Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » ven ago 24, 2018 1:54 am

Diciotti, il pm: «Sulla nave quasi tutti malati di scabbia»
Giovedì 23 Agosto 2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 28951.html

A bordo della nave Diciotti «ho constatato che sono quasi tutti affetti da scabbia. Una realtà devastante». Ma sulla vicenda non c'è nessuno scontro tra la magistratura e la politica. «Assolutamente no. Per fare un'ispezione era tecnicamente necessaria l' apertura del fascicolo per sequestro di persona e arresto illegale.

Ma la valutazione tecnico giuridica e l'individuazione degli eventuali responsabili è complessa e mi riservo ogni ulteriore decisione da adottare dopo le indagini che ho delegato alla Guardia costiera». Lo dice, intervistato dal 'Corriere della Serà. il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio.

«La politica e l'alta amministrazione sono libere di prendere le scelte che ritengono opportune. Alla magistratura resta la valutazione giuridica di quanto avviene, su sfere e ambiti diversi - spiega - Ovviamente qualsiasi limitazione della libertà personale deve fare i conti con norme e regole della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, della Costituzione, del Codice penale e del Codice di procedura penale. Non si scappa».

«Io non posso interferire nelle scelte operative dei ministri anche perché eventuali valutazioni penali sarebbero di competenza del Tribunale dai ministri - chiarisce ancora Patronaggio - Quindi, nessuna interferenza nei confronti della politica».
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » ven ago 24, 2018 1:54 am

Camaiore, le casalinghe italiane facevano sesso con gli immigrati nel centro d'accoglienza
21 Ottobre 2017
di Simona Bertuzzi

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... ione-.html

Il via vai delle signore non era passato inosservato.
Ogni sera alla stessa ora cominciava il rituale: uno sfrigolio di gomme sull' asfalto e i tacchetti frettolosi di chi lasciava l' auto ed entrava alla spicciolata nel centro immigrati la Misericordia. I vicini di casa insospettiti e infastiditi si appostavano guardinghi dietro le finestre.

Chi fotografava, chi filmava...
Ma le signorine erano ombre scure e imbacuccate, impossibile indovinare volti o immaginare identità. E la curiosità montava e la morbosità si insinuava. Poi un giorno il solito tizio chiacchierone e bontempone rompe gli indugi: quali traffici loschi e strani crimini, «nel centro per migranti di Camaiore i ragazzotti se la spassano con le connazionali».

Il pettegolezzo fa il botto.
Nei bar del Lido non si parla più d' altro, gli adolescenti si danno di gomito, gli anziani ammiccano sotto i baffi bianchi, adagiati ai tavoli del Gordo giù in fondo alla strada. E forse finirebbe lì, a un becero pettegolezzo di paese mischiato alle cronache nere della provincia lucchese questa faccenda di migranti maschi e signorine vogliose se non fosse per il trambusto di certe notti strane e per il senso civico dei soliti vicini incazzosi che vanno in processione dal sindaco e implorano: «Chiudete il centro del peccato». Il sindaco Alessandro Del Dotto, un signore renziano e perbene attento al buon nome del paese e alla pace dei suoi concittadini non si fa pregare più di tanto. Chiama le forze dell' ordine, coinvolge i vigili, ed iniziano gli appostamenti, una due tre notti. Finché un bel giorno le forze dell' ordine fanno irruzione alla Misericordia. Si aspettano forse spacciatori e delinquenti. E invece trovano una manciata di migranti, un po' sorpresi, un po' sfatti, sicuramente appagati, adagiati sopra le brande scomode. Niente di che, se non fosse che sotto i letti dei profughi si nascondono alcune donne truccate e impomatate.
«Tutte straniere, signor tenente?». «Non tutte, comandante» e la voce si fa un sussurro imbarazzato... «c' è anche qualche italiana, più di una per la verità, e la conosciamo bene, è del posto». Nell' elenco si infilano anonime signorine immigrate, ma anche la moglie italianissima di Tizio e pure di Caio. E mentre si compone il quadro boccaccesco di questo angolo di periferia, le signore di Camaiore (poche in verità) escono dai letti imbarazzate, sistemano i collant, pettinano i capelli.

