La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » gio ago 17, 2017 7:20 pm

???

Minniti smaschera l'Ue: "Volevano pagarci per tenerci i migranti"
Gian Micalessin - Gio, 17/08/2017
Il ministro: la loro proposta era di creare qui delle galere da cui nessuno potesse uscire
“Quest’articolo nella versione in edicola contiene delle frasi virgolettate che non corrispondono alle affermazioni del Ministro Marco Minniti. Questa è la versione corretta".

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 31303.html

“Io sono uno che più mi dicono che non si può fare e più mi scatta il trip…. Sulla Libia e sui migranti è andata così….”. Fuori Roma è un deserto assolato e desolato. Lassù nel palazzone dalle cento stanze appoggiato sul colle del Viminale il ministro Marco Minniti discute con generali, alti funzionari e capi delle forze di sicurezza e intanto si divide tra riunioni e visite alle sale operative del Viminale. Verso le 14, terminate la consueta Conferenza Stampa e la riunione del “Comitato Nazionale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico”, sarebbe il momento di un veloce pranzo in piedi. Ma il ministro continua a voltare le spalle a pizzette e tramezzini. La sua testa è ferma a quei fatidici 27 e 28 giugno quando nell’arco di sole 48 ore 27 navi di tutta Europa, Ong comprese, scodellano sulle coste italiane la bellezza di 12 mila migranti. Il ministro lo ricorda più volte. Quello per lui è il “D day”, il giorno in cui comprende definitivamente che l’Italia non può più sperare nell’aiuto o nella compassione dell’Unione Europea, ma deve trovare da sola la soluzione ai suoi problemi. E approfittando dell’incontro di Ferragosto spiega anche perché. Racconta ai suoi interlocutori che dopo quei 12mila sbarchi la risposta dell’Europa non prevedeva soluzioni politiche o operazioni concrete per darci una mano, ma “semplicemente più soldi per creare nuovi hotspots”. E specifica che gli “hotspots” nel linguaggio europeo non sono soltanto dei semplici centri d’identificazione, ma veri e propri centri di detenzione da cui non si esce. Insomma delle galere. Per Bruxelles l’ importante, quindi, non era fermare la marea di migranti che si stava scaricando sul nostro paese, ma semplicemente metterli in condizione di non muoversi dall’Italia. “Pensate ci proponevano – aggiunge uno dei presenti - di fare dei centri di internamento, cioè delle vere e proprie galere, persino per i minori non accompagnati”. Il ministro non lo conferma, ma il paradosso è chiaro. I soldi offerti all’Italia da Bruxelles servivano a garantire che i profughi – raccolti in mare dalle Ong e scaricati sulle coste italiane dalle navi di Triton e di Eunavfor Med, ovvero da due missioni europee - non si muovessero dall’Italia, non si avvicinassero ai confini di Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, mettendo a rischio sovranità e sensibilità dei nostri “amici” europei.

Proprio l’egoismo europeo fa capire a Minniti che l’Italia deve trattare da sola con la Libia, deve aver la forza d’intervenire, deve costruire una missione navale autonoma, lontana dalle pastoie europee che imbrigliano Frontex e Sophia. Ma i trenta denari di Bruxelles hanno anche il potere di far scattare l’orgoglio di Minniti, quella “calabresità” che il ministro ammette di portarsi dentro. Una calabresità spiegata con la barzelletta del Signore pronto a esaudire i desideri di un romano, di un sardo e di un calabrese. “Il romano sogna di diventare l’antico imperatore Augusto, il sardo chiede mille pecore e il Signore accontenta entrambi. Ma sapete che gli chiede il calabrese? - ghigna in dialetto Minniti - Dio ti prego fai morire le pecore del sardo”. “Se le pecore fossero navi – sussurra un presente - sarebbe difficile non pensare al Canale di Sicilia e alle navi delle Ong”. Quelle Ong, Msf in testa, che quando Minniti propone un codice approvato all’unanimità dal Parlamento italiano e sottoscritto dalla Commissione Unione Europea, si dicono pronte a sfidarlo, annunciando di voler continuar ad operare senza firmarlo. Salvo poi dichiararsi minacciate e intimorite non appena la Guardia Costiera di Tripoli le avverte di tenersi alla larga dalle acque territoriali libiche. Mentre fa visita alle sale operative del Viminale il ministro si guarda bene dal rivendicare qualsiasi atteggiamento vendicativo nei confronti di Msf o di altre Ong. “La mia posizione – sorride sornione - è esattamente quella espressa dal mio vice ministro Filippo Bubbico al Corriere della Sera. Quella è la linea del Viminale ed è anche la mia personale ”. Nessuno lo ammette, ma chi ricorda l’intervista, ha già capito. La calabresità si nasconde nella risposta in cui Bubbico, interprete del Minniti pensiero, sostiene di non intravvedere alcuna autentica minaccia per le Ong e definisce la Guardia Costiera libica una “forza legittima che non viola i trattati internazionali”. “Insomma ministro un'altra delusione per la sinistra” - ridacchia un funzionario alludendo alla carriera tutta Pd del vice Filippo Bubbico e alle domande di chi, in conferenza stampa, chiedeva a Minniti come viva le critiche rivoltegli dalla sinistra. “Vede - risponde felpato il ministro - la colpa è tutta della mia famiglia. Ero figlio di un militare sognavo di diventare un pilota, ma mia madre non ne voleva sapere e così, a 17 anni, entrai nel partito comunista. Immaginate con quanta gioia fosse vissuta in casa quella mia scelta. Ma almeno costrinsi mia madre a ricredersi. Forse - mi disse quando ormai avevo 24 anni - era meglio se ti facevo diventare un pilota. Quindi a sinistra devono star contenti e ringraziare mia madre….se no come Ministro dell’Interno gli toccava un ufficiale dell’aeronautica.”



Migranti, il vero obiettivo di Lothar Minniti? Sigillare il lager libico
Pierfranco Pellizzetti
2017/08/14

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/0 ... co/3792594

Qualcuno si fida di Marco Minniti, l’uomo che ha implementato in politiche attive il precetto salviniano-renziano sull’immigrazione “aiutiamoli a casa loro”?

Il Lex Luthor formato mignon, designato il 12 dicembre 2016 ministro dell’Interno nell’appena costituto governo Gentiloni e subito messosi all’opera per la riapertura e l’aumento dei Centri di identificazione ed espulsione dei migranti (Cie), seguiti dal raddoppio delle espulsioni.

Un muso duro – quello dell’ex Lothar di scuola dalemiana – che ha messo in agitazione lo stesso Matteo Renzi, in quanto concorrenziale rispetto alla propria sofferta strategia per riconquistare la suprema poltrona a Palazzo Chigi: scippare il bullismo forcaiolo delle opposizioni in materia di respingimenti, nella presunzione di intercettare con proclami tra il western e lo spara-spara i consensi dell’elettorato più manipolabile; ormai in preda agli effetti terrorizzanti della propaganda da paura delle invasioni prossime-future. Per cui, se Salvini e Grillo strepitano a uso e consumo della piccola gente che hanno convinta della mutazione dell’Italia in un immenso Bronx di stupri e aggressioni, la pasdaran renziana Patrizia Prestipino, neo-responsabile della commissione famiglia Pd, porta combustibile alla linea incendiaria del boss proclamando l’impegno della sua parte nella “difesa della razza”. Come un Giorgio Almirante 1938, quando costui divenne segretario di redazione dell’omonima testata; nell’Italia fascista delle leggi razziali, poi della collaborazione diretta all’Olocausto nazista.

