Favorire la migrazione clandestina è un crimine universale

Favorire l'immigrazione clandestina è un crimine universale

Messaggioda Berto » mar giu 19, 2018 6:48 am

Trump attacca l'Ue sulle politiche per i migranti: "Errore consentire l'ingresso di milioni di persone"
Il presidente Usa critica anche la Germania: "Per questo il popolo tedesco si sta rivoltando contro la sua leadership"
18 giugno 2018

http://www.repubblica.it/esteri/2018/06 ... -199314944

Washington - È stato "un grande errore, fatto in tutta Europa, consentire l'ingresso di milioni di persone in Europa". Parola del presidente Usa Donald Trump che interviene così nel dibattito, in seno all'Ue, sulla politica da adottare riguardo i flussi migratori. I migranti arrivati, per il presidente americano, "hanno cambiato in maniera incisiva e violenta la cultura europea". "Noi non vogliamo che quel che sta accadendo in Europa accada in Usa".

Il presidente americano attacca in particolare la politica migratoria della Germania. "Il popolo tedesco si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l'immigrazione scuote la già tenue coalizione di Berlino", ha twittato il capo della Casa Bianca secondo cui il tasso di criminalità "in Germania è alto". Donald Trump e Angela Merkel, in poco più di un anno, hanno costruito un rapporto tra alti (pochi) e bassi (tanti). Già il primo incontro, il 17 marzo dello scorso anno alla Casa Bianca, lasciava intuire che il feeling tra il presidente degli Stati Uniti e la Cancelliera avrebbe faticato a decollare.

"Una stretta di mano?", chiedevano fotografi e operatori nello Studio Ovale, ignorati da un glaciale Trump che lasciava a dir poco interdetta la sua ospite. Alla partenza col piede sbagliato hanno fatto seguito altri passi 'rivedibili'. "I tedeschi sono cattivi, davvero cattivi", la riflessione di Trump 'regalata' dal presidente americano al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, in occasione del vertice Ue-Usa a Bruxelles, e svelata da Der Spiegel.

"Guardate i milioni di auto che vendono negli Stati Uniti. E' terribile, metteremo un freno a tutto questo", le parole di Trump -rese note nei giorni del G7 di Taormina- che anticipavano l'evoluzione dei rapporti commerciali tra le sponde dell'Atlantico. Il G7 in Sicilia ha segnato una prima evidente frattura tra i due leader, sancita dalle parole della Merkel che hanno riassunto la situazione: "Degli Usa non ci si può fidare". La divisione, un anno fa, è apparsa evidentissima in materia di clima, ma mese dopo mese si è aperto un altro fronte destinato a diventare sempre più caldo e a monopolizzare l'attenzione. La svolta protezionistica di Trump ha preso forma con le recente introduzione di dazi sull'importazione di acciaio e alluminio. Un siluro all'Ue, che la cancelliera non è riuscita a disinnescare nella visita alla Casa Bianca dello scorso 27 aprile.

In questa circostanza, almeno, la stretta di mano a favore di telecamere c'è stata: "Tra noi i rapporti sono stati sempre buoni", ha detto Trump. Apparenza salva. La sostanza, invece, no. Dazi e tariffe, dopo una provvisoria sospensione, sono tornati in vigore. Parallelamente, gli Usa si sono ritirati dall'accordo con l'Iran sul nucleare. Il resto è storia recentissima. In Canada, nel G7 andato in scena in Quebec, Trump ha ribadito le proprie posizioni consegnando agli archivi un vertice all'insegna del '6+1'. La sintesi del summit è rappresentata dall'ormai celeberrima foto che ritrae Trump seduto ad un tavolo e la Merkel, di fronte, che incombe su di lui.

L'immagine, com'è noto, è stata pubblicata inizialmente sull'account Instagram della cancelliera. Successivamente sono arrivate altre versioni, con inquadrature differenti a smussare lo scontro. Oggi, però, The Donald ha provveduto ad assestare un nuovo fendente che colpisce la Merkel in un momento particolarmente complicato. La leader deve fare i conti con l'intransigenza del ministro dell'Interno, Horst Seehofer, favorevole ad un giro di vite in materia di immigrazione. E Trump, che da sempre predica tolleranza zero contro gli ingressi illegali, ha aggiunto il carico: "Il popolo della Germania si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l'immigrazione sta scuotendo la già fragile coalizione a Berlino. Non vogliamo che succeda a noi quello che sta capitando con l'immigrazione in Europa".


Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
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Europa, clandestini e Islàm
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I popoli del mondo si rivoltano contro il nazismo maomettano (e le sue mostruosità incivili e disumane: Maometto, Islam, Corano, Sharia) - orrore e terrore politico religioso.
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Messaggioda Berto » mar giu 19, 2018 6:55 am

"88mila visti venduti ai libici"
Marco Gombacci
18 giugno 2018

http://www.occhidellaguerra.it/migranti ... -ai-libici

88mila visti Schengen e un numero imprecisato di visti per motivi di cura sarebbero stati venduti illegalmente a cittadini libici da parte di funzionari del governo maltese per poter arrivare e circolare liberamente in Europa.

È questa la denuncia del deputato nazionale Ivan Grech Mintoff (leader del partito di opposizione Alleanza Bidla e membro del Movimento Cristiano Politico Europeo – ECPM) che ha portato in tribunale le trascrizioni delle testimonianze raccolte e una pesante documentazione che potrebbe coinvolgere i più alti funzionari del governo maltese, inclusi membri dell’ufficio del primo Ministro. Il giro di affari per la compravendita di visti si aggirerebbe intorno a milioni di euro, secondo il dossier che è destinato a creare un ulteriore scandalo nell’isola mediterranea.

Questo sistema, con parecchie falle, potrebbe esser strato sfruttato anche dagli uomini dello Stato islamico ancora presenti in Libia. Secondo la documentazione ora al vaglio delle autorità giudiziarie, la maggior parte della compravendita di visti sarebbe avvenuta presso il Consolato maltese a Tripoli.

“Se la giustizia maltese confermerà il contenuto della documentazione, stiamo parlando di uno scandalo di corruzione che metterebbe a repentaglio il sistema Schengen e l’intera sicurezza dell’Unione europea”, afferma il deputato maltese Mintoff. “Spero vivamente che nessun jihadista abbia avuto accesso a un visto rilasciato dal governo maltese”, continua il politico.

