Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » dom ago 20, 2017 11:49 am

Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori clandestini del 21° secolo
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » dom ago 20, 2017 11:49 am

Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori clandestini del 21° secolo, non sono della stessa pasta e qualità umana e le circostanze non sono per nulla le medesime. Un paragone che non sta in piedi da nessuna parte.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » dom ago 20, 2017 11:50 am

Gli ebrei del 900 erano europei perseguitati da un parte dell'Europa; vittime dei pregiudizi antisemiti dell'Europa cristiana, nati cresciuti e vissuti da secoli in Europa e in tutto e per tutto parte integrante e culturalmente compatibili con le genti europee. Oggi sono la cattiva coscienza dell'Europa e rappresentano le sue colpe e le sue malefatte verso i quali l'Europa avrebbe un qualche debito.
Nessun ebreo del 900 perseguitato, salvato e accolto ha mai stuprato, rubato, rapinato, spacciato droga e ucciso laddove è stato accolto ed è sempre stato rispettoso e riconoscente.


Questi invasori clandestini del 21° secolo (detti genericamente e impropriamente migranti e profughi) non sono europei ma asiatici e africani e la stra gran parte di loro non sono perseguitati da nessuno, tanto meno dagli europei e la stragran parte di loro non sono culturalmente compatibili con l'Europa e si sono dimostrati un gravissimo pericolo sociale e politico, specialmente i maomettani sia asiatici che africani.
Molti di costoro che sono stati accolti sono degli aprofittatori che non hanno alcun diritto all'accoglienza e all'ospitalità e si sono dimostrati un gravissimo pericolo anche come criminali e delinquenti comuni poiché molestano, stuprano, rubano, rapinano, spacciano, uccidono.
Questa gente invece africana, asiatica e maomettana non è rispettosa, non è riconoscente, ci molesta, ci fa del male e quella maomettana costituisce un grande pericolo per la vita delle nostre genti e per l'Europa intera.
In più le circostanze storiche sono completamente diverse.

Il giardino dei giusti
https://it.wikipedia.org/wiki/Giardino_dei_Giusti
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » dom ago 20, 2017 11:53 am

???

Qualcuno sostiene (generalmente tutti parassiti: il Papa cattolico romano e i cattocomunisti politicanti e sindacalisti) che se gli asiatici e gli africani migrano clandestinamente in Europa è colpa dell'Occidente europeo, americano, cristiano e ateo che avrebbe destabilizzato i loro paesi con attività e relazioni finanziarie-economico industriali e politiche sbagliate e predatorie e che pertanto questi invasori-clandestini-migranti-profughi del 21° secolo, sono paragonabili agli ebrei perseguitati, maltrattati e sterminati del 900.

Ma non è assolutamente così.

La realtà è ben altra: all'Asia, all'Africa e ai maomettani non dobbiamo assolutamente nulla, anzi dobbiamo guardarci dalla maggior parte di loro in quanto nazisti maomettani.
Gli unici che potrebbero meritare uno sforzo faticoso di asilo e accoglienza da parte nostra sono i cristiani perseguitati dai maomettani, gli yazidi, gli apostati e gli atei.
E la cosa va comunque valutata in relazione alle nostre inesistenti risorse e possibilità economiche, di lavoro, all'enormità del debito pubblico, alla nostra elevatissima disoccupazione e alla tragica emigrazione dei nostri giovani e allo stato generale della nostra gente segnata dal dramma di milioni di poveri, i cui diritti umani e civili, in ogni caso, vengono prima di quelli degli africani e degli asiatici.


All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla
viewtopic.php?f=194&t=2494

Il maomettismo e i maomettani o l''Islam e gli islamici sono una minaccia, una offesa, un'ingiuria, un pericolo per l'umanità intera
viewtopic.php?f=188&t=2667


Ai cosidetti terzo e quarto mondo, all'area del nazismo maomettano, all'Asia e all'Africa non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente.

È sempre colpa dell’uomo bianco?
Il dolorismo è la nuova religione di un occidente (e una chiesa) vittima del senso di colpa. E anche i laici balbettano omelie ecclesiali, felici di sottomettersi ai barbari
di Pascal Bruckner | 07 Agosto 2016

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/08/0 ... e_c391.htm

L’odio di sé avanza in tutto l’occidente sotto attacco. Ripubblichiamo alcuni stralci del libro dell’intellettuale francese Pascal Bruckner “Il singhiozzo dell’uomo bianco”, pubblicato nel 1984 (Guanda). Istruzioni per l’uso contro le nuove prosternazioni.