La tragedia che oggi a Roma si ripropone sotto forma di farsa, mentre il Mediterraneo si trasforma in bara collettiva. Una tragedia umana (che la cialtronesca ironia macabra del direttore de il Foglio si permette di irridere “estremismo umanitario”) in cui l’orrore delle morti seriali si specchia nelle ignobili furberie di carrieristi senza scrupoli. Mentre troppi aspetti in ombra restano ancora tali: per quale motivo e a fronte di quali contropartite il governo Renzi, dopo la chiusura del programma italiano di salvataggi “Mare Nostrum” e l’avvio di quello europeo “Triton”, pretese che tutti gli sbarchi provenienti dall’altra sponda mediterranea avvenissero nei nostri porti? Non certo soltanto per il servizio assicurato al ministro Alfano, nei suoi ritorni a casa, degli elicotteri di Frontex (l’agenzia Ue per le frontiere e la guardia costiera).

Insomma, l’intera questione resta avvolta in un’immensa bolla di “non detto”, in cui dovrebbe indurre a qualche sospetto la matrice di strabordante cinismo rappresentata dalla scuola di Massimo d’Alema, nella cui stagione di primo ministro il suddetto Minniti operò da portaborse in compagnia di personaggetti tipo Claudio Velardi e Fabrizio Rondolino; quelli dal cranio rasato come Lothar, il servo di colore nei fumetti del mago Mandrake.

Con questi precedenti l’attuale ministro dell’Interno si è molto dato da fare, magari per accumulare dividendi politici a futura memoria, in un crescendo culminato nel codice di comportamento per il soccorso in mare che rende le Ong bersaglio di una campagna diffamatoria, trasformandole – da meritorie organizzazioni dedite a salvare e curare disinteressatamente – nel mostro da sbattere in prima pagina. In modo da distrarre dal vero obiettivo dell’agitarsi del Minniti in carriera: sigillare le porte del lager libico, in modo da affiancarlo a quello turco per raggiungere la soluzione finale del problema rappresentato dalle attuali migrazioni di popoli. Non disegni politici, a misura di una tragedia epocale, bensì il mix comunicazione mendace virtuale e campi di concentramento materiali. Il vero significato della promessa di “aiutarli a casa loro”: l’incatenamento.

Progetto comunque destinato a fallire, vista l’entità del fenomeno in gioco. Ma – sia chiaro – non per colpa dei maneggioni nostrani ed europei. Bensì per le malfamate organizzazioni denominate Save the children, Médecins sans frontières e magari la sempre reproba Emergency.



l'Europa voleva pagarci per tenere i migranti. E così è stato...
17 Agosto 2017
Alessandro Cipolla

https://www.money.it/Minniti-Europa-pag ... e-migranti

Neanche a Ferragosto si ferma il lavoro del ministro Marco Minniti sul tema dell’immigrazione. Mentre molti dei suoi colleghi sono in vacanza, il titolare del dicastero dell’Interno invece è più che mai indaffarato al Viminale.

Nonostante il tanto da fare da parte del ministro, chiacchierato anche come possibile nuovo premier, Il Giornale trova comunque il tempo per raccontarci di alcuni retroscena accaduti al termine della conferenza stampa che ha seguito la riunione del Comitato Nazionale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico.

Chiacchierando con Minniti e i suoi collaboratori sarebbe uscito fuori il grande scoop: secondo il ministero, nelle settimane scorse l’Europa avrebbe offerto all’Italia più soldi per aumentare il numero degli hotspot e così, di fatto, bloccare in questa sorta di centri di detenzione i migranti appena sbarcati.

Un “segreto di Pulcinella” questo in quanto, dopo il vertice di Tallin a inizio luglio, l’Italia ha di fatto recepito questo diktat decidendo di realizzare, dietro un aumento dei fondi per il nostro paese, ben sei nuovi hotspot al Sud.


Minniti e l’Europa

Se li ricorda bene il ministro Marco Minniti quei convulsi giorni tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. In quel momento infatti si verificò l’apice dell’arrivo dei migranti sulle nostre coste, argomento poi cardine di alcuni incontri a Bruxelles, del vertice di Tallin tra i ministri dell’Interno dell’UE e del G20 di Amburgo.

Lo scorso 27 e 28 giugno infatti sbarcarono in Italia circa 12.000 migranti, portando quasi al collasso il nostro sistema di accoglienza. Il ministro Minniti e il premier Gentiloni quindi intrapresero questo tour istituzionale fuori dai confini nazionali per chiedere un aiuto.

Invece che mani tese per il nostro paese arrivarono però soltanto porte in faccia. Fu in quel momento che secondo Il Giornale il ministro realizzò come non si potesse più sperare nell’aiuto dell’Europa.

Nella chiacchierata riportata dal quotidiano, sarebbe emerso come l’Unione ci avrebbe chiesto, in cambio di un aumento dei fondi, di istituire nuovi hotspot che vengono definiti come vere e propri centri di detenzione anche per minori non accompagnati.

Lo scopo dell’Europa sarebbe quello di non permettere lo spostamento dei migranti, rendendo così ancora più difficile un loro arrivo negli altri paesi dell’Unione, ormai sempre più riottosi ad accettare anche il collocamento dei profughi come stabilito da precedenti patti.

Una situazione questa che ha spinto il Viminale a rimboccarsi le proverbiali maniche, iniziando da sola a trattare con il governo libico per cercare di fermare le partenze di questi viaggi della speranza.

Tutto vero questo, se non fosse per l’aver tralasciato che l’Italia le direttive dell’Europa le ha ricepite in pieno, incassando anche il pattuito. Anche se ancora non attivi, sono in programma nel nostro paese sei nuovi hotspot, che si andranno a sommare ai quattro già esistenti.


Gli hotspot in Italia

Secondo quanto riportato da Il Giornale, al Viminale sarebbero rimasti basiti all’idea di istituire nuovi hotspot nel nostro paese. Nell’articolo infatti si legge questo virgolettato riferito a uno dei presenti alla chiacchierata.

Pensate ci proponevano di fare dei centri di internamento, cioè delle vere e proprie galere, persino per i minori non accompagnati.

I fatti però ci raccontano che, al termine degli incontri europei, l’Italia abbia dato il via libera alla realizzazione di sei nuovi hotspot (Cagliari, Crotone, Reggio Calabria, Palermo, Siracusa e Corigliano Calabro), che si vanno ad aggiungere ai quattro già esistenti (Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto).

Non si capisce quindi la natura di questi nuovi centri che dovranno nascere. Saranno veramente delle galere per tenere lontano i migranti dagli altri paesi dell’Europa? Questo è un interrogativo di cui sarebbe interessante conoscere la risposta.

Aspettando chiarimenti, rimane il fatto che l’unica preoccupazione di Bruxelles sembrerebbe essere quella di tenere i migranti relegati nel Mediterraneo alla faccia del principio di solidarietà, uno dei pilastri su cui si è fondata un’Unione Europea che ormai sta perdendo sempre più di senso.
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Messaggioda Berto » ven ago 18, 2017 2:41 am

Oggi, 17 Agosto, Defend Europe ha terminato la sua missione. È stato un successo, indubitabile e totale.

https://www.facebook.com/DefendEuropeID ... bA&fref=nf

Un successo politico, un successo ,mediatico, un successo di attivismo.
Soprattutto un successo di attivismo, questa missione è stata possibile grazie alla mobilitazione di migliaia di europei che ci hanno supportati finanziariamente, che ci hanno seguiti e diffuso il messaggio nei social network di diversi paesi. Noi li ringraziamo tutti di cuore.

