La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » sab ago 01, 2020 6:52 am

Giudice ribalta colleghi: chi sbarca è clandestino, non naufrago
Luglio 12, 2020
https://voxnews.info/2020/07/12/giudice ... -naufrago/

La Corte d’Appello di Palermo ha giudicato l’assoluzione di migranti (definiti anzi «clandestini») frutto di «approccio ideologico», un’interpretazione persino «criminogena» della «legittima difesa applicata al diritto del mare», che così finirebbe per «creare pericolose scorciatoie» nell’ammettere «condotte dotate di grande disvalore penale ai limiti dell’ammutinamento»: al punto che allora «chiunque potrebbe partire dalle coste libiche con un barcone e farsi trasbordare da una unità italiana, sicuro di potere minacciare impunemente l’equipaggio qualora esso dovesse disobbedire a un ordine impartito dalla Guardia Costiera di uno Stato» (la Libia) «che, piaccia o no, è riconosciuto internazionalmente».
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » sab ago 01, 2020 6:53 am

Migranti, i pm processano la nave che ha riportato i clandestini in Libia
Alessandro Gonzato
18 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... 8.facebook

L'avvocato Danilo Risi, esponente dell'associazione nazionale Giuristi Democratici, si dice «molto soddisfatto del lavoro complicato svolto dalla procura». La procura di Napoli ha appena concluso le indagini sul comandante della nave Asso 28 e un rappresentante dell'armatore, la Augusta Offshore. È stato Risi, insieme alla collega Elena Coccia, a presentare l'esposto che ha dato il là all'inchiesta. L'esposto è stato firmato dai Giuristi ma anche dal sindaco partenopeo Luigi de Magistris e da una trentina di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo tra cui Moni Ovadia. L'indagine fa riferimento ai fatti del 30 luglio 2018, quando, secondo l'accusa, 101 migranti soccorsi in acque internazionali sono stati caricati a bordo e ricondotti illegalmente a Tripoli. Le autorità italiane non sarebbero state coinvolte. È la prima volta che una nave privata italiana finisce a processo per una vicenda simile. Asso 28 ha soccorso i migranti (tra cui pare anche 5 donne e altrettanti minorenni) a ridosso della piattaforma petrolifera della Mellitah Oil&Gas, joint venture tra Eni e la compagnia statale libica. Da quel momento, sostiene la procura, a bordo di un rimorchiatore battente il tricolore i naufraghi erano da considerarsi sotto la giurisdizione italiana, ma l'intervento non sarebbe stato comunicato a Roma. Il comandante e il rappresentante a terra dell'armatore sono accusati di aver violato la Convenzione di Ginevra sui diritti dell'uomo e il Testo unico sull'immigrazione in vigore in Italia. Tra i capi di imputazione: abuso d'ufficio in concorso, sbarco in un porto non autorizzato e abbandono di minore. Oltre alle indagini condotte dalla capitaneria di Porto di Napoli, i magistrati hanno a disposizione i documenti audio delle conversazioni registrate dalla nave della Ong Open Arms e intercorse con Asso 28. Il contenuto è stato pubblicato dal sito di Avvenire. A bordo di Open Arms, in quel momento, c'era anche Nicola Fratoianni, deputato di Leu, ascoltato nei mesi scorsi come persona informata dei fatti. Era il periodo in cui i parlamentari della sinistra scattavano selfie sulle navi delle Ong e si collegavano coi talk-show militanti. Di questi tempi però, per scansare (comprensibilmente) il virus che prolifera sui barconi diretti verso le coste della Sicilia e della Calabria, nessuno dei "compagni" vi sale più a bordo. Veniamo agli audio diffusi dal quotidiano dei vescovi. Open Arms chiede ad Asso 28 se abbia incontrato gommoni in difficoltà lungo la rotta. La risposta è affermativa: «Sì, per l'esattezza abbiamo 101 persone a bordo. Abbiamo ricevuto l'ordine di riportarli a Tripoli». «Ok, d'accordo, potete dirci il colore del gommone che avete soccorso?». «Bianco». «Colore bianco, d'accordo, d'accordo. Avete visto altri gommoni in zona?». «Negativo». «D'accordo, grazie mille Asso 28». La conversazione termina qui. Non sappiamo se ve ne siano state altre. A questo punto, dalla barca della Ong, si sente distintamente una voce che si rivolge a una persona vicina: «Sai che cos' è questo?». Risposta: «Respingimento collettivo». Parla di nuovo il primo uomo: «Digli di cercare Asso 28 perché sicuramente ha bandiera italiana».

Questa la ricostruzione di Riccardo Gatti, capomissione di Open Arms: «Alla nostra richiesta di fornirci i dettagli delle posizioni ci diedero indicazioni poco chiare. Questo per farci allontanare, ma poi abbiamo capito che era successo qualcosa di strano». È stato Gatti a contattare il ponte di comando del rimorchiatore italiano, le cui risposte però, stando all'accusa, non coinciderebbero con le rilevazioni successive. Sull'episodio era intervenuta subito anche Eni smentendo seccamente di essere stata coinvolta. Le precisazioni fornite, però, per gli investigatori sono contraddittorie. La procura non crede che Asso 28 abbia ricevuto disposizioni dalle autorità libiche per dirigersi a Tripoli. La guardia costiera libica, questa la difesa della nave italiana, presidia ogni piattaforma che opera nelle sue acque territoriali, e ha gestito l'operazione di soccorso in totale autonomia. «Ora attendiamo il rinvio a giudizio», ha commentato l'avvocato Risi di Giuristi Democratici, «perché si arrivi a stabilire un principio che deve riguardare tutti i comandanti delle navi in ogni parte del mondo si trovino, affinché a bordo qualsiasi cittadino sia trattato secondo i principi del diritto italiano». La giustizia farà il proprio corso. E chissà se terrà conto che i due indagati hanno salvato la vita a 101 persone che stavano raggiungendo illegalmente il nostro Paese.
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Messaggioda Berto » sab ago 01, 2020 6:53 am

Immigrazione, la nuova barca per i soccorsi? Padrino George Soros e presidente Gherardo Colombo
Marzia Coppola
30 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... M.facebook

Orfani di Gennaro Migliore, che dalla spartana tolda della Sea Watch si è accomodato quest'anno con Maria Elena Boschi e Luciano Nobili sulla prua di un yacht vacanziero sulle coste ischitane, la sinistra reinveste sulle Ong e non in senso metaforico.

Una nuova nave solcherà i mari del Mediterraneo in cerca di immigrarti dal salvare; 40 metri di lunghezza con 10 persone di equipaggio e 9 tra medici, infermieri, soccorritori, mediatori, giornalisti e fotografi. Due gommoni veloci in appoggio assicureranno gli avvicinamenti alle imbarcazioni in difficoltà e il salvataggio. Si chiamerà ResQ - People Saving People e il nostromo è Gherardo Colombo, ex magistrato di Mani pulite, che sarà il presidente onorario.

"Siamo agli inizi", spiega, "l'idea è nata tra pochi amici, ma sta crescendo l'adesione. L'obiettivo è quello di salvare persone, senza nessun altro fine. Un impegno previsto dalla nostra stessa Costituzione. All'articolo 10 dice che le persone che nel loro paese non possono valersi delle libertà democratiche garantite dalla nostra costituzione hanno il diritto di essere accolte. Non è una facoltà o un privilegio. E' un diritto".

L'ex magistrato non entra e non vuole entrare nella discussione politica: "Certo non tutti diranno che facciamo bene, tanti diranno che facciamo male, a me non viene da apostrofare come disgraziati quelli che la pensano in modo diverso. Piuttosto - sottolinea - con questa iniziativa si può stimolare il pensiero a riconoscere che tutte le persone sono persone. Anche il singolo che si trova in difficoltà".

Sul loro sito campeggia il logo e l'appoggio di Open society fondata da George Soros e tra i soci spiccano, tra gli altri, i nomi di Gad Lerner, Armando Spataro e magistrato e co-fondatore di ResQ, Giovanni Palombarini ai vertici di Magistratura democratica nel 2013 ha corso alle politiche senza successo con la lista dell'ex pm Antonio Ingroia. Ma anche nomi forti delle Ong che si battono contro la "fortezza Europa", come Cecilia Strada, ex presidente di Emergency e Sabina Siniscalchi di Oxfam.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 10:15 pm

La Guardia Costiera blocca tutto: scatta il "trappolone" per l'Ong
Mauro Indelicato - Ven, 25/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 92515.html

Il team di soccorso di Mediterranea Saving Humans non può salire a bordo della Mare Jonio, che rimane quindi attraccata in porto a Pozzallo. L'ira degli attivisti contro il governo

La Guardia Costiera ha notificato il divieto di imbarco sulla Mare Jonio al team di ricerca e soccorso dell'Ong Mediterranea Saving Humans, l'organizzazione proprietaria della nave attualmente ancorata a Pozzallo.

A riferirlo sono stati gli stessi attivisti su Twitter, i quali hanno accusato il governo di voler “ostacolare ed impedire di fatto la presenza in mare di tutte le organizzazioni civili”. Un'accusa importante lanciata verso l'esecutivo giallorosso, che potrebbe minare definitivamente il rapporto tra le Ong e il Conte II.


Il provvedimento della Guardia Costiera

A notificare l'atto con cui è stato vietato l'ingresso a bordo del team di ricerca, sono stati gli uomini della Guardia Costiera di Pozzallo diretti dal comandante della locale Capitaneria di Porto, Donato Zito. Il motivo del provvedimento sta soprattutto in un passaggio contenuto nel documento dell'atto: “I profili dei tecnici non hanno alcuna attinenza con la tipologia di servizio svolto dalla Mare Jonio”, si legge.

In poche parole, la nave Mare Jonio non è registrata come nave di ricerca e soccorso e dunque non può imbarcare tecnici deputati a questo scopo. Così come gran parte delle navi Ong, anche questo mezzo è registrato come mercantile con funzioni di cargo, monitoraggio e sorveglianza, da qui la decisione della Guardia Costiera di Pozzallo di negare l'accesso al team di soccorso. Nel Rina, il registro navale italiano, è stata riconosciuta una notazione in classe alla Mare Jonio come “naviglio attrezzato per search and rescue”. Ma, hanno fatto sapere da Pozzallo, la Capitaneria non ha riconosciuto questa specifica nota e il provvedimento è stato confermato.