A priori pesa su tutto l’occidente una presunzione di delitto. Noi europei siamo stati allevati nell’odio di noi stessi, nella certezza che vi fosse, in seno al nostro mondo, un male congenito che reclamava vendetta senza speranza di remissione. Questo male può riassumersi in due parole, il colonialismo e l’imperialismo, e in poche cifre: le decine di milioni di indiani eliminati dai conquistadores, i duecento milioni di africani deportati o scomparsi nel traffico degli schiavi, infine i milioni di asiatici, di arabi, di africani uccisi durante le guerre coloniali e poi nelle guerre di liberazione. Schiacciati sotto il peso di questi ricordi infamanti, siamo stati indotti a considerare la nostra civiltà come la peggiore, mentre i nostri padri si sono creduti i migliori. Nascere dopo la Seconda guerra mondiale, significava acquisire la certezza di appartenere alla feccia dell’umanità, a un ambiente esecrabile che, da secoli, in nome di una pretesa avventura spirituale, opprime la quasi totalità del globo. Un continente che non finiva mai di parlare dell’uomo mentre lo massacrava in tutti gli angoli del pianeta, un continente basato sul saccheggio e sulla negazione della vita, meritava soltanto d’essere a sua volta calpestato. Il mondo intero accusa l’occidente, e molti occidentali partecipano a questa campagna: la nostra responsabilità viene affermata con indignazione, con disprezzo. Nessun discorso sul Terzo mondo può concludersi o cominciare senza che riecheggi questo leitmotiv: l’uomo bianco è malvagio.

Che cosa ci rimane, a noi figli e nipoti dei barbari che hanno depredato terra e mare? Fare sempre e dappertutto il nostro atto di contrizione. “Ciascuno di noi è colpevole davanti a tutti, per tutto e dappertutto, e io più degli altri” (Dostoevskij), tale è la nostra più intima convinzione. Il sangue versato ricade su di noi e nulla, ci sembra, può riscattare l’infamia commessa, nessun compenso ristabilire l’equilibrio rotto dall’offesa coloniale. Tutti i nostri titoli di gloria, secoli di sforzi, di calcoli, di perfezionamenti, di imprese, di eroismo, che avevano fatto regnare una certa forma di saggezza umana, sono stati spazzati via, ridotti a zero: sapere che questa fioritura artistica o tecnica era legata a una egual dose d’ignominia, ci ha scoraggiati dall’accettarla o dal riprenderla. Così la svalutazione del messaggio europeo è diventata un codice comune a tutta l’intellighenzia di sinistra dopo la guerra, proprio come l’odio del borghese è stato in Europa, dopo il 1917, un autentico passaporto intellettuale, quando nessun articolo poteva giustificarsi senza un’invocazione rituale al proletariato messianico e un ostentato disgusto per i possidenti. L’indipendenza delle antiche colonie ci lascia tuttavia una possibilità di riscatto: impegnarci a fianco dei popoli in lotta, aiutare sempre e dappertutto il sud a distruggere il vitello d’oro occidentale.

Così la nascita del Terzo mondo come forza politica ha generato una nuova categoria: il militantismo espiatorio. In che modo l’odio di sé sia divenuto il dogma centrale della nostra cultura, è un enigma di cui la storia d’Europa è feconda. E’ strano infatti che nel secolo dell’ateismo militante, pensatori agnostici che hanno aguzzato il loro ingegno nella lotta contro le chiese e le loro dottrine ci abbiano riconciliati d’altra parte con la nozione che è alla base stessa del cristianesimo: il peccato originale. Mentre nei costumi e nel pensiero si verificava un formidabile rivolgimento dei valori – il rifiuto delle immagini di autorità, lo smantellamento degli idoli e dei tabù – , la morte di Dio e del Padre si univa – Sartre ne è l’esempio magistrale – a un rafforzamento della cattiva coscienza, come se una società che aveva eliminato perfino l’idea del peccato preparasse la via regia al senso di una colpevolezza generale. Il quale costituisce il prezzo da pagare per appartenere all’Europa vittoriosa, che per un momento ha trionfato sul resto del mondo. Perché la politica moderna ha cessato senza dubbio d’ispirarsi al cristianesimo, ma le sue passioni sono quelle del cristianesimo. Viviamo in un universo politico impregnato di religiosità, ebbro di martirologia, affascinato dalla sofferenza, e i discorsi più laici sono, quasi sempre, soltanto la ripresa o il balbettamento in tono minore delle omelie ecclesiali. Che una tale brama di “dolorismo”, che un tal gusto per la figura dell’oppresso in genere possano coesistere con un anticlericalismo ancora virulento non è, quindi, che un paradosso secondario