Come ricordava Gian Micalessin su Il Giornale, Malta non è nuova a scandali riguardanti la crisi migratoria europea: l’isola si è infatti fatta assegnare un’area di competenza per i salvataggi enorme senza avere i mezzi per presidiarla, ma “si guarda bene dal cederne parte all’Italia per non perdere i milioni di euro derivanti dai diritti di pesca, di prospezione petrolifera e dai compensi per il controllo aereo della zona”.

Senza dimenticare gli scandali dei traffici di contrabbando del carburante libico davanti agli occhi delle autorità locali passando al report di Europol che denunciava come la Ndrangheta utilizzi l’isola per riciclare i soldi provenienti da affari illeciti tramite numerose società di scommesse online che hanno deciso di instaurare la propria sede a Malta per via dei controlli quasi assenti.

Tra questi, ed altri, scandali di corruzione investigava anche la giornalista Daphne Caruana Galizia uccisa in circostanze misteriose. È venuto il momento ora che sia l’Italia che le Istituzioni europee chiedano a Malta le sue responsabilità per ciò che è avvenuto e sta avvenendo e avviino una serie di indagini volte a riportare l’isola in mezzo al Mediterraneo all’interno di un sistema di legalità.

Perché Malta non soccorre e non accoglie?
viewtopic.php?f=194&t=2656
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Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 8:10 pm

I poliziotti spagnoli vogliono mettere fuorilegge le ong che portano i migranti
Ivan Francese - Mer, 20/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-p ... 43002.html

L'appello di un sindacato della polizia spagnola: "Perché processare gli scafisti che portano i migranti in Europa e non le associazioni non governative?"

Non è ancora passata una settimana dallo sbarco dei migranti della nave "Aquarius" nel porto iberico di Valencia che già uno dei più importanti sindacati della polizia spagnola chiede al governo di Madrid di mettere fuori legge le ong che portano in Europa gli immigrati irregolari.

La proposta parte dall'Alternativa Sindical de Policia, secondo cui per il codice penale le associazioni non governative che portano gli immigrati nel Vecchio continente dovrebbero essere processati alla stregua degli scafisti. Inoltre l'Asp contesta l'utilizzo del termine "salvare" i migranti in mare, contestando che si tratta piuttosto di un trasporto e guardando con preoccupazione al milione di persone che sarebbe pronto a salpare dalle coste del Nordafrica.

I sindacalisti delle Forze dell'ordine chiedono invece che le operazioni di pattugliamento in mare siano affidate esclusivamente alle navi della marina militare, della polizia o della guardia costiera. Per gli equipaggi e per i responsabili delle ong, invece, esigono l'introduzione di pene severe, appellandosi all'articolo 318 bis del codice penale spagnolo, secondo cui, sia pur con l'eccezione per gli interventi umanitari, "tutte le persone o le organizzazioni che aiutano persone provenienti da Paesi terzi a entrare nel territorio dell'UE violando la legislazione di ingresso saranno gli autori di un reato contro i cittadini stranieri".

Quest'anno in Spagna si teme l'arrivo di un'ondata di migranti, che potrebbe essere favorito da una concatenazione di circostanze favorevoli: la chiusura dei porti da parte dell'Italia, l'adozione di una linea più morbida da parte del nuovo governo socialista recentemente insediatosi a Madrid e la conseguente pressione da parte del Marocco, interessato a garantirsi l'amicizia del nuovo esecutivo.

Rispetto agli anni scorsi gli arrivi nella penisola iberica si sono moltiplicati e ora anche la polizia teme che molte delle ong potrebbero dirottare la propria attività verso il Mediterraneo occidentale. E per questo chiedono al governo di giocare d'anticipo.
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Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 1:56 pm

Finte assunzioni e matrimoni simulati Un "kit di servizi" per immigrati irregolari
Cristina Bassi - Gio, 21/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43275.html

Condannati sei membri della banda che procurava permessi di soggiorno

L'inchiesta aveva messo a nudo un sistema criminale che gestiva decine di immigrati irregolari in cerca di una sistemazione in Italia e a Milano in particolare.

Ieri le condanne della Corte d'assise ad alcuni componenti della banda composta soprattutto da italiani. Sono state inflitte pene dai sei mesi fino ai quattro anni e sette mesi di carcere a sei dei dieci imputati. Gli altri quattro sono stati assolti. Il pm Francesco De Tommasi aveva chiesto condanne fino a sei anni e mezzo e un'assoluzione.

Nell'aprile del 2017 la Guardia di finanza aveva arrestato due italiani, due marocchini e un serbo (alcune posizioni si sono chiuse con patteggiamenti e riti abbreviati). Le accuse per il gruppo sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla permanenza di irregolari in Italia, occupazione abusiva di case popolari e altri reati minori come la sostituzione di persona. Allo straniero che voleva approdare o sistemarsi in città era fornito un vero «pacchetto di servizi». Si andava dal matrimonio simulato con cittadini italiani al contratto di lavoro fittizio come colf o come badante, con tanto di denuncia all'Inps. Tutto finalizzato a ottenere il permesso di soggiorno. C'erano anche assegnazioni illegali di case occupate abusivamente. Si trattava sempre di appartamenti di proprietà dell'Aler, l'Azienda lombarda di edilizia residenziale, parte civile al processo: ha ottenuto un risarcimento che verrà stabilito in sede civile. Era pure stabilito un preciso tariffario di ogni prestazione. Gli immigrati pagavano dai 1.500 ai 10mila euro.

Secondo il pm, la banda «aveva disponibilità di contatti» tra i pubblici ufficiali, per ottenere il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno dei migranti. E contava su «molti strumenti informatici». Il gruppo era bene organizzato, ognuno aveva un ruolo definito, ed era specializzato nella produzione di documenti falsi. L'indagine era nata dalla denuncia di una giovane marocchina, che aveva dichiarato alle forze dell'ordine di essere entrata in Italia da minorenne, comprando documenti contraffatti che attestavano la sua maggiore età. La ragazza ha patteggiato otto mesi. Nelle finte assunzioni spesso i datori di lavoro erano compiacenti e ricevevano una ricompensa, altre volte erano ignari. Per le nozze combinate gli imputati reclutavano italiani disposti ad andare all'estero a sposare extracomunitari per 400 euro. In un caso un 71enne è arrivato in Marocco per unirsi con una giovane. Dietro cifre tra i 4mila e i 10mila euro gli stranieri neosposi acquisivano poi il diritto a risiedere nel nostro Paese. Alcuni dei componenti dell'organizzazione infine si spacciavano per funzionari dell'Aler, come il finto «geometra Leone». I migranti, a loro volta raggirati, compravano per 2-4mila euro quelli che credevano essere regolari contratti di assegnazione dell'alloggio popolare. Invece non avevano alcun diritto di abitarlo e nel frattempo il geometra Leone si era volatilizzato.
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Messaggioda Berto » dom lug 29, 2018 12:51 pm

"Vieni da noi", il Viminale taglia lo spot
Antonella Aldrighetti - Dom, 29/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 59305.html

Revocato il progetto da tre milioni che invoglia l'arrivo dei profughi

Roma - Alt. Cambio di passo. Ed ecco che a pochi giorni dall'entrata in vigore della direttiva Salvini sulla razionalizzazione della spesa per le politiche migratorie, che ridefinisce il modello vigente di accoglienza nell'ottica di ottimizzare i servizi e contenerne i costi, arriva il primo atto formale.

