa nei confronti di Aquarius, colpisce anche la nave della Seawatch che attualmente è sottoposta a controlli sui documenti e ovviamente la Lifeline, sotto sequestro per lo stesso motivo. All'aereo di Pilotes Volontaires (Ong dell'aria che individua dall'alto le imbarcazioni in difficoltà) è stato negato il rifornimento, mentre alla spagnola Open Arms è stato proibito l'accesso alle acque territoriali anche se attualmente ha a bordo solo l'equipaggio. «Avevamo chiesto di fare rifornimento nei porti maltesi e italiani (ma l'Italia non conferma, ndr) anche per cambiare equipaggio - ha scritto su Twitter l'Ong spagnola-, il nostro è un battello umanitario che ha salvato 5mila vite in un anno sotto il coordinamento della Guardia costiera, il cui equipaggio è europeo come la bandiera e che è stato dissequestrato dalla giustizia italiana».

Argomentazioni che evidentemente non sono state ritenute sufficienti. Oltretutto sull'isola non c'è esattamente un buon clima nei confronti dei migranti e di chi va a soccorrerli, se è vero che giovedì sera, quando la Lifeline è entrata in porto, alcuni manifestanti l'hanno accolta al grido di «tornatevene al vostro paese, i neri non ci piacciono, ci vogliono uccidere». «C'era anche una mamma che obbligava la figlia di 10 anni a ripetere quegli insulti», ha denunciato un fotografo delle Reuters». Intanto i 234 profughi restano in attesa che le singole posizioni siano analizzate per capire chi ha diritto all'asilo e che i 9 stati disponibili ad accoglierli si dividano le quote.

Ieri è stato di nuovo interrogato il capitano della nave. È a piede libero, ma a differenza dell'equipaggio - che è completamente libero - non può muoversi da Malta in attesa di comparire lunedì mattina, di fronte alla Corte di giustizia che lo incriminerà formalmente in merito alla non corretta registrazione del natante nel registro navale olandese. Questo, comunque, non gli ha impedito di dire la sua sulla gestione del caso: «Si parla tanto di Trump e del muro tra Stati Uniti e Messico - ha detto Claus-Peter Reisch -, però io ho l'impressione che l'Europa non sia migliore. Mi vergogno e mi viene da piangere per come sono state trattate le persone che avevamo a bordo, quello che è stato fatto è ai limiti della tortura».

Lifeline si è fatta sentire anche in una conferenza stampa a Berlino. Interessante, perché dopo aver attaccato nuovamente Matteo Salvini («Le accuse che ci ha rivolto ci hanno scioccato, secondo lui abbiamo violato delle leggi ma questo non è vero e lui non ne ha le prove») la portavoce Marie Naass ha anche spezzato una lancia a favore dell'Italia prendendosela poi con la Germania che non ha voluto accogliere neppure un naufrago della loro nave: «L'Italia è stata lasciata molto sola in questi anni ed è chiaro che non possa affrontare da sola l'emergenza immigrazione. Di questo è fortemente responsabile la Germania, non è possibile da un lato bloccare la soluzione europea, come ad esempio sul sistema di Dublino, e dall'altro venire meno alla cooperazione e rifiutando la solidarietà». Anche le Ong, insomma, si rendono conto che qualcosa non funziona.


Bloccata un'altra nave della Ong: "Astral non può attraccare"
Chiara Sarra - Ven, 29/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 46857.html

Dalle parole ai fatti: stamattina Matteo Salvini ha confermato che i porti italiani saranno chiusi per tutta l'estate a tutte le navi straniere delle ONG, che non potranno attraccare neppure per fare rifornimento.

E in serata arriva l'annuncio del ministro delle Infrastrutture che gli dà ragione.

"In ragione della nota formale che mi giunge dal ministero dell'Interno e che adduce motivi di ordine pubblico, dispongo il divieto di attracco nei porti italiani per la nave ONG Astral, in piena ottemperanza dell'articolo 83 del Codice della Navigazione", stabilisce Danilo Toninelli. Che pure all'Huffington Post precisa che sulla chiusura dei porti "si sta facendo una valutazione in base a precisi presupposti giuridici".

La nave in questione è quella battente bandiera inglese della ONG spagnola Open Arms. Già ieri un'altra nave della stessa organizzazione - quella omonima con bandiera spagnola - era stata respinta da Malta e dall'Italia pur non avendo nessun migrante a bordo.


La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 01, 2018 3:36 am

Migranti, naufragio al largo della Libia. Unhcr: "100 morti, un'ora in mare prima che arrivassero aiuti". Tra loro 3 bambini
29 giugno 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ni/4460176

“Rattristati dalla morte di 100 vite umane al largo delle coste della Libia, a Tajoura“. Il tweet dell’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, annuncia che solo 16 delle persone a bordo del gommone affondato a est di Tripoli sono sopravvissute. Tra le vittime, anche tre bambini. Avevano “meno di un anno e mezzo”, fa sapere la Guardia costiera libica. “Trenta donne e 70 uomini sono morti dopo aver nuotato per un’ora prima che arrivassero i soccorsi”, scrive l’Unhcr. Il naufragio è avvenuto sei chilometri al largo delle coste libiche.

Le prime informazioni erano arrivate dal portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem, che aveva riferito di 120 persone disperse in mare. “Le squadre dell’Unhcr hanno assistito 16 sopravvissuti dopo lo sbarco con aiuti medici e umanitari“, si legge ancora nel tweet dell’agenzia Onu. Secondo le parole dei sopravvissuti, l’imbarcazione era partita all’alba dalla città costiera di Garaboulli, a circa 50 km da Tripoli. Qualche ora più tardi, a bordo si sarebbe verificata un’esplosione e il motore avrebbe preso fuoco. Il gommone avrebbe iniziato a imbarcare acqua e alcuni migranti avrebbero cercato di tenersi aggrappati al gommone o alle taniche del carburante cadute in mare. Secondo la guardia costiera, sono stati alcuni pescatori ad avvistare i naufraghi e a dare l’allarme. Un naufrago yemenita ha riferito che a bordo c’erano “20 donne e 10 bambini” e che a naufragare è stata “una barca di legno rovesciatasi perché vecchia”.