E ora che succede? Non c' è il diritto all' anonimato?
Oddio, nelle case del paese scoppia un bel polverone. Mariti furibondi, porte sbattute, qualcuno giura di aver visto famiglie insospettabili e perbene spaccarsi a metà come mele mature lungo i binari della stazione. Un finimondo da Bocca di Rosa, solo che in Bocca di Rosa la fonte del peccato era una soltanto e qui un centro intero di migranti. Ma adesso non facciamo i bigotti. Bisogna comprenderle certe storie e certi peccati. I giorni sanno essere noiosi per le mogli di tutto il mondo, e nei paesotti di provincia anche di più. I pomeriggi che scorrono lenti. I compiti dei figli che sono sempre gli stessi. E i mariti che non guardano, non vedono, non sentono, e si eccitano per il calcetto del lunedì che neanche il porno di Siffredi. E invece hai visto quei giovanotti fieri e cupi del centro migranti? Le bocche carnose, gli occhi scuri, le vite spezzate dentro? Fanno polemica in Italia per gli arrivi in massa dei migranti, condannano «il degrado, i bivacchi, i gruppetti che stazionano pigri agli angoli delle piazze». E non hanno fatto i conti con l' altra faccia dell' accoglienza. O meglio non hanno chiesto alle donne, a tutte quante, cosa pensassero loro degli arrivi. E di quei giovanotti africani venuti a scompaginare vite e ritmi consolidati. Belli come il sole, sereni come bimbi, vigorosi e forti nelle loro magliettine attillate e bianche e con quell' aria scanzonata e curiosa di chi ha poco da fare e lunghe ore da colmare. Uno ti guarda. Un altro sorride. Dunque che fare? Si sono truccate per benino, le donne di Camaiore, e appena i mariti si sono distratti hanno iniziato l' andirivieni.
Qualcuna da sola. Altre con le amiche, in una fuitina collettiva e folle. Che sarà mai un' ora lieta e leggera adagiate a corpi scolpiti e senza intoppi, ché tanto domani le vedi vestite per la messa, con la nonna al braccio e il bimbetto in passeggino? E finalmente l' hanno capito lungo le strade del Lido perché i migranti usassero i soldi della mensa per acquistare cellulari. Qualcosa dovevano pure inventarsi per mandare sms alle amate Suvvia non fate i bigotti. È l' accoglienza signori. Al profumo di rose.
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » mar ago 28, 2018 8:49 pm

Al Garibaldi di Catania tre migranti della Diciotti: due per tubercolosi, mentre un caso è broncopolmonite
27 agosto 2018

https://www.lasicilia.it/news/cronaca/1 ... onite.html

Ricovero nell'ospedale catanese che secondo le previsioni si prolungherà per diverse settimane per tre uomini eritrei sbarcati dalla nave della Guardia costiera dopo giorni di permanenza, a bordo, nel porto etneo

CATANIA - Sono ancora ricoverati nell'ospedale Garibaldi di Catania, e lo resteranno nelle previsioni per diverse settimane, tre dei 17 migranti eritrei per i quali due giorni fa era stato disposto lo sbarco dalla nave Diciotti per emergenza sanitaria. Due, nel reparto di Malattie infettive per una tubercolosi, patologia per la quale è prevista una degenza di oltre venti giorni. Il terzo è nel reparto di Pneumologia con una broncopolmonite.

«Le prime indicazioni e i sospetti - spiega il rianimatore Sergio Pintaudi che ha seguito tutte le fasi di emergenza sanitaria sulla Diciotti - sono stati confermati dagli esame di laboratorio. Tutti e tre hanno patologie per le quali è necessaria una degenza prolungata. Ecco perché resteranno ricoverati a lungo ancora».