Il titolare del Viminale ha firmato la revoca su un impegno di spesa pari a 3 milioni di euro relativo alla gara per una campagna di comunicazione volta ai migranti e alle realtà associative che si occupano del settore dei servizi offerti ai richiedenti asilo e le facilitazioni in seno all'accoglienza volute dall'Italia e dall'Europa. Un progetto, messo in campo a ottobre scorso e non ancora assegnato, il cui filo conduttore era volto a invogliare la venuta in Italia degli stranieri. E proprio in queste ore invece, Matteo Salvini, ha pronunciato l'ennesimo stop: il documento del ministro come primo atto formale non a caso viene denominato «determina di revoca gara 1». Il motivo? «La necessità di dare corso ad un processo di riorganizzazione e di riallocazione delle risorse del Fondo asilo e immigrazione (Fami) da destinare a iniziative di comunicazione, anche mediante la creazione di economie di scala così riporta la nota - date da un più efficiente utilizzo di risorse interne ovvero utilizzando singoli professionisti in possesso di qualifiche specifiche». E già. Salvini non chiude alla comunicazione né alle informazioni da divulgare agli immigrati piuttosto ritiene che debbano essere messe in campo in maniera più idonea. Vale a dire che vi saranno certamente ulteriori provvedimenti di revoca almeno in merito agli atti non aggiudicati o assegnati a trattativa privata.

La musica è per così dire cambiata e questo rappresenta il primo tassello spartiacque tra le politiche della sinistra, in materia di accoglienza sul territorio, e quelle del ministro leghista. Non è certo da sottovalutare quantomeno l'ammontare di strumenti messi in campo per la comunicazione e la divulgazione di notizie negli ultimi due anni: materiale cartaceo tra volantini e brochure indirizzati direttamente agli stranieri, volumi sui valori dell'accoglienza, periodici patinati e cartelle ciclostilate. E ancora registri con tante categorie per contare e rendicontare i servizi ai migranti: solo per questo tipo di prestazione sono stati spesi oltre 20 milioni di euro. Un altro milione e passa i servizi di supporto ai cosiddetti Centri territoriali per l'immigrazione e prima ancora di sostegno: tutto alla modica cifra di altri 2 milioni. Senza dimenticare la campagna di comunicazione per incentivare gli immigrati a rimpatriare a spese dello stato italiano che, oltre a evidenziare un flop clamoroso in prima istanza, è stata anche riforaggiata a gennaio dal governo Gentiloni con un altro abbondante milione.

A questi impegni bisogna sommare anche i costi per la gestione del desk con tanto di sviluppo software (ossia raccolta dati) per ulteriori 4 milioni elargiti nell'ultimo biennio a Cittalia, la fondazione dell'Anci, ossia l'Associazione nazionale comuni italiani. Certo, al momento tra le uscite cospicue (circa 27 milioni di euro più Iva) e l'esiguo rientro di appena 3 milioni c'è un'assoluta disparità di guadagni. Però questo è solo il primo passo. I risparmi veri saranno quelli provenienti dalla revisione dei servizi cosiddetti di seconda accoglienza, che verranno elargiti solo ai titolari di protezione e ai rifugiati. E non più a pioggia a tutti i richiedenti asilo.
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Messaggioda Berto » mer ago 01, 2018 6:17 pm

Arrestato un passeur con a bordo clandestini
17/07/2018

http://questure.poliziadistato.it/it/Tr ... 6820903783

Nell’ambito di servizi predisposti presso i valichi di confine e finalizzati alla prevenzione e contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina, la Polizia di Stato di Trieste ha tratto in arresto un cittadino romeno, indagato del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, avendo fatto entrare in territorio nazionale almeno una decina di stranieri irregolari, dietro la corresponsione di denaro.

I fatti si sono verificati nel corso della mattina di domenica 15, quando, nel corso delle attività svolte dal dispositivo operativo composto da pattuglie della Polizia di Frontiera, della Squadra Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine di Padova, un equipaggio intimava l’alt a un furgone con targa estera. Alla vista della pattuglia della Polizia di Stato, l’autista accelerava l’andatura cercando di dirigersi verso Trieste.

Scattava, pertanto, l’inseguimento, ma da lì a poco, dal mezzo ancora in movimento, uscivano repentinamente tutti gli occupanti, lasciando che la corsa proseguisse pericolosamente senza che vi fosse alcuno alla guida. Prontamente, per evitare danni a persone o alla circolazione, l’equipaggio del Reparto Prevenzione Crimine bloccava il veicolo e lo metteva in sicurezza, allertando la sala operativa della Questura per l’avvio delle ricerche dei fuggitivi.

Poco dopo, nei pressi dell’abitato di Basovizza, veniva bloccato un gruppo di 10 soggetti provenienti da Iran e Afganistan, tra i quali vi era anche il passeur.

Gli accertamenti esperiti hanno consentito di verificare come questi, dopo essere scappati dal furgone, si sono dispersi nei boschi adiacenti; una volta riunitisi, alcuni si sono cambiati i vestiti e poi si sono mossi verso l’abitato, chiedendo indicazioni per Trieste.

Sulla base degli accertamenti svolti, il passeur, romeno del 1983, è stato tratto in arresto e ristretto presso la casa circondariale di Trieste, a disposizione della Procura della Repubblica di Trieste che coordina le indagini.