“Con 220 persone morte annegate la settimana scorsa si è registrato il maggior numero di morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno. Tutte tragedie evitabili“, scrive Medici senza Frontiere in un appello lanciato ai governi europei che “hanno bloccato le operazioni di ricerca e soccorso in mare delle ong, consegnando la responsabilità dei soccorsi alla guardia costiera libica“. “I governi europei – scrive Msf – stanno finanziando, formando ed equipaggiando la guardia costiera libica per intercettare barche alla deriva e rispedire le persone a bordo in Libia dove vengono detenute in condizioni disumane. In uno sviluppo senza precedenti, circa 2mila persone sono state rispedite in Libia durante lo scorso fine settimana. All’arrivo sono stati condotti in centri di detenzione arbitraria senza alcun processo legale“, sottolinea la ong.

Dopo Malta – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, parlando prima a Circo Massimo su Radio Capital e poi al Festival del Lavoro a Milano, ha invece ribadito l’intransigenza del governo italiano: “Ho sentito il ministro delle Infrastrutture (Danilo Toninelli, ndr) ed emaneremo una circolare che chiude i porti non solo allo sbarco ma anche alle attività di rifornimento alle navi ong, che sono indesiderate in Italia”. La mossa segue quella del governo di La Valletta, che d’ora in poi non farà entrare nei suoi porti nessuna imbarcazione appartenente a un ente no profit. “Ora ci sono due navi davanti alla Libia di Proactiva Open Arms – ha aggiunto Salvini parlando in radio – chiedo che oggi stesso pubblichino l’elenco dei finanziatori“. Loro e le altre ong, ha detto, “fanno politica, mi danno del razzista e del fascista ma,come dicono i militari italiani e libici, aiutano gli scafisti“. Le navi delle Ong “non vedranno più l’Italia se non in cartolina“, ha concluso.


Alberto Pento
Mi dispiace tanto ma che si arrangino, che facciano a meno di partire, se partono e muoino è responsabilità loro.
Pace all'animaccia loro.




Profughi, la veglia del vescovo di Bologna: "Sono morti perché i porti erano chiusi"
Zuppi cita i 70 che hanno perso la vita nei giorni scorsi davanti alla costa libica: "Non ci possiamo abituare a questo". E critica gli hater: "Di fronte al dolore non ci si divide e ci si vergogna di quel gusto un po' da protagonisti digitali di dirsi contro"
22 giugno 2018

http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... -199681952

BOLOGNA - Di fronte al dolore di chi perde la vita "non ci si divide. Si mettono da parte le contrapposizioni e ci si vergogna di quel gusto un po' da protagonisti digitali di dirsi contro. Dobbiamo essere tutti dalla parte delle vittime". L'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, che ieri sera nella chiesa di San Benedetto, in centro a Bologna, ha guidato una veglia di preghiera in memoria dei profughi che hanno perso la vita via mare e via terra nel tentativo di raggiungere l'Europa, non usa giri di parole. Ribadisce la sua posizione contro la chiusura dei porti, e dunque la decisione del ministro dell'Interno Matteo Salvini sul caso della nave Acquarius. E bacchetta gli hater nei social, che di recente hanno attaccato il cardinale Gianfranco Ravasi, lui stesso e il sindaco Virginio Merola. In particolare, Zuppi cita i 70 che hanno perso la vita nei giorni scorsi davanti alla costa libica. Ed è durissimo: "Sono morti perché i porti erano chiusi la settimana scorsa: non ci possiamo abituare a questo".

Durante la celebrazione sono state ricordate le principali tragedie dell'ultimo anno, letti i nomi delle vittime e accese candele in loro memoria. Presente anche un gruppo di migranti, che ha animato con canti la funzione religiosa. Durante la veglia, promossa dalla comunità di Sant'Egidio, è stato letto anche il passo del Vangelo di Matteo ("Ero straniero e non mi avete accolto"), lo stesso che è costato al cardinal Ravasi una pioggia di insulti sui social. Un caso sul quale era intervenuto l'ex premier Romano Prodi: "Insulti web al Vangelo, dove finiremo?".

Il vescovo Matteo Zuppi sottolinea la necessità di "disinquinare l'aria intossicata da rabbia, cinismo e banale egoismo". Ed esorta: "Non dobbiamo arrenderci al male, alla stolta logica di non dare da mangiare a chi ha fame. Il giudizio è per tutti, la divisione non è tra credenti e non credenti, ma tra giusti e non giusti. Nessuno pensi di essere dalla parte giusta, il giudizio inizia da oggi. Dobbiamo essere noi il porto, accogliere ci aiuta a essere accolti. La memoria dei morti ci aiuti a difendere i vivi e a scegliere con intelligenza, determinazione ed efficacia quella umana via per cui ero straniero e mi avete accolto".

Ricordando i nomi delle vittime, "la Chiesa vuole essere madre - spiega Zuppi- che non vuole dimenticare nessuno dei suoi figli. La Chiesa non fa politica, ama i suoi figli". I profughi sono "morti di speranza" e con questa preghiera "vogliamo unirci al loro grido". I migranti, continua l'arcivescovo, "sfidano la morte per un disperato bisogno di futuro, perché scappano da morte sicura. E lo fanno anche per altruismo, per amore verso i loro cari, come facevano i nostri nonni emigranti. Salgono sui barconi consapevoli del rischio, ma la disperazione è più forte della paura".

Alberto Pento
Anche questo vescovo è un demente irresponsabile. Meriterebbe una denuncia per calunnia. Difendere la propria casa e i confini del proprio paese è un diritto e un dovere; nessuno ha il diritto di entrare in casa e nel paese degli altri senza prima chiedere il permesso e chiedere il permesso non obbliga gli altri a concederlo; non esiste alcun diritto che obblighi gli altri a concedere il permesso.


Altri dementi irresponsabili da denunciare per calunnia

L'Open Arms ora accusa l'Italia: "Colpa vostra i migranti morti"
L'accusa della Ong spagnola contro l'Italia e la Libia: "Open Arms avrebbe potuto salvare i 100 migranti morti, ma il suo appello è stato ignorato"
Giuseppe De Lorenzo - Sab, 30/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 47065.html

L'accusa, dura e eccessiva, arriva dalla Ong Poactiva Open Arms. E carica sulla coscenza dell'Italia il peso dei 100 migranti morti ieri sera in un naufragio al largo delle coste libiche. Come se non fossero stati trafficanti, che li hanno stipati su una barca troppo piccola e con un motore malandato, a provocarne l'annegamento.

