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Migranti, Ong contestano codice proposto dal Viminale. Sea Watch: "Va contro leggi marittime e convenzione di Ginevra"
di Angela Gennaro | 26 luglio 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... ra/3755230
Una riunione durata quasi due ore, a porte chiuse, tra le organizzazioni non governative impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e i funzionari del ministero dell’Interno. Al centro, il codice di condotta proposto dal Viminale alle Ong. Un codice “contro le leggi marittime in molti punti e non aderente alla convenzione di Ginevra”, tuona Sandra Hammamy, della ong Sea Watch. “Non vogliamo lasciare sola l’Italia e neppure la Grecia, ma non abbiamo intenzione di infrangere le leggi del mare. Se è quello che l’Italia sta proponendo, deve parlare con il Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera di Roma e soprattutto con gli altri paesi europei. Non con noi: stanno sbagliando destinatario, siamo l’ultima parte dell’intera catena. L’Italia si sta rivolgendo a noi perché non trova ascolto in Europa. Portiamo i migranti in Italia e non a Malta in Spagna e in Germania perché ce lo indica il centro di coordinamento marittimo”. Le organizzazioni non governative italiane non si sono fermate a parlare con i giornalisti al termine dell’incontro, che hanno definito “interlocutorio”. Medici Senza Frontiere ha confermato, in una nota inviata in serata, “la propria volontà di partecipare alla discussione con un approccio aperto e costruttivo”. “Abbiamo colto con favore gli sforzi volti a rafforzare la capacità di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo”, dice Gabriele Eminente, direttore generale di MSF, “ma allo stesso tempo abbiamo espresso preoccupazione per alcuni elementi e ambiguità contenuti nel codice. Auspichiamo che inizi oggi un vero processo di consultazione e che i punti sollevati durante l’incontro siano presi nella dovuta considerazione, affinché qualunque codice proposto possa rappresentare il migliore strumento di collaborazione per salvare vite in mare”. L’appuntamento, per un nuovo incontro – non confermata la presenza del ministro Marco Minniti – è per venerdì prossimo.
Migranti, Msf non firma il codice Ong
Chiara Sarra - Lun, 31/07/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 26684.html
Moas e Save the children approvano le nuove norme di condotta, Medici senza frontiere e Juged Rettrt si
Medici senza frontiere e i tedeschi di Juged Rettet non firmano il codice di condotta per le Ong impegnate nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo.
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L'annuncio arriva dalle stesse organizzazioni non governative al termine dell'incontro al Viminale organizzato proprio per sottopore alle Ong le nuove regole messe a punto dal ministro Marco Minniti.
Save the Children e Moas hanno invece sottoscritto le norme, anche se la seconda aveva già firmato nei giorni scorsi e non era presente alla riunione odierna.
"Save the Children ha deciso di firmare il codice per le Ong impegnate nel salvataggio dei migranti in mare perché gran parte delle cose che prevede noi già le facciamo", ha detto il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri, "L'unico punto che per noi rappresentava una criticità era quello che introduce il divieto di trasbordare i migranti da una nave a un'altra ma questo si è risolto con il ruolo che svolgerà la guardia costiera. Mi spiace che altre Ong non abbiano deciso di sottoscrivere questo codice".
"Medici senza frontiere ha deciso di non firmare il codice di condotta per le ong perché, tra le altre cose, prevede la presenza a bordo di agenti. In nessun Paese in cui lavoriamo accettiamo la presenza di armi, ad esempio nei nostri ospedali", spiega invece Gabriele Eminente, direttore generale di Msf, "Anche se il codice era stato migliorato rimaneva il punto dei trasbordi: abbiamo chiesto di levarlo, perché è un punto che rischia di pregiudicare l'intera operazione".
"Noi possiamo firmare soltanto nel caso in cui le nuove norme rendessero più efficiente il nostro lavoro e aumentassero la sicurezza dei nostri volontari", ha aggiunto il rappresentante della Ong, Jugend Rettet, Titus Molkenbur.
