La mia terra non è la tua terra

Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:41 am

L'obbligo dell'accoglienza è una delle peggiori forme di riduzione in schiavitù e dire NO e rifiutarsi di accogliere è l'unico modo di affermare la propria libertà, la propria dignità umana e la propria sovranità.

I buonisti processano Salvini: "Riapra subito i porti italiani"
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 11/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 39581.html

Dall'Arci all'Anpi fino all'Azione Cattolica: tutti contro il blocco navale di Salvini. E la Cei avvisa: "Non è una vittoria"

Tutti contro Salvini. Una grande ammucchiata che va dai partigiani ai cattolici, passando per preti, vescovi e partiti della sinistra. La mossa a sorpresa del ministro dell'Interno ha colto di sorpresa i suoi avversari politici, che ora - frastornati per il blocco navale imposto dall'Italia - non possono che aggrapparsi a inutili appelli umanitari.

Salvini intanto canta vitttoria. E lo fa dopo aver ottenuto quello che sperava: la disponibilità da parte di uno Stato Ue ad accogliere i migranti al posto dell'Italia. Prima il ministro ha impedito a Sos Mediterranée di dirigersi con oltre 600 profughi direttamente in Sicilia (come consuetudine). Poi ha fatto pressioni su Malta, inviando una lettera a La Valletta e chiedendo all'isola di assumersi le sue responsabilità umanitarie. Infine ha tenuto il punto per qualche ora, finché la Spagna non si è dimostrata disponibile a far sbarcare la Aquarius sulle sue coste.

A sinistra, ovviamente, si sono indignati. La Repubblica ha accusato Salvini di tenere i 626 immigrati della nave Ong sotto "ostaggio". Padre Zerai, famoso per le sue battaglie in favore dei profughi e fotografato gioioso assieme alla Boldrini, ha scritto un appello per riaprire i porti italiani. Saviano se l'è presa con Toninelli (visto che sul leghista aveva "perso ogni speranza") dichiarandosi deluso perché lo credeva "una brava persona". Inutile star qui a ricordare le tante dichiarazioni dei parlamentari del Pd, dei vari sindaci rossi (che hanno proposto i loro porti per far approdare l'Aquarius), di Orfini, Martina e compagnia varia. L'elenco è lungo: ci sono Grasso, la Boldrini e pure Gino Strada. Tutti - può essere il riassunto - hanno accusato il Viminale di aver fatto campagna elettorale sulla pelle dei migranti.

Anche la Chiesa con il tweet di monsignor Ravasi ha fatto sapere che il blocco navale non è cosa gradita a Vescovi e cardinali. "Non è una vittoria dell'Italia, ma una sconfitta della politica in generale e della Ue in particolare - ribadisce il cardinale Francesco Montenegro, presidente della Caritas e responsabile della Cei sul tema dei migranti - Questa volta, alla fine è andata bene. Ma la prossima volta? Che si fa? Si aspetta di volta in volta che un Paese si faccia generosamente avanti? Facciamo un bel sorteggio? Ma con la vita umana non si può giocare!". Poi un messaggio al ministro: "Dicono che Salvini ha vinto? Non voglio dare giudizi sul suo gesto: dico solo che quella tra ieri e oggi è stata una singola battaglia, chiusa positivamente grazie alla Spagna. Ma c'è tutta una guerra da affrontare, per restare nella metafora bellica che non condivido".

Come se non bastasse, l'ANPI Nazionale, l'Arci Nazionale, l'Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza si sono unite in un sol coro per condannare l'"inaccettabile" decisione di Salvini. "La chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius e alla Sea Watch 3 - scrivono in una nota - è una soluzione inaccettabile". Le varie associazioni sostengono che l'Italia sia obbligata a soccorrere i barconi e far approdare le navi Ong a Pozzallo o Lampedusa. "L'Italia non può voltare le spalle - scrivono - ogni migrante, tra cui tante donne e bambini indifesi, è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo. Non si faccia l'imperdonabile errore di chiudersi nei confini della propria nazione, di alzare nuovi muri di odio e paura che non fanno bene al Paese e che aumentano ancora di più le disuguaglianze. Per questo chiediamo al Governo che vengano riaperti immediatamente i porti italiani per accogliere le navi che soccorrono i migranti".

Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420

I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0904548886


Aquarius, Alex Zanotelli: "Sono arrabbiatissimo. Salvini? È un razzista, punto e basta, sta prendendo in giro il M5s"
12 giugno 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... 5s/4421440

“Io sono veramente arrabbiato. Ho detto a Fico “Salvini è troppo forte e vi sta prendendo totalmente in giro“. Devono stare attentissimi. Io non posso accettare quello che ha fatto e quello che promette di fare: sbattere fuori 500.000 migranti e i bulldozer contro i campi rom. Non prendiamoci in giro, c’è un razzismo in Italia che sta crescendo in questi anni. Poi è chiaro, manipolato così come è avvenuto in questi anni dalla politica, il razzismo esplode in questa maniera. Io l’ho detto chiaramente: non so come un cristiano abbia fatto a votare un uomo che è un razzista, punto e basta”. Così Alex Zanotelli commentando la vicenda dell’Acquarius e le posizioni espresse da Salvini su immigrazione e campi rom


Salvini trova sponde a Berlino
2018/06/12

https://www.huffingtonpost.it/2018/06/1 ... a_23456852

"Lunga e cordiale telefonata tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer in cui si è registrata una piena sintonia in tema di politiche di sicurezza e immigrazione". Lo fa sapere in una nota il Viminale, aggiungendo che da parte dei due ministri c'è "assoluta condivisione" sulla "presentazione di una proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne anche al fine di non perdere ulteriore tempo". Il ministro Salvini – si legge ancora nella nota – ha accolto con piacere l'invito del ministro tedesco a un prossimo incontro a Berlino.

Il leader leghista, fresco della "vittoria" sul caso Aquarius, trova così sponde a Berlino, inserendosi in un clima di tensione tra lo stesso ministro Seehofer, esponente di punta della Csu, e la cancelliera tedesca Angela Merkel, divisi sui respingimenti dei migranti ai confini della Germania. Le divergenze, riportate ieri da Bild, hanno fatto slittare la presentazione di un piano generale sull'immigrazione che sarebbe dovuta avvenire oggi.

Seehofer, in particolare, ritiene che i richiedenti asilo, già registrati in altri paesi Ue o espulsi dalla Germania, debbano essere respinti alle frontiere. Secondo l'agenzia Dpa, che cita fonti governative, Merkel avrebbe posto il veto su alcuni aspetti del piano. La linea di Seehofer prevedrebbe per la polizia la possibilità di negare, in maniera unilaterale, l'ingresso a migranti già registrati in altri paesi dell'Unione. La cancelliera teme che tale meccanismo minerebbe la solidarietà europea e creerebbe problemi con l'Austria, che dovrebbe farsi carico di gran parte dei migranti respinti.

Merkel, intanto, riceverà oggi a Berlino il cancelliere tedesco Sebastian Kurz, altro leader in sintonia, sul tema migranti, con il ministro dell'Interno italiano. Al centro dei colloqui, la questione immigrazione e le politiche di accoglienza per i richiedenti asilo. Kurz è uno dei critici più accesi nei riguardi della decisione della Merkel di aprire nel 2015 le frontiere tedesche a centinaia di migliaia di migranti. Il cancelliere austriaco ha anche bocciato la proposta tedesca per un sistema di ripartizione dei migranti, che punti ad alleggerire il peso che grava su Italia e Grecia. Domani è previsto un altro incontro tra il ministro Seehofer e il cancelliere austriaco Kurz.



Australia, è legale trattenere richiedenti asilo in mare aperto per un mese
2015/02/05

http://www.repubblica.it/solidarieta/im ... -106624072

MILANO - L'Alta Corte si è pronunciata su una vicenda che da mesi sta polarizzando il dibattito sull'immigrazione in Australia. Con una decisione presa a maggioranza (4 voti a favore e 3 contrari), i giudici hanno dato ragione al Governo nella vicenda dei 157 richiedenti asilo tamil che lo scorso giugno, in fuga dallo Sri Lanka, sono salpati dall'India per raggiungere l'isola dei canguri. Intercettati dalla nave "Ocean Protector" a 16 miglia dalle Isole Christmas, cioè dell'atollo nel Pacifico che appartiene politicamente all'Australia, sono stati tenuti per oltre un mese in alto mare. "Agendo legittimamente", ha deciso l'Alta Corte.

Un mese in mare aperto poi la galera. Sull'imbarcazione, che fa parte della flotta messa in campo dall'Australia per bloccare gli ingressi illegali, ai detenuti erano permesse solo alcune ore di esposizione alla luce del sole e il Governo tentò in ogni modo, nonostante i profughi volessero chiedere asilo politico, di rimandarli in India. Alla fine, dopo oltre quattro settimane, l'Australia dovette accettare di trasferirli nel centro di detenzione dell'isola-stato di Nauru, la più piccola repubblica del mondo (21 km quadrati), in un'altra parte remota del Pacifico. Costo totale del braccio di ferro, ben 12 milioni di dollari australiani, 8.260.000 euro. Tuttora, i 157 si trovano qui, cioè in condizioni che l'Unhcr (www. unhcr. it) definisce di "arbitraria detenzione e non rispettose degli standard internazionali".