Il terzomondismo accredita una visione manichea, la quale vorrebbe che il peccato degli uni testimoniasse indefinitamente a favore della grazia e della virtù degli altri. La povertà spirituale di certi movimenti di liberazione, gli slogan più sommari dei loro capi sono quindi gonfiati a dismisura come altrettante parole del Vangelo, mentre il rigore intellettuale, la logica, l’educazione, monopolio dei paesi ricchi, sono respinti come diabolici stratagemmi dell’imperialismo. Le più insignificanti insurrezioni, le più trascurabili rivolte contadine, hanno diritto a una risonanza enorme, sproporzionata in rapporto alla loro importanza reale; si santifica l’ignoranza, il settarismo dei capibanda tropicali, si glorifica la marcia degli splendidi asiatici chiamati a distruggere la civiltà europea, insomma le più grandi follie sono portate alle stelle da alcuni spiriti eletti, ben felici di sottomettersi a un’autorità primitiva, di prosternarsi “davanti allo splendore d’una sana barbarie. Secondo questo principio, tutto ciò che innalza, loda, celebra l’occidente è sospettato delle peggiori infamie; in compenso, la modestia, l’umiltà, il gusto dell’autodistruzione, ciò che può spingere gli europei a eclissarsi, a rientrare nei ranghi, è onorato, salutato come altamente progressista. La regola aurea di questo masochismo è semplice: ciò che viene da noi è cattivo, ciò che viene da altri è perfetto. Insomma, si concede sistematicamente un premio di eccellenza agli ex colonizzati. Ama i tuoi nemici: mai la nostra epoca miscredente, negli anni Settanta, ha seguito così fedelmente la parola del Cristo.

La religione della simpatia compassionevole che dimostriamo a gara verso tutto ciò che vive, soffre e sente, dal contadino del Sahel al cucciolo di foca, passando per il prigioniero di Amnesty International e gli animali da pelliccia, scuoiati per scaldare le spalle delle nostre elegantone. L’esaltazione degli istinti di benevolenza, “oralità istintiva che non ha cervello ma sembra esser composta solo da un cuore e da mani soccorrevoli” (Nietzsche), queste lodi cantate giorno e notte dai media, dalla stampa, dagli uomini politici, dalle personalità letterarie o artistiche, affondano direttamente le loro radici nel cristianesimo più imbastardito. Questa religione per afflitti dice che bisogna patire la vita come una malattia. Finché ci saranno uomini che rantolano, bambini che soffrono la fame, finché le prigioni saranno piene, nessuno avrà il diritto di essere felice. Si tratta di un imperativo categorico che c’impone il dovere di amare l’uomo impersonale, e, di preferenza, l’uomo lontano. Proprio come Gesù diceva che i poveri sono i nostri maestri, i terzomondisti fanno della miseria dei paesi meridionali una virtù da prendere a modello. Si amano i tropici per le loro pecche e le loro lacune, la carestia e il male sono al tempo stesso sottilmente combattuti e valorizzati; è un’ambiguità temibile da cui la chiesa cattolica non è mai uscita, ma che contamina allo stesso modo tutte le organizzazioni assistenziali nel Terzo mondo.

Come non sentirsi giudicati sul metro di un martirologio sublime, non sentirsi ignobili e nocivi di fronte a questo grande tribunale della tragedia, che celebra i suoi fasti nell’angusto perimetro dell’apparecchio televisivo o della colonna di giornale? Un Golgotha di sofferenze ci contempla, noi siamo i complici diretti di un sistema economico che saccheggia le risorse dei più sprovveduti. Davanti a questi crimini, ogni spettatore deve dirsi: “Goebbels, sono io!”. Per convincere i cuori reticenti, i media non indietreggeranno davanti a nulla: all’enormità dell’accusa – siete peggio dei nazisti! – si aggiunge l’enormità di quanto viene mostrato. Nessun pudore trattiene la cinepresa; l’orrore non tollera censura, ogni immagine deve avere la sconvenienza di un limite varcato nell’angoscia. Si fa appello all’inaudito, al mai visto, e anzi ve ne fanno vedere anche un po’ di più. Carestie, inondazioni, terremoti vengono riprodotti all’istante per le cineprese: catastrofi fissate su Polaroid. Una catena ininterrotta di immagini va da quelli che mettono in scena la morte degli altri al pubblico del mondo intero, e questa catena dà a tutti il diritto di vedere tutto. Ma favorendo una soltanto delle nostre pulsioni: il voyeurismo. E poiché ci si immagina che, per scuotere gli animi, occorre uno spettacolo sempre più crudo, si aprono all’avidità dello sguardo territori in cui nessuno era penetrato, si punta l’obiettivo su mutilazioni, torture, malattie ancora inedite sullo schermo. La semplice vista di bambini dal ventre gonfio non vi basta? Vi mostreranno questi stessi bambini ridotti a scheletri. Ancora nessuna reazione? Eccoli ridotti a un mucchietto d’ossa e di pelle. Ecco sangue, ferite, ulcere purulente, croste di pus, viscere traboccanti, organi strappati…

Solo la dismisura è in grado di commuovere il pubblico e di interessarlo a questi problemi. E se l’apatia persiste, vuol dire che, così si crede, le immagini non sono abbastanza spettacolari: quindi non vi saranno limiti all’asta degli orrori. Così si produce l’inevitabile perversione dello sguardo: prendiamo gusto al gioco, ne vogliamo sempre di più, la nostra soglia di tolleranza non cessa di aumentare; non chiediamo più di essere commossi, ma sorpresi: ogni volta ci occorre qualcosa di più piccante nell’abiezione. Il valore d’urto di un’informazione è indipendente dalla verità dei suoi termini. L’improbabile, l’enorme saranno considerati sempre meglio del verosimile. Conta solo l’impatto e non l’influenza. Non ci preoccupiamo più di sapere se quelle foto riguardano esseri reali, le vogliamo soltanto più speziate. E vinca la peggiore.