“L'imbarco dei tecnici Fabrizio Gatti e Georgios Iason Apostolopoulos risulta ingiustificato perché - si legge nel documento notificato - il primo è tecnico armatoriale paramedico che presterà la sua attività in supporto dell'osservazione e monitoraggio in mare, l'altro è ricercatore-osservatore esperto in diritti umani in mare nell'ambito delle attività di monitoraggio svolte dalla Mare Jonio nel quadro del progetto Mediterranez Saving Humans”.


La reazione dell'Ong italiana

La replica di Mediterranea non si è fatta attendere: “Questo è il primo diretto contro il soccorso in mare – ha dichiarato a Repubblica Luca Casarini, primo capomissione della Mare Jonio – Si impone che le navi non siano attrezzate per farlo contro tutte le convenzioni Solas, Unclos e Amburgo sulla sicurezza in mare”. Sui social, nonostante la decisione non sia di natura politica visto che è un atto della Guardia Costiera, sono furenti le reazioni contro il governo.

La parola più usata è quella di “continuità”, accusando quindi l'esecutivo giallorosso di non aver attuato alcuna discontinuità dal governo gialloverde: “Si tratta evidentemente di una mirata persecuzione amministrativa e giudiziaria che nasce da una precisa volontà politica del governo – si legge nelle dichiarazioni rilasciate dagli attivisti di Mediterranea Saving Humans – e contiene un messaggio chiaro e terribile e ha un altrettanto micidiale obiettivo. Il messaggio del governo è: vietato soccorrere vite umane che si trovano in pericolo in mare, l'obiettivo del governo è ostacolare ed impedire di fatto la presenza in mare di tutte le organizzazioni civili. Con i provvedimenti adottati da oggi viene di fatto bloccata l'attività di missione nel Mediterraneo della Mare Jonio”.

La nave era tornata in navigazione lo scorso 9 giugno dopo che durante il lockdown era rimasta ancorata in porto. L'ultima missione è terminata lo scorso 13 settembre, quando la Mare Jonio ha portato a Pozzallo 25 migranti.




Migranti, spunta il cavillo nel piano Ue: "Vietato criminalizzare le Ong"
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 25/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 92368.html

Il nuovo Patto sui migranti dell'Ue favorisce le Ong. Nessun codice di condotta. Ecco tutte le novità contenute nei documenti

L'assistenza umanitaria “non può e non deve essere criminalizzata”, quindi “la criminalizzazione delle Ong (...) non è consentita dal diritto dell'Ue”. Più chiari di così, si muore. Sono le parole contenute nei documenti pubblicati dalla Commissione europea e allegati al nuovo Patto sulle migrazioni.

La bozza di accordo che, a detta di Ursula Von der Leyen, dovrebbe tradursi nel "nuovo inizio" per una gestione sana delle migrazioni. Ma che invece non solo non contiene alcuna restrizione alle scorribande delle Ong nel Mediterraneo, ma anzi rischia di trasformarsi in un vero e proprio tappeto rosso.

I documenti insidiosi sono due. Da una parte una “raccomandazione” scritta con l’intento di favorire la cooperazione tra Stati di fronte all’attività delle navi umanitarie. Dall’altra invece una “guida” all’attuazione delle norme dell'Ue sul favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Partiamo dalla prima. Salta subito all’occhio l’invito rivolto agli Stati a fare in modo che i migranti recuperati vengano sbarcati “non appena possibile” nel porto “sicuro più vicino”. Cioè in Italia, a Malta o in Grecia. Non è una sorpresa, certo. Però è un fatto politico rilevante, visto che Roma da tempo chiede che le Ong portino altrove gli stranieri imbarcati. Di fatto l’Ue persevera sulla scia che negli ultimi anni ha riempito Lampedusa e il Belpaese di immigrati, con tanti saluti alle proteste italiane. Ed è difficile immaginare che il piano per i ricollocamenti o il sistema dei rimpatri sponsorizzati, se mai verrà accetato, possa alleviare il peso che grava sugli Stati di frontiera.

Chi sperava infatti che la Commissione col nuovo Piano riuscisse a mettere ordine al caos umanitario nel Mediterraneo dovrà ricredersi: manca una proposta coerente e pratica. L’unica novità riguarda la costituzione di “un gruppo di esperti” col compito di studiare le normative, mettere in contatto tutti gli attori e provare a far collaborare gli Stati di frontiera con quelli di bandiera delle navi private (magari per stabilire le responsabilità dello sbarco). Per il resto, la raccomandazione contiene solo un generico invito ai Paesi a scambiarsi “informazioni sulle navi coinvolte” nelle operazioni Sar e “sui soggetti che le gestiscono e le possiedono”, così da verificarne “la conformità alle norme di sicurezza” e controllarne le attività. A parte questo, nient’altro: nessun codice di condotta per le Ong; nessuna limitazione alle operazioni. Solo il monito a “non criminalizzare”.

Ed è qui che entra in scena la “Guida” contro il favoreggiamento all’immigrazione clandestina. La leggi comunitarie, come quelle nazionali, prevedono infatti condanne penali per i cosiddetti “facilitatori”, cioè chi favorisce l’ingresso irregolare di clandestini nel territorio europeo. Tra questi, a rigor di logica, potrebbero rientrare anche le Ong, che di fatto caricano i migranti di fronte alla Libia e li portano senza documenti in uno Stato membro. La normativa però ammette alcune eccezioni, tra cui proprio gli interventi Sar realizzati a scopi umanitari e di salvataggio. In sostanza: se salvi un naufrago irregolare perché sta affogando e lo porti in Europa, non sei passibile di denuncia. Norma sacrosanta, sia chiaro. Ma nella sua “Guida” l’Ue non si limita a riaffermare alcuni principi di diritto internazionale. Va oltre, affermando tout court che “la criminalizzazione di Ong o di altri attori che svolgono operazioni di ricerca e soccorso in mare” costituisce “una violazione del diritto internazionale”. Quindi guai a mettere i bastoni tra le ruote alla flotta di navi solidali che solcano il Mare nostrum.

Negli ultimi tempi infatti le Ong non hanno fatto altro che lamentare una sorta di persecuzione nei loro confronti. Soprattutto in Italia e in particolare durante il governo gialloverde. Lo hanno comunicato a Bruxelles durante una serie di consultazioni avute negli ultimi mesi, esprimendo “crescenti preoccupazioni” e affermando di temere le “sanzioni da parte delle autorità”. L’Ue ci ha ragionato su e ovviamente gli ha dato subito ragione.

Va detto che la Commissione negli atti riserva alcune strigliate alle Ong. Ad esempio intima loro di rispettare il “quadro giuridico” internazionale e nazionale (e non è poco, visto il caso di Carola Rakete). Ammette poi che i trafficanti potrebbero “approfittare” delle operazioni di salvataggio umanitarie per allargare il loro business (ipotesi sempre esclusa dalle Ong). E lancia una stoccata a chi utilizza carrette inadatte a soccorrere migranti: visto che i salvataggi riguardano “un gran numero di persone” e investono gli Stati costieri - ragiona la Commissione - è necessario almeno che le navi “siano adeguatamente registrate e attrezzate per soddisfare i requisiti di sicurezza”. Un passaggio importante, considerato che più di una volta le imbarcazioni (l’ultima: Sea Watch 2) sono state bloccate dalle autorità italiane a causa di diverse irregolarità a bordo.

A parte questo, però, la “rivoluzione” tanto attesa non c’è. Se mai la proposta di Ursula Von der Leyen venisse approvata dal Consiglio, le Ong potranno perseverare indisturbate nelle loro attività. L’Italia continuerà ad accoglierle in porto. E intanto i buonisti potranno gioire per quel divieto alla “criminalizzazione” che suona come un vero e proprio “tana libera tutti”.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 10:16 pm

"Non si può far passare il principio di salvare i migranti dai libici"
Valentina Raffa
Sab, 20/02/2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 25348.html

Open Arms, il procuratore di Ragusa impugna: "Si rischia che chiunque possa organizzarsi per finte ragioni umanitarie"

Dalla decisione del gup di Ragusa di prosciogliere dalle accuse mosse dalla procura iblea Marc Reig Creus, comandante della Open Arms dell'omonima Ong spagnola, e Ana Isabel Montes Mier, capo missione e Sar Coordinator di Open Arms, di violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, al sentirsi legittimati a raccogliere migranti al largo delle coste libiche per condurli in Italia potrebbe essere un attimo.

Il gup infatti scrive: «I migranti soccorsi dalla Open Arms avevano diritto non solamente ad essere salvati da un possibile naufragio, ma anche di essere condotti in un luogo sicuro. La Libia non può considerarsi tale».

«Se passerà il principio che si debbano salvare i migranti non solo da un possibile naufragio quanto dai libici commenta il procuratore di Ragusa, Fabio D'Anna - si rischia che chiunque possa organizzarsi per traghettare migranti in Italia non necessariamente per finalità esclusivamente umanitarie». Il procuratore ha chiesto che la Corte d'Appello di Catania annulli la sentenza di proscioglimento e disponga il rinvio a giudizio del comandante e della capo missione davanti al tribunale di Ragusa per avere costretto «le autorità italiane (e per esse il Capo del Dipartimento delle Libertà civili e immigrazione del Ministero degli Interni, deputato all'indicazione del Pos) a concedere l'approdo in un porto italiano per sbarcare i 216 migranti» e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina avendo introdotto in Italia i migranti soccorsi il 18 marzo 2018 in 2 eventi Sar in zona libica.