L'appalto del problema ad altri stati. Dal 1992 in Australia è infatti in vigore la detenzione obbligatoria per tutti i "non-cittadini illegali" e oggi sono 4.600 i richiedenti asilo detenuti, provenienti da Sri Lanka, Myanmar, Iran, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Sudan, Somalia, Bangladesh e Siria. Da alcuni anni, in cambio di aiuti economici, Canberra ha iniziato ad appaltare la detenzione dei richiedenti asilo giunti sul suo territorio a paesi più deboli del continente, costruendo centri a Nauru e nell'isola di Manus, in Papua Nuova Guinea. Qui, dove i programmi di assistenza sono praticamente inesistenti, vengono portati i richiedenti asilo intercettati nelle acque australiane. Addirittura, il Governo sta per firmare un accordo con la Cambogia per fare la stessa cosa: 40 milioni di dollari per poter inviare dei richiedenti asilo nello Stato asiatico, che in base al patto dovrebbero essere accolti "in condizioni corrette".

Respinte 15 imbarcazioni. Il braccio di ferro verso i richiedenti asilo, che ha causato all'Australia un forte richiamo anche dal Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura, arriva dopo che, nel settembre 2013, il premier Abbott ha vinto la campagna elettorale al motto di "Stop the boats" ("Fermiamo le barche"). Proprio il 28 gennaio, commentando la sentenza sui 157 tamil, il generale Angus Campbell, a capo dell'operazione marittima di sorveglianza delle frontiere, ha rivelato che da quando è entrato in carica il nuovo Governo, sono state quindici le imbarcazioni intercettate e forzatamente respinte nei paesi di provenienza, soprattutto l'Indonesia.

Dal golfo del Bengala 54mila migranti in 11 mesi. "Noi comprendiamo - dice Adrian Edwards dell'Unhcr - la determinazione dell'Australia nel rispondere con vigore al traffico di persone e a voler dissuadere dai pericolosi viaggi via mare. Tuttavia, non si possono negare i diritti alla protezione internazionale, alla sicurezza e alla dignità". Secondo l'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sono 54mila i migranti che da gennaio a novembre 2014 hanno attraversato il Golfo del Bengala verso la Tailandia e la Malesia; una minima parte ha poi proseguito il viaggio fino l'Australia o l'Indonesia, attraversando l'Oceano Indiano e lo Stretto di Malacca. Il prezzo da pagare ai trafficanti è di 300-700 dollari per la prima rotta, 1500-3000 per la seconda; per i bambini, c'è pure lo sconto-famiglia: pagano la metà.



I francesi non possono dirci come accogliere gli immigrati
Matteo Carnieletto - Mar, 12/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-f ... 39930.html

Da Bardonecchia alle violenze dei gendarmi sulle donne incinte. Perché la Francia non può dare lezioni sui migranti

Tutti pontificano, nessuno fa nulla. Già perché fino ad ora il problema immigrazione è stato gestito solamente dall'Italia. Per questo motivo, il ministro dell'Interno Matteo Salvini, ha deciso di alzare i toni: il nostro Paese non può farsi carico delle migliaia di migranti che ogni anno raggiungono il nostro Paese.
"Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c’è Malta che non accoglie nessuno, c’è la Francia che respinge alla frontiera, c’è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l’Europa che si fa gli affari suoi", così Salvini sulla sua pagina Facebook.
Oggi la Spagna sta vivendo il suo momento di gloria. Ma è solo una questione di facciata. Mentre accoglie 600 migranti ne blocca a Ceuta migliaia. Un doppiopesismo che dimostra come, ancora una volta, i migranti vengano usati (soprattutto dalla sinistra radical chic) con fini politici.
Stesso discorso per la Francia. Il presidente Emmanuel Macron parla di "irresponsabilità e cinismo" e Parigi stoppa la Corsica non appena questa si offre di accogliere l'Aquarius. Non a caso, il ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio ha detto: "Proprio loro (i francesi NdR) parlano...".
Negli ultimi anni, infatti, la Francia ha dimostrato che la sua maggior preoccupazione è quella di tenere i confini blindati. E i casi in questo senso sono molti. Siamo a inizio dicembre dell'anno scorso, il freddo comincia a farsi sentire e i migranti provano a raggiungere la Francia da Ventimiglia. La risposta del governo francese è durissima: un muro di agenti blocca l'ingresso nel Paese. I responsabili dell'Oxfam parlano di una "situazione sempre più drammatica".
A fine marzo cinque agenti della polizia doganale francese entrano in Italia, raggiungono un centro per miganti a Bardonecchia e costringono un nigeriano, sospettato di essere uno spacciatore, al test delle urine (Guarda il video).
L'Ong Rainbow4Africa parla di "grave ingerenza nell'operato delle Ong e delle istituzioni italiane". Scoppia il caso politico. Il ministro dell'Interno Marco Minniti parla di "fatti gravi" e convoca l'ambasciatore francese. Sale la tensione e la Francia dimostra ancora una volta che il suo unico obiettivo è quello di proteggere i confini. Un obiettivo sacrosanto, per carità. Ma allora non si capisce perché poi Parigi pretenda l'opposto dagli altri Paese.
E ancora. Pochi giorni prima dei fatti di Bardonecchia, una migrante di origine nigeriana con un grave linfoma viene respinta alla frontiera. È incinta. Un mese dopo morirà all'ospedale sant'Anna di Torino. Paolo Narcisi, presidente dell'Ong Rainbow4Africa, commenta così il fatto: "Le autorità francesi sembrano avere dimenticato l’umanità".
Ma non solo. Una guida alpina francese rischia ancora cinque anni di carcere per aver soccorso una donna all'ottavo mese di gravidanza che cercava di attraversare il confine.
A inizio aprile, invece, hanno fatto il giro del mondo un video in cui si vedono alcuni poliziotti francesi scaraventare una migrante incinta giù dal treno (Guarda il video).
E potremmo andare avanti a lungo. Parigi quindi predica bene, ma razzola (molto) male.


Salvini adesso sfida Macron: "Hai cuore? Domani ti do 9mila migranti"
Matteo Salvini risponde alla Francia dopo le accuse del partito di Macron: "Visto che ci danno lezioni, i francesi si prendano questa lezione"
Claudio Cartaldo - Mar, 12/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 39999.html

Matteo Salvini raccoglie le accuse della Francia lanciate dal partito di Macron e lancia il guanto di sfida all'inquilino dell'Eliseo.
"Al Presidente francese dico 'Emmanuel, se hai il cuore così d'oro come dici, domani ti daremo le generalità di 9mila migranti che ti eri impegnato a prendere".
Da stamattina i rapporti tra Parigi e Roma si sono fatti tesi. Dopo la decisione di Salvini di chiudere i porti, dopo la diatriba con Malta e il "soccorso" spagnolo alla Aquarius, da diversi Paesi ue si è levato un coro di critiche contro la politica migratoria del governo giallo-verde. Dalla Francia hanno definito "vomitevoli" le posizioni del leghista; e in Spagna ipotizzano che l'Italia abbia in qualche modo vietato la legge. Conte, Salvini e Di Maio hanno già rispedito al mittente le accuse, tanto che il premier italiano starebbe pensando (ma al momento è confermato) di annullare il vertice in programma con Parigi.
Di prediche sui migranti il ministro dell'Interno non intende riceverne nè dalla Francia né dalla Spagna. E ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo a Madrid ricorda che "la Spagna spara sulla frontiera di Ceuta, io non mi sognerei mai di farlo". Poi ri rivoge Oltralpe e attacca direttamente il presidente francese. "Il Paese più in torto con noi è la Francia - attacca Salvini - che ha preso finora 640 immigrati ma si era impegnato per 9610 persone. Al Presidente francese dico 'Emmanuel, se hai il cuore così d'oro come dici, domani ti daremo le generalità di 9mila migranti che ti eri impegnato a prendere'. Visto che ci danno lezioni, i francesi si prendano questa lezione".
Intanto, il ministro torna a dettare la linea sulle prossime mosse. Le navi Ong "che battono bandiere straniere" - è la linea - "possono rivolgersi a Paesi stranieri". Il motivo è semplice: "i vuole solidarietà europea, le navi non possono arrivare tutte in Italia. Di navi Ong non ce n'è una con bandiera italiana, sono tutte straniere. Non si capisce in base a che cosa debbano arrivare tutte in Italia. E poi quella che c'è adesso al largo della Libia è di una ong tedesca con bandiera olandese. Se l'Europa esiste, ci faccia il piacere di darci una mano. Se l'Europa esiste deve dimostrarlo in questi minuti".
E nell'annunciare la sua prossima visita in Libia per "chiedere cosa gli serve", Salvini ribadisce la volontà - già espressa - di tagliare i costri dell'accoglienza. "Cinque miliardi per l'accoglienza sono troppi - dice - Sono sicuro che le cooperative che si occupano di accoglienza accoglieranno lo stesso anche se prenderanno 5 o 10 euro in meno a testa".



Conte non accetta lezioni da Macron: annullata la visita a Parigi
12/06/2018

http://www.qelsi.it/2018/conte-non-acce ... a-a-parigi

Qelsi.it è un quotidiano on line di opinione che analizza retroscena della politica, del variegato mondo dei partiti italiani, della cronaca giudiziaria. È un quotidiano indipendente, tra i pochi in rete a porre sistematicamente in risalto, spesso con ironia, le contraddizioni della sinistra italiana in tutte le sue forme. Fornisce una chiave di lettura dei principali avvenimenti nazionali, con uno sguardo anche al resto del mondo. Un’offerta in netto contrasto alla viralità, alla disinformazione e alle notizie infondate divulgate attraverso la rete, smascherate nei limiti del possibile anche da noi. Qelsi guarda a destra, si colloca in area moderata di centro-destra, ma non è organo di alcuna forza politica. Il quotidiano è nato a luglio 2013, la fan page su Facebook che ne è diretta espressione è "Magazine Qelsi".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:42 am

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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:43 am

Abusare del soccorso in mare e dell'accoglienza è un aggravante del crimine di immigrazione clandestina che snatura e vanifica le convenzioni internazionali sul mare e quelle europee sull'accoglienza.