Gli stranieri irregolari saranno deferiti in stato di libertà per avere fatto ingresso illegalmente sul territorio nazionale.
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Messaggioda Berto » mar ago 21, 2018 4:59 am

Caso Diciotti, l'Europa pronta a dare sostegno all'Italia ma Salvini vieta lo sbarco a Lampedusa
La nave della Guardia costiera con a bordo 177 migranti ancora ferma in rada. Malta aveva negato l'approdo accusando gli italiani di "intercettazione ingiustificata" perché il barcone, con 177 persone a bordo, "non era in pericolo". Un migrante morto in Tunisia in scontri con la polizia mentre una barca cercava di partire.
ALESSANDRA ZINITI
17 agosto 2018

http://www.repubblica.it/cronaca/2018/0 ... -204304637

Caso Diciotti, l'Europa pronta a dare sostegno all'Italia ma Salvini vieta lo sbarco a Lampedusa
Il Viminale prende atto della disponibilità dell'Europa "ad offrire un sostegno all'Italia" per i 177 migranti a bordo della Diciotti da ieri ferma in rada davanti a Lampedusa ma il ministro Salvini resta fermo nella sua intenzione di non concedere l'approdo all'unità della Guardia costiera che ieri notte ha effettuato un'operazione di soccorso in zona Sar maltese.

"Una intercettazione ingiustificata in mare aperto, non sussisteva alcun elemento di pericolo. Le vostre affermazioni secondo cui i migranti vi stavano contattando per informarvi che erano in difficoltà sono false. La vostra è stata un'interferenza". Sono affermazioni durissime quelle contenute nella lettera con la quale il governo maltese ha rifiutato l'approdo alla nave Diciotti della Guardia costiera italiana che ha preso a bordo 177 migranti che - ricorda il governo maltese al Viminale - " sono ora già in territorio italiano". La nave ora è in rada davanti al porto di Lampedusa. Ma non può attraccare. E nessuna trattativa europea sembra avviata dopo la contrastata adesione dell'Italia alla soluzione condivisa per il caso Aquarius. Anche se la Commissione Ue "segue il caso" e si dice "pronta a a fornire sostegno al coordinamento e prestare tutto il suo peso diplomatico per soluzioni veloci", secondo quanto dichiarato dalla portavoce Tove Ernst, che però conferma: "Per il momento non sono al corrente di contatti tra la Commissione e gli Stati membri".

Il ministro dell'Interno Salvini non ha intenzione di far sbarcare in Italia i 177 migranti soccorsi in zona Sar maltese da due motovedette italiane che, inviate dalla sala operativa di Roma, hanno salvato tutti gli occupanti di un barcone con il motore in panne che stava imbarcando acqua. Un soccorso urgente fatto d'iniziativa dalla nostra Guardia costiera senza informare il Viminale, un soccorso non necessario invece, secondo le valutazioni del governo di Malta che ha così motivato la decisione di rifiutare alla Diciotti l'approdo a La Valletta come era stato chiesto invece da Salvini visto che il soccorso è avvenuto in zona Sar maltese e che il barcone, per tutto il giorno di ferragosto era stato seguito e persino rifornito di viveri dai maltesi.

"Non erano in pericolo e non volevano essere soccorsi ma continuare il loro viaggio. Non c'è nessun presupposto giuridico per chiedere il porto a Malta. E' più vicina Lampedusa", la posizione del governo de La Valletta. E la Diciotti, con a bordo il suo carico quasi tutto di somali ed eritrei, resta ferma al largo dopo aver evacuato d'urgenza 13 persone, bimbi e donne tra cui una incinta che ha abortito in barca dopo le violenze subite in Libia.

Nuovo paradosso di una nave militare italiana a cui è inibito l'ingresso in un porto italiano, situazione identica a quella sbloccata un mese e mezzo fa solo dopo l'intervento sul premier Conte da parte del presidente della Repubblica Mattarella.

Il ministero delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia costiera, non dice nulla ma nel mirino di molti c'è proprio l'operato della Guardia costiera e dei suoi vertici che, naturalmente, come aveva chiarito mesi fa il comandante generale Pettorino, antepongono a qualsiasi indicazione la salvaguardia delle vite umane in mare. Come è avvenuto all'alba di ieri nel Mediterraneo.

Sull'operato della Guardia costiera ha presentato un'interrogazione parlamentare il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che, nel chiedere chiarimenti sulle indicazioni fornite dal governo, ha accusato la Guardia costiera "di aver alimentato negli anni passati il trasporto in Italia di migliaia e migliaia di clandestini andando a prelevarli ovunque".

Nella vicenda interviene il Garante nazionale dei detenuti mauro Palma che ha scritto al comandante della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino, e a Gerarda Pantalone, capo Dipartimento Libertà civili del Viminale chiedendo urgenti informazioni perchè, a suo avviso, i migranti potrebbero trovarsi di fatto in una situazione di privazione della libertà.

Da Tunisi intanto arriva la notizia di una sanguinosa repressione di un tentativo di partenza di una barca di migranti verso l'Italia. Uno dei passeggeri, mentre la polizia si scontrava con il gruppo di tunisini e immigrati africanisarebbe morto ma si stanno cercando altri corpi in mare.
Lo ha riferito un funzionario della sicurezza, spiegando che la polizia era intervenuta intorno alle 3.30 al largo di Louata, per bloccare un'imbarcazione partita da Sfax, quando alcune persone a bordo hanno iniziato a tirare bottiglie incendiarie, prima di dare fuoco al mezzo e tentare la fuga a nuoto. Quattro tunisini sono stati arrestati insieme a otto migranti provenienti dalla Costa d'Avorio e a due congolesi, ha riferito il funzionario, aggiungendo che uno di loro è stato ricoverato per ustioni.


Caso Diciotti, la Farnesina chiede l'intervento dell'Europa per suddividere i 177 migranti a bordo. Malta a Salvini; "Apri i porti italiani alla tua nave"
ALESSANDRA ZINITI
2018/08/18

http://www.repubblica.it/cronaca/2018/0 ... -204360606

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero prende in mano il caso Diciotti per sbloccare l'impasse della nave della Guardia costiera che da tre giorni è bloccata in mare con 177 migranti a bordo soccorsi in zona sar maltese su un barcone in difficoltà.
Fonti di governo confermano che la Farnesina ha avviato contatti con gli altri stati membri della Ue per chiedere una nuova soluzione condivisa, sullo stesso modello che, già in cinque casi ( ultimo dei quali quello della Aquarius la scorsa settimana), ha portato alla suddivisione dei migranti tra diversi stati membri.
Già ieri il portavoce della commissione Ue aveva dichiarato la disponibilità " a dare sostegno all'Italia".
In attesa che si giunga ad un probabile accordo, la nave Diciotti della Guardia costiera resta al largo, davanti a Lampedusa, senza alcuna indicazione da parte del Viminale sul porto di sbarco.
Fonti di governo assicurano che i migranti e l'equipaggio della nave sono costantemente monitorati e che la situazione è sotto controllo.