In breve, anche a Ragusa, indirettamente rispetto all'udienza preliminare celebratasi ieri nell'aula bunker di Catania, con l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini accusato di sequestro di persona per il ritardo dello sbarco di 131 migranti nel luglio 2019, sono in discussione le modalità di assegnazione del Pos (porto sicuro), con un procuratore, quello di Ragusa, finora unico in Italia, a tentare di affermare il principio che raccogliere migranti vicino alle coste africane equivale a essere complici degli organizzatori delle tratte di esseri umani.

Impugnando la sentenza, D'Anna smonta punto per punto le motivazioni del gup, che è «entrato nel merito delle accuse» pur non potendo farlo e ha considerato solo la relazione della Capitaneria di Porto italiana e la nota del comandante di «Nave Alpino» impegnata nell'operazione «Mare sicuro», scartando invece il report Sar della Open Arms ritenuto molto importante dall'accusa. In esso, infatti, c'è un video delle Go pro degli umanitari che riprende un soccorritore della Ong a bordo di un gommone veloce con cui, battendo in velocità la Guardia costiera libica che aveva assunto il comando dell'operazione di soccorso, ha già avvicinato quello dei migranti e rivolto a loro dice «We go Italy» e un altro soccorritore aggiunge «big boat go to Italy», di fatto spronando i migranti a salire sui natanti della Ong. Queste frasi, secondo l'accusa, attestano la premeditazione dello sbarco in Italia e la mancata intenzione a monte di contattare per un Pos Malta, dove furono evacuate solo due persone per motivi di salute.

Altro punto controverso è la diversa versione tra gli indagati da una parte e i video delle Go pro dall'altra sul comportamento dei libici della motovedetta Ras Al Jaddar. Secondo gli indagati erano minacciosi e armati, tanto che dalla Ong scattò l'allarme antipirateria, mentre nei video «non vi è traccia alcuna del lamentato abbordaggio di uno dei gommoni della Open Arms». «Il gup ha preso in considerazione solo le dichiarazioni degli indagati dice D'Anna -. È stata presentata una situazione altamente drammatica verosimilmente al solo fine di giustificare l'inosservanza alle indicazioni di Imrcc Roma e costringere i libici a desistere dal soccorso onde evitare incidenti diplomatici». Per la procura ci furono pressioni indirette degli indagati al governo italiano che assegnò un Pos «per evitare clamori mediatici». E la storia si è puntualmente ripetuta.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 10:16 pm

Sulle ong botte da orbi tra Travaglio e Lerner
Sab, 13/03/2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1615667313

Scontro tra Gad Lerner e Marco Travaglio sulla questione migranti, una discussione tutta a sinistra sull'evoluzione della questione Mediterranea

Scontro tra Gad Lerner e Marco Travaglio sulle Ong dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, diretto da quest'ultimo.

Tutto nasce da un articolo del direttore del quotidiano, del quale Gad Lerner ha voluto contestare alcuni passaggi con una lunga lettera alla quale Travaglio ha deciso di rispondere a sua volta con una missiva, il tutto pubblicato sulle colonne de Il Fatto Quotidiano. "Caro Marco", esordisce Lerner, "quelli che 'attirano e incoraggiano il traffico di esseri umani' nel Mediterraneo non sono certo 'gli angeli delle Ong', come li hai apostrofati con sarcasmo degno di miglior causa nell'editoriale di ieri". Un inizio di impronta polemica per Gad Lerner, che non risparmia critiche al suo collega.


La lettera di Gad Lerner

"Aggiungi, bontà tua, che saresti disposto a concedere loro la grazia, purché la smettiamo di fare finta che i soccorritori del mare non commettano reati. Strano, di solito sai riconoscere i potenti che commettono gravi reati dai pesci piccoli che restano impigliati nella rete della giustizia", ha continuato Lerner. Una lettera dai toni polemici, nella quale Gad Lerner accusa il governo italiano e l'Unione europea di "omesso soccorso, in violazione del Diritto internazionale del Mare". Questo sarebbe il reato compiuto dai governi nazionali ed europei fin dal 2014, "da quando il governo Renzi stoppò l'operazione Mare Nostrum della nostra Marina militare. Semplicemente, hanno deciso di lasciar crepare i naufraghi, o di farli catturare dai libici".

Solo in quel momento, per evitare il ritorno dei migranti in Libia che da lui è considerato un porto non sicuro, "cui segue la deportazione in campi di prigionia infami", sarebbero scese in campo le Ong. "Cercano di limitare i danni perpetrati da quelli che per davvero hanno 'attirato e incoraggiato il traffico di esseri umani': cioè i leader italiani ed europei che - interrompendo ogni canale di immigrazione legale (e controllata) - hanno regalato agli scafisti il monopolio sulle rotte mediterranee", ha asserito Gad Lerner. Il giornalista ha poi tirato in ballo il volume I somersi e i salvati, di Primo Levi, e la cosiddetta "zona grigia" dove "tra vittime e carnefici s' instaurano relazioni in cui diviene complicato perfino separare il bene dal male".

Il libro di Primo Levi è utile a Lerner per spiegare che "può darsi anche che gli armatori di Mediterranea abbiano impropriamente accettato denaro da una compagnia danese", ma "ciò non cambia di una virgola l'attribuzione delle colpe fra chi, pur dotato di flotta militare, si macchia di omesso soccorso, e chi si mobilita per salvare il maggior numero possibile di migranti". Per tale ragione, secondo il giornalista, "insinuare che vi siano Ong scese in mare a scopo di lucro è una bassezza che può compiacere solo i cercatori di un'impossibile giustificazione morale alla propria inadempienza". A fine lettera, Gad Lerner ha citato alcuni personaggi noti della storia che si sono macchiati di diversi reati pur di salvare gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.


La risposta di Marco Travaglio

Dello stesso tenore, ma in difesa delle sue idee e delle sue parole, la risposta di Marco Travaglio: "In questi anni si sono fronteggiati sull'argomento due opposti estremismi: Ong tutte criminali e Ong tutte sante, immigrati a casa loro e immigrati a casa nostra". Travaglio scrive nella sua lettera di aver cercato di stare sopra le parti e che per questo motivo è stato sempre insultato sia da una "fazione" che dall'altra. "Sull'arretramento da Mare Nostrum a Frontex siamo d'accordo: il Fatto lo scrive dal 2014. Ma i termini che usi denotano una visione troppo parziale e ingenua del fenomeno", attacca Travaglio, che non arretra di un passo: "Esistono alcuni operatori di alcune Ong che non 'restano impigliati nella rete della giustizia': commettono reati magari minori, che però vanno perseguiti secondo le leggi dei loro Paesi, certo con pene meno severe di chi commette reati più gravi (infatti non ne risulta neppure uno in carcere)".

A quel punto, Marco Travaglio ricorda al collega che i "canali di immigrazione controllata riguardano chi ha diritto di stabilirsi in Europa (per lavoro, per studio, perché rifugiato politico o di guerra), quindi escludono i 9/10 dei migranti sui barconi, irregolari da rimpatriare in base alle leggi Ue". Riconoscendo che salvare migranti "è una nobile missione", Marco Travaglio sottolinea però che "non c'entra nulla col mettersi d'accordo con gli scafisti per rilevare i loro carichi umani in un certo punto del Mediterraneo, far loro risparmiare natanti e carburante, metterli al riparo da indagini e arresti, caricarli a bordo per portarli in Italia travestiti da poveri migranti, non intervenire quando picchiano i passeggeri dopo averli depredati, non denunciarli dopo e restituire loro i gommoni".

Questo non è stato escluso da Gad Lerner nella sua lettera, anzi, il giornalista non esclude che questo avvenga ma Marco Travaglio, rivolgendosi al collega, sostiene che "li nobiliti equiparandoli ai reati commessi nella Germania nazista e nell'Italia fascista da chi salvava gli ebrei dai lager. Argomento suggestivo, ma fallace". Il direttore de Il Fatto Quotidiano, infatti, sostiene che "per salvare migranti dal naufragio si possono, anzi si devono infrangere tutte le leggi del mondo; ma rilevare carichi di esseri umani da barca a barca non è salvare i migranti. È salvare gli scafisti, aiutarli e incoraggiarli nei loro sporchi traffici. Ed è peggio di un reato: è una vergogna".
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Messaggioda Berto » mar mar 23, 2021 10:17 pm

Salvini e Open Arms, chiesto il rinvio a giudizio dalla procura di Palermo
20 marzo 2021

https://www.corriere.it/politica/21_mar ... bb7e.shtml

La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio del capo della Lega Matteo Salvini per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’uffiicio al termine dell’udienza preliminare che vede imputato, a Palermo, l’ex ministro dell’Interno. Secondo l’accusa il leader del Carroccio, ad agosto del 2019, avrebbe illegittimamente negato lo sbarco a 147 migranti soccorsi a largo di Lampedusa dalla nave della ong Open Arms. Il processo è stato aggiornato al 17 aprile, quando prenderà la parola la difesa.

La discussione in aula è stata sostenuta dai tre magistrati presenti dentro al bunker del carcere Ucciardone di Palermo. La prima a parlare è stata la Procuratrice aggiunta Marzia Sabella, seguita dal pm Geri Ferrara. Ha concluso il Capo della Procura Francesco Lo Voi. «Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio», ha ribadito il magistrato, che nel corso della discussione aveva dichiarato: «Il contratto di governo di cui parla Salvini non prevedeva il blocco indiscriminato degli sbarchi».

Salvini è accusato di aver privato della libertà per 19 giorni, tra il primo e il 20 agosto del 2019, ai migranti soccorsi dall’imbarcazione umanitaria negando il cosiddetto «safety place» , vale a dire il porto sicuro di sbarco previsto dai tratti internazionali sui soccorsi in mare. Questo nonostante all’allora ministro dell’interno fossero arrivate anche le sollecitazioni del premier Giuseppe Conte attraverso una missiva datata 16 agosto. La vicenda si svolse a cavallo della crisi del primo governo Conte, culminato con l’annuncio da parte di Salvini dal lido del Papeete. Il braccio di ferro fu risolto dal pm di Agrigento Luigi Patronaggio che, dopo aver constatato le precarie condizioni igieniche e di sicurezza a bordo della nave, decise il sequestro preventivo della Open Arms: a quel punto lo sbarco dei migranti a bordo a Lampedusa divenne una scelta obbligata. Nella sua difesa Salvini ha sempre sostenuto che l’accoglienza spettava o alla Spagna (la nave Ong batteva bandiera del paese iberico) o Malta (il punto più vicino al punto in cui si trovava l’imbarcazione).

