Favorire la migrazione clandestina è un crimine universale

Favorire la migrazione clandestina è un crimine universale

Messaggioda Berto » mar mar 02, 2021 9:07 pm

Migranti, Casarini indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
Secondo la Procura di Ragusa la nave Mare Jonio avrebbe preso a bordo 27 migranti dalla danese Maersk Etienne in cambio di denaro
(Adnkronos)
1 marzo 2021

https://www.adnkronos.com/migranti-casa ... 5HUGEPdyTS

Luca Casarini, ex capo missione della nave Mare Jonio, è indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato dallo scopo di ottenere un profilo nell'ambito dell'inchiesta sulla nave coordinata dalla Procura di Ragusa. Con Casarini sono indagati anche Beppe Caccia, il regista Alessandro Metz e il comandante Pietro Marrone.

I quattro indagati dalla Procura di Ragusa nell'inchiesta sulla Mare Jonio. Secondo la Procura nel settembre scorso avrebbero preso a bordo 27 migranti dalla nave danese Maersk Etienne, che li aveva soccorsi 37 giorni prima in cambio di denaro. Risulta invece estranea all'inchiesta l'Ong Mediterranea Saving Humans.



Sbarchi, altra tegola sulle Ong: i pm indagano su 24 attivisti
Mauro Indelicato
3 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 28128.html

I magistrati della città siciliana puntano il dito contro alcune Ong per missioni di salvataggio compiute tra il 2016 e il 2017. L'accusa è di aver concordato le operazioni direttamente con i trafficanti

Dopo Ragusa, anche da Trapani è emersa un'inchiesta che vede coinvolte le Ong. Questa volta le indagini hanno a che fare con eventi accaduti tra il 2016 e il 2017 e coinvolgono 24 indagati.

I magistrati della città siciliana sospettano soccorsi attuati in accordo con i trafficanti da parte degli equipaggi di alcune navi umanitarie.

L'inchiesta partita tre anni fa

Così come sottolineato da Repubblica, l'avviso di conclusione delle indagini inviato a 24 indagati è arrivato dopo almeno tre anni di inchiesta. Il periodo di riferimento è quello che va dall'estate del 2016 al giugno del 2017.

Si tratta di una delle stagioni più calde sul fronte migratorio. I bilanci complessivi forniti dal ministero dell'Interno sui dati delle persone sbarcate, si chiudevano costantemente con numeri a tre zeri. Nel 2016 in Italia sono arrivati 181.436 migranti, nel 2017 invece 119.310. Cifre che danno l'idea di un'emergenza senza precedenti, che l'allora governo Gentiloni ha provato a ridimensionare dando vita al memorandum con la Libia firmato proprio subito dopo la primavera del 2017.

Secondo la Procura di Trapani, in questo contesto alcune Ong avrebbero attuato soccorsi dopo accordi stretti direttamente con i trafficanti. Sarebbero dieci gli episodi finiti nel mirino degli inquirenti. Alcuni sono stati effettuati dalla nave Iuventia, dell'Ong tedesca Jugend Rettet. Sotto la lente dei magistrati però, sono rientrate anche le attività di altre due Ong: Save The Children e Medici Senza Frontiere.

Queste ultime in quel periodo operavano rispettivamente con le navi Vos Hestia e Vos Prudence. Qui venivano trasbordati tutti i migranti soccorsi dalla Iuventia, mezzo di dimensioni più modeste. I magistrati, avvalendosi dell'attività di un poliziotto sotto copertura, sarebbero entrati in possesso di foto e video che documenterebbero gli accordi con i trafficanti. Non solo: le accuse dei Pm Brunella Sardoni e Giulia Mucaria, coordinati dal procuratore reggente Maurizio Agnello, si avvarrebbero di perizie tecniche sui diari e sulle strumentazioni di bordo.

Dai controlli sarebbe emerso che in più di un'occasione le Ong coinvolte avrebbero falsificato anche le comunicazioni con le autorità italiane. Alcuni eventi ufficialmente catalogati come Sar, dunque di Ricerca e Soccorso, in realtà erano spedizioni avvenute a colpo sicuro in tratti di mare dove gli attivisti attendevano l'arrivo di barconi con i migranti.

È quanto accaduto ad esempio all'aba del 5 maggio 2017, quando la Von Hestia si è recata in acque Sar libiche sapendo dell'arrivo di un barcone dalla sera precedente. Una missione effettuata senza avvertire le autorità marittime del nostro Paese. Successivamente, sempre secondo i pm, i membri dell'equipaggio avrebbero falsificato i documenti del soccorso.

Sempre la Von Hestia pochi giorni dopo si è resa protagonista di un altro episodio al vaglio degli inquirenti. In quell'occasione gli attivisti avrebbero segnalato la loro posizione in mare con le luci della nave, circostanza vietata dal codice di autoregolamentazione. C'è poi un soccorso effettuato sempre in quel periodo, in cui la Procura di Trapani avrebbe evidenziato la restituzione agli scafisti dei giubbotti di salvataggio indossati dai migranti al momento del soccorso.

Stralciata la posizione di Don Zerai

In totale sono 24 gli indagati. Si tratta di alcuni membri delle Ong in questione, a cui è stata riconosciuta la responsabilità oggettiva per il comportamento dei propri attivisti. È invece stata stralciata la posizione di Don Mussie Zerai, il sacerdote eritreo tra i fondatori di Alarm Phone. L'accusa per lui era quella di aver fatto da tramite tra alcuni gruppi di migranti e i soccorritori.

Le conseguenze politiche

La conclusione delle indagini a Trapani è arrivata 48 ore dopo la notizia dell'apertura dell'inchiesta a Ragusa sulla Mare Jonio. Due situazioni distinte, ma accomunate dal fatto di essere arrivate alla ribalta mediatica in un momento delicato sotto il profilo politico, caratterizzato dall'insediamento del governo Draghi.

Non a caso una prima reazione è arrivata nelle scorse ore dalla Lega, partito organico alla nuova maggioranza: “Non solo le ombre sulle operazioni di salvataggio della Mare Jonio e le pesanti accuse della Procura di Ragusa – ha dichiarato il segretario del carroccio, Matteo Salvini – ora i pm di Trapani chiedono il rinvio a giudizio per altri 24 membri delle ong. Il sospetto è quello di soccorsi concordati con i trafficanti”.