Nella storia biblica della cacciata dal paradiso terrestre, c’erano quattro personaggi: l’uomo tentato, la femmina tentatrice, l’animale tentatore e la cosa tentante. Più due mediazioni: dal serpente alla donna, poi dalla donna ambasciatrice del peccato all’uomo. Storia semplice, rispetto ai molteplici travestimenti che l’occidente utilizza per circuire e sedurre il casto Terzo mondo: il male europeo è multiforme, di volta in volta pornografia, rock, gadget, jeans, droghe, bevande gassate, tecnologia, turismo, denaro: Satana è legione, ha cento maschere, cento travestimenti per sedurre l’oasi primaverile. Da qui la sfumatura d’indefinibile rimpianto con cui accogliamo la normalissima maturazione delle nazioni che entrano nel ciclo delle prove d’iniziazione alla vita politica; da qui anche la nostra collera contro il sacrilego corruttore, il mondo industrializzato, che affretta l’evoluzione smaliziando prematuramente l’umanità innocente.

Così, per spiegare i disastri, la repressione, la corruzione, il nepotismo, la stagnazione che imperversano nell’emisfero sud, si ricorre a questo concetto magico fra tutti: il neo colonialismo. Poiché l’Europa ha lasciato i suoi possedimenti solo per installarvisi meglio, tocca a lei assumersi gli errori e gli sbagli che vi si commettono. Mirabile cortocircuito: di nuovo, il presente non è che un duplicato del passato, e l’antica invettiva può avere libero corso: nelle prigioni iraniane, siriane, algerine si pratica la tortura? E perché i loro agenti “sono gli allievi dei nostri poliziotti” (Claude Bourdet). Lo sciismo s’irrigidisce in un fondamentalismo oscurantista? E’ perché “le ‘soluzioni’ dell’occidente hanno fatto fallimento” e condannano certi paesi all’integralismo (Roger Garaudy). La miseria avanza a grandi passi: naturalmente, a causa delle multinazionali e del loro svergognato saccheggio. Sempre per spiegare l’analfabetismo, le epidemie, le guerre, la decadenza del tenore di vita, il dispotismo dei nuovi padri del popolo, si invocano i colonialisti francesi, gli imperialisti americani, i dominatori inglesi, gli affaristi olandesi, tedeschi o svizzeri, perché in tutto il globo ci sono soltanto due tipi di paesi: i “paesi malati” e i “paesi ingannati” (Roger Garaudy). Insomma, invece di tener conto dei fatti, di cercare le cause determinanti, si prediligono le cause remote che esonerano da ogni responsabilità gli stati tropicali: istigatore universale, il neocolonialismo diventa così il mezzo per accantonare in perpetuo i veri problemi.

Laggiù, in Francia, nello stesso momento in cui innaffiavate le piante o sorseggiavate un caffè, la televisione vi mostrava bambini dilaniati dalle mine, oppositori politici torturati, profughi ammassati sulle giunche che affondavano con tutti i loro beni, vittime di una tempesta o dei pirati che li colavano a picco dopo averli taglieggiati. Potevate credere che fosse una finzione, e bastava premere un bottone per far cessare quelle scene d’incubo. Ma qui, la miseria impregna i muri, l’aria che si respira, l’orizzonte che si abbraccia, forma la sostanza stessa della città. Gli alberghi più lussuosi, le ville meglio custodite sono cittadelle dotate di un privilegio transitorio, circondate dalla sporcizia e dall’infelicità. E, ogni momento, vi aspettate di vedere la porta della vostra camera aprirsi per lasciar passare una teoria di sciancati, di straccioni famelici, di donne miserabili, pronti a occupare lo spazio che la vostra prosperità vi attribuisce indebitamente.
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » dom ago 20, 2017 11:54 am

Ecco alcune prese di posizione contro questo accostamento/paragone assurdo che manipola e falsifica la realtà inducendo a false considerazioni e a errate prese di posizione sulla questione di questa invasione/migrazione:

Ebrei italiani di sinistra, a favore dei palestinesi e dei migranti contro Israele, gli ebrei di Israele e i diritti umani dei cittadini italiani ed europei

IN CODA A UNA POLEMICA
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Incisivo intervento corporativo da parte di Gadi Luzzato Voghera, direttore del CDEC, a sostegno della vulgata filantropica per la quale il Memoriale della Shoah di Milano si apre all'accoglienza dei migranti. Tutto nasce da alcuni post di qualche giorno fa in cui Giulio Meotti ha "osato" sostenere che il Memoriale si prestasse a una iniziativa ideologica e strumentale che suggella l'equiparazione degli ebrei perseguitati e sterminati durante la Shoah con i profughi, vittime di guerre e carestie.