Salvini ha subito reagito ripetendo concetti già espressi in passato, anche in occasione del processo per lo stop alla nave Gregoretti ( che lo vede parimenti imputato di sequestro di persona ai danni di un gruppo di migranti): «Preoccupato? Proprio no. Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese, rispettando la legge, svegliando l’Europa e salvando vite. Se questo deve provocarmi problemi e sofferenze, me ne faccio carico con gioia. Male non fare, paura non avere».

Uno dei quesiti attorno al quale si è sviluppata la discussione in aula è: perché Salvini dovrebbe andare a processo e il premier Conte - che aveva condiviso l’approvazione dei decreti per fermare le navi Ong - no? La risposta, proprio in aula è stata fornita dal procuratore Lo Voi: «Il presidente Conte si è espresso in maniera chiarissima sul fatto che la responsabilità dell’atto amministrativo di concessione del pos (il porto di sbarco, ndr.) risalisse alla competenza esclusiva del Ministero dell’Interno così come ha fatto la ministra Lamorgese, gli altri testimoni e il ministro Di Maio. Non si trattò di un atto politico, ma amministrativo, mai condiviso in consiglio dei ministri».



Open Arms, chiesto il rinvio a giudizio per Salvini: “Fu sequestro di persona”. La replica: “Ho difeso i confini”
Fabio Albanese
20 marzo 2021

https://www.lastampa.it/cronaca/2021/03 ... 1.40051135

DAL CORRISPONDENTE DA CATANIA. La procura di Palermo ha chiesto al gup il rinvio a giudizio di Matteo Salvini per il caso «Open Arms». La richiesta è arrivata nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, al termine della mattinata di udienza preliminare, cominciata con le dichiarazioni spontanee dell’ex ministro dell’Interno. Salvini rischia il processo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. «Non sono preoccupato - ha twittato poco dopo il leader leghista -. Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese». La pensa diversamente la procura di Palermo che, invece, ritiene che l’ex ministro dell’Interno abbia abusato dei suoi poteri non concedendo il «Pos», il porto sicuro, alla nave della Ong catalana. E che questo sia avvenuto con un atto amministrativo che non coinvolgeva il governo. Conclusi gli interventi della procura, e delle parti civili che si sono associate alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm, si tornerà in aula il 17 aprile per le conclusioni della difesa.

Open Arms, Salvini: "Sono l'imputato più tranquillo del mondo, lascio che siano i giudici a decidere"

Quella della «Open Arms» è una vicenda molto simile a quella della «Gregoretti», caso per il quale il gup di Catania deve ancora decidere se rinviare a giudizio il leader leghista o meno, nonostante ci siano state già cinque giornate di udienza preliminare e altre due siano in programma; a Catania la decisione è attesa per il 14 maggio.

A Palermo quella di oggi era la seconda giornata di udienza preliminare. L’impressione è che nel capoluogo dell’isola si proceda più velocemente che a Catania: il gup Lorenzo Jannelli infatti non dovrà, come il suo collega sotto l’Etna Nunzio Sarpietro, fissare udienze per ascoltare testimoni. In questo senso, il gup ha deciso di utilizzare le deposizioni dell’ex presidente del Consiglio Conte, dei ministri Lamorgese e Di Maio, già rese per il caso Gregoretti a Catania. Era stata, quella di utilizzare le testimonianze di Catania, una richiesta della difesa di Salvini, ritenendole a favore dell’ex capo del Viminale; ma la procura non si è opposta perchè probabilmente ritiene che siano invece utili alle tesi dell’accusa. I pm di Palermo, in aula c’era anche lo stesso procuratore Francesco Lo Voi, hanno anche chiesto di produrre agli atti la decisione del Comitato Onu dei diritti umani del 29 gennaio 2021 con cui l’Italia è stata condannata per non avere agito tempestivamente in relazione a un evento Sar verificatosi al di fuori delle acque territoriali italiane.

Salvini, accusato di avere vietato lo sbarco di 147 migranti salvati dalla Open Arms nell’agosto 2019, nelle dichiarazioni spontanee rese stamattina aveva sostenuto che «il mio mandato è stato caratterizzato da risultati in termini di vite umane salvate e di diminuzione del numero di sbarchi» e che la politica, secondo lui condivisa con il governo, era quella di attendere gli accordi in sede europea per la redistribuzione dei migranti prima di assegnare un «Pos», un porto sicuro, e di farli sbarcare. Una tesi che la difesa di Salvini ha già offerto al gup di Catania per il caso Gregoretti: «Si inserisce tra i passi di attuazione della linea politica - ha detto Salvini - anche l'adozione dei decreti sicurezza, e in particolare del decreto di sicurezza bis, che approvammo al Consiglio dei ministri dell'11 giugno 2019 e che prevedeva il potere di disporre il divieto di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale. Si trattava di provvedimenti adottati dal ministro dell'Interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del Consiglio dei ministri». I pm Sabella e Ferrara e lo stesso capo della procura Lo Voi hanno invece sottolineato che la concessione del «Pos» è un atto amministrativo che spetta al solo ministro dell’Interno mentre al presidente del Consiglio, come emerso nelle deposizioni a Catania, spetta l’onere dell’attività di redistribuzione in Ue: «Non c’era

alcuna condivisione - ha detto il procuratore Lo Voi - la decisione era esclusivamente del ministro dell’Interno il quale, come dicono i testi, la prendeva e ne portava a conoscenza, come dice Luigi Di Maio, generalmente con un tweet o altre forme di pubblicazione, solo successivamente gli altri componenti del governo».

Salvini nelle sue dichiarazioni spontaneee di stamattina ha ricostruito dal suo punto di vista il caso Open Arms: «Il comandante della Open Arms rifiutò di trasbordare 39 migranti, in area Sar maltese, su una nave de La Valletta. Giorni dopo, il 18 agosto 2019, le autorità spagnole assegnarono a Open Arms un porto di sbarco ad Algeciras. Il comandante rifiutò questa soluzione. La Spagna diede allora disponibilità presso il porto spagnolo più vicino (Palma di Maiorca) e l'Italia si offrì di scortare la Open Arms con una propria nave, dove trasbordare i migranti ancora a bordo. Anche la Spagna comunicò l'invio di una propria nave a supporto. Il comandante rifiutò anche questa soluzione». L'Italia - ha sottolineato Salvini - non si è mai sottratta, né in questo caso né in nessun altro, al dovere di prestare tutta l'assistenza che era necessaria alle persone che ne avevano bisogno. Ogni volta che c'è stata la segnalazione di una necessità sanitaria, l'Italia ha fatto tutto ciò che era necessario per garantire cure e assistenza».

Dopo la discussione dei pm, al termine della quale è stato lo stesso procuratore Lo Voi a chiedere il rinvio a giudizio per Salvini, la parola passerà alla difesa, il 17 aprile. Quindi il gup, che ha ammesso 21 parti civili tra cui, proprio oggi, anche il comune di Barcellona, città dove ha sede la Ong catalana, il comune di Palermo e la Ong Emergency, deciderà se rinviare o meno a giudizio Salvini.




Open Arms, Matteo Salvini a processo. La mail di Malta alla Ong: "Bighellonate intenzionalmente". La prova che ribalta il processo?
Francesco Fredella
20 marzo 2021

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... Y.facebook

Una mail di Malta potrebbe alla Ong Pro Activa potrebbe rappresentare una svolta nel processo Open Arms in corso a Palermo, in cui l'ex ministro degli Interni Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e abuso d'ufficio. Il documento è emerso nell'udienza preliminare in corso sabato mattina nell'aula palermitana, alla presenza dello stesso leader della Lega. Il messaggio è stato inviato dal Centro coordinamento del soccorso di Malta il 14 agosto 2019 alle ore 21,17 alla ong che organizza i soccorsi ai migranti nel Mediterraneo sulla nave spagnola Open Arms, accusata senza mezzi termini di "bighellonare" in mare e non certo per nobili fini, "nonostante gli avvertimenti" delle autorità marittime. "Avete intenzionalmente continuato a procrastinare per mettere ulteriore pressione su Malta", accusa La Valletta. "Se aveste proceduto verso il vostro porto d’origine sareste già sbarcati", è il richiamo alla Ong che in quei giorni rifiutava di tornare sulle coste libiche con il suo carico di disperati, cercando un approdo a Malta e o in Italia.

Il procedimento palermitano è parallelo a quello di Catania per la nave Gregoretti, che vede Salvini imputato per gli stessi reati. E proprio quel processo potrebbe essere "l'architrave" della difesa del leghista su Open Arms, dal momento che è già emerso come i divieti di ingresso alle navi con migranti a bordo emanati dal Viminale seguissero la linea sull'immigrazione dettata dal premier Giuseppe Conte, e non fossero dunque un "colpo di testa" del solo ministro degli Interni. Ancora più esplicita Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini: "In realtà - ha spiegato all'agenzia AdnKronos - in Open Arms chi stava gestendo tutto era la Presidenza del Consiglio con una lettera dell'ex premier Giuseppe Conte. E altre carte sul ruolo che avrebbe svolto l'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli".

Nel frattempo, Salvini si dice "pronto" per l'udienza palermitana pubblicando una foto sui social fuori dall'aula bunker: "Ieri, oggi e domani sempre a difesa dell’Italia". Dalla Spagna, la città di Barcellona si è iscritta all'elenco delle parti civili contro Salvini, insieme alla Ong Mediterranea Saving Humans, il Comune di Palermo e l'Arci Sicilia. In aula l'avvocato del comune catalano ha peraltro sottolineato come il contributo della città alla Ong Pro Activa e alla nave Open Arms "non era soltanto morale ma anche economico". La vicenda internazionale, dunque, assume contorni sempre più politici.