La guardia costiera in Libia plaude alla chiusura dei porti
Mauro Indelicato
12/06/2018

http://www.occhidellaguerra.it/la-guard ... -dei-porti

Una nave ferma al centro del Mediterraneo, due sponde del Mare Nostrum in agitazione per quanto accaduto con la vicenda Aquarius. Si possono sintetizzare così le ultime 48 ore, tra le più calde di sempre (e non solo per le vicende climatiche) vissute dal Mediterraneo negli ultimi tempi. Ben si conoscono le posizioni sulla sponda europea: c’è chi plaude all’iniziativa di Salvini di bloccare la nave e chiudere i porti italiani ai mezzi delle Ong, c’è chi invece è pronto anche a battaglie legali per andare contro questa decisione. In pochi al momento, sia da una parte che dall’altra, hanno raccolto e preso in considerazione quanto invece viene affermato in tal senso sull’altra sponde del Mediterraneo.

I vertici della guardia costiera libica plaudono alla posizione italiana
Come ben si sa, le istituzioni in Libia sono collassate dopo il crollo del regime di Gheddafi nel 2011: difficile parlare di Stato, di nazioni o di ogni pur basilare forma di convivenza interna ad un determinato novero di leggi. Volendo un po’ semplificare, in Libia oggi esistono due poteri: quello con sede in Cirenaica, identificato con il generale Haftar e con il governo di riferimento stanziato tra Tobruk e Beida, e quello con sede a Tripoli.
L’Onu riconosce come unico governo quello di Tripoli guidato da Al Serraj, il quale però nei fatti non riesce a controllare per intero nemmeno la capitale. Questo esecutivo, con cui l’Italia interloquisce, appare debole e soltanto l’aiuto di alcune milizie come quelle ad esempio di Misurata permette un minimo di controllo del territorio. Per il resto però, la Tripolitania tutta è nel caos più totale: bande in guerra tra loro, gruppi islamisti e milizie armate nate durante e dopo la guerra della Nato contro Gheddafi, nella regione è un tutti contro tutti. Pur tuttavia, il governo di Tripoli prova quantomeno a formare un nucleo di quello che in futuro potrebbe essere il nuovo Stato libico.
Ad esempio, uno degli sforzi maggiori riguarda la creazione ed il potenziamento della guardia costiera. Già ai tempi di Gheddafi l’Italia, proprio in funzione di contrasto all’immigrazione dall’Africa, aveva inviato mezzi e soldi per potenziare la guardia costiera locale: con il governo guidato da Al Serraj Roma ha provato medesima strada lo scorso anno, almeno sulla carta. Nell’agosto 2017, gli accordi tra Roma e Tripoli prevedevano proprio questo: addestramento e potenziamento dei mezzi della guardia costiera locale. In realtà poi è stato dimostrato come almeno in parte i soldi sono giunti alle milizie che controllavano la tratta di esseri umani, al fine di evitare nuove partenze.
A parlare in queste ore sono proprio i vertici della guardia costiera locale, la quale prova ad avere un minimo di giurisdizione e controllo almeno su Tripoli. Formata da ex ufficiali operanti durante gli anni di Gheddafi, da milizie armate e da fazioni che hanno preso potere dopo la fine del rais, la guardia costiera locale si dice impotente nel poter fermare i flussi di migranti verso l’Italia. Ma alcuni portavoce hanno dichiarato di vedere nella mossa di Salvini un primo positivo passo in avanti: “La chiusura dei porti – afferma Ayoub Qasem, comandante della guardia costiera a Tripoli – Aiuterà nel nostro intento. Se l’Italia chiude i porti nel lungo periodo le partenze dalle nostre coste diminuiranno”.
Qasem ma anche i vertici della guardia costiera, come si legge sul Corriere della Sera, puntano il dito sulle politiche cosiddette “umanitarie”: più navi di recupero sono vicine alle coste, più i trafficanti di esseri umani sanno di poter avere gioco facile nell’organizzare le traversate.

Dito puntato contro le Ong

Il ragionamento che si fa a Tripoli è molto semplice: i libici non partono, a partire sono africani che provengono dalle nazioni sub sahariane che, una volta presenti in masso in Libia, creano maggiore caos e destabilizzazione vista la situazione del paese. In parole povere, a guadagnarci sono soltanto le milizie che organizzano i viaggi della speranza soprattutto nella zona di Sabrata: grazie a tali traffici, diversi gruppi hanno acquisito negli anni denaro e potere da rivendicare e rispendere anche a livello politico. Inoltre, l’impossibilità di controllare il transito di migliaia di sub sahariani verso la Libia crea situazioni di ulteriore caos. Ecco perché la speranza delle fragili autorità libiche è quella di poter assistere alla chiusura dei porti europei, italiani in primis, al fine di scoraggiare ulteriori partenze.
In un articolo a firma di Lorenzo Cremonesi di lunedì, si leggono alcune dichiarazioni di Massud Abdel Samat, responsabile della guardia costiera in Tripolitania: “Alcune Ong – afferma – svolgono per davvero lavoro umanitario, altre invece rappresentano criminali travestiti da soccorritori. Ma sia nel primo che nel secondo caso, ogni volta che una nave delle Ong si avvicina verso la costa vediamo puntualmente la crescita esponenziale delle partenze dei migranti. Non so che grado di coordinamento esista con gli scafisti. Sta di fatto che gli umanitari inglesi, tedeschi, danesi, olandesi, spagnoli, facilitano le attività criminose”.
La critica dunque è, a prescindere dalle intenzioni delle Ong, contro la politica umanitaria portata avanti da molte navi europee nel Mediterraneo: la guardia costiera libica considera la loro presenza come vero e proprio incentivo alle partenze ed alle attività criminali di chi gestisce il traffico di esseri umani.

Questa dunque la posizione di Tripoli le cui autorità, nel frattempo, sanno bene non solo il fatto che ad aspettarli è un’estate rovente sul fronte dell’immigrazione, ma anche che il contesto generale del paese al momento non aiuta a gestire la situazione. Forse, all’interno della guardia costiera libica, si aspettano soltanto un “regalo” rappresentato non solo da altri fondi per il potenziamento dei mezzi ma anche dalla chiusura dei porti europei.


Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
viewtopic.php?f=194&t=2754


Così Salvini neutralizza le Ong: "Sbarchi solo da navi militari italiane"
Andrea Indini - Mar, 12/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 39821.html

Il piano di Salvini: gli immigrati salvati saranno accolti nei Paesi dai quali proviene la nave della Ong. La domanda di asilo potrà essere presentata direttamente sull'imbarcazione

La sinistra tuona contro Matteo Salvini. È lui "l'uomo nero", il nuovo nemico numero uno dei vari Roberto Saviano, Laura Boldrini, Gino Strada e via dicendo.

E, mentre i quotidiani cattolici tuonano contro "l'Italia in ostaggio", a Catania si aspetta l'arrivo della nave "Diciotti" della Guardia Costeria italiana. A bordo ci sono 937 immigrati soccorsi in diversi interventi nel Mediterraneo centrale. Quello che la sinistra mette sotto il tappeto è che il Viminale non ha chiuso completamente i porti. La chiusura vale soltanto per le navi di quelle Ong internazionali che il leader leghista ha definito "vicescafisti che speculano sulla pelle dei disperati".

"La chiusura dei porti non è mai stata all'ordine del giorno". A puntualizzarlo è il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli che, parlando a Radio Capital, mette qualche puntino sulle i per chiarire le misure adottate dal governo per far fronte all'emergenza immigrazione. Un'emergenza che è ripartita con forza nell'ultimo fine settimana. "La lettera di Salvini è una totale fake news - ha dichiarato Toninelli - non esiste una lettera ma una mail inviata a Malta per chiedere di rispondere a un obbligo: salvare vite". Quanto poi alla gestione delle prossime navi, ogni situazione è diversa. Dipenderà da dove i migranti sono stati salvati e da chi. Come spiega il Messaggero, il Viminale intende portare avanti, così come previsto dalle convenzioni internazionali, i soccorsi della Marina militare italiana solamente nell'area della convenzione "Search and rescue" (Sar).

Sulle Ong Salvini non ammette sbavature. Negli scorsi anni hanno avuto troppo agio con i governi targati piddì. "Poco cambia che la nave si chiami Aquarius o Sea Watch 3 - ha spiegato il leader leghista al termine del vertice con Conte - vogliamo porre fine a questo traffico di esseri umani. Se ci saranno altre navi di altre Ong battente bandiera straniera faremo lo stesso ragionamento". Al termine del vertice anche Toninelli ha rivolto un appello ai partner europei affinché, prima di modificare il Trattato di Dublino, seguano l'esempio della Spagna e "aprano anche loro i porti". "Chiediamo di modificare le normative marittime internazionali - ha spiegato il ministro - è corretto che la stessa nazione di cui la nave è battente bandiera intervenga e non solo la guardia costiera italiana". L'idea dell'esecutivo è che spetta ai Paesi da cui proviene la nave della Ong di turno farsi carico degli immigrati salvati. A far fede sarà quindi la bandiera dell'imbarcazione che interviene. Non solo. Secondo il Messaggero, Salvini vorrebbe convincere Bruxelles a permettere agli immigrati di presentare la richiesta di asilo "direttamente sulla nave".


???
Migranti, in procura esposto contro Salvini per vicenda Aquarius
12 giugno 2018

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 802a.shtml

Un esposto contro Matteo Salvini è stato presentato in procura da Gianfranco Mascia, dei Verdi, per la vicenda della nave Aquarius. Nell'esposto si chiede alla procura di Roma di verificare "se il rifiuto di autorizzare l'attacco nei porti italiani della nave Aquarius sia in violazione della 'Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo' siglata ad Amburgo il 27 aprile del 1979 e ratificata dal nostro Paese con la legge 147 del 1989".