Èstato, inoltre, un successo mediatico, Defend Europe ha ottenuto un’enorme copertura mediatica, specialmente in Italia. Nonostante quasi tutti ci fossero ostili e molti mentissero, questi articoli e servizi televisivi hanno portato la nostra campagna nei cuori di milioni di europei.
È questa campagna mediatica ad aver garantito il nostro successo politico.
Si’, Defend Europe é stato un successo politico.
Solamente due mesi fa, molteplici ONG navigavano di fronte alle coste libiche come fossero taxi in attesa di clienti.
Oggi, 17 Agosto, ne é rimasta solo una. Insensata e ridicola, poichè non ci sono più clienti da far viaggiare.
Tutta Europa ora sa come le cosiddette ONG fossero complici degli scafisti e della mafia, oltre che utilissimi idioti.
Cosa é successo nell’ultimo mese ?
La voce dei cittadini italiani, che protestano contro l’invasione degli immigrati illegali, é stata ascoltata.
Una voce che noi abbiamo contribuito ad aiutare ed a prendere forza per più di un mese.
Il governo italiano di centrosinistra é stato forzato ad agire, poiché se non lo avesse fatto sarebbe caduto.
Defend Europe ha dimostrato di saper essere al posto giusto nel momento giusto, capace di influenzare concretamente i governi e di ottenere risultati concreti.
Figure politiche molto note come Nigel Farage e Frauke Petry, cosi come la guardia costiera libica, hanno riconosciuto l’utilità della nostra azione.
Ora che la missione é terminata, Defend Europe va avanti, nuove iniziative stanno per arrivare.
Una conferenza stampa avrà luogo alla sede identitaria La Traboule, 5 Montée du Change, Lione, Francia, sabato 19 Agosto alle 18.00 con l’equipaggio della C Star.
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Messaggioda Berto » ven ago 18, 2017 7:51 am

Ho chiesto ai miei amici africani (sono quattro) cosa ne pensano della questione migranti.
Fabio Brinchi Giusti
17/08/2017

https://www.facebook.com/fabiobrinchigi ... gA&fref=nf

Non sono nati qui e non sono arrivati con i barconi. Sono studenti giunti in Italia attraverso accordi fra Stati.
Mi hanno risposto che appoggiano in pieno il ministro Minniti e che, anzi, si stupiscono scandalizzati che l'Italia non abbia agito prima.
Dicono che la tratta del Mediterraneo è la nuova tratta degli schiavi con l'aggravante che prima gli africani venivano portati in America con la forza mentre oggi sono loro che sborsano migliaia di euro, fanno debiti o vendono tutto, per un viaggio disperato nel deserto, sfruttati fino all'osso, torturati, picchiati, abusati, talvolta venduti ai trafficanti d'organi e uccisi. Un viaggio che iniziano perché si lasciano illudere dalla propaganda massiccia che proprio i trafficanti fanno a casa loro. Ma partono perché sanno che prima o poi arriveranno. Se invece l'Europa chiudesse ogni via d'accesso, partirebbero molti di meno e il traffico di esseri umani riceverebbe un duro colpo. Il traffico di esseri umani, spiegano, sta massacrando l'Africa peggio del colonialismo.
Sophie è molto irritata con lo scrittore Roberto Saviano. Dice che è un ipocrita perché parla delle ONG e di Minniti ma non dice mai una parola contro la mafia degli scafisti.
Questi sbarchi, dicono, hanno rovinato gli africani che sono arrivati in Europa attraverso le vie legali, i visti e tutto il resto. Alla mia obiezione che forse in certi Stati non hanno alternative, mi dicono che noi europei abbiamo il vizio di trattare sempre gli africani come poveri disgraziati. Altro vizio che abbiamo, spiegano, e che non sappiamo distinguere da nazione a nazione. I nigeriani sono una cosa, i ghanesi un'altra, i kenyoti un'altra ancora, gli etiopi un'altra cosa ancora. Gli etiopi, dicono, si sentono più caucasici che neri mentre i nigeriani sono strani perché parlano da soli e usano le chiavi come stuzzicadenti.
Paul conclude dicendo che una volta ha detto questa cosa dei nigeriani ad un liberal e si divertito molto nel vedere il liberal che strabuzzava gli occhi e cercava di spiegargli a lui, africano, come sono gli africani.
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Messaggioda Berto » sab ago 19, 2017 8:58 pm

Immigrazione, Onu contro la linea-Minniti e l'Europa: "Aumenterà il numero dei morti, violati i diritti umani"
18 Agosto 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... morti.html

Parola alle cifre. A luglio, rispetto al 2016, gli sbarchi di migranti provenienti dalla Libia si sono dimezzati (11.459 sbarcati contro 23.552). Ad agosto, il calo è stato ancor più concreto. Parole con cui viene inquadrato il "pugno di ferro" usato dal ministro Marco Minniti, le cui ricette contro l'immigrazione stanno mietendo buoni risultati. Un pugno di ferro che, per inciso, è stato fatto proprio dalla Commissione europea e dalle Ue a 28 membri.

Ma contro le nuove politiche della Ue, e dunque contro Minniti, ora scende in campo l'Onu. Lo fa con due esperti, i relatori Felipe Gonzalez Morales e lo svizzero Nils Melzer, rispettivamente cileno e svizzero. "Il nuovo piano d'azione europeo e il codice di condotta dell'Italia per le Ong - affermano - rischiano di portare a un aumento di morti nella traversata e violano i diritti dei migranti". I due, insomma, criticano Europa e governo italiano perché starebbero tentando di "intrappolare immigrati e rifugiati in Libia".

Dunque, pur senza citarlo, l'attacco diretto a Minniti. I due infatti, citano le parole del ministro sulla "frontiera europea che oggi è ormai spostata in Libia". Una frase citata rovesciandone il senso. "La Libia - continuano - semplicemente non può essere vista come un luogo sicuro per sbarcare richiedenti asilo, anche se la politica dell'Ue nega questo". Infine, dito puntato ancora contro il nostro Paese: "Attenzione che la presenza di una missione navale in acque libiche potrebbe essere considerata una violazione da parte dell' Italia del principio di non-respingimento e delle obbligazioni conseguenti".


Alberto Pento
Ma perché il cileno Felipe Gonzalez Morales e lo svizzero Nils Melzer non li portano ai loro paesi?



Migranti, sbarchi in calo del 10% da inizio anno. Ad agosto flessione record dell’85% e NESSUN MORTO
Andrea Gagliardi
2017-08-29

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AEACITJC

Diminuiscono i flussi di migranti dalla Libia. E calano anche le vittime in mare. Gli ultimi dati del Viminale aggiornati al 30 agosto accentuano il forte calo già registrato a luglio. Gli sbarchi registrati ad agosto sono stati 3.235 (il dato mensile più basso dell’anno) rispetto allo stesso mese del 2016, con un calo dell’84,8%. Mentre a luglio la flessione era stata del 51,3%. Complessivamente dall’inizio dell’anno gli arrivi sulle coste italiane sono stati 98. 448, in diminuzione del 10.1% rispetto al periodo 1°gennaio-30 agosto dell’anno scorso. Anche se va registrato che oggi oltre 600 persone sono sbarcate in Sicilia: 158 sono arrivate nel porto di Augusta stamani e altre 455 a Catania.