Migranti, diversi cittadini di Lampedusa vogliono costituirsi parte civile contro l'Open Arms
Gaetano Ravanà
23 marzo 2021

https://www.lasicilia.it/news/agrigento ... -arms.html

Si sono affidati ad un legale per il processo che potrebbe scaturire a Trapani contro la Ong, accusata di favorire l'immigrazione clandestina

Un nutrito gruppo di cittadini di Lampedusa, capeggiato dal responsabile locale della Lega, Attilio Luciam, ha chiesto all' avvocato Valter Biscotti di costituirsi parte civile, in caso di processo al Tribunale di Trapani contro chi è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

"Vogliamo difendere i nostri interessi che sono venuti meno - dice Lucia - proprio a causa di quella che più volte abbiamo definito una vera e propria invasione, una invasione che ha danneggiato l'immagine della nostra isola che vive di turismo".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar mar 30, 2021 6:33 am

Mare Jonio, udienza al tribunale del riesame. La difesa: "stato di necessita"
23 marzo 2021 15:33

https://www.ragusaoggi.it/mare-jonio-ud ... necessita/

Da poco conclusa udienza del Riesame per il caso Mare Jonio in cui risultano indagati per favoreggiamento della immigrazione clandestina Beppe Caccia, Luca Casarini, Alessandro Metz e Pietro Marrone e altri 4 soggetti che sono stati a vario titolo coinvolti nel trasbordo dei migranti dalla nave cargo danese Etienne Maersk alla Mare Jonio, operazione che secondo la Procura di Ragusa avvenne tra 11 e 12 settembre in base ad una accordo commerciale tra le societa’ armatrici frutto di una fitta rete di contatti.

Si discute sul decreto di sequestro probatorio. Sulla Maerks Etienne, 27 migranti tratti in salvo dalla compagnia e bloccati sulla nave per oltre un mese in attesa della assegnazione di un porto sicuro vennero trasbordari sulla Mare Jonio per dichiarate condizioni mediche difficili a bordo, e successivamente vennero portati in Italia.In aula davanti al Tribunale del Riesame (Ignaccolo, Di Martino e Cingolani), gli avvocati Gaetano Fabio Lanfranca e Serena Romano. Per la pubblica accusa, i titolari della inchiesta, il procuratore capo di Ragusa, Fabio D’Anna e il sostituto Santo Fornasier. Le difese hanno sottolineato in un articolato intervento, la reale condizione di necessita’ che ha portato la nave Mare Jonio a decidere di intervenire.

L’avvocatessa Romano nel ricordare che i migranti provenivano dalla Libia ha voluto sottolineare – in merito al caso contestato della donna fatta evacuare perche’ in gravidanza e con complicazioni e poi non risultata incinta – che la stessa e il marito erano stati rapiti, venduti e portati in un campo dove le donne venivano violentate. “A quella donna, per la quale secondo quanto scritto nel decreto di sequestro non erano necessarie cure, non e’ stato mai chiesto delle violenze subite. E di sevizie e violenze subite in Libia, ci sono rapporti e sentenze” dice l’avvocatessa Romano citando tra gli altri anche Amnesty.

Parla poi della situazione a bordo della Maersk con migranti ed equipaggio di fatto sequestrati per un mese in attesa della assegnazione di un porto sicuro, in zona sar maltese. “Ne’ cabine ne’ piscine a bordo, e senza risorse sufficienti, i migranti chiesero aiuto scrivendo una lettera su un piatto di carta; il 4 agosto scrivevano.’se non ci fate sbarcare torneremo al mare da dove siamo venuti. Meglio morire che stare cosi”. E chiedono aiuto agli stati e alle ong. Vivevano accampati a terra, coperti dagli agenti atmosferici con teli di fortuna, cibo razionato, peggio delle bestie – dice ancora la Romano -. La situazione era diventata ingestibile e lo disse anche il capitano tanto che tre persone si gettarono in mare”.Le difese puntano sulla disperazione generale a bordo della Maersk, sull’obbligo e la rapidita’ di intervento e indicazione del place of safety e la garanzie delle condizioni di sicurezza, obblighi contenuti in convenzioni internazionali.

In merito al decreto di sequestro le difese eccepiscono sul reale legame dei materiali sequestrati rispetto alle finalita’ probatorie, chiedendo annullamento della misura per inefficacia non essendo stati forniti tutti gli atti e non essendovi indicazione esatta del materiale da sequestrate. Per la Procura e’ intervenuto il procuratore capo di Ragusa, Fabio D’Anna ha voluto sottolineare che in questa fase non si entra nel merito “ma oggetto del Riesame e’ la valutazione che gli elementi che il pm offre al Tribunale per la misura cautelare siano idonei a configurare l’ipotesi di reato allo stato degli atti”.

Ha alzato la voce il Pm, “scusandosi per lo sfogo” quando ha voluto ribadire che la “ong Mediterranea Saving Humans non è stata oggetto di alcuna perquisizione o indagine”. D’Anna ha ribadito l’anomalia dei fatti oggetto di indagine. “In questa vicenda lo stato italiano non é mai stato chiamato né da Malta né dalla Maersk né dalla Mare Jonio se non dopo il trasbordo sulla nave italiana. Se ci sono anche i verbali della ministra Lamorgese che dicono che non avrebbe impedito lo sbarco di alcuna nave arrivata nei porti, che ritrosia poteva avere la Maersk a fare rotta in Italia?”. E poi aggiunge: “il comandante della Maersk chiede solo una verifica del welfare a bordo e non parla di una emergenza sanitaria che pare creata dagli indagati. Nel giornale di bordo 6 schede mediche con trattamento di paracetamolo, un antibiotico e soluzione salina”. La Procura chiede la conferma del sequestro; entro 5 giorni il pronunciamento.



Immigrazione, il capo-missione della Ong intercettato: "Mi sono inventato cose inimmaginabili"
Daniela Mastromattei
29 marzo 2021

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... abili.html

Scoperchiato il vaso di Pandora. Dall'inchiesta che vede la ong Mare Jonio indagata sta emergendo l'impensabile. Sulla caso della nave utilizzata dalla Ong Mediterranea saving humans per il trasbordo di 27 migranti portati in Italia non c'è solo il "tornaconto" di 125mila euro. Tra le carte in mano alla procura di Ragusa spuntano ammissioni da brividi. "Sono riuscito a inventarmi cose inimmaginabili" si pronunciava così Giuseppe Caccia, capo missione che l'11 settembre 2020 rispondeva a una telefonata di Ezio Tavasani, un pezzo grosso nel mondo nautico veneziano. "Ezio gli riferisce (a Caccia indagato per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina, ndr) che con la Mare Jonio lui fa cose molto in grande", è quanto si legge a pagina 9 del decreto di perquisizione e sequestro disposto dalla procura e pubblicato dal Giornale. Da qui la risposta data da Giuseppe riuscito nell'intento di "inventarsi cose inimmaginabili".

Ma c'è di più perché a elargire consigli su come evitare l'alt delle forze dell'ordine c'era proprio Tavasani che, ammetteva, "è palese il fatto che l'imbarcazione non è idonea al soccorso". Daltro canto Caccia prometteva che "alla prossima missione mi organizzerò diversamente". Dal passato della Mare Jonio spuntano infatti altri due richiami da parte della Guardia costiera che la diffidava dal prendere il mare per recuperare migranti, ma niente.

"Appena posso lo rifaccio. Costi quel che costi - prometteva sfidando la magistratura Luca Casarini, anche lui capo missione della nave -. Al vostro ordine continuerò a disobbedire. Perché obbedisco ad altro, di fronte al quale le vostre leggi ingiuste e criminali, ciniche e orribili, non possono niente". E infatti ha avuto la meglio, venendo graziato archiviando un'altra inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Almeno fino ad ora perché la palla passa al Tribunale del riesame che dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità dei sequestri ordinati dalla procura nell'ambito dell'inchiesta, che ha registrato anche l'ammissione delle "cose inimmaginabili" compiute.



Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
viewtopic.php?f=194&t=2754
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674




I giudici non danno ragione a Casarini: respinto il ricorso sulla Mare Jonio
Mauro Indelicato
30 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1617116303

La Mare Jonio resta sotto sequestro, respinto il ricorso presentato al tribunale del riesame di Ragusa dai legali dell'Ong Mediterranea Saving Humans

Contro il sequestro della Mare Jonio lo scorso 26 marzo i legali di Mediterranea Saving Humans, Ong italiana che usa la nave per operazioni a largo della Libia, avevano presentato un ricorso.

Una circostanza di cui però si è avuta notizia soltanto nelle scorse ore, quando si è appreso il respingimento del ricorso.

Il mezzo dunque rimane sotto sequestro. A deciderlo è stato il Tribunale del riesame di Ragusa, i cui giudici non hanno recepito le istanze dei ricorrenti. Un nuovo colpo dunque contro l'Ong. La Mare Jonio è stata sequestrata nell'ambio dell'inchiesta avviata a Ragusa e che vede accusati Luca Casarini, capomissione, Beppe Caccia e Alessandro Metz, soci della Idro Social Shipping, oltre che il capitano Pietro Marrone.

Un'accusa che ha a che fare con il trasbordo di 27 migranti dalla nave Maersk Etienne avvenuto l'11 settembre scorso. Secondo i magistrati ragusani, il passaggio di quei migranti sulla Mare Jonio sarebbe avvenuto dopo un accordo preventivo con la Maersk Tankers, società danese proprietaria della Maersk Etienne.

L'inchiesta è partita puntando i fari su un bonifico da 150mila Euro erogato dalla società danese a favore della Idro Social Shipping, proprietaria della nave Mare Jonio. Ma non solo. Così come documentato su IlGiornale da Fausto Biloslavo e Valentina Raffa, la procura ha in mano anche intercettazioni in cui si parla con toni trionfalistici dell'arrivo dei soldi dalla Danimarca.