“Serve chiarezza immediata – ha proseguito Salvini – occorre contrastare con ogni mezzo lecito il traffico di esseri umani. Ne parlerò al più presto con il Presidente del Consiglio e con il ministro dell'Interno"


Migranti, le foto che accusano la ong: “Il capitano proteggeva gli scafisti”
Salvo Palazzolo
07 Marzo 2021

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/ ... 290870917/

Il 26 giugno 2017, lo scafista continua a colpire i migranti con una cintura, davanti ai volontari appena arrivati
L’inchiesta di Trapani. Nel 2017, un agente infiltrato registra il comandante della Vos Hestia: “Sui trafficanti non faccio la spia”. Save the Children: “Noi sempre corretti”

TRAPANI — In un’immagine si vede lo scafista mentre picchia i migranti con una cintura, davanti ad alcuni volontari della nave “Vos Hestia”. In un altro scatto, ha in mano un tubo di ferro giallo, un giovane si ripara il volto. Poi, il trafficante di uomini sale pure lui a bordo dell’imbarcazione di “Save the children”. Un’altra immagine lo ritrae mentre cammina tranquillo nel porto di Reggio Calabria: indossa una maglietta bianca (sulla manica il numero tre), nessuno l’ha denunciato. Le foto scattate da un agente sotto copertura, che nel 2017 ha finto di essere un volontario, sono diventate per la procura di Trapani un atto d’accusa contro la Ong.

Pesanti le contestazioni, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso, mosse anche nei confronti di “Medici senza frontiere” e “Jungend Rettet”. Nell’estate di quattro anni fa, salvarono migliaia di vite umane, come ribadisce oggi “Save the children” per respingere le contestazioni dei pm, ma adesso quelle foto e anche le voci registrate dall’agente “infiltrato” diventano un caso.

In quei mesi drammatici, il comandante di “Vos Hestia”, Marco Amato, sbottò con un collaboratore: «Ti ho detto seimila volte che io a bordo ho altri ruoli e non quello di fare la spia o l’investigatore». Il pool coordinato dal procuratore facente funzione Maurizio Agnello contesta al comandante di non aver voluto dare alcuna informazione alla polizia sugli scafisti. Nelle intercettazioni, Amato se la prendeva con chi violava questa linea: «Appena torna lo scemo vedo cosa vuole fare — diceva ancora — altrimenti lo mando a fare in culo dicendogli: “Vedi dove te ne devi andare, vai a mangiare a casa, ti vuoi stare zitto o te ne vai… siamo partiti già male». L’uomo che chiamava lo “scemo” aveva indicato alla polizia due scafisti.

Ma perché non segnalare i trafficanti di uomini alla polizia? Amato non fa parte di “Save the children”, era il comandante di un’imbarcazione affittata dalla Ong, però è diventato uno dei protagonisti di quella stagione di salvataggi, fatti spesso in condizioni difficili. «Non si è mai tirato indietro — dice un volontario che ha conosciuto il comandante in mare — la priorità di tutti è stata sempre quella di salvare vite umane».

Ma perché non segnalare gli scafisti all’arrivo nei porti? Se lo chiedono adesso i magistrati, che hanno messo agli atti della loro inchiesta anche una relazione dell’agente del Servizio centrale operativo che ha operato sotto copertura. Racconta che al porto di Reggio Calabria, il comandante Amato gli indicò quel giovane con la maglietta bianca e il numero tre: «Ha picchiato i migranti», sussurrò. La polizia commenta nel rapporto alla procura, firmato anche dalla Guardia Costiera: «È evidente che Amato fosse a conoscenza di quanto commesso in pregiudizio dei migranti. Ma nessuna segnalazione è stata fatta alle autorità di polizia presenti allo sbarco, né sui giornali di bordo». Come dire, non fu chiuso solo un occhio, per portare a termine in sicurezza le operazioni di salvataggio. In alcuni casi, si evitò del tutto di denunciare i trafficanti di uomini. Finendo per offrirgli una pericolosa sponda, sostiene l’accusa.

Nei giorni scorsi, la procura di Trapani ha chiuso l’indagine nei confronti di 21 persone che operarono fra il 2016 e il 2017 a bordo non solo di “Vos Hestia”, ma anche di “Vos Prudence” e Iuventa. In altre foto, scattate dall’agente sotto copertura il 18 giugno 2017, si vedono tre scafisti mentre si avvicinano ai volontari di “Vos Hestia”, smontano in tutta calma il motore dal gommone dei migranti e vanno via. Lo stesso giorno, un operatore di nave “Iuventa” riporta verso le coste libiche tre barchini. «Al largo c’erano i trafficanti», annota il poliziotto. Un’altra sequenza di immagini. Il 26 giugno, tre uomini su un potente gommone affiancano “Vos Hestia”, sono trafficanti che annunciano l’arrivo di un altro carico di vite umane. L’agente trasmette la foto ai suoi colleghi, che riconoscono subito il più importante del gruppo: è Suleiman Dabbashi, fa parte di una famiglia influente a Sabrata, gestisce numerose safe house, le case di prigionia dei migranti.

“Save the children” ribadisce: «Siamo fiduciosi che l’intera vicenda, non appena tutti i fatti saranno stati adeguatamente rappresentati e considerati, potrà essere chiarita confermando la correttezza del nostro operato».



Svolta Lamorgese: ammette i trucchi Ong sui migranti
La testimonianza al processo contro Salvini: "Stazionano per giorni nelle acque libiche per caricare più persone possibile"
Chiara Giannini
Lun, 08/03/2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1615228931

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha svelato il trucchetto delle navi Ong, che vanno di fronte alle coste libiche, recuperano i migranti e poi aspettano altri carichi prima di ripartire alla volta dell'Italia e chiedere un porto sicuro di sbarco.

La rivelazione della titolare del Viminale è contenuta nella trascrizione della sua testimonianza al processo contro l'ex ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso Gregoretti, al tribunale di Catania. Nelle carte si legge che, rispondendo al pubblico ministero, la Lamorgese chiarisce: «Le navi che vanno a fare soccorso in acque Sar libiche non è che ogni volta che fanno un soccorso tornano immediatamente indietro. Tante volte, con dei soccorsi effettuati, si fermano nelle aree, diciamo libiche, anche tre, quattro giorni in attesa poi di recuperare il più possibile quelli che sono in difficoltà. Quindi - dice ancora - vuol dire che sono delle navi che comunque sia hanno la possibilità di stare ferme con delle persone appena recuperate in acqua. Di farle stare sulle imbarcazioni anche per quattro, cinque giorni, perché loro chiedono il Pos (place of safety) quando hanno l'imbarcazione piena e poi ritornano». E prosegue: «Quindi chiedono il Pos con la procedura che ho detto, prima nelle acque Sar libiche, poi Malta e poi l'Italia. Se fossero in condizioni di non poter stare, allora appena recuperati dovrebbero immediatamente venire, avvicinarsi verso Paesi che sono sicuri, tipo Malta e l'Italia e non sempre è così perché talora rimangono anche più giorni». Insomma, la titolare del Viminale per la prima volta ammette pubblicamente che le navi Ong non sono altro che taxi del mare, che non recuperano naufraghi, ma immigrati clandestini, permanendo giorni e giorni in acque Sar libiche per fare tranquillamente il loro carico. D'altronde, è ormai provato dalle varie inchieste aperte che i migranti partono solo quando di fronte alle coste della Tripolitania ci sono le imbarcazioni del soccorso.