Oim: nessuna vittima negli ultimi venti giorni nel Meditteraneo
Comtempraneamente l’Organizzazione mondiale per le migrazioni ha rilevato che a partire dal 9 agosto non si sono registrati morti nel Mar Mediterraneo. Per cui il totale delle vittime è rimasto fermo a quota 2.410 nel 2017, la maggior parte delle quali (2.244) relative ai migranti che hanno affrontato la traversata dalla Libia diretti in Italia. Gli altri hanno perso la vita nel corso delle traversate alla volta di Grecia, Cipro e Spagna.
Migranti, si inverte il trend: a luglio sbarchi dimezzati

Le ragioni del calo degli sbarchi
Tornando al calo senza precedenti degli sbarchi, è ascrivibile, secondo il Viminale, al confronto avviato con la Libia, sia con il governo presidenziale di Fayez Al-Serraj sia con i sindaci del Fezzan (il Sud del Paese), ricevuti il 26 agosto dal ministro Marco Minniti al ministero dell’Interno. Negli ultimi due giorni, la Marina militare libica ha intercettato e riportato a terra circa 700 migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo. Il portavoce della Marina Ayoub Qassem ha riferito che ieri sono state fermate due imbarcazioni con 290 persone a bordo. Una terza imbarcazione che trasportava 164 migranti è stata fermata al largo di Sabrata. Due giorni fa - con l'aiuto dell'Italia, ha aggiunto il portavoce - sono state intercettate due imbarcazioni con rispettivamente 88 e 134 persone.

Farnesina: Italia non tratta con i trafficanti
Un decisa smentita («non c'è nessun accordo tra i trafficanti e il governo italiano») è arrivata invece da fonti della Farnesina riguardo ad un'inchiesta dell'Associated Press che scrive di un accordo, «sostenuto dall'Italia», tra il governo di Tripoli e «alcune milizie precedentemente implicate nella tratta» di migranti «per impedire adesso agli stessi migranti di attraversare il Mediterraneo».
Sbarchi dimezzati, cambiano le «regole» della tratta

Meno vittime a luglio e agosto
Sta di fatto che grazie al calo delle partenze, sono diminuite anche le vittime in mare. I migranti morti nel Mediterraneo registrati dall’Oim nel mese di luglio sono stati 230 nel 2014, 226 nel 2016 e 130 nel 2017. Ad agosto si è passati rispettivamente da 689 a 62 fino a 21. Tre le “ricette” avanzate dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) per affrontare il problema libico: chiudere i centri per migranti, dove le condizioni sono “inaccettabili” e sostituirli con centri aperti; e al contempo rafforzare i programmi di ritorno volontario umanitario dalla Libia ai Paesi di origine e lavorare alla stabilizzazione del Paese nordafricano.

L’orrore dei campi di detenzione libici
C’è però un altro lato della medaglia. L’orrore dei campi di libici, che il viceministro agli Esteri Mario Giro ha paragonato all'inferno, dove vengono portati gli «irregolari». Tra Tripoli, il Nord-Ovest del Paese e Sebha ne esistono 34 (noti) con una capienza totale di 8 mila persone e sono ufficialmente sotto il controllo dell'autorità per la lotta all’immigrazione clandestina (Directorate for combating illegal migration). L’Alto commissario Onu per i Rifugiati Filippo Grandi, all’indomani della sua visita ad alcuni centri di detenzione libici ha dichiarato: «Sono rimasto scioccato dalle condizioni in cui sono detenuti migranti e rifugiati», spiegando di aver visto persone dormire le une sulle altre.
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Messaggioda Berto » mar ago 22, 2017 8:03 pm

Patrioti maltensi rompono embargo del Governo e aiutano C-Star
22 agosto 2017

http://secolo-trentino.com/attualita/pa ... ano-c-star

Oggi gli abitanti di Malta hanno rotto l’embargo del loro governo e hanno rifornito l’equipaggio della C-Star di acqua e viveri. “Vogliamo ringraziare i Patrioti di Malta, in particolare Moviment Patrijotti Maltin e Defend MALTA, che hanno raccolto per noi questi beni di prima necessità e che si sono assunti il rischio di venire in nostro soccorso”.
“Questo atto coraggioso ci dimostra che la solidarietà patriottica, ed il coraggio, vincono sempre sul potere del denaro e delle menzogne mediatiche. Ci sono state proteste internazionali contro l’atto illegale ed inumano del governo maltese che non ha solo negato il rimpatrio, ma ha anche voluto tagliare i rifornimenti ad un equipaggio di 16 persone”.
“Invitiamo tutti i patrioti Maltesi a rendere noto il loro disappunto verso questa manovra politica e seguire l’esempio dei nostri soccorritori. Siamo fermi all’ancoraggio del banco di Hurd, a qualche miglia ad est della Valletta. Che vogliate portarci viveri o semplicemente salutarci, saremo felici di ricevere visite! Sostenete l’equipaggio di Defend Europe!”, sostengono in una nota.
Così, dopo le notizie di qualche giorno fa, che vedevano la nave dell’organizzazione di estrema destra “Generazione Identitaria” (franco-tedesca-italiana) C-Star, respinta prima da Tunisia e poi da Malta, ora quest’ultima registra un’ondata di solidarietà da parte del popolo maltese che, opponendosi al governo, ha aiutato l’equipaggio.



Perché Malta non soccorre e non accoglie?
viewtopic.php?f=194&t=2656

Perché Malta non soccorre e non accoglie profughi veri o finti, clandestini e mussulmani?
Perché a Malta, paese civile e umano, innanzi tutto valgono i diritti dei maltesi e perciò si difende la loro vita e la loro terra da qualsivoglia pericolo, danno o male.
Tale dovere umano, civile, morale, giuridico e politico è il primo dei doveri-diritti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: difendere e salvaguardare la propria gente e la propria terra.
Salvare e accogliere gli altri per mettere in pericolo e danneggiare la propria gente è demenziale e criminale e contrario ai Valori ai Doveri e ai Diritti Umani Universali e Naturali.

Alberto Pento
Che schifo questi maltesi che giustamente non soccorrono e non accolgono ma che al contempo si scagliano contro Defende Europa e rifiutano l'attracco e il rifornimento. Fanno propri schifo. Grazie a questi giovani maltesi che hanno aiutato la nave dei patrioti europei.
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Messaggioda Berto » ven ago 25, 2017 8:30 am

Generazione identitaria, vince la nave di destra anti-immigrati: "Come abbiamo fermato l'invasione"
24 Agosto 2017
di Noemi Azzurra Barbuto

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... e-ong.html

Quella striscia di mar Mediterraneo che si trova tra le acque territoriali libiche e quelle internazionali era fino a qualche giorno fa più affollata di imbarcazioni di quanto non lo sia il porto di Saint-Tropez in pieno agosto. Le navi delle ong stavano lì parate, pronte a caricare dai gommoni straripanti gli immigrati che dai loro Paesi d’origine avevano raggiunto le spiagge ed i porti libici per arrivare in Europa, aggirando qualsiasi controllo, qualsiasi regola, ogni legge, e godendo, una volta sbarcati, dei benefici previsti dalle nostre politiche di accoglienza, le stesse che hanno dato vita a questa catena di montaggio disumana: dopo qualche piatto di pasta asciutta con la scatoletta di tonno, alleggerita la coscienza collettiva, i clandestini vengono gettati in strada, lasciati allo sbaraglio, per fare posto agli ultimi giunti.

Ma oggi non è più così. Almeno per ora. Il numero di navi delle ong è diminuito in modo evidente. E, di pari passo, anche il numero di immigrati che tentano la fortuna salendo sui gommoni trainati dagli scafisti con la certezza che i soccorritori li attendano a poche miglia di distanza dalla terraferma. È un’equazione matematica: la scorsa estate più ong hanno prodotto più immigrati; questo agosto è il contrario.

«Il merito è anche nostro. Il nostro obiettivo fondamentale era quello di catalizzare l’attenzione collettiva sull’immigrazione clandestina e sull’operato delle ong che, da un lato, rifiutavano in modo categorico di collaborare con il governo italiano e, dall’altro, agevolavano i trafficanti di esseri umani, i quali abbandonavano i gommoni alla deriva ancora in acque territoriali libiche, eludendo il rischio di essere arrestati una volta varcato il confine delle acque internazionali», dice Gianmarco Concas, ex ufficiale di marina e responsabile tecnico a bordo della nave C-Star, noleggiata dal movimento Generazione Identitaria per documentare ciò che avviene in quell’area del Mediteranno che fino a pochi giorni fa era zona franca.