Gli altri dieci migranti che erano stati fatti sbarcare per emergenza medica, sette donne e tre uomini, sono stati già dimessi e portati nell'hot-spot di Messina dove si trovano tutti i migranti che erano ancora sul pattugliatore della Guardia costiera, comprese 4 donne che avevano rifiutato il ricovero per rimanere assieme al proprio compagno.
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » dom set 09, 2018 8:00 pm

Vaiolo delle Scimmie, primo caso in Gran Bretagna su un volo dall'Africa: allarme contagio
Domenica 9 Settembre 2018

https://salute.ilgazzettino.it/Salute/n ... 62697.html

L'allarme è scattato dopo che un ufficiale della Marina nigeriana, che si trovava in Inghilterra per prendere parte a un esercizio di addestramento del Ministero della Difesa (MoD) presso una base della Royal Navy in Cornovaglia, è stato trovato positivo al virus. Come riporta il Telegraph l'uomo ha viaggiato su un volo per Londra dove erano presenti 50 persone. L'ufficiale ha iniziato a manifestare i primi sintomi una volta arrivato alla base militare britannica. Il vaiolo delle scimmie è un virus simile al vaiolo ma non altrettanto letale, i casi di mortalità variano dall'1 al 10%, ma in alcuni casi può anche uccidere. Il ministero della salute sta procedendo con i dovuti controlli di tutte le persone venute a contatto con il malato.

I sintomi Il virus si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi e stanchezza, poi compaiono bolle sul viso e sul resto del corpo: «Non si diffonde facilmente tra le persone - hanno assicurato i medici - e il rischio di trasmissione al grande pubblico è molto basso. Stiamo utilizzando severe procedure di isolamento in ospedale per proteggere il nostro personale e i pazienti».

La malattia è chiamata “vaiolo delle scimmie” perché fu osservata per la prima volta nel 1958 nelle scimmie da laboratorio. Il virus colpisce soprattutto scoiattoli, ratti e topi, e può essere trasmesso anche agli esseri umani, dagli animali infetti, attraverso uno stretto contatto con sangue o morsi. L’agente patogeno del genere Orthopoxvirus, famiglia Poxviridae, è un virus simile al Variola il virus del vaiolo.
In Nigeria dallo scorso anno si sono registrati 89 casi in tutto il Paese: 6 non sono riuscite a sopravvivere.
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » mer set 12, 2018 2:23 am

Sos tubercolosi Ondata di casi nel Vicentino
11.09.2018
Franco Pepe

http://www.ilgiornaledivicenza.it/terri ... -1.6745358

È emergenza tubercolosi. Stanziale o importata. Aumentano i casi. Al San Bortolo la proiezione per il 2018 è di 40 malati. Nel 2017 i ricoveri al San Bortolo sono stati 38, ma nel 2016 si erano fermati a 25 e nel 2015 a 16. Ogni settimana 3-4 persone in cura nelle stanze blindate off limits a pressione negativa con 6 ricambi di aria ogni ora. Ma un’impennata negli ultimi giorni. Ad Arzignano una recrudescenza di casi. In questo momento se ne segnalano una ventina su un territorio ad alto rischio per la presenza di lavoratori immigrati arrivati da paesi in cui la tbc è endemica.

È un afflusso costante su Vicenza da Arzignano e dintorni ma anche da Santorso, dal servizio di pneumotisiologia del territorio, in quanto il reparto di malattie infettive del San Bortolo è l’unico della provincia ad essere dotato, per una malattia ad alto grado di contagiosità, di stanze di isolamento in cui è possibile l’ingresso solo al personale medico e infermieristico.
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » gio set 13, 2018 2:52 am

Salvini: con i migranti si diffonde tubercolosi. Prefettura: no rischi
12 settembre 2018

https://tg24.sky.it/politica/2018/09/12 ... _link_null

Il ministro commenta un episodio avvenuto a Vicenza: "Gli italiani pagano i costi sociali e sanitari di anni di disastri e di invasione senza regole e senza controlli". Medici smentiscono: “Non c'è alcun allarme in Italia”.

Poi interviene anche il viceprefetto vicario

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini su Facebook lancia l’allarme secondo cui “la tubercolosi è tornata a diffondersi” in Italia. Lo fa condividendo un articolo de Il Gazzettino, in cui il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti si dice “preoccupato” per un episodio avvenuto in una struttura di accoglienza profughi a Sandrigo (Vicenza) da cui, nei giorni scorsi, un migrante ammalato si sarebbe allontanato. "Immigrato malato e in fuga, forse inconsapevole della gravità della sua condizione. Quanti casi come questo? Purtroppo, la tubercolosi è tornata a diffondersi, gli italiani pagano i costi sociali e sanitari di anni di DISASTRI e di invasione senza regole e senza controlli", ha scritto Salvini su Facebook. Dopo la smentita dei medici, è arrivata anche la rassicurazione della Prefettura: "Non c'è nulla da temere".