???
L'appello di Ferrara ai giuristi: "Il bullo Salvini va denunciato"
Sergio Rame - Lun, 11/06/2018
Botta e risposta al vetriolo. Ferrara: "Ora bisogna fermare il bullo di Stato". E Salvini: "Che tristezza, gli serve un Maalox"
Il blocco navale fa litigare Giuliano Ferrara e Matteo Salvini.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 39495.html

"Avvocati e giuristi, non dormite. Denunciare Salvini: le questioni politiche vengono dopo, ora bisogna fermare il bullo di Stato", ha scritto in mattinata l'ex direttore del Foglio su Twitter sotto l'hashtag "Italia alla deriva con la nave". "Che tristezza - ha replicato il ministro dell'Interno su Twitter - un Maalox anche per Ferrara".

Un durissimo botta e risposta al vetriolo. Al centro del contendere lo scontro sul blocco navale imposto ieri da Salvini al termine dell'ennesimo fine settimana segnato dai continui sbarchi di immigrati clandestini sulle coste italiane. La chiusura dei porti si è resa necessaria dopo che sabato era stati trasbordati oltre 400 immigrati e che altri 600 stavano facendo rotta dalla Libia all'Italia senza che Malta, come suo solito, prestasse aiuto. Dall'ex presidente della Camera Laura Boldrini al numero uno di Emergency Gino Strada si sono subito schierato contro il leader della Lega. Tra i detrattori del blocco navale, anche Giuliano Ferrara si è messo ad attaccare duramente lanciando su Twitter un appello ad "avvocati e giuristi" affinché denuncino Salvini. "Le questioni politiche vengono dopo - ha cinguettato - ora bisogna fermare il bullo di Stato".

A stretto giro Salvini ha replicato al tweet dell'ex direttore del Foglio con un altro tweet. Durissimo anche quest'ultimo. "Che tristezza - ha scritto - un Maalox anche per Ferrara".


Diritto e diritti/ La lezione che nessuno può dare al nostro Paese
di Carlo Nordio
Mercoledì 13 Giugno 2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 93319.html

Per la vicenda dell’Aquarius la ministra della giustizia spagnola, Delgado, ha accusato l’Italia di aver violato i trattati internazionali. Il presidente Macron ha definito il comportamento del nostro governo «cinico e irresponsabile». Il primo è un giudizio giuridico, il secondo è politico. Provo a commentarli.

Il diritto internazionale, come tutto il diritto, non è una scienza esatta, e su ogni questione esistono opinioni diverse, e addirittura opposte. L’ultimo esempio lo abbiamo avuto poche settimane fa, quando illustri costituzionalisti, anche appartenenti alla stessa area culturale, si sono divisi sulla legittimità del veto posto dal Presidente Mattarella alla nomina del professor Paolo Savona. Nel diritto internazionale, tuttavia, esistono alcuni punti fermi, che risalgono ai tempi di Ugo Grozio, cioè alle prime teorizzazioni di questa disciplina.
Sono i seguenti:
1) pacta sunt servanda;
2) rebus sic stantibus;
3) bona fides.
Li ho scritti in originale proprio perché sono vecchi, accettati da tutti, e comprensibili anche a chi è digiuno di “latinorum”.

La loro consacrazione formale si trova nella Convenzione di Ginevra del 23 Maggio 1969. Gli art. 26 e 31 dispongono che «Ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere eseguito, e interpretato, in buona fede».

L’art 62 prevede che un cambiamento fondamentale delle circostanze non può essere invocato quale motivo di recesso a meno che “non abbia per effetto di trasformare radicalmente la portata degli obblighi da adempiere”. In sintesi, i trattati vanno rispettati senza furberie, ma valgono finché non cambiano le circostanze esistenti al momento della stipula. Valgono, appunto, “rebus sic stantibus”.

Sulla vicenda attuale sorgono dunque le seguenti questioni.
1) Quali sono i trattati?
2) i nostri interlocutori agiscono in buona fede?
3) Sono cambiate le situazioni di fatto?

Risposta. 1) I trattati sono molti, e ambigui. I più citati sono quelli del ‘74, del ‘79 e dell’89. Ma ce ne sono anche altri. Tutti comunque concordano nell’imporre l’obbligo, in caso di soccorso in mare, di trasferire i naufraghi in un porto sicuro. Quello di Dublino ha un oggetto diverso: prevede i doveri dello Stato di prima accoglienza. Ma restiamo al salvataggio dei naufraghi. La nave olandese (o tedesca, non si è capito) ha tratto in salvo i migranti al largo delle coste libiche: i porti più sicuri e (vicini) erano in Tunisia e a Malta , paesi pacifici che garantiscono il rispetto dei diritti umani. Perché allora portarli in Italia? Perché, si dice, l’Italia avrebbe coordinato le operazioni di salvataggio. Ma questo non è previsto dalla legge del mare, che parla, appunto, solo del porto più sicuro.

2) Ammettiamo, per assurdo, che questo nostro obbligo esista. Orbene, la disciplina dei naufraghi si applica a coloro che, in circostanze occasionali e impreviste si trovano in pericolo d vita. Ora è indubbio che i poveretti soccorsi in questi giorni versassero in pericolo. Alcuni, temiamo, saranno anche annegati. Ma è possibile affermare che queste navi tedesche battenti bandiere olandesi ( o viceversa), che incrociano a poche miglia dalla Libia e spesso sono in contatto con gli scafisti, è possibile, dicevo, sostenere che raccolgano “naufraghi”, o non piuttosto disgraziati cacciati in quella carrette secondo programmi elaborati da organizzazioni criminali? Ed è possibile che gli Stati di partenza, e anche quelli di bandiera delle navi, siano davvero ignari di questo traffico sciagurato? E allora da che parte sta la buona fede, che dovrebbe presiedere all’interpretazione e all’esecuzione dei trattati?

3) Sono cambiate le circostanze? Si, sono cambiate radicalmente in questi ultimi anni, quando l’emigrazione, da fenomeno relativamente modesto e controllabile, è diventata un’invasione, gestita da criminali, con milioni di africani che premono per approdare in Europa. E questo ci porta all’aspetto politico.

Il presidente Macron non ha nessun titolo per impartire lezioni di morale. Le vergogne di Calais e di Ventimiglia, dove i francesi hanno tenuto ammassati migliaia di migranti, fanno il paio con la macroscopica violazione della nostra sovranità con l’arrogante sconfinamento dei “gendarmes”a Bardonecchia. Ma la Francia non è l’unica. I primi a chiudere le frontiere sono stati i “progressisti” Stati baltici, la Svezia e la Danimarca. Poi la Gran Bretagna ha chiuso Dover, quindi tutta l’Europa dell’est ha sbarrato i confini, e l’Austria ha minacciato i carri armati al Brennero. L’Italia, ormai è quasi banale dirlo, è stata lasciata a sbrigarsela da sé.

Concludo. Il nostro nuovo governo avrà molti difetti, ma in questo momento si sta comportando con coerenza e dignità. I migranti raccolti dall’Aquarius sono, e sarebbero stati comunque, assistiti: il ministro Salvini aveva anche proposto lo sbarco delle donne incinte e dei bambini. E’ comprensibile che l’Europa si rammarichi di aver perso il nostro universale centro di raccolta che la esonerava da tanti impegni umani e finanziari, ma deve farsene una ragione. E in effetti qualcosa si sta muovendo. Dopo una politica di remissività passiva, occasionalmente corretta dal ministro Minniti, alzare un po’ la voce non fa male. Per l’immigrazione massiccia e irregolare non sarà l’inizio della fine, ma almeno è la fine dell’inizio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:44 am

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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:45 am

Non possiamo accogliere chiunque sempre e comunque nemmeno se scappa dalla guerra o dalla persecuzione politica; specialmente i nazi maomettani d'Asia e d'Africa che potrebbero dare la morte alla nostra gente, ai nostri cittadini e destabilizzare il nostro mondo. Non possiamo accogliere nemmeno coloro che scappano dalla miseria, dalla carestia, dal sovrapopolazione, dagli sconvolgimenti climatici e ambientali.
Vanno modificate tutte le convenzioni internazionali ed europee sull'asilo, sull'accoglienza e sul soccorso in mare in senso restrittivo e vanno rese non obbligatorie; va tolta l'obbligatorietà al soccorso/accoglienza e va stabilito il diritto al respingimento con accompagnamento militare; vanno istituiti i campi di raccolta a difesa della nostra gente, della loro sicurezza e dell'ordine sociale e politico.



??? Questo Tajani non mi piace.
Migranti, Tajani: è a rischio l'intera costruzione europea
12 giugno 2018

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 4d40e.html

"Lancio un grido di allarme, perché qui è a rischio l'intero impianto dell'Unione Europea. E' a rischio l'Europa, perché il problema dell'immigrazione rischia di far esplodere una serie di contraddizioni che faranno un danno enorme a tutti i Paesi dell'Ue". Lo sottolinea il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, a margine dei lavori della plenaria a

Strasburgo.

Gli Stati membri del'Ue, che sulla riforma del sistema comune di asilo sono divisi da molto tempo, con una situazione di stallo totale nel Consiglio, colegislatore insieme al Parlamento che ha già definito la propria posizione, "devono rendersi conto - continua Tajani - che la situazione è seria: quando iniziano ad esserci contrasti su chi deve prendere le navi, quando le navi rimangono in mezzo al mare, con una situazione destinata a peggiorare, o si prende il toro per le corna oppure gli effetti politici saranno devastanti. Bisogna avere il coraggio di intervenire".