Concas ritiene che la presenza della C-Star, che permane ancora in mare, abbia costituito deterrente per gli scafisti e le ong. «L’ondata di adesione e di partecipazione alla nostra iniziativa è stata tale che le istituzioni si sono accodate. C’era già un’insostenibilità latente, noi siamo stati la scintilla che ha innescato questo cambiamento», sottolinea il responsabile. Noi non possiamo sostenere con assoluta certezza che sia stata la presenza della C-Star a determinare questo cambio di rotta da parte di tutti gli attori presenti in quell’area, tuttavia è innegabile che Generazione Identitaria abbia espresso un diffuso sentire, che non poteva più essere ignorato, da parte di quei cittadini europei che chiedono maggiore chiarezza ed un maggiore controllo sull’operato delle organizzazioni non governative che da anni scaricano sulle nostre coste centinaia di migliaia di clandestini. Peccato però che coloro che chiedano questa sacrosanta trasparenza vengano additati come razzisti, fascisti, estremisti di destra, populisti, mostri. I giovani di Generazione Identitaria hanno «incontrato una resistenza massima anche a livello istituzionale: ci hanno bloccato i conti correnti, ci hanno impedito di fare i rifornimenti e di entrare nei porti dell’area Schengen. Ci consideravano criminali di pirateria. Oggi le istituzioni, invece, ci prendono in considerazione e abbiamo l’appoggio di migliaia di persone», racconta Concas.

«Essendo il nostro fine quello di documentare l’operato delle ong, abbiamo prodotto delle cartine dalle quali risulta che esse, invece di mantenersi al di fuori del confine delle acque territoriali libiche, ossia a 12 miglia nautiche dalla costa, si avvicinano fino a 2,88 miglia, ossia arrivando quasi sulla spiaggia. Un giornalista di Famiglia Cristiana, Andrea Palladino, ha sostenuto che tale documentazione sia falsa, truccata. Ma la veridicità di tali cartine può essere verificata ricorrendo al Long Range Identification and Tracking (LRIT), un database, obbligatorio dal 2008, le cui informazioni sono condivise tra il ponte della nave e la nazione della bandiera. Un emendamento prevede che il governo del porto di destinazione di una nave sospetta possa accedere al LRIT. Dunque, lo Stato italiano potrebbe richiedere lo storico di navigazione di ogni nave che giunga nei suoi porti. A chi sostiene che noi diffondiamo falsità chiediamo di dimostrarlo», spiega Concas, accusato dalla stampa anche «di essere ammanicato con i servizi di intelligence privata. Io ho fatto dei corsi con varie agenzie di sicurezza ed investigazione privata per lavorare e mantenere la mia famiglia, ma questo non fa di me un sovversivo. Dalla mia iscrizione al gruppo facebook “Imi security service” si è desunto che io collabori con i contractor e con Imi con cui non ho alcun contatto», prosegue il responsabile. Del resto, anche a noi appare assurdo che dall’iscrizione ad un qualsiasi gruppo su un social network si possa anche solo ipotizzare che un soggetto svolga attività di qualsivoglia natura. Peraltro, i contractor non sono criminali né mercenari, così come sono stati dipinti, e molti di loro sono impegnati anche in attività di peace-keeping.

«Io sono stato un ufficiale di marina al servizio dello Stato italiano. In missione il mio compito era quello di controllare ed individuare le navi potenzialmente colpevoli di sversamento inquinante in mare, quindi raccoglievo campionature che inviavo ai laboratori di analisi dei porti di destinazione. Ho messo a disposizione la mia competenza nell’uso di questa strumentazione nell’ambito della missione Defend Europe, il cui scopo non è quello di “annullare tutti i visti ottenuti per ricongiungimento familiare. Programmi da destra dura e pura”, così come ha scritto Palladino il 17 luglio scorso su Famiglia Cristiana, ma solo quello di ripristinare la legalità nel nostro mare. Del resto, chi ottiene il visto per ricongiungersi alla sua famiglia perché dovrebbe arrivare in Italia sul barcone e pagando i trafficanti di uomini?», conclude Concas.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » gio ago 31, 2017 10:12 pm

Migranti, sbarchi in calo del 10% da inizio anno. Ad agosto flessione record dell’85%
Andrea Gagliardi
2017-08-29

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AEACITJC

Diminuiscono i flussi di migranti dalla Libia. E calano anche le vittime in mare. Gli ultimi dati del Viminale aggiornati al 30 agosto accentuano il forte calo già registrato a luglio. Gli sbarchi registrati ad agosto sono stati 3.235 (il dato mensile più basso dell’anno) rispetto allo stesso mese del 2016, con un calo dell’84,8%. Mentre a luglio la flessione era stata del 51,3%. Complessivamente dall’inizio dell’anno gli arrivi sulle coste italiane sono stati 98. 448, in diminuzione del 10.1% rispetto al periodo 1°gennaio-30 agosto dell’anno scorso. Anche se va registrato che oggi oltre 600 persone sono sbarcate in Sicilia: 158 sono arrivate nel porto di Augusta stamani e altre 455 a Catania.

Oim: nessuna vittima negli ultimi venti giorni nel Meditteraneo
Comtempraneamente l’Organizzazione mondiale per le migrazioni ha rilevato che a partire dal 9 agosto non si sono registrati morti nel Mar Mediterraneo. Per cui il totale delle vittime è rimasto fermo a quota 2.410 nel 2017, la maggior parte delle quali (2.244) relative ai migranti che hanno affrontato la traversata dalla Libia diretti in Italia. Gli altri hanno perso la vita nel corso delle traversate alla volta di Grecia, Cipro e Spagna.
Migranti, si inverte il trend: a luglio sbarchi dimezzati

Le ragioni del calo degli sbarchi
Tornando al calo senza precedenti degli sbarchi, è ascrivibile, secondo il Viminale, al confronto avviato con la Libia, sia con il governo presidenziale di Fayez Al-Serraj sia con i sindaci del Fezzan (il Sud del Paese), ricevuti il 26 agosto dal ministro Marco Minniti al ministero dell’Interno. Negli ultimi due giorni, la Marina militare libica ha intercettato e riportato a terra circa 700 migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo. Il portavoce della Marina Ayoub Qassem ha riferito che ieri sono state fermate due imbarcazioni con 290 persone a bordo. Una terza imbarcazione che trasportava 164 migranti è stata fermata al largo di Sabrata. Due giorni fa - con l'aiuto dell'Italia, ha aggiunto il portavoce - sono state intercettate due imbarcazioni con rispettivamente 88 e 134 persone.

Farnesina: Italia non tratta con i trafficanti
Un decisa smentita («non c'è nessun accordo tra i trafficanti e il governo italiano») è arrivata invece da fonti della Farnesina riguardo ad un'inchiesta dell'Associated Press che scrive di un accordo, «sostenuto dall'Italia», tra il governo di Tripoli e «alcune milizie precedentemente implicate nella tratta» di migranti «per impedire adesso agli stessi migranti di attraversare il Mediterraneo».
Sbarchi dimezzati, cambiano le «regole» della tratta

Meno vittime a luglio e agosto
Sta di fatto che grazie al calo delle partenze, sono diminuite anche le vittime in mare. I migranti morti nel Mediterraneo registrati dall’Oim nel mese di luglio sono stati 230 nel 2014, 226 nel 2016 e 130 nel 2017. Ad agosto si è passati rispettivamente da 689 a 62 fino a 21. Tre le “ricette” avanzate dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) per affrontare il problema libico: chiudere i centri per migranti, dove le condizioni sono “inaccettabili” e sostituirli con centri aperti; e al contempo rafforzare i programmi di ritorno volontario umanitario dalla Libia ai Paesi di origine e lavorare alla stabilizzazione del Paese nordafricano.