E intanto un'altra imbarcazione con una settantina di migranti è stata avvistata in acque maltesi in navigazione verso l'Italia. È stato proprio Matteo Salvini a darne notizia con un polemico tweet nei confronti di Malta. Scrive Salvini: "Immagini esclusive di un gommone con 70 immigrati, scafista alla guida e motore potente, in acque maltesi. Qualcuno si degnerà di intervenire o li manderanno ancora una volta in direzione Italia???".
Il riferimento, ovviamente, è alla Guardia costiera maltese che, per tutto il giorno di ferragosto, ha evitato di soccorrere il barcone poi preso in carico dalle nostre motovedette nella notte successiva. Un intervento che i maltesi hanno definito "ingiustificato" perchè a loro dire il barcone non era in difficoltà e non voleva soccorso.

In realtà il gommone di cui parla Salvini è stato già soccorso dai maltesi che hanno reso noto di aver portato a termine un'operazione di salvataggio di 61 migranti. Il portavoce del governo de La Valletta replica a Salvini con un altro tweet: " Noi la nostra parte la facciamo e Malta ha appena salvato 61 vite Adesso fai la tua e apri i porti italiani alle 171 persone a bordo della vostra nave".
La Guardia costiera libica invece ha intercettato un barchino in difficoltà, con circa 20 migranti a bordo, in acque di responsabilità SAR libiche.

Intanto la tedesca Lifeline, che da due mesi ha la nave sequestrata nel porto di Malta dove e' in corso il processo al comandante per un soccorso ritenuto illegittimo, ha annunciato il ritorno alle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo con una nuova imbarcazione. Una missione quasi "segreta". "Abbiamo trovato una nuova nave sostitutiva - annuncia la Ong tedesca su Twitter - ma a causa dell'intralcio illegittimo del salvataggio marittimo da parte di vari stati membri, non possiamo fornire ulteriori informazioni prima che la nave sia arrivata in acque internazionali".

Insomma, riserbo persino sul nome della nave per timore di essere fermati prima come accade ormai da mesi non solo alle imbarcazioni coinvolte in inchieste giudiziarie come la Lifeline a Malta e la Iuventa a Trapani. Nel porto de LaValletta sono bloccate senza alcuna giustificazione, dopo aver dimostrato la regolarita' della loro posizione amministrativa, la Sea eye e la Sea Watch mentre la Aquarius, che da lunedi prossimo sara' costdetta ad ammainare la bandiera di Gibilterra dopo la revoca annunciata dalle autorita' marittime britanniche, ha dovuto lasciare la zona Sar per far ritorno alla base di Marsiglia e chiedere l'iscrizione al registro navale di un altro paese, probabilmente la Germania, per poter riprendere le operazioni.

Sulla Diciotti, nell'attesa di un intervento del ministro delle infrastrutture Toninelli di qui a breve, interviene il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, che chiede "urgenti informazioni" alle autorita' competenti "in relazione a un caso di rilevanza umanitaria". La nave Diciotti, in mezzo alle polemiche e agli attacchi alla Guardia costiera da parte di Malta e del ministro Salvini, sta ancora navigando al Largo di Lampedusa, con a bordo 177 migranti . La richiesta e' contenuta in una lettera inviata al comandante generale della Guardia costiera, ammiraglio Giovanni Pettorino ,e al Capo Dipartimento libertà civili del ministero dell'interno, prefetto Gerarda Pantalone. Il Garante nazionale in particolare domanda delucidazioni sulla richiesta di un Place of safety, sulle ragioni di un eventuale diniego di approdo, sulle condizioni generali dei 177 migranti a bordo della nave, da 42 ore al largo di Lampedusa "a quanto risulta da foto circolate sui social". L'intervento del Garante deriva dal fatto che è chiamato a vigilare anche su possibili privazioni de facto della liberta' e il caso della nave Diciotti "sembrerebbe avere una configurazione di questo tipo, vista l'apparente prolungata assenza di indicazioni di sbarco".




Lo strano gioco della Guardia costiera
Gian Micalessin - Lun, 20/08/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 66363.html

Ora per colpa di Salvini il giocattolo si è rotto, ma loro, evidentemente, non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi.
«Una volta è un caso, due volte una coincidenza, tre volte è un'azione del nemico». Matteo Salvini e il ministro delle infrastrutture Matteo Toninelli farebbero bene a rileggersi Ian Fleming.

Le azioni della nave Diciotti, il pattugliatore della Guardia Costiera, per la terza volta al centro di uno scontro con il Governo in meno di due mesi e mezzo, sembrano infatti più delle mosse studiate che non delle semplici coincidenze. La cronaca della sorda diatriba tra la Guardia Costiera, da una parte, e il Ministero delle Infrastrutture, da cui in teoria dipende, e il Viminale dall'altra inizia verso il 10 di giugno. Mentre Salvini raccomanda la fine delle operazioni di soccorso davanti alla Libia e la nave Aquarius di Sos Mediterranee viene tenuta alla larga dai porti italiani, il pattugliatore Diciotti compie ben sette interventi in prossimità delle coste di Tripoli caricando 937 migranti. Migranti che Salvini e Toninelli si vedono costretti obtorto collo a far sbarcare a Catania. Ma le incursioni della Diciotti non finiscono lì. Il 9 luglio il pattugliatore accosta il rimorchiatore Vos Thalassa e carica 67 migranti che stando ad una versione mai chiarita - minacciavano il personale di bordo colpevole di volerli sbarcare in Libia anziché in Italia. La versione convince poco Matteo Salvini che fa capire di considerarla un pretesto per giustificare l'intervento dell'unità della Guardia Costiera. Ma la mossa fatale capace di portare allo scoperto lo scontro con la Guardia Costiera arriva mercoledì. Quel giorno il pattugliatore Diciotti interviene in soccorso di un barcone con 177 migranti proprio mentre il governo preme su Malta perché lo accolga in un suo porto. Un intervento assolutamente immotivato visto che il barcone non è in pericolo immediato e viene effettuato, come nota Matteo Salvini, all'insaputa del Viminale. «I maltesi ieri avevano assunto la responsabilità di un intervento in aiuto di un barcone con 170 immigrati a bordo spiega il Ministro degli Interni - e una nave della Capitaneria di Porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigersi verso l'Italia». Ancora una volta , a dar retta a Salvini, la Guardia Costiera avrebbe approfittato di una situazione perlomeno lacunosa per contravvenire alle disposizioni del governo e metterlo in difficoltà. Ed infatti l'esecutivo si ritrova, una volta di più, nell'imbarazzante posizione di negare l'accesso ai porti italiani ad una propria nave militare. Ma quali sono i motivi della sorda lotta? Per capirlo bisogna andare indietro fin ai tempi di Mare Nostrum quando le operazioni di soccorso vengono inizialmente affidate soltanto alla Marina Militare, escludendo proprio la Guardia Costiera. Un'esclusione durata solo pochi mesi visto che il governo Renzi nel 2014 allarga ben presto le operazioni ad una Guardia Costiera entusiasta di farne la propria bandiera. Talmente entusiasta da diventare successivamente la principale referente delle Ong con cui concorda decine di operazioni di soccorso fino al limite delle acque territoriali libiche. Non a caso nel luglio di un anno fa l'allora Comandante generale delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Vincenzo Melone - chiamato a deporre dalla Commissione Difesa del Senato sulle attività delle navi delle Ong già indagate dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro - non esita a difenderle a spada tratta. Una difesa scontata e obbligata visto che le missioni di soccorso ai migranti erano diventate la vera ragion d'essere della nostra Guardia Costiera e dei suoi vertici. Ora per colpa di Salvini il giocattolo si è rotto, ma loro, evidentemente, non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi. Né tantomeno di rinunciarvi.