"Ad ogni riunione del Consiglio Europeo - prosegue Tajani - ho affrontato la questione di Dublino, chiedendo di fare in fretta. Sarò lunedì e martedì a Vienna per preparare la presidenza austriaca con la conferenze dei presidenti del Parlamento: in quella sede insisterò su questo problema, perché ci possa essere un vero piano di azione europeo".

"Gli Stati membri - aggiunge - devono assumersi le loro responsabilità: noi anche oggi abbiamo fatto ascoltare forte la voce del Parlamento. Vediamo cosa propongono gli austriaci. La nostra proposta è la proposta del colegislatore, che ha il sostegno della Commissione. Ma il problema non è giuridico. Il danno sarà complessivo: se non si comincia a ragionare oggi sul futuro, noi non avremo migliaia, ma milioni di persone che si sposteranno dall'Africa verso nord. Due miliardi e mezzo nel 2050, che è dietro l'angolo".

Oettinger: non si possono respingere persone in mare

"Per noi europei c'è un obbligo chiaro di rispettare la dignità delle persone e prestare aiuto. Per questo non si possono respingere persone che sono in mare, men che meno metterne a rischio le vite. Viceversa questo significa la necessità di una maggiore solidarietà di tutti gli europei, in questo caso nei confronti di Italia e Malta. La Spagna lo ha fatto; verso le persone a bordo dell'Aquarius e verso altri Paesi membri". Così il tedesco Guenther Oettinger, commissario europeo per il Bilancio, in una intervista al 'Corriere della Sera', rispondendo sulla vicenda Aquarius.

Interpellato sulle regole di Dublino sull'immigrazione, il commissiario spiega che "stiamo provando a cambiarle. Furono pensate in un periodo nel quale molte meno persone volevano venire in Europa, in cerca d'asilo, in fuga da guerre civili o anche solo per ragioni economiche. Dal 2015 la questione dei rifugiati ha dimensioni molto pù ampie e per questo abbiamo bisogno di più solidarietà europea. In primo luogo verso i Paesi come Italia, Grecia, Malta, Cipro, Spagna, che per ragioni geografiche sono quelli di maggiore arrivo delle ondate migratorie".



Migranti, incontro Merkel-Kurz. Cancelliera: "Ue sia unita". L'austriaco: "Decidiamo noi chi arriva, non scafisti"
di F. Q. | 12 giugno 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ti/4423093

“Dobbiamo decidere noi chi arriva in Europa e non gli scafisti“. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz parla da Berlino e ribadisce la linea di Vienna sui migranti. Proprio l’immigrazione è stata al centro dell’incontro con Angela Merkel. I toni sono diversi ma la linea è più o meno condivisa: contrastare “l’immigrazione illegale e proteggere le frontiere esterne“, è la ricetta della cancelliera tedesca. Merkel poi però sottolinea quello che va dicendo da giorni: “Sull’immigrazione illegale dobbiamo rispondere in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiare l’Europa”.

“L’Ue è in una situazione difficile” e “per assicurarsi un posto nel mondo deve essere unita“, dice Merkel, e “le sfide che abbiamo davanti vanno affrontate insieme”. Anche Kurz in conferenza stampa conferma gli intenti comuni: “Dobbiamo proteggere le frontiere esterne e offrire e ampliare l’aiuto sul posto“. Per il cancelliere austriaco “non tutti coloro che subiscono una persecuzione nel mondo possono trovare una vita migliore in Europa”. Per questo, dice, “dobbiamo decidere noi chi arriva in Europa e non gli scafisti”.

A Kurz è stato chiesto anche se sostenga la politica dei respingimenti proposta del ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer, che ha provocato uno strappo con la Merkel e nella maggioranza. Il cancelliere ha risposto di non “volersi intromettere” negli affari interni della Germania. Seehofer ha annunciato che mercoledì non parteciperà al decimo vertice sull’integrazione. E’ la prima volta che un ministro degli interni diserterà il vertice. La decisione arriva dopo il rinvio della presentazione del suo piano sui migranti, dovuto alle divergenze con la Merkel.

Il conflitto politico interno alla maggioranza è quasi inedito, perché non riguarda la Spd ma è quello che è da sempre considerato il partito fratello dell’Unione cristiano-democratico della Merkel, ovvero la Csu bavarese. Seehofer è anche ministro dell’Interno e ha voluto avere in mano la questione migranti proprio per contrastare l’ascesa dell’ultradestra in Baviera, dove in autunno si torna al voto. Del suo “masterplan” sull’immigrazione però c’è un punto che alla Merkel non va giù: Seehofer vuole infatti che i richiedenti asilo che sono stati precedentemente registrati in un altro Paese dell’Ue vengano respinti al confine tedesco. Per la Csu è una norma conferma alla legge europea. La cancelliera la vede diversamente e teme che una mossa del genere possa dare nuova linfa alle politiche anti-migranti in tutta Europa. Il piano di Seehofer rimane quindi ancora sul tavolo ma, scrive Der Spiegel, trovare un accordo al momento è difficile.


Migranti, il Viminale: "Piena sintonia tra Roma e Berlino"
Alessandra Benignetti - Mar, 12/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 39908.html

Telefonata tra il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e l'omologo tedesco, Horst Seehofer, sulla scia delle polemiche per il caso della nave Aquarius. Il Viminale: "Pronta una proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne"

Tra Roma e Berlino c’è “piena sintonia in tema di politiche di sicurezza e immigrazione".

Ad assicurarlo è un comunicato diramato dal Viminale dopo una “lunga e cordiale telefonata” intercorsa tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e l’omologo tedesco Horst Seehofer. Ma c’è di più. Italia e Germania ora studiano una “proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne”. Un annuncio che arriva dopo la decisione del ministero dell’Interno di chiudere i porti italiani per la nave Aquarius dell’Ong Sos Mediterranée.

Per Italia e Germania ora si deve fare in fretta. L’obiettivo è quello di “non perdere ulteriore tempo” su un tema, quello delle migrazioni, che continua ad essere centrale nel dibattito europeo. In questo senso, il ministro dell’Interno “ha accolto con piacere l'invito del ministro tedesco ad un prossimo incontro a Berlino”. A confermare un viaggio imminente nella capitale tedesca è lo stesso Salvini sulla sua pagina Facebook. “Grazie all'Italia finalmente in Europa si cambia: per difendere i nostri cittadini bisogna tornare a proteggere le frontiere”, ha rilanciato il leader della Lega in un post sul social network.

Da sempre critico sulla politica tedesca delle “braccia aperte”, il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ieri si è scontrato con Angela Merkel proprio sulla questione del respingimento dei profughi ai confini nazionali. L’esponente della Csu, la gemella bavarese del partito della cancelliera, sostiene, infatti, che i futuri richiedenti asilo già registrati in altri Paesi dell'Ue o espulsi dalla Germania debbano essere respinti alle frontiere tedesche.

Una linea, questa, condivisa dal ministro dell’Interno italiano, ma rigettata in toto dalla Merkel, che ha per questo posto il veto su alcuni punti del piano generale sull'immigrazione che doveva essere presentato oggi in Germania. Presentazione che è slittata proprio a causa degli attriti tra le due condotte. Alla base dello scetticismo della cancelliera c’è il timore che le proposte del ministro dell'Interno tedesco possano “minare la solidarietà europea” e creare frizioni con la vicina Austria, che dovrebbe aprire le porte ai migranti respinti da Berlino. Il tema immigrazione, non a caso, sarà al centro del faccia a faccia di oggi a Berlino tra la Merkel e il cancelliere tedesco, Sebastian Kurz, forte critico della linea tedesca sull'accoglienza. Previsto per domani anche un confronto tra Kurz e Seehofer.




“Alla prossima nave Ong che approda in Italia, sequestro e denuncia per tratta di esseri umani”
2018/06/12

https://notixweb.reattivonews.com/2018/ ... seri-umani

«La prossima volta che arriva una nave, siccome non ci sarà sempre qualche altro Paese pronto a farla attraccare, la facciamo attraccare noi: ma poi la sequestriamo e denunciamo i responsabili per tratta di essere umani e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Lo ha detto Giorgia Meloni, leader FdI, in una diretta Facebook, a proposito della vicenda della nave Aquarius. Meloni nel video fa i complimenti a Matteo Salvini e parla di una «grande vittoria del governo italiano» e di un «cambio di passo evidente». Non solo, in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, invita l’esecutivo a chiedere «una missione europea per il blocco navale delle coste libiche e l’apertura di hotspot per verificare chi ha diritto dello status di rifugiato».

Nel corso della stessa diretta, inoltre, Meloni si è detta «molto contenta per l’ottimo risultato di Fratelli d’Italia» alle amministrative. «FdI cresce rispetto alle politiche, le nostre idee si affermano e si radicano» e in ben 21 capoluoghi in cui si è votato «FdI è il secondo partito della coalizione». «Non siamo più i più piccoli del centrodestra», ha rivendicato la leader di FdI, ricordando le percentuali tra il 6 e il 7%, con una punta del 13,3% a Viterbo, mentre a Teramo e a Ragusa il candidato sindaco di FdI o di una lista civica sostenuta da FdI va al ballottaggio. Secolo d’ Italia


La strategia anti blocco delle Ong: restare in zona e mobilitare donatori
Giuseppe Marino - Mer, 13/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 40015.html

L'eco del caso sta già attirando sostegno alle organizzazioni. Ma portare i migranti in Spagna crea problemi di bilancio

Roma - Pep Guardiola, allenatore star del Manchester City, ha donato 150mila euro a Proactiva Open Arms.

La Ong spagnola ha dato ieri l'annuncio, nonostante di solito sui nomi dei donatori queste organizzazioni tengano il massimo riserbo. Quando scoppiò il caso Ong, il Giornale inviò a tutte le maggiori organizzazioni che salvavano migranti nel Mediterraneo la richiesta di svelare i nomi dei dieci maggiori donatori. Rispose in modo chiaro solo la maltese Moas.