L’allarme di Ciambetti

"Dicevano – ha scritto Salvini sul social – che eravamo cattivi, allarmisti, pericolosi... Ce l'ho messa e ce la metterò tutta per invertire la rotta". Da parte sua Ciambetti, con parole altrettanto dure, ha parlato “dell'incremento dei casi di Tbc e la diffusione di questa malattia gravissima tra immigrati ed extracomunitari", con i numeri passati da 16 del 2015 ai 40 di quest'anno e con "l’immigrato clandestino colpito da questa malattia che si è dato alla fuga diventando un potenziale veicolo infettivo". Per Ciambetti, “la cittadinanza è chiamata a pagare i costi non solo economici ma anche sociali e sanitari di politiche scellerate in cui c'è chi ha fatto i soldi a palate”.

I medici: nessun allarme tbc legato a immigrati

A smentire le parole del presidente Ciambetti e del ministro Salvini è Maurizio Marceca, presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni. Intervistato dall’Ansa, Marceca ha detto che "non abbiamo in Italia alcun allarme tubercolosi legato agli immigrati". "Bisogna trattare questo tipo di tematiche - ha continuato - con molto senso di responsabilità, perché quando si parla di tbc si rischia di creare allarme, anche laddove un allarme non esiste. Intervenendo con affermazioni poco scientifiche si rischia di creare panico sociale". Inoltre, ha ricordato l'esperto, "abbiamo a disposizione strumenti scientifici come le Linee guida dell'Istituto superiore di sanità per il contrasto delle tubercolosi tra gli immigrati in Italia, pubblicate nel 2018, e abbiamo un Servizio sanitario nazionale capace". Dunque, ha concluso, "la popolazione deve sapere che non c'è allarme e che abbiamo tutti gli strumenti per governare il fenomeno".

Anche secondo il direttore del dipartimento Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma, Roberto Cauda, "non assistiamo in questo momento a un aumento dei casi, almeno in Italia". La Tbc, prosegue, "si manifesta anche a distanza di anni dal momento in cui una persona viene infettata, quindi il problema è estremamente complesso. Non può essere attribuito ad un unico fattore".

Prefettura di Vicenza: "Non c'è nulla da temere"

Dopo quella dei medici, è arrivata anche la rassicurazione della Prefettura. "Sotto l'aspetto sanitario non c'è nulla da temere. Abbiamo accertato che il servizio di igiene sanità pubblica dell'Ulss ha già avviato controlli specifici sulle persone che nei giorni scorsi sono state a contatto con questa persona. Il protocollo è stato rispettato come da normativa", ha detto il viceprefetto vicario di Vicenza Lucio Parente riferendosi al migrante che si è allontanato da Sandrigo. "Allo stesso tempo - ha aggiunto - abbiamo interessato tutte le forze di polizia, a cui abbiamo segnalato l'allontanamento dello straniero che al momento risulta irreperibile". La struttura di accoglienza, che si trova in un ex hotel della cittadina vicentina, ospita un numero abbastanza limitato di stranieri, compreso tra 30 e 40.

Come si trasmette e i dati sulla diffusione in Italia

La tubercolosi è una malattia contagiosa che si trasmette per via aerea mediante un batterio, il Mycobacterium tuberculosis. Il contagio può avvenire per trasmissione da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Quanto alla sua diffusione, in Italia nel 2016 risultano notificati 4.032 casi, con un tasso stimato di 6,6 per 100mila abitanti, in calo rispetto agli ultimi dieci anni (8,1 per 100.000 nel 2006). I dati del Ministero della Salute indicano inoltre che, a partire dal 2009, la percentuale di nuovi casi di Tubercolosi riferiti ai cittadini nati all'estero ha superato quella dei nati in Italia, passando dal 47% nel 2006 al 56% nel 2016.