La Lamorgese ha dato un'altra risposta che costituisce un assist a Salvini. Il giudice le chiede: «Secondo lei qual è la differenza fra il caso Diciotti, Gregoretti e l'Ocen Viking»? E lei risponde: «Ogni volta che c'è uno sbarco sicuramente ci sono delle difficoltà che affrontano tutti gli uffici. Oggi noi seguiamo una linea che è quella, perché all'epoca, nel 2018, fu fatto il decreto Sicurezza, di blocco della possibilità di interdizione del porto che è stato poi effettivamente utilizzato. Ma in effetti, poi, se vogliamo, nonostante ci fosse il decreto di interdizione, sostanzialmente tutte le volte regolarmente sono scesi, perché c'è anche da dire che quando arrivano poi sulle nostre coste dobbiamo iniziare tutta la procedura della redistribuzione, rapporti con l'Europa e quant'altro. Su questo non c'è dubbio».

«Quindi - le dice ancora il giudice - non trova una differenza sostanziale in questi tre casi»? E il ministro risponde: «Alla fine il risultato è stato, diciamo, più o meno analogo a quello precedente, perché questo va detto, anche se con motivazioni diverse».

Ma anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, chiamato a testimoniare, dà una versione dei fatti che aiuta Salvini. Parlando del caso Gregoretti ammette che «di solito, quando c'era un momento di criticità nel governo, a questo corrispondeva sempre un momento politico a tre, di solito o addirittura a due, in alcuni casi tra i due vicepremier e il presidente del Consiglio in cui si cercava la soluzione per lo sbarco». Quindi, per Di Maio la soluzione di non far scendere i migranti fu presa di comune accordo con l'allora premier Giuseppe Conte. E chiarisce che anche in quel caso «potrebbe esserci stata una condivisione politica». E sulla redistribuzione dei migranti di quel periodo ammette: «Ci sono tante mie dichiarazioni pubbliche su questo. Il principio era quello di provocare il meccanismo della redistribuzione e di questo si trova traccia da più parti sia del ministro Toninelli, ma anche mia».
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Messaggioda Berto » mar mar 02, 2021 9:08 pm

Scure di Londra contro l'immigrazione clandestina: "Ergastolo ai trafficanti di esseri umani"
Tommaso Lecca
01 marzo 2021

https://europa.today.it/attualita/londr ... stolo.html

L’ergastolo come pena massima per i trafficanti di esseri umani. L’idea di contrasto all’immigrazione clandestina arriva dal Regno Unito, dove solo nell’anno in corso sono già arrivate illegalmente 531 persone dopo aver attraversato il Canale della Manica su imbarcazioni di fortuna. Un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che ha messo in allarme il Governo di Londra. Ora, secondo quanto sostiene il Times, la Segretaria di Stato all’Interno britannica, Priti Patel, sarebbe in procinto di annunciare l’innalzamento della pena massima nella speranza di portare la detenzione media per i condannati per traffico di esseri umani dagli attuali tre anni a un numero a doppia cifra, che vada a scoraggiare chi si arricchisce grazie al trasporto dei migranti.

Gli arrivi

Le condizioni climatiche favorevoli di sabato scorso hanno permesso a 87 persone di sbarcare sulle coste inglesi. Nella stessa giornata, le autorità francesi affermano di aver intercettato altri 51 tentativi di attraversamento del braccio di mare che separa la Gran Bretagna dall’Europa continentale. L'anno scorso sono stati registrati 8.417 tentativi di sbarco illegale sulle coste britanniche, un numero oltre quattro volte superiore a quello registrato nel 2019. Il tasso di intercettazione delle traversate è aumentato con l’utilizzo di droni militari, attrezzature termografiche e radar per individuare i tentativi di intrusione di imbarcazioni non autorizzate provenienti dalla costa francese.

Lo scafista come un assassino

La ministra Patel, figlia di rifugiati indiani arrivati nel regno Unito negli anni Settanta, dovrebbe annunciare la misura di innalzamento della pena massima nei prossimi giorni. Fonti del Governo hanno fatto sapere che non vi sono piani per introdurre un “periodo di condanna minimo”, ma l'idea sarebbe semplicemente quella di aumentare il massimo periodo di detenzione possibile, nella “speranza” che la durata media delle condanne aumenti così tanto da scoraggiare gli scafisti della Manica. Fonti del ministero dell'Interno hanno infatti rivelato che la decisione manderebbe “un chiaro messaggio” che l’esecutivo di Londra considera il traffico di esseri umani “alla stregua del tentato omicidio”. Secondo i dati del ministero dell’Interno, circa una persona su sette che ha attraversato la Manica durante lo scorso anno è iraniana. Tra le altre nazionalità d’origine dei migranti ci sono gli albanesi (uno su dieci tra chi è sbarcato lo scorso anno), gli eritrei (uno su dodici) e gli iracheni (uno su tredici).
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Messaggioda Berto » gio mar 11, 2021 9:35 am

La "macchina" dei permessi di soggiorno dentro il fortino dell'illegalità dell'Hotel House
Sofia Dinolfo
10 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 30109.html

Ancora una volta le Fiamme gialle hanno portato alla luce le irregolarità dell'Hotel House di Porto Recanati. Sono stati scoperti 113 evasori fiscali e 236 partite Iva inattive

Ancora una volta gli uomini della guardia di finanza della tenenza di Porto Recanati sono intervenuti nell'Hotel House del comune maceratese portando alla luce numerose irregolarità.

Nel corso del blitz sono stati scoperti 113 evasori totali e 236 partite Iva false. Un complesso residenziale nato nel 1967 che riveste una certa importanza dal momento che nei suoi 480 appartamenti ospita 1200 stranieri appartenenti a 22 nazionalità. Durante la stagione estiva, i numeri triplicano e si arriva anche a più di 3mila inquilini. Immigrati provenienti dal nord e dal centro dell’Africa e asiatici, la maggioranza dei lavoratori che operano al suo interno. Non è questa la prima volta che le attività svolte all’interno dell’hotel passano sotto la lente di ingrandimento da parte degli inquirenti. Negli ultimi anni infatti le Forze di polizia hanno intrapreso, sotto il coordinamento della prefettura di Macerata, diverse attività dirette a garantire il rispetto della legalità.