Cosa è cambiato? Dopo la stretta sull'attività in mare provocata dal piano Minniti, molte Ong abbandonarono l'attività, sul campo rimasero solo le più ideologizzate. Ad esempio la Moas, legata a un miliardario che ha le sue fortune a Malta, ha spostato i suoi mezzi in Asia e ora si occupano dei profughi dell'etnia Rohingya. L'attività delle Ong è strettamente legata alla capacità di attrarre donazioni. Medici senza frontiere ad esempio, nel 2017 ha speso il 17 per cento del suo bilancio da 57 milioni di euro solo per attrarre nuovi donatori e fidelizzare quelli esistenti.

L'eco internazionale della mossa di Salvini sui porti italiani può riaccendere l'interesse intorno alle attività delle Ong e, polarizzando l'opinione pubblica tra opposte ideologie, può attirare nuove risorse a favore delle navi di salvataggio. In un momento come questo è importante puntare sulla mobilitazione e sulle coscienze di chi, non vedendo il quadro politico globale, si commuove per il duro destino dei migranti. Ecco perché un testimonial come Guardiola diventa prezioso non solo per i soldi che dà, ma anche per l'effetto imitazione che potrebbe generare. La Proactiva ha spiegato che utilizzerà il denaro per riparare la sua «Open Arms», la nave che era stata posta sotto sequestro dalla Procura di Ragusa, nell'ambito di una delle inchieste sui rapporti tra Ong e trafficanti, e che pochi giorni fa è stata rilasciata su ordine del Gip.

La Open Arms si aggiungerà a fine lavori alla sparuta pattuglia rimasta in mare dopo la stretta sui traffici di uomini generata dal piano Minniti. Al momento a navigare sono rimaste solo quattro imbarcazioni. Nel momento d'oro dell'attività, la flotta delle Ong contava su quattordici mezzi e Moas poteva contare anche su un supporto aereo.

L'altro versante della strategia delle Ong riguarda i tempi del soccorso: chi effettua i salvataggi pone grande attenzione sul documentare con numeri, foto e video i propri interventi. Quasi tutte le pagine web che spiegavano come sostenere economicamente l'attività di salvataggio riportavano foto di bambini piccoli salvati, anche se erano solo una piccola minoranza dei migranti. Il numero di operazioni dunque è importanto per mostrare la propria efficienza. I migranti a bordo della Aquarius sono ben contenti di essere sbarcati in Spagna, ma Medici senza frontiere ha provato a insistere sullo sbarco in un porto più vicino, anche se la situazione medica a bordo non presenta particolari problemi. La Aquarius, navigando verso la Spagna e poi tornando indietro, dovrà abbandonare la sua missione principale per parecchi giorni. L'ideale per queste Ong, è compiere tante operazioni sul posto e poi affidare i migranti ad altre navi. Operazione contro cui Minniti infatti si era opposto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:46 am

LA POSIZIONE DI BERNIE SANDERS SULL'IMMIGRAZIONE,
in una intervista "EZRA KLEIN.
https://www.facebook.com/giuseppe.giudi ... 6514919761

Da socialista democratico quale sei, hai naturalmente un approccio internazionalista alle cose. Se guardiamo alla questione della povertà globale, per esempio, immagino che questo approccio ti porti alla conclusione che negli USA dovremmo aumentare notevolmente il livello dell'immigrazione, e magari anche adottare una politica di apertura totale delle frontiere...
BERNIE SANDERS. Apertura delle frontiere? Questa è una proposta di destra.
EZRA KLEIN. Ma arricchirebbe molti poveri nel mondo...
BERNIE SANDERS. Sì, e renderebbe più poveri gli americani. sarebbe la fine del concetto di Stato-nazione. Se credi nell'idea di Stato-nazione, ritengo che tu abbia anzitutto il dovere di fare tutto il possibile per aiutare le persone nel tuo Paese. I conservatori, i padroni in questo Paese non sognano altro che una politica di frontiere aperte, per portare dentro gente disposta a lavorare per 2-3 dollari l'ora. Per loro sarebbe una manna dal cielo. Io la penso in maniera completamente diversa. Io penso dovremmo aumentare i salari. Penso che dovremmo fare tutto il possibile per creare milioni di posti di lavoro per le persone attualmente disoccupate in America. Sai qual'è il tasso di disoccupazione giovanile negli USA oggi? Il 33% per i laureati bianchi, il 36% per gli ispanici, il 51% per gli afroamericani.Pensi veramente che dovremmo aprire i confini e portare dentro il Paese masse di lavoratori a basso costo? Non pensi che forse dovremmo cercare prima di tutto di creare posti di lavoro per quei ragazzi disoccupati? Penso che da una prospettiva morale abbiamo il dovere di lavorare con il resto del mondo industrializzato per affrontare il problema della povertà internazionale, ma non è impoverendo le persone in questo Paese che si affronta il problema». Una posizione che esaminata in profondità parte da un punto di vista radicalmente diverso dai leghisti….è solo giustamente distante dal globalismo pseudoprogressista liberista



Kurz: "Asse Austria-Germania-Italia contro migranti irregolari"
Luca Romano - Mer, 13/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/kur ... 40343.html

Il premier austriaco Sebastian Kurz serra i ranghi in Europa per far fronte all'emergenza immigrazione che vede in prima linea l'Italia.

Di fatto il leader austriaco ha parlato di un patto tra Germania-Italia ed Austria proprio per cercare di limitare l'ingresso dei migranti irregoalari. "I ministri dell'Interno di Germania, Austria e Italia hanno formato un "asse" comune contro l'immigrazione illegale", ha affermato il cancelliere austriaco. "Sono contento della buona cooperazione che vogliamo costruire fra Roma, Vienna e Berlino" in questo ambito, ha dichiarato Kurz. "Penso che si tratti di una cooperazione molto saggia che contribuirà a ridurre l'immigrazione illegale verso l'Europa", ha proseguito il cancelliere, il cui Paese assumerà dal 1° luglio la presidenza di turno dell'Ue. "Crediamo che sia necessario un asse per lottare contro l'immigrazione illegale".

Dunque Vienna con Berlino e Roma è pronta a dare un nuovo corso alla gestione dell'emergenza immigrazione che riguarda il Mediterraneo. Kurz di fatto ha annunciato anche che Vienna sta studiando un piano per progettare centri di accoglienza fuori dall'Europa: "Questo è un progetto a cui sta lavorando un piccolo numero di stati in un modo molto confidenziale per aumentarne la fattibilità", ha aggiunto lo stesso Kurz. Dopo il caso dell'Aquarius di fatto nasce un nuovo patto per l'Europa con tre Paesi che provano a riscrivere le regole per una nuova gestione di un problema che da anni è solo sulle spalle dell'Italia.
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:46 am

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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:48 am

Discorso di Salvini al senato
13/06/2018

https://www.facebook.com/salviniofficia ... 8521788155


Diritto e diritti/ La lezione che nessuno può dare al nostro Paese
di Carlo Nordio
Mercoledì 13 Giugno 2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 93319.html

Per la vicenda dell’Aquarius la ministra della giustizia spagnola, Delgado, ha accusato l’Italia di aver violato i trattati internazionali. Il presidente Macron ha definito il comportamento del nostro governo «cinico e irresponsabile». Il primo è un giudizio giuridico, il secondo è politico. Provo a commentarli.

Il diritto internazionale, come tutto il diritto, non è una scienza esatta, e su ogni questione esistono opinioni diverse, e addirittura opposte. L’ultimo esempio lo abbiamo avuto poche settimane fa, quando illustri costituzionalisti, anche appartenenti alla stessa area culturale, si sono divisi sulla legittimità del veto posto dal Presidente Mattarella alla nomina del professor Paolo Savona. Nel diritto internazionale, tuttavia, esistono alcuni punti fermi, che risalgono ai tempi di Ugo Grozio, cioè alle prime teorizzazioni di questa disciplina.
Sono i seguenti:
1) pacta sunt servanda;
2) rebus sic stantibus;
3) bona fides.
Li ho scritti in originale proprio perché sono vecchi, accettati da tutti, e comprensibili anche a chi è digiuno di “latinorum”.

La loro consacrazione formale si trova nella Convenzione di Ginevra del 23 Maggio 1969. Gli art. 26 e 31 dispongono che «Ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere eseguito, e interpretato, in buona fede».

L’art 62 prevede che un cambiamento fondamentale delle circostanze non può essere invocato quale motivo di recesso a meno che “non abbia per effetto di trasformare radicalmente la portata degli obblighi da adempiere”. In sintesi, i trattati vanno rispettati senza furberie, ma valgono finché non cambiano le circostanze esistenti al momento della stipula. Valgono, appunto, “rebus sic stantibus”.

Sulla vicenda attuale sorgono dunque le seguenti questioni.
1) Quali sono i trattati?
2) i nostri interlocutori agiscono in buona fede?
3) Sono cambiate le situazioni di fatto?

Risposta. 1) I trattati sono molti, e ambigui. I più citati sono quelli del ‘74, del ‘79 e dell’89. Ma ce ne sono anche altri. Tutti comunque concordano nell’imporre l’obbligo, in caso di soccorso in mare, di trasferire i naufraghi in un porto sicuro. Quello di Dublino ha un oggetto diverso: prevede i doveri dello Stato di prima accoglienza. Ma restiamo al salvataggio dei naufraghi. La nave olandese (o tedesca, non si è capito) ha tratto in salvo i migranti al largo delle coste libiche: i porti più sicuri e (vicini) erano in Tunisia e a Malta , paesi pacifici che garantiscono il rispetto dei diritti umani. Perché allora portarli in Italia? Perché, si dice, l’Italia avrebbe coordinato le operazioni di salvataggio. Ma questo non è previsto dalla legge del mare, che parla, appunto, solo del porto più sicuro.