Se, tuttavia, "tali casi vengono messi in relazione con l'aumento della popolazione straniera in Italia, che negli ultimi dieci anni è più che raddoppiata - rilevano le Linee guida - allora risulta una diminuzione dell'occorrenza di Tbc, con frequenze più che dimezzate: da 84,1 casi per 100.000 stranieri residenti nel 2006 a 44,5 per 100.000 nel 2016. Questo dato conferma dunque che il rischio di malattia è in calo anche in questo gruppo di popolazione".
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » ven set 14, 2018 2:41 am

Migranti Diciotti spariti, Meluzzi: "Ma molti non erano malati? Se contagiano di chi è la colpa?"
Americo Mascarucci
2018/09/06

https://www.lospecialegiornale.it/2018/ ... e-la-colpa

Cinquanta migranti che dalla nave Diciotti erano stati trasferiti nel centro di Rocca di Papa si sono allontanati e risultano irreperibili. Le cinquanta persone si erano limitate a “manifestare l’interesse per formalizzare la domanda d’asilo” precisa il Viminale. “Ma come, non li avevo sequestrati?” ha commentato ironico il ministro Salvini. Lo Speciale ha chiesto un commento ad Alessandro Meluzzi, noto psichiatra, scrittore e opinionista, oltre che profondo osservatore del fenomeno migratorio.

Cinquanta migranti della Nave Diciotti sono scappati. Ma non avevano bisogno di vitto, alloggio e protezione?

“Questa fuga conferma un antico pensiero di Lenin, ossia che i fatti hanno la testa dura. I fatti possono essere manipolati, trasformati in azioni propagandistiche, in idiozie buoniste ma poi si pongono in tutta la loro chiarezza. Va detto innanzitutto che quando la nave Diciotti era ancora ancorata, su di essa si è assistito ad una continua passerella di politici, vescovi, giornalisti e tante anime belle che hanno poi spinto un magistrato a formulare delle accuse molto pesanti, come il sequestro di persona o l’arresto illegale, nei confronti del Ministro dell’Interno. Tutto questo sostenendo che a bordo c’erano delle persone che dovevano scendere, perché avevano dei gravissimi problemi di natura sanitaria e socio-politica, trattandosi di eritrei in fuga dalle persecuzioni. Poi invece scopriamo che non c’erano soltanto eritrei ma anche consistenti gruppi di persone provenienti dalle isole Comore che con l’Eritrea non hanno nulla a che fare e che sono isole per i villaggi vacanze”.

Quindi sta dicendo che è stato tutto un grande bluff?

“Mi pare evidente. Oggi abbiamo scoperto che cinquanta di loro, che avrebbero dovuto essere ospitati dal Vaticano e sono stati invece spostati sulle diocesi italiane facendoli passare da un paese come Rocca di Papa, sono scappati e non sappiamo che fine abbiano fatto né dove siano. Per giunta la Caritas si affretta a specificare che nessuno di loro era detenuto, quindi come tale libero di andare dove voleva. Ma ciò che dovrebbe sollevare qualche preoccupazione è il fatto che queste persone potrebbero essere malate. Mi chiedo, se qualcuno dovesse essere aggredito da uno di questi pseudo profughi, chi ne risponderà? Se qualcuno dovesse essere contagiato dalla scabbia o dalla tubercolosi, di chi sarà la colpa? Qualcuno almeno sul piano civilistico ne dovrà rispondere?”.

C’è chi accusa la Chiesa di aver peccato di ingenuità. È d’accordo?

“Non parlerei di ingenuità. Questo atteggiamento della Chiesa sul tema dell’immigrazione si presta a diverse interpretazioni e non tutte purtroppo animate da sincero spirito di accoglienza e carità”.

Per altro c’è chi fa notare come in molti paesi islamici si continuino a perseguitare e martirizzare i cristiani nell’indifferenza generale. Non dovrebbero essere questi i primi ad essere aiutati ad emigrare, accolti ed aiutati come vere vittime di violenza?

“Andiamo a vedere la condizione dei cristiani in Iraq e in Siria e in altri paesi musulmani. Papa Bergoglio sembra preoccupato più del fatto che il governo di Assad in Siria con l’appoggio dei russi si appresta a fare pulizia in una sacca in cui ci sono 20mila terroristi, che di oltre 300mila fedeli in Cristo perseguitati nel mondo. Una cosa assurda che il popolo cristiano certamente non condivide. Emblematico da questo punto di vista l’abbraccio di una suora a Matteo Salvini pochi giorni fa a Viterbo. Quel gesto parla più di mille parole”.