In particolare, l’ultima attività condotta dai militari della finanza è stata diretta a passare al setaccio tute le operazioni relative al trasferimento di valuta, allo spaccio di droga, alle attività di contraffazione dei marchi e all'abusivismo commerciale. Occhi anche sull'evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari, il lavoro nero e sul sommerso d'azienda. É stato proprio su quest’ultimo controllo che sono state verificate le posizioni con partita Iva dalle quali sono emersi 113 soggetti sconosciuti allo Stato in quanto non avevano mai presentato la dichiarazione dei redditi o di imposta. Non solo, il blitz ha portato anche alla denuncia di 3 persone per il reato di immigrazione clandestina e un’altra per il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Permessi di soggiorno mai chiesti e ottenuti, flussi in arrivo e in partenza di migranti rimasti sconosciuti allo Stato fino a quest’ultimo intervento.

“Grazie alle donne e agli uomini in divisa, ai residenti perbene, alle istituzioni che non mollano: non si possono tollerare fortini di illegalità”. Sono state queste le parole espresse dal leader della Lega Matteo Salvini dopo l’apprensione della notizia. Quando il numero uno del Carroccio è divenuto ministro dell’Interno ha chiesto una relazione proprio sull’Hotel House trovando poi riscontro di quanto aveva letto nella visita alla struttura il 16 settembre del 2018. In quel contesto è stata trovata una situazione fuori controllo. Da allora le attenzioni degli inquirenti sulla struttura sono state pressanti portando alla luce numerose e periodiche irregolarità. “Ora- ha affermato Matteo Salvini- con la Lega che torna in maggioranza, esplode l’ennesimo scandalo con l’indagine della guardia di finanza contro i reati fiscali. Non abbassiamo la guardia”.
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Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 2:28 am

Le foto incastrano le Ong: i volontari conoscevano le violenze degli scafisti. E le coprivano
Gigliola Bardi
martedì 9 Marzo 2021
https://www.secoloditalia.it/2021/03/le ... coprivano/

Le intercettazioni, le testimonianze e, soprattutto, le foto, che immortalano i momenti di brutalità contro i migranti. Nel fascicolo dell’inchiesta della Procura di Trapani sulle connivenze tra equipaggi delle Ong e trafficanti di uomini ci sono anche gli scatti rubati da un agente infiltrato tra i volontari. E non lasciano spazio a dubbi sulle ripetute omertà con cui i “buoni” hanno coperto i criminali. Non a caso sono considerati centrali nell’inchiesta, che coinvolge le navi messe in mare sotto le insegne di Jugend Rettet, Save the children e Medici Senza Frontiere.

Le foto che incastrano le Ong

In una foto è fermata l’immagine di uno scafista che colpisce i migranti con una cinghia, sotto gli occhi del personale della Vos Hestia di Save the children. In un’altra foto si vede un trafficante con un tubo di ferro in mano scagliarsi contro un ragazzo che si copre il viso. Lo stesso trafficante poi viene fotografato a bordo della nave della Ong e, infine, libero di girare nel porto di Reggio Calabria. E, ancora, in altre foto si vedono gli scafisti smontare il motore di un gommone; in un’altra annunciare dalla loro imbarcazione al personale della nave Ong l’arrivo di migranti; ce n’è perfino una in cui sono gli stessi volontari della Iuventa della tedesca Jugend Rettet a occuparsi di riportare verso la Libia i barchini.

Fino a che punto basta dire “salvano vite”?

Insomma, le foto sembrano confermare non solo le connivenze ipotizzate dalle inchieste, ma in alcuni casi vere e proprie collaborazioni tra Ong e trafficanti. In quella logica di “taxi del mare” più volte denunciata dalla destra e sempre rifiutata dalla sinistra al grido di “salvano vite!”. Lo stesso rilanciato da quei capitani delle Ong che oggi si scopre essere stati del tutto indifferenti alla dignità di quelle vite. Facendosi persino complici dei meccanismi e dei criminali che le mettevano a rischio.

Il capitano che diceva: «Il mio ruolo non è fare la spia»

In particolare, fra i casi all’attenzione della Procura di Trapani, che lavora sull’ipotesi di favoreggiamento e falso, c’è quello del comandante Marco Amato, in forze alla Vos Hestia di Save The Childern, che fin dalle prime battute dell’inchiesta si è trincerata dietro la correttezza del proprio operato. Amato era intercettato e dalle sue parole registrate emerge non solo il rifiuto di aiutare le indagini, perché «a bordo ho altri ruoli, non quello di fare la spia», ma anche l’ordine ai collaboratori di fare altrettanto. Amato in una conversazione riportata da La Verità, indica come «lo scemo» un marinaio che aveva osato indicare alla polizia due scafisti, promettendo di mandarlo «a fare in c…» se non avesse chiarito quali erano le sue intenzioni.

Le omertà ricostruite negli atti dell’inchiesta

È stata poi Repubblica, la prima a divulgare il contenuto delle foto incriminanti, a riportare un racconto dell’agente sottocopertura tra i volontari delle Ong. Nel resoconto agli atti dell’inchiesta l’agente riferisce che nel porto di Reggio Calabria Amato gli si avvicinò indicandogli un uomo che aveva «picchiato tre migranti». Anche in quella occasione, però, non vi fu alcuna denuncia. «È evidente che Amato fosse a conoscenza di quanto commesso in pregiudizio dei migranti. Ma nessuna segnalazione è stata fatta alle autorità di polizia presenti allo sbarco, né sui giornali di bordo», è il commento che poi la polizia ha reso alla Procura. Nota sottoscritta anche dalla Guardia Costiera.

I Pm: «Operavano a vantaggio delle Ong, non dei migranti»

Tutti elementi che hanno portato i pm titolari dell’inchiesta di Trapani (che si aggiunge alle altre in corso), Brunella Sardoni e Giulia Mucaria, a sostenere che queste missioni più che nell’interesse dei migranti erano «nell’interesse e a vantaggio delle Ong, che così ottenevano maggiore visibilità pubblica e mediatica con conseguente incremento della partecipazione – anche economica – dei propri sostenitori». Un obiettivo per il quale farsi “taxi del mare” era estremamente funzionale, tanto da arrivare a coprire le violenze degli scafisti. Nell’indifferenza dello stesso Viminale, che per stessa ammissione del ministro Luciana Lamorgese nel corso del processo contro Matteo Salvini, sapeva del meccanismo di attesa dei migranti.
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Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 2:29 am

La visione di Lucano, continua il processo all’accoglienza
Mer, 17/03/2021

https://larivieraonline.com/la-visione- ... ccoglienza

Nel dibattimento contro Lucano la parola tocca alla difesa: «Ha provato ad accogliere tutti». La sentenza a Settembre

È prevista per il prossimo 27 settembre la conclusione del processo contro Domenico Lucano, accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, truffa e abuso d’ufficio nella gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati.