Disobbedir parlando, il Capo che non ascolta il Viminale
di Alessandro Meluzzi
20 Agosto 2018

https://www.iltempo.it/politica/2018/08 ... no-1082033

Vi è un motto famosissimo che appartiene alla tradizione dell’Arma dei Carabinieri, riferito alla propria qualità della Benemerita: “usi obbedir tacendo e tacendo morir”. Sommo esempio di virtù militari e civili per cui l’Italia tanto deve a questa credibilissima istituzione.

Ma proviamo ad entrare all’interno del linguaggio: obbedir a chi? È evidente che la funzione precipua delle forze armate è quella di garantire la sicurezza e la sovranità dello stato per servire il bene dei cittadini e del popolo sovrano, che rappresenta il termine ultimo di riferimento di ogni azione pubblica. Per esempio quella nel cui nome, come recita la costituzione, viene esercitata quella giustizia che si presuppone uguale per tutti. Nella fattispecie delle forze armate tale riferimento è innanzitutto il governo legittimo in carica e il parlamento repubblicano sovrano che assume per esempio in stato di guerra la configurazione del Consiglio Superiore di Difesa composto dai ministri competenti e presieduto dal presidente della Repubblica eletto dalle camere sovrane.

Questo ci dice la legge e la costituzione. Non si da quindi che un comandante militare possa interpretare sulla base della propria libera coscienza, per quanto umanistica e filantropica, gli ordini che gli vengono impartiti dall’autorità legittima salvo cadere in reati di insubordinazione e di fellonia.

Per altri tipi di pubbliche funzioni è prevista per esempio l’obiezione di coscienza., quella che garantisce ai medici anti abortisti nell’attività ospedaliera di essere esentati dalle interruzioni di gravidanza previste da una legge dello Stato. Ma non si da per esempio che un militare divenuto pacifista non violento possa essere esentato dai servizi armati salvo chiedere di essere ridotto ad un servizio civile ed amministrativo.

Quando l’ammiraglio Pettorino, nominato dal governo Genitloni un mese prima delle elezioni con una fantastica tempestività al comando della Guardia Costiera e delle capitanerie di porto, ha gloriosamente proclamato nel mese di luglio di fronte alle autorità governative che per lui l’eterna legge del marinaio è di salvare nelle acque del pelago qualunque vita umana a prescindere dagli ordini ricevuti, ha compiuto una affermazione sorprendente sia per le leggi militari e per i codici internazionali assolutamente inedita.

Che tale dichiarazione d’intenti meritevole, secondo me, dell’attenzione dei suoi superiori e della magistratura militare fosse vestita dalla dotta citazione di un comandante della seconda guerra mondiale che dopo aver affondato una nave belga ne avrebbe salvato parte dell’equipaggio poco importa. Intanto trattavasi in quel caso di una applicazione di un codice di guerra ben noto agli esperti mentre l’ammiraglio Pettorino rivendica il diritto-dovere di accorrere in soccorso al di là di ogni ordine ricevuto di chiunque si trovi in difficoltà in acque, non importa di quale giurisdizione o natura o in quale spazi nazionali perché tale imperativo rappresenterebbe per lui una sorta di legge kantiana assoluta.

Non solo: ma che la volontà del salvato di essere tradotto dove egli desideri prevalga su ogni altra considerazione giuridica e di opportunità. Supponiamo per esempio che uno di quei migranti che staziona sulle scogliere di Ventimiglia decida con un materassino di prendere il largo e di chiamare con un telefonino la guardia costiera e il suo desiderio sarà quello di essere tradotto sulle coste francesi: nulla dovrebbe potere ostacolare il suo disegno. Salvo forse chiedere che cosa potrebbero pensarne le autorità marittime francesi. Al di là di queste paradossali sottigliezze esiste la costatazione di una sorprendente contemporaneità tra movimenti degli scafisti ricerche di sos con telefoni satellitari, qualcuno ben brandito se ricordo anche da un celeberrimo prete eritreo, e operazioni di salvataggio della Diciotti o similari in acque mediterranee lontane decine di miglia dalle coste patrie.