L’orrore dei campi di detenzione libici
C’è però un altro lato della medaglia. L’orrore dei campi di libici, che il viceministro agli Esteri Mario Giro ha paragonato all'inferno, dove vengono portati gli «irregolari». Tra Tripoli, il Nord-Ovest del Paese e Sebha ne esistono 34 (noti) con una capienza totale di 8 mila persone e sono ufficialmente sotto il controllo dell'autorità per la lotta all’immigrazione clandestina (Directorate for combating illegal migration). L’Alto commissario Onu per i Rifugiati Filippo Grandi, all’indomani della sua visita ad alcuni centri di detenzione libici ha dichiarato: «Sono rimasto scioccato dalle condizioni in cui sono detenuti migranti e rifugiati», spiegando di aver visto persone dormire le une sulle altre.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » dom set 03, 2017 9:00 pm

Finalmente, pochi sbarchi e nessun morto in mare.


L'Italia ha fatto un accordo con i trafficanti di migranti?
2017/08/30

http://www.ilpost.it/2017/08/30/libia-m ... granti/amp

Lo sostiene un'inchiesta molto dettagliata di Associated Press, smentita dal governo ma confermata da una delle milizie coinvolte

Un’inchiesta pubblicata ieri da Associated Press ipotizza che per fermare il flusso di migranti dal Nord Africa il governo italiano abbia stretto degli accordi con due potenti milizie libiche che solo qualche tempo fa erano direttamente coinvolte nello stesso traffico. Il governo italiano ha smentito di avere un accordo di questo tipo e rispondendo ad AP ha detto che «non negozia con i trafficanti». L’inchiesta sembra comunque molto solida e cita molte e varie fonti, fra cui il portavoce di una delle due milizie coinvolte che ha confermato l’accordo con le autorità italiane.

L’approccio del governo italiano in Libia – un paese che da circa cinque anni non ha un governo funzionante, e che è diventato la tappa finale di decine di migliaia di migranti diretti in Europa – è stato molto lodato dagli altri paesi europei, e dal punto di vista dei numeri sta portando dei risultati. Nell’agosto 2017 sono sbarcati sulle coste italiane solo 3.507 migranti, contro i 21.294 dell’agosto 2016. In molti però hanno criticato il governo italiano per aver stretto accordi con partner poco affidabili come il governo di Fayez al Sarraj, che controlla quasi solo il territorio della città di Tripoli, e la sua Guardia costiera, un’accozzaglia di bande armate che è difficile descrivere come un unico corpo di polizia. L’inchiesta di Associated Press porta le accuse al governo italiano a un altro livello: lo accusa di aver saltato l’intermediazione di Sarraj e aver stretto accordi direttamente con gli stessi personaggi che fino a poco tempo fa erano in combutta con i trafficanti.

In Libia le milizie armate hanno riempito il vuoto di potere che si è creato dalla caduta del regime di Gheddafi: secondo Nancy Porsia, giornalista esperta di Libia, oggi fanno parte di un sistema che «permea tutta la struttura della società» libica. Fra le altre cose le milizie controllano anche i centri di detenzione per migranti (dove i diritti umani vengono sistematicamente violati).

Le due milizie di cui parla Associated Press si chiamano “Martire Abu Anas al Dabbashi” e “Brigata 48” ed entrambe hanno la sede a Sabratha, una piccola città non distante da Tripoli che negli ultimi mesi è diventata il principale punto di partenza dei barconi e gommoni dei migranti. La prima milizia è sicuramente nota ai funzionari italiani: dal 2015 si occupa della sicurezza dell’impianto di Eni per l’estrazione di petrolio nel vicino paese di Mellita. La seconda è stata oggetto di un’inchiesta di Reuters pubblicata il 21 agosto, che descriveva l’efficacia della campagna anti-trafficanti in corso a Sabratha. I capi delle milizie sono due fratelli che provengono dal clan che controlla la città, quello dei Dabbashi.

Cinque fonti fra funzionari di sicurezza e attivisti hanno confermato ad Associated Press che entrambe le milizie erano coinvolte nel traffico di migranti: una di loro ha definito i fratelli Dabbashi i “re del traffico di migranti” a Sabratha. «I trafficanti di ieri sono le forze anti-trafficanti di oggi», ha raccontato una fonte di sicurezza libica sentita da Associated Press. Non sarebbe l’unico caso di autorità libiche coinvolte in questi traffici: secondo un recente rapporto dell’ONU (PDF) il capo della Guardia costiera di Zawiyah, una città vicino a Sabratha, è contemporaneamente a capo di una milizia in combutta coi trafficanti. In questa storia c’è anche un dettaglio piuttosto inquietante: secondo il giornalista del Foglio Daniele Raineri, la stesso clan Dabbashi aveva espresso anche il capo locale dello Stato Islamico, Abdullah “Abu Maria” Dabbashi, poi ucciso ad aprile.

Abdel Salam Helal Mohammed, un dirigente del ministro degli Interni del governo di Tripoli che si occupa di immigrazione, ha raccontato che l’accordo è stato raggiunto durante un incontro fra italiani e membri della milizia Al Ammu, che si sono impegnati a fermare il traffico di migranti (cioè loro stessi o dei loro alleati, in sostanza). Dell’incontro aveva parlato anche la giornalista Francesca Mannocchi in un articolo pubblicato da Middle East Eye il 25 agosto, senza però trovare conferme ufficiali. Anche il portavoce di Al Ammu, Bashir Ibrahim, ha confermato ad Associated Press che circa un mese fa entrambe le milizie hanno stretto un accordo “verbale” col governo italiano e quello di Sarraj per fermare i trafficanti. Sempre secondo Bashir, l’accordo prevede che in cambio del loro aiuto le milizie ottengano soldi, barche e quello che Associated Press definisce “equipaggiamento” (non è chiaro se si tratti o meno di armi).

L’accordo è stato confermato anche da due attivisti locali che si occupano dei diritti umani dei migranti, che hanno aggiunto che le stesse milizie hanno preso il controllo della prigione della città per ospitare i migranti bloccati e che stavano preparando una pista d’atterraggio nei pressi dell’ospedale per ricevere aiuti umanitari dall’Italia. Sulla sua pagina Facebook, Daniele Raineri ha pubblicato una foto dell’ambasciatore italiano in Libia Giuseppe Perrone vicino a “un aereo carico di aiuti medici italiani” atterrato il 16 agosto in città. Una settimana dopo, il ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere di aver consegnato 5.000 “kit igienico-sanitari e di primo soccorso per migranti” alla città di Zuwara, mentre non viene citata alcuna consegna avvenuta a Sabratha.

«Quello che gli italiani stanno facendo a Sabratha è davvero sbagliato», ha raccontato ad Associated Press uno degli attivisti contattati, Gamal al Gharabili: «state accrescendo il potere delle milizie».