"Benissimo, da domani siamo sicuri che il nostro governo impedirà a tutte le altre Ong di accedere a tutti i nostri porti", attacca Roberto Calderoli (Lega Nord), "Altrimenti l'Italia farebbe una figura miserevole, dopo aver cianciato ai quattro venti del codice per limitare le Ong".
"Aver rifiutato la firma, pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare dei migranti, con tutte le conseguenze del caso
concreto che potranno determinarsi, a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse", mette in chiaro il Viminale.
Un esempio di comunista bugiardo e parassita, demente e irresponsabile
Libia: e Macron l’infame, sorrise
Furio Colombo
31/07/2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/premium ... me-sorrise
Le navi delle Ong che pattugliano il mare in cerca di migranti dispersi sui gommoni sono di destra e di sinistra. Quelle di sinistra, ovvero normali, vanno per salvare, ma su di esse si appuntano sospetti: perché lo fanno, fin dove si spingono, e soprattutto; chi paga. L’idea di salvare migranti che altrimenti affogano in mare è così stravagante che è bene mettere un poliziotto a bordo, che tenga d’occhio, prenda nota, e soprattutto ci faccia sapere se è vero che salvano troppo.
Le navi di destra, come per esempio la C Star noleggiata a Gibuti dal gruppo Defend Europe, hanno qualche problema in più (o almeno la C Star ne ha avuti nel porto cipriota di Famagosta): “Le autorità locali, di fronte a carte poco chiare hanno fatto scattare interrogatori e il fermo per tutti gli europei a bordo” (La Repubblica, 28 luglio). Ma a bordo c’erano anche venti cingalesi, identificati come marinai dal comandante, e come migranti in fuga a pagamento (10 mila dollari a testa) dalle autorità portuali, che li hanno lasciati liberi (o liberati). S’intende che “Defend Europe” ha subito denunciato il complotto.
Le Ong (quelle che salvano) erano in agguato (persino a Famagosta) e hanno pagato i marinai perché si dichiarassero profughi. Ora la C Star si sta muovendo verso la Libia e sapremo nelle prossime ore se anche “Defend Europe”, come “Medici senza frontiere”, sarà richiesta di ospitare un poliziotto a bordo. Ma il Mediterraneo è ben più affollato. In mare ci sono le navi Triton, un progetto europeo che salva poco, ma i suoi salvati li porta sempre e solo in porti italiani, benché le sue navi battano bandiera di mezza Europa.
Ci sono le navi mercantili, che da un po’ preferiscono segnalare le emergenze piuttosto che accorrere perché c’è sempre un giudice che, Bossi-Fini alla mano, ti può accusare di favoreggiamento di immigrazione clandestina o, se il magistrato è più ligio alla celebre legge, di “mercato di esseri umani”. E poi, imponente e in tutte le dimensioni, c’è la flotta militare italiana, che si estende dalle motovedette d’alto mare alle corazzate. È una flotta potente e bene organizzata con un passato glorioso.
Non parlo del passato remoto e delle guerre. Parlo della operazione Mare nostrum, (2015) che ha attratto l’attenzione e l’ammirazione del mondo per la grande quantità, rapidità e modalità di soccorso, con cui ha salvato un numero molto alto di vite umane. Ed è stato interrotto, non ci crederete, perché costava troppo. La Marina miliare italiana, che è stata celebrata al Quirinale e insignita di medaglie dal Presidente della Repubblica per la grandiosa e ripetuta attività di soccorso e di vite umane salvate, patisce un problema grave e difficile da raccontare: la contraddizione totale di ordini di governo.
Sono ordini opposti che si susseguono a stretto giro di eventi e ai militari devono apparire pericolosi. Giornalisticamente si riassumono bene in questo titolo: “Le nostre navi in Libia contro i trafficanti. Gentiloni riceve il premier Serraj e accoglie la richiesta di aiuto tecnico. La Libia ci ha chiesto di inviare navi italiane in acque libiche contro i trafficanti di esseri umani”. (Il Corriere della Sera, 27 luglio). Il caso è complicato perché rovescia in un solo giorno il linguaggio degli ordini, la visione del mondo e un drastico cambio di strategia.