Mi chiedo se le competenze umanitarie dell’ammiraglio ischitano Pettorino potrebbero spingersi fino alle coste del Kerala attualmente flagellate da tragiche alluvioni che meriterebbero salvataggi di migliaia di esseri umani o delle coste siriane reduci da guerre recenti. Ma al di là di queste considerazioni pur non irrilevanti per un militare alla cui responsabilità vengono affidati uomini e risorse dell’Erario, occorrerebbe ricordare che Guardia Costiera e capitanerie di porto sono un organo di polizia istituzionalmente destinato alla protezione delle coste nazionali e del demanio marittimo piuttosto che a grandi navigazioni d’altura per missioni di pace o di guerra, per missioni umanitarie piuttosto che ricerche oceanografiche o azioni di forte significato comunicativo e geopolitico. Le prodezze della Diciotti sulle coste maltesi andrebbero lette attentamente dai superiori dell’ammiraglio Pettornino nei dettagli e dialoghi a mio modo di vedere imbarazzanti tra autorità maltesi, scafisti e guardia costiera italiana posta a guardia delle coste maltesi piuttosto che di quelle italiche, così come pure l’attitudine a competere con le, io credo famigerate, ong migrazioniste nella tempestività a precedere la sovrana guardia costiera libica nell’esecuzione delle sue funzioni d’istituto, soprattutto nella arbitraria interpretazione della presunta insicurezza delle coste libiche sulle quali peraltro operano militari italiani a Misurata e innumerevole personale delle Nazioni Unite che a questo punto non si capisce che cosa ci starebbero a fare su coste così insicure per ricondurvi i presunti “naufraghi”. Comprendo gli entusiasmi umanitari e i protagonismi socio-politici. Ma tutto questo non si attaglia ai militari che hanno nella storia e nel buon senso altre funzioni. Quello per esempio di proteggere lo stato e un popolo da tutte le aggressioni esterne. Ed è fuor di dubbio, illustre ammiraglio Pettorino che una gigantesca operazione di sbarco, ben finanziata ed orchestrata, che ha portato nella nostra penisola, gettata ponte da Domine Iddio tra l’Europa e l’Africa, più di mezzo milione di individui ai quali solo per il 5% è stato riconosciuto lo status di rifugiati la più incredibile invasione marittima dai tempi dello sbarco in Normandia.

Di fronte a questa drammatica prova è nato un colossale affare che ha mosso interessi mafiosi in Africa, organizzazioni criminali come la mafia nigeriana con la sua droga, la sua prostituzione e i suoi omicidi, terroristi islamici e foreign fighters oltre ad un peloso business di carità rischiose che ha arricchito di un paio di miliardi di euro, negli anni, cooperative di incerto pedigree, secondo il giudice Gratteri che ha esplicitamente dichiarato che attraverso la migrazione la ‘ndrangheta si è arricchita ma anche ineffabili caritas diocesane per circa un miliardo di euro e parroci che hanno riempito contemporaneamente portafogli e solitudini sentimentali.

Insomma una gigantesca business-invasione di fronte alla quale un militare con funzione di polizia marittima dovrebbe guardare, io credo, con ben altro senso critico e responsabilità. Una riflessione per i superiori dell’ammiraglio Pettorino che riguarda la storia: un bellissimo libro di uno storico, già vicedirettore di Repubblica, Giani Rocca, intitolato: “Fucilate gli ammiragli”. Parla della controversa consegna del naviglio militare italiano a Malta, alla flotta inglese nell’inquietante passaggio storico tra Cassibile e l’8 settembre. Non entreremo in quella dolorosa querelle storica. Ma vorremo ricordare all’ammiraglio Pettorino e ai comandanti di tutte le forze armate che la parola patria e quelle sovranità nazionale oltre che legalità e diritto dovrebbero apparire gloriose e non imbarazzanti a chi porta le stellette. Quanto poi al doloroso computo delle vite salvate o perdute, difficile in ogni guerra se questa in qualche modo lo è, occorrerebbe mettere a confronto il numero di migranti raccolti con quello di quelli annegati nell’irresponsabile illusione che il traghettamento già prepagato, come ben si sa, fosse facile e scontato per tutti. E ciò appare ancora più evidente in una realtà in cui i sociologi africani ci parlano di decine di milioni di giovani africani desiderosi più che di contribuire alla crescita economica e sociale dei loro paesi, di tentare la sorte per godere del solidissimo welfare che gli italiani hanno creato al prezzo del sacrificio di generazioni di lavoratori. Se poi gli ordini che vengono dai legittimi rappresentanti dello stato italiano la cui costituzione incontrovertibilmente proclama che “la difesa dei confini della patria è un sacro dovere del cittadino” dovesse apparire discutibile all’ammiraglio Pettorino e alla Guardia Costiera, esiste sempre la possibilità di passare a mettere le proprie arti marinare al servizio di qualche ben retribuita e sorosiana ong. Perché per un militare esiste un confine sottile tra l’ambivalenza morale e l’alto tradimento. Oppure, se mi è consentita una battuta, proporsi ad uno stato sovrano, che so Città del Vaticano, per la costituzione di una flotta marittima umanitaria che a questo punto però dovrebbe sbarcare il suo carico, magari risalito il Tevere, al di là delle mura leonine e del colonnato di San Pietro.
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Messaggioda Berto » ven set 07, 2018 8:59 pm

L'ultimo trucco dei clandestini: "unioni civili" con gay italiani per restare in Italia
venerdì 7 settembre 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/09/lul ... m=facebook

Si sono presentati all’ufficio dello Stato civile di Schio, piccolo paese in provincia di Vicenza, dichiarando di volersi unire con il rito delle “unioni civili” – sulla base della legge aperta ai gay introdotta dai governi di centrosinistra – in qualità di fidanzati, uomini ed entrambi omosessuali. Peccato che uno dei due fosse un immigrato clandestino senza alcun diritto di restare in Italia. E forse neanche omosessuale, tantomeno fidanzato con il “complice” italiano, un biellese di 46 anni, al quale evidentemente aveva chiesto collaborazione per non essere espulso. L’ufficio dello Stato civile del comune di Schio – come spiega Il Giornale di Vicenza – ha segnalato alla polizia locale la richiesta di un’unione civile tra due uomini poiché era stata esibita una carta d’identità di dubbia autenticità. «Il 5 settembre i due si sono presentati all’ufficio demografico per ultimare le pratiche istruttorie dell’unione in parola e sono stati sottoposti a controllo da parte di agenti in borghese della polizia locale Alto Vicentino di Schio. Avendo riscontrato la dubbia provenienza della carta d’identità di uno dei fermati, i due sono stati accompagnati al comando per accertamenti. Da qui è emerso che il documento era contraffatto». Uno dei due, un senegalese di 24 anni senza fissa dimora in Italia, è risultato anche irregolare e oggetto di un provvedimento di allontanamento dall’Italia. Immediata è scattata la denuncia per entrambi, presunti “fidanzati”, presunti gay…
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Messaggioda Berto » mar set 18, 2018 1:20 am

Invasori criminali clandestini e non migranti


Migranti, rimpatriati con un volo charter 50 tunisini approdati a Lampedusa
Fanno parte dei 184 sbarcati sull'isola nei giorni scorsi. Il ritorno nel loro Paese è stato possibile in virtù dell'accordo tra Italia e Tunisia
17 settembre 2018

https://www.repubblica.it/cronaca/2018/ ... -206682926

Migranti, rimpatriati con un volo charter 50 tunisini approdati a Lampedusa
A differenza di quanto successo a Torino, l'aereo questa volta è partito. Sono stati rimpatriati oggi 50 dei 184 migranti tunisini approdati a Lampedusa a bordo di sette barchini, venerdì scorso.