Accuse a cui Luca Casarini, in una diretta social trasmessa ieri, ha replicato gettando fango contro la nostra testata. L'ex attivista no global ha parlato infatti di “macchina del fango” ordita da una procura considerata “piccola” e da giornalisti “dal passato eversivo di destra”, con riferimento a chi ha riportato le intercettazioni su IlGiornale.

Ma evidentemente Casarini e l'Ong Mediterranea, formalmente non indagata, non avevano pianificato soltanto una difesa mediatica. I legali dei diretti interessati avevano presentato richiesta di dissequestro della Mare Jonio, eccependo l'attinenza dei materiali sequestrati rispetto alle finalità probatorie. Per questo, come sottolineato dall'Agi, era stato chiesto l'annullamento della misura. I giudici però non hanno dato ragione ai legali.


La nota dei legali

Gli avvocati di Mediterranea presenteranno comunque ricorso: “Non appena verranno depositate le motivazioni presenteremo ricorso in Cassazione – si legge in una nota dei legali Serena Romano e Fabio Lanfranca – le risultanze istruttorie confluite nel fascicolo del sequestro confermano a pieno la veridicità dei report sanitari e il gravissimo stato di emergenza in cui ebbe ad essere effettuato il soccorso”. Un riferimento a quell'urgenza del trasbordo alla base, secondo gli accusati dell'inchiesta di Ragusa, del passaggio dei 27 migranti dal cargo danese alla Mare Jonio.

“Dall’analisi dei documenti della Procura – continuano i legali – abbiamo trovato la conferma che tre persone avevano cercato di uccidersi lanciandosi in mare e che altri avevano manifestato intenti suicidari a causa del gravissimo stato di stress fisico e psichico in cui versavano, del timore di essere riportati nell’inferno da cui venivano e dell’incertezza sulla loro sorte”. Non è dello stesso avviso invece la procura di Ragusa, secondo cui i 27 migranti al momento del trasbordo erano in un buono stato di salute. I magistrati nelle carte hanno anche parlato di una possibile falsa gravidanza di una ragazza a bordo per giustificare lo sbarco.


Le reazioni politiche

Sul caso Mare Jonio e sulle polemiche dei giorni scorsi successive alla pubblicazione su IlGiornale delle intercettazioni, sono state registrate anche alcune reazioni di natura politica: “La vicenda della Mare Jonio giorno dopo giorno diventa sempre più inquietante – si legge in una nota di Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d'Italia – Chiunque abbia osato criticare l'operato delle ong in questi anni, quando è stato fortunato si è sentito tacciare di disumanità”.

“Le intercettazioni acquisite dal tribunale di Ragusa – prosegue la nota – squarciano il velo del buonismo di convenienza e danno un prezzo agli immigrati fatti arrivare in Italia”.


Immagine
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » gio apr 08, 2021 8:34 pm

Iuventa, 24 gli indagati. Ecco come le Ong pilotavano i salvataggi
Chiara Giannini
31 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 35088.html

Contatti diretti con gli scafisti. Nell'inchiesta Medici senza frontiere e Save the children

Agivano deliberatamente per recuperare i migranti in mare, dopo contatti, anche via WhatsApp, con gli scafisti e quindi si facevano trovare nel punto di passaggio del barcone.

Dopodiché veniva allertato l'Imrcc di Roma, il centro di coordinamento e soccorso della Guardia costiera, che era obbligato a inviare la nave Ong, ovviamente la più vicina ai «naufraghi», come previsto dalla normativa internazionale.

Un giochetto che è stato scoperto grazie alla collaborazione tra il Nucleo speciale di intervento del comando generale delle Capitanerie di Porto con lo Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato e con la Squadra mobile di Trapani, coordinata dalla Procura della città siciliana. Un'inchiesta che ha portato a indagare 24 soggetti, che ora rischiano il rinvio a giudizio. Sono comandanti, personale di bordo, team leader e rappresentanti di Jugend Rettet, che gestiva la nave Iuventa, di Medici senza frontiere e di Save the Children, tra il 2016 e il 2017 in attività con le navi di soccorso Vos Prudence e Vos Hestia.

Gli indagati sono Roger Emilio Alonso Margui, team leader di Save The Children, Marco Amato, comandante Von Hestia, Ignazino Arena (comandante pro tempore Vos Hestia), Dariush Agha Mohamad Beigui, comandante della Iuventa nel 2017, Pietro Maurizio Catania (comandante pro tempore Vos Prudence), Andrea Cavo (Vroon Offshore) Tommaso Fabbri (capo progetto Medici senza frontiere), Marco Gianardi (Vroon Offshore), Sascha Girke, capo missione Jugend Rettet su nave Iuventa, Matthias Kennes (team leader Medici senza frontiere), Romain Lasjuilliaras, team leader di Save the children, Gillian Cristina Moyes, team leader di Save the children, Giuseppe Russo, comandante Von Hestia, Paolo Alfonso Rino Russo, comandante Von Hestia, Guido Scajola (Vroon Offshore), Kathrin Irina Stephanie Schmidt, team leader della Jugend Rettet, Giulio Torre (Vroon Offshore), Michele Trainiti (coordinatore operazioni Sar Msf) , Lutz Ulrich Martin Troeder, comandante della Iuventa nel 2016, Stephan Van Diest (team leader Msf), Cristiano Vattuone (Vroon Offshore), la Vroon Offshore services, società armatrice di Vos Hestia e Vos Prudence con sede in Olanda e uffici anche a Genova e le Ong Save the children international e Medici senza frontiere.

L'attività ha preso il via nel 2016 e ha portato a circa 200mila intercettazioni.

Il 18 giugno 2017, al termine di un'operazione di soccorso, alcuni membri dell'equipaggio della Iuventa hanno recuperato tre barconi vuoti, da cui erano stati «salvati» migranti per poi restituirli agli scafisti. Uno dei barconi è stato poi riutilizzato in un successivo trasbordo, 8 giorni dopo.

Ma c'è di più, perché dalle intercettazioni emerge anche come alcuni rappresentati di Save the children e Medici senza frontiere, impiegati sulle navi, abbiano intrattenuto rapporti, attraverso canali riservati come Whatsapp, Facebook, email, con soggetti che operavano sulle coste libiche (c'era anche un'«agenzia» di Zawia) in grado di dare loro informazioni per individuare le coordinate di passaggio del barcone e gli orari di partenza.

Dall'inchiesta appare chiaro anche come nessuno dei migranti poi recuperati fosse realmente «naufrago» o in pericolo di vita, in quanto su imbarcazioni in linea di galleggiamento e con motori ben funzionanti. Questo fa pensare a consegne concordate di esseri umani.

I contratti di noleggio venivano stipulati dalle Ong con la Vroon Offshore Services. Nelle carte si legge, ad esempio, che Troeder, Beigui, Girke e Schmidt, «in concorso con altri soggetti rimasti ignoti, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, effettuavano il trasporto di stranieri e compivano altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato italiano».




Casarini intercettato: “Senza ONG dovrei andare a lavorare”
3 aprile 2021

https://voxnews.info/2021/04/03/casarin ... -lavorare/

Gli investigatori del comando provinciale della Guardia di Finanza in una nota spiegano che Alessandro Metz, presidente e amministratore della Idra, e Beppe Caccia, che ne è vicepresidente, risultano aver eseguito bonifici a favore della società, ma in realtà le somme non sono personali, bensì provenienti da attività di fundraising «con la conseguenza che la restituzione di un prestito infruttifero altro non è che un modo per appropriarsi indebitamente di somme dalla società». Dalle intercettazioni, secondo quanto riportato da La Verità, emerge che tra gli armatori sembra esserci un patto d’acciaio. Ad esempio, l’ex no global Luca Casarini a Beppe Caccia il 22 novembre 2020 riferì che per convincere Alessandro Metz ad accettare l’incarico gli aveva detto che «se si dovesse trovare in difficoltà economiche non verrà abbandonato né da lui né da Caccia perché questo è stato il patto che loro tre inizialmente avevano concordato». Caccia gli parlò poi dei soldi delle donazioni di Facebook, dicendo che non è stato bello tenerli e domandarli in prestito. Ed è su questi movimenti che si concentrano le indagini.

Il sospetto è che le erogazioni benefiche, riqualificate come prestiti infruttiferi alla società, siano state trasformate in assicurazione personale per gli armatori. Dagli accertamenti bancari sarebbe poi emerso «come la annotazione di operazioni di “restituzione prestiti infruttiferi” sia effettivamente riconducibile ad attività di raccolta fondi posta in essere dai soggetti che reclamano la restituzione stessa». Dunque, 31mila euro risultato prestati da Alessandro Metz e 25mila da Beppe Caccia. Per gli investigatori della Guardia di Finanza e della Squadra mobile di Ragusa, Beppe Caccia, Luca Casarini e Alessandro Metz avrebbero operato in perfetta sintonia, anche per far fronte a situazioni personali di disagio economico. Quindi, quello era un lavoro a tutti gli effetti per loro. Lo si evince pure da una telefonata di Luca Casarini: «Gli ho detto: ma sei sicuro che è questa la tua prospettiva credibile per il futuro? Perché o riuscivamo a fare ’sta roba per pagare l’affitto di casa e la situazione della separazione oppure mi dovevo andare a lavorare in un bar!».

Quel che è importante per loro è agire sotto l’ombrello delle Ong. Infatti, quando arrivò il bonifico dalla petroliera danese Maersk Etienne, Beppe Caccia e Luca Casarini erano elettrizzati perché «ora stanno provvedendo a pagare tutti i debiti».



Scoperti 55 bonifici da Stati esteri all’ONG di Casarini per traghettare clandestini in Italia
4 aprile 2021

https://voxnews.info/2021/04/04/scopert ... in-italia/

Decine di bonifici da Stati stranieri ai trafficanti umanitari italiani guidati da Casarini. E riunioni con i vescovi per finanziare il traffico di clandestini verso l’Italia.