In un video pubblicato dall'europarlamentare Javi Lopez, il fondatore dell'associazione, Oscar Camps, punta il dito contro il Beplaese, colpevole di non aver fatto affidamento sulle Organizzazioni non governative per salvare i disperati sul gommone. "Ieri 100 persone sono state uccise nel relitto di una barca al largo della costa libica - scrive l'eurodeputato nel tweet - Open Arms avrebbe potuto salvarli ma è stato ignorata dalle autorità libiche e italiane. Oscar Camps ci dice in questo video che non è stato loro permesso di agire". E le parole del fondatore sono durissime: "Tranquillo, Salvini, non erano italiani. Erano solo 'carne umana". E dalla Astral, l'altra imbarcazione di Proactiva, Riccardo Gatti è ancora più diretto: "Ieri abbiamo ricevuto la richiesta di soccorso da parte di una barca con cento persone a bordo, ma l'MRCC italiano ci ha detto che i libici si sarebbero occupati del soccorso, poi abbiamo letto dei cento dispersi". L'accusa è chiara: "Stanno togliendo di mezzo operativi di soccorso esperti come noi, che da anni salviamo le persone in mare. Nelle ultime due settimane, ci sono stati tantissimi naufragi ma non se ne parla perché siamo coperti da queste grida contro le Ong".

Nel gommone naufragato erano presenti oltre 120 persone. Solo 16 sono sopravvissute e tra i morti ci sono almeno tre bambini. L'imbarcazione è entrata in difficoltà in area Sar libica. Spettava dunque a Tripoli, e non a Roma, coordinare le operazioni di salvataggio. Eppure per l'Ong spagnola la colpa è del governo giallo-verde.

A ricostruire quanto accaduto è stato il quotidiano spagnolo eldiario.es, che ha inviato a bordo una reporter. Tutto inizia quando la Open Arms ascolta, sul canale 16 della radio, una comunicazione da parte di un aereo militare europeo indirizzata alla Guardia costiera libica. Il messaggio parla di un gommone in difficoltà nell'area di Al-Khums, vicino alla costa di Tripoli. L'Ong, in quel momento, si trova a circa 80 miglia dal luogo del naufragio.

Sono tra le 9.00 e le 9.10 del mattino. Il capitano Marco Martínez Esteban annota tutto nel diario di bordo. Ma la Open Arms è tagliata fuori, non può intervenire. "È molto lontano e hanno avvertito i libici, siamo con il diesel al limite - ha detto Esteban al eldiario.es - Non possiamo accelerare per arrivare in orario". E così la palla passa alla guardia costiera libica. Intorno alle 10.30 arriva un avviso ufficiale da Malta: "Una zattera in pericolo con circa 100 persone a bordo, le navi nell'area inviano le posizioni e assistono se necessario". La Ong spagnola, nonostante il carburante al limite, chiama l'Mrcc di Roma per proporsi di andare a recuperare gli immigrati. Il gioco è semplice: se Roma avesse dato il via libera alla nave umanitaria, avrebbe assunto il comando dell'operazione. E così i migranti, una volta recuperati, sarebbero dovuti sbarcare in Sicilia. "Abbiamo ricevuto l'avviso - avrebbe detto, secondo il quotidiano spagnolo, il capo-missione Guillermo Cañardo all'Mrcc italiano - questa è la nostra posizione, hai bisogno che andiamo?". Ma la risposta è negativa: "Niente, quello che abbiamo immaginato, è già tardi, i libici sono già lì, li hanno raccolti".

La smentita, ufficiale, arriva però dalla Marina di Tripoli. Il portavoce, l'ammiraglio Ayoub Qassem, ha escluso responsabilità italiane e ha spiegato all'Agi che "il naufragio è avvenuto in acque territoriali libiche e la Guardia costiera non poteva intervenire in alcun modo". E lo stesso ha fatto, in una nota, la nostra marina: "In merito all'evento SAR avvenuto nella giornata di ieri e per il quale risultano dispersi circa 100 migranti - si legge - si informa che lo stesso è accaduto in acque territoriali libiche e non ha visto in alcun modo il coinvolgimento della Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma". Tradotto: se l'Ong avesse voluto prestare il suo aiuto, avrebbe dovuto telefonare a Tripoli (non Roma) e collaborare con i guardiacoste per portare i migranti in Libia. Ma non l'ha fatto.

Le posizioni delle Ong e del governo italiano sembrano in effetti inconciliabili. I natanti umanitari intendono rimanere veri protagonisti delle operazioni di soccorso nel mar Mediterraneo, ruolo che l'Italia intende invece affidare alla Libia (quando i naufragi - come sempre accade - avvengono in acque di competenza di Tripoli). Ed è per questo che oggi Oscar Camps e compagni si sono disinteressati dell'arrivo della marina libica e si sono "fiondati" sul posto per recuperare 59 clandestini prima che Tripoli potesse caricarli sulle navi e riportarli indietro.

Il dramma di ieri, con oltre 100 migranti morti, è certo una disgrazia. "A indignarci - diceva ieri Oscar Camps in un video su Fb - non è solo la perdita di vite umane, ma anche il fatto che non abbiano fatto affidamento sulle imbarcazioni" umanitarie. "All'impriovviso si disinteressano di noi, ci ognorano, non ci chiamano e la gente continua a morire a poche miglia da dove ci troviamo". Ma eventi simili accadevano anche quando ben 13 imbarcazioni delle Ong pattugliavano in lungo e in largo il mare nostrum. Di chi era, allora, la colpa?
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 7:39 pm