A questo punto cosa dovrebbe fare il governo se questi migranti saranno ritrovati e per impedire che altri fatti analoghi si ripetano?

“C’è un’unica soluzione, ossia il blocco navale, ancora di più oggi che la Libia è fortemente destabilizzata. Il blocco navale si può fare in modo anche parziale, ossia fermando fuori dalle coste delle acque territoriali libiche, qualsiasi naviglio sospetto o ostile. Credo che anche la guardia costiera libica sarebbe d’accordo. Chi dice che non si può fare mente sapendo di mentire. Venne attivato dal governo Prodi e ci fu anche un incidente che procurò dei morti. Nessuno all’epoca disse nulla, perché ad attuarlo era stato Prodi, mentre oggi non si può fare perché a proporlo è Giorgia Meloni. La nostra Marina militare, non la Guardia costiera, deve essere schierata per fermare le navi sospette e riportarle in Libia. È una soluzione semplicissima, basta volerla. Distribuire i migranti in Europa non ha senso, il flusso va soltanto fermato. Anche perché la maggioranza dei Paesi europei come abbiamo visto non è nemmeno disposta a prenderli”.
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » mar set 18, 2018 7:46 pm

Tubercolosi, torna la paura: "Recrudescenza legata a immigrazione"
Sono 31 i pazienti ricoverati al Sant’Orsola di Bologna, più 36 registrati nelle varie strutture bolognesi. Il picco più alto si era raggiunto nel 2017, ma quest’anno è caratterizzato dall’incremento di contagi fra italiani
Federico Garau - Mar, 18/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 77493.html

È allarme tubercolosi, ed a diramarlo è il policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna.

Stando a quanto riferito dall’ospedale, infatti, soltanto nei primi 6 mesi del 2018 i casi registrati nella singola struttura sono 31. Questi, sommati agli altri 36 segnalati nel territorio bolognese, danno un totale di ben 67 persone contagiate in 6 mesi.

L’anno scorso, definito come annus horribilis, solo a Bologna i pazienti affetti da Tbc erano stati 193, di cui 89 riferiti dal Sant’Orsola, e 104 dalla Ausl. Il 2018, tuttavia, non si è ancora concluso, perciò bisogna attendere la fine dell’anno per poter fare una valida comparazione.

Certo è che la diffusione della malattia sta a mano a mano cambiando. Se fino al passato 2017 erano prevalentemente i cittadini stranieri ad essere colpiti dal micobatterio, adesso la malattia comincia sempre più ad interessare anche gli italiani.

L’anno precedente, ad esempio, dei 193 contagiati solo 35 soggetti erano nostri connazionali. Ad oggi, invece, la Ausl di Bologna registra 11 italiani affetti da Tbc e 25 stranieri. Mentre il Sant’Orsola riferisce che dei 31 pazienti ammalati, 20 sono stranieri ed 11 italiani.

Tutto ciò è emerso grazie ad un’interrogazione avanzata dai rappresentanti regionali di Forza Italia, ragionevolmente allarmati dai numeri riportati. La tubercolosi, del resto, è una patologia che il nostro Paese ha visto ridursi fino alla totale debellazione nell’ormai lontano secolo scorso.

“Una recrudescenza legata all’immigrazione, con i casi che aumentano di pari passo con i flussi migratori.”, afferma senza mezzi termini il deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami, come riportato da “Il Resto del Carlino”.