Apriti cielo! Meotti, oggi in Italia uno dei maggiori e più tenaci difensori di Israele, sempre pronto a evidenziare le molteplici forme in cui si manifestano l'antisemitismo e l'antisionismo, è stato coperto di rimproveri e vere e proprie contumelie, molte da parte ebraica.

Luzzato Voghera non insulta, ma ci spiega nel suo breve articolo intitolato emblematicamente PROFUGHI questo:

"La Fondazione Memoriale della Shoah è un luogo che va innanzitutto visitato e conosciuto (soprattutto se se ne vogliono criticare le politiche meritorie di accoglienza). Vi collaborano e ci lavorano a vario titolo decine di persone e sta diventando un importante punto di riferimento della realtà milanese. Al suo ingresso domina una parola in lettere giganti che è espressione etica estrema: INDIFFERENZA. Durante l’anno, sono a decine di migliaia gli studenti che visitano quel luogo, e quel concetto, indifferenza, viene indicato come la radice che è stata alla base, che ha permesso che avvenissero le deportazioni e la Shoah"

E qui casca l'asino, perchè Luzzato Voghera dovrebbe ben sapere che la radice della Shoah non è stata l'indifferenza ma un odio cieco e incontrollato finalizzato a un preciso progetto di annichilimento. L'indifferenza è stata una concausa, terribile e vile quanto si vuole, ma non la base dello sterminio degli ebrei. E già qui si evidenzia quel cortocircuito logico e storico che sta a fondamento dell'intervento di Meotti e ne sottolinea la pertinenza e la precisione.

Continua Luzzato Voghera:

"Non c’è alcuna ideologizzazione nell’ospitare per la notte dei profughi di passaggio e senza un tetto in uno spazio culturale dedicato all’esaltazione dell’etica a fronte del buco nero delle deportazioni e della Shoah".

Di nuovo un fallo. "Spazio culturale dedicato all'esaltazione dell'etica", o Memoriale della Shoah, dunque di uno specifico, spaventoso evento? Di nuovo acqua al mulino di Meotti. Decidiamoci. Shoah o etica? Spazio generico aperto a tutti i sofferenti, oppure spazio circoscritto a memoria appunto di un evento con una valenza inconfondibile?

Luzzato Voghera prosegue:

"Si tratta solo di civiltà, e non è un’operazione né di destra né di sinistra. Travolgere con polemiche estreme, tentando di arruolare in ipotetiche operazioni 'di destra' o di 'sinistra', un’operazione umanitaria limitata ma dall’altissimo valore simbolico non fa onore all’intelligenza e banalizza una delle (per fortuna) molte esperienze di indiscutibile valore umanitario e morale di cui il nostro paese è ancora capace. Farlo poi accusando di 'strumentalizzazione' le principali istituzioni ebraiche impegnate da decenni in un intenso lavoro di ricerca, ricostruzione e divulgazione della Memoria della Shoah, significa non conoscere in nulla l’argomento di cui ci si vuole impadronire per portare avanti una polemica che con ogni evidenza ha altri obiettivi".

Benissimo l'atto di civiltà in nome dell'esaltazione dell'etica. Tutto alato e nobile, ma perchè il Memoriale della Shoah e non un luogo neutro, privo di un connotato così specifico? E d'altronde, come ha ricordato Meotti, non è forse questo accostamento già un feticcio lessicale, un nuovo tabù infranto? Per cui si può parlare dei campi profughi come "campi di concentramento" e delle morti in mare dei migranti come di un "nuovo Olocausto". E' presto per dire che si arriverà al punto di superare anche l'ultima barriera linguistica e definire il dramma dei profughi e dell'immigrazione causata da guerra e carestia come l'equivalente della Shoah, la stessa cosa?

Quanto all'accusa parafrastica di Luzzato Voghera, che Meotti porterebbe avanti una polemica che "con ogni evidenza" avrebbe altri obbiettivi, perchè non specifica quali sarebbero in modo chiaro invece di ricorrere a un linguaggio ambiguo e malizioso?

In finale:

"Liberi tutti di criticare le politiche dell’immigrazione e di suggerire alternative, ma non si infanghi un’iniziativa umanitaria di grandissimo valore, che identifica proprio negli spazi in cui si fa memoria della Shoah il luogo adatto per portare a riflettere sul valore universale della lotta all’indifferenza".

Ancora la mascheratura delle frasi alate e ricattatorie che dovrebbero mettere a tacere gli spiriti critici, i dubbiosi, gli scettici. "Valore universale della lotta all'indifferenza" fa il paio con "Spazio culturale dedicato all'etica", definizione che non sarebbe dispiaciuta a Robespierre. Si copre il dissenso e la critica con la lenzuolata dell'etica e dell'amore universale che non ammettono distinguo nella notte in cui tutte le vacche sono nere e la Shoah diventa una mammella tra le altre.