L’immigrazione fra sinistra, destra e Stato, Stato e ancora Stato. Riflessioni troppo lunghe di un turbo-liberista selvaggio.
Marco Bassani
7 luglio 2018

https://www.facebook.com/marco.bassani. ... 8915760935

La sinistra è stata spazzata via a causa delle sue posizioni sull’immigrazione. Vi erano forse cento ragioni migliori, ma una politica che il popolo ha percepito essenzialmente “alla Boldrini” è stata decisiva nell’annichilimento di tutto il mondo post-comunista.
L’autentica pagliacciata di ministri di una maggioranza che facevano lo sciopero della fame per approvare una legge (ius soli), a torto o a ragione, avversata dalla stragrande maggioranza del Paese è stato il chiodo sulla bara di un pezzo del Novecento. Cattolicesimo popolare e social-comunismo, le culture politiche che hanno presieduto alla stesura della Costituzione repubblicana, oggi non arrivano forse al 20%.
Sono processi storico-politici di grande rilevanza e che richiederebbero un supplemento di analisi. Per ora, non abbiamo certo visto l’”intellettuale collettivo”, il “moderno Principe” al lavoro. Per ritornare agli antichi fasti la classe dirigente di sinistra ha deciso di scegliere come leader un fesso certificato di nome Saviano. E dal punto di vista tematico ha deciso di puntare tutto sulla difesa del ‘migrante’ (figura che rimpiazza e riassume il proletario produttore di plusvalore marxista il prossimo del Vangelo) e sulla piena permeabilità delle frontiere e sull’”accoglienza”.
Quella che appare essere una sorta di morte assistita (la “classe politica” sta portando la sinistra in Svizzera alla ricerca di una morte dolce) deve essere però compresa fino in fondo nella sua drammaticità.
Il crollo del comunismo non aveva posto la sinistra di fronte al suo fallimento storico. Tutti i partiti a vario titolo marxisti si erano immediatamente reinventati una nuova ragione sociale: non più il ribaltamento dei rapporti capitalistici di produzione, ma la difesa a oltranza dello Stato sociale, di un apparato burocratico che tutto sa e tutto può nella redistribuzione e nella reinvenzione della realtà sociale. Il punto di rottura sono proprio le migrazioni e la loro tendenziale incompatibilità con il “welfare State”. Se l’accoglienza del diverso appare un dovere morale pienamente compatibile con gli “ideali” di una sinistra moderna, le frontiere aperte al contrario minano un sistema, quello del welfare, sul quale la sinistra ha puntato tutto.
Molti autori segnalano come il tratto distintivo delle odierne migrazioni verso l’Europa sarebbe il carattere prevalentemente non cristiano delle popolazioni in arrivo. I musulmani, in effetti, pongono alcuni problemi dal punto di vista dell’integrazione che solo un cieco o un papa possono non vedere.
Se gli aspetti sociali delle migrazioni sono assai complessi, dal punto di vista politico la questione cruciale è davvero una sola. Il vero, grandissimo, ineludibile problema è che oggi quasi tutte le società che ricevono immigrati sono ad altissimo tasso di redistribuzione e tassazione per mezzo di un intervento governativo senza precedenti nella storia umana. Questa è la vera novità politica, il singolo fattore maggiormente rilevante. Se l’immigrazione di cento anni fa in America provocava ogni sorta di problemi sociali, la popolazione nativa non vedeva però una parte del proprio reddito sparire a causa dei nuovi arrivati. Anzi, per quanto eventualmente sporchi e ignoranti, i nuovi immigrati dell’Europa orientale o meridionale producevano ricchezza fin da subito e non ottenevano nulla dai contribuenti americani.
La Chiesa e la sinistra radicale non sembrano ancora aver capito che un’immigrazione tutta sulle spalle della collettività e della fiscalità generale spazzerà via qualunque traccia di welfare. E il tutto dopo aver causato tensioni sociali enormi fra poveri nati da ventri italici e poverissimi generati da uteri africani.
Il sistema dello Stato sociale, infatti, è chiuso, si nutre di un’ideologia confinaria, si sviluppa in un mondo - quello della Guerra Fredda - impermeabile alle migrazioni e con confini rigidissimi.
Insomma, se un tempo i comunisti duri e puri affermavano “il comunismo o sarà planetario o non sarà”, per il welfare State vale il discorso opposto. Il sistema regge solo confrontiere invalicabili che stabiliscono con chiarezza chi è cittadino, chi non lo è, chi ha diritto ai soldi degli altri e in quale misura. Un sistema di welfare aperto non può esistere, il sistema non è “universale”, ma nasce per “discriminare”: nelle prestazioni, nell’assistenza, nei sussidi. In breve, la difesa dello Stato sociale appare davvero incompatibile con frontiere colabrodo.
La proprietà pubblica è insomma fonte di conflitti continui che vengono a galla con grande chiarezza proprio nel caso dell’immigrazione. Gli immigrati, infatti, occupano spazi pubblici che non hanno contribuito a costruire, percepiscono quote di spesa corrente che viene sottratta ai cittadini. In ogni caso, non sembra una prospettiva politica realistica quella di chiamare i (pochissimi) lavoratori italiani a impegnarsi in una guerra su due fronti: la povertà interna e il disagio mondiale.
La destra statalista oggi al ministero dell’interno appare ben più attrezzata della sinistra “universalista” per sfruttare elettoralmente il tema dell’immigrazione. Esiste ormai un partito nazionale a tutto tondo, che sostiene l’esistenza di due gruppi contrapposti, i cittadini e gli elementi allotri, ossia la “comunità del noi” e un mondo che la assedia. Lo slogan “prima gli italiani” appare rozzo, ma ben più efficacie dell’esaltazione di una società multirazziale, dei cui benefici la popolazione non è in generale per nulla convinta.
Eppure, se far entrar chiunque è pura follia, sigillare le frontiere è tanto impossibile quanto poco auspicabile, giacché una società chiusa è destinata a morire.
I sistemi assistenziali che caratterizzano le nostre società creano una conflittualità crescente che può essere disinnescata solo a partire dalla depoliticizzazione dell’immigrazione. Una posizione libera e di mercato sulla questione dell’immigrazione non esiste, né in Italia, né nel resto del mondo: il velo dello Stato non permette di vedere e prospettare autentiche soluzioni.
In un mondo perfetto, ossia ben diviso e ordinato secondo confini reali fondati su diritti di proprietà chiari e distinti, i conflitti potrebbero essere risolti con precisione: nessun migrante potrebbe entrare da nessuna parte se non è stato invitato. Se vivessimo, inoltre, in un mondo fondato sull’autogoverno delle piccole comunità e sui diritti di proprietà, l’immigrazione non diventerebbe mai un problema sociale. E non è un caso se il Paese con la più alta percentuale di immigrati al mondo (oltre il 20%), ossia la Svizzera, non viva affatto in modo isterico il fenomeno. L’antica tradizione “elvetica” si dimostra assai migliore delle scelte continentali e italiane in particolare di centralizzare tutte le decisioni.
L’immigrazione deve essere affrontata a partire dall’economia e dalle domande reali provenienti dai bisogni delle persone, non dalle idee delle classi politiche o ecclesiastiche, o dai tornaconti delle burocrazie interessate. In generale, occorre essere sempre sospettosi verso chi si dichiara privo di interessi personali: spesso è solo un modo per nascondere vantaggi inconfessabili e ingiustificati.
Spostarsi è forse un diritto naturale dell’uomo, ma deve diventare il diritto di muoversi “dove si vuole e fra chi ci vuole”. In Italia, destra e sinistra discutono delle cose in un mondo – reale ed ideale – di turbo-statalismo selvaggio, dominato da assistenza, burocrazie e caste parassitarie che di immigrazione e redistribuzione vivono. La difesa dell’assistenzialismo e dello “spazio pubblico” rende impossibile sciogliere il nodo gordiano dell’immigrazione.
Solo una società aperta e fondata sul mercato, ossia sulla libertà degli individui, può assorbire e integrare un numero ragionevole di immigrati. Ma è proprio quello che in questo non paese non può esistere.