I dementi comunisti

Anpi, Smuraglia torna sul palco della Festa dell'Unità. E critica Minniti: "Mandiamo persone in campi di concentramento"
Simone Bauducco
3 settembre 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... to/3833609

“Ho non pochi problemi sulla questione dei respingimenti dei migranti. Se respingiamo a monte le persone che però vanno a finire in campi di concentramento senza controllo nostro né dell’Onu, ho dei dubbi che sia una cosa giusta e fondata”. A un anno di distanza dalle polemiche sulla presenza dell’Anpi alla Festa Democratica e dopo la frattura con il Pd dovuta alla campagna per il No al referendum costituzionale, il Presidente associazione nazionale dei partigiani Carlo Smuraglia torna sul palco della Festa dell’Unità di Torino. Ma non risparmia critiche. Parlando della gestione della questione migranti l’ex senatore infatti si dice dubbioso sulle politiche attuate dal governo italiano: “Il Ministro degli Interni sta facendo il possibile sul tema immigrazione, ma qualche volta bisogna che si renda conto che l’umanità non ha confini e bisogna pretendere condizioni umane ovunque”.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar set 05, 2017 6:44 am

Migranti, nessun corridoio umanitario previsto da piano Ue. Unhcr: "Chiesti solo 40mila posti in più"
di Gianni Rosini | 4 settembre 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... iu/3832425

Saranno ammessi solo i nuclei familiari più vulnerabili che potranno così iniziare una nuova vita in Europa. Barbara Molinario (Unhcr): "Se si guardano i numeri si capisce che il problema non verrà risolto. La nostra intenzione è quella di creare per il maggior numero di persone possibile un canale alternativo a quello illegale"

Un programma di reinsediamento in Europa dei rifugiati considerati maggiormente vulnerabili, ma con dei paletti. È questa, anticipa a Ilfattoquotidiano.it l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), la proposta in discussione dopo il vertice di Parigi sulle migrazioni al quale hanno preso parte i primi ministri o capi di Stato di Italia, Germania, Spagna, Francia, Libia, Niger e Ciad. Nessun corridoio umanitario, quindi, per coloro che hanno diritto alla protezione internazionale dopo la valutazione nei paesi di transito, bensì una quota ancora da stabilire di persone o nuclei familiari più vulnerabili che potranno così iniziare una nuova vita in Europa, accedendovi con mezzi legali.

Unhcr: “Chiesti 40mila posti in più, ma i bisognosi sono 380mila”
A elencare i numeri del piano, anche se ancora provvisori, è l’Unhcr: “La nostra agenzia – spiega Barbara Molinario a Ilfattoquotidiano.it – svolgerà le operazioni di selezione e reinsediamento per le aree del Nord Africa, Africa occidentale, orientale e Corno d’Africa. Secondo le stime, sono 380mila le persone provenienti da questa macroregione che dovrebbero accedere al programma di resettlement. Noi abbiamo chiesto ai governi europei la possibilità di aumentare di 40mila unità il numero di coloro che potranno accedere al programma di ricollocamento (nei primi sei mesi del 2017, secondo i dati dell’Unhcr, sono state ricollocate circa 38mila persone a livello mondiale, ndr ). Ora, dobbiamo attendere una loro risposta. Certo, se si guardano i numeri si capisce che il problema non verrà risolto. La nostra intenzione, ci tengo a dirlo, è quella di creare per il maggior numero di persone possibile un canale alternativo a quello illegale”.

L’Alto Commissariato per i Rifugiati avrebbe il compito di gestire, secondo gli intenti dei leader presenti al vertice di Parigi, i nuovi centri di identificazione che dovrebbero essere costruiti nei Paesi di transito. Così, i migranti potranno avere accesso alla domanda d’asilo senza dover affrontare il lungo viaggio nel Sahara e la traversata del Mediterraneo. Un modo per controllare maggiormente i flussi, spiegano i governanti, e contrastare il traffico di esseri umani.

“Al programma di ricollocamento – continua Molinario – avranno accesso tutti coloro ai quali sarà riconosciuto lo status di rifugiato e che, inoltre, occuperanno le posizioni più alte in una graduatoria stilata da Unhcr e basata sulla vulnerabilità. Questa lista terrà conto di tantissimi fattori: dalla storia pregressa dei soggetti e dei nuclei familiari alle possibili conseguenze di un rifiuto, oltre alle caratteristiche personali del richiedente asilo”. Secondo il piano, quindi, non tutti coloro che avrebbero diritto alla protezione internazionale rientreranno nel programma di ricollocamento. Anzi, la maggior parte ne rimarrà esclusa, continuando a rappresentare un target lucrativo per i trafficanti di uomini: “Ci saranno dei rifugiati che non rientreranno nel programma di reinsediamento in Europa – dice Molinario – Per questi sarà trovata una sistemazione in attesa di nuovi posti. Non ci è stato ancora specificato dove, probabilmente in campi profughi, in nuovi centri che saranno costruiti o anche nelle aree urbane. Chi, invece, non otterrà lo status di rifugiato potrà usufruire del rimpatrio assistito con l’aiuto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim)”.

Di Giacomo (Oim): “Gli hotospot libici non rispettano standard minimi”
Proprio sui nuovi centri o hotspot proposti dalla Francia arrivano le perplessità di Flavio di Giacomo, portavoce dell’Oim che quelle strutture dovrà gestirle insieme all’Unhcr: “Dal punto di vista pratico – dice a Ilfattoquotidiano.it – non mi sembra che questo vertice abbia portato grandi novità, se non la volontà generica di costruire dei centri d’identificazione in Libia e in Niger. Se poi vogliamo parlare dei nuovi hotspot in Libia, dico che non ci sono, al momento, le premesse per costruirli. Noi come Oim abbiamo al momento accesso a 20 dei 34 centri governativi libici, presumo quelli in condizioni migliori, e vi assicuro che non rispettano gli standard minimi per garantire un trattamento umano a queste persone. Inoltre, Oim lavora in Libia e sarebbe felice di poter collaborare con i governi per migliorare la situazione dei centri in loco e costruirne di nuovi, ma la mia domanda è: dove sono le garanzie politiche e di sicurezza minime, in un Paese completamente instabile e senza un vero governo riconosciuto?”.

Torelli: “Legalizzare gli arrivi? No, i governi puntano a esternalizzare i confini e creare un blocco”
Nonostante le dichiarazioni del Presidente francese, Emmanuel Macron, che ha annunciato la nascita di “una squadra che tradurrà in atti le parole”, anche Stefano Torelli, ricercatore dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale”, nutre forti dubbi sull’effettiva efficacia delle proposte uscite dal vertice di Parigi. “Quando dicono che vogliono legalizzare i flussi, i governi mentono – sostiene – Lo dicono i numeri: nel 2016 ci sono state un milione e 200 mila domande d’asilo in Europa, l’Unhcr stima che nella sola Africa subsahariana e Nord Africa ci siano 380mila persone bisognose di accedere ai programmi di ricollocamento e qui, invece, si discute su un aumento, forse, di 40mila posti? Ma si ricordano che i piani di ricollocamento in Unione Europea hanno già fallito?”. Secondo il programma di redistribuzione dei migranti presentato dall’Unione Europea nel 2015, 160mila persone tra quelle sbarcate in Italia e Grecia avrebbero dovuto ricevere accoglienza nei vari Paesi europei entro settembre 2017. La quota raggiunta, però, non tocca le 30 mila unità. “Il piano dell’Europa è quello di esternalizzare i confini: lo hanno fatto in Turchia e lo vogliono fare adesso nel Sahel. La volontà di creare flussi legali è uno specchietto per le allodole: hotspot e centri d’identificazione in Libia o Niger ci dicono che la strategia europea è quella di creare un blocco, anche se i governanti non lo ammettono”.