Dopo un anno di accuse, è il momento della difesa per l’ex sindaco che ascolta, dal banco degli imputati, la cronistoria della sua travagliata carriera di Simbolo della società dell’accoglienza. Il processo riprende con un nuovo avvocato, Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano ed attualmente europarlamentare, schierato a favore di “Mimì Capatosta” accanto ad Andrea Daqua, il legale che segue il caso sin dall’inizio.

«L’accoglienza era il suo obiettivo», ecco chi ha parlato in difesa di Lucano

«Lucano ha agito legittimamente e in maniera conforme alle linee guida ministeriali»: così Elisabetta Madaffari, già dirigente amministrativa della provincia di Reggio Calabria. La funzionaria, ora in pensione, ha ripercorso i punti fondamentali della legislazione nazionale sulle modalità di accoglienza dell’immigrazione. Chiamata a fornire la propria versione sulla mancata riscossione dei diritti di segreteria per il rilascio della carta d’identità ai migranti, ha spiegato che «per effetto della legge Bassanini, c’era la possibilità per gli enti che versavano in pre-dissesto di sospendere la riscossione dei diritti». Alla pubblica accusa, che ritiene Lucano consapevole delle irregolarità amministrative, risponde seraficamente che «le somme venivano erogate prima che le spese si sostenessero e Lucano non aveva idea e non sapeva come sarebbero stati spesi quei soldi».

È poi il turno di Tonino Perna, sociologo, docente universitario e attuale vice sindaco di Reggio Calabria, che racconta di quando, da Presidente del Comitato della Banca popolare Etica di Padova, riuscì a far avere un prestito di 100 milioni di lire all’associazione “Città Futura” per avviare i progetti di accoglienza. Lucano – asserisce il teste - aveva cominciato a cullare l’idea, che avrebbe fatto di Riace un modello di solidarietà nel 1998, anno in cui Perna, in qualità di presidente di una Ong, aveva iniziato un’esperienza accoglienza a Badolato. «Lucano mi disse che voleva fare la stessa cosa a Riace, lì all'inizio si trattava di 40 migranti al massimo», dichiara. Sottolinea poi che sin dall’inizio si era guardato con favore al progetto “Città Futura” e che la Prefettura «si rivolgeva spesso a Lucano quando c’era migranti da ospitare». «Avrebbe potuto rifiutarsi, - ha spiegato Perna - ma Lucano era un sindaco che aveva scelto la solidarietà come obiettivo e provava ad accoglierli tutti». Non si trattiene poi dal dispensare un piccolo giudizio di valore relativamente all’attività per cui Lucano è stato prima incoraggiato e sovvenzionato e poi, tutt’a un tratto, incriminato: «Lo Sprar – asserisce – serve a fare rinascere un paese; non è solo assistenza ma se si mettono in gioco meccanismi economici.»

È stato sentito anche Isidoro Napoli, dottore che a Riace ha aperto “Jimuel”, una postazione medica di supporto sanitario gratuito ai migranti – i cui servizi sono, in tempo di pandemia, estesi a tutti i cittadini. Il medico è evidentemente in disaccordo con l’impianto accusatorio, a detta di cui Lucano avrebbe utilizzato l’accoglienza per fini personali. «Ho insistito più volte affinché Lucano usufruisse delle prestazioni dell’ambulatorio dopo il suo sciopero della fame – ha dichiarato – ma si è sempre opposto alle cure».

Termina Francesco Pasquino, consulente della difesa, che precisa la modestia dello stile di vita di Lucano: l’imputato «vive in una casa di modesta qualità, senza infissi, a taglio termico, senza riscaldamenti». La deposizione ha sottolineato per l’ennesima volta il disinteresse di “Mimì Capatosta” per i giochi di potere e i ritorni economici di un’attività che nasce per la solidarietà e tale – almeno a Riace – è rimasta.

Il grande assente, Bregantini

Grande assente l’ex vescovo della diocesi di Locri-Gerace Giancarlo Maria Bregantini, anche lui chiamato a deporre in favore dell’imputato. Il presule, attualmente arcivescovo di Campobasso, non avrebbe giustificato la sua assenza in udienza, facendo scattare così il provvedimento della corte locrese guidata da Fulvio Accurso, il quale ha disposto per lui un’ammenda da 400 euro. Sarà ascoltato nel corso delle prossime udienze (cinque, da maggio a settembre) insieme al missionario padre Alex Zanotelli.

Città Futura, la vita di Mimì dopo il 2018

Questo è solo l’inizio del secondo tempo di un processo seguito con attenzione e senso di empatia, come si fa con un film. L’operazione “Xenia” comincia con l’arresto di Mimmo Lucano il 2 ottobre del 2018, quando, davanti allo sguardo attonito dell’Italia intera, l’eroe dell’accoglienza viene rinchiuso ai domiciliari, poi esiliato dalla propria città, costretto ad andarsene nonostante il suo ruolo e il suo contributo umano e sociale, con un bagaglio di angosce tra cui primeggiava la preoccupazione per suo padre in fin di vita. Esiguo, nonostante tutto, lo spazio concesso dai media, che hanno scelto di raccontare poco – o di non raccontare affatto – la sua vicenda, mentre le città d’Italia e d’Europa facevano a gara per dargli una casa, dimostrando di aver fatto tesoro del suo esempio.

Quando il processo comincia, non attira tutte le telecamere che merita; tra le poche personalità che se ne occupano c’è Giovanna Procacci, sociologa e docente universitaria milanese, che viaggia a proprie spese fino in Calabria, segue ogni vicenda giudiziaria, la pubblica sui social e invita a una riflessione più profonda: «Ho netta l’impressione che al centro di questo processo non ci sono i fatti, ma le idee» sostiene. Insomma, la sua opinione è che questo sia un processo politico, sociale, umano; ed è un’opinione valida. Un’opinione che diventa quasi un fatto quel 13 maggio 2019, quando Mimmo Lucano, invitato all’Università “Sapienza” a parlare di accoglienza, viene ricevuto nel trionfo più scintillante e nella più infamante gogna, in una guerrilla di striscioni di Forza Nuova e di cori di “Bella ciao”.