Alberto Pento
Spostarsi è un diritto inferiore al diritto di non ricevere, accogliere, ospitare nella propria casa e nel proprio paese.
Società aperta cosa vuol dire? e Marcato cosa vuol dire?
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 15, 2018 7:21 am

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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 15, 2018 7:21 am

I diritti civili di un paese sono un patrimonio dei cittadini di quel paese e non di altri; sono un portato di una storia di sacrifici e il loro mantenimento è un costo gravoso per i cittadini di quel paese, sono una loro proprietà privata, non sono un bene universale.

Tra gli altri beni fondamentali di un paese vi sono, il territorio con i suoi confini, la cittadinanza, la storia, la tradizione, la cultura.
Questi beni vanno tutelati, difesi, non sprecati, non disprezzati, non calpestati, non regalati, non malversati, non dispersi, non rubati, non maltrattati, non scialacquati, non dilapidati, non sperperati, ... adoperati con parsimonia a beneficio esclusivo dei cittadini e non di altri.

Non esiste alcun diritto universale di non cittadini a introdursi clandestinamente e illegalmente in un altro paese per usufruire di questi beni, rubandoli, frodandoli, rapinandoli, abusando delle convenzioni sul soccorso e l'asilo umanitario e politico.
Un governo, una amministrazione, una magistraura civile, penale, contabile hanno il dovere primario di tutelare questi beni e se li adoperassero malamente a danno dei cittadini andrebbero tutti perseguiti come criminali.

I diritti civili non sono un bene miracoloso, della divina provvidenza, una manna che discende inesauribile dal cielo ma provengono esclusivamente dalla fatica, dal lavoro, dall'impegno, dal sacrifico, dalla tradizione, dalla storia, dalla cultura di quel paese, dei cittadini di quel paese; sono una loro proprietà privata e non appartengono ad altri; nessun altro può disporre di questi beni se non i cittadini stessi. Regalare la cittadinanza a chichessia, in maniera sconsiderata e scriteriata, per impoverire il patrimonio dei cittadini è un crimine gravissimo.

Tra i diritti civili vi è l'assistenza sanitaria, la pensione sociale, l'assistenza ai disabili e agli anziani, una casa popolare ai bisognosi, l'assistenza ai disoccupati, il sostegno alla maternità, la formazione scolastica o diritto allo studio, ... ecc. ecc. tutto ciò non può essere distribuito a chi non è cittadino e aprire le frontiere e i porti significa sperperare, depredare i cittadini di questi beni fondamentali; un vero crimine sociale, economico, politico.

Per tutto ciò è diritto legittimo dei cittadini difendere questi beni primari e fondamentali, da chiunque voglia sperperarli, depredarli, frodarli, abusarli.
I clandestini, i rifugianti falsi, gli abusivi, l'eccesso di asilanti veri o l'abuso insensato dell'asilo, dell'accoglienza umanitaria, costituiscono un pericolo e un danno gravissimo per i cittadini di ogni paese e costoro hanno il diritto pieno e sacrosanto di manifestare contrarietà, rifiuto, rigetto, di respingere, di non accogliere, di invitare tutti costoro ad andarsene e di organizzarsi civilmente, socialmente, politicamente, militarmente per difendere questo patrimonio e questi diritti civili (tra cui la cittadinanza e i confini confini) che rientrano pienamente nei diritti umani universali a cui non appartengono minimamente i presunti diritti dei non cittadini clandestini, abusivi, illegali, criminali e parassiti.

Chi interpreta come razzismo la difesa-il non sperpero dei diritti civili di un paese, da parte dei cittadini e dei loro rappresentanti poltici, non può essere altro che un demente o un criminale.

È un diritto e un dovere difendere i confini, la cittadinanza, i diritti civili del proprio paese e dei propri concittadini, il non farlo o l'omettere di farlo, è un tradimento e un crimine gravissimo contro il proprio paese, i propri concittadini e l'umanità intera rappresentata dall'umanità dei propri concittadini.


Ecco una sentenza demenziale, criminale che viola di diritti umani e civili dei cittadini italiani

Lo ha stabilito la Cassazione: dire ai migranti «andatevene via» è razzismo

https://ilmessaggero.it/primopiano/cron ... 51961.html

Dire ai migranti «andatevene via» è razzismo. Lo ha stabilito la Cassazione spiegando che per l'aggravante dell'odio razziale è «irrilevante l'esplicita manifestazione di superiorità razziale» e può essere applicata anche nel caso di espressione generiche di disprezzo verso gli stranieri come «che venite a fare qua... Dovete andare via». La Cassazione ha confermato l'aggravante della finalità di discriminazione razziale, e il relativo aumento di pena, a un 40enne, accusato di lesioni, in concorso con un'altra persona.