IL CONGEGNO BEN OLEATO
di Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

La Newspeak, la lingua del Grande Fratello orwelliano, paradigma di ogni sterilizzazione verbale all’insegna della polizia della parola, è oggi diventata il lessico ricattatorio di chi, in nome della Giustizia e dell’Umanità, sempre declinate al maiuscolo, impone associazioni fuorvianti e impossibili che dovrebbero essere accettate dai più senza fiatare. Se non lo si fa si viene accerchiati e additati al ludibrio, esposti alla gogna pubblica come cinici, inumani, reazionari, ecc. Così, quando Giulio Meotti scrive un post in cui lamenta che il Memoriale della Shoah a Milano ospitando i migranti in quella sede non fa che legittimare il paragone sempre più diffuso tra Olocausto e dramma dei profughi, centri di accoglienza per migranti e campi di concentramento, viene additato dalla vasta comunità dei facitori delle magnifiche sorti e progressive, come un reo. Reo di cosa? Di avere indicato la nudità del re alla folla plaudente che lo vede nudo ma finge che invece sia vestito.

Pier Paolo Pasolini, reietto per vocazione, parlava dell’”atrocità del dubbio”, ovvero di quell’esercizio di messa in discussione delle convenzioni e dei conformismi a cui i più si adeguano senza sforzo, perché è più faticoso e scomodo ribellarsi e dire parole che suonano alle orecchie come stridori di gesso sulla lavagna, piuttosto che inchinarsi agli idoli del momento.

La Shoah del mare, gli Auschwitz dei campi di accoglienza profughi, stanno ormai diventando luoghi comuni, commodities verbali di rapida diffusione nel mercato delle idee. Un orrore senza paragone per vastità, atrocità, demonica e perseverante intenzionalità distruttiva, diventa sempre più una banalità linguistica, il fodero vuoto dentro cui rinserrare altri contenuti evocativi di miseria, distruzione e morte. Si vuole questo, si ottiene questo. È appunto la Newspeak impositiva a cui non è lecito sottrarsi pena l’esecrazione.

La chiesa bergogliana, avviata dal papa sudamericano a diventare una grande ONLUS in cui Cristo è soprattutto emblema dell’accoglienza incondizionata ai profughi e agli immigrati, è una delle colonne portanti di questa nuova vasta operazione ideologica e culturale, che ha ramificazioni rigogliose, vasti addentellati. Non si deve discutere su come sia possibile ospitare, accudire, lenire, su quali siano le risorse concrete che un paese può offrire a chi giunge da paesi terzi in sofferenza, così come non ci si deve troppo interrogare sulla tipologia degli accolti, sui contesti da cui provengono, sugli eventuali intrecci criminali, terroristici. La Shoah è di nuovo in corso, questa la vulgata, e dunque zitti e mosca pena trovarsi poi milioni di morti sulla coscienza e piangere lacrime di coccodrillo.

Si deve lottare contro l’INDIFFERENZA, perché siamo tutti indifferenti e quindi colpevoli. Pesa su di noi l’accusa della nostra ignavia. Non possiamo fare altro che arrenderci e chinare il capo. L’interrogarsi è segno di cinismo, di una indubbia corruzione spirituale. Nessuno vorrebbe avere un anima nera, soprattutto nel salotto buono e occhiuto dei filantropi.

Il ricatto scatta come un congegno a molla ben oleato e funziona davvero a meraviglia perché i più lo subiscono festanti e giulivi privi come sono di alcun dubbio atroce.


Non si tratta di INDIFFERENZA ma di sano e umano realismo, poiché nessun uomo al mondo, nessun paese, nessun stato è Dio il Creatore del Mondo e dell'Universo e nessuno può assumersi le competenze, le responsabilità, gli oneri, il potere che sono propri e che spettano al Creatore.
Noi e ognuno di noi, non è e non siamo responsabili di tutti i mali del Mondo, delle imperfezioni, delle disgrazie, delle tragedie che capitano all'umanità; soltanto di una minima parte lo siamo e per questa parte sola dobbiamo rispondere e pagare, ma non per tutto il resto.
Ogni uomo, ogni famiglia, ogni popolo, ogni comunità, ogni stato ha le sue precise responsabilità e che non può in alcun modo scaricare sugli altri senza violare le leggi di natura, divine, i valori-i doveri-i diritti umani universali.

Se in Pakistan, in Bangladesh o in Nigeria fanno un mucchio di figli e non sono sono in grado di mantenerli, non è responsabilità nostra e certamente non dobbiamo essere noi ad accoglierli e a mantenerli, visto che noi già facciamo fatica a far figli, ad accogliere e mantenere i nostri per via dei parassiti che in Italia e in Europa ci rubano la vita, ci estorcono le risorse e ci succhiano il sangue.
E tra questi parassiti ci sono anche il Papa cattolico romano e la sua casta clericale (con l'8xmille) e tutti gli statalisti che vivono di rendite statali e parastatali, estorte a noi cittadini con la violenza dei monopoli statali e pubblici e del fisco; parassiti che comprendono anche le caste dei politicanti e dei magistrati manipolatori dei diriiti umani e civili, e dei cooperanti dediti a salvare e curare preferibilmente il prossimo lontano o che viene da lontano, trascurando i loro concittadini bisognosi che sono il vero prossimo più vicino e la fonte primaria di ogni risorsa di cui lo stato dispone.