Trionfo e gogna, in effetti, gli estremi tra cui si dipana l’intricata storia di un uomo buono in un mondo in cui di buono è rimasto poco.

Di nuovo al banco degli imputati, Mimmo Lucano assiste ora al secondo tempo del suo processo; e forse non si chiede più come andrà a finire, forse è solo fiero di quello che ha fatto – tutti ormai sappiamo a quale prezzo. In effetti il suo sguardo, all’uscita dal tribunale, sembra non desiderare nient’altro che una me.




Alberto Pento
Questo non è un uomo buono è un uomo cattivo, irresponsabile e parassita, che fa un mucchio di danni ai cittadini italiani.
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Favorire la migrazione clandestina è un crimine universale

Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 2:29 am

Offrono droga a carabinieri, arrestati due immigrati ospiti di don Biancalani
Lorenzo Berti

21 marzo 2021

https://www.ilprimatonazionale.it/crona ... ni-186460/

Avvicinano un passante e tentano di vendergli droga ma il potenziale cliente è in realtà un carabiniere in borghese. La scena è avvenuta questo venerdì nel parco di Piazza d’Armi a Pistoia durante un’operazione antispaccio portata avanti da Carabinieri e Polizia Municipale. La zona negli ultimi anni è diventata infatti un’abituale piazza di spaccio gestita da immigrati africani. La situazione non è cambiata neanche con le restrizioni dovute al Covid e così, dopo numerose segnalazioni e sollecitazioni ricevute dai cittadini, le forze dell’ordine sono intervenute con un’operazione nella quale oltre agli agenti in divisa è stato impegnato anche personale in abiti civili e due cani dell’unità cinofila antidroga della Polizia Municipale di Prato.

Due immigrati ospiti nel centro gestito da don Biancalani

Durante l’attività di monitoraggio precedente il blitz, le forze dell’ordine hanno accertato diversi episodi di spaccio, culminati con l’offerta di droga ad uno dei militari in borghese che se ne stava seduto su una panchina fingendo di ascoltare musica e guardare il cellulare. Ad essere fermati e posti in stato di arresto due immigrati provenienti dal Gambia, Ibrahim Camara e Lamin Barjo, entrambi ospiti del centro di accoglienza di Vicofaro, gestito dal discusso prete pro-immigrazione don Biancalani. Ibrahim Camara, autore della tentata vendita di droga all’agente in borghese, è stato trovato in possesso di due grammi e mezzo di hashish, mentre Lamin Barjo ha venduto una dose ad un giovane proprio davanti agli occhi dei Carabinieri.

Gli altri arresti

Tutti e due si trovano attualmente agli arresti domiciliari presso il centro di Vicofaro in attesa della decisione del Gip. Oltre a loro sono stati fermati e denunciati anche un 18enne senegalese per essere stato trovato con in tasca una banconota da 50 euro falsa, un 24enne della Sierra Leone in possesso di diverse dosi di hashish già confezionate e pronte per essere vendute, una donna con precedenti penali trovata con un coltello di 23 centimetri ed un altro cittadino straniero per aver tentato la fuga e ingaggiato una colluttazione con gli agenti.

Vicofaro, ennesimo episodio sconcertante

Si tratta dell’ennesimo arresto per spaccio di droga che vede coinvolti ospiti del centro di accoglienza di don Biancalani, oltre a violente risse, minacce ai residenti, violazione delle norme anti-Covid e rapine (solo una settimana fa è stata ritrovata all’interno del centro la refurtiva di una rapina avvenuta a Firenze ai danni di una donna). Viene da chiedersi fino a quando le istituzioni locali continueranno a tollerare la presenza di un tale epicentro di criminalità nel bel mezzo della città.



Pistoia, arrestati per spaccio 2 immigrati ospiti di don Biancalani
Luca Sablone
22 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1616400900

Matteo Salvini all'attacco: "Tolleranza zero per venditori di morte e delinquenti". Ma il parroco ribatte e lo accusa: "Irresponsabile, è colpa delle sue politiche"

Si riaccende lo scontro tra Matteo Salvini e don Massimo Biancalani. Questa volta a far discutere è stato l'arresto di due immigrati, ospiti del centro di Vicofaro, accusati di aver spacciato in pieno centro a Pistoia.

Nei guai sono finiti due migranti provenienti dal Gambia, arrestati in piazza della Resistenza nel corso di un blitz anti droga. Entrambi avrebbero offerto della sostanza a un uomo seduto sulla panchina, che in realtà era un carabiniere in borghese recatosi sul posto in seguito alle innumerevoli segnalazioni arrivate dai cittadini esasperati dalle attività illegali continuate anche in piena pandemia e nonostante le restrizioni dettate dall'emergenza Coronavirus.

Uno dei due, protagonista della tentata vendita, è stato trovato in possesso di due grammi e mezzo di hashish; l'altro ha invece venduto una dose a un giovane proprio davanti agli occhi dei militari. Ad aver alimentato forti discussioni è stato il fatto che i due immigrati fossero ospiti del centro di accoglienza del parrocco ormai famoso per le sue posizioni a favore dell'accoglienza e contro le politiche della Lega in tema di immigrazione incontrollata. E non poteva mancare un battibecco a distanza, che infatti non è tardato ad arrivare.
Lo scontro

All'attacco è andato il leader del Carroccio: "Ancora immigrati che delinquono e che sono ospiti di Vicofaro. Due gambiani sono finiti in manette: ospiti di don Biancalani, spacciavano in centro a Pistoia". L'ex ministro dell'Interno, ringraziando le donne e gli uomini in divisa che hanno intercettato e arrestato i malfattori, ha tenuto a ribadire un concetto chiave a lui caro: "Tolleranza zero per venditori di morte e delinquenti". Il parroco non ha esitato a rispondere e come al solito ha puntato il dito contro lo stesso Salvini: "Sono le classiche uscite di un politico irresponsabile che se la prende con una struttura che ospita tante persone che altrimenti finirebbero su una strada proprio a causa delle scelte del suo partito sull'immigrazione".