Gino Quarelo
Sono troppi anche 40 mila.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar set 05, 2017 6:47 am

Auschwitz on the Beach, in Germania cancellata la performance di Bifo che paragona crisi dei migranti e Olocausto: "Bigotti"
Felice Moramarco
2017/09/04

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... ti/3832784

L'attivista e filosofo bolognese avrebbe dovuto esibirsi nell'ambito della celebre mostra di arte contemporanea Documenta14. Ma è stato sommerso dalla polemiche. Il ministro della cultura tedesco Boris Rhein e il sindaco di Kassel Christian Geselle hanno addirittura chiesto l’intervento della magistratura. Lui spiega a ilfattoquotidiano.it: "È la bigotteria di gente che ha ripetuto molte volte 'mai più Auschwitz' e tuttavia non tollera che qualcuno gli faccia presente che in realtà Auschwitz sta accadendo di nuovo sotto i nostri occhi e con la nostra complicità"

In Germania non si può paragonare la crisi dei migranti all’Olocausto degli ebrei, nemmeno se a farlo è un artista. Ha ricevuto critiche durissime la performance dal titolo Auschwitz on the Beach scritta dal filosofo e attivista bolognese Franco “Bifo” Berardi, prevista per il 24 agosto scorso nell’ambito della famosa mostra di arte contemporanea “documenta 14” a Kassel in Germania. La performance aveva come tema la crisi dei rifugiati, che secondo l’autore, ha assunto i tratti inquietanti di un olocausto. Proprio a causa delle polemiche, gli organizzatori di documenta 14 e Berardi hanno deciso di cancellare l’evento e sostituirlo con un incontro pubblico dal titolo Shame on Us, che ha visto una larghissima partecipazione. Molte sono state le accuse di relativizzare la tragedia dello sterminio degli ebrei. Si sono uniti alle critiche anche il ministro della cultura tedesco Boris Rhein e il sindaco di Kassel Christian Geselle, i quali hanno addirittura chiesto l’intervento della magistratura. Tuttavia c’è stato anche chi, come Philippe Ruch del Zentrum für Politische Schönheit si è chiesto se sia effettivamente così fuori luogo paragonare i campi di concentramento costruiti sulle coste libiche con l’avvallo degli stati Europei ai lager nazisti. Proprio in queste ore, la ong Moas ha interrotto i salvataggi nel Mediterraneo dicendo di non sapere cosa succede nei centri in Libia. E il parallelo con l’olocausto è stato fatto solo domenica 3 settembre alla Festa del Fatto Quotidiano dall’editorialista Furio Colombo: “Questa è la seconda Shoah”, ha detto durante un dibattito con il ministro dell’Interno Marco Minniti.

Immaginavate che l’annuncio di una performance dal titolo Auschwitz on the Beach sarebbe stato accolto in questo modo?
Noi europei stiamo ripetendo quello che i nazisti fecero negli anni ’40. Qualcuno potrebbe dire che questa è una esagerazione, ma certo che è un’esagerazione! Tuttavia, bisogna tener presente che per il momento abbiamo ucciso almeno trentamila migranti nel mar Mediterraneo. E non sappiamo quanti ne abbiamo uccisi nel deserto del Sahara e quanti cadaveri ci siano nelle fosse comuni libiche. Questo era quello che volevamo denunciare.

É risaputo che in Germania temi ed espressioni legate al loro passato nazista costituiscono ancora una ferita aperta.
Io sono disposto ad ascoltare questa obiezione dai rappresentanti della comunità ebraica tedesca, con cui ho infatti discusso. Ma non sono disposto ad ascoltare questa obiezione da qualche stronzetto che scrive sui giornali della “Grande Germania”, perché sono i nazisti tedeschi, che non sono mai scomparsi, ad aver inferto quella ferita all’umanità. Mio padre durante la guerra ha passato sette mesi in un carcere tedesco, quindi non accetto che un pezzo di merda come il signor Jens Jessen sulla Zeit mi venga a dire che quella ferita è ancora aperta, perché è proprio gente come lui che ha inferto quella ferita a gente come mio padre.

Allora perché avete deciso di cancellare la performance?
L’abbiamo cancellata perché la nostra intenzione non era tanto quella di mettere in scena un’opera d’arte, ma quella di lanciare un messaggio. Dato quello che è successo, cancellare la performance ci ha permesso di far circolare quel messaggio dieci, cento volte di più di quanto non sarebbe stato possibile se ci fossimo fatti intrappolare dalla retorica della libertà d’espressione. In gioco c’è qualcosa di molto più importante della mia libertà d’espressione. Non me ne frega niente della mia libertà d’espressione, quando in gioco c’è la vita di milioni di donne e di uomini!

L’unica cosa resa pubblica della performance è stato quindi il titolo.
Esatto.

E come si spiega che l’accostamento di due semplici parole, “Auschwitz” e “Beach” abbia innescato un dibattito così acceso?
Perché quell’espressione ha provocato la bigotteria del ceto neoliberale tedesco. La bigotteria di gente che ha ripetuto molte volte “mai più Auschwitz” e tuttavia non tollera che qualcuno gli faccia presente che in realtà Auschwitz sta accadendo di nuovo sotto i nostri occhi e con la nostra complicità. Sulla stampa tedesca sono stati pubblicati più di un centinaio di articoli da questi bigotti. Ma è il mio mestiere provocare, l’ho sempre fatto. Per mesi, sono stato su tutti i giornali italiani [nel 1977, n.d.r], descritto come provocatore e criminale, perché parlavo da una radio libera [Radio Alice, ndr]. E allora imparai che occorre non lasciarsi mai spaventare da gente come questa.

Non pensa che chi ha reagito in questo modo sia in realtà ben cosciente di ciò che sta accadendo e che semplicemente non vuole prendere atto delle proprie responsabilità.
Certamente. In gioco c’è qualcosa di enorme. Noi occidentali dobbiamo far fronte alle conseguenze di secoli di colonialismo e di quindici anni di guerra ininterrotta, di cui siamo totalmente responsabili. Ora, l’enorme debito che abbiamo accumulato, non vogliamo pagarlo. Ci rifiutiamo di investire le enormi somme di denaro necessarie per l’accoglienza dei migranti e preferiamo darle a Banca Etruria, al Monte dei Paschi e al sistema finanziario europeo. Bene, questo atteggiamento provoca la guerra. Una guerra che è già cominciata e che non vinceremo, perché abbiamo a che fare con un immenso esercito di disperati. Perderemo tutto. Perderemo la vita di molta gente, perderemo la democrazia e il senso dell’umanità.


Gino Quarelo
Filosofo, artista e attivista politico imbecille e bugiardo.
Questi africani non hanno nulla a che fare con gli ebrei europei perseguitati dai nazisti, dai fascisti, dai comunisti, dagli atei e dai cristiani europei; gli europei che non vogliono la loro invasione non hanno nulla a che fare con i nazisti e il loro umanissimo, giusto, legittimo, sacrosanto e civile rifiuto di non lasciarsi invadere non ha nulla a che fare con il razzismo e la persecuzione degli ebrei.
Non abbiamo accumulato nessun debito con gli africani e con gli asiatici, tanto meno con i nazisti maomettani o mussulmani. Questo personaggio è soltanto un truffatore. Costui, come altri, cercano di farci sentire in colpa come da sempre fanno i comunisti e come secoli fa fecero i papi per vendere le indulgenze e per estorcere le eredità in punto di morte ai poveri cristiani ammalati e prossimi a morire. Io personalmente non mi sento colpevole di nulla. Nessuno va a prendere gli africani e gli asiatici per portarli in Libia, se stanno a casa loro o vanno altrove non finiranno giustamente nelle prigioni libiche per immigrazione clandestina.
Sono paragoni del tutto falsi che offendono la verità storica, gli ebrei, gli europei e finanche gli africani maltrattati e perseguitati da altri africani, come i cristiani d'Africa perseguitati e sterminati dai maomettani d'Africa.
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