Una sfilza di 55 bonifici esteri per un totale di oltre 145mila euro, che nel 2019 sono stati raccolti dalla Ong Mediterranea saving humans. Le cifre variano da 93mila euro a pochi spiccioli, ma ci sono anche finanziamenti di due diocesi nell’agosto 2020. In piena pandemia la diocesi di Brescia versa 10mila euro a favore di “Mediterranea missione in mare” nonostante la Guardia costiera ribadisca che la loro nave, Mare Jonio, non è certificata per il soccorso. Anche l’arcidiocesi di Modena Nonantola, cinque giorni prima, versa 10mila euro.

“Le fonti di introito – si legge nelle carte – sono quote associative, donazioni permanenti, rapporto con la chiesa cattolica italiana, 5×1000, progetti e bandi specifici, raccolte di gruppi locali, merchandising, donazioni singole speciali”. Dalla nascita nel 2018 l’operazione mare Jonio è già costata 2.400.000 euro e ha 1 milione di debiti.

L’inchiesta riguarda Idra social shipping, la società armatrice di Mare Jonio acquistata a Trieste. Alessandro Metz, ex consigliere regionale dei Verdi in Friuli-venezia Giulia è il presidente, ma si lamenta chiaramente che “le decisioni sulla nave e su chi la governa e su chi la faccia partire sono prese da Beppe Caccia (vicepresidente di Idra ed ex assessore dei verdi a Venezia ndr) e Luca Casarini (ex disobbediente ufficialmente semplice dipendente ndr) e a questo punto sarebbe Idra a comandare e non Mediterranea”. E proprio Idra incassa il bonifico di 125mila euro dei danesi. Il 26 novembre Caccia rivela che prima dell’accordo con Copenaghen “erano messi male e alla riunione(…) con i Vescovi gli si doveva chiedere un intervento di emergenza sui debiti del 2020, mentre così, grazie a questo accordo commerciale, il tema sarà tutto sul nuovo”. Compreso “l’impegno di spesa per l’acquisizione della nuova nave” che dovrebbe sostituire Mare Jonio ferma in cantiere a Venezia. I soldi per andare a prendere i migranti e portarli in Italia arrivano anche da personaggi famosi, come Checco Zalone, che nella sua ultima pellicola, Tolo Tolo, “per finanziarli indirettamente ha voluto la loro collaborazione al film noleggiando la nave con tutto l’equipaggio (…) per le scene dei salvataggi”.

E che mentre a Brescia gli anziani morivano senza ossigeno la diocesi finanziasse il traffico di clandestini grida vendetta davanti a Dio: chi dona a questi personaggi è un traditore e un non cristiano.




Migranti, non solo Ong: anche giornalisti nel mirino della Procura di Trapani
2 aprile 2021

https://www.dire.it/02-04-2021/618532-m ... i-trapani/

ROMA – “Riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici”. Così la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) intervenuta con una nota sull’inchiesta pubblicata dal quotidiano Domani che ha rivelato che diversi giornalisti che si stavano occupando di questioni legate alla Libia, alle violazioni della guardia costiera libica e alle attività delle ong sarebbero stati intercettati dalla procura di Trapani nel 2016 nell’ambito di un’indagine sui reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

“Andrea Palladino, cronista di sicura affidabilità e professionalità, sulle pagine del quotidiano “Domani” – si legge nel comunicato – ha rivelato come, nell’ambito di una inchiesta sulle ong condotta dagli inquirenti di Trapani, sarebbero state intercettate le conversazioni di diversi giornalisti“.

Nella nota la Fnsi chiede chiarezza: “Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?“.

Fnsi afferma che a conclusione della nota che “fornirà alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere”.

LO RUSSO (FNSI): INTERCETTAZIONI LIBIA INQUIETANTI

di Brando Ricci

“Inquietante” e “molto grave”: sono queste le parole che Raffaele Lo Russo, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), impiega per definire le intercettazioni ai danni di giornalisti che si occupano di Libia, emersa da un’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano Domani.

I fatti raccolti risalgono al 2016, e collocati nel contesto delle indagini della Procura di Trapani su ong e favoreggiamento all’immigrazione clandestina dalla Libia. E’ nell’ambito di questa inchiesta, rivela infatti Domani, che almeno cinque giornalisti sarebbero stati intercettati e le cui conversazioni, anche quelle inerenti fatti personali, sarebbero state trascritte dagli inquirenti.

“Non vorrei che questa operazione fosse nata per individuare le fonti di questi colleghi” ipotizza Lo Russo, sentito dall’agenzia Dire. Secondo il segretario generale della Fnsi, “è gravissimo che giornalisti vengano intercettati mentre fanno il loro lavoro”.

Il dirigente della più importante organizzazione di rappresentanza dei giornalisti in Italia denuncia poi un fatto “inquietante”: “E’ stata trascritta una conversazione della reporter Nancy Porsia con la sua avvocata, Alessandra Ballerini – spiega – e si è dato conto addirittura degli spostamenti di quest’ultima in relazione a un altro importantissimo caso che segue e che non ha nulla a che vedere con l’oggetto dell’indagine: quello sulla morte di Giulio Regeni”. Ballerini è anche la legale dei familiari del ricercatore italiano morto in Egitto in circostanze ancora poco chiare nel febbraio del 2016.

Per quanto riguarda il ruolo di Fnsi, Lo Russo non ha dubbi: “Ci auguriamo che le autorità facciano luce e prendono provvedimenti. Intanto siamo al fianco dei colleghi e siamo pronti a sostenerli”. I cronisti che sarebbero stati intercettati secondo l’inchiesta di Domani, pubblicata da Andrea Palladino, sarebbero tutti giornalisti che da tempo si occupano della Libia, del traffico di essere umani e dei respingimenti, delle violazioni della Guardia Costiera di Tripoli e delle attività delle ong. Tra i nomi accertati fino ad adesso, oltre a Porsia, anche Nello Scavo, di Avvenire, Sergio Scandurra, di Radio Radicale, Francesca Mannocchi de L’Espresso, Carla De Pasquale, collaboratrice di Report, e Fausto Biloslavo, de Il Giornale.

FRATOIANNI: INTERCETTATI ILLECITAMENTE GIORNALISTI E AVVOCATI? INQUIETANTE

“Che durante le tante, troppe inchieste su quelle ong che salvano vite in mezzo al Mediterraneo, siano stati illecitamente intercettati giornalisti ed avvocati, che siano state rivelate fonti tutelate dal segreto professionale e sia state rese note informazioni personali e delicatissime, è assolutamente inquietante ed assolutamente inaccettabile. “ Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

“Ne dovranno rispondere- prosegue il leader di SI- i ministri dell’interno dell’epoca e chi lo ha permesso. Anche le ministre Cartabia e Lamorgese dovranno spiegare al Parlamento se si continua ancora con questi comportamenti. Presenteremo un’interrogazione parlamentare al governo”.

ORFINI: GRAVI LE INDAGINI SU GIORNALISTI CHE DENUNCIANO ORRORI

“Una cosa che non può e non deve accadere in un paese democratico. Curioso che capiti a chi indaga, racconta e denuncia l’orrore libico. Orrore del quale il nostro paese è corresponsabile”. Lo scrive su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico, a commento dell’inchiesta della procura di Trapani dalla quale emergono indagini e intercettazioni ai giornalisti che scrivono su Libia e migranti.




Immigrazione, inchiesta sulla nave Iuventa e le Ong Save the children e Medici senza frontiere: "Soccorsi e carte falsate, tutto per avere più finanziamenti"
Daniela Mastromattei

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... menti.html


Favoreggiamento all'immigrazione clandestina e falso. Sono queste le accuse che si abbattono sulla nave Iuventa e che vedono coinvolte le Ong Save the Children e Medici senza frontiere, che operavano invece sulla Von Hestia e sulla Vos Prudence. Le indagini, condotte dallo Sco della Polizia e dalla Squadra mobile di Trapani con il Nucleo speciale di intervento del Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, su indicazione della Procura di Trapani, hanno portato a 200mila intercettazioni. I 24 soggetti, tra comandanti delle navi del soccorso, operatori di bordo, volontari, rappresentanti della società armatrice, soccorrevano infatti in mare i clandestini dopo contatti attraverso vari canali come WhatsApp e Facebook. Contatti che mantenevano con scafisti e trafficanti.

Questi ultimi - spiega Il Giornale - a loro volta comunicavano orari di partenza e coordinate dei barconi. A quel punto, era la prassi, la ong si recava sul luogo concordato e inviava richieste di soccorso per poi portare gli immigrati in Italia. Come se non bastasse Vos Hestia e Vos Prudence non erano di certo adatte per i soccorsi. Anzi potevano portare 60 e 40 persone a bordo al massimo, ma spesso ne trasportavano molte di più.

Non solo, perché il personale di bordo, una volta raggiunto il nostro Paese, compilava verbali e documenti falsando la verità. Ma la cosa più grave è che il comportamento degli indagati ha portato al guadagno di ingenti somme di denaro anche per i trafficanti di esseri umani. "L'accordo tra scafisti e Ong - spiega l'avvocato Valter Biscotti al Giornale - è il cuore di questo procedimento con l'inevitabile conseguenza dell'imputabilità anche delle Ong come persone giuridiche. La cosa ancora più grave e che la loro attività illecita, così come configurata, è proiettata anche verso una visibilità mediatica per attrarre finanziamenti".



Querelato da Casarini e criticato dalla sinistra: oggi i fatti danno ragione al sindaco di Sesto San Giovanni
Mauro Indelicato
07/04/2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 36963.html

Roberto Di Stefano, primo cittadino di Sesto San Giovanni, aveva criticato un'iniziativa nel suo comune a favore di Mediterranea Saving Humans, evidenziando la presenza di indagini contro Luca Casarini. Per questo motivo era stato denunciato dallo stesso ex attivista no global

Per il sindaco di Sesto San Giovanni il nuovo anno era iniziato con una trasferta a Palermo, lì dove ha risposto ad alcune domande degli inquirenti per un'inchiesta a suo carico.

Roberto Di Stefano, questo il nome del primo cittadino, era stato trascinato in tribunale da Luca Casarini.

L'ex attivista no global e adesso capomissione della Mare Jonio, nave ammiraglia dell'Ong italiana Mediterranea Saving Humans, aveva querelato il sindaco del comune dell'area metropolitana di Milano. Da qui la convocazione a Palermo. A distanza di mesi, la situazione in qualche modo sembra ribaltata.