The Candelabra of Italy: Concordo con Meotti
2017/08

https://thecandelabraofitaly.blogspot.i ... eotti.html

Non posso non essere d'accordo con queste parole di Giulio Meotti:

"Dopo aver fatto due "Israel Day", dopo una manifestazione a favore di Tsahal durante la guerra di Gaza, dopo aver distribuito la kippah in un'Europa da cui scompariva, dopo il flash mob a favore di Israele di fronte all'Unesco, dopo molte campagne contro il boicottaggio e il nuovo antisemitismo, dopo un libro sulle vittime israeliane dell'Intifada e un altro contro gli intellettuali antisemiti, dopo un convegno a Roma su "Israele frontiera dell'Europa", dopo le cause intentate da parte dei militanti filopalestinesi della flottilla pro Hamas, non avrei mai pensato di diventare io "il" problema per una parte del mondo ebraico a causa di tre status molto critici di una iniziativa al Memoriale della Shoah di Milano con una velenosa pioggia di accuse di "fascismo" e "islamofobia" e "intolleranza". Qualcosa vogliono dire. L'estate per fortuna porta, assieme al caldo, anche una pausa di riflessione. È quella che ci vuole ora.

Questa sinistra sta legittimando l'antisemitismo.

Anziché condannare Hamas, che vuole la distruzione di Israele, e la crescente ostilità verso gli ebrei in tutta Europa da parte delle comunità islamiche che si sono fatte sempre più aggressive, la sinistra attacca un giornalista che riporta dei fatti che sono noti a tutti.
Sto parlando del giornalista Giulio Meotti, il quale ha indicato un problema che è sotto gli occhi di tutti e che questa sinistra ignora.
Questa sinistra è cieca perché non vuole vedere come vanno realmente le cose.
Essa piange (con lacrime di coccodrillo) per gli ebrei morti nella Shoah ma non dice nulla contro chi nega la Shoah.
Ricordo, infatti, che in larga parte del mondo islamico si nega la Shoah.
Questo è il dramma!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » dom ago 20, 2017 11:55 am

«Qui Kabul, Italia m...»: profughi armati di spranghe contro i cittadini
di E.B.

http://www.ilgazzettino.it/nordest/trie ... 86437.html

TRIESTE - Attimi di panico e tensione ieri sera, attorno alle 20, nell'area del Silos accanto alla Stazione ferroviaria. Un gruppo di cittadini in sopralluogo, su iniziativa di "Stop prima Trieste" e "Noi nazionalisti forconi", ha rischiato di essere aggredito da alcuni profughi, che stazionano nei capannoni fatiscenti, armati di spranghe metalliche. Gli stanieri, tra offese e minacce in un clima particolarmente acceso e minaccioso, hanno cercato di allontanare i triestini, tra cui due donne gridando "Qui è Kabul, non Italia" e ancora "Italia di m..." hanno ripetuto più volte. «Questa è casa nostra, non Kabul» hanno risposto Marco Prelz, Giacomo Sturniolo e Antonio Carrese.

«Non siamo qui per fare ronde o manifestazioni - spiega in diretta sul posto Sturniolo - ma da privati cittadini, Caritas e Ics sono tanto bravi nel parlare di umanità nell'accogliere le persone mentre qui cè un albergo a cielo aperto, volevamo parlare con un gruppetto e il risultato, dopo dieci minuti, è che stavano venendo alle mani». A fargli eco è Prelz: «Cinque ragazzi ci hanno affrontato con delle spranghe dicendo "Qui non è Italia, questo è Kabul", non è ammissibile perchè significa che lo Stato ha fallito. Hanno anche tentato di colpire le due donne della comitiva - prosegue - non vogliono aiuto, sono volgari e offensivi». Se la situazione non è degenerata è perchè ad un certo punto sono state chiamate le volanti della Polizia che hanno raccolto le testimonianze sull'accaduto: «Hanno tentato - riferisce ancora Prelz - di toglierci i cellulari dalle mani e di darmi un pugno in faccia ma alla vista dei poliziotti si sono allontanati e nascosti, ormai hanno ghetizzato l'area».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » ven feb 22, 2019 8:55 pm

Senatrice Liliana Segre
Ottanta anni fa, il 5 settembre 1938, furono promulgate le leggi razziali.