L'uomo chiedeva una riduzione della pena, sostenendo che le affermazioni a lui attribuite dai testimoni fossero generiche e non richiamassero a una presunta superiorità della razza. Ma, ricorda la quinta sezione penale della Cassazione, l'aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso «non ricorre solo quando l'espressione riconduca alla manifestazione di un pregiudizio nel senso dell'inferiorità della razza» ma anche quando la condotta «risulta intenzionalmente diretta a rendere percepibile all'esterno e a suscitare in altri analogo sentimento di odio etnico».

Frasi di questo tipo, osserva la Corte, sono «chiaramente espressive della volontà che le persone offese e gli altri cittadini extracomunitari presenti ai fatti lasciassero il territorio italiano a cagione della loro identità razziale». Anche il fatto che i due si fossero dati appuntamento presso un circolo frequentato da stranieri è stata considerato, assieme alla frasi pronunciate, indicativo della volontà di «diffondere odio verso la presenza nel Paese di soggetti appartenenti ad altra etnia».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 15, 2018 7:21 am

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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 15, 2018 7:22 am

Migranti, Conte e Salvini cercano accordo con Ue: redistribuzione o niente sbarco
14 luglio 2018

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... d99bb.html

Un accordo per la redistribuzione dei migranti o niente sbarco sulle coste italiane. Questo il punto fermo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, d'accordo con il ministro dell'Interno Matteo Salvini, pensa di tenere sulla vicenda dei 450 migranti trasbordati da un barcone a largo di Linosa su una nave della Guardia Costiera italiana e su un'imbarcazione di Frontex. Di questi 176 persone sono sul pattugliatore 'Protector', e altre 266 sul 'Monte Sperone' della Gdf. Otto persone, tutte donne e bambini, sono invece state già trasportate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per motivi sanitari.

È arrivata nella rada di Pozzallo, in Sicilia, la nave 'Protector' di Frontex con a bordo 176 migranti trasbordati la scorsa notte dal barcone proveniente dalla Libia. Il pattugliatore della Gdf, con a bordo gli altri 266 migranti, si trova invece al momento al limite delle acque territoriali. Le due imbarcazioni attendono disposizioni. Intanto a bordo delle due navi arriveranno viveri e medicine oltre ad una equipe di medici.

Lo scontro con Malta

Al centro della vicenda l'ennesimo scontro diplomatico con Malta, dopo che dall'Italia una volta accertata la presenza del barcone in zona Sar maltese, era stato chiesto a La Valletta di intervenire in soccorso dei migranti. Intervento che però il governo di Malta ha rifiutato. "Noi adempiamo alle regole internazionali come hanno sempre fatto altri Paesi europei, come l'Italia". E' la risposta dell'ambasciatore di Malta in Italia, Vanessa Frazier. "Sono stati soddisfatti tutti gli obblighi previsti dalle convenzioni internazionali applicabili al coordinamento della ricerca e del salvataggio, il centro di coordinamento dei soccorsi di Malta ha monitorato la nave per garantire assistenza immediata, se necessario. La nave ora è in Italia", ha twittato di nuovo il governo di Malta dal suo account ufficiale.


Ieri sulla vicenda già c'era stato uno scontro fra Italia e Malta. 'In un porto italiano non può e non deve arrivare. Abbiamo già dato, ci siamo capiti?', aveva detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

A questo punto, dunque, il premier sta lavorando "per un accordo con gli altri paesi Ue per una redistribuzione immediata di tutti i migranti. E e non ci saranmno risposte dai partner " ai 450 non sarà consentito di sbarcare". Lo riferiscono fonti di governo, al termine di una "lunga e cordiale" telefonata con Matteo Salvini. Le due ipotesi alternative sono "contatti con la Libia per il loro eventuale rientro sulle coste libiche da dove sono partiti o la permanenza a bordo delle navi dove fare riconoscimenti ed esame richieste".

L'Ue: ancora nessun contatto dall'Italia e comunque vale principio di non respingimento

La Commissione Ue aspetta la lettera del premier Giuseppe Conte, che per ora non è ancora stata ricevuta Bruxelles. Secondo quanto si apprende, non ci sono per il momento contatti in corso sulla questione della redistribuzione dei 450 migranti a bordo delle navi di Frontex e della Guardia di Finanza. In ogni caso, secondo le regole attuali d'ingaggio delle navi sotto missioni Ue, quali quelle di Frontex, non è possibile lo sbarco in Paesi terzi come la Libia. Centri regionali di sbarco in Paesi terzi sono invece una delle opzioni allo studio della Commissione Ue dopo il vertice Ue sui migranti del 24 giugno. Deve però sempre essere rispettato il principio di non respingimento.

I migranti soccorsi si erano lanciati in acqua

"Ieri in serata stato intercettato a largo di Linosa, da un convoglio di tre motovedette della Guardia costiera e una della Guardia di finanza, un barcone con 450 migranti a bordo. Alla vista delle unità italiane il barcone si è fermato e alcuni naufraghi hanno iniziato a lanciarsi in acqua". Così fonti di governo ricostruiscono la vicenda. "Grazie all'intervento di una motovedetta i migranti sono tutti stati recuperati. In nottata sono giunti il pattugliatore Montesperone della Gdf e una nave inglese che hanno accolto 442 migranti".

La Capitaneria di porto di Porto Empedocle è in attesa di conoscere dal centro di coordinamento di Roma l'approdo delle due unità navali. Non c'è ancora alcuna certezza sulla loro destinazione.

Frontex: operazione italiana noi non decidiamo sullo sbarco

"La rotta dove portare i migranti trasbordati dal barcone arrivato ieri sera dalla Libia non la decidiamo noi, è un'operazione della Guardia costiera e noi seguiamo il loro comando". Lo ha dichiarato la portavoce di Frontex, Ewa Moncure, che ha spiegato che "l'operazione è ancora in corso" e ha confermato che "le persone bisognose di cure mediche sono state trasferite a Lampedusa". "Per il resto è un'operazione italiana e Frontex non può prendere decisioni", ha precisato.