Il perché è presto detto. Dopo la convocazione nel capoluogo siciliano, era stato lo stesso Di Stefano a spiegare in un video su Facebook i motivi della querela di Casarini. I fatti risalivano all'anno precedente, quando il primo cittadino aveva contestato una raccolta fondi a favore di Mediterranea all'interno di un oratorio di Sesto San Giovanni: “Pur rispettando le idee di tutti – aveva dichiarato nel video il sindaco – avevo semplicemente fatto notare che l'oratorio non fosse il luogo più adeguato per fare politica, ricordando come lo stesso Casarini fosse stato indagato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Cosa certificata, poi, dalla realtà ”.

Ma proprio quest'ultima affermazione ha fatto scattare la denuncia. Non la prima da parte dello stesso Casarini. Analogo motivo ha portato il capomissione della Mare Jonio ad esporre querela contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: “In pratica – aveva ancora commentato Roberto Di Stefano – questo signore non vuole che si dica che c'è un legame tra alcune Ong e i clandestini. Immaginatevi quale grande offesa nei suoi confronti”.

Adesso però è Casarini ad essere indagato, proprio come aveva dichiarato a gennaio il primo cittadino di Sesto San Giovanni. L'ex attivista no global il primo marzo scorso è stato raggiunto da un'indagine portata avanti dalla procura di Ragusa.

Gli inquirenti hanno come obiettivo fare luce su un possibile accordo preventivo tra la Idra Social Shipping, società armatrice della Mare Jonio, e la Maersk Tankers, società proprietaria della Marsk Etienne. Da quest'ultima nave l'11 settembre 2020 erano stati trasbordati 27 migranti sulla Mare Jonio. Per i magistrati di Ragusa il tutto è stato figlio di un accordo preventivo, per la difesa invece si tratterebbe di un'intesa siglata dopo il trasbordo sulla base della Convenzione di Londra.

Il bonifico da 125mila Euro è stato effettivamente erogato dalla società danese a favore della Idro Social Shipping nel novembre 2020. Su questo passaggio di denaro si stanno concentrando buona parte delle indagini.

Alla luce dell'inchiesta ragusana, la querela verso il sindaco di Sesto appare ancora più ingiusta. Il riferimento del primo cittadino era verso un'altra inchiesta che ha coinvolto Casarini, poi archiviata dal tribunale di Agrigento, riguardante il caso Mare Jonio del marzo 2019. Ad ogni modo, delle indagini effettivamente ci sono state e ci sono. Poche le voci però levatesi a difesa del primo cittadino. Specialmente da sinistra, da dove all'epoca della sua denuncia politica verso Di Stefano erano pioviute feroci critiche.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » sab apr 24, 2021 8:13 am

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. L'invasione clandestina è un crimine e uno dei rischi di questo crimine è il naufragio in mare e l'annegamento. Che serva di lezione agli altri! Non sta certo a me andarli a soccorrere, a raccoglierli per aiutarli ad invadermi. No grazie tante!
La mia umanità non è così demenziale da farmi complice di chi mi fa del male.





Naufragio nel Mediterraneo, "Quelle morti colpa dei buonisti". Scontro con il Pd
Mauro Indelicato
23 aprile 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1619194217

La nuova strage nel Mediterraneo ha infiammato nelle scorse ore il dibattito politico sull'immigrazione. Il naufragio, costato la vita ad almeno 130 persone, è avvenuto in acque Sar libiche non lontano dalla città costiera di Khoms da cui il barcone era partito.

I primi cadaveri sono stati recuperati dalla nave Ocean Viking di Sos Mediterranée, ma le ricerche sono in corso per individuare altri corpi. Quasi esclusa purtroppo la possibilità di trovare sopravvissuti. La tragedia si sarebbe consumata nella notte tra il 21 e il 22 aprile, la stima delle vittime è stata fatta sulle segnalazioni pervenute ad Alarm Phone, il network telefonico che su Twitter rilancia gli allarmi delle imbarcazioni in difficoltà.


L'accusa di Salvini

Sotto il profilo politico, una delle prime reazioni è stata quella dell'ex ministro dell'Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini: “Naufragio al largo della Libia – ha scritto sui propri canali social il leader del carroccio – altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barchini e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo. Una preghiera e tanta rabbia”.

Un'accusa, quella di Salvini, diretta verso il mondo delle Ong, reo secondo l'ex titolare del Viminale di alimentare le partenze dalla Libia favorendo quindi l'impennata di numero di vittime tra i migranti. La posizione del numero uno della Lega in tal senso è sempre stata chiara: a un maggior numero di partenze corrisponde un maggior numero di morti.

I barconi salpati dalla Libia negli ultimi mesi sono stati sempre di più. Lo si può intuire da due fattori. Da un lato il numero delle persone arrivate illegalmente in Italia nel 2021: al 23 aprile, secondo il ministero dell'Interno sono state 8.604 mentre nello stesso periodo del 2020 la cifra si fermava a 3.295. Dall'altro lato, dal numero crescente di barconi partiti dal Paese nordafricano, cresciuto del 25% secondo quanto riferito, nella giornata di lunedì 19 aprile, dall'ammiraglio Fabio Agostini, comandante della missione Irini.

Una pressione migratoria quindi sempre più marcata e che ha nella rotta libica il principale riferimento. Salvini anche nei mesi scorsi ha imputato l'impennata di partenze all'operato del precedente governo Conte II, supportato dalla maggioranza giallorossa. Da qui l'affondo verso quel mondo “buonista” a cui, secondo il leader della Lega, va ascritta una parte della responsabilità dei naufragi.


L'affondo del Pd

Alle parole di Salvini ha fatto seguito un'aspra critica ad opera di diversi esponenti del Partito democratico. Soprattutto per i rappresentanti della parte più a sinistra dei dem, quella del segretario leghista altro non è stato che propaganda: “Dovremmo tutti impegnarci senza risparmio per evitare il ripetersi di stragi in mare, come l'ultima, terribile, a cui abbiamo assistito – ha dichiarato ad esempio il deputato Emanuele Fiano – Nessuno può considerarsi estraneo a queste tragedie. Molte morti sono state evitate grazie ai soccorritori contro cui si scaglia Salvini. Il leader leghista, ancora una volta senza pietà, di fronte alle tragedie pensa a salvare la propria propaganda politica, noi pensiamo a come salvare più vite umane”.

Più duro il deputato Matteo Orfini, il quale su Twitter ha descritto Salvini come “uomo senza vergogna”. La polemiche delle ultime ore è specchio in parte del braccio di ferro sull'immigrazione tra Pd e Lega, oggi entrambe all'interno della maggioranza a supporto del governo Draghi, che va avanti dagli anni in cui Salvini era ministro dell'Interno.





Un prete demente.

Migranti, padre Zanotelli: "Genocidio di cui la storia ci chiederà conto"
Il missionario: "Tutti sapevano e nessuno li ha soccorsi, li abbiamo condannati a morte"
23 aprile 2021 | 16.32

https://www.adnkronos.com/migranti-padr ... m9eoXFk6QO

Duro j’accuse di padre Alex Zanotelli davanti al l’ennesima “strage di innocenti”. Siamo “davanti a veri e propri crimini che gridano giustizia al cospetto di Dio e delle Corti di Giustizia internazionali. Siamo davanti a un genocidio di cui un giorno la Storia ci chiederà conto”, denuncia all’Adnkronos il missionario comboniano che da tempo porta avanti l’iniziativa del ‘Digiuno di giustizia’ con sit in davanti ai palazzi del potere per sensibilizzare sul dramma dei migranti e per chiedere politiche migratorie più umane. “Il governo italiano - dice - si svegli e la smetta di obbedire alle politiche migratorie di morte della Ue“.

Il sacerdote, da sempre in prima linea per gli ultimi, urla la sua indignazione: “Davanti a questa ennesima strage degli innocenti nell'ormai 'Cimitero' del Mediterraneo, dove almeno 130 migranti hanno perso la vita, sento solo il dovere di urlare la mia indignazione. E mi chiedo :quanti naufragi avvengono in mare di cui non ne abbiamo conoscenza? Tutte le autorità, libiche, italiane, maltesi ed europee erano state avvertite già martedì scorso (20 aprile) e nessuno è venuto in soccorso di questo barcone in avaria. Li abbiamo lasciati annegare, li abbiamo condannati a morte”.

Padre Zanotelli chiede un sussulto di coscienza: “Ma non ci vergogniamo di questo orrore, di questa brutalità disumana? E questo avviene dopo la visita di Draghi a Tripoli, quando si era congratulato con il governo libico per i 'salvataggi' dei migranti. Sono questi i 'salvataggi'? E la visita della ministra degli Interni Lamorgese che ha chiesto alle autorità libiche il 'rispetto dei diritti umani'. Quali? Quelli della Guardia Costiera libica che riprende i migranti in fuga per riportarli nell'inferno libico (pagati e diretti da noi) come è avvenuto due giorni fa? Quelli degli schiavisti che, con una regia premeditata, caricano all'inverosimile i barconi?“.




Il demente irresponsabile che lancia accuse insulse.

Migranti morti in mare, Papa: "Momento della vergogna"
25 aprile 2021

https://www.adnkronos.com/migranti-mort ... XvTYx2nBS2

La denuncia al Regina Coeli: "Chi può aiutare preferisce girarsi altrove"

"Interroghiamoci tutti, è il momento della vergogna". Il Papa, al Regina Coeli, dà voce al suo dolore per l’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo e utilizza parole inequivocabili per denunciare come i tanti morti in mare siano vittime dell’indifferenza.

"Vi confesso - dice Bergoglio a braccio - che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nel Mediterraneo. Centotrenta migranti morti in mare: sono persone, vite umane che per due giorni hanno implorato invano aiuto che non è arrivato".

Da qui la sferzata: "Fratelli e sorelle interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia, è il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi . Anche preghiamo per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio insieme per loro".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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