2) Ammettiamo, per assurdo, che questo nostro obbligo esista. Orbene, la disciplina dei naufraghi si applica a coloro che, in circostanze occasionali e impreviste si trovano in pericolo d vita. Ora è indubbio che i poveretti soccorsi in questi giorni versassero in pericolo. Alcuni, temiamo, saranno anche annegati. Ma è possibile affermare che queste navi tedesche battenti bandiere olandesi ( o viceversa), che incrociano a poche miglia dalla Libia e spesso sono in contatto con gli scafisti, è possibile, dicevo, sostenere che raccolgano “naufraghi”, o non piuttosto disgraziati cacciati in quella carrette secondo programmi elaborati da organizzazioni criminali? Ed è possibile che gli Stati di partenza, e anche quelli di bandiera delle navi, siano davvero ignari di questo traffico sciagurato? E allora da che parte sta la buona fede, che dovrebbe presiedere all’interpretazione e all’esecuzione dei trattati?

3) Sono cambiate le circostanze? Si, sono cambiate radicalmente in questi ultimi anni, quando l’emigrazione, da fenomeno relativamente modesto e controllabile, è diventata un’invasione, gestita da criminali, con milioni di africani che premono per approdare in Europa. E questo ci porta all’aspetto politico.

Il presidente Macron non ha nessun titolo per impartire lezioni di morale. Le vergogne di Calais e di Ventimiglia, dove i francesi hanno tenuto ammassati migliaia di migranti, fanno il paio con la macroscopica violazione della nostra sovranità con l’arrogante sconfinamento dei “gendarmes”a Bardonecchia. Ma la Francia non è l’unica. I primi a chiudere le frontiere sono stati i “progressisti” Stati baltici, la Svezia e la Danimarca. Poi la Gran Bretagna ha chiuso Dover, quindi tutta l’Europa dell’est ha sbarrato i confini, e l’Austria ha minacciato i carri armati al Brennero. L’Italia, ormai è quasi banale dirlo, è stata lasciata a sbrigarsela da sé.

Concludo. Il nostro nuovo governo avrà molti difetti, ma in questo momento si sta comportando con coerenza e dignità. I migranti raccolti dall’Aquarius sono, e sarebbero stati comunque, assistiti: il ministro Salvini aveva anche proposto lo sbarco delle donne incinte e dei bambini. E’ comprensibile che l’Europa si rammarichi di aver perso il nostro universale centro di raccolta che la esonerava da tanti impegni umani e finanziari, ma deve farsene una ragione. E in effetti qualcosa si sta muovendo. Dopo una politica di remissività passiva, occasionalmente corretta dal ministro Minniti, alzare un po’ la voce non fa male. Per l’immigrazione massiccia e irregolare non sarà l’inizio della fine, ma almeno è la fine dell’inizio.



Alberto Pento
Caro Salvini mettere i sicurezza donne e bambini, accoglierli e ospitarli, con i relativi futuri ricongiungimenti è molto umano, ma è comunque un rilevante costo pubblico che ricade come danno sottrattivo sui cittadini italiani bisognosi, viste le scarsissime risorse e i moltissimi debiti che pesano e come pesano.
Stiamo attenti con l'umanità ad ogni costo, con l'umanitarismo gratuito, con il suo abuso, perché si rischia di fare del male alla nostra gente, ai cittadini italiani, ai nostri giovani che non possono metter su famiglia, ai molti disoccupati, ai poveri, ai disperati, ai disabili, agli ammalati, ai vecchi trascurati, ai lavoratori malpagati e tartassati, alle imprese soffocate, al debito che ci sovvrasta e ci schiaccia.
Stiamo attenti perché si può morire per eccesso e abuso demenziale di umanitarismo.
Noi "cattivi ed egoisti" non siamo come gli altri come i cosidetti "buoni", noi "cattivi ed egoisti" rispettiamo i valori, i doveri e i diritti umani universali, li rispettiamo però nel loro ordine naturale e non come fanno "buoni" i che li considerano solo come astrazione generica di principio che consente loro di manipolarli scegliendo quali rispettare e quali calpestare e negare.
L'ordine naturale dei diritti umani universali vuole che nel nostro paese, a casa nostra, si rispettino innanzi tutto e in ogni caso i diritti dei nostri concittadini, della nostra gente e non di altri che non hanno alcun titolo ad esercitare o rivendicare diritti nel nostro paese e a casa nostra.




Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 4:49 am

Migranti nel Mediterraneo, ong non può fare trasbordo: "Nessun porto assegnato, si rischia nuovo caso Aquarius"
di Lucio Musolino | 13 giugno 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... us/4426052

“È inaccettabile che persone che sono state letteralmente raccolte dall’acqua, che hanno visto i loro amici annegare, siano bloccate in mare senza un porto pronto ad accoglierle. La disputa sulla distribuzione dei richiedenti asilo non deve essere condotta a spese delle persone in difficoltà in mare”. È l’appello lanciato dal presidente di Sea-Watch Johannes Bayer e dalla portavoce dell’ong in Italia Giorgia Linardi a più di un giorno dal naufragio avvenuto a 20 miglia dalle coste libiche dove una nave della Marina statunitense, la “Ico Usns Trenton”, che ha salvato 41 persone e recuperato 12 corpi senza vita.
Ricevuta una mail negli uffici di Sea-Watch a Berlino, ieri la nave dell’ong ha risposto all’allarme della nave americana essendo “l’unico mezzo di soccorso civile – è scritto in un comunicato – rimasto al momento nel Mediterraneo Centrale”. Allertata nel primo pomeriggio di martedì 12 giugno la centrale operativa di Roma, quest’ultima “informava Sea-Watch di non essere coinvolta né di coordinare il caso in questione e di non essere dunque nella posizione di assegnare un porto sicuro in Italia all’ong”.
Da quel momento è iniziato un tira e molla che, adesso, rischia di creare la stessa situazione che ha visto la nave Aquarius bloccata nel Mediterraneo con oltre 600 persone a bordo. La comunicazione di indisponibilità, infatti, è stata inoltrata dalla Sea-Watch alla nave militare alla quale l’organizzazione non governativa ha confermato “di avere spazio a bordo, cibo e coperte per i 41 sopravvissuti”. Pur avendo raggiunto nel frattempo l’assetto militare della “Ico Usns Trenton”, tuttavia “senza place of safety (POS) assegnato, – è scritto nella nota – Sea Watch 3 non è nelle condizioni di effettuare un trasbordo”.
In sostanza, la nave dell’ong ha chiarito agli americani “di essere pronta e disponibile a fornire l’assistenza richiesta e procedere al trasbordo, a condizione che le fosse assegnato un porto di sbarco ragionevolmente vicino, nel range di 340 miglia/36 ore di navigazione, perché sia logisticamente raggiungibile dalla Sea-Watch 3”. Il rischio è che si ripeta la stessa situazione di “Aquarius” che “comporterebbe la permanenza dei naufraghi a bordo per tempi indefiniti e l’impossibilità per Sea-Watch, da un punto di vista tecnico-logistico, di essere ingaggiata in una simile rotta”.
Le due navi hanno trascorso la notte vicine in attesa di istruzioni da Roma. Istruzioni che non sono arrivate. Risultato: i migranti sono ancora a bordo dell’imbarcazione da guerra, inadeguata a dare assistenza ai superstiti del naufragio, mentre la Sea-Watch che è in condizioni di garantire le prime cure non può farli trasbordare fino a quando la centrale operativa di Roma non assegna all’ong un porto sicuro dove attraccare.
Non sono valse a nulla nemmeno le sollecitazioni della nave americana. “Siamo ancora in attesa di istruzioni, – scrive l’ong – poiché finora nessuno Stato si è assunto le proprie responsabilità”. In ballo ci sono 41 persone che necessitano di essere assistite: “È disumano trattenerle in mare più del necessario per via di un dibattito politico che sta decimando la presenza delle navi delle ong, in mare con la chiara missione di salvare vite. Mentre un enorme dispiegamento di forze è impiegato per effettuare lo sbarco delle persone rimaste bloccate su Aquarius, si assiste a un’acuta e voluta mancanza di mezzi in un tratto di mare che è considerato il confine più letale al mondo, dove le persone continuano a morire. Il naufragio di ieri, infatti, dimostra una preoccupante mancanza di capacità di salvataggio in mare ed è evidente che, in assenza di vie sicure e legali verso l’Europa, simili tragedie continueranno a verificarsi”.
“Le navi non governative – si legge sempre nel comunicato di Sea-Watch – si sono assunte la responsabilità delle attività di ricerca e salvataggio cercando di colmare un vuoto istituzionale. Per contro, sono diventate il capro espiatorio del governo italiano, che cerca di esercitare pressione sul resto dell’Ue affinché condivida la responsabilità nei confronti delle persone soccorse nel Mediterraneo Centrale nell’ambito delle riforme delle politiche migratorie, compresa quella del regolamento Dublino III”.
Per la portavoce in Italia dell’ong Giorgia Linardi, “queste sono questioni di terra, che è da irresponsabili disputare in mare, sulla pelle delle persone”. “Esortiamo – concludono Linardi e Bayer – i governi europei a trovare rapidamente una soluzione a questa umiliante tragedia, sbloccando questo limbo disumano in cui si stanno lasciando le persone in fuga dall’inferno libico”.