Non si tratta di parole campate in aria, basta leggere i numeri per confermare le dichiarazioni del parlamentare, che guarda con preoccupazione anche all’hub di via Mattei, sempre più prossimo alla chiusura. "Non si può non legare questo fenomeno all’aumento dell’immigrazione in città. I migranti, una volta sbarcati in Italia, vengono sottoposti a una prima visita sanitaria sommaria. Tuttavia, i veri controlli vengono effettuati una volta smistati nei centri di accoglienza delle varie regioni, tra cui quello bolognese, dove vengono sottoposti ad accertamenti più approfonditi. Una questione che ha un costo, sia in termini sanitari, come si evince dai dati sulla Tbc, che economici. Si parla di un milione e mezzo di euro, che pesa tutto sulla collettività, di cui soltanto 523mila euro per le prestazioni sanitarie, il resto per pagare il personale medico, inferimeristico e amministrativo".
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » sab ott 20, 2018 2:02 pm

Dottoressa morta di Tbc, collega contagiato
Redazione - Sab, 20/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 90447.html

Allarme all'ospedale San Paolo. E ieri nel sud Pontino immigrato positivo al virus

Torna l'incubo tubercolosi a Napoli. Dopo un calvario di oltre un anno è morta una dottoressa del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Fuorigrotta.

Il decesso è avvenuto la notte scorsa al Cotugno, l'ospedale per le malattie infettive. Ed è allerta tra i medici e gli infermieri dell'ospedale napoletano. Come se non bastasse ieri è arrivata anche la notizia della positività al test di un altro medico in servizio presso lo stesso istituto. «Ma non c'è alcuna emergenza e nessun rischio di contagio», prova a minimizzare il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità. «Stando a quanto riferitomi - spiega - la positività dell'altro medico non preoccupa perché essere positivi non significa aver sviluppato la malattia ma solo che si sono formati gli anticorpi per combatterla, una condizione comune a diverse persone. Sono state comunque avviate tutte le procedure per garantire che non ci sia alcun rischio per chi ha avuto a che fare con le persone coinvolte».

Ma negli ultimi giorni sono stati segnalati altri due casi di tubercolosi. Il primo, mercoledì scorso, in una scuola elementare di Lendinara, provincia di Rovigo, dove una bambina di origine straniera è stata trovata positiva all'esame tbc. La scuola «Ulss 5 Polesana» ha sollevato il caso dopo aver riscontrato la positività e ha di conseguenza deciso di convocare tutti i bambini della medesima classe a sottoporsi alla profilassi. L'altro caso è stato segnalato ieri nel territorio di Santi Cosma e Damiano, sud Pontino. Riguarda un giovane immigrato africano che la scorsa settimana a un controllo aveva esibito i sintomi della tbc. Ora è sotto controllo.

Il legame tra migranti e tubercolosi è stato recentemente rilanciato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. «Quando parliamo di migranti - spiega il prof Babudieri, Direttore Scientifico della Simspe Onlus - dobbiamo ricordarci che si tratta di persone che tendono a non curarsi. In aumento per loro è soprattutto la tubercolosi, con la possibilità di aumentare la circolazione di ceppi multiresistenti ai farmaci. Ci vorrebbe maggiore attenzione nei centri migranti».
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Re: Migranti, stranieri, clandestini e malattie contagiose

Messaggioda Berto » gio nov 29, 2018 8:16 am

Uno studio rivela che siamo noi italiani a trasmettere batteri agli immigrati
27 novembre 2018
Roberto Burioni e Nicasio Mancini
Fonte:
https://www.thelancet.com/action/showPd ... %2930219-6

https://www.medicalfacts.it/2018/11/27/ ... Kw23o-pBeQ

Una ricerca inglese e danese ha analizzato il rapporto fra la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici e i flussi migratori in tutta Europa, e il risultato è sorprendente.

«Gli immigrati! È una vergogna! Sono un pericolo! Portano brutte infezioni dai loro Paesi, infezioni difficili da curare!». Questo è quello che si sente dire in giro, ma siamo sicuri che sia vero? In realtà i fatti ci dicono che le cose non stanno proprio così.

Come tutti sapete, gli antibiotici sono tra i farmaci più preziosi che l’uomo abbia scoperto nel corso della propria storia. Una volta si moriva come ridere per una polmonite, una tonsillite, una banale infezione: oggi non più.

Non deve, quindi, meravigliare come i batteri che hanno imparato a resistere agli antibiotici, in altre parole a sfuggire al loro effetto, siano una delle principali emergenze in ambito medico. In altre parole, i batteri resistenti agli antibiotici sono un problema reale e pressante che mette in pericolo la nostra salute. Non è che per caso gli immigrati ce li portano in massa dai loro Paesi?