Attualmente i due gambiani, riporta La Nazione, si trovano agli arresti domiciliari. L'episodio in questione ha rivangato le polemiche sulla struttura di don Biancalani, che già la scorsa settimana si era dovuto esporre in seguito all'arresto per rapina di un altro ospite del suo centro di accoglienza. Un gambiano, con la scusa di chiedere una sigaretta a una donna, l'avrebbe derubata di 600 euro in contanti, telefono cellulare e affetti personali. Anche in quel caso il parroco se l'è presa con alcuni esponenti politici: "Il ragazzo era da qualche giorno a Vicofaro. Era stato un periodo da noi un anno fa, poi si era allontanato ed era tornato nei giorni scorsi. Bisogna rendersi conto che c'è un'umanità abbandonata sui territori, abbandonata da un sistema di accoglienza che la stessa Lega ha voluto con la legge Bossi-Fini. Esprimo sdegno nei confronti di certi politici che causano il problema e poi puntano il dito e gridano di fronte a certi fenomeni che purtroppo vanno messi in conto".
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Re: Favorire la migrazione clandestina è un crimine universa

Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 10:20 pm

Migranti, diversi cittadini di Lampedusa vogliono costituirsi parte civile contro l'Open Arms
Gaetano Ravanà
23 marzo 2021

https://www.lasicilia.it/news/agrigento ... -arms.html

Si sono affidati ad un legale per il processo che potrebbe scaturire a Trapani contro la Ong, accusata di favorire l'immigrazione clandestina

Un nutrito gruppo di cittadini di Lampedusa, capeggiato dal responsabile locale della Lega, Attilio Luciam, ha chiesto all' avvocato Valter Biscotti di costituirsi parte civile, in caso di processo al Tribunale di Trapani contro chi è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

"Vogliamo difendere i nostri interessi che sono venuti meno - dice Lucia - proprio a causa di quella che più volte abbiamo definito una vera e propria invasione, una invasione che ha danneggiato l'immagine della nostra isola che vive di turismo".
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Re: Favorire la migrazione clandestina è un crimine universa

Messaggioda Berto » sab mar 27, 2021 8:57 pm

La Francia respinge 50 migranti in Italia: "Ha esploso colpi di pistola"
Luca Sablone
27 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/fr ... 1616869898

Una bimba di 11 anni, in stato di choc, è stata ricoverata a Torino. Salvini: "Eppure sono io l'unico che rischia un processo in tutta Europa, troppe cose non vanno"

Continuano i respingimenti da parte della Francia: la sera di giovedì 25 marzo circa 50 migranti sono stati respinti dalla gendarmeria d'Oltralpe mentre tentavano di varcare il confine del Monginevro.

Stando a quanto si apprende dalle prime notizie fatte trapelare, la polizia francese avrebbe esploso alcuni colpi di pistola a scopo intimidatorio. Per il momento l'indiscrezione non trova piena conferma, anche se non è affatto da escludere che abbia estratto le armi per spaventare gli immigrati. A far discutere è quanto accaduto a una bimba di 11 anni, riconsegnata alla polizia italiana ieri all'ora di pranzo con altri extracomunitari, in stato di choc: tutti versavano in buone condizioni di salute, ma la piccola non parlava ed era visibilmente spaventata.

Pertanto la bambina afghana nel pomeriggio è stata trasferita all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino dove un neuropsichiatra, dopo averla visitata, ha deciso di trattenerla in osservazione per tutta la notte in via precauzionale. Fonti sanitarie fanno sapere che ora l'11enne è stata dimessa, precisando che "dal punto di vista fisico clinico non è stato rilevato alcun problema". Stando a quanto riportato da Fanpage, adesso la famiglia ora si trova al sicuro al Rifugio Massi di Oulx.


La reazione di Salvini

Sulla questione è intervenuto Matteo Salvini, che ha evidenziato come "la Francia respinge a Claviere degli immigrati e una 11enne afghana viene addirittura ricoverata in ospedale a Torino" mentre la cronaca giudiziaria fa emergere le intercettazioni delle Ong che parlano di soldi e champagne per portare i clandestini in Italia. Il leader della Lega, ricordando che "siamo tutti europei", si chiede come mai si pretende accoglienza sempre e solo da parte del nostro Paese. Pochi giorni fa il ministro dell'Interno francese è stato a Roma; ora si dice che la gendarmeria avrebbe esploso dei colpi d'arma da fuoco. "Eppure l’unico che rischia il processo in tutta Europa sono io, che ho difeso i confini dell’Italia diminuendo morti e dispersi nel Mediterraneo. Troppe cose non vanno", ha concluso Salvini.

La vicenda è stata commentata anche da Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa: "Se la notizia è vera, si tratta di un episodio gravissimo, anche se non ci stupiamo dei maltrattamenti della polizia francese. In passato, purtroppo, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da altri immigrati". Il numero uno della Ong impegnata ad assistere i migranti che scelgono la Val di Susa per raggiungere la Francia, interpellato dall'Ansa, ha aggiunto che "nessun essere umano dovrebbe essere sottoposto a trattamenti che danneggino la propria dignità".
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Favorire la migrazione clandestina è un crimine universale

Messaggioda Berto » dom apr 11, 2021 2:38 am

Immigrazione, il capo-missione della Ong intercettato: "Mi sono inventato cose inimmaginabili"
Daniela Mastromattei
29 marzo 2021

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... abili.html

Scoperchiato il vaso di Pandora. Dall'inchiesta che vede la ong Mare Jonio indagata sta emergendo l'impensabile. Sulla caso della nave utilizzata dalla Ong Mediterranea saving humans per il trasbordo di 27 migranti portati in Italia non c'è solo il "tornaconto" di 125mila euro. Tra le carte in mano alla procura di Ragusa spuntano ammissioni da brividi. "Sono riuscito a inventarmi cose inimmaginabili" si pronunciava così Giuseppe Caccia, capo missione che l'11 settembre 2020 rispondeva a una telefonata di Ezio Tavasani, un pezzo grosso nel mondo nautico veneziano. "Ezio gli riferisce (a Caccia indagato per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina, ndr) che con la Mare Jonio lui fa cose molto in grande", è quanto si legge a pagina 9 del decreto di perquisizione e sequestro disposto dalla procura e pubblicato dal Giornale. Da qui la risposta data da Giuseppe riuscito nell'intento di "inventarsi cose inimmaginabili".

Ma c'è di più perché a elargire consigli su come evitare l'alt delle forze dell'ordine c'era proprio Tavasani che, ammetteva, "è palese il fatto che l'imbarcazione non è idonea al soccorso". Daltro canto Caccia prometteva che "alla prossima missione mi organizzerò diversamente". Dal passato della Mare Jonio spuntano infatti altri due richiami da parte della Guardia costiera che la diffidava dal prendere il mare per recuperare migranti, ma niente.