Alberto Pento
Basta con l'abuso criminale delle convenzioni internazionali sul soccorso in mare; l'abuso criminale rende vane queste convenzioni. Portateli in Francia da Macron il buono o in Spagna dal buonissimo Pedro Sánchez l'illuminato socialista o in Tunisia o in Algeria o riportateli in Libia dai fratelli dell'Unione Africana. Ciao ciao o bella ciao!
In Italia non vi è più posto, non vi sono più risorse e non vi è alcun lavoro, non si può più accogliere ed ospitare, vi sono milioni di italiani poveri e senza lavoro a cui si deve pensare; oltretutto basta nazisti maomettani africani che ci mancano di rispetto e che ci possono uccidere in nome del loro mostruoso idolo Allah.
Che sia l'Unione Africana a farsi carico e non l'Unione Europea.
Oppure provate a sentire il Vaticano se li accoglie tra le sue spesse mura. Se sono maomettani Papa Bergoglio loro grande estimatore e protettore li potrebbe sistemare a vita nella Basilica di San Pietro.




Aquarius, il bluff della Spagna: non c’è posto per gli immigrati. «Possiamo accoglierne otto»
Marta Lima
mercoledì 13 giugno 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/06/aqu ... 0.facebook

A chiacchiere, sono pronti a ricevere i 629 immigrati della nave Aquarius, che toccherà le coste della Spagna tra venerdì e sabato, a “porti aperti”, ma in realtà non sanno neanche loro, gli spagnoli, dove metterli. «Abbiamo fatto i conti questa mattina, al massimo possiamo prenderne otto», è il racconto di un volontario di un centro di accoglienza di Valencia, in un lungo reportage di Marco Imarisio sulle pagine del Corriere della Sera.

Si parla, in particolare, di Mislata, una città appena fuori Valencia. Si parla di grandi difficoltà nell’organizzazione dell’accoglienza, nonostante i proclami del governo socialista. Non sarà facile trovare collocazione ai 629 migranti soccorsi in mare dalla nave Aquarius, bloccata al largo a seguito del braccio di ferro tra Italia e Malta, che intanto sono stati trasbordati su due imbarcazioni italiane mentre gli altri 229 sono rimasti sulla Ong. Le tre navi sono partite per Valencia. Sistemazione sulla quale il Corriere solleva grandi perplessità.

«I riconoscimenti internazionali piovuti sulla città e sul Paese che si offerto di accogliere i profughi che viaggiano a bordo dell’ Aquarius non cancellano i problemi. Nel solo mese di maggio sulle coste dell’ Andalusia sono sbarcati 3.400 migranti, più del doppio dell’ ultimo anno», racconta il quotidiano. Al suo arrivo, nella notte tra venerdì e sabato, l’ Aquarius verrà fatta attraccare alla Marina Real, il molo riservato alla crociere del porto di Valencia. «I 629 profughi saranno portati in autobus fino all’ antica base di Alinghi, dove sorgevano il cantiere e la base operativa della barca a vela svizzera che nel 2007 scelse Valencia per giocarsi la Coppa America conquistata quattro anni prima. Si iniziano a montare le tende, ma neppure nella civile e ospitale Valencia c’ è posto per tutti i profughi dell’Aquarius. La seconda fase dell’ operazione è ancora tutta da scrivere. Con numeri piuttosto incerti”, è scritto ancora sul Corriere.

Il governo di Pedro Sánchez sta vagliando le offerte che arrivano da altre città e da altre regioni. «Non è detto che rimarranno tutti qui» afferma la vicepresidente Oltra. Per una volta la Spagna ha gli stessi problemi dell’Italia…


"SPAGNA BALUARDO DI CIVILTÀ? ECCO COSA SUCCEDE A CHI TENTA DI SALTARE LA BARRIERA CEUTA E MELILLA (FRONTIERA SPAGNA-MAROCCO)
Strano a dirsi, ma proprio la Spagna, il paese europeo più vicino all’Africa, è anche quello dell’Europa meridionale dove sbarcano meno migranti. Eppure, allo stesso tempo, sono tantissimi dal '97 a oggi si stima che potrebbero essere ben 18.000 gli uomini, le donne e i bambini morti in mare nel tentativo di raggiungere proprio la Penisola Iberica. Una situazione causata anche dalle politiche restrittive del paese, messe in atto con chiarezza a Ceuta e Melilla, due enclave in territorio marocchino.

https://www.facebook.com/24609457889506 ... 0540390125

https://www.osservatoriodiritti.it/2017 ... ude-europa
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Re: La mia terra non è la tua terra

Messaggioda Berto » gio giu 14, 2018 12:45 pm

L’imam attacca Salvini: "Disumano chiudere le porte a chi fugge dalla guerra"
Franco Grilli - Lun, 11/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 39566.html

Aboulkheir Breigheche, capo della comunità islamica di Trento, attacca la linea dura del ministro dell'Interno

"Chiudere le frontiere e non far arrivare persone via mare che fuggono dalla guerra è disumano".
L’imam di Trento critica aspramente la linea dura di Matteo Salvini sull’immigrazione, specialmente in relazione all’affaire della nave Acquarius, alla quale il neo ministro dell’Interno ha vietato l’attracco nei porti italiani.
In occasione di un’intervista con l’Agi, Aboulkheir Breigheche ha bacchettato il leader della Lega: “Non devo dare lezioni ad un ministro dell’Interno che tra i suoi compiti dovrebbe ricomporre le situazioni tra le varie etnie e religioni. Se le dichiarazioni restano quelle di prima e dopo delle elezioni, non c'è stare tranquilli. Qui c'è un orientamento anti-islamico che non fa bene a nessuno”.


L'attacco dell'imam

Il capo della comunità isamico ha continuato sulla stesa falsariga: "I musulmani in Europa hanno una lunga storia e non da oggi. Se ci si comporta in questa maniera qui si creano odio e rancori ma noi continueremo a difendere la legalità".
E l’iman ha voluto commentare anche la decisione dell’Austria di chiudere sette moschee in patria: "L'Islam in Austria ha una storia molto lunga e profonda, riconosciuta dallo Stato e quanto annunciato significa ritornare indietro nella storia, una discriminazione, una xenofobia inaccettabile" riferendosi proprio all'annuncio dato dal Cancelliere austriaco Sebastian Kurz circa la volontà di espellere gli imam dall'Austria, oltre alla chiusura dei sette luoghi di culto islamici.


Quelle foto assieme ai jihadisti dell'imam che attacca Salvini
Giovanni Giacalone - Mar, 12/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 39971.html

Aboulkheir Breigheche, l’imam di Trento, compare in alcune foto con Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski, entrambi reclutati dalla rete di Bilal Bosnic

Aboulkheir Breigheche, l’imam di Trento (nonché portavoce dell’Associazione Imam e Guide Religiose) che ieri aveva attaccato Salvini definendolo “anti-islamico” e accusando l’Austria di discriminazione e xenofobia, è lo stesso che in un post su Facebook aveva accusato Iran, Russia e Usa di aver creato l’Isis: "È ora che tutti sappiamo con certezza che quelli che vengono uccisi in Siria sono la gente comune con le armi più micidiali che l’umanità abbia mai conosciuto, quelli di Usa, Russia e Iran che occupano la Siria e che hanno creato Isis per giustificare i massacri e che difendono i carnefici al potere da più di 40 anni massacrano il popolo rendendo il paese macerie.

Questa purtroppo la pura verità. Davanti agli occhi di tutti. Quanto durerà questa situazione? Non credo molto. Perché l’oppressione non può sopravvivere a lungo. È la legge della natura. Peccato che la ”droga” del potere accieca. E i ciechi non percorreranno tratti lunghi di strada”.

Nell’ottobre 2016 Breigheche si scagliava contro l’intervento militare russo: "Putin e il suo regime danno una mano al regime criminale in Siria e bombardano i civili e la resistenza…insomma, tutti contro il popolo siriano, chi militarmente chi con il suo silenzio consenziente". Sarebbe interessante capire se per Breigheche i qaedisti di Jabhat al-Nusra e le altre formazioni jihadiste sono definibili come “resistenza”.

In un altro post Breigheche si scagliava contro il governo egiziano e contro l’Occidente che riceve il presidente egiziano Abdelfattah al-Sisi: "In Egitto c’è un presidente eletto democraticamente in prigione. E un generale golpista al potere che massacra anche i turisti che osano cercare di capire (Regeni). Un dittatore che l’occidente riceve con tutti gli onori…".

Breigheche del resto è stato presidente di quell’Alleanza Islamica d’Italia nella cui sede di viale Monza a Milano veniva immortalato Salah Sultan, personaggio legato all’ex governo islamista egiziano di Mohamed Morsy. Sultan si è più volte distinto per affermazioni antisemite.

Viene da chiedersi se Breigheche abbia visto le foto agghiaccianti scattate all’interno delle moschee turche fatte chiudere dal governo austriaco, foto nelle quali si vedono minorenni vestiti da militari che si improvvisano martiri con delle bandiere turche e che marciano per la sala di preghiera con modalità che ricordano certe parate dittatoriali di stampo mediorientale che mai si vorrebbero vedere in Europa. Bambini affiancati da bambine vestite di bianco, anche loro in modalità “martire”.

Siamo sicuri che il problema sia la xenofobia e la discriminazione da parte del governo austriaco? Guardando le foto pare proprio di no.

Chissà cosa avrà pensato poi Breigheche di quei due jihadisti balcanici ritratti con lui in una foto di gruppo presso un centro islamico del Trentino, nel momento in cui è emerso che i due erano andati in Siria per unirsi all’Isis nella lotta anti-Assad. Trattasi infatti di Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski (il primo perdeva la vita nel gennaio 2014), entrambi reclutati dalla rete di Bilal Bosnic, il predicatore bosniaco più volte presente in diversi centri islamici in suolo italiano. Un terzo soggetto, un marocchino anch’egli presente in foto, veniva iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Venezia e successivamente espulso dall’Italia (quando si trovava già in Marocco).
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