Alex, i cinque ricatti del capo-missione di Leu all'Italia: l'email che inchioda la ong: svelato il loro bluff
7 Luglio 2019
https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... H33sObvHyA
Sin da ieri, sabato 6 luglio, Matteo Salvini ha insistito su come la Alex, la barca della ong Mediterranea, abbia cercato in ogni modo di avvalorare lo "stato di necessità" per entrare in porto a Lampedusa, forzando così il divieto di ingresso imposto dalla Guardia Costiera. In prima linea nel tentativo, il capitano Tommaso Stella e il capo-missione, Erasmo Palazzotto di Leu, i quali hanno parlato di mancanza di acqua a bordo e hanno insistito sulle precarie condizioni sanitarie in cui versavano i 40 immigrati. Ma oggi, domenica 7 luglio, dal ministero dell'Interno trapela una email spedita da Alex che svela tutto ciò che chiedevano. Che svela il loro bluff. Il loro ricatto. Il gioco sporco della ong.
Nel testo della email, la ong cerca di imporre cinque condizioni alle autorità italiane e maltesi: La Valletta, infatti, aveva dato disponibilità alla Alex per far attraccare la nave, che però non è mai partita da Lampedusa. Tra le condizioni, la ong voleva stabilire l'orario di partenza: "Entro e non oltre le 22". Dunque voleva imporre il numero delle persone a bordo. Quindi Palazzotto, che ha firmato l'e-mail, pretendeva che "l'operazione di trasferimento" sulle "unità delle forze armata" della Valletta avvenisse "tassativamente a 15 miglia nautiche di distanza dalle coste dell'isola, in acque internazionali" e che vi fosse "la precisa garanzia che nessuna azione coercitiva" sarebbe stata assunta "nei confronti della nave da parte delle stesse autorità maltesi e italiane". Insomma, voleva l'impunità per capitano ed equipaggio. Ovvio, poiché sapevano benissimo di aver infranto un lungo elenco di leggi.
L'obiettivo della ong, sottolineano fonti del Viminale, era quello di non trovare un accordo. Ma non è finita. Tra le richieste scritte nella e-mail, che potete vedere nella foto qui sopra, c'erano anche che le "necessarie attività di controllo e identificazione" avrebbero dovuto "svolgersi in alto mare" e che, al termine di queste, la Alex avrebbe dovuto "fare ritorno immediatamente" nel porto di Licata, in provincia di Agrigento. Condizioni, diktat, paletti. Il tutto per cercare e inasprire uno scontro politico, che ben poco ha a che fare con il salvataggio delle vite dei migranti. E questa e-mail lo conferma. Così come la stessa email smentisce - ammesso che ve ne fosse bisogno - quanto detto in televisione sabato sera dalla portavoce di Mediterranea, che accusava il governo italiano di non voler trovare alcun accordo per la traversata verso Malta.
Ora il migrante smonta la Alex "Il viaggio? È stato perfetto..."
Angelo Scarano - Mar, 09/07/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... LVd8titLbo
Uno dei migranti a bordo della Alex non parla di "condizioni estreme a bordo". E a chi gli chiede del viaggio dà una risposta che spiazza
Sarim Karafae, 19 anni, somalo, è uno dei migranti sbarcati dalla Alex.
La storia del veliero di Mediterranea ormai è nota. L'imbarcazione con 42 migranti a bordo ha forzato il blocco imposto dal Viminale, ha ignorato l'alt intimato dalle motovedette ed è entrata nel porto di Lampedusa per lo sbarco. Un atto di forza quello dell'ong che è costato a Mediterranea un'indagine a carico del comandante e del capo missione e una pesante sanzione. L'ingresso nel porto di Lampedusa è avvenuto dopo la dichiarazione di "stato di necessità" da parte dell'equipaggio della Alex. Una mossa, quella dell'Alex, che viene in parte "smontata" proprio da uno dei migranti a bordo e poi sbarcati a Lampedusa. Intervistato da La Stampa, Sarim a chi gli chiede quanto sia stato duro attendere tutte quelle ore senza cibo e acqua, risponde in modo insapettato, come sottoliena la Verità.
Il migrante infatti non ha dubbi: "Al contrario. È stato un viaggio perfetto". Parole chiare che vanno contro quanto affermato dallo staff della ong e soprattutto dall'equipaggio a bordo del veliero. Più volte, nel corso della giornata di domenica, la barca ha dichiarato lo "stato di necessità" per mancanza di acqua e per le temperature elevate: "Nel nostro stato di necessità c’era anche la responsabilità di 10 minori a bordo, sotto 40 gradi al sole", aveva affermato Alessandra Sciaruba parlando ai cronisti sulla banchina del porto di Lampedusa. Ma a sentire Sarim casca un po' lo "stato di necessità" denunciato dall'ong. Proprio nelle ore precedenti allo sbarco, la Alex aveva ricevuto assistenza piena dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Un aiuto che però non ha fatto desistere il comandante-skipper dal forzare il blocco e il divieto imposto dal ministro degli Interni. I migranti dunque non erano stati abbandonati al loro destino ma la situazione era costantemente monitorata dalle autorità italiane e anche da quelle maltesi.
IL PROSEGUIMENTO DELLA FARSA
Niram Ferretti
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Nel tripudio che ha consacrato Carola Rackete agli altari della santità laica non poteva certo mancare la richiesta che le venga conferito il Nobel per la pace, come chiede un vero Nobel, Mario Vargas Llosa. Contemporaneamente, a Pavia, il parroco locale annuncia che vuole celebrare messa per la Capitana, per avere messo "La legge di Dio davanti a quella degli uomini".
La messa è stata poi fortunatamente impedita, ma la volontà c'era. Ormai mancano solo le magliette in cui la Capitana, o meglio, la Comandante, prenderà il posto di Che Guevara, anche lui indomito combattente per gli oppressi.
Le edicole votive della sinistra sono piene di buoni e giusti, che consacrano la loro vita al Progresso, all'idea che ne hanno loro. Chiunque vi si opponga è condannato all'esecrazione pubblica.
Oggi che il Progresso si incarna nel Migrante, e l'immigrazione ha preso il posto della rivoluzione, i cattivissimi sono coloro che cercano di limitarla, che sollevano dubbi sul Bene che deriverebbe alla società dall'importare senza se e senza ma la copiosa umanità del cosiddetto Terzo Mondo e di una parte del Medio Oriente.
Così, qui in Italia, tocca a Matteo Salvini fare le spese dell'Orco della favola. E infatti è una favola quella che stiamo vivendo, o meglio è la politica ridotta a truculenza manichea, dove, da una parte c'è il Bene e l'Umanità e, perchè no?, l'Altissimo, d'altra il Male, la disumanità e, naturalmente, il Principe delle Tenebre.
In attesa che la candidatura di Carola venga proposta alla Svezia (e dopo il premio consegnato ad Arafat, tutto è possibile), godiamoci (si fa per dire), il proseguimento della farsa.