Salvini a Conte: migranti vadano a Malta o in Libia

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha informato della situazione dei migranti a bordo delle navi della Gdf e di Frontex il premier Giuseppe Conte ribadendo la sua linea: nessun porto italiano per i migranti. "Occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti e stimolare un intervento europeo", avrebbe sottolineato Salvini a Conte, insistendo sull'opportunità che alle due navi venga data indicazione di fare rotta verso Malta o la Libia. Dunque, avrebbe ribadito, non verrà dato accesso ai porti italiani.

Nella telefonata con il premier, secondo quanto si apprende, Salvini avrebbe ribadito la sua volontà di non cedere. "In Italia si arriva solo con mezzi legali" ha sottolineato al presidente del Consiglio, ripetendo che i migranti a bordo delle due navi della Gdf e di Frontex "si nutrono e si curano, mettendo in salvo donne e bambini" ma per loro non ci sarà "alcun porto" in Italia. "Non possiamo cedere - avrebbe ribadito Salvini -; la nostra fermezza salverà tante vite e garantirà sicurezza a tutti". A Conte il titolare del Viminale avrebbe infine segnalato che da quando il governo si è insediato, ci sono stati 27mila sbarchi in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e, dunque, non bisogna "mostrare debolezze".

Conte in contatto con i ministri risolvere il caso

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è in costante contatto con i ministri Salvini, Moavero e Toninelli e con i responsabili delle unità di soccorso, "per la risoluzione di questa ulteriore emergenza". Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi, in relazione alla vicenda dei migranti trasbordati su due navi della Guardia di Finanza e di Frontex.


Conte sente Salvini e tratta con Ue: "Redistribuire i 450 migranti o non sbarcano"
2018/07/14

https://www.huffingtonpost.it/2018/07/1 ... a_23481884

Una lunga e cordiale telefonata tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepremier Matteo Salvini, ministro dell'Interno, che hanno affrontato la questione dei 450 migranti recuperati al largo di Lampedusa. E' quanto si apprende da fonti di governo, secondo cui sarebbero tre le ipotesi in campo esaminate dai due membri di governo: redistribuzione immediata dei 450 con altri partner europei, contatti con Libia per il loro eventuale rientro sulle coste libiche, da dove sono partiti, permanenza a bordo delle navi dove fare riconoscimenti ed esame richieste.

Conte oggi stesso invierà al presidente Juncker e Tusk e agli altri leader europei una lettera volta a sollecitare l'applicazione immediata anche all'ultimo caso di migranti in mare "dei principi europei affermati nel corso dell'ultimo Consiglio Europeo di fine giugno". Lo affermano fonti di Palazzo Chigi. "L'Italia non è più disposta a farsi carico in modo isolato di un problema che riguarda tutti i Paesi europei"

In precedenza il ministro dell'Interno aveva informato il premier Conte ribadendo la sua linea: nessun porto italiano per i migranti. "Occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti e stimolare un intervento europeo", avrebbe sottolineato Salvini, insistendo sull'opportunità che alle due navi venisse data indicazione di fare rotta verso Malta o la Libia.

Questa mattina i 450 migranti che erano a bordo del barcone erano stati smistati su due navi: 176 persone sono sul pattugliatore Protector, inserito nel dispositivo Frontex che è nella rada di Pozzallo, e altre 266 sul Monte Sperone della Gdf che dovrebbe attraccare ad Augusta. Otto persone, tutte donne e bambini, sono invece state già trasportate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per motivi sanitari.

Il governo italiano era intervenuto dopo un lungo braccio di ferro con Malta, che aveva preso in carico il coordinamento del soccorso senza però mandare navi e senza rendersi disponibile ad accogliere sull'isola i migranti.




Trump, immigrati cambiano Ue in peggio
Intervista al Sun, Europa perde sua cultura a causa immigrazione
13 luglio 2018

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/e ... 5c67a.html

(ANSA) - NEW YORK, 13 LUG - Donald Trump torna ad attaccare i leader europei, accusandoli di distruggere la cultura del continente consentendo l'ingresso di milioni di immigrati. In un'intervista al Sun mentre si trova a Londra, il presidente americano afferma: ''Mi piacciono i paesi europei. Io sono un prodotto dell'Unione Europa. Ritengo che quello che e' accaduto all'Europa e' un peccato. State perdendo la vostra cultura.
L'ondata di immigrati sta cambiando l'Europa in peggio" aggiunge.


Praga gela l'Italia: "Richiesta sui migranti strada per l'inferno"
15/07/2018

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2 ... uPYmN.html

"Una strada per l'inferno". Così il premier della Repubblica Ceca Andrej Babis ha definito su Twitter la richiesta dell’Italia ai Paesi dell’Ue di accogliere parte dei 450 migranti presenti su due navi Frontex. "Ho ricevuto, insieme ad altri primi ministri europei, copia della lettera del premier italiano (Giuseppe) Conte, in cui chiede che l’Unione europea si faccia carico di alcune delle 450 persone ora bloccate in mare. Un simile approccio è la strada per l'inferno", si legge nel post.
Mentre Francia, Malta e Germania hanno già acconsentito ad accogliere 50 migranti ciascuno, Babis ritiene che questa misura "incita solo i trafficanti e aumenta i loro profitti". "Il nostro Paese - prosegue - non prenderà alcun migrante. Al Consiglio europeo abbiamo applicato il principio della volontarietà e ci atteniamo ad esso".
Il premier ceco ha quindi ribadito che "l'unica soluzione alla crisi migratoria è il modello australiano, ossia non fare sbarcare i migranti in Europa". "Dobbiamo inviare il chiaro segnale che l'immigrazione clandestina è finita e che l'Unione europea è pronta a rimpatriare immediatamente i migranti illegali".
"Dobbiamo aiutare i migranti nei Paesi dai quali vengono, al di fuori dei confini dell'Europa, per impedire loro di mettersi in viaggio", ha concluso Babis.

Alberto Pento
Questa è ragionevolezza umana al 1000%.
Io aggiungerei niente nazisti maomettani, nemmeno se profughi certificati.




Migranti, Conte si smarca da Salvini: "Nessuna strada per l'inferno, scelta la legalità"
18 luglio 2018

http://www.today.it/politica/migranti-g ... tizie.html

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, scrive una lettera aperta al premier della Repubblica Ceca Andrej Babis, che aveva parlato di "strada verso l'inferno" riferendosi alla gestione italiana dei 450 migranti soccorsi nel Mediterraneo. Il premier prova così a ritagliarsi un suo spazio, anche mediatico, nel dibattito su un tema nel quale Salvini, e solo Salvini, è stato la voce del governo fino ad ora. E Conte si smarca da Salvini, quantomeno nei torni.