Il linguaggio: scompaiono i migranti, i profughi, coloro che fuggono da guerra, persecuzione e fame. E compaiono in primo piano i “trafficanti di esseri umani”. Visione del mondo: non devi aiutare o salvare nessuno, devi combattere il traffico, dunque i trafficanti, dunque anche la loro merce, che non è più l’obiettivo da salvare ma solo un problema collaterale da eliminare.
Strategia: eravamo di qua dalle acque territoriali libiche per accogliere gli scampati dal mare (insieme e in accordo con le navi Ong).
Adesso, se valgono i nuovi ordini, in un mondo completamente rovesciato, le potenti navi militari italiane e le sue agili motovedette armate, sono di là, in acque libiche, dalla parte di chi dà la caccia ai migranti. Anche perché i migranti adesso si chiamano “mercanti di esseri umani”, cioè di se stessi. Ma la storia, che è triste, sia per il rischio di vita (che diventa più grande) dei migranti, sia per la strana incoerenza (in materia militare) del governo italiano, continua con un colpo di scena imprevisto.
Infatti “Il leader di Tripoli nega di avere dato l’ok all’invio di navi o di averle mai chieste” (Il Corriere della Sera, 28 luglio). Nonostante ciò, titola nella stessa data il maggior giornale italiano: “Pronta un’armata con aerei e droni per fermare i migranti”. I Tg aggiungono sommergibili. Ma in questo momento giunge un altro contrordine clamoroso. Tutto quanto detto prima erano promesse da marinaio. Partono solo due navi. E Macron, l’infame, sorride.
Niente sanzioni, solo controlli. Il governo cede sulle Ong
Luca Romano - Mar, 01/08/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 27085.html
Nessun provvedimento per chi non ha firmato il codice di condotta. E l'Ue ammette: "Vale sempre la legge internazionale"
Tanto rumore per nulla. Le regole del Viminale sulle Ong sono praticamente carta straccia.
Non solo perché buona parte delle organizzazioni chiamate al tavolo non si sono presentate o non hanno firmato, ma soprattutto perché alle Ong dissidenti non succederà nulla. Se Medici senza Frontiere ha sfidato l'esecutivo avvertendo che loro continueranno a lavorare come se il codice non esistesse, anche la Ue ha fatto intendere che l'operazione del ministero dell'Intero ha la forza di una piuma.
"Il maggior numero possibile" di Ong dovrebbe firmare il codice di condotta messo a punto dall'Italia con l'avallo di Bruxelles, ma per quelle che non lo faranno "continuerà a valere la legge internazionale" che regola i salvataggi in mare, ha sottolineato la portavoce Natasha Bertaud, ricordando che questo significa che "ogni nave ha l'obbligo di salvare le persone in mare e di condurle in un porto sicuro", cioè praticamente l'Italia.
La conferma di tutto ciò arriva anche da fonti del Viminale interpellate dall'Huffington Post: "Non si tratta di una legge e quindi non si prevedono sanzioni in caso di inosservanza". Insomma, chi non ha firmato il codice di condotta non subirà provvedimenti da parte delle autorità militari e civili italiane se non controlli più rigorosi e stringenti sul fronte amministrativo e tecnico.
Il codice è stato "stracciato" da sei delle nove Ong convocate, delle quali due hanno sottoscritto il testo, mentre Msf ha inviato una missiva al governo in cui spiegava le ragioni del rifiuto e annunciava che per loro nulla sarebbe cambiato.
Tra i punti del codice ci sono il divieto per le Ong di entrare nelle acque libiche, di spegnere il trasponder, di trasbordare i migranti sul altre navi e la disponibilità a far salire a bordo ufficiali di polizia giudiziaria armati.
Gino Quarelo
La legge internazionale del soccorso in mare vale solo quando non si trasforma in abuso e strumento di violazione dei diritti umani altrui poiché in tal caso il suo originario valore si annulla, estingue e si trasforma in un qualcos'altro di criminale.