I migranti, parte dei 130 trasferiti dall'isola all'hotspot di Trapani, sono stati rimpatriati con un volo charter, partito da Palermo. Già al momento del loro arrivo in Sicilia, segnalato su Facebook dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, il Viminale aveva annunciato "
Cronaca
Torino, il rimpatrio dei tunisini è un flop: viaggio lumaca con 100 poliziotti, aereo guasto e alla fine liberi tutti
di FEDERICA CRAVERO
Il dato dei 50 già partiti è stato confermato dalla questura trapanese. In totale erano 184 le persone sbarcate, ma alcuni dei migranti hanno presentato richiesta d'asilo. Un altro trasferimento aereo dovrebbe essere organizzato nei prossimi giorni, entro la fine della settimana. Il rimpatrio è stato possibile in virtù dell'accordo di collaborazione esistente tra Italia e Tunisia, che prevede procedure semplificate per il trasferimento dei cittadini tunisini sbarcati sulle coste italiane. Dopo che Salvini ha annunciato l'intenzione di procedere a identificazioni immediate, la Tunisia ha detto no a procedure velocizzate e a rientri diversi da quelli previsti dagli accordi in atto. Questi limitano ad 80 il numero di persone da rispedire indietro con due voli charter due volte a settimana.

Domani si terrà al Viminale la riunione già annunciata da Salvini sul tema sbarchi. Non ci sarà, però, il suo omologo tunisino Hichem Fourati. Fonti del dicastero tunisino hanno precisato che si tratterà di "un incontro tecnico a cui parteciperanno alcuni rappresentanti del ministero ed esperti dell'intelligence". Il ministro, dicono, "non era a conoscenza dell'appuntamento" a Roma.
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Messaggioda Berto » lun set 24, 2018 10:12 pm

Migranti, l'appello della Aquarius ai Paesi Ue: "Dateci una nuova bandiera"
Renato Zuccheri - Dom, 23/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/laq ... 79539.html

Le ong che gestiscono la vecchia motovedetta tedesca fanno appello ai governi europei dopo la decisione di Panama di rimuoverla dai registri navali

Dopo che le autorità di Panama hanno annunciato l'avvio del processo di cancellazione dai registri navali dell'imbarcazione, le Ong Sos Mèditerranèe e Medici Senza Frontiere fanno appello ai governi europei per assegnare una nuova bandiera all'Aquarius.

Oppure, in alternativa, di fare pressioni su Panama per cambiare decisione.

"L'Europa non può permettersi il lusso di rinunciare ai suoi valori fondamentali". Così si legge in una nota di Sophie Beau, la vicepresidente internazionale di SOS Mèditerranèe. Le due ong che gestiscono la vecchia motovedetta tedesca, diventata simbolo della sfida del governo italiano all'immigrazione clandestina e alle regole di sbarco dei migranti recuperati in acque internazionali, hanno ribadito che l'Aquarius debba continuare il suo lavoro.

Ma su questa nave pesa un problema politico di non poco conto. Sono molti i Paesi e i partiti politici a non voler più sentir parlare di Aquarius nei loro porti. E lo ha ribadito anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini in questi giorni, che oggi è stato di nuovo attaccato proprio dalle Ong in quanto ritenuto colpevole di aver fatto pressioni su Panama.

La nave Aquarius si è resa protagonista, oggi, di un nuovo recupero d persone al largo della Libia. L'equipaggio dell'imbarcazione ha salvato 47 persone su un gommone alla deriva in acque internazionali. SOS Mediterranèe ha spiegato tutti i problemi legati al salvataggio. E adesso cerca un porto dove far sbarcare queste 47 persone più altri 11 migranti nei giorni scorsi.



Migranti: la Aquarius fa rotta verso Marsiglia con 58 a bordo. "Francia li lasci sbarcare"
24 settembre 2018

https://www.agi.it/cronaca/migranti_aqu ... 2018-09-24

La nave Aquarius è in rotta verso Marsiglia con 58 migranti a bordo e intende chiedere alla Francia l'autorizzazione a sbarcare: lo ha riferito l'Ong Sos Mediterranee durante una conferenza stampa. Dirigersi verso Marsiglia "è l'unica opzione che abbiamo" per permettere all'Aquarius di "continuare la sua missione" di salvataggio dei migranti, ha spiegato il direttore di Sos Mediterranee, Frederic Penard. A bordo ci sono 47 migranti salvati domenica mentre erano alla deriva nelle acque internazionali, e altri recuperati nei giorni precedenti. L'intenzione è quella di chiederne, "a titolo eccezionale", lo sbarco nel porto del sud-est della Francia, "l'unico dal quale possa ripartire di nuovo".



Matteo Salvini, Aquarius 2: "Pronto a denunciare chi aiuta gli scafisti. Nelle ultime ore..."
23 Settembre 2018

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... fisti.html

La battaglia tra Matteo Salvini e le Ong non conosce sosta. L'ultimo caso è quello di Aquarius 2, che nonostante la possibile revoca della bandiera da parte di Panama continua ad operare nel Mediterraneo, anche se in tutto e per tutto fuorilegge. E il ministro dell'Interno picchia durissimo: "Denuncerò per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chi aiuta gli scafisti. Nelle ultime ore i trafficanti hanno ripreso a lavorare, riempiendo barchini e approfittando della collaborazione di qualche Ong. Tra queste c’è Aquarius 2, che poco fa ha recuperato 50 persone al largo di Zuara. Altri due gommoni, con a bordo 100 immigrati ciascuno, sarebbero in navigazione".

Il ministro dell'Interno aggiunge: "Pensare che, dopo il caso Diciotti, le partenze dalla Libia si erano azzerate. Aquarius 2 ha intralciato il lavoro della guardia costiera libica, ignorando le indicazioni. Secondo alcuni quotidiani, Aquarius 2 sta per essere cancellata dai registri navali di Panama (dopo aver subìto la stessa decisione da Gibilterra) perché è illegale e non rispetta le procedure. Anche l’altro giorno si era rifiutata di collaborare con la guardia costiera libica. Possono cambiare nome e bandiera altre mille volte: ma per questi signori i porti italiani restano chiusi", conclude Salvini.
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