"Non abbiamo affatto imboccato 'la strada verso l'inferno', ma - scrive Conte - abbiamo piuttosto scelto la strada maestra della legalità, della responsabilità condivisa della gestione del fenomeno migratorio, dell'azione concreta, focalizzata e di matrice autenticamente europea". "Chi mette piede in un Paese europeo mette piede in Europa. L'altra faccia di tale principio è che nessuno di noi può pensare di fare da solo! Parliamone, caro Andrej. Ti invito a Roma, quando vorrai, per confrontarci e approfondire l'approccio europeo proposto dall'Italia", prosegue il premier.

Conte: "Logica strutturale, non emergenziale"

"Caro Andrej, durante lo scorso fine settimana, anche attraverso l'apprezzata collaborazione di diversi Stati Membri, l'Italia -scrive Conte- ha potuto far fronte all'ennesima crisi migratoria mettendo in salvo 450 persone che verranno ora accolte in diversi Paesi europei. Lo abbiamo fatto salvando vite umane e con modalità rispettose dei diritti delle persone e in piena coerenza con le conclusioni che tutti insieme abbiamo adottato al Consiglio Europeo dello scorso giugno".

Migranti, doccia fredda per l'Italia: il "piano Conte" non può partire

"Le conclusioni del Consiglio - che, mi piace ripeterlo, sono il frutto del lavoro fatto insieme a 28 - aprono finalmente a una logica strutturale anziché emergenziale nella gestione della migrazione, una logica che guarda alla realtà del fenomeno, alle sue prospettive e alle sfide concrete a cui esso ci espone". "D'altronde -osserva Conte- non possiamo affrontare questo fenomeno guardando solo all'oggi, senza premurarci di considerare gli sviluppi futuri, che si ricollegano al tasso di crescita dell'economia mondiale e alle linee dello sviluppo demografico degli altri continenti".


"Migrazione fenomeno globale"

"I flussi migratori costituiscono un fenomeno globale. Se lo affrontassimo in base a un approccio meramente ''nazionale'', non riusciremmo a governarlo e ne rimarremmo sopraffatti. La storia stessa del nostro continente mostra che i grandi fenomeni epocali si sottraggono ai tentativi individuali e isolati di controllo. Se rinunciassimo a una gestione comune del fenomeno migratorio, l'Europa sarebbe perdente e con essa tutti i suoi Stati, non solo quelli di frontiera come l'Italia".

Da Gennaio 1443 morti nel Mediterraneo: "Non è una crisi migratoria ma umanitaria"

"La proposta italiana -scrive Conte al premier ceco-, ripresa in larga parte dalle conclusioni del 28 giugno, guarda con coraggio e lungimiranza alla sfida che abbiamo davanti. Non propone affatto un'irrealistica apertura delle frontiere, né tantomeno contempla un'accoglienza indiscriminata. L'Italia propone invece un cambio di prospettiva dell'UE, un approccio multilivello e organico che passa attraverso azioni condivise per contrastare la migrazione illegale e tutelare coloro che davvero hanno diritto alla protezione internazionale. "Chi mette piede in un Paese europeo mette piede in Europa. L'altra faccia di tale principio è che nessuno di noi può pensare di fare da solo! Parliamone, caro Andrej. Ti invito a Roma, quando vorrai, per confrontarci e approfondire l'approccio europeo proposto dall'Italia", conclude il premier Conte.

De Falco: "Soccorrere in mare è un dovere universale"

"La morte della donna e del bambino è una tragedia umana su cui nessuno ha il diritto di speculare, su cui tutti abbiamo il dovere di riflettere concretamente per evitare che succeda ancora". Lo afferma in una nota il senatore cinquestelle Gregorio De Falco in merito alla morte in mare di una migrante e di suo figlio.

"Soccorrere chi rischia di morire in mare - aggiunge - non è un'opzione individuale, è un dovere universale. Oggi più che mai risulta evidente l'urgenza e l'importanza di addestrare ed aiutare le componenti della Guardia Costiera libica ad operare secondo gli standard internazionali per garantire la sicurezza e i diritti umani dei migranti in Libia e dei naufraghi in mare, con il doveroso coinvolgimento dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Questa è la strada che l'Italia ha giustamente intrapreso e intende portare avanti per fermare l'ecatombe dei barconi della morte, in attesa di una regolazione complessiva dei flussi migratori. Una strada non facile ma doverosa e al momento ancora priva di alternative".

Alberto Pento
Forza Praga!
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » dom lug 15, 2018 7:23 am

Barletta, immigrato chiede l'elemosina e morde un passante (clandestino richiedente asilo)
Emanuela Carucci - Mer, 11/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 51986.html

Ha anche colpito la sua vittima con un'asta. Si tratta di un ghanese di 26 anni ora in carcere
È accaduto a Barletta, un Comune della provincia Bat (Barletta- Andria- Trani), in Puglia.
Un ghanese di 26 anni chiedeva l'elemosina davanti all'oratorio della parrocchia seminario di Santa Lucia quando un ragazzo non solo non gli ha lasciato soldi, ma gli ha gentilmente chiesto di allontanarsi. Il mendicante probabilmente si è sentito offeso e ha colpito la vittima con l'asta metallica di uno spazzolone trovata lì vicino e lo ha morso ad un braccio. È accaduto in pieno centro, non molto lontano dalla caserma dei carabinieri. Proprio al momento dell'aggressione passavano davanti all'oratorio i militari che sono intervenuti bloccando l'immigrato che ha cercato di colpire anche loro. Si tratta di un richiedente asilo che è stato arrestato con l'accusa di aggressione. La giovane vittima, invece, è stata subito soccorsa e medicata. Per lui i sanitari hanno disposto cinque giorni di prognosi e prescritto una serie di analisi per le ferite riportate. Non è il primo caso simile. Appena un mese fa una donna a Palermo è stata aggredita da un mendicante.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » lun lug 16, 2018 9:15 am

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