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0727842027

La Senatrice Liliana Segre, commentando tale ricorrenza, ha ricordato il silenzio e la indifferena degli Italiani di fronte a tale nefandezza.
Poi ha parlato della nostra indifferenza per le morti in mare dei migranti...
Considero la Senatrice una persona eccezionale e ho plaudito alla sua nomina, ma mi sento di esprimere la mia contrapposizione alla sua riflessione.
Non vorrei mai che qualcuno accostasse, anche se in situazioni di emergenza e non direttamente, la Shoah con la tragedia del Mediterraneo.
La Shoah, per chi tendesse a dimenticarlo, si tradusse in un genocidio, portato a termine con sadismo, piacere diabolico, torture inenarrabili e brutalità di ogni tipo!
Inoltre vorrei ricordare alla Senatrice che la quasi totalità dei richiedenti asilo è musulmana e nemica di ebrei e cristiani! Si integrerà nella nostra realtà?
Penso proprio di no! Sulla base di quanto è riportato nel libro sacro, che parla di pace ma, dopo che si sono eliminati gli infedeli.
Sbaglio?
Perchè non si preoccupa degli ebrei e dei cristiani che vivono da secoli nei Paesi arabi?
Conosce la loro tragedia?
Senatrice non sposi tesi che non si confanno con la sua storia e con il futuro di uno Stato, Israele, che sicuramente ama!
Gli Italiani non sono indifferenti alla tragedia del Mediterraneo, ma purtroppo si rendono conto che non ci si può far carico dei problemi dell'Africa o in particolare della Libia, (della cui guerra siamo responsabili, anche se coinvolti a forza, essendo intervenuti con Alleati europei e statunitensi in rivolte che avrebbero dovuto essere gestite dal popolo libico e non da forze esterne, mobilitate soprattutto da interessi economici o strategici).
Non sarebbe più corretto che Lei ricordasse le morti per atti terroristici ad opera dei palestinesi che non interrompono la loro continua aggressione a un Paese, Israele, che ne ha integrato socialmente e lavorativamente un gran numero?
Possibile che si debba giungere sempre a ricordare la Shoah, tragedia unica e terribile, quando si vuol imporre una accoglienza che un Paese come il nostro non è disponibile ad accettare? Non è neppure in grado, basta ricordare come è stata gestita fino ad ora e quale degrado ha prodotto.
Non è chiaro il pensiero degli Italiani?
Perche dobbiamo sentirci richiamati come se fossimo insensibili alle morti in mare!
No, gentile Senatrice, non siamo insensibili nè a queste morti, nè a quelle di Siriani, dei Cristiani e degli Ebrei uccisi solo in nome di una religione diversa!
Per voler ricordare quanto male fanno coloro che chiamiamo ormai da settanta anni rifugiati palestinesi e che, a mio parere, nulla fanno per cambiare, voglio rammentare che il 5 sett 1972 ci fu la strage degli atleti israeliani a Monaco, in occasione delle Olimpiadi.
Per non dimenticare!


Alberto Pento

La signora Segre già altre volte ha sostenuto le medesime assurdità, manipolando e falsificando la realtà delle cose, calunniando, diffamando e inducendo molti in errore:

1) i clandestini e gli zingari di oggi non sono paragonabili agli ebrei d'Europa che nel passato sono stati accusati ingiustamente di crimini mai compiuti, perseguitati per secoli da molti europei cristiani e sterminati dai nazisti tedeschi nel 900;
gli ebrei erano cittadini degli stati europei come tutti gli altri, non erano invasori, non vivevano a spese degli altri europei, non rubavano e non compivano ogni sorta di delitti come invece fanno i clandestini in questi ultimi anni e gli zingari da secoli; perciò le sue parole fanno torto innanzi tutto agli ebrei;
2) inoltre paragonare i clandestini invasori e gli zingari delinquenti agli ebrei, trasformandoli in vittime come sono stati invece gli ebrei, comporta che gli italiani e gli europei nativi e indigenti che difendono il loro territorio e i loro sacrosanti diritti umani e civili siano di conseguenza trasformati in carnefici come i nazisti e questo mi pare che sia una criminale distorsione della realtà, una grave calunnia e una ancora più grave offesa.

Con queste argomentazioni la signora Segre demonizza gli italiani e gli europei che sono vittime dei clandestini (tra cui molti nazi maomettani) e degli zingari, nel tentativo di impedire loro di difendersi e di difendere i loro sacrosanti diritti umani e civili.
Questa demonizzazione degli italiani e degli europei giustamente contrari all'invasione e giustamente avversi alla delinquenza degli zingari, assomiglia molto alla demonizzazione degli ebrei come condizione preliminare alla loro persecuzione e al loro sterminio.
Io gradirei molto che questa signora ebrea italiana avesse più rispetto per i diritti umani e civili dei cittadini italiani ed europei tra cui vi sono anch'io che sono un nativo europeo, veneto autoctono, aidolo, non cristiano e non ebreo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Gli ebrei perseguitati del 900 e gli invasori del 21° secolo

Messaggioda Berto » ven feb 22, 2019 8:56 pm

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
viewtopic.php?f=197&t=2802

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali universali e civili dei nativi e cittadini europei ed italiani.
L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.
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