Lo studio su batteri resistenti e flussi migratori

Chiariamoci: la domanda è legittima e porsela non significa essere razzisti. Talmente legittima, che se la sono recentemente posta ricercatori inglesi e danesi, che hanno deciso di studiare il rapporto fra la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici e i flussi migratori in Europa.

La risposta non l’hanno però chiesta a un politico di turno o ai frequentatori dei social media, ma l’hanno cercata esaminando a fondo quasi 2.300 articoli scientifici pubblicati negli ultimi anni.

Il risultato è davvero sorprendente

Prima di tutto è risultato un fatto piuttosto scontato: i migranti sono persone particolarmente a rischio dal punto di vista sanitario. D’altra parte, chi soffre fame e sete in condizioni estreme, come dire, spesso non ne esce con una salute di ferro.

Non meraviglia, quindi, che il 33% (esattamente uno su tre), dei migranti più sfortunati, quelli che scappano da guerre e chiedono asilo, abbia avuto un’infezione o sia portatore sano (in termini tecnici colonizzato), di batteri resistenti a un gran numero di antibiotici.

Dove si ammalano i migranti?

La parte più sorprendente dello studio, però, è quella che valuta dove queste donne e questi uomini si sono presi batteri potenzialmente molto pericolosi. Qui viene il bello. Perché questi migranti i batteri resistenti agli antibiotici non li acquisiscono nei loro Paesi poveri e martoriati, dove soldi per gli antibiotici scarseggiano e le medicine vengono usate con il contagocce.

I batteri resistenti – tenetevi forte –, i migranti li contraggono quando sono costretti a vivere, pigiati con altre centinaia di persone, in condizioni inumane in Paesi in cui i batteri resistenti agli antibiotici sono presenti in maniera molto abbondante. Indovinate qual è uno di questi Paesi?

Italia e Grecia sono i Paesi più pericolosi

Avete indovinato: l’Italia, che non solo è un luogo di primo approdo per i migranti, ma anche un Paese (insieme alla Grecia), che primeggia in Europa per la presenza di questi pericolosissimi batteri resistenti ai farmaci.

Dunque, non siamo noi che prendiamo questi pericolosi batteri dagli immigrati (le evidenze di trasmissione alle popolazioni locali sono ancora molto scarse).

Sono i migranti che li prendono da noi

Il paradosso è che in altri Paesi in Europa, dove il numero di batteri resistenti è molto inferiore al nostro, sono preoccupati da chi proviene dall’Italia, perché potrebbe diffondere questi batteri.

A proposito, a conferma di quanto emerge dallo studio, questo non vale solo per gli immigrati, vale anche per noi italiani. Ci sono nazioni in cui, se un italiano è ricoverato in ospedale, è tenuto in isolamento (potremmo quasi dire in quarantena), durante il periodo di ricovero, per il timore che possa diffondere i batteri resistenti dove non ci sono.

Noi italiani siamo al sicuro?

In conclusione, potremmo dire che il lavoro che abbiamo presentato in un certo qual modo tranquillizza noi italiani, insieme ai greci, e preoccupa i Paesi europei con un minor livello di resistenze agli antibiotici. Vero, ma fino a un certo punto.

In realtà le cose non stanno proprio così, perché gli autori di questo studio non hanno considerato un’infezione pericolosissima, facile da trasmettere e molto difficile da curare: la tubercolosi.

Purtroppo, se parliamo di quest’infezione, i fatti ci dicono che le cose stanno in modo diverso. Per spiegarvelo con chiarezza, come nostra abitudine, faremo parlare i fatti e vi racconteremo tutto tra qualche giorno.

Perché in medicina contano solo i fatti e sono quelli che vi riportiamo in Medical Facts.


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Gino Quarelo
Sì, noi trasmettiamo i nostri e loro i loro. La differenza è che sono loro a venire a casa nostra e a portarci i loro batteri tra i quali molti di quelli che noi avevamo già debellato. Non siamo noi che andiamo a casa loro a portare i nostri.
Quindi sono loro che ci arrecano danno e non noi a loro, siamo noi che dobbiamo controllarli prima di farli entrare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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