"Appena posso lo rifaccio. Costi quel che costi - prometteva sfidando la magistratura Luca Casarini, anche lui capo missione della nave -. Al vostro ordine continuerò a disobbedire. Perché obbedisco ad altro, di fronte al quale le vostre leggi ingiuste e criminali, ciniche e orribili, non possono niente". E infatti ha avuto la meglio, venendo graziato archiviando un'altra inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Almeno fino ad ora perché la palla passa al Tribunale del riesame che dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità dei sequestri ordinati dalla procura nell'ambito dell'inchiesta, che ha registrato anche l'ammissione delle "cose inimmaginabili" compiute.
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Favorire la migrazione clandestina è un crimine universale

Messaggioda Berto » dom apr 11, 2021 2:39 am

La valle invasa dagli immigrati dove uno sgombero scatena l'assalto
Imbrattato il comune di Oulx. L'ombra degli anarchici. Ma con il lockdown è esplosa la rotta migratoria
Marco Gregoretti
Sab, 10/04/2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 37640.html

Lo scenario rischia di regalare frame che nessuno avrebbe mai voluto vedere. L’Alta valle di Susa, paradiso del turismo montano, estivo e invernale, uno dei più importanti comprensori sciistici del mondo, al confine con la Francia, sta facendo i conti con un massiccio passaggio migratorio, sempre più difficile da gestire.

Da tempo sindaci e la comunità montana (leggi qui) segnalano alla regione e al governo la possibilità che la situazione sfugga di mano in un comprensorio massacrato dalla crisi dell’industria turistica e con il controllo del territorio affidato a sette carabinieri. In due anni sono transitati almeno 7500 migranti, con una concentrazione di oltre 6 mila nell’ultimo periodo. Dopo il primo lockdown è esplosa, la migrazione della rotta balcanica: donne bambini, uomini provenienti principalmente dall’Afghanistan e dalla Siria, disposti a tutto, anche a morire di freddo la notte, camminando nella neve con i figli in braccio, per superare il confine e, attraverso la Francia, arrivare in Germania. C’è perfino la storia di un padre che da tre anni è in fuga con un figlio di 16 anni, malato di cuore, sulle spalle. I varchi sloveni e austriaci sono chiusi. Dunque gli autobus di linea, i treni e i furgoni semiclandestini, li scaricano a Oulx e a Cesana da dove si inerpicano su per il colle del Monginevro. Per evitare di essere respinti dalla polizia francese scelgono anche vie più ripide e più impervie, per esempio quelle del Col Bousson, della valle Thures e perfino del Monte Chaberton, 3.131metri d’altezza, da dove volare di sotto è un attimo.

In una valle tradizionalmente votata all’accoglienza e con mille inattesi problemi economici, ci si sono messi anche gli anarco-insurrezionalisti “no border”. Così giovedì otto aprile Andrea Terzolo, 37 anni, sindaco di Oulx, 3.000 abitanti, 1.000 metri sul livello del mare, tutto casette, e fiorellini, ma anche importante stazione ferroviaria sulla linea Torino, Modane, Lione, Parigi, arrivando in Municipio ha trovato una bella sorpresa. Non era mai successo che qualcuno imbrattasse l’edificio comunale con scritte come: “Assassini”, o “La vostra giustizia uccide”. E, come se non bastasse, un cumulo di vestiti davanti all’ingresso. Che cosa era successo di così autoritario da scatenare la reazione di un non meglio identificato centro sociale torinese? Che il 23 marzo la Prefettura aveva deciso di far sgombrare una casa cantoniera dell’Anas occupata dagli anarchici e trasformata in un rifugio per i migranti dove oramai non era più rispettata alcuna norma igienica.

L'assalto al comune di Oulx

“Era totalmente fuori controllo. Una terra senza legge” spiega Terzolo al Giornale.it. Le operazioni della polizia, peraltro, si sono svolte nella massima tranquillità , in modo pacifico, con il rispetto di tutti: i migranti sono stati rifocillati, coperti, assistiti, tamponati, indirizzati in strutture di accoglienza più idonee. Dopo tre giorni erano tutti ripartiti. Nessuno di loro voleva fermarsi in Italia. Nonostante fossero richiedenti asilo, la meta principale resta la Germania, dove trovano già attiva la rete di contatti. È molto arrabbiato il sindaco di Oulx. “Datemi del fesso” dice ancora al Giornale.it “Ma del fascista proprio no!”. Difende anche i suoi concittadini, accusati di essere tutti dei “fasci”. “Ma quando mai!!! Qua nessuno ha mai neanche criticato gli anarchici. Non avevamo ben capito chi fossero, che tipo di linguaggio parlassero, e che cosa significasse Acab. Chiedevamo soltanto rispetto della legalità. Che pagassero le bollette, e ottemperassero a criteri igienici migliori”.

Proprio per l’impegno del sindaco, di alcuni privati e della Croce Rossa, a Oulx, con buona pace dei no border, funziona un rifugio vero, dove i migranti trovano un letto per dormire, vestiti e cibo. “Se ne occupa Don Luigi Chiampo, dalla mattina alla sera”, spiega Terzolo. E quindi? Che cosa vogliono gli anarchici? E il comunicato di Rifondazione comunista contro l’amministrazione, che senso ha? “Nessuno dovrebbe strumentalizzare. La decisione di sgombrare è stata presa dalla Prefettura dopo tante segnalazioni. Io dovrei occuparmi dei lampioni e delle buche, non di ordine pubblico. Ma avrei migranti a dormire per la strada ovunque. Di notte, al freddo, qui si muore. E io per prima cosa penso alla vita delle persone. E poi la Prefettura interverrebbe? O scaricherebbe comunque su di me?”.

Terzolo in qualche modo denuncia il problema di sempre: l’assenza organica dello Stato che ribalta sui Comuni, anche piccoli, come quelli di montagna, un problema enorme e complesso. A Claviere, a Cesana, a Sauze d’Oulx, a Bardonecchia, i sindaci sono lasciati da soli in prima linea a tenere sotto controllo una potenziale polveriera. Insiste Terzolo: “Il problema va gestito, non ignorato. Ora abbiamo presentato un nuovo progetto alla Prefettura. Arriveranno i fondi per rinforzare il rifugio di Don Chiampo: più posti letto, la presenza fissa di un infermiere professionale e l’aiuto costante della Croce Rossa”. Terzolo non vuole darla vinta agli anarchici imbrattatori. Cerca di minimizzare l’atto vandalico compiuto nei confronti degli uffici comunali. E non nasconde anche qualche timore per la sua sicurezza. Però, allargando, le braccia: “Sono disarmato quando leggo quelle scritte. Ma, invece di insultarmi, perché queste persone non vengono a dare una mano a don Chiampo e al rifugio per i migranti?”.
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